E FACCIAMOCI DUE RISATE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Maggio, 2020 @ 6:13 pm

Detto altrimenti: ecchè … sempre dei post seri? Rilassiamoci un po’ … ma con un finale serio  (post 3884)

Insomma, il riso fa buon sangue altro che abundat in ore stultorum! E allora ecco qui un paio di perle:

Una recente, che “gira” su uozap

Una più vecchiotta ma sempre forte, scattata da me

La confisca delle bevande alcoliche … consumate!


BUON RISO A TUTTE E A TUTTI!

Commenta Giovanni S.: per la guida dell’auto hanno ragione: io ero seduto sul sedile posteriore e facevo fatica a raggiungere il pedale della frizione!

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Finale serio: se volete prenotare con sconto il mio libro (per capire cosa sta succendendo nella “nostra” finanza pubblica, quella di ognuno di noi), non avete che da telefonarmi allo 335 5487516 o scrivere a riccardo.lucatti@hotmail.it – Infatti, quanto maggiore sarà la conoscenza e la consapevolezza della nostra situazione, tanto maggiore sarà la nostra capacità di reazione positiva alla difficile fase che stiamo per affrontare: e vedrete che noi stessi, coautori del libro, proponiamo contributi positivi.

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GIORNATA MONDIALE DELLA LIBERTA’ DI STAMPA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Maggio, 2020 @ 12:51 pm

Detto altrimenti: “Libero Blogger in libero Stato!”      (post 3883)

Oggi, 3 maggio. Ce ne stiamo accorgendo? Della ricorrenza odierna, intendo! Due mesi di clausura fisica e stavamo scoppiando. Pensate un po’ quanto peggio potrebbe essere la clausura-chiusura mentale da non informazione o peggio da disinformazione! La libertà di stampa, una delle prime vittime di ogni fascismo. Ma, attenzione! Ve ne sono di due tipi: quella sostanziale e quella … lo so vabbè, diciamo che c’è però io pubblico solo quello che mi interessa, che piace a Tizio e non a Caio … anzi certe volte proprio non pubblico. Il quarto potere, diceva taluno, quello della stampa. Insomma, è domenica, facciamola breve: da “libero blogger” mi limito a pubblicare qui a sotto il messaggio che ho appena ricevuto da amici:

BUONA LIBERA STAMPA EVERYBODY!

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TUTTI O QUASI AL LAVORO!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Maggio, 2020 @ 6:15 pm


Detto altrimenti: ma le donne, ma le donne, ma le donne no!     (post 3882)

Che la tasa, che la piasa che la staga in casa. Vecchio, orrendo detto maschilista trentino. A parole tutti lo condannano, ma quando si tratta di disapplicarlo … eh, no … si sa, l’uomo porta i pantaloni e va a lavorare. E la donna? Le Donne che ormai sono lavoratrici anche loro, anzi bi-lavoratrici: in ufficio e a casa? Dice … be’ di che si lamentano: abbiamo tolto loro uno dei due lavori, quello fuori casa … Rispondo: appunto, questo è il problema, ricondurle alla sudditanza economica (sic!) come primo passo, il resto verrà da se’.

Corriere Economia: riporta lo studio di due Bocconiani, Alessandra Casarico e Salvatore Lattanzio, eseguito sulla base dei codici Ateco. I due studiosi hanno rilevato che il 72% di chi rientra al lavoro sarà al maschile; che 1 su 3 lavoratori ha meno di 30 anni che 2 su tre meno di 40: tradotto: sono le donne e comunque i più giovani a sopportare la non riammissione al lavoro.

Dice ... ma il governo si avvale dei migliori consulenti internazionali, uno poi che va per la maggiore … va … va a Londra spesso e da Londra … Rispondo: Ah … ho capito! I consulenti! Saranno pur bravi ma hanno un difetto: hanno il potere di indurre decisioni senza avere la responsabilità dei risultati. Intendiamoci: parlo per l’esperienza manageriale di una vita: i migliori “consulenti” sono le persone che fanno parte della struttura. E se non avete gli esperti del caso al vostro interno, assumeteli e date loro potere+responsabilità. Funziona, ve lo garantisce un vecchio manager.

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Dice ... caro blogger, ma anche tu ti proponi come consulente, con il tuo libro sulla finanza del dopo virus! Rispondo: eh no, caro! Non sono un consulente pagato! Sono solo una persona che ha messo  a disposizione di tutti idee che un consulente avrebbe venduto a carissimo prezzo. Una bella differenza, non ti pare? Dice … si, ma intanto tu vendi il libro! Rispondo: Si, il libro si vende, a parte le copie che regalo agli amici più stretti (se tu lo vuoi scontato, telefonami al 335 5487516):  ma non è per questo che mi sono indotto a scriverlo: l’ho deciso per fare cultura, per diffondere idee, consapevolezza e soprattutto democrazia finanziaria.

Fine, per questo post.

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LE DONNE NELLA FASE 2 … E PER SEMPRE!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Maggio, 2020 @ 2:38 pm

Detto altrimenti: … per tutte le Donne (e anche per molti uomini!)   (post 3881)

Interrompiamo le trasmissioni (dei miei post) per una comunicazione urgente:

Inizia

“Le donne sono ovunque: negli ospedali, a fare scuola on line ai nostri figli; ad accoglierci in banca; a raccontarci il mondo dai notiziari. Le donne meritano.  Eppure quando si tratta di guidare il paese, sono relegate a stare un passo indietro. Noi di Italia Viva abbiamo presentato una mozione e siamo al fianco della Ministra Elena Bonetti per “la parità di genere nella Fase 2 e per sempre”. Perché è chiaro a tutti che se le scelte sono maschili le conseguenze le pagheranno le Donne: ciò non deve poter succedere. Le Donne devono contare e devono poter tornare al lavoro”. Firmato Sen. Donatella Conzatti. 
https://twitter.com/DonaConzatti/status/1256535184251465728?s=19

Finisce

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Ma non finisce qui! Infatti, in tutti gli ambienti a forte presenza femminile, le cose vanno meglio, perchè la Donna cerca la relazione, l’accordo, l’uomo cerca di prevalere; perchè nei sette Stati a guida femminile il Covid19 e la ripresa sono state gestite molto meglio che negli stati a guida maschile. Dice … un caso. Rispondo: si certo, un caso ripetitivo … E poi: il pregiudizio è un atteggiamento mentale dovuto a ignranza, paura o interesse. Di solito è espressione di un gruppo maggioritario nei confronti di un gruppo minoritario. Il pregiudizio che discrimina le Donne funziona al contrario: è espressione di un gruppo minoritario nei confronti di un gruppo maggioritario. Il suo superamento sarà la più grande rivoluzione, se non l’unica, dei nostri tempi. Così Noberto Bobbio in “Elogio della Mitezza” ilSaggiatore, pagg. 98, 99.

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GUBERNAR NO ES ASFALTAR (per quanto …)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Maggio, 2020 @ 2:00 pm

Detto altrimenti: lo Stato non è una SpA (per quanto …)      (post 3880)

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Così diceva l’intellettuale spagnolo antifranchista Salvador de Madariaga, morto quarant’anni fa. Quarant’anni, un secolo … se si pensa che all’ “epoca” l’obiettivo primario di ogni SpA era fare utile!  Ed allora ecco che il conto torna: gestire una SpA era una cosa, governare un paese, un’altra. Oggi le cose sono molto cambiate: ci si è resi conto che gestire una SpA significa innanzi tutto fare ”star bene” chi ci lavora, i suoi fornitori, i suoi clienti, l’intera società di cui quella SpA fa parte. Ecco che questa nuova filosofia di governo di una SpA si è molto avvicinata al gubernar di uno Stato.

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D’altra parte lo stesso Alcide De Gasperi era un manager, quando scriveva che lo statista deve pensare alle prossime generazioni, relegando al ruolo di impiegatucccio dell’azienda Italia il politico che si preoccupa solo delle prossime elezioni. Abbiamo avuto dei top manager – un esempio per tutti – i capintesta delle Lehman che nei due anni precedenti la crisi che ha distrutto la loro banca e mezza economia mondiale si sono pagati decine e decine di milioni di dollari di premio di produzione. Ecco, costoro sarebbero ottimi impiegatucci della politica: impegnatissimi nel ricercare un utile personale immediato di brevissimo termine che se poi succede il cataclisma loro le buonuscite miliardarie mica le restituiscono!.

E invece no. Soprattutto oggi in politica, durante l’attuale crisi da Covid19, il vero statista deve fare come il vero manager: occuparsi del presente e contemporaneamente del futuro lavorando anche e soprattutto pe le generazioni future sulle cui spalle non è giusto lasciare ricadere il peso di un indebitamento norme come quello che stiamo accumulando, pari al 160% del PIL (per i non esperti del ramo: un limite accettabile sarebbe un debito pubblico pari al 60% del PIL).

Ed ecco che fare politica è fare management: occuparsi del budget dell’anno inserito in una pianificazione – a volere essere molto restrittivi – almeno triennale scorrevole. Fare politica come fare azienda, nell’Azienda Italia: decidere quale sia la mission (vecchia o nuova) dell’azienda; elencare tutti i settori bisognosi di aiuto e/o di investimenti; stabilire le priorità; reperire le coperture finanziarie necessarie; gestire il debito. E invece oggi siamo impegnati solo a in individuare i settori sui quali intervenire e a trovare “comunque” i fondi necessari. “Comunque” significa senza preoccuparci di come potremo gestire l’enorme debito che stiamo accumulando. Di rivedere l’ordine delle priorità di spesa e investimento “pregresse”, quelle “consolidate” all’interno di budget privilegiati e separati, manco a parlarne; di interrompere gli acquisti dei costosissimi cacciabombardieri F35 …? Manco a parlarne! Ed allora io, semplice umile blogger-goccia., mi sono permesso di scrivere un libro nel quale, insieme a Gianluigi De Marchi, mi sono azzardato a proporre una soluzione di ambito finanziario: le emissioni di Bond irredimibili, a livello UE e/o statale e/o Regionale e/o provinciale e/o comunale. Cfr. i numerosi post al riguardo. Amazon lo vende a 12,5 euro, ma se mi chiamate al 335 5487516, vi farò lo “sconto autore!”

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APRIRE, O NON APRIRE, QUESTO E’ IL PROBLEMA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Maggio, 2020 @ 6:04 am

Detto altrimenti: e non ce lo facciamo dire dagli Inglesi … !      (post 3879)

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To open, or not to open, that is the question:
whether ‘tis nobler in the mind to suffer
the slings and arrows of outrageous Covid19,
or to take arms against a sea of troubles
and by opposing, end them and open.

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Primo maggio, Festa del Lavoro. E allora riprendiamo a lavorare: gradualmente, con estrema prudenza ma riprendiamo a lavorare

Il DPCM “vi consente” …

“Il valore assoluto da difendere prioritariamente è la salute dei cittadini” afferma il  Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Salute che poi è “la vita”, perché di Covid19 si muore. Su questo altare pare sacrificare ogni altro ragionamento. Questo principio sembra essere per lui  inderogabile. Lui è uomo di princìpi che agisce sulla base della sua etica: l’etica dei princìpi, la quale però – se non temperata – conduce all’ integralismo. In altre parole: tutto ciò che è “lineare” (riduzione delle tasse; nuove tasse; chiusure totali; aperture totali, etc,) è facile da essere attuato e fortemente ingiusto. La difficoltà sta nell’esaminare le diverse realtà e nell’assumersi la responsabilità di decisioni articolate. La difficoltà e l’abilità stanno nel contemperare fra di loro princìpi diversi: uno sicuramente quello difeso da Conte; fra gli altri, vi è quanto meno la disperazione di chi vede distruggere la fonte del proprio reddito, il risultato di una vita di lavoro, il proprio futuro.

E poi … difendere la vita dei cittadini, non consentire loro che mettano a rischio la vita propria e quella altrui … impedire che corrano rischi micidiali … va bene, certo. Ma analoga attenzione non è posta per evitare le continue morti sul lavoro; i continui femminicidi nonostante le ripetute denunce delle donne; le morti per tumori generate dalla diossina nella terra dei fuochi, dall’amianto piemontese o da quello dell’Ilva. E allora? Due pesi e due misure? 

“Il valore assoluto da difendere prioritariamente è la salute dei cittadini”. Frase detta con tono ultimativo, di chi non ammette repliche, con lo sguardo serio e preoccupato del buon padre di famiglia che io so quello che di deve fare che ne volete sapere voi voglio vedere chi si azzarda a dire il contrario. E invece questo  tono-non-neutro è un  tono sbagliato: nessuno di noi né “di lui” ha la verità vera in tasca, in testa, in bocca. Evviva il dubbio, evviva la diversità di idee, evviva il laicismo (= pluralità): bando alla sacralità anche solo dei toni!

Benissimo quindi ha fatto Matteo Renzi a evidenziare la dicotomia fra cittadini  garantiti e cittadini non garantiti: i garantiti, (senatori in testa; stipendiati e pensionati “sicuri”; persone con ampie scorte di denaro, n.d.r.) e i non garantiti (tutti coloro che dal blocco delle attività stanno perdendo il lavoro, il reddito, il futuro). I parlamentari sono tanti, i senatori anche, tutti hanno diritto di parlare quindi i tempi dei loro interventi sono contingentati.  Al senatore Renzi hanno dato, come a tutti gli altri, 10 minuti, nei quali non ha potuto dire tutto quello che ci sarebbe stato da dire, come per esempio che Conte non ha fatto il minimo accenno alla sofferenza dei bambini; alla situazione delle mamme lavoratrici che con la chiusura delle scuole rischiano di dovere abbandonare il proprio lavoro; di come si accinge a gestire l’enorme indebitamento che si sta creando; alla necessità di rivedere le priorità di spesa.

Gli “irredimibili” sono qui:prenotazioni con sconto
al 335 5487516

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Sulla parte “finanza” ieri spiegavo ad un amico l’utilità dei titoli di debito pubblico irredimibili. Mi ha controbattuto che “…però si è esposti al rischio di non trovare in borsa un compratore, quando uno volesse vendere i propri”. Gli ho risposto: “Allora tieni stretti i tuoi che ti rendono l’1% di interesse e sui quali hai avuto una svalutazione del 30%. E poi quel mercato potrebbe essere avviato dalle stesse banche, se non altro per rendere al sistema almeno parte dei rilevanti aiuti pubblici che hanno ricevuto”. (Trovate il libro in Amazon o presso di me, scontato al 335 5487516).

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Adesso gli propongo gli “italiani” esentasse …

In serata poi, accendo la TV a caso e incappo in Salvini che propone “titoli di debito pubblico italiani per gli italiani, esentasse”. E bravo, mi dico! Così facendo 1) ci si preclude il contributo dei sottoscrittori esteri; 2) non si abbatte il debito pubblico; 3) si drenano violentemente i depositi bancari mettendo in crisi l’intero sistema bancario; 4) senza la raccolta, le banche non potranno fare credito alle imprese e alle famiglie; 5) si crea un “paradiso fiscale interno” a vantaggio di chi ha denari da investire e a danno di chi non ne ha e quindi non può beneficiare di questa detassazione. Mi sembra che possa bastare … non vorrei infierire!

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IL RINASCIMENTO 2.0 E IL RUOLO DELLE DONNE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Aprile, 2020 @ 2:16 pm

Detto altrimenti: parla una Donna (“Domina”)      post 3878

Inizia

2017 – Donatella Conzatti, ispiratrice dell’Associazione Restart Trentino

La ripartenza non ci basta …
… se non è anche una rinascita che guardi ad un nuovo futuro. Lo stavamo dicendo da un po’ ed ora lo ripetono molti, in queste settimane dominate dall’emergenza sanitaria-economica-sociale Covid-19. Una emergenza che ci ha costretti a fermarci e riflettere. Molti meccanismi e rituali della nostra società sono saltati. La sensazione di essere invincibili ha lasciato il passo all’incertezza e alla sofferenza per la morte di troppe persone. Fatti che ci hanno dimostrato come non ci sia più tempo da perdere. Il futuro è prepotentemente già qui e aspetta solo di essere modellato dalle nuove consapevolezze. Eppure ci sono dei luoghi comuni duri a mutare, preconcetti atavici vecchi almeno quanto le idee di chi ancora li sostiene. E mi riferisco al ruolo delle donne nella ricostruzione e rigenerazione. Dobbiamo costruirlo assieme questo Rinascimento 2.0 che ci renderà più solidi.

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Associazione Restart Trentino

Eppure oggi, sono quasi solo uomini a scegliersi tra loro per generare. Un controsenso di nome e di fatto. Sin dal 1400, quando si gettarono le basi per il primo Rinascimento, le donne ebbero davvero un ruolo centrale per la generazione di futuro. Le donne rinascimentali iniziarono interessarsi di politica, erano sovrane temute e rispettate, donne che aprivano i loro salotti per organizzare scambi di idee e di cultura, inaugurando così un aspetto dell’emancipazione femminile reso indimenticabile dalla storia. Anche oggi, il Rinascimento 2.0, dovrebbe rispondere alle esigenze dettate dai tempi e ripartire con il pensiero femminile. Eppure, dopo infinite battaglie per riequilibrare il potere femminile a quello maschile, per bilanciare i ruoli in base alle capacità di ciascuno e per vivere con gli stessi diritti e doveri, il ruolo femminile nella generazione di nuove prospettive è ancora riconosciuto solo formalmente o solo per obbedienza di sufficienza al politically correct.

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Il pregiudizio è un atteggiamento preconcetto fondato su ignoranza e/o interesse e/o paura. In genere è un atteggiamento da parte di un gruppo maggioritario verso un gruppo minoritario. Quello che emargina le Donne è un pregiudizio al contrario, ovvero da parte di un gruppo minoritario verso un gruppo maggioritario. Il superamento di questo pregiudizio sarà la più grande – anzi l’unica – rivoluzione dei nostri tempi (Norberto Bobbio, “Elogio della mitezza” ilSaggiatore, pagg. 98,99).

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Lavoro in prima linea da sempre per far sì che queste battaglie non rimangano fini a se stesse, ho proposto e ottenuto che le quote di genere negli organi di amministrazione e di controllo delle società quotate in borsa salissero verso la parità, da un terzo al 40%, ma la strada verso la vetta dell’apprezzamento reciproco e reale, mi appare ancora disseminata di ostacoli. La vera sfida resta infatti portare il pensiero femminile – e non solo gli esseri di genere femminile – al centro delle organizzazioni sociali ed economiche. Il cambio di paradigma innescato dal Covid-19, dovrebbe rendere questa urgenza evidente: servono nuove priorità.

Una economia umana, sociale, ecologica oltre che altamente competitiva. La rigenerazione deve essere plasmata da chi ne ha attitudine oltre che capacità, liberandoci sia dall’esplicito maschilismo sia dalle implicite reti di potere al maschile che hanno guidato le scelte pre Covid-19. Alcuni storceranno il naso, come fanno aprioristicamente da decenni, pensando che si tratti di pretese. Trattasi invece dell’essenza delle cose. Una realtà evidente, peraltro, se si guarda a quei 7 Paesi guidati da 7 donne leader, che hanno gestito al meglio l’emergenza Covid-19, con meno decessi e con una rinascita già in atto. Il Rinascimento del terzo millennio dipende dalla nostra rapida capacità di sciogliere i lacci perché i tanti cambiamenti storici richiedono una nuova interpretazione, ricca di sentimento e vivacità.

Donatella Conzatti – Capogruppo Italia Viva in Commissione Bilancio del Senato

Il post fìnisce, ma … non finisce qui!

Il discorso (entro i 10 min. assegnati) del Sen. Matteo Renzi oggi in Senato in risposta al discorso del Presidente del Consiglio Conte: Ok l’analisi economica. Ok la gestione fino ad oggi ma oggi occorre mettere al centro la distinzione fra cittadini garantiti (con riserve personali; stipendi, pensioni) e cittadini non garantiti; occorre fare un uso diverso (minore) dei DPCM; il Presidente del Consiglio non può dire che “consente” alcune libertà: è la Costituzione che ce le attribuisce; a nessuno i pieni poteri; occorre dare avvio subito alla ricostruzione del sistema con aperture graduali, studiate, responsabili; no a chiusure/aperture lineari; no al populismo che invita a seguire i sondaggi; no alla non-politica; si a seguire i dati dell’ISTAT. Fine dei 10 min. – Di mio aggiungo: Giuseppe, non ti sei posto il problema dei bambini piccoli; delle mamme che con le scuole chiuse non sanno come fare per andare a lavorare; su come iniziare a gestire l’enorme debito pubblico; sulla revisione delle priorità di spesa. Non dico avere le soluzioni, ma almeno porsi il problema. O no?

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UN PARTITO POLITICO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Aprile, 2020 @ 10:03 am

Detto altrimenti: quale? Eh, no, ragazzi, se questo post fosse un libro lo intitolerei “Liber” che significa “libro” e “libero”!  Infatti, se non ne nomino alcuno, ognuno sarà libero di riconoscersi o disconoscersi nel/dal modello che sto delineando! (post 3877)

Occorre vivere e agire mossi da utopie, ovvero da obiettivi semplicemente non ancora raggiunti. Ogni persona, ogni SpA, ogni partito politico deve avere le sue utopie, obiettivi cui tendere, la molla che catalizza il processo vitale e intellettuale. Ora, vi sono partiti che si riconoscono in un “risultato raggiunto”, un “risultato immobile”, ad esempio nel gran numero di voti raccolti nelle ultime elezioni e organizzano celebrazioni (adunate di piazze e bandiere) quasi per santificare il risultato raggiunto. Per contro (e per fortuna! N.d.r.) ve ne sono altri che si ispirano, agiscono e vivono di un “risultato futuro”, in continua evoluzione, che vuole abbracciare i nodi ambientali e sociali irrisolti negli ultimi 150 anni di sviluppo economico.

E noi? Noi usualmente ci riferiamo alla mission di ogni gruppo umano: cioè ci chiediamo cosa quel gruppo si propone: mission = cosa. Tuttavia soddisfare questa domanda non basta.: infatti occorre chiedere, farsi dire o capire il senso (= il perché?) di quella mission. Un esempio: un gruppo politico vuole realizzare una “cosa”: la democrazia diretta (di fatto non più veramente parlamentare!) e ce ne spiega la strutturazione. Capito questo, chiediamogli quale sia il suo scopo (il perché). Infatti, accade che mentre dichiarare quale sia la mission di un partito politico possa essere facile ed ugualmente facile è che l’obiettivo sia percepito dall’intera scala gerarchica della struttura e dall’elettorato; più difficile è invece far sì che lo scopo sia ugualmente chiaro, univoco e condiviso da tutti, tal che diventi – esso e non la mission –   il simbolo unificante del gruppo presente e futuro.

Prenotazioni scontate al 335 5487516

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Ed ora mi confesso: qual è il partito politico “ideale” per me? Quello che abbia una mission ed uno scopo proiettati al futuro e  non al passato; quello che abbia come mission la condanna della retorica, del populismo, della superficialità, della mancanza di professionalità, delle decisioni lineari, dell’oligarchia mascherata da democrazia, dell’improvvisazione; quello nel quale le emergenze non siano state prevedibili.
(Nel libro qui a fianco trovate la storia delle crisi egli ultimi 300 anni ma soprattutto gli interventi finanziari per far fronte a quella attuale. Lo trovate in Amazon o preesso di me, scontato).

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Covid19 – “La causa principale (dei disastri provocati dal – , n.d.r.) è l’impreparazione del mondo. Abbiamo speso migliaia di miliardi in armamenti e non abbiamo investito pochi miliardi per metterci prima in sicurezza. Le avvisaglie ci sono state, dalla Sars del 2001, all’aviaria, tutte risolte per il rotto della cuffia. Tutti i rapporti dell’OMS, l’ultimo di settembre 2009, sono rimasti inascoltati.” Cfr. intervista al prof. Michele Andreaus di UniTN:
http://www.trentoblog.it/riccardolucatti/?p=74074

un partito capace di aggiornare l’ordine delle priorità di spesa; quello che sappia valutare non solo la variabilità dei bisogni ma anche approfondire la variabilità delle risposte (finanziarie, in primis!); quello della non-violenza anche solo verbale; quello della reale separazione dei poteri. In breve: quello che abbia come obiettivo l’attuazione concreta delle previsioni della nostra Costituzione (= mission), al fine di attuare una vera democrazia rappresentativa (= scopo). Mi accontento di questo.

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Per realizzare tutto ciò non basta l’ eccellenza operativa: occorre anche l’ eccellenza sentimentale, quella che connota tutti coloro che vogliono lasciare ai propri nipoti un mondo migliore, non gravato da un enorme debito pubblico. Per arrivare a ciò occorre non avere paura di essere “visionari”: bisogna solo attrezzarsi per esserlo in maniera efficiente. A ciò si perviene non più con la sola informazione e/o con la sola comunicazione, bensì con il confronto, il dialogo, la conversazione, la discussione, lo studio, l’impegno, l’approfondimento, la professionalità, la passione.

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CITTADINO; LETTORE – ELETTORE; AZIONISTA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Aprile, 2020 @ 7:19 am

Detto altrimenti: il Cittadino lettore-elettore azionista in tempi di Covid19   (post 3876)

Prenotazioni scontate al 335 5487516

Seguire e “fare” politica, nel senso di interessarsi alla politica, andare a votare (ci mancherebbe!)  e contribuire, ognuno nell’ambio delle proprie capacità, un po’ come ogni coniuge deve contribuire al sostentamento e all’educazione della famiglia. Ora, sarà che ho lavorato una vita come manager oppure che il mi’ babbo gli era un toscanaccio di quelli “maledetti” da Curzio Malaparte, ma tant’è io zitto e fermo un ci so stare, figurarsi ora con la crisi che stiamo vivendo! La mia attenzione si è focalizzata su un aspetto: la gestione dell’enorme debito pubblico che ci resterà sulla schiena (anche) a causa del Covid19. Riassumendo: un rapporto accettabile sarebbe quello di un debito pari al 60% del PIL e  invece noi arriveremo (o siamo già arrivati al 160%!). Spinto da ciò, insieme al mio amico d’antico pelo come me (il Rotariano torinese Gianluigi De Marchi; io ex Lions trentino, entrambi classe 1944), ho scritto un libro con alcune proposte, fra le quali campeggia l’adozione dei titoli di debito pubblico irredimibili, visto che già in coda al mio post del 2013 io stesso proponevo i Monti Bond irredimibili per risolvere la crisi dell’ILVA. http://www.trentoblog.it/riccardolucatti/?p=13355.

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Cittadini elettori e anche “azionisti” del paese, dicevo. Solo che siamo “azionisti” male informati, perché – soprattutto in questa grave circostanza – i dati che ci vengono forniti dal Consiglio di Amministrazione – in particolar modo dall’attuale Amministratore Delegato (il Presidente del Consiglio dei Ministri) per la società capogruppo, e dall’AD locale (il  Presidente della Giunta Provinciale)  per la “filiale” locale (la Provincia. Al momento l’AD del Comune – il sindaco – non informa, attende!) sono disaggregati e non corredati dal loro “peso” percentuale: in una SpA si direbbe che i documenti forniti all’Assemblea degli azionisti sono redatti in forma inidonea per quel tipo di riunione.

Dice … ma gestire la cosa pubblica (costruire il Bene Comune)  non è come gestire una SpA (ricercare l’utile economico). Rispondo: eh no, raga, scialla, calma! Questo poteva essere vero fino a quando eravamo tutti convinti che il primo obiettivo di ogni SpA fosse fare utile, ovvero fino a quando vigeva l’etica del risultato, un’etica perversa che ci aveva fatti diventare tutti cinici. Ma ora non più. Ora invece anche grazie a personaggi come Adriano Olivetti e Pier Luigi Celli, ma soprattutto grazie al fallimento di due “princìpi” opposti, il comunismo e il liberismo-sfrenato-globalizzante, ci siamo accorti che anche in una SpA il primo obiettivo non è più fare utile a prescindere, bensì è la motivazione, la crescita intellettuale, una vita accettabile ed  il rispetto della dignità umana di chi ci lavora e di chi viene in contatto con essa. Ed ecco che allora anche lo Stato – sotto questo importante profilo – può essere pensato e letto come una SpA, una grande SpA, la nostra SpA.

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Dice: ma se abbandoni l’etica dei risultati cadi nell’etica dei princìpi, cioè mi diventi un integralista! Rispondo: no, amico, io sono per un’etica “morale” ovvero per un’etica che “abbia” una sua morale, religiosa o laica, anzi, mi basterebbe una morale laica non nel senso di non-religiosa bensì nel senso di rispettosa di ogni pluralismo.

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E guai a disinteressarsi della politica! Vi racconto un episodio. Il grande costituzionalista Piero Calamandrei raccontava un giorno ad una classe di alunni: “Disinteressarsi della politica? Un giorno in mezzo al mare una nave sta per affondare. Il capitano lancia l’allarme. Un passeggero gli risponde: “La nave affonda? O che m’importa, un è mica mia!”

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PERCHE’ HO SCRITTO QUESTO LIBRO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Aprile, 2020 @ 9:56 am

Detto altrimenti: sento il bisogno di spiegarmi       (post 3875)

Prenotazioni scontate al 335 5487516

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Come sapete sta per uscire il mio libro qui a fianco sulla situazione finanziaria del dopo Covd19. Ed allora ecco che vi spiego quale sia stata la motivazione a scriverlo. Ho lavorato una vita da General Manager, da Amministraatore Delegato e da Presidente di Consigli di amministrazione. Sopra di me ho avuto politici, imprenditori privati e pubblici, banchieri, italiani ed esteri. Orbene, se io, essendo in una di quelle posizioni, mi fossi trovato in una delle società affidatemi in una situazione analoga a quella che il paese sta vivendo  e mi fossi preoccupato solo di reperire risorse finanziarie a debito, sia pure al nobile fine di utilizzarle  per la gestione del periodo senza preoccuparmi di come avrei gestito  il grande indebitamento che si stava formando, sarei stato spellato vivo. Infatti mi avrebbero detto:

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Dottore, lei avrebbe dovuto operare contemporaneamente nelle due direzioni: per l’oggi e per il domani!”

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Ad esempio, a parte i “miei” titoli di debito pubblico irredimibili di cui al libro e ai miei tanti post, non ho mai sentito parlare di una revisione dell’ordine delle priorità di spesa. Penso all’acquisto dei costosissimi cacciabombardieri F35: sono ancora un’esigenza primaria? Dice … ma la Nato, gli impegni … Rispondo: a parte che ci sarebbe l’ “eccessiva onerosità sopravvenuta”, dai … io scherzavo, era solo per fare un esempio (per quanto …)

Un mio amico tedesco, Jens Petersen, quasi naturalizzato italiano, che operava all’interno dell’Istituto Storico Germanico di Roma, una quarantina di anni fa mi aveva raccontato una barzelletta: i il paradiso è il posto nel quale gli amanti sono italiani; i cuochi francesi; gli ingegneri tedeschi; i poliziotti inglesi; tutto organizzato dagli svizzeri. L’inferno è il posto nel quale i poliziotti sono tedeschi; gli amanti svizzeri; i cuochi inglesi; gli ingegneri francesi; tutto organizzato dagli Italiani.

Si scherza, dai … ma intanto castigo ridendo mores!

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