IL GOVERNO COME SIMBOLO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Gennaio, 2021 @ 9:51 am

Detto altrimenti: per il Dr. Avv. Prof. Giuseppe Conte

In una democrazia parlamentare non è normale che alcuni ministri debbano “lottare” per essere ammessi a partecipare all’azione del governo del quale fanno parte. La compagine di governo, il “Governo” come entità collettiva, è un simbolo che riunisce tutti coloro che ne fanno parte in quanto ci si riconoscono.

Ma se taluno, fosse anche il Presidente del Consiglio dei Ministri, vuole fare del simbolo una cosa propria, allora quel simbolo da fattore di unione diventa fattore di divisione e di contrapposizione. Così G. Zagrebelsky in “Simboli al potere”

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PRESIDENTE CONTE, FACCIAMO INSIEME UN PO’ DI FILOSOFIA POLITICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Gennaio, 2021 @ 6:37 am

Detto altrimenti; quanto e’ difficile operare se si parte dal basso …  (post 4136)

… dal basso, dai singoli interventi e cercare, nel migliore dei casi, di inserirli in una visione d’insieme! Se al top di un sistema economico, sociale, politico o altro manca la visione d’insieme, via via che si scende verso i livelli più operativi regna il caos e ogni azione manca di una sua significatività: nel bene e nel male.

Mi spiego con qualche esempio. Il primo è l’esempio di una visione d’insieme fortemente negativa. Una società commerciale può prendere le mosse dalla visione di come essa stessa riuscirà a far sviluppare il mercato in una direzione che al momento il mercato stesso nemmeno immagina: questo tipo di marketing che fa nascere bisogni nuovi, non avvertiti spontaneamente dai consumatori come necessari da essere soddisfatti, può essere definito “marketing diabolico”.

(Per inciso; il marketing positivo è quello operativo, che sviluppa i prodotti esistenti e quello strategico, che segue l’evoluzione dei bisogni veri della clientela).

Anche in politica esiste il marketing diabolico, quando si vuole condurre il popolo a credere di avere l’esigenza di soddisfare un bisogno che tale non è, e cioè il bisogno di essere guidati da chi pensa al posto del popolo, da chi agisce al posto del popolo attraverso l’esautoramento del Parlamento del popolo: ciò viene attuato prima di fatto, subordinando la funzione legislativa a quella esecutiva, poi di diritto, quando una democrazia parlamentare si trasforma democraticamente in una democrazia diretta da poche persone, cioè in una oligarchia. Attraverso un percorso di marketing diabolico, appunto.

Veniamo ora all’esempio di una visione d’insieme fortemente positiva, in politica, sia essa politica aziendale o governo dello stato: anzi, parliamo proprio di governo dello stato. Secondo la “filosofia” che sto seguendo parto “dall’alto” ed assumo un assioma che faccio mio rubandolo a tale Alcide De Gasperi: “il politico pensa alle prossime elezioni, lo statista alle prossime generazioni”. E allora tutte le azioni che metto in atto per il presente non possono consistere essere solo o principalmente nella distribuzione di aiuti ma anche e soprattutto investimenti produttivi nel e per il futuro, in termini di denaro, di possibilità di un futuro per i giovani, di cultura.

La cultura, quella “cosa” che Matteo Renzi ha messo al primo posto delle sue richieste a Conte. La cultura, ciò che ti stimola a leggere, capire, condividere o – perché no – anche contestare un post come questo; ciò che ti fa sentire l’esigenza di una visione sistemica del presente e soprattutto del futuro; ciò che rappresenta la peggiore minaccia per i regimi totalitari o anche solo aspiranti oligarchici; cultura che non può essere solo la capacità di riassumere un brano dei Promessi Sposi e di svolgere un lavoro dell’oggi, ma anche la conoscenza del significato di quel brano e l’essere messi in condizione di imparare e svolgere i lavori del domani.

Lavorare nell’oggi per il domani all’interno di una scala culturale di valori al cui vertice ci sia un assioma ben definito. Sul piano dell’organizzazione del modello, la piramide si allarga su un numero sempre più elevato di soggetti ognuno dei quali sempre meno decisionale e sempre più operativo ma tutti con una caratteristica comune: avere in capo a se stessi sia il potere che la responsabilità.

Chiudo con due esempi: chi ha avuto ed ha il potere di avere dato la paghetta a tutti, ha anche la responsabilità del risultato del tutto deludente dell’iniziativa? Chi oggi sta cercando di avere il potere monopolistico dell’utilizzo di 300 miliardi, ha anche la responsabilità di iniziare di dovere e sapere organizzare sin da adesso il processo di rientro dell’enorme debito pubblico?

E se mi sbaglio mi corigerete …

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LA MIA RISPOSTA AD UNA LETTERA CONTRO ITALIAVIVA inviata oggi al giornale l’Adige.

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Gennaio, 2021 @ 2:12 pm

Detto altrimenti: vi risparmio il testo della lettera alla quale ho risposto, testo che peraltro è ampiamente intuibile    (post 4135)

Gentile Signor Vincenzo Clauser,

mi collego alla Sua lettera pubblicata su l’Adige dell’11 gennaio sotto il titolo “Renzi non è il padreterno che si crede di essere”. Lei afferma che “le decisioni prese in seno alla maggioranza devono essere accettate da tutti i componenti di tale coalizione”. Concordo pienamente con Lei, solo che per essere decisioni prese “in seno” alla maggioranza, queste decisioni devono essere assunte con il coinvolgimento di tutte le componenti della maggioranza,  mentre la “componente Renzi” è stata esclusa, nonostante la sua richiesta che Italia Viva fosse ammessa a concorrere alla formazione di quel piano sin dal 22 luglio 2020.

Italia Viva è stata quindi esclusa dalla formazione di quella “volontà comune” della maggioranza alla quale Lei fa riferimento, volontà che non sarebbe più stata la volontà di Conte e/o di Renzi, ma appunto una terza, diversa volontà, quella comune della maggioranza. Invece, operando come ha fatto Conte, tale volontà è rimasta la volontà di una sola parte della maggioranza, non della maggioranza intesa come organo collegiale. Pertanto chi è stato escluso da questo apporto ha tutti i diritti di denunciare quanto meno questa mancanza di democrazia.

E’ vero poi quello che Lei ricorda, e cioè che Renzi non avrebbe mantenuto fede alla sua dichiarazione di non occuparsi più di politica seguito dell’esito negativo di quel tale referendum. Tuttavia questo suo peccato mi appare veniale rispetto a quello che di chi fino a poco tempo fa inneggiava ai decreti sicurezza di Salvini e a Trump, con il quale ultimo si pregiava di fare coppia come uomo del cambiamento. Chi è senza peccato …

Vede, Gentile Signor Clauser, io faccio parte di quei “quattro gatti” come Lei ci definisce che seguono Matteo Renzi e devo ringraziarLa della Sua premura nei nostri confronti, ovvero di avvisarci che se non ci adeguiamo alle direttive di Conte, alle prossime elezioni rischiamo di sparire. Al che mi consenta di rassicurarLa doppiamente: infatti io e i miei colleghi di partito non abbiamo mai rinunciato nella nostra vita a pensare liberamente in proprio e a difendere le nostre idee, essendo tuttavia sempre disponibili a discuterle con chi la pensa diversamente da noi purchè ammessi a tale discussioni  (come invece non è stato da parte di Conte)  e comunque sempre con toni civili e nel reciproco rispetto. Inoltre, mi dispiace che Lei si preoccupi del nostro futuro politico. La ringrazio per questa sua attenzione, ma La invito a non darsi pena per il rischio al quale eventualmente noi ci esponiamo: infatti sappiamo badare a noi stessi e poi, se siamo quattro gatti, quale fastidio politico potremmo mai  arrecarLe?

Per non andare oltre i confini tracciati dalla Sua lettera, mi astengo dall’entrare nel merito delle proposte di Matteo Renzi, Tuttavia, ove Lei volesse discuterne, sarò lieto se mi vorrà contattare al mio indirizzo e mail riccardo.lucatti@hotmail.it. In tale attesa, La ringrazio per avermi letto e Le auguro buona giornata.

Riccardo Lucatti, Coordinatore del Tavolo di Lavoro Finanza ed Economia Mista, voluto da Italia Viva Trentino.

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I DIVERSI PIANI DELL’UMANO AGIRE POLITICO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Gennaio, 2021 @ 10:57 am

Detto altrimenti? Più chiaro di così … (post 4134)

ONESTA /DISONESTA’ INTELLETTUALE
PROFESSIONALITA’/IMPROVVISAZIONE
DEMOCRAZIA VERA / DEMOCRAZIA DIRETTA DA …
IMPARZIALITA’/INTERESSI PERSONALI
POSSIME GENERAZIONI/PROSSIME ELEZIONI
AVERE UNA STORIA/ NON AVERLA
VOLERE COLLOQUIARE/ NON VOLERE COLLOQUIARE
DISCUTERE/INSULTARE
DIRE LA VERITA’/ INVIARE VELINE
ESSERCI/NEGARSI
INTELLIGENZA COLLETTIVA/ ARROGANZA INDIVIDUALE
GENERAL MANAGEMENT/UFFICIO CONTABILITA’
VISIONE DI UN MODELLO/ NESSUNA VISIONE
DOMANDARE/NON RISPONDERE
CONCRETEZZA/ASTRATTEZZA
INVESTIMENTI PRODUTTIVI/ PAGHETTE PER TUTTI
PENSARE AL DEBITO PUBBLICO/NON PENSARCI TANTO POI …
GENERARE RICCHEZZA/METTERE UNA PATRIMONIALE
CON RENZI/CONTRO RENZI

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COLPO DI STATO CONCETTUALE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Gennaio, 2021 @ 9:37 am

Detto altrimenti:  LE CONFESSIONI DI UN CINQUANTINO classe 1964   (post 4133)

“Dall’UE in arrivo circa 300 miliardi: quando ci ricapita un’occasione simile? Quando “mi” ricapita un’occasione simile? A me che facevo il prof e l’avv; a me che stavo con Salvini e con Trump anche no; a me che ora mi rifaccio la verginità? Faccio tutto da solo, bene o male non importa tanto quando di tratta di soldi sarà solo un piglia piglia; fino all’ultimo non mostro le carte a quello là che rompe fino all’ultimo; poi gli dico di firmare o sarai responsabile di tutto. E se poi scoppia il problema dell’indebitamento pubblico mi basterà dire che io sono stato solo lo strumento della volontà popolo. Popolo … popolare … populista … no, populista non lo ditò, mi ha detto Casalino che non mi conviene dirlo …”

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DESTRA E SINISTRA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Gennaio, 2021 @ 6:27 am

Detto altrimenti: caro Giuseppi ti scrivo … (post 4132)

DESTRA E SINISTRA – Ragioni e significati di una distinzione politica” – Libro di Norberto Bobbio, Saggine/10, Donzelli Editore 1994 -1995, 140 paginette, Lit.16.000 (!) …

Destra e Sinistra esistono ancora? Questo piccolo ma great libro di Bobbio è uno dei miei “vangeli laici”, cioè uno di quei libri primi nella lista degli oggetti che salverei in caso di incendio della casa. E lo salverei non tanto per la risposta che vuol dare, quanto per la domanda che pone e per come arricchisce la gamma delle opzioni politiche. In particolare al binomio destra e sinistra affianca quello moderati – nuovi radicali, cioè coloro che tendono a far sì che la democrazia di autodistrugga democraticamente, il che cancellerebbe a priori la necessità e l’esistenza stessa del binomio destra-sinistra.

E qui ritorna un tema che mi sta molto a cuore, quello della serietà (carente) di una gran parte dell’attuale politica italiana, della politica con la “p” minuscola affermatasi sulla base dei Vaff; quella del no ai partiti e del sì ai movimenti nonostante l’art. 47 della Costituzione; quella dei prima gli Italiani che invece purtroppo vuol dire Italiani soli e isolati; quella (infaustamente attuale!) del no al dialogo ed al confronto; quella che ieri viva i decreti sicurezza di Salvini e viva Trump ed oggi, nel giro di un paio d’anni, anzi no; ma soprattutto quella della lenta, subdola graduale, micidiale trasformazione della Democrazia Parlamentare Rappresentativa in democrazia diretta, cioè in oligarchia.

Parlamento, parlare … ma se il parlare resta una vuota formalità alla quale non si dà seguito, efficiente ma non efficace cioè senza alcun risultato, così come non si è dato seguito al parlare di MATTEO RENZI il quale se non altro quanto meno dal 22 Luglio 2020 chiedeva di essere legittimamente, istituzionalmente, intelligentemente, doverosamente, costruttivamente, politicamente e utilmente coinvolto nella confezione del Recovery Plan, allora quel parlare non ha alcuna efficacia e quel Parlamento è sulla via di annullamento di se stesso.

D’altra parte era stato detto da alcuni pentastellati che “Il Parlamento non servirà più … apriremo il Parlamento come una scatola di sardine …” Frasi semplicemente eversive dell’ordine democratico, di una Democrazia la nostra, aperta a tutto tranne che alla dittatura; una Democrazia che ha messo al bando qualsiasi forma di ritorno al fascismo. Solo che adesso a quelle forme hanno cambiato nome: una forza politica inneggia all’uomo con i pieni poteri; un’altra le definisce “democrazia diretta” alla quale sta cercando di arrivare attraverso i seguenti passaggi:

  • rimando il confronto ed alla fine dico che non c’è più tempo;
  • abbondante ricorso ai DPCM, così intanto li abituiamo;
  • mancato coinvolgimento di alcuni partiti della coalizione di governo e del Parlamento se non a cose fatte;
  • minor numero di parlamentari;
  • parlamentari più giovani, meglio se estratti a sorte o scelti via rete;
  • referendum propositivo con quorum limitatissimo;
  • vincolo di mandato per i parlamentari;
  • obbligo del Parlamento di approvare la proposta referendaria, senza la possibilità di correggerla;
  • leggi fatte da poche persone = oligarchia;
  • oligarchi sempre più ricchi, popolo sempre più povero;
  • se il popolo si lamenta, diremo “Ma se lo avete deciso voi … voi avete voluto questo … noi siano solo gli esecutori della vostra volontà unanime, compatta, indifferenziata ( = populismo qualitativo, come descritto da Umberto Eco nel suo libro “Il fascismo eterno”, n.d.r.).

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PROCESSO KAFKIANO A MATTEO RENZI E A ITALIA VIVA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Gennaio, 2021 @ 2:47 pm

Detto altrimenti: incontro un amico sul vialetto di casa e …   (post 4131)

… pur sapendo che io sono con RENZI, mi invita a pubblicare qui sul mio blog un post per innescare un gruppo di persone … anzi una corrente di persone perché “Basta con Renzi, Conte sì che sta tendendo tutti uniti … Renzi va bene sui contenuti ma poi ….” E giù commenti molto “colorati” su Renzi e chi lo sostiene, anche localmente. Ho iniziato a ribattere ma con un colpo di pedale (era in bicicletta) ed un commento “ciliegina” finale a voce sempre più alta, se ne è andato. Peccato per lui, perchè gli avrei detto che io “un” post lo avrei pubblicato. Infatti eccolo:

IL PROCESSO

CANCELLIERE, ESPONGA I FATTI

ITALIA VIVA è un partito della coalizione di governo.  Da luglio 2020 in Parlamento MATTEO RENZI chiede a CONTE che Italia Viva possa collaborare alla stesura del Recovery Plan … (omissis, si evita di citare i passi intermedi, già noti alla Corte) e la richiesta è ancora inevasa.

ITALIA VIVA è stata considerata da Conte e i 5S alla stregua di un partito di opposizione perchè Conte ha voluto gestire tutto “riservatamente” a vantaggio della campagna elettorale permanente sua e dei 5S. Così facendo ha volutamente rinunciato all’apporto di una componente molto qualificata del suo stesso governo (anche per paura del confronto, n.d.r.) anche se ciò lo ha condotto ad un mal governo.

Il Movimento 5 Stelle taglia corto: Conte non si tocca. Infatti per la loro permanenza nella stanza dei bottoni Conte è una componente strategica ( = indispensabile  e insostituibile). Infatti, scemata la spinta dei VAFF, ora sono alla ricerca di una nuova spinta: “Siamo noi che eroghiamo/regaliamo i denari!”

Il PD: quando va bene se ne esce con affermazioni generiche e/o parzialmente e moderatamente a rimorchio delle proposte di Renzi, soprattutto nella misura in cui queste vengono (parzialmente) accettate, della serie il proprio cappello sul lavoro altrui non si nega a nessuno (n.d.r.); quando va male definisce Conte l’uomo più popolare e Renzi quello più impopolare.

CONTE “incassa” in anticipo l’ok di Ursula sul suo Recovery Plan privato?  Ma … su cosa? Su una telefonata a Ursula, corredata da un suo filmato di repertorio? Su una a bozza di proposta che è ancora oggetto di accesa discussione presso il governo e che poi dovrà essere approvata dal Parlamento?

RENZI ha reclamato per ITALIA VIVA il ruolo e istituzionale e il percorso democratico che compete ai ministri di un partito della coalizione di governo. Ha proposto contenuti molto concreti, motivati e si è reso disponibile ad un dialogo aperto. Nessuna risposta.

CONTE non ha concesso quanto richiesto, perché vuole operare “da solo” una elargizione-distribuzione dei fondi europei alla “purchè sia”. E guai a dire che invece si devono fare investimenti in un’otticca di visione prospettica.

IMPUTATO ITALIA VIVA, LEI E’ ACCUSATO

  1. di  avere (inutilmente! N.d.r.) reclamato dal 22 luglio 2020 di poter contribuire alla confezione del Recovery Plan;
  2. di avere reclmato di potere almeno esaminare il Recovery Plan prima di condividerlo;
  3. di lamentarsi di essere stato coinvolto sul Recovery Plan dal 22 al 28 dicembre 2020 (il 25 era Natale anche in quell’anno);
  4. di avere (inutilmente! N.d.r.) preteso di discutere le proprie proposte sul Recovery Plan;
  5. di non accontentarsi – sul Recovery Plan – di una sintesi di 13 paginette e di una tabellina;
  6. di opporsi alla privatizzazione dei ruoli istituzionali e dei Servizi Segreti;
  7. di volere contribuire all’azione del governo della cui maggioranza fa parte;
  8. di volere utilizzare i 37 miliardi del MES;
  9. di volere spostare risorse Recovery dalle paghette alla sanità , ai giovani, alla cultura, al turismo, alle grando opere;
  10. di esigere che l’azione di governo abbia una visione di futuro del paese;
  11. di contestare la mancanza da parte del governo di un ragionamento su come ripianare il debito pubblico;
  12. di opporsi al percorso (di volta in volta a secondo dei casi: palese, occulto, formale, di fatto) di esautoramento della democrazia rappresentativa parlamentare, ovvero al percorso di chi vuole realizzare (gradatamente ma non troppo, n.d.r.) la democrazia diretta (diretta da chi? N.d.r.) secondo i seguenti passaggi progressivi:
  • abbondante ricorso ai DPCM (“Così intanto li abituiamo”);
  • mancato coinvolgimento di alcuni partiti della coalizione di governo e il Parlamento se non a cose fatte;
  • minor numero di parlamentari;
  • parlamentari più giovani (meglio se estratti a sorte o scelti via rete);
  • referendum propositivo con quorum limitatissimo;
  • vincolo di mandato per i parlamentari;
  • obbligo del Parlamento di approvare la proposta referendaria, senza la possibilità di correggerla;
  • leggi fatte da poche persone = oligarchia.

IMPUTATO, SI ALZI IN PIEDI: SI DICHIARA COLPEVOLE O INNOCENTE?

Vostro onore, ci dichiariamo colpevoli di tutto quanto ascrittoci”

CANCELLIERE, A VERBALE. IL POPOLO SI RIUNISCE PER DELIBERARE

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GIUSEPPI E I DANNI DELL’ABITUDINE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Gennaio, 2021 @ 1:08 pm

Detto altrimenti: l’abitudine impigrisce il cervello, narcotizza lo spirito critico, l’innovazione … (post 4130)

Un quadro storto, un mobile sbrecciato, un tappeto sdrucito, ma soprattutto scaffali  strapieni di cose che non utilizziamo e armadi pieni di vestiti fuori moda: ci conviviamo per una vita, indifferenti. Poi, finalmente e improvvisamente un giorno apriamo gli occhi e “vediamo” ciò che prima guardavamo soltanto. In questo caso grandi danni non sono stati fatti.

Ma in politica e soprattutto nell’azione di governo se “ci abituiamo” a tutto i danni ci sono e gravi. Ci abituiamo a quella faccia composta; ai numerosi DPCM; alle paghette per tutti sotto varie forme (600 euri anche a ricchi professionisti, tanto per dirne una); al fatto che non ci si preoccupi di iniziare a programmare la gestione dell’enorme debito pubblico (quasi al 170% del PIL!). Ci abituiamo al fatto che chi ci vuole far aprire gli occhi (RENZI) finisce per essere un disturbatore della quieta pubblica, uno che deve essere trattato come il saggio grillo parlante (con la “g” minuscola, mi raccomando, non facciamo confusione!) che metteva in guardia Pinocchio: “Non ci disturbare, noi stiamo bene qui, nel Paese dei Balocchi!””

Poi una mattina ci guardiamo allo specchio e con orrore vediamo che ci stanno per spuntare … no, non le orecchie da asino (che pure ce le saremmo abbondantemente meritate!) ma gli effetti di una bella (bella … si fa per dire) tassa patrimoniale!

Altra immagine. Italia SpA deve gestire 300 miliardi. In una SpA seria si redige un budget annuale ed un piano di sviluppo triennale scorrevole (= aggiornato di anno in anno), che preveda l’evoluzione del patrimonio, del risultato economico e dei flussi finanziari. E se questa SpA ha forti debiti (2500 miliardi) e rilevante patrimonio (ad esempio i 250 miliardi del patrimonio immobiliare dello Stato) si cerca quanto meno di vendere un patrimonio che genera solo costi per iniziare ad abbattere il debito. In parallelo si iniziano ad emettere Titoli Irredimibili di Rendita in sostituzione volontariadei Titoli Redimibili di Debito in scadenza, anzi, se ne emettono anche oltre questa misura: facendo ciò si riduce il debito e si aumenta la disponibilità di finanza per investimenti.

Ma soprattutto si deve avere una proiezione finanziaria pluriennale. Mi chiedo: oggi il nostro governo ce l’ha? A me non risulta, oppure se ce l’ha, ha incaricato i servizi segreti di tenerla segreta. Peccato che Norberto Bobbio abbia scritto che la democrazia è incompatibile con i segreti, in quanto un’istituzione governa, un’altra (i cittadini) controlla e valuta. Peccato che se l’azione è segretata, manca una delle due gambe della democrazia che diventa una democrazia azzoppata.

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NOZZE D’ORO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Gennaio, 2021 @ 6:10 am

Detto altrimenti: 5 Gennaio 1971 – 5 Gennaio 2021 – 50 anni fa Maria Teresa e Riccardo sposi        (post 4129)

Genova Quarto, luglio 1965, stabilimento balneare “5 Maggio”, Maria Teresa 20 anni, io 21. Conosciuti.
Fidanzati per cinque anni.
Genova, 5 gennaio 1971, sposi.
Una figlia, Valentina (1973); un figlio, Edoardo (1981); un genero, Daniele, una nuora, Sara; tre nipotine: Sara 2010, di Valentina e Daniele; Bianca (2017) e Matilde (2019) di Sara e Edoardo. Oggi 5 gennaio 2021, ricorrenza in lockdown. Appena si potrà festeggeremo insieme.
Trento, 5 gennaio 2021

1 Luglio 1965, bagni “5 Maggio”, Genova Quarto, conosciuti
30 Luglio 1965, Genova Via XX Settembre, Riccardo e Maria Teresa, amici
3 Settembre 1970, Camogli, morosi da anni
5 Gennaio 1971, Genova, sposi
21 Settembre 2002, Trento, Valentina e Daniele
Sara e Edoardo
Daniele, Sara, Asia, Valentina
Edoardo, Bianca, Sara, Matilde
Sara
Bianca
Matilde
5 gennaio 2021, Trento, Riccardo e Maria Teresa
Idem come sopra
Idem come sopra

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UN PROGETTO COMUNE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Gennaio, 2021 @ 4:20 am

Detto altrimenti: realizzato con l’apporto iniziale e duraturo di ognuno        (post 4128)

Prima Leopolda, io non c’ero anche perchè non ero (e non sono) di quel partito. Tuttavia, qualche sera dopo, in un circolo culturale trentino, una collega “culturale” che invece c’era stata, nel raccontarci brevemente e soprattutto incidentalmente quella sua esperienza, era visibilmente commossa per l’entusiasmo che aveva provato e che provava. Quella persona credeva in quel capo per la professionalità (politica) che aveva.

Anch’io da qualche anno ho un “capo“, ovvero una Persona alla quale mi riferisco politicamente dopo averla vista lavorare sul campo con competenza, professionalità, dedizione, impegno. Una persona verso la quale sono debitore di una quantità e qualità di impegno nella professione politica (politica alla greca, ovvero capacità di amministrare la cosa pubblica, quindi ciò che è anche mio) che quella Persona sta profondendo “anche da parte mia e per mio conto”.

Ciò non significa che io abbia “rinunciato” ad avere un pensiero mio, ad esprimerlo: basta leggere tanti miei post qui su FB a anche sul mio trentoblog.it/riccardolucatti per rendersene conto. Il fatto è che abbiamo molto in comune: soprattutto una vita di lavoro, la volontà di eliminare una retorica comunicativa usurata, la reciproca disponibilità al dialogo ed al confronto, il rispetto reciproco: da questo lavoro comune è nato un Progetto Comune.

Ho usato il termine “comune” non a caso. Mi spiego: il nostro Progetto è quello di una politica seria, impegnata, concreta, fatta di contenuti ragionati. Ed è “comune” in quanto è un Bene Comune ovvero un Bene REALIZZATO ATTIVAMENTE SIN DALL’INIZIO con l’apporto diretto e personale di ognuno di noi, non semplicemente un PROGETTO CONDIVISO PASSIVAMENTE da tutti noi che sarebbe, come una piazza, una scuola, una strada, soltanto un progetto/bene collettivo, pubblico, del pubblico.

L’apporto concettuale di ognuno quindi, non la semplice “adesione” al pensiero altrui. Infatti a mio modesto avviso (e se mi sbaglio mi corigerete!) la semplice adesione (o avversione) “a prescindere” ad un capo porta alla nascita di masse osannanti/condannanti una persona, cioè a quella massa informe che Umberto Eco definisce vittima del populismo qualitativo, cioè di una massa di persone soprattutto superficiali e distratte, private del pensiero personale, massa alla quale viene attribuita dal capo di turno la propria volontà, “contrabbandata” come volontà unica ed unitaria di quella massa.

Il concetto è espresso da Eco nel libro “Il fascismo eterno” scritto venti anni fa ma oggi più attuale che mai, oggi che questo stesso pericolo concettuale è espresso da frasi come “dobbiamo essere uniti, lavorare tutti nella stessa direzione, remare tutti insieme” al fine di eliminare il doveroso e legittimo confronto sui contenuti e azzerare l’intelligenza ed il contributo individuale e il dialogo. RECO …CONTE PLAN DOCET.

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