DEMOCRAZIA RINUNCIATA O NEGATA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Febbraio, 2020 @ 11:42 am

Detto altrimenti: per mancata partecipazione volontaria o imposta   (post 3770)

Innanzi tutto, di cosa parlando? Della Democrazia, un termine che nei millenni ha assunto successivamente tre significati diversi: 1) il democrator era il dittatore, esercitava il potere “sul”  popolo:

Who opened the door for the democrator?/ And how come he let in the market-conquistadors?/ Why is he acting as if he has something to hide?/ The privilege of the stupid is to be taken for a ride. Chi ha spalancato la porta al democrator? Perché egli si è collocato nel novero dei conquistadores? Perché si sta comportando come se avesse qualcosa da nascondere? Il privilegio dello stupido è di farsi prendere in giro.

2) Successivamente il termine fu utilizzato con disprezzo dalle classi nobili escluse dal governo per indicare e stigmatizzare lo strapotere del “popolino ignorante al governo”.

3) Oggi democrazia significa “potere del popolo” con una interferenza: il potere del popolo della rete, o meglio, il potere di chi fa passare il proprio volere come volere della rete. In questo caso stiamo passando dal potere del popolo allo strapotere del popol(in)o della rete, la quale è una rete pilotata e quindi si rischia di passare ulteriormente al potere di un nuovo democrator occulto ma non tanto, ciò che succederebbe se venisse attuata la Democrazia Diretta (diretta da chi? Ecco il punto!).
Comunque fino a qui si tratta di democrazia rinunciata da chi non si oppone a questi processi degenerativi, pari a quella di chi per inerzia, pigrizia, ignoranza o altro non va a votare o non partecipa alle assemblee delle Associazioni di cui è membro.

Mappoi (mappoi) c’è anche la democrazia negata. Dove? Quando? Da chi e/o da cosa? Ecco qui: dalla legge uguale per tutti salvo le eccezioni di legge; da leggi non generali e non astratte; da un numero troppo elevati di leggi; da leggi in contrasto fra di loro; da leggi che abrogano altre leggi; da leggi incomprensibili dalla massa dei cittadini.

Ma la democrazia è negata anche in certe Associazioni nelle quali lo Statuto prevede che i soci possano proporre modifiche allo Statuto o altro, purchè si organizzino in gruppi di almeno tot soci. Tot soci? E’ una parola! Intanto in alcuni casi i nomi dei soci non sono fatti conoscere ai soci stessi (!) per accampate pretese ragioni di privacy (?). In altri casi l’elenco soci è affisso alla parete e chi vuole può prendere una sedia ed una lente di ingrandimento e dedicare alcune ore a copiarne gli indirizzi. Ecco, in questi casi la democrazia – cioè la partecipazione attiva – è di fatto negata, quanto meno fortemente ostacolata. Non sarebbe negata se quell’elenco, dotato di numeri di telefono e indirizzi e-mail, fosse accessibile via internet da parte di ogni socio, il quale in tale prospettiva dovrebbe dare il suo consenso alla diffusione dei propri dati all’atto della sua ammissione in quella Associazione.

Democrazia vo cercando ch’è sì cara
come sa chi per lei trucchi refiuta.

P.S.: un caso meritevole di segnalazione e di elogio: in previsione dell’Assemblea Provinciale delle ACLI prevista per il 19 aprile 2020, il Circolo ACLI “S.Giuseppe S. Pio X°” con lettera del 7 febbraio ha convocato per il 7 marzo 2020 un’ Assemblea Precongressuale. In calce alla lettera di convocazione il tagliando – da consegnare non oltre il 28 febbraio – con il quale ci si candida per il nuovo direttivo.

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QUARANTA SUGGERIMENTI “RUGGENTI”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Febbraio, 2020 @ 7:04 am

(Attenzione, questo è un LP- Long Post)

Detto altrimenti: istruzioni di un vecchio manager velista per l’uso della vita (lavorativa) dei giovani    (post 3769)

L’espressione “I Quaranta Ruggenti” (The Roaring Forties) è stata coniata dagli inglesi all’epoca dei grandi velieri che passavano per il Capo Horn, per indicare la forza dei venti in quel tratto di mare. L’espressione fu poi seguita da una seconda, “ I Cinquanta Ruggenti” (The Roarint Fifties): par capirsi, cinquanta nodi di vento equivale ad un vento che soffia a circa 90 kmh, ragion per cui aspettatevi un ulteriore post con ulteriori dieci colpi di vento! Intanto ecco i primi quaranta.

Dal dal mio Fun Whisper, una barchetta da 1000 kg, in navigazione solitaria nelle Bocche di Bonifacio, con “solo” 30 nodi di vento. Figuratevi con 40 o 50!
  1. Napoleone era solito dire: “Mi vanno bene i generali fortunati, purché lo siano sempre”. Io vi dico: ricercate la creatività più che la fortuna e siate regolarmente creativi, cioè siate sempre un poeta: infatti il termine “poeta” deriva dal verbo greco “poieo” che significa fare, creare. Tuttavia state attenti ad un particolare: noi Italiani in genere siamo molto creativi, ma rendiamo pubblici troppo presto
    i nostri progetti che poi spesso ci vengono rubati da chi li sa realizzare più tempestivamente. In ogni caso la creatività raramente è pagata per quello che vale, e cioè molto. Se avete una buona idea cercate anche di riuscire a “firmarla” come vostra. Infine v’è da dire che le idee vengono a chi è abituato a farsele venire, quindi … allenatevi!
  2. Come reagire di fronte alla mancanza od all’eccesso di creatività, in se stessi e negli altri? Ragazzi, innanzi tutto il malanno più frequente e ben più grave è la mancanza di idee, quindi ben vengano le “troppe” idee! Pensate sempre che senza idee Colombo non avrebbe scoperto l’America, Fleming non avrebbe inventato la penicillina e così via. Dovete solo cercare di distinguere fra intuizioni (ci vogliono anche quelle) e le idee maturate dopo attente analisi (suggerisco di dedicarvi molto a questo secondo genere).
  3. Un padre disse al figlio: “Mettiti una scimmietta su di una spalla e vai in un paese dove non conoscono le scimmie. Farai fortuna.” Può essere vero, ma attenzione…una bottiglia è mezza piena e mezza vuota allo stesso tempo! Se volete “fare carriera” dovete anche considerare l’opportunità di eccellere in modo omogeneo all’ambiente che vi ospita: mi spiego, se siete dei bravi manager, molto bravi, allora potrete fare carriera in un ambiente moderno e managerialmente organizzato. Ma attenzione a volervi imporre come manager molto professionali in un ambiente un po’ troppo “alla buona”! Lo stesso dicasi per il contrario: se un ambiente è molto bene organizzato, voi non potrete progredire se siete voi ad essere “alla buona”.
  4. Quanto ai principi, sii fedele ai tuoi, non avere paura di viverli e diffida di chi ti fa lezione pretendendo di farti applicare i suoi: si chiama “teoria del campo da tennis” (v. anche dopo, al n. 24). Ovvero, ognuno giochi come crede la pallina nella sua metà campo e non ascolti i suggerimenti dell’avversario sul come giocarla!
  5. L’etica dei principi va bene, “ma però” deve essere moderata. Infatti l’etica dei principi, da sola, conduce all’integralismo. Sull’altro fronte sta l’etica dei risultati perseguiti a qualunque costo, che conduce al cinismo.  Le due etiche vanno reciprocamente stemperate: occorre arrivare ad un compromesso (vai al n. 7).
  6. Ricorda che spesso la morale comune condanna chi denuncia le violazioni della morale comune molto di più di chi viola la morale comune. Comunque, su con il morale!
  7. I compromessi. Leggete il capitolo loro dedicato da Paolo Mieli nel suo bel libro in calce. Ci sono quelli sordidi e vanno rifiutati. Ve ne sono molti che invece sono utili, necessari, perseguibili: per esempio, quelli che hanno fatto la Storia (vai la n. 5).
  8. Sii semplice nella comunicazione verbale e scritta, ed usa il lessico più comprensibile in assoluto: soprattutto ricorda che l’impresenziazione di uno sportello ferroviario vuol dire solo che l’impiegato è momentaneamente assente, non che è molto mal vestito e con la barba lunga e quindi “non è presentabile”! Che la conversione dei mezzi operativi significa solo che ci sono autocarri in manovra, non che metà degli operai dell’autostrada si è convertita al cristianesimo. Che la convergenza complanare è solo un incrocio con uno svincolo stradale, non l’incrocio delle rotte di due aeroplani. E state attenti a non obliterare a casa il documento di viaggio, perché in realtà il biglietto del tram dovete timbrarlo sul tram stesso e non dimenticarlo a casa!
  9. Abbi carattere anche se poi ti diranno che hai un cattivo carattere.
  10. Sii estremamente specifico, evita le occasioni di coinvolgimento in situazioni generiche, non chiare: rimetterle sui binari ti attirerebbe l’accusa di essere pedante o di avere un caratteraccio.
  11. Cerca di porti in grado di produrre risultati, di sapere fare bene il tuo mestiere.
  12. Cerca di riuscire a firmare il tuo lavoro.
  13. Non farti escludere, proprio perché sai fare e vuoi firmare quello che hai fatto.
  14. Attento ai sistemi assistiti: a gestire l’ordinaria amministrazione o a dividere la ricchezza sono capaci tutti. La professionalità e la managerialità vera servono solo se c’è la volontà di far crescere, migliorare e far vivere bene i collaboratori (e quindi anche di produrre un utile aziendale a bilancio).
  15. Attento ai sistemi eccessivamente politicizzati: per la divisione del potere non serve la professionalità che ti invito comunque a conseguire.
  16. Diffida delle novità in quanto tali, se non sono motivate da effettive nuove necessità di miglioramento.
  17. Ricerca sempre la motivazione che spinge ognuno ad agire (il famoso “cui prodest”, “cui bono”, a chi giova). Cioè: troppo spesso la gente cerca di capire le conseguenze di un fatto e dimentica di analizzare le ragioni che lo hanno determinato.
  18. Chiarisci a te stesso i tuoi obiettivi e finalizza onestamente ogni tua azione agli stessi.
  19. Se devi competere e sai nuotare bene, non accettare di misurarti nello sci alpino.
  20. Sii coerente verso te stesso anche la pensi diversamente dal tuo capo (P.L.Celli, libro citato in calce: “Se un capo e il suo vice la pensano allo stesso modo, uno dei due è inutile”)
  21. Se altri realizzano come propria la tua idea e tu cerchi di riappropriartene, allora tu saresti anche un bravo manager, ma hai un tale cattivo carattere …
  22. Se vuoi difendere al meglio una tua idea, cerca di inquadrarla in un progetto completo ed articolato al fine di fare emergere la sua portata strategica. Se la controparte accetta di misurarsi sullo stesso terreno, allora vuol dire che stai operando in un ambiente moderno e professionale. Se ti dicono “Tutte chiacchere, quello che conta è il particolare di dettaglio del quale stiamo discutendo” … allora , se puoi, cercati altri compagni di viaggio.
  23. Quando gestisci un piano, ricordati che talvolta – purtroppo – le sue fasi possono essere, nell’ordine: entusiasmo, perplessità, ripresa di contatto con la realtà, ricerca del colpevole, punizione dell’innocente, lode ad estranei.
  24. Se ti consigliano come agire “nel tuo interesse”, applica la mia sopracitata teoria del campo da tennis (v. prima, al n. 6): ringrazia, ma che ognuno torni nella sua metà campo e giochi come crede, lasciando a te la scelta di come battere la palla o di come rispondere alla battuta altrui.
  25. Non ti fidare di chi, con aria assorta e quasi sognante, magari accarezzandosi il mento e volgendo lo sguardo al cielo, si “lascia scappare” importanti riflessioni o ipotesi di soluzione relative ad un problema che ti riguarda o nel quale sei coinvolto, tipo : ”Sto pensando se non sarebbe meglio…”. Infatti, se fossero riflessioni vere, se le terrebbe per sé. E invece, il più delle volte quelle riflessioni sono fatte ad arte per indurti a far tue le sue idee. Sono subdoli messaggi pubblicitari, promozionali, al limite della “pubblicità subliminale occulta”.
  26. Guardati anche da chi non parla mai e semplicemente ascolta, per due motivi: o è veramente molto intelligente ed astuto; oppure è stupido e quindi doppiamente “pericoloso”. Sappi infatti che nessuno assomiglia di più ad una persona intelligente di uno stupido che tace.
  27. Cerca di perseguire sempre contemporaneamente più soluzioni per lo stesso problema, ognuna come se fosse l’unica percorribile.
  28. Quando operi all’interno di una SpA, opera come se tu ne fossi il proprietario: con lo stesso amore e con la stessa attenzione.
  29. Di ogni tuo intervento, fanne un fatto seriale: cioè che ogni tuo intervento non sia un fatto isolato, ma l’occasione per organizzare la gestione dell’intera gamma di quel tipo di problema.
  30. Persegui, nell’ordine, il rispetto e la crescita delle Persone che ti sono affidate, delle Regole, dei Risultati.
  31. Ricordati che i sofisti (non i surfisti, quelli sono un’altra cosa!) dimostravano una tesi ed il suo contrario: non erano in contraddizione con se stessi, ma si esercitavano a porsi dal punto di vista “degli altri”. Infatti una bottiglia può essere allo stesso tempo “mezza piena” e “mezza vuota”, e tu, nel constatarlo, non ti devi sentire minimamente disorientato.
  32. Ricorda che ogni contrapposizione dialettica ha sempre tre soluzioni: la tua, quella del tuo avversario e quella giusta. Il compromesso ha fatto la Storia.
  33. Non rinunciare mai al lato umoristico della vita.
  34. Se non sai il latino e vuoi usarlo nelle citazioni, attento agli accenti. “Dìvide et ìmpera” non si pronuncia “divìde et impèra”! Inoltre ricorda che “sine qua non” non vuol dire “siamo qua noi”; cum grano salis, non vuol dire “quando cresce il grano”; ed “in medio stat virtus” non equivale a “in Mediaset virus”. In ogni caso ti suggerisco il libro di De Mauri di cui in calce.
  35. Se hai messo a fuoco un problema e ne proponi la soluzione e i tuoi interlocutori la approvano ufficialmente, allora hai fatto carriera. Se la discutono e la bocciano, sei sulla buona strada. Se la ignorano o ti dicono che non hanno avuto il tempo di leggerla, vuol dire che stai per diventare un loro pericoloso concorrente. In questo caso, c’è chi dice che per far carriera devi far finta di non accorgerti di nulla. Altri, fra i quali io stesso, ti dicono: insisti cortesemente ma con fermezza perché la tua proposta sia verbalizzata con estrema precisione e discussa.
  36. Temi, evita e combatti la trasversalità. Talvolta infatti ti potrà capitare di notare che alcuni potenti non siano contenti nemmeno se tu dai loro ragione. La verità è che spesso le motivazioni vere che li spingono ad agire sono diverse da quelle ufficiali. Ciò talvolta può accadere perché purtroppo esiste un sistema a rete nascosta, trasversale appunto, che prescinde dagli schieramenti ufficiali dei partiti, delle correnti di pensiero, della concezione della morale comune, delle strategie aziendali ed è invece fondato soprattutto su di un sistema di interessi e di potere, ed in parte minore anche su di un sistema di comodi equilibri (quieta non movère). Come e cosa fare in questi casi? Non è facile a dirsi. Occorre comunque darsi una calmata, smettere di agitarsi, di proporre e di proporsi, di assumere posizioni ferme, non perché si voglia o debba rinunciare a se stessi, ma perché prima occorre capire quali sono i reali intendimenti e le singole vere ed intime motivazioni di ciascun interessato, al fine di valutarne le possibili reazioni negative.
  37. Se contraddici pubblicamente un potente ed hai torto, ti può perdonare. Se hai ragione no.
  38.  “Guardati dalle masse osannanti, dalle unanimità, dalle idee uniche  totalizzanti, se non altro perchè entro i grandi numeri più facilmente può nascondersi il male” (prefazione dell’autore Premio Nobel Josif Brodskij al libro citato in calce).
  39. Abbi fede in una logica superiore, immanente nelle cose, che funziona “nonostante” l’intervento dell’uomo.
  40.  Persevera, non ti stancare, non scoraggiarti mai, saresti il primo nemico di te stesso! Abbi invece fiducia nei risultati dell’allenamento e della perseveranza: nello sport, nel lavoro, nella vita.

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Letture fortemente consigliate

  • Pier Luigi Celli, “Il potere, la carriera e la vita – Memorie di un mestiere vissuto controvento”, Chiarelettere Ed., 2019 (fondamentale per una gestione manageriale intelligente, umana, produttiva, rispettosa della Persona!)
  • Paolo Mieli, “I conti con la Storia – Per capire il nostro tempo”, Rizzoli ed., 2013 (leggere innanzi tutto il capitolo sui compromessi).
  • Umberto Eco, “Il fascismo eterno”, La nave di Teseo Ed., 2018.
  • Stefano levi Della Torre, Laicità grazie a Dio”, G. Einaudi Ed., 2012.
  • Norberto Bobbio, Elogio della mitezza e altri scritti morali”, ilSaggiatore Ed., 1998.
  • Gustavo Zagrebelsky, “Simboli al potere – Politica, fiducia, speranza”, G. Einaudi Ed., 2012.
  • Gustavo Zagrebelsky, “Il diritto mite”, Einaudi Ed., 1992.
  • Luciano canfora, Gustavo Zagrebelsky, “La maschera democratica dell’oligarchia”, Editori Laterza, 2014.
  • Josif Brodskij, Il canto del pendolo”, Adelphi, 2011.
  • De Mauri, Nepi, Paredi, 5000 Proverbi e motti latini” Edizioni Hoepli, 1990.
  • Vai al post n. 3766 (questo è il n. 3769): troverai altre indicazioni.

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CORONAVIRUS

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Febbraio, 2020 @ 6:13 am

Detto altrimenti: quattro considerazioni         (post 3768)

La Cina, le multinazionali … un loro PIL privato a due cifre o poco meno; miliardi di … ogni tipo di valuta accumulati; progetti di città da 100 milioni di abitanti ognuna; deforestazione selvaggia per fare … soldi, soldi, soldi e potere. Il potere: “Comandare è meglio che fottere”, una frasaccia che gira(va) in certo ambienti di lavoro. E poi? Poi un piccolo virus – vairus per chi non sa né l’inglese né il latino ma vabbè fa lo stesso – un piccolo virus dicevo si abbatte su questa moderna torre di Babele e ne blocca i lavori.

Ecco raga, forse questo è l’aspetto positivo, l’unico aspetto positivo del Corona virus: quello di farci riflettere su quanto siamo deboli nonostante tutto; quello di ridimensionare i nostri percorsi-pretesa, percorsi che percorriamo a bordo di idee-programmi-bulldozer, noi, uomini (quasi) onnipotenti, moderni giganti Golia, fermati da un piccolo virus, piccolo ma molto democratico, che non fa preferenze, la cui legge è uguale per tutti.

Se ne parlava già in quel tal romanzetto …

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La seconda considerazione è un po’ fantascientifica. Fino ad oggi i virus che ci attaccavano erano quelli che bloccavano i nostri computer, creati da qualche haker-delinquente a scopo di fare denaro ricattando? Soddisfazione sadica? Sensi di onnipotenza? Fate voi. Oggi può venir da pensare che sia successo un fatto analogo, e cioè che il Corona virus sia stato confezionato e diffuso ad arte da … da chi? Non si sa. Dice … ma noooo! Blogger, sei impazzito? Che vai farneticando!? Raga, scialla, calma, la mia è solo un’ipotesi immaginaria, un puro esercizio di fantasia. Per quanto … gli Spagnoli dicono “piensa mal y acertaras”. Noi diciamo che a pensar male si fa peccato ma si indovina. Vedremo.

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Io sono un manager da una vita e come tale sono abituato a prevedere tutte le possibilità, anche le più astruse e lontane. E poi, la crisi della Cina e dell’Europa … cui prodest? Cui bono? Chi ci guadagna? E qui da noi … come mai il virus si è sviluppato nelle regioni che da sole generano una parte preponderante del PIL nazionale?

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Terza considerazione. Io che per fortuna sono nato sul finire della guerra (3 febbraio 1944) e non ne ho (quasi) vissuta alcuna, ecco, dicevo … io ora mi sento come se stessi vivendo una guerra, con le bombe in arrivo, dove colpiscono colpiscono ed io … io speriamo che me la cavo. Il senso che mi pervade è di impotenza.

Last but not least, la considerazione finale: una forza politica – una sola per fortuna – insiste nella sua protervia e cerca di strumentalizzare questa calamità: “Nemmeno ora si decidono a chiudere i porti!” Brava! (tono ovviamente molto ironico, il mio!).

Invece Brave (questa volta senza alcuna ironia, anzi …) le altre forze politiche; bravi gli addetti al servizio sanitario e le forze dell’ordine che ci aiutano e tutelano; bravissimi gli scienziati che stanno studiando il vaccino. A tutti costoro il nostro sincero Grazie!

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I MIEI SCI: 89 – 1 – 76

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Febbraio, 2020 @ 3:18 pm

Detto altrimenti: per sciare bene … e non fare numeri strani!  (post 3767)

I miei sci sono Salomon Race, ovvero sci da gara. Lunghezza m. 1,70, raggio di curvatura 16 m.. Da gara … perché sono più veloci? Si, ma non tanto per questo, quanto perché sono precisi, molto molto immediati nella risposta e sicuri nella tenuta in curva. Ora vi dico. Gli sci, il loro materiale, la forma etc. tutto è studiato e ristudiato. Ma poi vanno regolati. Come? Le lamine, ragazzi, le lamine! Le lamine, in sezione, sono un listello di acciaio a sezione quadrata. La parte che vedete sembra una lama, in realtà è lo spigolo inferiore esterno di quel listello. Chiarito di cosa stiamo parlando, diciamo che le lamine vanno regolate a seconda dell’uso che fate dello sci e del vostro livello di abilità.

E laggiù … il Brenta!

Il Tunning. Il piano di appoggio sulla neve della lamina è “svasato” verso l’alto rispetto al piano su cui giace la suoletta dello sci da 0,5 a 1 grado. In tal modo lo sci è man mano più manovrabile. Se oltrepassate il valore 1 grado, ottenete il contrario. Poi c’è da regolare la perpendicolarità della superficie laterale esterna della lamina (cosiddetta affilatura laterale). Se tale superficie cade perpendicolare rispetto al piano di appoggio della suoletta, siamo in condizione normale (90 gradi). Per i più bravi si può portare quell’angolo a 89-88. Non oltre. Infatti solo i campioni mondiali in slalom speciale adottano una inclinazione fino a 86 gradi, ma noi non ci proviamo, per carità, rischiamo di farci male!

Volete ridere? I miei sci erano regolati di fabbrica a 88 – 0,5. Ottima tenuta sul ghiaccio ma un po’ più duri nelle curve. Ora, poiché io scio la mattina molto presto quando le piste non sono ancora affollate, la neve è ancora buona e il ghiaccio non è ancora affiorato, li volevo più docili anche a (un minimo) discapito della tenuta sul ghiaccio, ragion per cui ieri li ho portati a regolare.

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Ho detto al tecnico: “Facciamo 89 -1 e 76”. “Come? 1,76? Ma non li controlla più …”. No, amico, non mi sono spiegato: la regolazione va fatta a 89-1. Sono i miei anni ad essere 76!”

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Che vi dicevo? Primi alla prima! Vado o no a sciare la mattina molto presto, quando ancora stanno caricando le vettovaglie per i rifugi?

Buone sciate a tutti, con i “numeri” giusti! Dice … ma per gli anni, come la mettiamo? Be’ raga, ognuno si tiene i suoi!

P.S.: e invece oggi, 22 febbraio, al Tonale, sono stato rimproverato. Da chi? Dal mio carissimo amico Giuseppe Panizza, preparatore e allenatore di campioni come Tomba e Girardelli!

Giuseppe sulla pista “Alpino”

Giuseppe, titolare insieme alla moglie Margherita del bell’Hotel Presena, Giuseppe che trent’anni fa mi successe nella presidenza della Carosello Tonale, la società che io ideai e fondai per la riorganizzazione degli impianti di risali del Passo. Le novità che ho appreso sono due: i prossimi campionati italiani di sci a Ponte di Legno, Tonale e Pejo e il probabile prossimo collegamento con due seggiovie fra Valbiolo e il Bleis. Mica roba da poco! Abbiamo quindi sciato amichevolmente due ore insieme (09,00-1,00) noi due cavalieri con una sola Dama, Rossana.

Giuseppe e Rossana in cima alla pista “Alpino”

A me pareva di essere molto, forse anche troppo veloce e lui … naturale come una ballerina del Bolscioi! Mi dice: “Riccardo, il tunning portalo a 0,5, non oltre! Infatti quando sei in curva e raggiungi la linea di massima pendenza, tu non te ne accorgi ma per chiudere la curva sei costretto ad usare molta energia in più, perchè la lamina non fa la presa che deve fare. E poi le braccia, ancora più avanti e premi di più con lo stinco contro lo scarpone, li devi spingere di più e scivolarci di meno su quegli sci. Poi aggiunge: “Per correggere un’impostazione occorre ripetere l’esercizio corretto per circa 8000 (ottomila) volte”. Allora mi sono messo a calcolare: 60 curve per discesa; 15 discese in un giorno fanno 900 esercizi. In nove giorni di esercizi me la cavo.


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Nel pomeriggio Giueppe aveva un impegno ed io con Rossana ci siamo fatti il ghiacciaio Presena e una “nera” dal Passo Paradiso al Passo del Tonale e mi sono accorto che quel tunning di 1 è troppo elevato! Aveva ragione Giuseppe: lo farò riportare a 0,5: infatti grazie al suo invito a riflettere su certi particolari, sulla pista nera, ormai sconnessa dai tanti passaggi e con un po’ di neve molto dura affiorante, ho faticato a “uscire di curva e a completare la traiettoria”. Grazie ancora una volta, Giuseppe! Nella foto: il vostro blogger a quota 2998 (mannaggia … quei 2 metri!), ai piedi della Cima Presena (3068 m). Alle sue spalle i ghiacciai del Mandrone e dell’Adamello e il cartello che avverte di NON avventurarsi fuori pista giù per quel versante a meno di essere esperti sci-alpinisti, preparati, allenati, attrezzati e ottimi conoscitori della zona!

Oggi, 24 febbraio 2020, in attesa che mi risistemino il tuning dei miei Salomon a 0,5 , ho sciato con un paio di sci “muletto”: ottimi Rossignol ma … lunghi 1.83! L’era ‘n pez che nol nevo con sci sì longhi! Ed ho sentito la differenza, soprattutto che ti imponevano di sciare con il peso più avanzato per far lavorare la lunga parte anteriore.

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LIBRI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Febbraio, 2020 @ 1:30 pm

Detto altrimenti: libri che mi parlano e dei quali io vi scrivo     (post 3766)

Innanzi tutto: “liber” in latino ha due significati, libro e libero.  Chiarito ciò, un po’ di logistica. Dove li mettiamo? Io mi sono inventato le poltrone le poltroncine di seconda fila. Di fa così: se la profondità dello scaffale lo consente (ed in genere lo consente) ho semplicemente appoggiato lateralmente sul fondo di ogni scaffale due tasselli longitudinali che sostengono un’assicella trasversale sulla quale ho sistemato i libri della seconda fila, i quali tuttavia sporgono il capo al di sopra dei colleghi della prima fila, si fanno vedere e riconoscere. In tal modo ho raddoppiato la capienza degli scaffali. La soluzione non è brevettata quindi potete copiarla, anzi, ve la suggerisco proprio!

Sistema non brevettato

E oggi mi son detto: tu caro il mio blogger nei tuoi posts (che ridicola quella “s” del plurale, sarebbe come scrivere che “in quella via ci sono due bars!”) racconta un po’ alle tue lettrici e ai tuoi lettori qualcosa dei tuoi libri, almeno quelli della prima fila di uno scaffale, e che diamine! Di quale scaffale? Quello ad altezza occhio, come avviene nei supermercati per la merce che si vuole sia acquistata con preferenza rispetto ad altra!  Detto fatto. Vado in sala, scatto una foto, ed eccomi qui, da sinistra a destra per chi guarda.

F. Nietzsche, Così parlò Zarathustra (difficilotto) e Divieni ciò che sei (molto consigliato). Dicono che Nietzsche sia stato l’ispiratore del nazismo. Io credo che questa sia solo una delle tante interpretazioni e comunque quella che è divenuta “preferenziale” solo perché a qualcuno serviva avere in ogni caso un riferimento letterario-filosofico, a prescindere. Lungi da me essere nazi-fascista!
Carlo Levi, Cristo si è fermato ad Eboli. Esiliato dal fascismo e poi sepolto ad Aliano (Matera). Con Maria Teresa siamo stati a visitare il paese, la sua casa, la sua tomba. A proposito, Eboli è in Campania, non vi sbagliate!
Primo Levi, Se questo è un uomo; La tregua. Si commentano da soli.
Stefano Levi Della Torre, Laicità grazie a Dio. Un piccolo grande libro da non perdere, nel senso laicità = diversità = tolleranza reciproca = arricchimento = democrazia.
Erich Fromm, Avere o essere. Si commenta da solo.
Bertrand Russel, Autorità e individuo. Si commenta da solo.

Con FIAB Trento a Venezia Forte Vecchio. Ma … cosa c’azzecca con i libri questa foto, direte voi? C’azzecca, c’azzecca … guardate la foto successiva!

Giovanni Straffelini, Indagine sulla scienza; Manifesto per scettici; La trinità. Giovanni è professore universitario, studioso, amico, molto appassionato nell’analizzare il rapporto fra scienza e fede. Una volta gli chiesi perché la forza di gravità “tirasse” verso il basso. Mi rispose: “Se avessimo questa risposta avremmo risolto ogni problema del rapporto che stiamo indagando”.
Norberto Bobbio, Destra e sinistra (per chiarirsi le idee); Elogio della mitezza ed altri scritti morali (imperdibile!).
Gaetano Salvemini, Le origini del fascismo in Italia, lezioni da Harward. In allora poca partecipazione alla politica. Oggi …?
Umberto Eco, Il fascismo eterno (piccolo grande libro, scritto vent’anni fa, attualissimo (imperdibile!).
Francesco Filippi, Mussolini ha fatto anche cose buone – Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo (imperdibile!).
Paolo Mieli, I conti con la storia (imperdibile il capitolo sui compromessi).
D.R. Headrick, Il predominio dell’occidente. La storia della colonizzazione mondiale di pari passo con lo sviluppo delle tecnologie di trasporto, militari, mediche (alias: ecco perchè oggi abbiamo le migrazioni di popoli, n.d.r.).
Salwa Salem, Con il vento nei capelli. Palestina, tutti in pace. Arrivano gli Inglesi e per fare spazio agli immigrati Ebrei applicano un sistema molto “determinato”. Salwa ha tenuto una conferenza anche a Riva del Garda.
Gustavo Zagrebelsky, La maschera democratica dell’oligarchia; Simboli al potere; Il diritto mite. E qui ci vorrebbero tre post dedicati. Comunque su “Simboli” e “Il diritto” trovate già molto nei miei post. Anche sulla democrazia.
E.M. Ganne, La vita di Tommaso Moro. Da leggere prima di leggere Utopia.
Tommaso Moro, Utopia nella traduzione di Maria Lia Guardini. Utopia, un obiettivo semplicemente non ancora raggiunto.
Cacciari-Prodi, Occidente senza utopie. V. sopra.
Pier Luigi Celli, Il potere, la carriera la vita, storia di un mestiere vissuto controcorrente. Da vecchio manager mi ci sono ritrovato in pieno! Per fortuna ora ai vertici aziendali iniziano a mettere laureati in sociologia e filosofia!
Dafne Caruana Galizia, Dì la verità anche se il tuo cuore trema. Malta, capitale mafiosa. Dafne, uccisa per averlo documentato.
Luciano Canfora, Il mondo di Atene; La democrazia, storia di un’ideologia. Sono un patito della democrazia, di quella vera! E del mondio classico greco-romano.
Sedie vuote, Dialoghi con i parenti delle vittime del terrorismo.
Gianpaolo Andreatta, Bruno Kessler. Sono stato Direttore Generale dell’ISA-Trento sotto la sua presidenza.
Emilio Serra, Piccola storia di Vermiglio. Come DG ISA ero anche Presidente e Amminitratore Unico delle società impiantistiche del Passo del Tonale.
Marcello Farina, quasi tutti i suoi libri. Don Marcello merita un post a se’ stante!
PG Cattani, Il pane di farina (v. sopra).
M Klein, Wilhelm Friedrich Reiffeisen (vedi due volte sopra). Don Lorenzo Guetti ideò le Casse Rurali e la Cooperazione sulla traccia di Reiffeisen (“Bene comune è quello realizzato con l’apporto iniziale di tutti”).

Che v’avevo detto? Scaffali all’aria aperta a Forte Vecchio (Venezia)!

Ecco, ho esaurito la prima fila di uno scaffale. E tutti gli altri libri? Scialla, raga, calma, mica si può fare tutto in una volta! Mi congedo da voi con un messaggio: chi volesse approfondire qualche aspetto, eccomi qui. In tale attesa vi offro una mia poesiola:

Ombre

La luce del cantiere / penetra la stanza / e disegna sulla parete / la danza delle foglie / incontrate / nel suo breve cammino. / Mobili dita / accarezzano i libri / a svegliare pagine assonnate / che s’aprono liete / all’invito. / E mentre le osservi / raccontare / le mille piccole fiabe / alla notte / ti sembra di rubare / ciò che avevi abbandonato / per la fretta di vivere / e che da tempo / non era più tuo.

Il significato personale della poesiola? Che i libri sono tornati ad essere miei da dieci anni, cioè da quando sono andato in pensione: prima avevo troppa “fretta di vivere”, cioè “di vivere per lavorare”.

P.S.: mi scrive Xheik Shero: ” … cosa mi posso aspettare e come posso trarre il massimo da Così parlò Zarathustra”. Rispondo: io stesso sono in difficoltà. Si tratta di un libro che ho comperato per curiosità, così come per lo stesso motivo ho comperato il Corano, altro testo che non riesco a comprendere. Del resto l’avevo definito “difficilotto” con un eufemismo. Piuttosto concentrati sull’altro, “Divieni ciò che sei”.

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CARO (CANDIDATO) SINDACO TI SCRIVO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Febbraio, 2020 @ 8:15 am

Detto altrimenti: ieri sera FIAB Trento ha incontrato un candidato sindaco      (post 3765)

Il Duomo di Trento

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FIAB, FEDERAZIONE ITALIANA AMBIENTE E BICICLETTA, un’associazione di secondo livello. Il primo livello è costituito dalle tante FIAB locali, qui da noi FIAB TRENTO AMICI DELLA BICICLETTA. Ieri sera sono emersi molti aspetti sul tema mobilità urbana e non solo.  Molti amici hanno evidenziato singoli aspetti dell’hardware (le piste ciclabili) e del sotfware (la regolamentazione della materia). Io stesso mi sono permesso di sottoporre all’attenzione di tutti un contributo che riassumo qui di seguito, nel senso che ho evidenziato che noi non avevamo di fronte il capo ufficio tecnico mobilità e nemmeno l’assessore competente per materia, ma il candidato sindaco, per cui a me sarebbe bastato che che egli si fosse dichiarato d’accordo e mi avesse rassicurato sulla necessità di dare centralità alla

  • Mobilità ciclistica urbana.
  • Permeabilità ciclistica della città da nord e da sud.
  • Città di Trento, quale potenziale capitale di Trentino Bikeland, catalizzatrice della politica provinciale del cicloturismo e della valorizzazione ciclistica estiva dei dislivelli al pari di quanto fatto in Austria con il Tirol Bike Safari (per la regolamentazione delle biciclette in montagna si vedano  in internet i Quaderni di Cicloescursionismo editi dal CAI Centrale).
Austria: 700 km in rete di bici-discese per tutti

Mi è parso che il mio messaggio sia stato recepito dal candidato, in quanto, impegnandosi nella linea di quanto proposto e intervenendo a chiusura dell’incontro, ha detto che occorre innanzi tuttto avere una visione del modello di  città, della mobilità, del piano urbanistico etc.. Poi, di conseguenza, vengono i singoli interventi.
Avrei voluto arricchire il mio apporto con altri contenuti, ma – lo confesso – in queste occasione temo sempre di prendermi troppo spazio e quindi ho chiuso qui. Cosa? Volete sapere cos’altro avrei voluto dire? Certo, ve lo scrivo subito e sennò a che pro avrei concepito post?! Ecco qui.

Il nostro Castello dà a tutti un “Buon … consiglio”: visitate Trento in bicicletta!
  1. Taluno: “Occorre educare i ciclisti”. Altri “Le auto devono essere più rispettose …” Altri ancora: “Si vabbè, ma anche i pedoni …”. Ecco, al riguardo io credo che occorra educare tutti indistintamente al rispetto reciproco ed alla normale convivenza di soggetti paritetici, con particolate riguardo alla salvezza fisica di tutti, ad iniziare dai soggetti più deboli. In altre parole: non si tratta di perfezionare le regole per ciascun tipo di utente della strada, ma di migliorare ed adottare una regolamentazione per il comportamento reciproco, senza dare per scontato nessun “diritto acquisito” all’uso di strade, piste ciclabili, marciapiedi etc..

2. L’educazione stradale intermodale (auto-pedoni-bici) sarebbe un’ottima palestra verso una maggiore educazione civica dei cittadini, mirata al rispetto dell’altro in ogni settore del vivere sociale e politico.

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3. Ho molto apprezzato la sua uscita su l’Adige del 27 gennaio scorso dal titolo “Mitezza, un valore della politica” nella quale egli ha citato il libro di Norberto Bobbio “Elogio della mitezza e altri scritti morali”, un libro che nella mia libreria occupa il posto riservato ai miei “libri vangeli”.

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Interventi fondamentali nella discussione, quelli di Manuela Demattè e di Guglielmo Duman, ripettivamente past president e presidente Fiab Trento. Inoltre quelli del Consigliere Comunale Michele Brugnara e del fiabbino Massimo Pegoretti, maggiori animatori – insieme a Manuela – del gruppo di studio e di lavoro Fiab-Comune.

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Per finire: un esempio virtuoso, quello della città di Pesaro, attraversata da una rete di piste ciclabili delimitanti una serie di “quadrati” a velocità massima 30 kmh.

Good FIAB, good bike & good Sindaco di Trento everybody!

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DESTRA, SINISTRA, LIBERALE, DI DIRITTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Febbraio, 2020 @ 7:18 am

Detto altrimenti: le parole sono pietre …  (post 3764)

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… scriveva Don Milani ad una professoressa! Dice … ma esistono ancora le due categorie destra-sinistra? Al riguardo mi permetto di suggerire la lettura del libro di Norberto Bobbio “Destra e sinistra” Saggine Ed.. Poi ne riparliamo. Liberale? Lo stato liberale puro non esiste più, né potrebbe: il  “Liberi di fare ciò che si vuole a meno che non sia vietato dalla legge” non funziona ad esempio per quanto riguarda l’uso del territorio (bene strategico ed economico: indispensabile, limitato e insostituibile) nel senso che non si può essere liberi di costruire dove e come si vuole. E non funziona nemmeno per tutta la materia che riguarda la vita: nascita, genetica, morte, suicidio, eutanasia, tanto per fare un altro esempio.

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Di diritto? Si, questo si! Funziona e deve continuare a funzionare. Il “Diritto”, cioè l’insieme delle leggi. La legge, dovrebbe essere generica e astratta, ma la nostra società si è molto articolata, connotata com’è da una estesa diversificazione di gruppi e strati sociali, interessi corporativi, partiti politici, ragion per la quale la legge, o meglio, moltissime leggi, sono strumento di competizione e confronto sociale, quasi una causa di instabilità e più che “leggi” ognuna di esse ha la natura di atto specifico di governo di una particolare situazione.  E a monte dei singoli interessi rappresentati sta ormai una molteplicità di “fonti sostanziali del diritto” che fanno concorrenza alla fonte “formale” (il Parlamento): lo stesso governo, le autonomie locali, i sindacati, le associazioni degli imprenditori e dei professionisti, tanto per afre qualche esempio. Dice … ma allora, dove e come l’insieme delle leggi diventa “sistema” di legge? Semplice: nella nostra Costituzione, sentinella rigorosa a guardia dei principi fondamentali del nostro vivere civile da cittadini.

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Le strisce! Mettiamole le strisce!

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Facciamo un passo avanti a cambiamo la scala del ragionamento. Quello che ho detto sin qui vale anche a livello europeo. Anche qui ritroviamo una molteplicità di centri di interesse e di fonti del diritto diverse. Anche qui si può e si deve passare da un “insieme- somma” ad un “sistema organico-sintesi” attraverso lo stesso meccanismo: la Costituzione dell’UE, o meglio, la Costituzione degli Stati Uniti d’Europa.

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TROPPO PRESTO, PRIMAVERA 2020!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Febbraio, 2020 @ 6:39 am

Detto altrimenti: torna a dormire ancora per un po’ …. (post 3763)

Riccardante Lucattieri

“ … con quattro cime che le fean corona … un endecasillabo della “mia” Divina Commedia, un omaggio a Dante, una umilissima parziale “rifacitura” del suo capolavoro che ho voluto scrivere ambientandola in Trentino: l’Inferno a Riva del Garda, il Purgatorio in Val di Non e il Paradiso a Trento (PAT-Paradiso Autonomo di Trento). Si tratta di dieci canti per circa 1500 versi in endecasillabi in terzine a rima incatenata che ho anche scannerizzato a disposizione di chi vorrà chiederne copia. Gratuitamente, s’intende!

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La Vigolana, fotografata da casa

“Con quattro cime …”: il Bondone, il Calisio, la Vigolana, la Paganella. Trento città fra i monti. Monti, inverno, neve. Quest’anno una grande nevicata in novembre e poi … basta. Ma si può? Inverno, monti, sci. Un ex collega della Siemens, tanti anni fa …” Abiti a Trento? Allora scii molto! Già … perché altrimenti vorrebbe dire che hai un difetto di fabbricazione”. Era un ingegnere tedesco, questo il suo modo di esprimersi … molto ingegneristico!

Primi alla prima … risalita!

Dicembre e gennaio, i mesi migliori per sciare. Neve ottima, piste non affollate. Noi “quasi residenti sulle piste” in mezz’ora raggiungiamo in auto la base di partenza del primo impianto di risalita ed è fatta. Tre ore di sci filate filate e poi a casa a pranzo: ma che si può volere di più? Le grandi città? No grazie, abbiamo già dato! Ormai siamo VIP- Vecchietti In Pensione, alias Vecchietti In Paganella!

Febbraio 2014: il Brenta dalla Paganella

Bondone, la “montagna di Trento”. Paganella, anche. Si parla della Funivia al Bondone da molto tempo, da quando ce la saremo potuta permettere. Oggi le priorità sono altre, pare. Paganella, anni fa l’esperimento di una piccola funivia poi dismessa “chissàperchè”. Dal fondo valle una seggiovia di raccordo, anch’essa dismessa, anch’essa “chissàperchè”. Peccato, tre esempi di sci a km zero mancati.  Ma veniamo alla Primavera 2020.

Mirco della Malga Zambana, novembre 2019 (o massa o miga!)

Dicembre e gennaio ok, grazie alla nevicata di novembre. Poi le piste sempre innevate anche grazie ai “cannoni”: si scia bene non c’è che dire ma. Ma cosa? Ma … ci manca il bianco sugli alberi dei boschi, ci manca un po’ più di freddo, quello che non fa fondere la neve di giorno che poi la notte ghiaccia che poi la mattina è ruvida sotto gli sci.

Ma … questa pista, è proprietà privata?

Quel freddo che la mattina presto trattiene in albergo la maggior parte dei turisti che “a te ti“ pare di essertele comperate, quelle piste che percorri per le prime discese quasi in solitaria! “Egoista!” mi dirà qualcuno. Evvabbè, chevvolete, almeno sono sincero.

Risalendo da Fai

Sapete … qui in Trentino si dice che “’l temp, le done e i siori i fa quel che i vol lori” per significare che al tempo, alle donne e ai signori non si comanda. E siccome sono imprevedibili, non abbiamo perso la speranza che insieme ad una corrente fredda da nord arrivi la perturbazione che qui porta la neve, quella che “sale” dalla Liguria. Già, perché quando il Petrarca nel suo Canzoniere scriveva “Ben provide Natura al nostro stato, / quando de l’Alpi schermo / pose fra noi et la tedesca rabbia” non si era reso conto che oltre che a frenare le discese barbariche, le Alpi frenavano anche le perturbazioni nevose da nord! Ed allora, che altro dire se non “Primavera, torna a sonnecchiare ancora per un po’ fra le tue coltri, dai … lasciaci ancora un po’ di freddo e di umido invernale: pioggia nelle valli per le città e la campagna e neve sui monti, che ti costa?”

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I DIALOGHI DI PLUTONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Febbraio, 2020 @ 5:00 pm

Detto altrimenti: sovranismi dell’ … altro mondo!   (post 3762)

(Febbraio in Trentino. Tizio e Caio sono andati a sciare e si stanno concedendo una pausa sulla terrazza soleggiata della Malga Zambana, in Paganella)

Malga Zambana: foto di interni
Malga zambana: esterni

Tizio: Ah, proprio una bella sciata, non trovi? Ed anche questa pausa ci voleva proprio …
Caio: Certo Tizio, e poi con questo spettacolo! Guarda il Brenta com’è bello!

Tizio: Si, è meraviglioso! E poi, che dire delle piste? Sono tante e molto ben tenute. Solamente … peccato che qualche turista nemmeno tanto bravo a sciare si lanci per i pendii ad una velocità eccessiva, senza controllo: sarebbe bello vedere più spesso i Carabinieri e la Polizia a multare chi rappresenta un pericolo per se’ e per gli altri.
Caio: Hai ragione Tizio … ma … guarda un po’ chi sta arrivando … sì, quello sciatore con la tuta rosso fiamma acceso … non ti pare che sia … ma sì … è lui … ehilà quel signore! Signor Sempronio venga qui al nostro tavolo!

(Il diavolo Plutone, sotto le mentite spoglie di Sempronio, risponde al saluto, si cava gli sci e va a sedersi al tavolo dei due amici)

Sempronio: Eccomi amici! Posso chiamarvi così, vero? Ci stiamo incontrando tante di quelle volte che ormai …
Tizio e Caio, all’unisono: Ma sì certo Signor Sempronio. Anzi, già che ci siamo, non potremo passare al tu?
Sempronio: Certo, con piacere … e per sottolineare la decisione posso offrirvi io qualcosa?
Tizio: Si grazie, accettiamo volentieri, stavamo proprio per ordinare due ginseng.
Sempronio: Signorina Laura, per favore, tre ginseng in tazza grande, grazie. E … se non sono indiscreto, posso chiedere di cosa stavate parlando?

(Tizio si stupisce che Sempronio conosca per nome l’addetta al servizio: ma allora è un abituè della Malga Zambana?)

Caio: Niente, Sempronio, leggevamo il giornale e ammiravamo le bellezze di queste montagne, così, in pieno relax.

Caio è seduto. Tizio ha scattato la foto. Sempronio, con la sua tuta rossa, è in piedi, quasi di spalle

Sempronio: relax … anch’io ne ho bisogno, sapete. Infatti ero venuto in Paganella per godermi la nuova pista rossa, sapete, a me il rosso piace moltissimo, ah … ah … non so perchè! E invece oggi me ne è capitata una …
Tizio: Le piste rosse, si … vabbè … ma dai, raccontaci cosa ti è successo, siamo curiosi …
Sempronio: Se proprio insistete … dunque, un’ora fa stavo salendo con la cabinovia quando questa si è arrestata per un qualche motivo e in quel frattempo, da un paio di individui che viaggiavano con me, ho dovuto subirmi una tale serie di corbellerie economico-politiche che non ce l’ho fatta a stare zitto e sono intervenuto.
Tizio: Ma cosa stavano dicendo?


Sempronio: Costoro affermavano che l’UE e le sue banche non devono avere alcun potere sulla regolazione della circolazione delle monete; che l’Italia deve riconquistare la sua sovranità monetaria; che non è ammissibile che si paghino interessi sulle cartelle del nostro debito pubblico; che il nostro debito pubblico deve essere sottoscritto unicamente da noi Italiani, perchè così “debito pubblico e credito privato fanno pari”; che lo Stato deve stampare molta cartamoneta e creare una nuova industria pubblica, una sorta di nuovo IRI; che se lo stato mette in circolazione una banconota da 100 euro, l’effetto moltiplicatore la farà fruttare come se fosse da 500; che le banche sono responsabili della crescita del debito pubblico perché dovrebbero rifiutarsi di sottoscrivere le relative cartelle; che l’Italia è forte e ce la può fare da sola, perché il nostro risultato economico primario è positivo e che il debito pubblico non c’entra, è un’altra cosa.

Caio: Tutte insieme, queste corbellerie? Hanno fatto bingo!
Tizio: E tu, Sempronio, come sei intervenuto?

Le strisce! Mettiamole le strisce!

Sempronio: Ho preso la parola, ne avevo ditirro perchè quello spazio limitato era obbligatoriamente di tutti ed io ero stato costretto ad ascoltare le loro affermazioni. Ed allora … allora ho detto che è pur vero l’effetto moltiplicatore della circolazione della moneta … però solo se quella moneta ha alle spalle un valore reale; che in un mondo che si sta globalizzando, l’Italia può sopravvivere solo se fa parte di una insieme, l’UE, di un ordine di grandezza totalmente diverso; che nessun cittadino italiano  accetterebbe di essere trasformato da creditore in una sorta di azionista del proprio paese; che se non paghiamo le rate di capitale e interessi sul debito pubblico, i Paesi esteri dichiareranno il nostro fallimento; che quando cercassimo di acquistare all’estero energia e materie prime, nessuno accetterebbe la nostra moneta; che nel secondo dopoguerra abbiamo già visto cosa valevano le banconote da miliardi di marchi; che già una volta abbiamo negativamente sperimentato l’autarchia; che gli interventi che loro due si augurerebbero potrebbero essere attuati solo da un regime dittatoriale e non da una democrazia, cioè da un sistema – il nostro – entro il quale si discute e ci si confronta. Insomma, mi stavo sfogando ben bene quando la cabina – che nel frattempo si era rimessa in moto – è arrivata alla stazione a monte e siamo scesi prima che quei due esseri potessero controbattere con altre corbellerie: per me è stato un vero sollievo.

Tizio: Bravo Sempronio! E sai cosa ti dico? Che mi vien male se penso che gente simile vada a votare …
Caio: Lascia perdere, Tizio, il diritto di voto è sacrosanto per ognuno, a prescindere.
Sempronio: Sì, è vero, però l’inquietudine resta. Laura, ecco qui per lei, offro io ai signori e tenga pure il resto. Ma … cos’è quella nuvola di neve che si sta alzando sulla pista? C’è un turbinio di vento ed io che ho lasciato i miei sci laggiù, sul bordo pista … scusate, corro a recuperarli!

(Sempronio si allontana velocemente e scompare nel turbinio di neve)

Tizio: E ti pareva! Ci risiamo! Sempronio è scomparso alla nostra vista per l’ennesima volta, improvvisamente! Diavolo d’un uomo …
Caio: Vabbè, intanto ci ha detto quello che gli è successo e come ha ben replicato a quei due. E poi è stato gentile, ha pagato lui le nostre consumazioni. Ecco che viene il gestore … che simpatica persona … buongiorno Mirco, com’ela? Come va? Per favore, altri due ginseng, questa volta li pago io, grazie.
Tizio: Dai, li abbiamo appena bevuti, andiamo a farci una discesa sulla nuova pista rossa, passa proprio qui dietro … magari ci incontriamo quel diavolo d’un uomo di Sempronio visto che gli piacciono le rosse!

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Caio: Ah …ah…. d’accordo! E poi gli diciamo che venga a riprendersi il suo casco che ha dimenticato qui, strano casco a dire il vero … vabbè che siamo in carnevale, ma alla sua età … chissà cosa vuol significare … mah … vallo a capire quello lì …

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La nuova “rossa”, proprio dietro la Malga Zambana

(Tizio e Caio bevono il ginseng, calzano gli sci e si allontanano. Sipario)

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DE IURE CONDITO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Febbraio, 2020 @ 8:48 am

Detto altrimenti: … e de iure condendo     (post 3761)

Còndito, non condìto … né con olio né con burro, cribbio! Ah questo latinorum!  Per chi non lo ha studiato significa occuparsi della legge già esistente e su quella base ragionare oppure ragionare sulla base di leggi che dovrebbero/potrebbero essere emanate.

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Latinorum? Sentite questa, autentica, da me raccolta nei vicoli di Genova. Un tale dice ad un amico: “Giorgio? Abita in piazza della voragine”. Peccato che quella piazza sia intitolata a Jacopo da Varagine (Varazze) vescovo della Superba Repubblica Marinara che aveva teorizzato la derivazione del potere politico della Repubblica direttamente da Dio, saltando papato e impero: ah … cosa non fanno una flotta poderosa e ben tre cinta di mura! D’altra parte lo stesso Federico Barbarossa, constato ciò, di fronte alla “difficoltà pratica” di incassare tributi da parte dei Genovesi, li autorizzò a … non pagarli! Questo Barbarossa, politico da niente era! Ma torniamo al diritto.

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Ruggero Polito, musicologo, pianista e violinista. Per quasi mezzo secolo Presidente dell’Associazione Amici della Musica a Riva del Garda

Diritto immobile o in evoluzione? Spesso, in un recente passato, mi sono trovato a discutere con un carissimo amico, Ruggero Polito, una Persona (le lettere maiuscole non sono utilizzate a caso!) di rara umanità, assai molto più “giuridica” di me che ero e sono un semplice laureato in legge, io; Presidente di Tribunale, Lui. Una Persona anche umanamente rara, purtroppo scomparsa da quattro anni lasciando in noi un vuoto difficilmente colmabile. Nel nostro ragionare sui fatti e sulle leggi mi accorgevo che Ruggero si esprimeva sulla base delle leggi esistenti (de iure còndito) mentre io valutavo le situazioni alla luce delle leggi che avrei voluto che fossero emanate (de iure condendo). Poi entrambi ci rendevamo conto della diversità dei nostri reciproci presupposti e concordavamo su di un fatto: che  occorre operare sulla base delle leggi vigenti e nello stesso occorre adoperarsi per integrare le eventuali lacune e correggere eventuali discordanze, anche perché “lo Stato Costituzionale è in contraddizione con l’inerzia mentale”.

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Le discordanze delle leggi. E qui veniva fuori il problema della organicità o meno del sistema delle leggi, che oggi sono purtroppo eccessivamente numerose, mutevoli, frammentarie, contraddittorie, occasionale: niente abbiamo imparato dal recente Codice Civile Napoleonico il quale aveva i caratteri di generalità, astrattezza, sistematicità e completezza, valeva su tutto il territorio dello stato e operava per la realizzazione di un solo progetto politico, giusto o sbagliato che fosse: la ragione della borghesia liberale.

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“Il politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni

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Il progetto politico. Oggi sembra mancare o quanto meno, sembra che ve ne siano addirittura troppi di questi progetti, per cui le varie leggi emanate dai vari governi (già qui l’errore: leggi emanate dai governi e non dai parlamenti?) tendono a realizzare il “progetto politico di turno” per cui esse spesso sono reciprocamente discordanti, contrastanti, annullanti (si può usare questo termine?). Io mi permetto di ipotizzare un tentativo di spiegazione: la nostra italica eccessiva variabilità politica è dovuta a … a cosa? E qui casca l’asino cioè innanzi tutto io!   Tuttavia ci provo, dai … e se mi sbaglio mi corigerete: è dovuta alla nostra genialità, al nostro individualismo, alla nostra creatività ed anche, purtroppo, alla nostra ignoranza generata dall’avvento dei social su base like e click a danno dell’antica e valida progressione e maturazione delle menti sui libri di scuola.

La scuola: ricordate? Tutti a scuola, tutti sui libri, le ricerche? Faticosamente in biblioteca. Oggi ecchècivuole? Basta un click. Ok, la nozione che cercate l’avrete subito, ma il vostro strumento, cioè il vostro cervello, non avrà lavorato e la sua inerzia lo farà arrugginire e diventare preda di quelli che i click li sanno manovrare e come, a loro vantaggio e a vostro danno. E invece, abbiamo bisogno di scuola e di una scuola che dia conoscenza e non solo capacità. Infatti con la capacità si possono solo eseguire i lavori dell’oggi; con la conoscenza si è in grado imparare i lavori del domani.

Concludo con un auspicio de iure condendo, cioè che siano emanate nuove leggi le quali ci riportino alla “vecchia Scuola/Università” fatta di serietà da parte dei docenti e dei discenti,  di traguardi difficili ma raggiungibili: una palestra per la mente e la volontà di ognuno. E che dopo anche i percorsi successivi (individuazione, valorizzazione, utilizzo e  remunerazione dei meritevoli) siano assolutamente trasparenti e democratici.

Un auspicio per il futuro, de iure condendo, appunto …

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