LE BUGIE NON SI DICONO MAI, TANTO MENO IN POLITICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Novembre, 2024 @ 7:36 am

A coloro che dicono le bugie si allunga il naso a denunciare l’inganno. Questo è uno dei tanti insegnamenti che ci derivano da “Pinocchio”, il burattino delle mille avventure, creato da Calo Lorenzini, scrittore nato e morto a FIRENZE (1826-1890) che assunse lo pseudonimo di Collodi dal nome del paesello del pistoiese nel quale era nata la sua mamma.

“Pinocchio”, libro per bambini e – aggiungo io – anche per adulti! Infatti Collodi è stato il primo a metterci in guardia contro la truffa delle CRIPTOVALUTEe, quando raccontò dei due ladroni che convinsero l’ingenuo Pinocchio a sotterrare le sue monete d’oro! Infatti, a loro dire, quei “semi” avrebbero fatto crescere un albero che avrebbe prodotto come frutti tante altre monete d’oro, molte di più di quelle che l’ingenuo Pinocchi stava seppellendo. E tutto questo per poi tornare di nascosto a dissotterrarle e a rubarle.

Ma c’è di più: c’è il Collodi uomo politico, quando ci mette in guardia contro la demagogia che letteralmente significa dare al popolo ciò che il popolo desidera, anche se poi tornerà a suo danno. E ce lo insegna con il suo Paese dei Balocchi, nel quale il capo del governo di quel paese attrae gli ingenui bambini elargendo a piene mani dolciumi e giochi salvo che la mattina dopo i “beneficiati”, al risveglio, si trovino trasformati in tanti asinelli, subito destinati a pesanti lavori, della serie “Qui non si fa politica, si lavora!”

L’attualità della lectio magistralis politica di “Pinocchio” consiste nei tanti piccoli-grandi condoni elargiti dell’attuale nostro governo a settori diversi; nelle pretese ricche assegnazioni dii denaro a servizi pubblici in crisi (Sanità pubblica), seguite dal consenso di chi, pur avendo raggiunto l’età per votare, crede ancora alle favole.

Dice … ma come è successo che Mangiafuoco sia arrivato “democraticamente” al potere? Lo racconta in sintesi l’ultimo verso di una breve lirica inglese:

Who opened the door for the democrator?§
And how come he let in the market-conquistadors?
Why is he acting as if he has something to hide?
The privilege of the stupid is to be taken for a ride”.

Chi ha spalancato la porta al democrator?
Come mai costui si è collocato nel novero dei conquistatori?
Perché si muove come chi ha qualcosa da nascondere?
Il privilegio dello stupido è di farsi prendere per un somaro.

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SSN: TENTATIVO DI CONFRONTO DI IDEE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Novembre, 2024 @ 4:03 pm
  • Parlando con una persona, lamentavo nel governo la mancanza di una programmazione organica e strategica per riordinare il SSN.
  • Il mio interlocutore mi dice: Le carenze che oggi riscontriamo nel SSN non le ha mica create qusto governo, nei suoi due anni di vita.
  • Rispondo: E’ vero, però a maggior ragione chi ha voluto/saputo andare al governo, dovrebbe redigere, lanciare e gestire una progtrammazione organica e strategica.
  • Incalza: Ma questo governo sta già facendo qualcosa in merito …
  • Rispondo: appunto, “qualcosa”, non il piano che dovrebbe. Significa che non vuole che la Sanità resti pubblica, bensì che diventi privata.
  • La persona: scusa, devo andare … ho un appuntamento …

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POLITICA E FINANZA NON FACIUNT SALTUS

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Novembre, 2024 @ 8:24 am

E ci risiamo con il latinorum, dirà qualcuno! Evvabbè, dopo che me lo hanno fatto studiare per tanti anni dalle scuole medie al liceo classico …. dai che ci sta!  Comunque ora mi spiego. Tempo fa il signor Leibniz ebbe a dire che “natura non facit saltus”, cioè che esiste una continuità nell’evoluzione della natura: questa sua espressione viene ormai usata anche a prescindere dalla sua portata originaria bensì anche solo come strumento della dialettica, come in questo caso.

Mi spiego meglio. Le tornate elettorali avvengono in tempi e a “livelli” diversi: livello originario (elezioni comunali) e livelli ulteriori (provinciale, regionale, statale, europeo), tuttavia l’elettore è sempre uguale a se stesso, nel senso che è sempre quella stessa persona che entra nelle diverse cabine: quindi anche quando andiamo a votare alle “comunali” dobbiamo dare la preferenza a chi abbia già in quella circostanza questa nostra consapevolezza sulla continuità del pensiero e dell’azione della politica.

Lo stesso vale per la finanza. Per riparare un marciapiede rotto occorre disporre della finanza necessaria a pagare l’impresa e ogni Comune di rifornisce di risorse finanziarie attraverso quanto generato dalle sue SpA, dalle proprie imposte e dalle sanzioni comminate e dai contributi a cascata della provincia, della regione, dello stato, dell’UE.

E come la politica e la finanza non devono fare saltus, altrettanto dovrebbe avvenire per la “carriera” dell’homus politicus, nel senso che ogni persona impegnata attivamente nella politica dovrebbe formarsi attraverso un percorso graduale, così come in azienda prima di diventare Direttore Generale è molto meglio avere percorso e quindi conoscere tutti i settori e i livelli del percorso produttivo e organizzativo.

Purtroppo invece esistono politici e amministratori pubblici che hanno fatto i salti, ovvero che sono stati eletti o posti in posizione di governo grazie a un elevato numero di like! Ma si può? E invece dobbiamo evitare che la tecnica della commedia dell’arte nella quale si recitava in assenza di un copione, si passi alla “politica dell’arte” cioè ad una tragedia: la politica senza un copione preciso, nella quale politici improvvisati … improvvisano (appunto!).

(E LEGGETE ANCHE IL POST CHE PRECEDE QUESTO, DAI …)

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DEBITO E FINANZA PUBBLICO-PRIVATA E SSN.

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Novembre, 2024 @ 6:29 am

Dopo le elargizioni demagogiche dei molti “condoni di fatto”, è il turno delle notizie diffuse dal governo circa il preteso buon andamento del Sistema Italia, le quali però contrastano nettamente con i numeri forniti da Confindustria, ISTAT, INPS, Sindacati, Bankitalia, Caritas.

A prescindere da ciò, è comunque chiaro che occorre invertire la crescita del debito pubblico, pena la prospettiva della nostra uscita dall’Euro. Pertanto occorre innanzi tutto ridurre la spesa, di cui una delle principali voci riguarda il SSN-Servizio Sanitario Nazionale e all’attuale governo non conviene certo dichiarare espressamente di volerlo abolire.  Ed ecco che, al fine di potere rispettare i limiti UE, il governo sta riducendo gradualmente tale spesa come pure quella per altri servizi pubblici.

Tuttavia, quando queste riduzioni non saranno più sufficienti, ci troveremo di fronte ad un bivio: l’azzeramento di fatto del finanziamento del SSN e di altri servizi pubblici oppure rischiare di essere messi fuori dall’Euro, il che comporterebbe una forte svalutazione della lira: il popolo sarà “costretto a scegliere” il minore dei due mali e subirà innanzi tutto l’azzeramento del SSN. A questo punto il governo ricorrerà al populismo, dicendo di “avere solo dato esecuzione all’unica, compatta volontà del popolo”.

Affermo questo perché incredibilmente – e non spiegabile diversamente! –  manca una programmazione completa e strategica del SSN, così come manca il ricorso a nuovi tipi di strumenti della finanza pubblica.

A quest’ultimo riguardo mi riferisco alla possibilità che lo Stato emetta titoli pubblici Irredimibili Rendita con la clausola della rinuncia al diritto di riscatto unilaterale, il che li farebbe riclassificare come titoli non di debito. Titoli molto attrattivi per la ricca finanza privata italiana ed estera a causa del loro maggiore rendimento.

Con la loro emissione si ridurrebbe il debito pubblico ed allo stesso tempo si aumenterebbe la liquidità del Tesoro. Inoltre correttamente si sposterebbe il problema dal solo aspetto statico-patrimoniale (livello del debito pubblico) all’aspetto dinamico-finanziario-programmatico-reddituale, attraverso nuovi investimenti in settori produttivi quali industria, turismo, agricoltura in parallelo a investimenti nella sanità pubblica, sui giovani, nel sociale, nel lavoro, nella cultura. Tutto ciò sarebbe possibile grazie alla maggiore disponibilità finanziaria pubblica generata dall’utilizzo della ricca finanza privata italiana ed estera apportata al Tesoro dagli acquirenti accorsi a sottoscrivere tali nostri titoli.

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Riccardo Lucatti, Responsabile del Tavolo di lavoro “Finanza ed Economia mista” di ITALIA VIVA TRENTINO.

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DSN-DISSERVIZIO SANITARIO NAZIONALE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Novembre, 2024 @ 7:34 am

IERI SERA ALLA TV-NON RAI …

Corrado Augias parla con Milena Gabanelli e Simona Ravizza del loro libro “Codice rosso – Come la sanità pubblica è diventata un affare privato”. Rasenta quasi l’incredibile come siano stati – e continuino ad essere – ignorati gli allarmi e le proposte degli organi rappresentativi degli addetti ai lavori; quali e quante siano le mancanze di HW (posti letto e personale) e di SW (programmazione, organizzazione e controllo) del SSN che ormai dovrebbe cambiare nome e chiamarsi DSN-Disservizio Sanitario Nazionale.

Tralascio i numerosi particolari drammatici emersi nella discussione del libro. Da vecchio top manager quale sono evidenzio solo un aspetto che emerge – purtroppo – anche dalle dichiarazioni della PCM focalizzate sempre e solo su aspetti singoli, marginali: manca la capacità o – peggio – la volontà di una programmazione strategica unitaria e completa di medio-lungo periodo per un intervento globale da progettarsi e gestirsi con la tecnica del General Management.

Orbene, poiché la PCM non ha una esperienza manageriale tanto meno nel settore della Sanità, devo intendere che non fare attivare da collaboratori (ministri) competenti questo intervento strategico ( = indispensabile e insostituibile) sia una decisone politica: La PCM vuole abolire il SSN e sostituirlo con il sistema all’americana (USA): chi ha i soldi o si assicura, si cura; gli altri .. evvabbè. E i cittadini la voteranno ancora?

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BERLINGUER – LA GRANDE AMBIZIONE”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Novembre, 2024 @ 8:16 am

Ho visto ieri questo ottimo film. La Politica deve essere animata dall’etica del compromesso, purchè non si tratti di compromessi “sporchi”. E quello voluto da Enrico Berlinguer e da Aldo Moro non era certo sporco, bensì costruttivo, in quanto superava
a) l’etica di princìpi (di estremismi che avrebbero condotto alla dittatura dell’integralismo);
b) l’etica del risultato (di un liberismo capitalistico sfrenato) che avrebbe condotto alla dittatura del cinismo.

Mi ha molto “toccato” la parte del film che parla del rapporto personale delle due Persone, anche perché vengo dalla lettura di “Dolore e furore” di Sergio Luzzatto sulla storia delle Br genovesi e del loro fantomatico capo Riccardo Dura, libro che tratta anche dell’uccisione di Moro.

Tuttavia ancor di più mi ha coinvolto la doppia attualità odierna del dualismo che Berlinguer e Moro volevano superare: al tempo loro un’Italia in bilico fra il rischio di una contrapposizione che avrebbe potuto portare ad una “soluzione forte” (di destra o di sinistra); oggi, un doppio dualismo:

– Il bivio italiano, fra i difensori della democrazia parlamentare e “quelli della democrazia diretta” o “quelli della non separazione dei poteri”.
– Il bivio europeo, fra la creazione di un sovranismo europeo, cioè di una UE Politica e l’individualismo di alcuni capi di governo.

Le masse degli elettori dovrebbero comprendere quanto la democrazia parlamentare formale e sostanziale ed una UE politica siano scelte strategiche (letteralmente: indispensabili e insostituibili) per la nostra sopravvivenza quali soggetti liberi e significativi nel contesto mondiale, ma la cosiddetta cultura della comunicazione dominante e fuorviante dalla quale siamo invasi e pervasi sta fino ad oggi impedendo a molti di acquisire questa consapevolezza.

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CABINOVIA TRENTO-MONTE BONDONE: LA “Si-Politica” E LA “no-politica”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Novembre, 2024 @ 9:25 am

La Si-Politica:
– ha la visione d’insieme con la giusta ampiezza spazio-temporale;
– pre-vede e pre-provvede;
– ha il potere e il coraggio di scegliere;
– si assume la responsabilità delle proprie scelte.

La no-politica:
– non ha una visione d’insieme con la giusta ampiezza spazio-temporale;
– contesta le scelte di fondo altrui sulla base di dettagli non significativi;
– fa opposizione ideologica o strumentale;
– si ritiene non responsabile dell’inerzia che va predicando.

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TRENTO-MONTE BONDONE, LA CABINOVIA SERVE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Novembre, 2024 @ 5:09 pm

Mi riferisco all’articolo di Ettore Zampiccoli su l’Adige del 15 novembre, pagg. 1 e 38, che mi permetto di non condividere. Infatti la nuova cabinovia Trento-Monte Bondone serve per molte ragioni:

  • collega un quartiere al centro città;
  • è il presupposto per la rivitalizzazione di strutture già esistenti;
  • porta la montagna in città e non il contrario;
  • ha una funzione anche sociale, permettendo il clima di montagna anche a chi non ha la casa in montagna né si può concedere un albergo ed è il presupposto per una sorta di “migrazione verticale” di strutture quali asili e ricoveri per anziani;
  • è il logico completamento di una città di montagna, l’unica senza la sua cabinovia;
  • è un intelligente e proficuo utilizzo dei contributi statali, oggi disponibili e domani forse non più, visto l’andamento generale della finanza pubblica “romana”;
  • non è fatta principalmente per la pratica dello sci, ma per dare avvio alla destagionalizzazione del turismo in tutta la provincia/regione.

Mi riferisco ora a quest’ultima ragione. La nuova cabinovia può essere l’innesco di un nuovo prodotto turistico: la vendita dei “dislivelli” anche nelle due stagioni primavera e autunno, le sole nelle quali il turismo oggi può e deve essere incrementato.

Infatti può stimolare da parte della Provincia la creazione del TRENTINO BIKE SAFARI (“safari” vuol dire “viaggio”) sull’esempio del TIROL BIKE SAFARI che da anni ha messo in rete oltre 700 km di ciclo discese, attirando masse di cicloturisti e di cicloescursionisti.

Il primo passo di questo progetto sarà la connessione del cicloturismo della Valle dell’Adige con la Valle dei Laghi e la zona dell’Altogarda Trentino, incrementando il numero dei già moltissimi cicloturisti che già transitano lungo la Valle dell’Adige: cicloturismo che sta aumentando fortemente in parallelo all’utilizzo delle biciclette a pedalata assistita, che portano sin d’ora in provincia turisti non più solo giovani, ma anche più maturi e quindi dotati di una maggiore capacità di spesa.

Già oggi esiste un sentiero per e-mtb che dal Monte Bondone conduce ad Arco di Trento (foto allegata). Inoltre Trento diverrebbe città crocevia del percorso ciclabile completato dalla pista da e verso la Valsugana.

Questa iniziativa potrà poi attivare una simile rete di ciclodiscese anche nella vicina provincia di Bolzano, la quale a sua volta dal passo del Brennero si collega facilmente al citato circuito tirolese, dando vita ad un PROGETTO EUROREGIONALE  dal Sudtirolo al lago di Garda.

L’occasione va colta al volo, non solo per l’attuale disponibilità del contributo statale, ma anche in previsione di un calo dell’economia in generale, dovuta alla crisi tedesca e ai probabili dazi USA sulle nostre esportazioni!

Realizzare questo impianto significherà quindi avere lo sguardo non solo all’oggi o al domani, ma anche ad un ormai imminente dopodomani.

Quanto al pareggio della sua gestione, se si facesse realizzare la cabinovia da una SpA comunale multiservizi che accorpasse anche società che oggi versano all’erario statale forti imposte sul loro utile di bilancio, l’eventuale sbilancio gestionale della cabinovia (peraltro possibile solo nei primi anni, cioè prima che il progetto cicloturistico sia stato ben reclamizzato) potrebbe in tutto o in gran parte essere compensato dai minori esborsi al fisco di tali società, le quali comunque manterrebbero la piena autonomia gestionale.

Last but not least:  la nuova cabinovia potrebbe far aumentare il turismo nella stessa Trento, sull’esempio di quanto avviene in città già dotate di questo collegamento, in linea con la crescita dell’età media dei turisti, i quali non disdegnerebbero certo di soggiornare in una bella città storica che offre loro anche qualche sciata e ricchissime ciclo-discese.

Quanto alla perplessità di chi vede male le bici in montagna: io, già appassionato scalatore, rimando ai quaderni di Ciclo Turismo e Ciclo Escursionismo editi dal CAI Centrale, ente secondo il quale la materia non va né vietata né lasciata libera, bensì regolamentata.

Riccardo Lucatti, responsabile del Tavolo di Lavoto Finanza ed Economia mista Italia Viva TrentinoTrentino.

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NUOVA LEGGE REGIONALE TRENTINO ALTO ADIGE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Novembre, 2024 @ 10:16 am

sul numero massimo di mandati per i sindaci:

0-5000 abitanti: nessun limite
5000-15.000: massimo tre mandati
oltre 15.000: massimo due mandati.

(e invece, proprio nei comuni minori, nei quali in genere non si possono prevedere rilevanti piani di investimento a lunga scadenza, proprio in quelli sarebbe logica una maggiore alternanza! Io vedrei meglio invertiti i due limiti estremi!

Anni fa ero membro del CDA di un’importante società. Il P. annuncia che il DG ha previsto per l’anno successivo un incremento del 12,45% …
Io, con la penna in mano, guardando un foglio davanti a me come se stessi facendo accurati calcoli, alzai la mano chiedendo di intervenire.
Ottenni la parola.
Dissi: “Secondo me l’incremento sarà del 13,25%”
Il Presidente, incuriosito, mi chiese come lo avevo calcolato.
Risposi: “Prima ci dica il DG come ha calcolato la sua previsione”.

Torno alla legge elettorale: perchè 5.000 e non 4.000 o 6.000? Perchè 15.000 e non 13.000 o 20.000? Queste decisioni “lineari” sono teoriche e facili da proporre. Io sono contrario al metodo, che comunque mi rafforza in una mia decisione:

sostenere la riconferma per il secondo mandato del sindaco di Trento FRANCO IANESELLI anche per questo ulteriore motivo funzionale: se cambiassimo sindaco dopo il primo mandato, il nuovo sindaco impiegherebbe almeno metà del mandato per “capire come funziona”; inoltre, sapendo di potere essere rieletto al massimo solo una seconda volta, probabilmente non avvierebbe progetti di più lungo respiro, e ciò proprio nelle città maggiori che sono quelle che più delle altre necessitano di piani di lungo termine. Franco Ianeselli, invece, ha comunque già avviato investimenti di lunghissimo periodo.

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“TUTTO VA BENE MADAMA LA MARCHESA”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Novembre, 2024 @ 7:35 am

Accendo la TV e sento molti esponenti del governo ripetere questa litania. Subito dopo – stessa fonte – apprendo da Confindustria, Sindacati, ISTAT, INPS, Bankitalia, Caritas che le cose vanno diversamente.

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Ed allora riprendo un libro scritto dal compagno di scuola di mio figlio, lo storico Francesco Filippi classe 1981: “Mussolini ha fatto anche cose buone – Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo”, che smonta queste “credenze” e cioè che non è vero che Mussolini
– ha dato le pensioni agli Italiani (pagg. 7-17);
– ha bonificato le paludi (pagg. 18-30);
– ha dato una casa a tutti gli Italiani (pagg. 31-42);
– è stato un integerrimo difensore della legalità (pagg. 43-59);
– ha fatto progredire l’economia italiana (pagg. 60-75);
– ha valorizzato il ruolo della donna in Italia (pagg. 76-86);
– è stato un grande condottiero (pagg. 87 – 97);
– è stato un dittatore buono (pagg. 98-119),
– quando c’era Lui (pagg. 120-124) i treni arrivavano in orario; i ministri giravano in bicicletta e senza scorta; uomini e animali avevano gli stessi diritti; gli Italiani fecero più figli; l’Italia era un faro d’avanguardia nelle scoperte scientifiche.

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