‘STO SFACCIMME ‘E COVID … (napoletano)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Novembre, 2020 @ 7:11 am

Detto altrimenti: ci sta scassando i cabbasisi (siciliano)     (post 4081)

Die Covid wurste (tedesco), il deserto Covid. Una sorta di barbarie, peggio del deserto dei Tartari. Si ha un bel dire: webinar, videoriunioni, telefonate … non è la stessa cosa. ‘Sto sfaccimme ‘e Covid ci sta dando il tormento (non sono napoletano ma semplicemente un amante di tutti i dialetti!).

Pensate a chi ha perso una persona cara; a chi era quella persona cara; ai nipotini separati dai nonni e viceversa; a chi stava cercando lavoro; a chi il lavoro lo ha perso; a chi il lavoro ce l’ha ma non sa come gestire i figli piccoli; a chi vede in grande difficoltà la sua impresa piccola o grande che sia; a chi non può più andare a scuola; a chi si sobbarca turni pesantissimi e rischiosi negli ospedali; a chi è ricoverato in ospedale o in casa di riposo e non può ricevere alcuna visita; a chi …. chi mi sto dimenticando? Mi vorrà scusare.

E noi, i fortunati, noi i “garantiti” noi ancora virus-indenni-pensionati -non-d’oro-ma-pensionati, noi nonni, noi riserva welfare di affetti, di aiuti economici e di servizio bambinai … noi un pochino dobbiamo stare attenti perchè si sa quello il virus non aspetta altro che trovare un anziano … ops, colleghi, scusate, un diversamente giovane da aggredire.

Dice … che dopo il personale medico noi saremo i primi ad essere vaccinati: me lo auguro proprio, così potremo tornare ad essere vicini ai nipoti e a dare un po’ di respiro ai figli. Comunque anche noi abbiamo dovuto fare alcune rinunce, piccole se vogliamo rispetto a chi sta facendo le grandi rinunce di cui sopra, ma pur sempre rinunce: niente gruppi di lettura e circoli culturali; niente teatro e concerti; niente pedalate e sciate che quelle si sa più vai avanti con gli anni più sono necessarie e salutari. E così via.

Dice ... ma ci sarà bene un aspetto positivo in tutto ciò! Rifletto un po’ … ci penso … ah … sì, eccolo: che un bene lo apprezzi (grammaticalmente la frase è errata perchè c’è l’accusativo ripetuto, ma fa lo stesso!) che un bene lo apprezzi – stavo a di’ (questo è romanesco) – quando ti viene a mancare. Ed allora apprezzi la salute che non è stata aggredita e quel poco/tanto di libertà che ti è rimasta: rivaluti questi beni e li custodisci gelosamente come cose preziose che ti arricchiscono ben più di una vincita al superenalotto.

Ricordiamocene, quando tutto sarà passato.

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IL NOSTRO MONDO, UN MONDO DI CONTRO-SENSI …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Novembre, 2020 @ 8:18 am

Detto altrimenti: … da re-indirizzare nella direzione corretta     (post 4078)

Lo spazio orizzontale – I fenomeni che ci riguardano sono sempre più su scala mondiale: il clima, l’ambiente, la scarsità delle risorse naturali, il commercio, la finanza, le migrazioni, il terrorismo, le pandemie, le guerre “collegate”, la fame nel mondo, la scarsità di lavoro, la scarsità d’acqua, etc.- Ciò nonostante vengono gestiti sempre più in un’ottica di isolamento: continentale (“America first”); statale sovranistica (Turchia, Polonia, Ungheria, Brasile, etc.); regionale (ad esempio di fronte al Covid19); provinciale (quando un governo provinciale non dialoga con il Comune Capoluogo).

Lo spazio verticale – Materie che richiedono “approfondimenti profondi” vendono trattate “superficialmente”.

Lo spazio temporale – Fenomeni duraturi sono affrontati con interventi di breve periodo.

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Noi di Restart Trentino, Associazione che opera nell’ambito di Italia Viva Trentino, lavoriamo per re-indirizzare questi contro-sensi.

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La discultura della politica e la cultura della POLITICA … in XII Tavole

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Novembre, 2020 @ 4:37 pm

Detto altrimenti: “Cultura” = insieme delle conoscenze; “politica” = aggettivo oggi sostantivato dal greco antico teknè politikà = tecnica di governo.   (post 4079)

Le Leggi delle XII tavole sono una tra le prime codificazioni scritte del diritto romano e sono un corpo di leggi compilato nel 450 a. C. contenenti regole di diritto privato e pubblico. Sembra che le prime tre tavole riguardassero il processo civile e l’esecuzione forzata; la quarta il diritto di famiglia; la quinta le successioni ereditarie;  la sesta i negozi giuridici; la settima le proprietà immobiliari; l’ottava e la nona i delitti e i processi penali; la decima norme di diritto costituzionale (valore di legge per le decisioni del popolo in assemblea, proibizione dei privilegi, ecc.); le ultime due – dette da Cicerone tabulae iniquae  – istituivano il divieto di matrimonio fra patrizi e plebei.

I – Panem et circenses (pane e giochi del circo).Espressione con la quale Giovenale sintetizza le aspirazioni della plebe romana nell’età della Roma imperiale. Oggi diremmo: reddito di cittadinanza e campionati di calcio alla TV in abbonamento gratuito. Così la plebe … ops … scusate, il popolo non rompe, perché … “Qui ci si sollazza, non si fa politica”.

II – La cultura 1: negli Stati schiavisti della confederazione sudista americana, lo schiavo nero che avesse imparato a leggere e scrivere veniva frustato.

III – La cultura 2: base della democrazia e della vera libertà. Lo insegnava anche Don Lorenzo Milani, quando voleva che i suoi alunni sapessero leggere e comprendere anche le pagine di giornale diverse da quella sportiva.

IV – Ieri: i partiti politici: una volta organizzavano le Scuole di partito per formare cittadini consapevoli e capaci.

V – Oggi: i partiti politici organizzati democraticamente (e non i Movimenti organizzati sulla base di una rete web!)  ex art. 47 della Costituzione, sono lo strumento per mezzo del quale i cittadini intervengono nella vita politica, ma purtroppo non organizzano più quelle scuole.

VI – Domani: democrazia diretta? No grazie! Oggi si dice: uno vale uno; riduciamo l’età dei parlamentari; riduciamo il loro numero; individuiamoli per estrazione a sorte; introduciamo il referendum propositivo senza quorum o con quorum limitatissimo; inseriamo il vincolo di mandato = le leggi saranno fatte dai gestori di una rete = avremmo trasformato la democrazia in una oligarchia. No grazie. (Uno vale uno?  No grazie: per riprova prendete uno qualunque e mettetelo a capo della commissione bilancio della camera o del senato!).

VII – Democrazia, retorica, demagogia, populismo, populismo qualitativo, sovranismo, fascismo? Democrazia: nei secoli ha assunto in successione tre significati diversi; potere sul popolo (il democrator era il dittatore); strapotere del popolino; potere del popolo – Retorica: l’arte di abbindolare la gente con le parole – Demagogia: politica al “futuro”, ovvero “faremo, vi daremo”: politica delle lusinghe, degenerazione della democrazia (quella del terzo significato) – Populismo: politica del “passato prossimo”, ovvero “abbiamo fatto”  ciò che il  popolo ha voluto anche se fa male al popolo – Populismo qualitativo: fare ciò che il  popolo vuole anche se fa male al popolo affermando che quella è la volontà univoca di tutto, proprio tutto il popolo, massa informe ed uniforme – Sovranismo: essere un solitario vaso di coccio costretto a viaggiare in mezzo a tanti vasi di ferro – Fascismo: oggi è quello descritto da Umberto Eco nel libro “Il fascismo eterno”, Ed. la nave di Teseo, €5,00 mai così ben spesi.

VIII – Memoria politica. Chi non ha conoscenza non può avere memoria. Chi non vuole/può avere conoscenza non può avere memoria. Chi potrebbe ma non vuole avere conoscenza,  non ha memoria; chi ha conoscenza ma non gli conviene, fa finta di non avere memoria.

IX – Potere e responsabilità. Nelle SpA, il potere è unito alla responsabilità..  In una Spa moderna, il capo vive del contributo delle sue “periferie”, sollecita le intelligenze decentrate, informa e coinvolge, responsabilizza, motiva, fa prevalere l’intelligenza collettiva sulla presunzjone individuale; opera per funzionigrammi e non per organigrammi. In politica no. In POLITICA, sempre.

X – Lo spazio della politica: ad esempio di un governo provinciale, uno a caso, ad esempio quello attuale della Provincia Autonoma di Trento. Quella politica occupa lo spazio limitato del proprio “ufficio”. Non accetta di dialogare con il “basso” (ad esempio il Comune), né di operare in una prospettiva di connessione verso l’ “alto” (interprovinciale, interregionale, statale, europeo).

XI – La politica al massimo riesce ad organizzare la propria nomostatica, ovvero lo schema dell’agire, ma poi non lo attiva: non conosce la nomodinamica. La POLITICA si.

XII – Mediocrità al governo. Senza cultura, cade preda di se stessa e quel che è peggio non se ne accorge. Tuttavia il danno peggiore non è quello generato dalle sue azioni; nemmeno quello generato dalle sue omissioni. Il danno peggiore è che scatena la gara fra i mediocri al grido: ”Se ci è riuscito lui …”

(E se mi sbaglio … mi corigerete!)

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RESTART restarts!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Novembre, 2020 @ 10:20 am

Detto altrimenti: riprendono gli Eventi Restart     (post 4077)

L’Associazione Restart … riparte! – V. post precedente: in ricordo dei due giornalisti trentini Piergiorgio Cattani a Antonio Megalizzi, sabato 28 novembre ad ore 11,00 si tiene una conferenza stampa di Restart Trentino, associazione voluta cinque anni fa dall’allora non ancora Senatrice Donatella Conzatti, la quale continua a volermi alla sua presidenza. La conferenza può essere seguita al link https://meet.google.com/xfw-zywf-hzr e su di essa riferirà la stampa domani. Io mi limito qui ad esporre quello che potrà formare oggetto della ripresa degli Eventi Restart, come accennerò molto brevemente nel mio intervento di saluto e introduttivo.

Restart è la sede nella quale cerchiamo di sviluppare un pensiero comune, che è tale in quanto elaborato sin dall’inizio con il contributo di tutti e che quindi per questa sua specifica genesi deve essere definito – come ci ha insegnato Don Lorenzo Guetti – un vero e proprio Bene Comune. Ma qual è l’ambito spaziale entro il quale si attua questa sintesi? Sicuramente quello rappresentato dai nostri Associati e da chi pur non essendo tale viene ad assistere ai nostri eventi. Ma ciò per noi non è sufficiente e non ci basta, non tanto perché noi si voglia far condividere uno specifico contenuto, quanto piuttosto perché il nostro primo obiettivo è allargare l’ambito della condivisione del metodo che è quello della reciproca informazione, del confronto, del dialogo: in una parola, della “comunicazione” intesa in senso latino della communis actio, azione comune.

E ciò oggi è maggiormente necessario di fronte al manifestarsi di due fenomeni che si paradossalmente si sviluppano, ognuno, in direzione reciprocamente contrastante. Infatti, da un lato la complessità dei problemi tende a farli considerare in una scala più ampia, ovvero di sistema. Mi spiego: un problema comunale, ad esempio quello della Funivia che deve unire il centro città di Trento con un suo quartiere in quota, in realtà è “anche” un problema provinciale e statale se non altro per la possibilità di utilizzare attraverso la Provincia fondi statali ed europei.  Esso inoltre è anche un problema intercomunale, interprovinciale, interregionale ed euregionale, in quanto può dare l’avvio alla creazione di una nuova area “bike-area” sull’esempio del Tirol Bike Safari, nuovo prodotto turistico che metta a reddito una risorsa naturale al cui pieno utilizzo non è stata dato ancora la dovuta centralità: il dislivello, in tutte le stagioni.

In direzione opposta si muove il secondo fenomeno, nel senso di un geloso arroccamento su se stessi dei sistemi politici “superiori” dispetto a quelli “inferiori”. Mi spiego: a Roma si discute come selezionare i progetti finanziabili con il Recovery Fund fra le centinaia di idee e proposte avanzate da soggetti diversissimi.  Nella nostra Provincia si scrive di 32 progetti, si parla della loro finanziabilità, senza coinvolgere il Comune interessato. E ciò benchè il  Comune sia “luogo geometrico” non dei punti ma delle Persone su tutte e sole le quali ricadono gli effetti delle decisioni ovunque assunte: in vetta (UE, Stato) e a mezza montagna (Provincia). Ed allora cominciamo ad usare i termini giusti, le parole appropriate perché ”le parole sono pietre” (firmato questa volta da un altro don,  Lorenzo Milani): il Comune è l’Ente più diretto; poi vengono gli altri Enti, via via sempre meno diretti. Insomma, dobbiamo dare vita ad una seconda Nuova Età dei Comuni. Questa sarebbe solo l’attuazione di un principio ormai consolidato, quello di sussidiarietà che riespongo con un lessico più adeguato: “non faccia l’Ente meno diretto ciò che può fare meglio e prima l’Ente più diretto”.

Concludo: l’Associazione Restart opera perchè si passi da un pensiero comune ad un governo (più) comune.

Riccardo Lucatti – Presidente Restart; coordinatore del Tavolo Finanza ed Economia mista promosso da Italia Viva Trentino.

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ASSOCIAZIONE RESTART TRENTINO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Novembre, 2020 @ 7:44 am

Detto altrimenti: RESTART … restarts!     (post 4077)

Riparte l’Associazione Restart Trentino, fondata cinque anni fa dall’allora non ancora Senatrice Donatella Conzatti, che continua a volermi alla sua presidenza. In questo periodo abbiamo organizzato molti eventi su temi fondamentali per la nostra società, fra i quali il lavoro e l’imprenditoria giovanile, la parità di genere, l’autonomia, le famiglie con bimbi portatori di handicapp, l’Autonomia, le Terre di confine. Sono orgoglioso che l’evento con il quale si riapre la nostra attività sia quello che vi segnalo. Grazie se vorrete collegarvi sabato 28 novembre nelle ore 11,00 -14,00 tramite il link https://meet.google.com/xfw-zywf-hzr

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PENSIERINI BAMBINI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Novembre, 2020 @ 6:48 am

Detto altrimenti: esiste un Premio Nobel per poeti bambini?    (post 4076)

Inverno in montagna
In inverno crescono le montagne e poi spunta la neve.

Dall’inverno alla primavera
In inverno gli alberi muoiono e perdono e foglie. Poi viene un signore con un camion, li carica e li porta in una fabbrica dove attaccano le foglie nuove ed è di nuovo primavera.
Gesù bambino prende un albero morto e lo ricrea, gli mette il tronco, i rami, le foglie.

Estate al mare
Il sole veste di luce le onde.
Le onde, quando arrivano a terra, si appiccolano.

Estate in montagna
Il tetto dell’erba è il cielo.
Le nuvole sono le onde del cielo.
Se un albero cresce, buca il cielo e piove.

Grammatica italiana
Va bene, plurale va bengono.
Ha sete, plurale ha setono.

Giocattoli
Di un giocattolo nuovo, in rapidissima successione: “Ne ho sentito parlare – L’ho visto – Mi piace – Lo voglio – E’ mio”.

Pancia e schiena
La pancia serve, perché se uno è invitato ad una festa da un amico, deve avere il posto dove mettere la torta. La schiena è importante, perché se uno ha dei pensieri brutti, se li butta dietro la schiena e se li porta via.

La stanchezza
Si è stanchi nei piedi o nella testa. Se si è stanchi nei piedi, si deve camminare più piano. Se si è stanchi nella testa non si riesce più a pensare.

Il matrimonio
“Nonna, quando mia mamma si è sposata con papà, prima gli ha chiesto se aveva altre mogli. lui ha detto di no e allora la mamma l’ha preso come marito”.

Preghierina della sera
“Gesù Bambino, grazie per quello che mi hai dato e Ti chiedo di darlo anche a tutti i bambini del mondo. Scusa se oggi non Ti ho pregato, però Ti ho pensato e basta pensarTi, è vero?”

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I DIALOGHI DI PLUTONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Novembre, 2020 @ 10:13 am

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Detto altrimenti: piensa mal y acertaràs, pensa male e indovinerai, ovvero: quando il diavolo ci mette la coda, ovvero “ACHTUNG PATRIMONIALE”    (post 4075)

Piazza del Duomo a Trento. Tizio e Caio zono seduti al sole a bersi un buon caffè al tavolino di un bar

Tizio: Però, Caio, che novembre caldo abbiamo quest’anno …
Caio: Anche troppo, non è normale. E poi, per la stagione sciistica …
Tizio: Ma se non sappiamo ancora se apriranno gli impianti! E poi comunque stanno già sparando la neve …
Caio: La mia era solo una battuta, i problemi sono molto più ampi, non trovi?
Tizio: Certo, con 800 morti al giorno … peggio della prima ondata.
Caio: Si, va male per i morti, ma anche per i vivi … sostegni di qua e di là … ma nessuno parla più di dove sta andando il nostro debito pubblico.
Tizio: Ma ora arrivano i 200 miliardi del Recovery Fund.
Caio: Li voglio vedere io quei 200! Non sarebbe la prima volta che non siamo capaci di utilizzare i regali dell’UE!
Tizio: Dai, non essere così pessimista … il premier Conte ha sdetto che il piano di utilizzo esiste.
Caio: Sì è vero, Giuseppi ha detto così. Peccato che il suo ministro abbia detto che vogliono creare una task force per redigere il piano! A chi dobbiamo credere?
Tizio: Ma … quel signore! Ehi, quel signore … sì, proprio tu, Sempronio! Vieni a sederti qui con noi per un caffè!

Il diavolo Plutone, sotto le mentite spoglie di Sempronio, sorride, risponde all’invito a va a sedersi al tavolino dei due amici.

Sempronio: Buongiorno amici, accetto volentieri il caffè e la vostra compagnia. Scommetto che stavate parlando di politica.
Tizio: Non di politica ma di finanza ed economia, del Recovery Fund.
Sempronio: Non dire quattro finchè non l’hai nel sacco …
Caio: Anch’io la penso così. Ma se non riuscissimo ad incassare il Recovery?
Sempronio: Innanzi tutto il governo dovrebbe accettare il regalo dei 37 miliardi del MES. Mi stupisce che il PD che sta al governo non si imponga nei confronti del M5S …
Tizio: Il M5S aveva detto no sin dall’inizio quando il MES era fortemente condizionato. Ora che non lo è più ne hanno fatto una questione di principio.
Caio: Forse Giuseppi teme che se li prende,  il M5S faccia cadere il governo.
Sempronio: Ma quando mai …anzi … ”quando di maio”!? Mi spiego: quando mai Di Maio troverebbe chi gli paga un’Audi 8  con autista, solo per citare un particolare, dai, siamo seri! Il motivo è un altro … io che sono un diavolo d’uomo lo so bene …
Tizio: Ed allora dillo questo motivo!
Sempronio: Giuseppi, come lo chiamate voi, vuole diventare Presidente della Repubblica ed ha bisogno del sostegno del M5S che mica può candidare Grillo, ed allora io do una cosa a te, tu dai una cosa a me, Fine.
Caio: Ma non avete letto i giornali oggi? Giuseppi pare convinto: sta cercando di convincere tutto il governo a prendere il MES.
Sempronio: Ecco la controprova: se gli dicono di no, che fa? Non li prende? Oppure, cosa gli chiederanno in cambio? Staremo a vedere …
Tizio: i MES, nemmeno la Grecia li vuole …
Sempronio: Si, ma la Grecia ha il bilancio della finanza pubblica in pareggio, noi dobbiamo sborsare ad ogni scadenza 300 miliardi, oppure rinnovarli.
Caio: A parte che la tua sia una diavioleria bella e buona, ma nel frattempo mancheranno le risorse finanziarie pubbliche …
Sempronio: Niente paura. Alla fine ci diranno: “Vedete bene che noi abbiamo fatto il possibile … ma l’UE … la pandemia … gli altri … insomma, si è venuta a creare una situazione per cui …”
Tizio: Per cui cosa?
Sempronio: “… per cui siamo costretti nostro malgrado ad applicare una forte patrimoniale”. Fine.
Tizio: Ma perché non iniziano adesso ad emettere titoli di rendita irredimibili non di debito? Sono stati scritti libri di recente, avallati da importanti personaggi  … Ma … cos’è questa foschia, questo turbinio?
Caio: Niente paura, è solo il camion che lava la strada e con questo vento i getti d’acqua che lancia si polverizzano …. venite … spostiamoci …
Tizio: Eccomi … sono qui ma … dove è finito Sempronio? E’ sparito! Diavolo d’un uomo. Ogni volta la stessa storia, vallo a capire, lui e le sue pensate diaboliche … sparisce in una nuvola, di fumo, di nebbia, di vapore acqueo. Ricordi, Caio, quando è sparito dentro la nuvoletta delllo sfiatatoio della macchina del caffè di questo bar? Dai, intanto a pagare il caffè tocca sempre a noi due …

Sipario

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RECOVERY FUND: EN ATTENDANT GODOT…

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Novembre, 2020 @ 10:17 pm

Detto altrimenti: la corsa a distruibuire i …. soldi che non ci sono!     (post 4074)

Sulla base della seconda edizione (di imminente uscita) del libro De Marchi-Lucatti “Ricostruire la finanza”, anche sulla spinta dei veti di Polonia e Ungheria contro I Recovery FundOvvero: Conte, Gualtieri, Recovery Fund de i Titoli Rendita Irredimibili.

Per chi non se lo ricordasse, “En attendant Godot” è una bellissima commedia di Samuel Beckett i cui protagonisti, due vagabondi (Estragon e Vladimir), aspettano invano, sotto un albero, in una strada di campagna, un certo Godot, senza sapere chi sia veramente. Il nome è emblematico: God, in inglese Dio, dot, punto. L’atmosfera è reale, ma atemporale, dove spazio e tempo non hanno ragione d’essere. Bene, se oggi il buon Samuel volesse riscrivere la commedia, potrebbe ambientarla in Italia, con due altri vagabondi (Conte e Gualtieri) che da mesi discutono di un fantomatico “Recovery fund” di cui aspettano con ansia l’arrivo ma che dimostrano di non conoscere. Vediamo perché, uscendo dalla metafora ed affrontando la dura realtà in cui siamo immersi.

Il Recovery fund (detto anche Next generation EU), consiste in fondi erogati dall’UE per la ripresa dei paesi al fine di sostenere e potenziare l’economia del continente dopo i danni creati dalla pandemia. Il pacchetto complessivo è fatto di due parti: 1) quello composto dal bilancio pluriennale Ue dal 2021 al 2027 e 2) quello del Recovery Fund vero e proprio. Secondo il progetto, il bilancio UE dovrà avere nei sette anni un volume pari a 1.074 miliardi di euro, da finanziare prevalentemente attraverso i contributi netti degli Stati membri dell’Unione. Il piano per la ripresa economica invece è pari a 750 miliardi di euro, di cui 390 miliardi verranno erogati sotto forma di sovvenzioni (che quindi non dovranno essere rimborsate dai Paesi destinatari) mentre 360 miliardi di euro verranno distribuiti sotto forma di crediti. L’idea alla base del pacchetto non è solo quella di favorire il ritorno alla crescita economica dopo la crisi dovuta all’impatto della pandemia, ma anche quello di preparare i paesi membri ad affrontare al meglio il futuro: difesa del clima, digitalizzazione, produttività, equità e stabilità macroeconomica, sanità, sostenibilità ambientale. A questo scopo i singoli paesi dovranno presentare dei piani di riforma in cui esporranno come utilizzare gli aiuti.

I governi dovranno inviare alla Commissione europea i “Piani di ripresa e di resilienza” entro fine aprile 2021. Una volta presentato alla Commissione europea il Piano, Bruxelles avrà a disposizione fino a 8 settimane per esaminare e proporre al Consiglio Ecofin l’approvazione del Piano. L’Ecofin dovrà approvare quindi il piano a maggioranza qualificata entro 4 settimane. Dalla presentazione formale del piano potrebbero quindi passare mesi per l’approvazione che poi darà la possibilità di accedere subito al 10% del finanziamento globale. Fatti i conti, se tutto andrà liscio senza veti e rinvii, l’iter terminerà ad agosto, in piena estate…

Per la prima volta è prevista una forma di condivisione del debito. La Commissione europea a tale scopo può emettere titoli comuni sui mercati finanziari. Gli stati membri non devono erogare soldi, ma solo formalizzare una garanzia (ad esempio la Germania è garante per circa 200 miliardi di euro). Il debito complessivo di 750 miliardi di euro dovrà essere ripagato dall’Ue entro la fine del 2058, ma si inizierà a farlo a partire dal 2028, ricorrendo alle fonti “ordinarie” di finanziamento dell’UE: maggiori contributi nazionali degli stati membri, una riduzione dei rispettivi bilanci oppure attraverso nuove entrate fiscali (ad esempio la “plastic tax” o la tassazione dei giganti del Web).

Al nostro paese potranno essere erogati 81 miliardi in sovvenzioni e 127 miliardi in crediti. Il 70% è destinato a progetti 2021-2022, il resto è riferito agli impegni relativi al 2023. Abbiamo 208 miliardi di euro a (potenziale) disposizione, ma ecco che già cominciano le competizioni fra i ministri per accaparrarsi la quota principale da esibire ai cittadini in vista delle elezioni. Peccato però che tutto questo avvenga come descritto da Beckett: chiacchiere in attesa di qualcuno che non si conosce e chissà se arriverà … Al che si impongono un paio di riflessioni.

LA PRIMA: i soldi NON SONO DISPONIBILI! L’Italia potrà riceverli solo presentando programmi seri, articolati, documentati, dimostrando di destinare i capitali ad opere effettivamente utili e capaci di generare ripresa: per di più saranno erogati a SAL, Stato Avanzamento Lavori. Quindi, niente provvedimenti  ”a pioggia” quindi, niente bonus, niente ristori, niente elargizioni elettorali.

Conte: il piano organico esiste. Gualtieri: costituiremo una task force per redigere il piano. A chi dobbiamo credere?

La previsione dei 208 miliardi ha scatenato gli appetiti di amministratori nazionali e locali, presidenti di enti. Qualche esempio: un ministro propone di rifare il piazzale di marmo della Farnesina; un altro lancia l’idea di una Amazon all’italiana; un terzo vuole un “acquario green” a Taranto. E ancora, la “Costellazione satellitare” per l’osservazione della Terra e il lancio di piccoli satelliti per il “monitoraggio dello spazio extra-atmosferico”. Saranno solo provocazioni? Certo che sono indice di un metodo-non-metodo. Una lista di 557 progetti, ancora provvisoria, che da sola vale oltre 670 miliardi: più del triplo dei 208 miliardi che l’Italia potrà ottenere da Bruxelles. Questi numeri sono attendibili se si considera che la sola Provincia Autonoma di Trento ha presentato 32 progetti.

La Francia ha presentato il suo piano di investimenti “France Relance” da 100 miliardi, di cui 40 finanziati dall’Europa, con un mese di anticipo. Le misure previste sono in tutto 70, divise in tre macro aree (transizione ecologica, competitività delle imprese e promozione dell’occupazione).

LA SECONDA: i fondi per l’Italia per 127 miliardi sono “a debito”, sia pure ad un tasso di interesse minimo: il che significa che in ogni caso contribuiranno (purtroppo) ad aumentare il livello del nostro indebitamento pubblico. E allora, invece di stare sotto un albero aspettando Godot, Conte e Gualtieri farebbero bene a prendere a seguire l’unica strada percorribile: emettere TITOLI IRREDIMIBILI (cioè senza obbligo di rimborso, pagando solo una rendita perpetua ai possessori). Raccoglierebbero decine di miliardi di euro (si pensi che il 25 agosto scorso Banca Intesa San Paolo ha emesso due tranche per 750 milioni  cadauna ottenendo già per la prima richieste per  6,5  miliardi; ed è una banca, non uno stato!), non incrementerebbero il debito (anzi lo ridurrebbero, se usassero lo strumento per rimborsare i BTP in scadenza nei prossimi mesi!) e, last but not least, potrebbero finalmente dedicare ingenti capitali “a fondo perduto” a beneficio del sistema produttivo.

Gianluigi De Marchi – giornalista, scrittore, consulente finanziario.
Riccardo Lucatti – Già P, AD, DG di imprese –  Presidente di Restart Trentino; Coordinatore del Tavolo di Lavoro Finanza ed Economia mista di ItaliaVivaTrentino.

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LA POLITICA A VELA …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Novembre, 2020 @ 10:16 pm

Detto altrimenti: … e i titoli irredimibili di rendita non di debito, locali, statali, UE  (post 4073)

Lo sapete, sono (anche) un velista con il mio Fun (francese: Formule Un) da regata di nome Whisper e numero velico ITA 526, e regato da quasi 30 anni nell’Alto Garda Trentino. Ora, raga, ci sono due modi di veleggiare: se siete a spasso e non avete voglia di continuare ad agire sulle molte regolazioni, basta che seguiate i salti di vento. La vostra rotta sarà zigzagante, la vostra meta imprevedibile. Se invece vi proponete di arrivare alla boa di bolina e dopo al traguardo di una regata, dovrete studiare con attenzione la rotta dei vostri concorrenti, prevedere i salti del vento, “leggere” i filetti segnavento, regolare costantemente le vele e la distribuzione del peso dei membri dell’equipaggio, cazziarli di continuo, agire sul timone con ininterrotte correzioni millimetriche. Alla fine sarete stanchi ma contenti per il buon piazzamento ottenuto al traguardo.

Ecco … mi pare invece che una certa politica sia una politica da veleggiata e non una Politica da regata. Fuor di metafora: come gestiremo il crescente livello dell’indebitamento pubblico, problema del quale oggi pare non ci sia tempo di occuparsi? Forse che alla fine ci sentiremo dire quella frase micidiale “Si è venuta creando un situazione per cui …” per cui ci sarà applicata una “patrimoniale mozzafiato”? Ed allora, perchè non iniziare sin da adesso ad emettere localmente, a livello statale ed UE titoli di rendita (e non di debito) irredimibili, sottoscrivibili volontariamente e a destinazione di investimento prefissata?

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SCILLA E CARIDDI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Novembre, 2020 @ 10:14 pm

Detto altrimenti: operare sulla base delle vecchie leggi non basta più: occorre aggiornarle    (post 4072)

“Incidit in Scyllam qui vult vitare Charybdim”? Rinnovo della concessione A22:  estromettere la componente privata o fare gara europea?

Da un Ministro della Repubblica mi aspetto che risolva i due problemi, non che scelga di quale dei due farsi carico.  Infatti, accettare questo aut-aut è salomonico, semplicistico e comunque dannoso quale che sia la scelta che si adotti.

Non rinnovare la concessione all’attuale SpA mista pubblico-privata (rispettivamente azionisti all’ 86% e al 15%) e metterla a gara (europea). Così facendo lo Stato avrebbe perso il riversamento dalla A22 degli 800 milioni accantonati quale Fondo Ferrovia del Brennero, fondi che sarebbero portati a utile, tassati e distribuiti agli azionisti.
Inoltre, mettere a gara la concessione potrebbe far sì che l’aggiudicataria fosse una entità “da fuori”, interessata soprattutto a spremere dalla concessione i massimi utili più che ad effettuare il massimo della manutenzione orinaria e straordinaria ed ogni altro investimento necessario (Ponte di Genova docet) con il rischio di mettere in pericolo una componente strategica  dell’economia e della vita del territorio del Trentino Sud Tirolo e soprattutto della circolazione delle persone e delle merci lungo il corridoio europeo nord-sud attraverso il Brennero.

Per dare corso all’ affidamento diretto la Ministra Paola De Micheli avrebbe voluto che i soci pubblici di maggioranza – in contrasto con lo Statuto dell’attuale Spa concessionaria della gestione che non lo prevede – fossero prima autorizzati da una nuova legge a trasformare la SpA mista pubblico-privata in una SpA inhouse (tutta pubblica) e quindi a liquidare i soci privati di minoranza, per di più ad un prezzo che non tenesse conto della loro quota del Fondo Ferrovia loro spettante, e cioè a 70 milioni anziché a 170-180. Dal che è facile prevedere l’avvio di una causa milionaria. Inoltre, ciò avrebbe fatto scattare in capo all’Azionista pubblico di maggioranza il diritto-dovere di esercizio del “controllo analogo” (a quello sui propri uffici interni), con la midiciale separazione del potere decisionale (che sarebbe retrocesso in capo agli organi ed agli uffici pubblici) dalla responsabilità (che sarebbe rimasta in capo al Consiglio di Amministrazione e al management della SpA). In altre parole snaturando la sostanza, l’efficienza e l’efficacia dello strumento SpA, che invece era stato scelto proprio per la sua insostituibile idoneità a gestire fatti economici. Tale soluzione è stata bloccata dal Parlamento.

Ed allora, come se ne esce? Intanto la nostra senatrice DONATELLA CONZATTI, all’interno della delegazione parlamentare trentina, ed in linea con la posizione del Presidente della Giunta Provinciale di Bolzano, Arno Kompatscher, è stata la più attiva nel mettere in dubbio la validità di due soluzioni salomoniche: l’estromissione dei soci privati una; l’affidamento con gara europea, l’altra.

La soluzione che porta vantaggi a tutti e danni a nessuno sarebbe invece quella di una “PROROGA TEMPORANEA CONDIZIONATA” e cioè avente una scadenza fissa e condizionata alla emanazione di regole (leggi) che consentano l’affidamento diretto anche ad una SpA mista pubblico-privata a grande maggioranza pubblica, quando ciò sia fatto a tutela di un interesse soprattutto europeo, quale è la garanzia della esecuzione da parte della SpA concessionaria della quota massima possibile di manutenzione e di investimenti, avuto riguardo all’opportunità di … … cofinanziare il sistema ferroviario del Brennero e la sua intermodalità;  di realizzare una eventuale terza corsia autostradale;  soprattutto di manutenzionare  e rafforzare al massimo l’intero sistema dei ponti e dei tunnel in provincia di Bolzano. E ciò a difesa della garanzia della mobilità di merci e persone attraverso un corridoio interregionale europeo di primissima rilevanza.

Risolto questo caso specifico, si potrebbe mettere mano ad una legge UE/Statale che consenta l’affidamento di gestioni e incarichi direttamente e senza necessità di una pubblica gara anche ad una SpA mista pubblico-privata (cioè non in house) che sin dall’origine sia costituita da Azionisti pubblici di maggioranza e da azionisti privati di minoranza individuati per gara pubblica e vincolati a fornire alla Società le prestazioni accessorie ex art. 2345 del nostro Codice Civile (o equivalente UE).

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