RECOVERY PLAN & MES

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Novembre, 2020 @ 12:09 pm

Detto altrimenti: No, caro Giuseppi no, così non va ... (post 4083)

Insomma, uno aveva deciso di dedicarsi alla poesia, alla vela … poi esce di casa, compera i giornali, li legge e s’in … quieta! Maccome, Giuseppi, non ti basta di essere il Principe dei DPCM? DPCM che vuol dire Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, ma anche “Dicci Perfavore Cosa Macchini”?

Parlo del RECOVERY FUND ancora senza un RECOVERY PLAN che tu vorresti redigere alla paesana, alla “mi, ti e ‘l Toni e poco più”, ovvero alla CGP-Conte, Gualtieri, Patuanelli + 6 tecnici. E gli altri ministri? E la collegialità del governo? MATTEO RENZI ha già detto che non accetta che i ministri siano commissariati.

La Francia ha presentato il suo piano un mese fa: 100 mldi di cui 40 finanziati. E noi?

Ma non finisce qui. Già … perchè ci sono i 37 miliardi di euri del MES che il M5S vuole che “si dica una volta per tutte che noi Italiani non useremo il MES, neanche quello sanitario”. E tu, Giuseppi, prendi posizione, tira fuori gli attributi, imponiti, decidi (ovviamente per il sì). Cosa? Quelli i 5S farebbero cadere il governo? Ma quando mai! E’ un bluff, vallo a vedere, Giuseppi! Dai, che anche Davide Sassoli, Presidente del Parlamento EU, ci sollecita e ci ricorda che l’Italia è l’unico paese che ancora non si è pronunciato sulla riforma del trattato istitutivo del MES.

Questa la devo dire: sono tanto grosse che uno si dice: “Avranno ben ragionato … ci deve essere una ragione di fondo che non ci è dati capire … ma se fanno così … loro che sanno le robe …”Come se ne esce? Raga, scusate se cito il latinorum (con traduzione): un celebre avvocato, qualche anno fa … si, mi pare che si chiamasse Cicerone, si … era proprio lui: per arrivare a capire questi misteri suggeriva di porsi questa domanda: “Cui prodest? Cui bono?” Ovvero, chi ci guadagna? A chi torna utile?

AGGIORNAMENTO DEL 1.12.20

RECOVERY FUND/PLAN – Sembra che il presidente Conte interesserà il parlamento sul Recovery Plan. Mi auguro che prima – come atto di governo – attenendosi alle linee guida dell’UE, scremi la moltissime propostine dal sapore acchiappavoti che sono state paracadutate dalla politica (locale e non, ma sempre con la “p” minuscola!) sul suo tavolo, e che porti in Parlamento solo i progetti significativi FRUTTO DELL’APPLICAZIONE DELLE REGOLE UE E NON DI UNA SCELTA POLITICO-DISCREZIONALE: altrimenti non se ne esce più! Altro accorgimento: l’UE finanzia PROGETTI CERTIFICATI non un semplice elenco di idee: quindi la Task Force di cui c’è urgente bisogno è un GRUPPO DI PROGETTISTI che possa TRASFORMARE LE IDEE-PROPOSTE IN VERI PROGETTI.

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DAL MANAGEMENT AL GOVERNO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Novembre, 2020 @ 6:21 am

Detto altrimenti: nelle SpA, quando si cresce, si decentra; in fase di recessione, si accentra. E nei governi?    (post 4082)

UE – In questa fase di recessione da Covid, l’UE sta “accentrando” la sua capacità di intervento, nel senso che si sta organizzando per raccogliere denaro con cui sovvenzionare i singoli paesi.

Lo Stato – E’ in fase di accentramento della sanità, riprendendo proposte politiche di Matteo Renzi che negli anni recenti “aveva bocciato”. Accentra anche (necessariamente) il meccanismo di ricezione dei fondi UE salvo rifiutarne alcuni (MES) ed essere in ritardo con altri (Recovery) rispetti ai quali ultimi il problema non è solo o principalmente quello della loro “pre-attribuzione” bensì quello della tempestiva progettazione certificata dei singoli interventi candidati alla loro assegnazione.

Gli Enti Locali – Localmente si fanno propaganda reclamando una serie numerosissima di interventi che a sentire ognuno di essi dovrebbero essere inseriti di diritto fra quelli beneficiati.

La sensazione che ne traggo io, uomo delle SpA per una vita e amante della musica classica frequentatore di concerti, io che sto cercando di capire come le azioni dei tre livelli (UE, Stato, Enti Locali) si possano coordinare, credo che sia simile a quella di un direttore di orchestra che non riesca a fare andare a tempo gli orchestrali. Intendiamoci: non che io abbia la pretesa di governare questa “sinfonia”, ma di capirne i meccanismi, sì.

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I BOND LOCALI UN’ILLUSIONE? DIPENDE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Novembre, 2020 @ 4:20 pm

A seguito dell’intervento di Albino Leonardi su l’Adige 29.11.20 pagg. 1 e 39 (post 4080)

Concordo con Leonardi: non si deve aumentare il debito pubblico. Detto ciò, nell’aprile scorso usciva il libro da me scritto insieme a Gianluigi De Marchi “Ricostruire la Finanza” del quale ai primi di dicembre uscirà la seconda edizione. In quella sede, dopo avere brevemente analizzato le crisi economiche finanziarie degli ultimi secoli (con ampia rilevanza anche alla crisi 2008 dei mutui subprime della Lehman citata da Leonardi)  abbiamo messo in evidenza l’opportunità che gli enti pubblici tornino ad emettere Titoli di Rendita Irredimibili, cioè non di debito, meglio se finalizzati ad investimenti. Il discorso ha preso le mosse da emissioni dello Stato, ma si è allargato anche al livello UE e a quello degli Enti locali. Per comprendere la nostra proposta occorre tenere presente alcuni punti:

  • Il TIR, Titolo Irredimibile Rendita, non ha scadenza di rimborso quindi non è un debito e la sua emissione non aumenta il livello del debito pubblico. Allo stesso tempo aumenta la  liquidità dell’ente emittente.
  • E’ sottoscrivibile volontariamente. Se emesso in sostituzionedi scadenze di titoli redimibili, il TIR diminuisce il livello del debito pubblico.
  • I TIR assicurano all’investitore un rendimento maggiore dei titoli redimibili.
  • L’investitore può recuperare il capitate investito vendendo i titoli sul mercato.
  • Il valore del titolo può essere mantenuto aggiornato se il suo rendimento è legato in parte ad un tasso fisso e in parte a tasso variabile (ad es., Euribor + 1%)
  • Una emissione di TIR “privati” (a tassazione piena, quindi): 25 agosto 2020, Banca Intesa S. Paolo ha emesso due tranche di propri irredimibili 5% di 750 milioni cadauna, ricevendo solo per la prima tranche richieste per 6,5 miliardi.
  • Se TIR “internazionali” fossero emessi solo da alcuni paesi UE, essi raccoglierebbero i risparmi privati anche da paesi non emittenti.
  • Quanto ai titoli ”nazionali quasi TIR”,  guai se essi fossero  come aveva ipotizzato una certa parte politica e cioè “patriottici, ovvero “a lunghissima scadenza; esentasse; riservati agli Italiani” . Infatti, così facendo: 1) sarebbero sempre un debito; 2) sarebbero un regalo ai ricchi; 3) ammesso che l’UE de lo permettesse, riservarli agli Italiani avrebbe due conseguenze fortemente negative: a) escluderebbe l’apporto della finanza estera; b) drenerebbe pericolosamente i depositi bancari delle nostre banche.
  • Buoni Ordinari Comunali, Provinciali, Regionali: previsti dall’ art. 35 della L.724 del 23.12, 1994. Devono avere scadenza superiore ai 5 anni (e quindi potrebbero anche essere emessi in forma irredimibile); devono esseri destinati all’esecuzione di OO.PP locali; hanno un rendimento superiore di un punto rispetto ai titoli statali; hanno una tassazione ridotta; sono convertibili in azioni delle SpA comunali di scopo, quindi hanno già in se stessi potenzialmente la caratteristica della irredimibilità (le azioni di una SpA non hanno scadenza).
  • Parlare di bond locali significa” parlare di emissioni destinate a realizzare investimenti locali” non di titoli “sottoscrivibili solo da residenti”.
  • E’ vero, che la finanza (soprattutto privata) è oggi ricchissima (solo quella italiana pari a circa 4500 miliardi di cui 1700 nei conti correnti bancari): il problema è come convogliarla “volontariamente” verso investimenti pubblici e non con l’ennesima patrimoniale di turno.
  • E’ vero che esistono i mutui BEI, ma sono un debito;
  • E’ vero che esiste il Recovery Fund ma: saremo capaci di utilizzarlo? Comunque per il 60 % è un debito. E poi: sarà erogato su un programma preciso (esiste?) e sulla base dei  SAL, Stati Avanzamento Lavori. E … nel frattempo?
  • E’ vero che esistono i 37 miliardi del MES ma … accetteremo quello che a conti fatti è un vero e proprio regalo?

Concludo: bene i BOP – Buoni Ordinari Provinciali per finanziare le grandi opere locali, purché (ovviamente) sottoscrivibili da chiunque; senza scadenza di rimborso, cioè in forma irredimibile; con un rendimento superiore ai BOP redimibili; con il rendimento – se proprio vogliamo – garantito da un pool di banche locali che in tal modo incassano una bella provvigione. E l’investitore sarà doppiamente tranquillo.

Riccardo Lucatti, già a capo di primarie SpA finanziarie e operative. Coordinatore del Tavolo Finanza ed Economia Mista promosso da Italia Viva Trentino.

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‘STO SFACCIMME ‘E COVID … (napoletano)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Novembre, 2020 @ 7:11 am

Detto altrimenti: ci sta scassando i cabbasisi (siciliano)     (post 4081)

Die Covid wurste (tedesco), il deserto Covid. Una sorta di barbarie, peggio del deserto dei Tartari. Si ha un bel dire: webinar, videoriunioni, telefonate … non è la stessa cosa. ‘Sto sfaccimme ‘e Covid ci sta dando il tormento (non sono napoletano ma semplicemente un amante di tutti i dialetti!).

Pensate a chi ha perso una persona cara; a chi era quella persona cara; ai nipotini separati dai nonni e viceversa; a chi stava cercando lavoro; a chi il lavoro lo ha perso; a chi il lavoro ce l’ha ma non sa come gestire i figli piccoli; a chi vede in grande difficoltà la sua impresa piccola o grande che sia; a chi non può più andare a scuola; a chi si sobbarca turni pesantissimi e rischiosi negli ospedali; a chi è ricoverato in ospedale o in casa di riposo e non può ricevere alcuna visita; a chi …. chi mi sto dimenticando? Mi vorrà scusare.

E noi, i fortunati, noi i “garantiti” noi ancora virus-indenni-pensionati -non-d’oro-ma-pensionati, noi nonni, noi riserva welfare di affetti, di aiuti economici e di servizio bambinai … noi un pochino dobbiamo stare attenti perchè si sa quello il virus non aspetta altro che trovare un anziano … ops, colleghi, scusate, un diversamente giovane da aggredire.

Dice … che dopo il personale medico noi saremo i primi ad essere vaccinati: me lo auguro proprio, così potremo tornare ad essere vicini ai nipoti e a dare un po’ di respiro ai figli. Comunque anche noi abbiamo dovuto fare alcune rinunce, piccole se vogliamo rispetto a chi sta facendo le grandi rinunce di cui sopra, ma pur sempre rinunce: niente gruppi di lettura e circoli culturali; niente teatro e concerti; niente pedalate e sciate che quelle si sa più vai avanti con gli anni più sono necessarie e salutari. E così via.

Dice ... ma ci sarà bene un aspetto positivo in tutto ciò! Rifletto un po’ … ci penso … ah … sì, eccolo: che un bene lo apprezzi (grammaticalmente la frase è errata perchè c’è l’accusativo ripetuto, ma fa lo stesso!) che un bene lo apprezzi – stavo a di’ (questo è romanesco) – quando ti viene a mancare. Ed allora apprezzi la salute che non è stata aggredita e quel poco/tanto di libertà che ti è rimasta: rivaluti questi beni e li custodisci gelosamente come cose preziose che ti arricchiscono ben più di una vincita al superenalotto.

Ricordiamocene, quando tutto sarà passato.

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IL NOSTRO MONDO, UN MONDO DI CONTRO-SENSI …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Novembre, 2020 @ 8:18 am

Detto altrimenti: … da re-indirizzare nella direzione corretta     (post 4078)

Lo spazio orizzontale – I fenomeni che ci riguardano sono sempre più su scala mondiale: il clima, l’ambiente, la scarsità delle risorse naturali, il commercio, la finanza, le migrazioni, il terrorismo, le pandemie, le guerre “collegate”, la fame nel mondo, la scarsità di lavoro, la scarsità d’acqua, etc.- Ciò nonostante vengono gestiti sempre più in un’ottica di isolamento: continentale (“America first”); statale sovranistica (Turchia, Polonia, Ungheria, Brasile, etc.); regionale (ad esempio di fronte al Covid19); provinciale (quando un governo provinciale non dialoga con il Comune Capoluogo).

Lo spazio verticale – Materie che richiedono “approfondimenti profondi” vendono trattate “superficialmente”.

Lo spazio temporale – Fenomeni duraturi sono affrontati con interventi di breve periodo.

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Noi di Restart Trentino, Associazione che opera nell’ambito di Italia Viva Trentino, lavoriamo per re-indirizzare questi contro-sensi.

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La discultura della politica e la cultura della POLITICA … in XII Tavole

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Novembre, 2020 @ 4:37 pm

Detto altrimenti: “Cultura” = insieme delle conoscenze; “politica” = aggettivo oggi sostantivato dal greco antico teknè politikà = tecnica di governo.   (post 4079)

Le Leggi delle XII tavole sono una tra le prime codificazioni scritte del diritto romano e sono un corpo di leggi compilato nel 450 a. C. contenenti regole di diritto privato e pubblico. Sembra che le prime tre tavole riguardassero il processo civile e l’esecuzione forzata; la quarta il diritto di famiglia; la quinta le successioni ereditarie;  la sesta i negozi giuridici; la settima le proprietà immobiliari; l’ottava e la nona i delitti e i processi penali; la decima norme di diritto costituzionale (valore di legge per le decisioni del popolo in assemblea, proibizione dei privilegi, ecc.); le ultime due – dette da Cicerone tabulae iniquae  – istituivano il divieto di matrimonio fra patrizi e plebei.

I – Panem et circenses (pane e giochi del circo).Espressione con la quale Giovenale sintetizza le aspirazioni della plebe romana nell’età della Roma imperiale. Oggi diremmo: reddito di cittadinanza e campionati di calcio alla TV in abbonamento gratuito. Così la plebe … ops … scusate, il popolo non rompe, perché … “Qui ci si sollazza, non si fa politica”.

II – La cultura 1: negli Stati schiavisti della confederazione sudista americana, lo schiavo nero che avesse imparato a leggere e scrivere veniva frustato.

III – La cultura 2: base della democrazia e della vera libertà. Lo insegnava anche Don Lorenzo Milani, quando voleva che i suoi alunni sapessero leggere e comprendere anche le pagine di giornale diverse da quella sportiva.

IV – Ieri: i partiti politici: una volta organizzavano le Scuole di partito per formare cittadini consapevoli e capaci.

V – Oggi: i partiti politici organizzati democraticamente (e non i Movimenti organizzati sulla base di una rete web!)  ex art. 47 della Costituzione, sono lo strumento per mezzo del quale i cittadini intervengono nella vita politica, ma purtroppo non organizzano più quelle scuole.

VI – Domani: democrazia diretta? No grazie! Oggi si dice: uno vale uno; riduciamo l’età dei parlamentari; riduciamo il loro numero; individuiamoli per estrazione a sorte; introduciamo il referendum propositivo senza quorum o con quorum limitatissimo; inseriamo il vincolo di mandato = le leggi saranno fatte dai gestori di una rete = avremmo trasformato la democrazia in una oligarchia. No grazie. (Uno vale uno?  No grazie: per riprova prendete uno qualunque e mettetelo a capo della commissione bilancio della camera o del senato!).

VII – Democrazia, retorica, demagogia, populismo, populismo qualitativo, sovranismo, fascismo? Democrazia: nei secoli ha assunto in successione tre significati diversi; potere sul popolo (il democrator era il dittatore); strapotere del popolino; potere del popolo – Retorica: l’arte di abbindolare la gente con le parole – Demagogia: politica al “futuro”, ovvero “faremo, vi daremo”: politica delle lusinghe, degenerazione della democrazia (quella del terzo significato) – Populismo: politica del “passato prossimo”, ovvero “abbiamo fatto”  ciò che il  popolo ha voluto anche se fa male al popolo – Populismo qualitativo: fare ciò che il  popolo vuole anche se fa male al popolo affermando che quella è la volontà univoca di tutto, proprio tutto il popolo, massa informe ed uniforme – Sovranismo: essere un solitario vaso di coccio costretto a viaggiare in mezzo a tanti vasi di ferro – Fascismo: oggi è quello descritto da Umberto Eco nel libro “Il fascismo eterno”, Ed. la nave di Teseo, €5,00 mai così ben spesi.

VIII – Memoria politica. Chi non ha conoscenza non può avere memoria. Chi non vuole/può avere conoscenza non può avere memoria. Chi potrebbe ma non vuole avere conoscenza,  non ha memoria; chi ha conoscenza ma non gli conviene, fa finta di non avere memoria.

IX – Potere e responsabilità. Nelle SpA, il potere è unito alla responsabilità..  In una Spa moderna, il capo vive del contributo delle sue “periferie”, sollecita le intelligenze decentrate, informa e coinvolge, responsabilizza, motiva, fa prevalere l’intelligenza collettiva sulla presunzjone individuale; opera per funzionigrammi e non per organigrammi. In politica no. In POLITICA, sempre.

X – Lo spazio della politica: ad esempio di un governo provinciale, uno a caso, ad esempio quello attuale della Provincia Autonoma di Trento. Quella politica occupa lo spazio limitato del proprio “ufficio”. Non accetta di dialogare con il “basso” (ad esempio il Comune), né di operare in una prospettiva di connessione verso l’ “alto” (interprovinciale, interregionale, statale, europeo).

XI – La politica al massimo riesce ad organizzare la propria nomostatica, ovvero lo schema dell’agire, ma poi non lo attiva: non conosce la nomodinamica. La POLITICA si.

XII – Mediocrità al governo. Senza cultura, cade preda di se stessa e quel che è peggio non se ne accorge. Tuttavia il danno peggiore non è quello generato dalle sue azioni; nemmeno quello generato dalle sue omissioni. Il danno peggiore è che scatena la gara fra i mediocri al grido: ”Se ci è riuscito lui …”

(E se mi sbaglio … mi corigerete!)

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RESTART restarts!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Novembre, 2020 @ 10:20 am

Detto altrimenti: riprendono gli Eventi Restart     (post 4077)

L’Associazione Restart … riparte! – V. post precedente: in ricordo dei due giornalisti trentini Piergiorgio Cattani a Antonio Megalizzi, sabato 28 novembre ad ore 11,00 si tiene una conferenza stampa di Restart Trentino, associazione voluta cinque anni fa dall’allora non ancora Senatrice Donatella Conzatti, la quale continua a volermi alla sua presidenza. La conferenza può essere seguita al link https://meet.google.com/xfw-zywf-hzr e su di essa riferirà la stampa domani. Io mi limito qui ad esporre quello che potrà formare oggetto della ripresa degli Eventi Restart, come accennerò molto brevemente nel mio intervento di saluto e introduttivo.

Restart è la sede nella quale cerchiamo di sviluppare un pensiero comune, che è tale in quanto elaborato sin dall’inizio con il contributo di tutti e che quindi per questa sua specifica genesi deve essere definito – come ci ha insegnato Don Lorenzo Guetti – un vero e proprio Bene Comune. Ma qual è l’ambito spaziale entro il quale si attua questa sintesi? Sicuramente quello rappresentato dai nostri Associati e da chi pur non essendo tale viene ad assistere ai nostri eventi. Ma ciò per noi non è sufficiente e non ci basta, non tanto perché noi si voglia far condividere uno specifico contenuto, quanto piuttosto perché il nostro primo obiettivo è allargare l’ambito della condivisione del metodo che è quello della reciproca informazione, del confronto, del dialogo: in una parola, della “comunicazione” intesa in senso latino della communis actio, azione comune.

E ciò oggi è maggiormente necessario di fronte al manifestarsi di due fenomeni che si paradossalmente si sviluppano, ognuno, in direzione reciprocamente contrastante. Infatti, da un lato la complessità dei problemi tende a farli considerare in una scala più ampia, ovvero di sistema. Mi spiego: un problema comunale, ad esempio quello della Funivia che deve unire il centro città di Trento con un suo quartiere in quota, in realtà è “anche” un problema provinciale e statale se non altro per la possibilità di utilizzare attraverso la Provincia fondi statali ed europei.  Esso inoltre è anche un problema intercomunale, interprovinciale, interregionale ed euregionale, in quanto può dare l’avvio alla creazione di una nuova area “bike-area” sull’esempio del Tirol Bike Safari, nuovo prodotto turistico che metta a reddito una risorsa naturale al cui pieno utilizzo non è stata dato ancora la dovuta centralità: il dislivello, in tutte le stagioni.

In direzione opposta si muove il secondo fenomeno, nel senso di un geloso arroccamento su se stessi dei sistemi politici “superiori” dispetto a quelli “inferiori”. Mi spiego: a Roma si discute come selezionare i progetti finanziabili con il Recovery Fund fra le centinaia di idee e proposte avanzate da soggetti diversissimi.  Nella nostra Provincia si scrive di 32 progetti, si parla della loro finanziabilità, senza coinvolgere il Comune interessato. E ciò benchè il  Comune sia “luogo geometrico” non dei punti ma delle Persone su tutte e sole le quali ricadono gli effetti delle decisioni ovunque assunte: in vetta (UE, Stato) e a mezza montagna (Provincia). Ed allora cominciamo ad usare i termini giusti, le parole appropriate perché ”le parole sono pietre” (firmato questa volta da un altro don,  Lorenzo Milani): il Comune è l’Ente più diretto; poi vengono gli altri Enti, via via sempre meno diretti. Insomma, dobbiamo dare vita ad una seconda Nuova Età dei Comuni. Questa sarebbe solo l’attuazione di un principio ormai consolidato, quello di sussidiarietà che riespongo con un lessico più adeguato: “non faccia l’Ente meno diretto ciò che può fare meglio e prima l’Ente più diretto”.

Concludo: l’Associazione Restart opera perchè si passi da un pensiero comune ad un governo (più) comune.

Riccardo Lucatti – Presidente Restart; coordinatore del Tavolo Finanza ed Economia mista promosso da Italia Viva Trentino.

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ASSOCIAZIONE RESTART TRENTINO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Novembre, 2020 @ 7:44 am

Detto altrimenti: RESTART … restarts!     (post 4077)

Riparte l’Associazione Restart Trentino, fondata cinque anni fa dall’allora non ancora Senatrice Donatella Conzatti, che continua a volermi alla sua presidenza. In questo periodo abbiamo organizzato molti eventi su temi fondamentali per la nostra società, fra i quali il lavoro e l’imprenditoria giovanile, la parità di genere, l’autonomia, le famiglie con bimbi portatori di handicapp, l’Autonomia, le Terre di confine. Sono orgoglioso che l’evento con il quale si riapre la nostra attività sia quello che vi segnalo. Grazie se vorrete collegarvi sabato 28 novembre nelle ore 11,00 -14,00 tramite il link https://meet.google.com/xfw-zywf-hzr

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PENSIERINI BAMBINI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Novembre, 2020 @ 6:48 am

Detto altrimenti: esiste un Premio Nobel per poeti bambini?    (post 4076)

Inverno in montagna
In inverno crescono le montagne e poi spunta la neve.

Dall’inverno alla primavera
In inverno gli alberi muoiono e perdono e foglie. Poi viene un signore con un camion, li carica e li porta in una fabbrica dove attaccano le foglie nuove ed è di nuovo primavera.
Gesù bambino prende un albero morto e lo ricrea, gli mette il tronco, i rami, le foglie.

Estate al mare
Il sole veste di luce le onde.
Le onde, quando arrivano a terra, si appiccolano.

Estate in montagna
Il tetto dell’erba è il cielo.
Le nuvole sono le onde del cielo.
Se un albero cresce, buca il cielo e piove.

Grammatica italiana
Va bene, plurale va bengono.
Ha sete, plurale ha setono.

Giocattoli
Di un giocattolo nuovo, in rapidissima successione: “Ne ho sentito parlare – L’ho visto – Mi piace – Lo voglio – E’ mio”.

Pancia e schiena
La pancia serve, perché se uno è invitato ad una festa da un amico, deve avere il posto dove mettere la torta. La schiena è importante, perché se uno ha dei pensieri brutti, se li butta dietro la schiena e se li porta via.

La stanchezza
Si è stanchi nei piedi o nella testa. Se si è stanchi nei piedi, si deve camminare più piano. Se si è stanchi nella testa non si riesce più a pensare.

Il matrimonio
“Nonna, quando mia mamma si è sposata con papà, prima gli ha chiesto se aveva altre mogli. lui ha detto di no e allora la mamma l’ha preso come marito”.

Preghierina della sera
“Gesù Bambino, grazie per quello che mi hai dato e Ti chiedo di darlo anche a tutti i bambini del mondo. Scusa se oggi non Ti ho pregato, però Ti ho pensato e basta pensarTi, è vero?”

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I DIALOGHI DI PLUTONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Novembre, 2020 @ 10:13 am

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Detto altrimenti: piensa mal y acertaràs, pensa male e indovinerai, ovvero: quando il diavolo ci mette la coda, ovvero “ACHTUNG PATRIMONIALE”    (post 4075)

Piazza del Duomo a Trento. Tizio e Caio zono seduti al sole a bersi un buon caffè al tavolino di un bar

Tizio: Però, Caio, che novembre caldo abbiamo quest’anno …
Caio: Anche troppo, non è normale. E poi, per la stagione sciistica …
Tizio: Ma se non sappiamo ancora se apriranno gli impianti! E poi comunque stanno già sparando la neve …
Caio: La mia era solo una battuta, i problemi sono molto più ampi, non trovi?
Tizio: Certo, con 800 morti al giorno … peggio della prima ondata.
Caio: Si, va male per i morti, ma anche per i vivi … sostegni di qua e di là … ma nessuno parla più di dove sta andando il nostro debito pubblico.
Tizio: Ma ora arrivano i 200 miliardi del Recovery Fund.
Caio: Li voglio vedere io quei 200! Non sarebbe la prima volta che non siamo capaci di utilizzare i regali dell’UE!
Tizio: Dai, non essere così pessimista … il premier Conte ha sdetto che il piano di utilizzo esiste.
Caio: Sì è vero, Giuseppi ha detto così. Peccato che il suo ministro abbia detto che vogliono creare una task force per redigere il piano! A chi dobbiamo credere?
Tizio: Ma … quel signore! Ehi, quel signore … sì, proprio tu, Sempronio! Vieni a sederti qui con noi per un caffè!

Il diavolo Plutone, sotto le mentite spoglie di Sempronio, sorride, risponde all’invito a va a sedersi al tavolino dei due amici.

Sempronio: Buongiorno amici, accetto volentieri il caffè e la vostra compagnia. Scommetto che stavate parlando di politica.
Tizio: Non di politica ma di finanza ed economia, del Recovery Fund.
Sempronio: Non dire quattro finchè non l’hai nel sacco …
Caio: Anch’io la penso così. Ma se non riuscissimo ad incassare il Recovery?
Sempronio: Innanzi tutto il governo dovrebbe accettare il regalo dei 37 miliardi del MES. Mi stupisce che il PD che sta al governo non si imponga nei confronti del M5S …
Tizio: Il M5S aveva detto no sin dall’inizio quando il MES era fortemente condizionato. Ora che non lo è più ne hanno fatto una questione di principio.
Caio: Forse Giuseppi teme che se li prende,  il M5S faccia cadere il governo.
Sempronio: Ma quando mai …anzi … ”quando di maio”!? Mi spiego: quando mai Di Maio troverebbe chi gli paga un’Audi 8  con autista, solo per citare un particolare, dai, siamo seri! Il motivo è un altro … io che sono un diavolo d’uomo lo so bene …
Tizio: Ed allora dillo questo motivo!
Sempronio: Giuseppi, come lo chiamate voi, vuole diventare Presidente della Repubblica ed ha bisogno del sostegno del M5S che mica può candidare Grillo, ed allora io do una cosa a te, tu dai una cosa a me, Fine.
Caio: Ma non avete letto i giornali oggi? Giuseppi pare convinto: sta cercando di convincere tutto il governo a prendere il MES.
Sempronio: Ecco la controprova: se gli dicono di no, che fa? Non li prende? Oppure, cosa gli chiederanno in cambio? Staremo a vedere …
Tizio: i MES, nemmeno la Grecia li vuole …
Sempronio: Si, ma la Grecia ha il bilancio della finanza pubblica in pareggio, noi dobbiamo sborsare ad ogni scadenza 300 miliardi, oppure rinnovarli.
Caio: A parte che la tua sia una diavioleria bella e buona, ma nel frattempo mancheranno le risorse finanziarie pubbliche …
Sempronio: Niente paura. Alla fine ci diranno: “Vedete bene che noi abbiamo fatto il possibile … ma l’UE … la pandemia … gli altri … insomma, si è venuta a creare una situazione per cui …”
Tizio: Per cui cosa?
Sempronio: “… per cui siamo costretti nostro malgrado ad applicare una forte patrimoniale”. Fine.
Tizio: Ma perché non iniziano adesso ad emettere titoli di rendita irredimibili non di debito? Sono stati scritti libri di recente, avallati da importanti personaggi  … Ma … cos’è questa foschia, questo turbinio?
Caio: Niente paura, è solo il camion che lava la strada e con questo vento i getti d’acqua che lancia si polverizzano …. venite … spostiamoci …
Tizio: Eccomi … sono qui ma … dove è finito Sempronio? E’ sparito! Diavolo d’un uomo. Ogni volta la stessa storia, vallo a capire, lui e le sue pensate diaboliche … sparisce in una nuvola, di fumo, di nebbia, di vapore acqueo. Ricordi, Caio, quando è sparito dentro la nuvoletta delllo sfiatatoio della macchina del caffè di questo bar? Dai, intanto a pagare il caffè tocca sempre a noi due …

Sipario

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