RIFLESSIONI SULLA FINANZA E SULL’ECONOMIA DEL POST VIRUS …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Maggio, 2020 @ 11:43 am

Detto altrimenti: … fra Roberto Sani – Coordinatore Provinciale Italia Viva e Riccardo Lucatti – Coordinatore Gruppo di Lavoro Trento Viva “Finanza ed economia mista”   (post 3910)

(Video su Italia Viva Trento – Video)

INIZIA

Roberto Sani ha presentato brevemente il nuovo Gruppo di Lavoro: Alessandro Aichner, Riccardo Lucatti, Annarosa Molinari, Elisabetta Pisoni e ha messo a fuoco il passaggio dalla fase “sanitaria” del virus a quella economica finanziaria e al suo interno dal  “fabbisogno finanziario” alla sua “copertura”: dove trovare i soldi?

1 – Riccardo, voi del Gruppo di Lavoro innanzi tutto come pensate che potrebbero andare in porto i nuovi 500 mildi di Merkel-Macrom? In definitiva sono gli Eurobond prima molto osteggiati: la Commissione UE si indebita sul mercato finanziario internazionale emettendo bond a lunga scadenza. Poi “regala” denari agli Stati. Infine rimborsa il proprio debito attingendo al budget dell’UE. Questo, dice la Merkel, “per contrastare l’incremento dell’indebitamento degli Stati”.
Per noi va bene ma non basta, è solo uno strumento in più e non contrasta con l’emissione di titoli irredimibili. Ma se questi Euro Bond non dovessero essere approvati dai paesi forti, allora sì che i paesi “deboli” dovrebbero lanciare emissioni di titoli irredimibili, attraendo gli investimenti dei paesi forti. Si tratterebbe di trasformare una negatività in un’opportunità.

2 – E cosa pensate del fatto che ci sia stata una vera e propria corsa all’acquisto dei BTP Italia al rendimento dello 1,4% + 0,8 per chi li tiene fino alla scadenza? I 22 miliardi sono stati “bruciati” e ben 14 sono andati ai piccoli risparmiatori. Questo è un fatto sintomatico: il risparmiatore ha una forte “voglia di reddito” più che di utile speculativo.
Buono il rendimento (ma sempre inferiore a quello degli irredimibili soprattutto se locali!); buona la risposta del mercato ma ancora non si è capito che questi titoli aumentano il debito pubblico, mentre gli irredimibili no, anzi, lo diminuiscono! Inoltre occorre canalizzare buona parte del risparmio verso investimenti produttivi, in primis verso le opere pubbliche che fra l’altro generano molto indotto privato: questa è la mission degli irredimibili. Si tratta di intervenire sui flussi, spostandosi, almeno in parte, dai flussi A) e B) al flusso C):
Flusso A): risparmio privato – banche, che fanno troppa finanza e poco credito ai privati;
Flusso B): risparmio privato – titoli redimibili – Stato, anche per la spesa corrente;
Flusso C). risparmio privato – titoli Rendita irredimibili – Opere Pubbliche – Forte indotto privato.

3 – Ma non pensate che taluno cominci a ipotizzare una forte patrimoniale?
Una patrimoniale sui depositi in conto corrente non basterebbe.Sarebbe un’inaccettabile “violenza finanziaria” e inciderebbe poco in termini di riduzione del debito. Ne occorrerebbe una sugli immobili, ma tassare la casa degli italiani soprattutto in una fase di crisi del lavoro come quella attuale scatenerebbe una vera rivoluzione di piazza. Occorre intervenire sì sugli i immobili, ma vendendo gli immobili del patrimonio statale (che valgono circa 250 miliardi di Euro, da vendersi per tranche annuali attraverso un fondo comune immobiliare), come si suggerisce – fra l’altro – nel libro che ho appena pubblicato insieme all’amico Gianluigi De Marchi (“Ricostruire la finanza – Riflessioni e proposte sull’emergenza” Amazon Fulfillment) Una ragione di più per attivare tutti gli altri strumenti, ad iniziare dai titoli irredimibili.

4 – Riccardo, cosa ha stimolato il vostro Gruppo a dare centralità alla composizione e gestione del debito pubblico del dopo Coronavirus?
Una considerazione molto semplice: per noi la “Fase 2” non è quella della riapertura dei bar e dei parrucchieri, ma quella finanziaria, nella quale ci si dovrà confrontare con i mancati ricavi privati e introiti fiscali pubblici.

5 – Insomma, vi preoccupa la gestione del debito pubblico?
Certo, visto che già ora è pari al 160% del PIL, laddove Maastricht ha individuato come livello fisiologico il 60%.

6 – Volete spiegare brevemente ai non addetti ai lavori cosa sono questi titoli Rendita/Irredimibili?
Sono titoli non-di-debito ma di rendita emessi da un Ente Pubblico (UE, Stato, Regione, Provincia, Comune) che indirizzano risorse finanziarie verso l’emittente, rispetto ai quali l’ente a) conserva l’opzione al riacquisto; b) non ha l’obbligo della restituzione del capitale; c) paga all’investitore interessi ad un tasso più elevato rispetto a quello dei titoli di debito con scadenza, i titoli redimibili.

7 – Quali sono i vantaggi per l’emittente e per l’investitore?
Poiché i “Rendita” non hanno scadenza, non sono un debito, quindi l’ente emittente riduce il livello del proprio indebitamento e al contempo aumenta la disponibilità di cassa e quella per investimenti. L’investitore percepisce un reddito più elevato (che potrebbe essere garantito dalla fidejussione bancaria di un pool di banche) e può recuperare il proprio capitale vendendo i titoli in borsa.

8 – Ma perché di questo argomento si occupa un Gruppo di Lavoro comunale?
Per tre motivi:
– i “Rendita” possono essere emessi anche dai Comuni, sulla scia ella legge esistente, la n. 724 del 23.12.94 art 35 che forse (dico forse) dovrebbe essere aggiornata, ma non sono sicuro che occorra questo tipo di intervento;
– perché i Cittadini del Comune sono coloro sui quali ricadranno a cascata gli effetti delle  decisioni o peggio, delle non-decisioni di Provincia, Stato, UE;
– i “Rendita” bene si coniugano con gli strumenti dell’ economia mista di società comunali miste pubblico private di progetto e di project financing per la realizzazione di importanti specifici progetti. Questa sarà la nostra prossima materia di approfondimento.

9 – Riccardo, taluno afferma che gli investimenti si fanno con la finanza disponibile. Niente debiti.
Bravi, alla Ponzio Pilato, una risposta per nulla manageriale! Allora che facciamo? Tagliamo i servizi e niente opere pubbliche? Ma via … e poi, innanzi tutto i titoli irredimibili non sono un debito. E comunque indebitarsi è non solo utile ma anche necessario e conveniente se con quegli investimenti si genera un flusso di denaro necessario all’estinzione del debito e si realizzano opere pubbliche, soprattutto se queste “si pagano”. Non per niente noi del Gruppo di Lavoro dopo la finanza ci occuperemo degli strumenti dell’economia mista (Spa miste pubblico private; project financing; società di progetto).

10 – Ma forse potrebbero anche essere un’idea da proporre alla nostra Provincia, visto che è alla ricerca di una copertura finanziaria di 200 milioni.
Ottima idea, anche perché si sa che poi una parte di quei fondi sono trasferiti ai Comuni. E poi, la nostra Provincia chiede 200 milioni? Il solo Comune di Milano ne sta chiedendo 500! E a quanto ammonterà il grido di dolore che si sta alzando da tutta l’Italia?

11 – Quale rendimento dovrebbero assicurare questi titoli per essere attrattivi?
La legge citata consente ai titoli locali redimibili un punto oltre il rendimento dei titoli statali (salendo dal 2,2 al 3,2%) ed una tassazione ridotta dal 26% al 12,50%. Per gli irredimibili “Rendita”, con un pari regime fiscale, si potrebbe ipotizzare una maggiorazione di due punti, ed arrivare al 4,2 %: questo mi pare essere l’unico dettaglio da approfondire anche sotto il profilo legislativo (eventualmente basterebbe una semplice modifica alla legge citata).

12 – Tecnicamente come si potrebbe formalizzare il rapporto giuridico fra Ente Emittente e investitore?
Sostanzialmente, i titoli irredimibili “Rendita” sono oggetto di un contratto, una sorta di nuovo swap finanziario: si concorda di ricevere un conveniente flusso di maggiori interessi e di concedere in contropartita di avere un diverso responsabile per il recupero del proprio capitale: la borsa valori in luogo dell’Ente pubblico emittente. La forma potrebbe essere quella già prevista per i titoli di debito locali già previsti dalla legge citata. L’unico aspetto da risolvere – come ho già detto – potrebbe essere quello della ulteriore maggiorazione dello spread, da +1 a +1,5 / +2 rispetto al rendimento dei titoli di Stato.

13 – Lo Stato, quando dovrebbe emetterli?
Pensiamo che lo Stato potrebbe iniziare ad emetterli gradualmente in sostituzione volontaria delle scadenze dei propri titoli redimibili, in progressivo parallelo ad emissioni ex novo.

14 – Oltre tutto così facendo non si drenerebbe che in parte il risparmio bancario! Ma, dimmi, non pensate che sarebbe giusto coinvolgere in qualche modo anche le banche che nel passato sono state molto aiutate dal settore pubblico?
Be’ … sarebbe anche giusto che le banche dicessero un bel “grazie” al settore pubblico e sottoscrivessero qualche tranche di titoli Rendita immettendole poi sul mercato della borsa valori che sarebbe in tal modo favorevolmente innescato. E poi le banche locali, magari in pool, potrebbero prestare fidejussione circa l’erogazione del flusso di interessi.

15 – Ci sono precedenti nella storia della finanza?
Si. In USA e in GB. In Italia nel 1935 fu lanciata un’emissione di 42 mildi di lire pari oggi a circa la stessa cifra in euro, al 5% con cedola semestrale e andò a ruba.

16 – Recentemente, la finanza internazionale ne ha parlato?
Si, la Spagna, ma presupponendo che a sottoscriverli sarebbe stata l’UE. Noi pensiamo che non debba essere necessariamente così, pensiamo infatti anche al risparmio privato. Poi, sulla prima pagina del Il Sole 24 ore del 22 aprile – quando il nostro libro era in stampa da tempo – il finanziere internazionale George Soros li ha fortemente patrocinati, sostenendo inoltre i molti vantaggi per la stessa UE sotto ulteriori profili, economico, politico, bilancistico. Cito:
– Eliminazioni delle restrizioni per la BCE all’acquisto di titoli.
– Onere finanziario lieve per l’UE, malgrado la loro notevole “potenza di fuoco”.
– A bilancio UE non si richiederebbero accantonamenti e ammortamenti.
– L’emissione può essere frazionata.
– La BCE non sarebbe più costretta a “bilanciare” il proprio portafoglio titoli dei vari paesi aderenti.

17 – Come reagirebbe la finanza internazionale a irredimibili UE? Infatti se ad emetterli fossero solo i paesi deboli, attirerebbero i capitali dei paesi forti …
Ed è anche per questo motivo i paesi forti non li vogliono nemmeno sentire nominare.

18 – Cosa pensate dell’idea di una parte politica che sta proponendo i Bond Patriottici, riservati agli Italiani, esentasse? A me sembra che escluderebbero i finanziatori esteri.
Osservazione corretta la tua, ma non basta: infatti hanno altri tre gravi inconvenienti: 1) anche se sono a lunghissima scadenza, sono sempre un debito e fanno crescere e non diminuire il debito pubblico; 2) si drenano violentemente i depositi bancari mettendo in crisi l’intero sistema bancario; 3) si crea un “paradiso fiscale interno” a vantaggio di chi ha denari da investire e a danno di chi non ne ha e quindi non può beneficiare di alcuna detassazione.

Inserto successivo al dibattito: occorre risolvere l’aspetto patrimoniale (abbattere il debito) e quello finanziario (disporre di denaro per investimenti): solo i titoli Rendita soddisfano contemporaneamente le due esigenze.

19 – Riccardo, avete definito questi titoli “democratici”. Perché?
Perché tendono a liberare l’ente emittente dalle forche caudine delle scadenze dei titoli redimibili, cioè dal potere che di fatto a quelle scadenze la grande finanza internazionale e le società internazionali di rating hanno di condizionare le scelte politiche.

20 – Ma dimmi, in particolare e te quando è nata concretamente l’idea dei titoli Rendita o Irredimibili che rappresentano il nocciolo centrale delle vostre proposte?
Ne discutevo già anni fa, quando si parlava dei titoli irredimibili Monti Bond per risolvere la crisi dell’ILVA. E poi un recente invito del mio amico Gianluigi De Marchi a scrivere insieme  nel marzo scorso il libro “Ricostruire la finanza – Riflessioni e proposte sull’emergenza”.  Da qualche tempo infine stiamo affinando la proposta in seno al Gruppo di Lavoro Trento Viva “Finanza ed Economia mista”, insieme ad e Alessandro Aichner, Annarosa Molinari e  Elisabetta Pisoni.Con l’occasione ricordo che la partecipazione al gruppo è aperta a tutti gli amici di Italia Viva. E a chi mi dice che di finanza non ne capisce nulla io dico “Appunto, allora vieni!”

21 – Riccardo, una tua conclusione.
Monti Bond. L’IlVA sta perdendo 100 milioni al giorno. Se si arrivasse ad una separazione dagli azionisti indiani, potremmo intervenire con una serie di Irredimibili che chiamerei   Renzi Bond, visto che il nostro è un Gruppo di Lavoro di Italia Viva!

22 – Grazie Riccardo, mi pare che stiate mettendo a fuoco un interessante contributo alla gestione del nostro rilevante debito pubblico: vedremo come sviluppare ulteriormente la vostra proposta in ogni opportuna sede anche con altri interlocutori. Ogni eventuale ulteriore apporto esterno a questo progetto che nascesse da questo nostro colloquio può essere indirizzato a trento@italiaviva.it. e noi non mancheremo di girarvelo. Avvisiamo che il testo di questo dibattito è disponibile per chi ce ne volesse chiedere copia. Buon lavoro a te e agli amici del Gruppo di Lavoro.
Grazie a te e a tutto il nostro pubblico live anche da parte di Annarosa, Elisabetta e Alessandro.

FINISCE

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Ha “pilotato” il tutto Roberto Sani che – come hobby sportivo – è pilota di elicotteri! Una mia osservazione finale “fuori busta”: ovviamente gli interventi finanziari vanno affiancati da azioni dirette su altri fronti, quali, ad esempio, revisione dell’ordine delle priorità; adozione di una scala comune per retribuzioni e pensioni; sblocco dei LL.PP.; sburocratizzazione; scuola, università e ricerca; etc..

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COSA HO SCOPERTO IN QUESTI ULTIMI MESI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Maggio, 2020 @ 9:57 am

Detto altrimenti: molti aspetti positivi     (post 3909)

Intendiamoci: gli aspetti negativi del Covid19 sono enormemente più numerosi. Manco a fare un paragone! Tuttavia io ho avuto la fortuna di cogliere anche qualche aspetto positivo che mi aiuterà a vivere meglio anche il dopo-virus. Innanzi tutto posso contare su Fortune: la Fortuna di non essere solo bensì da quasi mezzo secolo con Maria Teresa, la mia splendida moglie; la Fortuna di vivere a Trento, una città veramente a misura di donna e d’uomo; la Fortuna di abitare a novecento metri dal Duomo “ma” sulla riva di uno splendido fiume, la Fersena.

… splendidior vitro!

“Tutti in casa!” All’inizio questo comando mi aveva molto contrariato: mi perdevo oltre un mese di sci e l’inizio della stagione “a pedali”, cose che un VIP-Vecchietto In Pensione come me (in inverno Vecchietto In Paganella e in estate Vecchietto In Picicletta!) si può concedere senza farsi aggredire da sensi di colpa. Poi, piano piano – a parte avere convenuto sull’esigenza di questo isolamento – mi sono detto: cerca di trasformare una negatività in un’opportunità. Ed eccomi esploratore e scopritore di una serie di “tesori” che nella mia vita “normale” stavo trascurando: un po’ come la “bella tartaruga” di Bruno Lauzi che “correndo troppo non aveva mai notato:  un bosco di carote, un mare di gelato, un prato d’insalata, un lago di frittata”.

Il mio bosco di carote? La scomparsa delle scadenze quotidiane: calma, abbiamo tempo.  I vari compiti? “Venendo facendo” dicono nel nostro meridione. Panta rei, tutto scorre, ma molto più lentamente.
Il mio mare di gelato? Il fiume Fersina, il colore dell’acqua, le sue diverse portate, i salti delle sue cascatelle, i suoi ippocastani a fargli da corona con i rami spogli, con le gemme, con una splendida fioritura (mai vista così ricca!), con le loro folte chiome verdi.
Il mio prato d’insalata? L’assenza delle auto. Aria pura e “silenziosa” entro la quale si diffondeva la musica del canto degli uccelli ad accompagnare l’orchestra delle piccole onde del fiume.
Il mio lago di frittata?  La mancanza degli amici. Cosa? Direte voi! Ma questa è una negatività non una positività! No, raga, è una positività perché mi ha fatto capire quanto loro siano importanti per me.

E poi, uscendo dalle immagini, tante altre cose. Ad esempio vedere e non solo guardare la propria casa non solo come luogo “di pernottamento pensione completa”, strumento in funzione di tutto ciò che casa non è, bensì come luogo di vita; rimettere un po’ in ordine cassetti e scaffali e scoprire piccoli tesori che avevi dato per persi da tempo: una foto, un libro, un oggetto …

Ecco, la chiudo qui. Dice … ma la pandemia non è del tutto scomparsa! Ok raga, ma che volete che vi dica? Io indosso la mascherina, rispetto tutte le altre regole e poi … poi io speriamo che me la cavo … dopo tutto ho solo 76 anni, sono nel fiore delle mie potenzialità di crescita, ho un’intera  vita da nonno di tre meravigliose nipotine davanti a me …

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FINANZA FACILE 2

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Maggio, 2020 @ 1:12 pm

Detto altrimenti: basta fare qualche semplice collegamento … (post 3908)

Da Il Sole 24 Ore di oggi apprendiamo:


– Asta BTP,  22 mildi, di cui 14 sottoscritti da piccoli risparmiatori, rendimento 1,4 +0,8 % : pieno successo;
– Risparmio bancario privato cresciuto in un mese del 19%;
– Fatturato (ovvero consumi) e capitalizzazione di borsa in calo a due cifre (-13 % e – 22,5%)

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Ci sono quindi le premesse perché lo Stato inizi ad emettere titoli Rendita Irredimibili (che NON sono un debito) al rendimento del 3,5 – 4,5% iniziando con la sostituzione volontaria delle tranche di titoli di debito redimibili. In tal modo si diminuisce il debito pubblico; si creano risorse per investimenti in Opere Pubbliche che generano un forte indotto; si liberano risorse per la gestione.

In tal modo, ai due circuiti 1) risparmio privato – banche – prestiti bancari a imprese e 2) risparmio privato -titoli redimibili – spese pubbliche correnti,  in parallelo alla riduzione del debito pubblico, in parte si sostituisce il circuito n. 3): risparmio privato – titoli irredimibili – Opere Pubbliche – indotto per imprese private.

In materia di titoli irredimibili “Rendita” si veda il libro nella foto e i numerosi miei post.

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DANTE ALIGHIERI E I TITOLI IRREDIMIBILI “RENDITA”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Maggio, 2020 @ 6:36 am

Detto altrimenti: perché Dante ha condannato all’inferno Fiorentini, Pisani e Genovesi ? (post 3907)

In molti recenti post ho descritto l’utilità che avrebbero l’UE, lo Stato e gli Enti pubblici territoriali a lanciare emissioni di titoli “Rendita” irredimibili. Scopro ora che già il padre Dante in alcune bozze della sua Divina Commedia aveva parlato dell’argomento, salvo poi decidere di non inserirle nel testo finale. Ma iniziamo con la condanna che compare nel testo finale della Commedia:

Inf. XXVI – versi 1-3: Godi Fiorenza poi che s’e si’ grande / che per mare e per terra batti l’ale / e per lo ‘nferno tuo nome si spande …

Inf. XXXIII – versi  70 e sgg.  :  Ahi Pisa, vituperio de le genti  / del bel paese là dove ‘l sì suona, / poi che i vicini a te punir son lenti, / muovasi la Capraia e la Gorgona, / e faccian siepe ad Arno in su la foce, / sì ch’elli annieghi in te ogne persona!

Inf. XXXIII versi  151-153 : Ahi Genovesi uomini diversi, d’ogne costume e pien d’ogne magagna / perchè non siete voi del mondo spersi?

Perché questa triplice condanna? Ed ecco che veniamo alle bozze di cui si diceva poc’anzi. Esse ci svelano l’arcano:  la condanna fu comminata perché quei tre Comuni non avevano lanciato emissioni di Titoli Irredimibili “Rendita”

Egl’è che quando s’abbisogna
di provveder danaro a la Comune
sia Genua o Pisa o casa di vergogna

Fiorenza tosca ripiena di lordume,
non sanno come far se non coprire
di debito, che lor credon di piume

Ovvero: sui titoli “Rendita” irredimibili

avrà futuro peso a non ferire
figli e nepoti nati e nascituri
fino di fame a non farli morire

siccome l’Ugolin fra tristi muri.
E in vece, l’ adottar carte novelle
farebber progredir loro sicuri

lontan da inciampi e da le querelle
ch’oggi li fanno ir rasente il muro
poi che del culo lor strappar la pelle

vorrà ogni cittadin, pur casto e puro,
stanco de lo futuro ipotecato
de discendenza sua sanza futuro

chè  Irredimibil lor non fu adottato.

Qui il frammento è illeggibile, la pergamena sembra mangiata dai topi. Il testo diventa di nuovo leggibile laddove il Poeta si rivolge al duca suo Virgilio con una preghiera …

O duca mio lontan da questo lido
sia grato a te l’invio de le novelle
sì come nel mio cor i’ mi confido

scevre da male lingue e da querelle.
I’ scrissi un canto sulle idee più nuove
che spesso son trattate miserelle

da chi nemmeno sa far d’esse prove
onde verificarne la portata
poi che cervello suo ne pur si muove

Ravenna, tomba di Dante

inabile a voltar d’uova frittata!
Ed io che scrissi in dolce stile novo
capisci che nel marmo rigirata

poi che riposo acconcio i’ non ritrovo
è mia posizi-on d’omo defunto
che l’ignoranza lor vindice covo

sin che quel lor ragliar non sia consunto.
Aspetto quinci ansioso tua risposta
a questo mio rimare di riassunto

che mi vorrai ‘nviar per meile posta.

Come si vede, già a quei tempi si usavano le e-mail. A parte questo fatto, non c’è da dubitare dell’autenticità di questi ritrovamenti: adottiamo i titoli irredimibili!  Infatti abbiamo scoperto un altro frammento, nel quale il Padre Dante loda quei Comuni che li abbiano emessi:

Dante indica il Paradiso ad un Sindaco virtuoso

A voi ch’avete Rendita adottato
e in alto ciel godrete ricompenza
a cagione del nobil risultato

sicchè piena d’ognuno è  la dispenza
di ogni cittadin che governate
cui non fiaccaste la di lui pazienza,

sia lode e gloria che vi meritate
d’ascolto avere dato allo consiglio
sì chiaro scritto in pagine vergate

che legger non vorrà solo un coniglio
che tema lo confronto con le idee
da affrontar con nobile cipiglio

poichè non pote dir “sono le mee”.

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Ecco, qui il documento termina con un segno di bruciatura, che rende illeggibile ogni altro verso. In ogni caso pensiamo di avere dato un contributo non solo alla nostra storia letteraria ma anche al nostro futuro politico e finanziario.

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O FONS FERSINEAE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Maggio, 2020 @ 5:53 am

Detto altrimenti: parafrasando Orazio       (post 3906)

Orazio, Carmen III, 13 – L’inno del poeta alla fonte Bandusia nel podere in Sabina avuto in dono dal suo mecenate Mecenate, nel 33 a.C.. nelle vicinanze dell’attuale paese Vicovaro, ove scorre il fiume Licenza, affluente dell’Aniene, alle pendici del Monte Lucretile.

Questi versi mi sono venuti in mente ieri, mentre passeggiavo lungo il Viale Trieste, a Trento, davanti a casa mia, lungo il quale scorre il Fersina, in dialetto la Fersena.  Un fiume che durante la clausura da Covid19 ho imparato a conoscere e soprattutto ad amare. Primi di marzo, la neve ferma sui monti, limitato il fluire dell’acqua, i rami spogli protesi sul suo corso.

Poi lentamente le gemme sui rami, la fioritura, le fronde. La neve cambia vestito e diventa un liquido manto d’azzurro smeraldo; più ricche le cascatelle; più bianche le piccole onde. Per vederti mi basta ascoltare il canto del franger dell’acqua: dalla sua tonalità, dal suo fragore mutante riconosco la portata del momento, dell’ora, del giorno. Non se n’abbia a male Orazio né i suoi colti estimatori del furto dei suoi versi che ho contaminato – adattandoli – per esprimere uguali sentimenti.

O fons Bandusiae, splendidior vitro,
dulci digne mero, non sine floribus,
cras donaberis panem …

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O fonte Fersinea, più trasparente del cristallo
ricca di acqua dolce come il miele

che scorre in mezzo ai fiori
domani ti offrirò del  pane
del quale ciberai pesci d’opale.

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Te l’ora insopportabil di canicola infuocata
non riesce a toccar, amabile frescura
a noi ormai sì stanchi di clausura
offri che i passi moviam lenti

su sponde tue vaganti.
Ormai sei tu dell’acque la più amata,
incoronata da chiome dondolanti
sovra tue rocce, donde canora
discendi linfa tua a la pianura.

Gratias tibi ago, o Fersina!

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SIAMO TUTTI OPERATORI DELLA FINANZA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Maggio, 2020 @ 6:00 am

Detto altrimenti: anche se non lo sappiamo     (post 3905)

(Mi perdonino gli addetti ai lavori per la terminologia e gli esempi un po’  “alla buona” …)

Una famiglia, ogni mese, entrate-uscite … arriviamo alla fine mese? Quanto è avanzato questo mese? Mese per mese ogni famiglia ha un “bisogno di finanza”, ovvero ha il proprio fabbisogno finanziario. Ogni mese cerca di farvi fronte, cioè ricerca la copertura finanziaria. Se le cose vanno particolarmente bene, a fine mese Tizio ha un avanzo di finanza, un’eccedenza che va ad aumentare il suo patrimonio (il conto in banca): a questo punto possiamo dire che ha avuto un “utile di gestione”. Invece a Caio le cose vanno male, già durante il mese era rimasto “senza soldi” e per far fronte alle esigenze ha dovuto vendere per 100 un box che aveva acquistato a 150. A fine mese, a seguito di quella vendita, ha un avanzo di finanza di 20 ma lui non è “in utile”, bensì per avendo un discreto avanzo di finanza, deve registrare una perdita economica di 50-20, la differenza di prezzo fra l’acquisto e la vendita del suo box al netto dell’avanzo in conto corrente. Più o meno è così, tanto per cercare di iniziare a capirci.

Finanza pubblica: lo Stato incassa e spende. Alla fine, qui in Italia, ogni anno c’è un disavanzo (deficit) , ovvero per coprire il fabbisogno finanziario abbiano dovuto aumentare il nostro debito in banca ovvero le emissioni di titoli di debito pubblico, la cui somma totale è appunto il nostro debito pubblico. E’ un po’ come se una famiglia ogni mese spendesse più di ciò che introita e per far fronte alle proprie uscite, ogni mese, aumentasse il proprio scoperto in banca.

Ho parlato dell’introito (reddito) della famiglia e non del suo utile. Infatti, nonostante che nelle due imposte IRPEG=IRPEF
quella “R” indichi “Reddito” , una Spa non è tassata sul reddito ma su quanto avanza fra incassi ed uscite, cioè sull’utile; una famiglia è tassata sugli incassi (reddito), non su ciò che eventualmente le avanza a fine mese (utile). Ma questa è un’altra storia.

Famiglia di Caio: ogni anno incassa 100 ed ha un debito in banca di 160. Lo Stato ogni anno produce 100 ed ha un debito (in titoli di debito pubblico emessi) pari a 160. Questo è ciò che significa quando diciamo che il nostro debito pubblico è pari al 160% del PIL-Prodotto Interno Lordo laddove il limite accettabile sarebbe il 60%.

Pandemia: diminuiscono produzione, consumi, utili, imposte. Aumentano i bisogni. Vi si fa fronte con l’aumento del debito pubblico che dal 120% del PIL è salito al 160%. Famiglia di Caio: uno dei due genitori è rimasto senza lavoro, un figlio si è ammalato e richiede cure costose; l’altro va all’Università e ha bisogno di pagare iscrizione ed acquistare libri. Caio aumenta il suo scoperto bancario, non riesce a pagare gli interessi che vengono “capitalizzati” (cioè vanno ad aumentare il debito) etc..

“Il politico pensa alle prossine elezioni; lo statista alle prossime generazioni”

Lo Stato, oggi. Tutti siamo impegnati nel chiedere e nell’ottenere aiuti, esenzioni fiscali, etc. Lo Stato è impegnato a soddisfare le nostre necessità e richieste e per fare ciò aumenta il proprio debito. Questa a mio avviso è la Fase 1. La Fase 2 non è quella dell’apertura dei parrucchieri bensì quella che vivremo dal momento in cui si comincerà (finalmente!) a gestire il grande indebitamento pubblico. Cosa e come potrà fare lo Stato? Già si parla/si teme una forte tassa patrimoniale, più improbabile sui depositi bancari, più probabile sugli immobili, cioè su quell’appartamento che la maggior parte degli Italiani ha acquistato a forza di sacrifici e rate di mutuo e che ora vedrebbe, proprio nel momento in cui magari ha perso il lavoro.  A mio parere si rischia la rivoluzione di piazza.

Ma allora, che fare? Be’ ragazzi, io direi di usare il buonsenso: 1) rivedere l’odine delle priorità e – ad esempio – smettere di acquistare i costosissimi cacciabombardieri F35; 2) rivedere l’ordine di grandezza (spropositato!) delle top retribuzioni-pensioni pubbliche;
riscalettare la progressività della tassazione fiscale; mettere in vendita il patrimonio pubblico immobiliare attualmente “non a reddito”; imporre all’UE la cancellazione dei paradisi fiscali; emettere titoli pubblici “Rendita” irredimibili (cfr. numerosi post precedenti) a livello almeno di 1) una parte di stati UE; 2) dello Stato; 3) degli Enti Pubblici Territoriali. Questo tanto per cominciare.

Potete ora ben capire perché io mi preoccupi quando sento che la gente si disinteressa della “finanza”? Perché di fronte a questo problema, come di fronte al problema della “disparità di genere” dobbiamo essere in molti, dobbiamo fare massa critica, perché questi sono “i” problemi, quelli con i quali dovremo confrontarci tutti, più o meno consapevolmente. Chiarito che io non ho la pretesa di essere titolare della Verità ma che sono solo uno alla sua ricerca, chi volesse discutere di questi temi mi può telefonare 335 548 7516 o scrivermi riccardo.lucatti@hotmail.it. (La parità di genere non è un problema, è la soluzione di un problema, quello della disparità di genere!)

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Firmato: Riccardo Lucatti blogger, Coodinatore Gruppo Finanza ed Economia Mista di Trento Viva

Buona finanza e buona parità di genere a tutte e a tutti!

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P.S.: ma di quali cifre stiamo parlano? Debito pubblico, io ero rimasto a 2600 mildi; depositi bancari, io ero rimasto a 1500 mildi; patrimonio immobiliare dello Stato: circa 550.000 unità per 222 milioni di metri quadrati per circa 250 mildi di euro, pari a circa il 12% del debito pubblico. Potrebbe essere venduto a scaglioni annuali di 15-20 mildi, magari attraverso un Fondo Comune Immobiliare. Questo e molto altro nel mio libro.

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SABATO PROSSIMO PARLIAMO DI SOLDI …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Maggio, 2020 @ 1:16 pm

Detto altrimenti: … ovvero di finanza pubblica e privata!      (post 3904)

Insieme al mio amico Gianluigi De Marchi ho appena scritto e pubblicato un libro sulla finanza del dopo virus, ovvero su come gestire l’enorme debito pubblico che ci ritroveremo nel dopo virus. L’Italia ha un debito pari al 160% del PIL laddove Maastricht prevede il 60%. I cittadini chiedono che non vengano cancellati i servizi, i Comuni non hanno soldi da investire, idem le Province, le Regioni, lo Stato. L’unica che sembra possa fare qualcosa (ecco: qualcosa, non tutto) pare sia l’UE. Eppure l’asta dei nostri BTB è andata benissimo e i suoi rendimenti dello 1,4%+0,80 sono apparsi ottimi. Da ciò si conferma che esiste molto risparmio pubblico disposto a sottoscrivere titoli di debito pubblico, italiani in testa. Tuttavia ciò comporta che si continui ad aumentare il livello del nostro debito pubblico. Ed allora ecco la proposta di fondo contenuta nel libro: adottiamo le emissioni di titoli “Rendita” irredimibili, rispetto ai quali l’Ente pubblico non è tenuto a rimborsare il capitale; si riserva un’opzione di acquisto; corrisponde un rendimento superiore al rendimento dei titoli redimibili di un paio di punti; l’investitore può recuperare l’investimento  vendendo i propri  titoli in borsa. Praticamente l’investitore-creditore riceve una rendita maggiore e consente alla controparte debitrice di sostituire a se stessa la Borsa Valori

Questi titoli NON sono un debito, ed ecco che i Comuni, le Province, le Regioni, lo Stato raccoglierebbero risorse finanziarie non solo senza aumentare il proprio debito, ma addirittura diminuendone il livello. La finanza così raccolta potrebbe essere utilizzata solo per investimenti, ma così facendo ipso facto libererebbe altra finanza per la gestione corrente.  Quando poi sento paventare la minaccia di una tassa patrimoniale, dico: bene! Che lo Stato l’applichi a se stesso e metta in vendita l’enorme patrimonio immobiliare di cui dispone e che attualmente “non è a reddito”.

E se i paesi “cattivi” (Austria, Danimarca, Svezia, Olanda) non faranno passare gli EuroBond di tutti, ebbene noi degli altri paesi (“buoni”) lanciamo i nostri Euro Bond irredimibili al 4%: vedremo come correranno ad acquistarli innanzi tutto i magnati della loro stessa finanza!

Questo ed altro nel mio libro e nella discussione cui potrete assistere sabato prossimo su Facebook.

Buona finanza a tutte e a tutti!

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MUSICA A CORPO LIBERO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Maggio, 2020 @ 3:16 pm

Detto altrimenti: per restare in forma con il corpo e con lo spirito       (post 3903)

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Coprifuoco Covid19? E noi facciamo ginnastica in casa. Io sono addetto alla preparazione della palestra: sposto le sei sedie nel corridoio, ripiego i bordi del tappeto sulla gamba centrale del tavolo della sala (non ancora sistemato, nella foto), predispongo una coperta per la parte di esercizi da terra, preparo i pesi (bottigliette da mezzo litro di acqua minerale), gli elastici e preparo il cronometro sul mio cellulare. Verso le 08,00 si inizia. Devo dire che io ho la fortuna di avere un’ottima personal trainer, mia moglie Maria Teresa, fedele frequentatrice da anni di una palestra “vera” (Palestra Girasole dell’ottima Cristina Gardumi), che mi ha condotto a fare una serie di esercizi scientificamente progressivi (che se poi ne dimentica uno ed io glielo ricordo mi prendo del “secchione”!). Questa mattina, dopo mesi, ci siamo detti: “Ma … abbiamo un impianto stereo con i fiocchi, ottimi CD … dai, mettiamo su un po’ di musica!”.

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La Musica, a nostro comune avviso, è l’arte più completa sia per chi la scrive e la esegue, sia per chi l’ascolta. Seguita a ruota dalla scultura, che però non puoi portarti a casa o nel  cellulare. La Musica, composta ed eseguita dal più complesso e potente cervello che sia mai esistito: quello umano! Molto più potente di qualsiasi cervellone elettronico.

Abbiamo riascoltato un CD donatoci da Stefania Neonato e inciso da lei (piano) e Fabio De Rosa (flauto) della durata di un’ora e dieci, esattamente quanto la nostra “ora” di ginnastica. I brani? Eccoli:

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Franz Schubert (1797-1828), Variazioni per piano e flauto traverso, Op. 160;
Johann Nepomuk Hummel (1778-1837), Grande sonata per piano con accompagnamento di  violino o flauto traverso, Op. 64;
Carl Maria Von Weber (1786-1826), Sonata progressiva per piano con accompagnamento di  violino o flauto traverso Op. 2 e Op. 3.
Ludwig Van Beethoven (1770-1827), Sonata per piano con accompagnamento di  violino o violoncello o flauto, Op. 41;
Bonus Track, variazioni su Schubert per piano e flauto, Op. 160.

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Talis filia …

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Stefania. Musica classica, se posso dire in questo CD “leggera”, digeribilissima, accattivante, rilassante, arricchente, della quale non ti stancheresti mai, Musica che quando finisce corri a farla ricominciare e la seconda volta che l’ascolti è meglio della prima e così via. E poi Stefania, primo strumento del duo se così si può dire ( nel senso che si è trattato di sonate composte per piano con accompagnamento di flauto), è stata musicalmente capace di lasciare ampio spazio al flauto che l’accompagnava: generosa, oltre che brava!

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… talis mater!

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Ma poi c’è di più e cioè che Stefania – pianista e fortepianista di fama internazionale (è insegnante alla Musikhochschule di Stoccarda) – è una nostra carissima amica figlia di altrettanto carissima amica Mirna, la mia “madrina” blogger, “gemella” di mia moglie per come sono unite dalla stessa sensibilità: cosa volere di più? E allora, grazie Stefania per questo ulteriore meraviglioso dono musicale che ci hai fatto e grazie Mirna, anche per avere fatto … Stefania!

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SI PREGA DI ENTRARE DUE PERSONE ALLA VOLTA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Maggio, 2020 @ 4:33 pm

Detto altrimenti: e dai … lasciatemi scherzare u po’ … (post 3902)

Non disturbare, tenere la destra, restare indietro, salire dalla porta posteriore … tutti modi all’infinito per esprimere un comando, una forma imperativa. Correttamente,  anche se non proprio linguisticamente bellissimo. Tuttavia, quel “Si prega di ” a stemperare quell’imperativo – che se chiesto in quel modo cortese è un po’ meno imperativo – mi ha fatto sorridere, nel senso che mi è piaciuto leggere quel messaggio “alla meridionale” e cioè interpretare quel verbo come se fosse transitivo: “entrare due persone” come se fosse un invito: “Voi siete lì fuori, per favore, introducete due persone alla volta nel negozio …

Però è vero: in Italia e in italiano vi sono comportamenti solo un poco vietati; altri vietati; altri infine “severamente” vietati.

Altri casi bellissimi, tipici dei nostri splendidi, ricchi dialetti: “Entrami il bambino che piove”; “esci i soldi e paga”; “scendimi il bambino che lo passeggio”; “ti ho imparato di non dire queste cose”; “chi ha rimasto aperta la finestra? No, non sto ridicolizzando queste forme dialettali, le sto tratteggiando come pennellate di colore, di vita vera, vissuta da gente “non studiata” (eccone un’altra) ma non per questo meno nobile e genuina (la gente) e meno nobili e genuine le espressioni del sentimento comune.

Ed ora tocca a quell’  “alla volta”. Sempre scherzando si potrebbe pensare che può entrare anche un gran numero di persone, purchè accoppiate, due alla volta. No? Dite che sto esagerando? Evvabbè … avete ragione voi, la smetto. Comunque due risate ce le siamo fatte insieme, vero? E questo era il mio scopo. Alla prossima!

P.S.: sempre meno grave di quei “xchè” e faccine varie a sostituire la lingua del bel paese dove il sì suona. Ecco, quel “dove” oggi spesso orrendamente usato un chiave temporale: “il mese scorso, dove io facevo …”

Scrive Alessandro Zorat: “Sul blog ci diverti con: “Ed ora tocca a quell’  “alla volta”. Sempre scherzando si potrebbe pensare che può entrare anche un gran numero di persone, purchè accoppiate, due alla volta. Ed io che pensavo si intendesse che si puo’ accedere alla volta =  “Struttura muraria a superficie curva usata come copertura di edifici, sale, logge e sim.” soltanto a due a due.  Poi pensando a te – incallito velista – mi e’ anche venuto il dubbio che si trattasse di dare la volta ad una cima su qualche ormeggio. Ma c’era quel verbo “entrare” che mi ha convinto che ero sulla strada sbagliata. Per inciso: pare che un cartello simile l’abbia apposto il signor Noe’ quando cercava di caricare ordinatamente la sua arca”.

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Protetto: FOTOSTORIA ACCADEMIA DELLE MUSE – 2

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Maggio, 2020 @ 1:56 pm

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