TV NON DEMOCRATICA / DEMOCRATICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Dicembre, 2020 @ 6:35 am

Detto altrimenti : quale preferiamo?        (post 4100)

TV NON DEMOCRATICA (CASO RENZI)

Quando la TV continua a non rimarcare i contenuti delle dichiarazioni di Renzi in Senato mentre invece continua trasmettere i messaggi vuoti di contenuto di chi dice che “occorre stare uniti, si può discutere ma non votare contro … che non si mette in discussione Conte”. Su quest’ultimo punto a fianco di chi non lo vuole/può mettere in discussione, potrebbe ben esserci chi la pensa libertamente diversamente, cioè democraticamente! Oppure dobbiamo avere obbligatoriamente tutti lo stesso pensiero? Dobbiamo essere quella massa uniforme e informe che Umberto Eco ben descrive nel suo libro “Il fascismo eterno” definendola espressione del populismo qualitativo, ovvero come una massa che esprimerebbe compatta un’unica volontà, quella del capo e che il capo fa passare come la volontà del popolo? Nel frattempo, avremo una Task Force che opera in luogo del Parlamento? Avremo un Fondazione privata per i Servizi Segreti?

TV DEMOCRATICA (CASO REGENI)

Quando (ieri sera, “Che tempo che fa”, caso Regeni) la TV ci informa:
1 – che a seguito della concessione della Legion d’Onore francese al presidente dell’Egitto, Corrado Augias a restituito alla Francia quella stessa onorificenza che aveva ricevuto tempo fa (UE DOVE SEI?);
2 – che una nostra legge di qualche anno fa vieta la vendita di armi a paesi che non rispettano i diritti civili ed umani e noi invece abbiamo decuplicato queste nostre esportazioni (da 80 a 800 milioni) e stiamo inoltre vendendo all’Egitto due navi da guerra per quasi 2 miliardi. 700 anni fa Dante aveva scritto: “Le leggi son ma chi pon mano ad esse?”

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MOLTI V. RENZI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Dicembre, 2020 @ 7:07 pm

Detto altrimenti: una sorta di processo kafkiano … (post 4099)

Molti contro Renzi? Esaminiamo le diverse posizioni: Renzi entra nel merito, critica alcune scelte, propone alcune soluzioni concrete, nel rispetto e a difesa della Democrazia Parlamentare. I “molti” rispondono con frasi vuote di contentuti: “Occorre essere uniti, basta attacchi, basta polemiche …” . La situazione è kafkiana: ad uno che dice che sono le 17,00 si risponde: “No, fuori piove, vedi che hai torto?”

Adesso salta fuori un’altra risposta: “Se volete possiamo cambiare Conte”. Ma, raga, il problema non è ciò che Conte è, ma ciò che Conte fa. E se al posto suo ce ne mettete uno che fa le stesse cose, vedete bene che siamo alle solite: Renzi dice che sono le 17,00 e voi rispondete: “Fuori c’è il sole, vedi che hai torto?” Ok, avete cambiato la pioggia con il sole, ma sempre le 17,00 sono!

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LA NUOVA ETA’ (FINANZIARIA) DEI COMUNI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Dicembre, 2020 @ 9:07 pm

Detto altrimenti: un idea, una proposta possono essere ottime anche se nate in un “semplice” Comune                     (post 4098)

  • Leggo sulla stampa locale che la PAT- Provincia Autonoma di Trento “è a caccia di risorse perchè il bilancio piange”.
  • Se la PAT piange, i Comuni non ridono. Pertanto, ogni buona idea e proposta può/deve a buon diritto nascere anche in area comunale, in quanto il Comune è il “luogo comune delle persone” sulle quali ricadono gli effetti delle decisioni di tutta la scala degli enti pubblici, dall’UE al Comune.
  • Leggo che la PAT pensa di costituire tre Fondi per reclutare risorse finanziarie private. Il Fondo … non so come sia previsto ma in linea di massima si tratta di raccogliere capitale di rischio.
  • In un primo momento la PAT parlava di raccogliere la finanza privata dei Trentini, poi è rinsavita e afferma “anche di non Trentini”.
  • La legge italiana prevede già la possibilità di emettere titoli di debito locali: BOC-BOP-BOR, Buoni Ordinari Comunali, Provinciali, Regionali finalizzati all’esecuzione di opere pubbliche locali, acquistabili da chiunque.
  • La dimensione ottimale per il mercato potrebbe essere quella regionale.
  • A metà strada concettuale fra i Fondi e i Titoli di Debito, si trovano i Titoli Irredimibili di Rendita, UE, statali, locali.
  • L’emissione di Titoli Rendita non aumenta il livello del debito pubblico. Se emessi in sostituzione volontaria delle tranche di Titoli di debito in scadenza, diminuisce il livello del debito pubblico.
  • I titoli Rendita statali non sono vincolati all’esecuzione di opere pubbliche. Se lo stato ne emettesse (al 4% già al netto della tassa del 12,5%) 400 miliardi l’anno in sostituzione volontaria dei 300 miliardi di titoli di debito in scadenza, ridurrebbe il suo indebitamento di 300 miliardi ed in più avrebbe 100 miliardi liquidi (da trasferire a Regioni, Province, Comuni).
  • L’operazione di cui sopra è ripetibile per un certo numero di anni.
  • Se l’Italia immettesse sul mercato internazionale propri Titoli Irredimibili Rendita , raccoglierebbe il risparmio di investitori esteri.
  • Il 25 agosto 2020 Banca Intesa Sampaolo ha emesso la prima di due tranche di 750 milioni di propri irredimibili, ricevendo richieste di acquisto per 6,5 miliardi (rendimento lordo 5,5%, tassati al 26%).
  • Titoli Rendita Irredimibili. Ne ho parlato più volte anche nel mio blog www.trentoblog.it/riccardolucatti, nel mio profilo FB e nel mio libro, prima edizione aprile 2020, seconda edizione dicembre 2020.

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INTERVENTO DI MATTEO RENZI IL 9 DICEMBRE 2020 AL SENATO DELLA REPUBBLICA.

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Dicembre, 2020 @ 5:13 pm

Detto altrimenti: …. Non c’è modo migliore del suo di dirlo altrimenti     (post 4097)

Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio dei ministri, onorevoli colleghi, i 18 senatori del Gruppo Italia Viva le augurano buon lavoro e la invitano a schierare l’Italia dalla parte dell’europeismo e non del sovranismo nella importante discussione di giovedì e venerdì a Bruxelles.

Davanti alla crisi pandemica l’Europa stavolta ha risposto battendo un segno positivo e il nostro Paese è protagonista di questa svolta. La riforma del MES è un piccolo passo in avanti, ma va nella giusta direzione. Tuttavia noi vogliamo prendere l’occasione di questo dibattito, al quale lei più volte ci ha richiamato, per utilizzare parole di verità e di trasparenza – le stesse che ci diciamo negli incontri privati e negli incontri di maggioranza – anche qui in Parlamento, utilizzando lo stile di quella che il Nuovo testamento chiamerebbe parresia, dirsi le cose in faccia perché servono, ora o mai più. Come ha ricordato il Presidente del Consiglio, questo è un momento politico in cui l’Italia ha delle occasioni che non ha mai avuto in passato. Certo, i problemi sono enormi (la distribuzione dei vaccini, il rapporto Stato-Regioni, i ritardi in tanti momenti importanti della vita del Paese), ma siamo per la prima volta a presiedere il G20. Come dice il nome, ricapiterà tra venti anni. Presidiamo il G20 nel momento in cui l’Italia può dettare la linea sul futuro economico post pandemia. Presidiamo il G20 nel momento in cui gli Stati Uniti tornano al multilateralismo; «America is back» è il titolo della politica estera di Joe Biden, il presidente eletto. Come ricordava il Presidente del Consiglio, abbiamo anche la possibilità di copresiedere il COP26, la straordinaria conferenza sulla transizione energetica, sulla sostenibilità, contro il climate change.

Come non pensare che finalmente possiamo trasformare l’ambiente da mera questione, importantissima ed ideale, a occasione di creare posti di lavoro, pensando che abbiamo con ENI, Enel, Snam, Saipem, le eccellenze della transizione energetica non a livello nazionale, ma a livello mondiale. Quanti argomenti di discussione importanti. Lei, Presidente, li ha toccati. In questo i 200 miliardi del Next generation EU sono una grande conquista, ma sono una gigantesca responsabilità. È bene allora essere chiari sul punto, lo diciamo per il tramite del presidente del Senato al Presidente del Consiglio e a chi continua a sostenere che la posizione di Italia Viva sia legata a un qualche interesse di partecipazione alla cabina di regia. Noi non scambieremo il nostro sì alla proposta di governance in cambio di uno strapuntino o di un aggiungi un posto a tavola. Detta in un altro modo, non già al Presidente del Consiglio che ne è consapevole, ma a chi ci segue, noi non stiamo minimamente chiedendo che nella cabina di regia ci sia anche un Ministro di un colore politico più vicino al nostro e lo dimostriamo in modo molto semplice. Ricordiamo infatti agli ignari passanti di quest’Aula che il 22 luglio noi avevamo chiesto una e una sola cosa, che sta agli atti del Senato e su YouTube per chi non guarda il resoconto stenografico. Avevamo detto che, di fronte ai 200 miliardi da spendere – cifra che non ricapiterà per anni, vorrei dire per decenni purtroppo – o il Parlamento fa un dibattito vero, sfidando le opposizioni, oppure perdiamo la dignità delle Istituzioni. C’è chi dice «ma come? Durante la pandemia volete parlare di politica?». Eh già, perché se non parliamo di politica durante la pandemia, cosa ci stiamo a fare in Parlamento? (Applausi).

Se davanti alla principale occasione per il futuro dei nostri figli, noi non facciamo un dibattito parlamentare, con che faccia andiamo a sfidare le opposizioni? Su questo punto, signor Presidente, è bene essere chiari. Il 22 luglio noi le abbiamo chiesto di venire ad agosto in Aula; forse era un po’ demagogico, andava bene anche a settembre, a ottobre o a novembre. Quello che non va bene, signor Presidente del Consiglio, e noi glielo diciamo guardandola negli occhi e in faccia, è che ci arrivi nottetempo, alle due, sulla posta certificata dei Ministri, un progetto di 128 pagine, che deve diventare un emendamento alla legge di bilancio, con una proposta che prevede dei manager con poteri sostitutivi rispetto al Governo e con una discussione parlamentare che non viene fatta perché anche quest’anno la legge di bilancio non verrà discussa almeno da un ramo del Parlamento. Colleghi del Partito Democratico, eravamo insieme, nello stesso partito, quando due anni fa il presidente Conte e il vice presidente Salvini, uno di voi, uno di noi, attuale presidente pro-tempore della Commissione affari costituzionali, addirittura firmò un ricorso alla Corte Costituzionale contro la scelta del Governo di non farci discutere la legge di bilancio. Ora, tra quindici giorni accade la stessa cosa. Se una cosa la fa Salvini è sbagliata – non sempre, spesso (ma questo è un altro discorso) – ma guardate che se la facciamo noi, ed è la stessa, è ugualmente sbagliata. (Applausi).

Non possiamo immaginare che, di fronte a una legge di bilancio non discussa, ci inseriamo, saltando e bypassando il Parlamento, tutta la principale discussione sul prossimo utilizzo di 200 miliardi di euro. Lo capite che è una discussione fondamentale per le istituzioni? Ci potete dare uno, due, tre o dieci Sottosegretari, ma ve li ridiamo indietro. Sono in ballo la credibilità del Paese e la serietà delle istituzioni! (Applausi).

Lo capite che ora o mai più? Signor Presidente, colleghi, 300 consulenti, quando si tagliano 300 parlamentari, sono la dimostrazione che si ha un’idea della politica che io non condivido. E se sono minoranza e, agli occhi della cittadinanza, si dirà che il consenso si trova non così, ma con le dirette su Facebook, io non sono interessato a cambiare posizione. Ritengo che un Governo non possa essere sostituito da una task force; ritengo che un Parlamento non possa essere sostituito da una diretta Facebook; ritengo che questa sia la battaglia di dignità che il Parlamento deve fare. (Applausi). Se questo è il Piano Marshall del futuro, dove sono i sindaci? Se questo è il Piano Marshall del futuro, dove sono gli esponenti del terzo settore? Se questo è il Piano Marshall del futuro – non avrei mai immaginato di dirlo – dove sono le categorie e i sindacati? Non è immaginabile che, di fronte a 200 miliardi di euro, che vuol dire debito pubblico, noi rinunciamo a essere parlamentari. È chiaro questo? (Applausi).

Dopodiché, signor Presidente, parliamoci con chiarezza. È un problema solo di metodo? Magari. C’è qualcuno che, probabilmente, immagina che si possa “dipiciemmizzare” la politica. Ma c’è anche un problema di merito. Ho letto le carte del Next generation EU. Ma chi ha deciso che noi mettiamo nove miliardi di euro sulla sanità? Questo è un passaggio importante. Giochiamo in maniera trasparente tra di noi. Quando il mio Governo, per tre anni, ha messo sette miliardi in più sulla sanità, tutti hanno detto, negli ultimi dieci mesi di talk show, che noi avevamo tagliato sulla sanità. In due anni e mezzo abbiamo messo più sette miliardi ed è stato detto che era poco. Posso dirlo? La storia dice che è stato poco rispetto a quello che è successo. E noi per i prossimi cinque anni mettiamo nove miliardi? Secondo me, ne occorrono il doppio (18), il triplo (27), il quadruplo (36, che è un numero non a caso, visto che è l’equivalente del MES). Io voglio un luogo nel quale poter dire che la sanità non va messa in secondo piano. Vi sembra normale che nel Next generation EU ci siano tre miliardi di euro a favore del turismo? Il turismo è la voce principale per la ripartenza, in particolar modo del Sud, ma non solo. Ma vi sembra normale che il Parlamento stia zitto mentre la Germania della Merkel (che le vacanze le fa in Italia, in Alto Adige o a Ischia) metta 35 miliardi di euro e noi mettiamo tre miliardi? Ma chi l’ha deciso? Ma chi ha deciso che sulla scuola (dove siamo chiusi da un anno, a differenza dei francesi e dei tedeschi) noi mettiamo una paginetta striminzita mentre Macron mette 54 progetti sui giovani? Signor Presidente, glielo dico con molta chiarezza. Noi siamo pronti a discutere di tutto in un dibattito parlamentare aperto e franco; non siamo disponibili a utilizzare la legge di bilancio come il veicolo nel quale si introduce quello che abbiamo letto sui giornali.

In questo inserisco una vicenda che è altrettanto importante, relativa alla fondazione dei servizi segreti. Infatti, non possiamo immaginare di avere una fondazione a cui, al Copasir, le forze politiche, in modo pressoché unanime, dicono di no, mentre sui giornali leggiamo che verrà comunque inserita in legge di bilancio. Quindi, per giocare in maniera pulita e trasparente, se ci sono un provvedimento che tiene la governance del Next generation EU e un provvedimento che tiene la fondazione dei servizi segreti, noi votiamo contro. (Applausi). E lo diciamo con molta lealtà; lo diciamo prima e invitiamo tutti a fermarsi finché si è in tempo. Quando, infatti, pensiamo ai servizi segreti, mi lasci dire che il 17 aprile 2015 un peschereccio italiano fu bloccato dai libici e portato via, ma nel giro di sei ore, l’allora Presidente del Consiglio chiamò l’allora autorità delegata e mandammo la Marina militare a riprendere quei quattro pescatori. Domani saranno 101 giorni che 18 pescatori sono nelle mani dei libici senza che nessuno muova un dito per questo. (Applausi).

Signor Presidente, a chi dei suoi collaboratori continua a chiamare le redazioni dei giornali per dire che noi siamo alla ricerca di qualche poltrona comunico che, se ha bisogno di qualche poltrona, ce ne sono tre – due da Ministro e una da Sottosegretario – a sua disposizione in più. Se lei, invece, ha desiderio di ragionare sul serio e concretamente per il bene del Paese, spieghi ai suoi collaboratori che chiamano le redazioni che questo non è un talk show o il «Grande Fratello» perché questo è il Parlamento, questa è la politica e questo è il coraggio che Italia Viva ha e che spero abbiano altri. (Applausi).

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CARNEADE, CHI ERA COSTUI? IL MES, CHI ERA (E CHI E’) COSTUI?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Dicembre, 2020 @ 5:00 pm

Detto altrimenti: riflessioni del/col mio coautore del/dal libro “Ricostruire la Finanza” di De Marchi – Lucatti, seconda edizione, dicembre 2020.  (post 4096).

Cinque minuti fa, una mia amica co-sciatrice, R.A., medico, mi chiede perchè si stia rifiutando il MES. Le ho detto di leggere questo post.

Inizia

Fino ad oggi, a seguito della pandemia, in pochi mesi il governo ha aumentato il debito pubblico di 140 miliardi (S. E. E O.). Nonostante ciò, si sta facendo una gran fatica ad utilizzare 37 miliardi del MES.

MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) SANITARIO è il sistema creato dalla Comunità Europea per offrire ai Paesi membri un sostegno economico da destinare al potenziamento delle strutture sanitarie.

Il meccanismo è “figlio” del più ampio MES ORDINARIO, creato nel 2012 in sostituzione del precedente sistema detto “Salva Stati”, che interviene per risolvere situazioni di grave crisi in uno dei diciannove Stati che hanno adottato l’euro. Detto fondo è stato utilizzato negli anni passati, con ottimi risultati, per aiutare Paesi come Grecia, Irlanda, Cipro, Portogallo e Spagna. L’aiuto era offerto sulla base di rigidi principi (le famose “condizionalità”) e previa approvazione, da parte del Paese beneficiario, di vasti programmi di riforma e soprattutto di aggiustamenti macroeconomici tendenti a riequilibrare la situazione finanziaria e ridurne il suo debito pubblico. Sono note le gravose condizioni imposte dalla cosiddetta “troika” (gruppo di esperti della comunità delegati ad imporre le regole del risanamento) alla Grecia; pochi ricordano che i Greci dovettero “bere l’amaro calice” dell’austerità, ma ne uscirono riconquistando la loro affidabilità sui mercati (oggi i titoli del debito greco pagano uno spread rispetto ai bund tedeschi simile a quello dell’Italia!). Forse è per questo che l’attuale MES è percepito in maniera negativa, come un salvagente utile sì, ma ostico per chi lo chiede perché deve rinunciare alla “sovranità economica” cedendone parte all’UE.

Il MES SANITARIO, pur essendo una derivazione del MES ORDINARIO, se ne differenzia radicalmente. Intanto il fondo si chiama PANDEMIC CRISIS SUPPORT, una linea di credito precauzionale rafforzata che serve a finanziare il potenziamento e il miglioramento dell’assistenza sanitaria diretta ed indiretta. Un intervento specifico e finalizzato, quindi, creato proprio per fronteggiare le conseguenze della pandemia in atto. A disposizione degli Stati ci sono 240 miliardi di euro; la quota riservata all’Italia è di 37 miliardi, che potrebbero essere utilizzati  per: acquisto di macchinari; potenziamento della rete diagnostica; ampliamento o costruzione di nuove strutture sanitarie; assunzione di nuovi medici ed infermieri. Tecnicamente si tratta di un prestito praticamente a tasso zero con durata 8 anni, ottenibile presentando un piano preciso ed articolato contenente i dettagli relativi a come e quanto si dedicherà a specifici progetti. Il piano deve essere presentato entro il 31 dicembre 2022.

Il nostro governo al momento si è espresso con decisione contro l’ipotesi di far ricorso al MES sanitario, ma all’interno i pareri sono discordi e le tensioni aumentano. Il premier ha infatti affermato che i soldi del MES non sono una panacea, bensì prestiti, che non possono finanziare spese aggiuntive, che il risparmio in termini di tasso d’interesse è irrisorio e, soprattutto, che chiederlo provocherebbe uno “stigma” (termine che probabilmente è sconosciuto alla gran parte degli italiani; ma la trasparenza in questi tempi è un valore ininfluente…). In realtà il rischio di dare un segnale di debolezza ai mercati è abbastanza contenuto: infatti la debolezza della nostra economia è ben nota a tutti e ben evidenziata dai rating delle agenzie internazionali, che ci collocano all’ultimo livello dell’investimento, giusto un gradino sopra il livello speculativo dei “junk bond” (titoli spazzatura). Il problema vero per l’Italia è un altro e cioè l’assenza di piani concreti e credibili per poter chiedere i fondi del MES sanitario: da mesi si discute su come utilizzare fondi per il RECOVERING, si convocano Stati Generali, si creano “task force”, si elaborano “linee guida” ma si tratta solo di enunciazioni di principio, senza contenuti concreti e soprattutto senza indicazioni degli investimenti legati ai progetti!


In questo modo, non presentando un piano concreto a Bruxelles, tutto rimane un semplice “flatus voci” e la tavola riccamente imbandita dall’Europa rischia di restare davanti all’Italia senza che il nostro paese si possa cibare di quelle vivande.

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TRENTINO TODAY

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Dicembre, 2020 @ 9:43 am

Detto altrimenti: rinnovo concessione A22- Autobrennero; accoglimento del MES; Recovery Fund/Plan/Band     (post 4095)

A22

Bravissima la nostra (Italia Viva) Senatrice DONATELLA CONZATTI: ha ricevuto l’appoggio anche del Centro Destra al Senato sulla sua proposta, quella  di un mini rinnovo tecnico di sei mesi per vagliare l’ipotesi di un affidamento diretto all’attuale SpA mista, nella quale la percentuale azionaria minima di privati non può e non potrà incidere in alcun modo sull’indirizzo e sulla gestione della SpA. Da respingere la decisione della ministra Paola De Micheli che per evitare Cariddi (affidamento a seguito di bando di gara europeo) aveva scelto di farci naufragare contro Scilla, cioè affidamento diretto della concessione previa estromissione degli azionisti privati di larga minoranza, con la certezza di lungi, costosi e paralizzanti ricorsi …

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MES. Lo si deve accettare. Se comporterà una ristrutturazione del debito pubblico, essa potrebbe avvenire – ad esempio – con la sostituzione (volontaria da parte degli investitori) delle tranche di titoli di debito redimibili in scadenza con nuovi Titoli di Rendita Irredimibili non di debito, a riduzione del livello del debito pubblico ed incremento della liquidità pubblica.

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RECOVERY FUND/PLAN/BAND

Benissimo MATTEO RENZI a dire NO alla Recovery Band, cioè all’abdicazione del ruolo del Parlamento in favore di esperti-consulenti esterni. Ricordo che il problema non è solo quello pur importante e preliminare del soggetto che deve decidere (il Parlamento), ma quello che i fondi saranno erogati solo a fronte di “progetti certificati” e a SAL-Stato avanzamento Lavori, non a fronte di “idee” e a SACEP, Stato Avanzamento Campagna Elettorale Permanente. Capito, Giuseppi?

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PAROLE DI … BUON NATALE!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Dicembre, 2020 @ 6:40 am

Detto altrimenti: fra poco è Natale… e allora … (post 4094)

Il gestore, l’amico Mirco Michelon

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In una malga (Malga Zambana) in Paganella, un cartello: “Non abbiamo Wi-fi: parlate fra di voi”. Ecco, questo è l’augurio che mi è venuto spontaneo da fare a voi tutte e tutti. Parlarsi, perché, come ha detto Papa Francesco, “la Verità è relazione”. Relazione è parlarsi rispettandosi, il che significa innanzi tutto attenzione per l’Altro, se non altro perché l’altro per gli Altri siete voi stessi (perdonate il gioco di parole). Spesso invece noi (io in testa, s’intende) non ci pensiamo: ci troviamo bloccati nel traffico e ce la prendiamo con gli Altri automobilisti: ma perché non se ne stanno a casa!? Ma nello stesso momento n-1 automobilisti ovvero, tutti gli Altri stanno pensando la stessa cosa di noi …

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Un caffè fuori pista alla Zambana

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Dice … ma dov’è il messaggio natalizio? Eccolo, arriva … arriva, o almeno ci provo. Gli Altri, nel mondo, così lontani da noi ed allo stesso tempo così vicini … come le parole al loro significato, talvolta vicine, spesso lontane. umanita’, accoglienza, democrazia vera (parlamentare), equa distribuzione della felicita’ (stavo per scrivere della ricchezza) … parole spesso troppo lontane dal loro significato. Ecco il mio augurio di Natale: che da una più stretta “relazione” fra le parole e il loro significato emerga finalmente la verita’. Le parole sono pietre, scriveva Don Lorenzo Milani. Ma le pietre possono essere diverse e per di più utilizzate in modi diversi: possono essere stratificate, facili allo sfaldamento, poco adatte a qualsiasi utilizzo; oppure possono essere granitiche. Inoltre, possono essere utilizzate per costruire oppure per ferire ed uccidere. Ecco, allora utilizziamole con prudenza e – in ogni caso – facciamo in modo che esse siano “in relazione” con il loro significato. Solo in tal modo potremo essere costruttori … costruttori di Verita’.

Buon Natale a tutte, a tutti e alle nostre Parole.

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GIUSEPPI v. DEMOCRAZIA PARLAMENTARE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Dicembre, 2020 @ 7:53 am

Detto altrimenti: ieri sera al Senato  MATTEO RENZI v. GIUSEPPI   (post 4093)

NON E’ IN GIOCO SOLO L’UTILIZZO DEL RECOVERY FUND, MA LA DEMOCRAZIA PARLAMENTARE !

MATTEO RENZI. Ieri sera io ho reagito a caldo, questa mattina a freddo, ma il risultato è lo stesso: RENZI STATISTA, DEMOCRATICO – CONTE RAGIONIERE ANTIDEMOCRATICO (con il massimo rispetto per i ragionieri, s’intende!).

Ricordiamo come è stato tirato fuori dal cappello a cilindro Conte: uomo “finto” con due cani da guardia veri alla costole, i due Vicepresidenti. Poi lo strappo: mi basta un solo vice anzi formalmente nemmeno uno ma … di fatto? Di fatto dietro quella sua aria pacata, formalmente equilibrata, riflessiva, c’era tutto il grillismo possibile, quello del percorso verso la DEMOCRAZIA DIRETTA (diretta da chi? Ma dai capi-rete, of course! V. in nota) mescolata alla “questo uomo solo pro tempore al comando”. Dico “questo” perchè una volta arrivati (Dio non voglia!) alla democrazia diretta, a comandare sarebbero altri pro-tempore: i capi rete.

LE TECNICHE DEL PIU’ DIABOLICO MARKETING COMMERCIALE STRATEGICO APPLICATE ALLA TRASFORMAZIONE PER VIA DEMOCRATICA DELLA DEMOCRAZIA IN OLIGARCHIA.

E allora facciamo un po’ di palestra:

1 – abituo il popolo ai DPCM (che per chi scrive sono Dicci Perfavore Cosa Macchini!)

2 – Invio il Recovery Plan ai Parlamentari alle 02,00 di notte.

3 – Sostituisco i parlamentari con 300 consulenti, la RECOVERY BAND.

4 – Non porto in aula la legge di bilancio.

5 – Faccio una FONDAZIONE PER I SERVIZI SEGRETI.

Tanto RENZI, con quel suo 3% cosa volete che faccia? E invece RENZI 3% è di una incisività, di una chiarezza, di una onestà intellettuale, di una visione da statista che ferma la valanga antidemocratica, convince e stravince. Ah… questi Toscani! Aveva ben ragione Curzio a definirli “maledetti”! Questi Toscani, primi in Italia ad avere l’Autonomia Amministrativa (con il Lorena), ora pretendono di avere anche l’Autonomia di Pensiero! Pretendono di difendere la Democrazia Sostanziale Rappresentativa Parlamentare, non si accontentato di quella formale diretta da noi che vogliamo dare a tutti gli Italiani! Non si lasciano infornare! E dire che avevo preparato tutto per benino!

NOTE:

1) DEMOCRAZIA DIRETTA, ecco la ricetta: numero inferiore di parlamentari, più giovani, estratti a sorte o reclutati dalla rete + referendum propositivo con quorum minimo meglio se gestito dalla rete + vincolo di mandato = le leggi saranno fatte dai capi rete = la democrazia parlamentare si sarà trasformata in democrazia diretta dai capi rete cioè in una oligarchia.

2) Dov’e’ il PD, nel frattempo?

3) IERI SERA IL TG: molto spazio alle chiacchere di Conte, poco all’intervento di RENZI che invece rappresentava il nocciolo della questione. Sarebbe stato necessario commisurare lo spazio non al ruolo delle persone nè al numero di parole proferite, ma al loro “peso specifico”.

4) Quel tono pacato di Conte, quelle sue frasi generiche tendenti a rassicurare, buttate lì, alla “Lo vedete come sono equilibrato e sereno, come opero alla luce del sole, le cose le dico mica le faccio di nascosto … cosa volete mai pensare che si stia architettando alcunchè? ” E invece no, questo suo modo tende a portare dalla sua parte l’osservatore ingenuo, superficiale e distratto (che poi rappresenta purtroppo la maggioranza della popolazione), ovvero la massa di chi segue di più la morte di Maradona e di Paolo Rossi che quella della Democrazia Parlamentare.

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MOBILITA’ TRENTINA COME ERAVAMO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Dicembre, 2020 @ 9:43 am

Detto altrimenti: riordinando casa  … (post 4092)

… salta fuori un vecchio libro del 1958, “Il Trentino, aspetti di ambiente e di vita” a cura dell’Assessore alla Pubblica Istruzione e Artigianato Guglielmo Banal, essendo Presidente della Giunta Provinciale Riccardo Rosa. Nella presentazione Banal ci conferma che si tratta di una pubblicazione per le scuole, avviata dal compianto Comm. Giuseppe dal Rì, Provveditore agli Studi di Trento. Apro una pagina a caso (pag. 75) e incappo in un pezzo dedicato alla mobilità della Provincia, che riporto:

“Il Trentino non ha una rete ferroviaria particolarmente sviluppata: oltre i 77 km della Verona-Brennero e i 67 della Trento-Venezia, abbiamo la tranvia Ora-Predazzo (km. 51 di cui 25 nella nostra provincia) e quella in rifacimento Trento-Malè (inaugurata nel 1909, n.d.r.), il cui vecchio tracciato era di 71 km.  …. La rete stradale: 423 km di Strade Statali, 533 km di Strade Provinciali, 1760  Km di Strade Comunali … resta il grande problema della Statale del Brennero, è allo studio un’Autostrada …”

Nulla si dice della Ferrovia Rovereto-Riva di km 28,5 che fu attiva dal 1891 al 1915 e dal 1919 al 1936 e del cui ripristino oggi finalmente si parla. Peccato! Ho iniziato da questa pagina aperta a caso perché oggi la mobilità è un tema all’ordfine del giorno. Ma procediamo con ordine. I capitoli del libro sono:

  • Note di geografia, pagg.  9-77
  • Appunti di storia trentina, pagg. 83-303
  • Arte, pagg. 309-415
  • Agricoltura, pagg. 423 -462
  • Il bosco, pagg. 471-512
  • Industria, Artigianato e Commercio, pagg.  521-533
  • Il turismo, pagg. 541-582.

Molto significativo, a giudicare dal numero di pagine dedicato, è il peso specifico attribuito ad ogni argomento. In particolare nell’’ultimo capitoletto, quello dedicato al turismo, ben otto righe (!) sono dedicate alla bellezza del viaggiare in bicicletta e a pagina 565 è riportato l’elenco dei 21 impianti funiviari di risalita presenti in provincia. Come siamo cambiati, e come ancora possiamo e dobbiamo cambiare per sfruttare la risorsa sistemi ciclabili di valle e di montagna e il “dislivello” come prodotti turistici!

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MES E RECOVERY FUND IN POCHE PAROLE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Dicembre, 2020 @ 7:20 am

Detto altrimenti: i due problemi del giorno       (post 4091)

MES

1) “Sanitario”: denari per rafforzare il nostro sistema sanitario. Non ne abbiamo bisogno? Siamo già perfettamente organizzati? Siamo già pieni di soldi e con pochi debiti?
2) “Bancario”: tutta l’UE si prepara ad aiutare tutte le banche UE dalla crisi che le colpirà quando le tantissime loro società clienti falliranno a causa della crisi Covid e non potranno ripianare i propri debiti bancari. E’ forse questo un “regalo ai banchieri”? Possiamo permetterci che il sistema bancario collassi?

Dire no a tutto o anche solo ad una parte del MES è una decisione suicida. Dice … ma si tratta di un ulteriore debito! Rispondo: … che ci costa lo 0,1% all’anno di interessi ma poichè l’emissione del titolo ha un costo negativo, in realtà il MES non è un debito ma una rendita. E poi se non accetti il MES, dovrai ricercare altrove quei fondi, aumentando il tuo debito a costi reali! Ci siamo bevuti il cervello?

RECOVERY FUND, PLAN, BAND

Io sono laureato, top manager e CEO per una vita, sono impegnato in politica, leggo i giornali, mi informo, pubblico libri su finanza ed economia eppure faccio una gran fatica a cercare di capire come si sia svolto/si stia svolgendo il processo di scelta dei progetti da finanziare con i denari del Recovery Fund. Al che mi chiedo: come può arrivare a  capirci la gran massa della gente che non ha avuto la fortuna che ho avuto io, quella di una vita privilegiata nel senso che mi ha dato questa formazione culturale e professionale? Questa non-immediata-comprensibilità è come un velo che secreta processo e decisioni ed è un vulsus arrecato alla Democrazia: infatti in Democrazia i governanti governano e il popolo direttamente e/o a mezzo del Parlamento, osserva, comprende, valuta. E se la decisione viene inviata al Parlamento alle 02,00 di notte per essere illustrata come già decisa e varata il giorno dopo, non va bene.

Cosa? Vi sarebbe qualche inesattezza in ciò che sta alla base del mio ragionamento? Ecco, vedete che ho ragione io? Se sono poco informato io, figuriamoci la massa della popolazione!

Dichiarazione di Matteo Renzi in parlamento, luglio 2020:

Presidente Conte, sorprenda il Parlamento e il Paese. Anziché una task force, ci regali ad agosto un dibattito parlamentare in cui la forza della maggioranza dovrà essere quella di sfidare le opposizioni sulla base non di un generico programma di riforme, ma di un concreto business plan per il futuro del Paese“.

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