MORTE DI UN GIORNALE: MUORE UN PO’ DI STORIA E DI DEMOCRAZIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Gennaio, 2021 @ 3:34 pm

Detto altrimenti: oggi, ultima edizione de Il Trentino, ma … e una Public Company per mantenere in vita il giornale?      (post 4547)

Già si leggono pochi libri. Ora i giornali stampati chiudono perché … perché si leggono poco anche quelli: ci si (dis)informa con le fake news anonime di molti social (non di tutti, per fortuna); si ragiona poco perchè le azioni da raccontare e commentare variano con una velocità impressionante e rischi di ritrovarti a ragionare su azioni “obsolete”, cioè di … due giorni prima!

Ecco, la morte di una entità vivente, un giornale, testimone ormai troppo lento di un mondo nel quale si privilegia l’azione per l’azione, senza necessità di troppi ragionamenti. Il ragionamento, la riflessione non sono più un bisogno nè un bene strategico (strategico = necessario e insostituibile).

Io leggo molto rispetto alla media, diciamo …sei libri l’anno? Giornali stampati, tutti i santi giorni. Leggo molto? “Molto” relativamente perchè c’è chi sei libri li legge in un mese, ma poi a mia discolpa porto che “perdo tempo” nel cercare di ragionare e poi scrivo molto (sui media). Il Trentino aveva recentemente ospitato uno dei miei più “lunghi” interventi, anzi due volte in prima pagina in pochi giorni, in materia di finanza pubblica. Se non altro per questo, il mio saluto gli è dovuto.

Mi chiedo: non sarebbe possibile un intervento della Provincia Autonoma di Trento che lanci un’operazione per una Public Company, una società del pubblico dei cittadini cioè privata?  Quanto denaro ci vuole per rilevarla, quanto per rilanciarla su nuovi progetti, quanto per darle un nuovo avviamento che inizialmente la conduca almeno al pareggio? Non lo sappiamo, ma almeno proviamoci!

GRAZIE, “TRENTINO”

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MATTEO R., UNA MATTINA MI SONO ALZATO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Gennaio, 2021 @ 8:13 am

Detto altrimenti:  … e  ho trovato l’invasor    (post 4546)

Ho trovato chi ha tradito la memoria dei molti che hanno dato la vita per regalarci la Democrazia Parlamentare, e cioè la memoria dei Partigiani morti in battaglia o sotto le torture nazifasciste, per farci dono della Costituzione più bella del modo, quella che all’ art. 49 recita:

Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.

Ecco, partiti e non movimenti; metodo democratico e non gestione da parte di un capo rete web. Infatti – fra l’altro – quando quel movimento ha votato i suoi passaggi fondamentali, la percentuale dei votanti è stata irrisoria e assolutamente non significativa, ovvero dell’ordine di 70.000 votanti su milioni di aderenti, aderenti che si sono trovati accomunati da un simbolo: il VAFF, quale mezzo per “mandare a casa” tutti i partiti, proprio quelli previsti dalla Costituzione. Nel pieno rispetto (del disprezzo!) dei Valori Democratici e della Costituzione, s’intende!

E fa specie che questa violazione non sia stata colta dal Presidente della Repubblica e che oggi l’operato di questo movimento sia sostenuto e difeso proprio dal partito che si definisce democratico, erede di quei partigiani, degli internati nei campi in Italia e in Germania, di quelli morti e di quelli – fortunati, purtroppo pochi – che sono ritornati, come il mio babbo carabiniere, già padre di due figli, che fu liberato dagli Americani dopo due anni di prigionia.

Violazione dell’art. 49 della Costituzione, formale e sostanziale, perché il progetto che sta alla base del loro agire, quello della cosiddetta democrazia diretta, ove portato a compimento, trasformerebbe la democrazia parlamentare in una oligarchia secondo questo micidiale iter progressivo:

  • Minor numero di parlamentari, più giovani, magari estratti a sorte o scelti via rete;
  • referendum propositivo con quorum limitatissimo;
  • Vincolo di mandato per i parlamentari;
  • obbligo per i parlamentari di votare il testo esatto della proposta referendaria entro tempi brevi;
  • leggi fatte da poche persone;
  • oligarchia;
  • gli oligarchi si sono arricchiti;
  • il popolo, impoverito, protesta;
  • gli oligarchi rispondono con il populismo: “Siete voi che avete deciso tutto, noi siamo stati solo i meri esecutori della vostra volontà. Di che ci accusate?”

Ma a fianco di questo percorso del quale da parte loro ci si sforza di non farci cogliere la visione d’insieme, vi è un percorso accompagnatorio, parallelo sotto traccia che consiste nell’abituare sin d’ora il cittadino al nuovo regime: abituarlo ad essere governato dalla serie dei numerosi DPCM, espressione della volontà dell’Uomo del momento, l’Uomo forte, quello che “sì che ci vuole uno come lui in questa situazione di pandemia”. Ma soprattutto consiste nell’abituare tutti noi con la dimostrazione che tutto sommato “lo vedete anche voi che del parlamento si può fare a meno, lo vedete che io me la cavo benissimo con una sola parte del governo e con tutti i miei consulenti esterni!” Ecco: abituarci al loro progetto attraverso una prassi apparentemente positiva e che invece è micidiale ( = mortale) per la Democrazia Parlamentare.

Ad aiutare questo movimento nel suo percorso, tre fattori:

1) il pericolo sovranista, perchè incidit in Scyllam cupiens vitare Carybdim (tradotto: saremmo tra Scilla e Cariddi, ovvero si cadrebbe dalla padella nella brace);
2) la pandemia, perché per loro è facilissimo spandere aiuti a destra e a manca con risorse recuperate attraverso l’indiscriminato aumento del debito pubblico e/o regalateci dall’UE;
3) la lotta ideologica e preconcetta che da parte di molti (altri) si sta facendo all’unica forza politica (ITALIA VIVA) e all’unico vero Politico del momento (MATTEO RENZI) che si sta opponendo a questo scempio.

Last but not least, veniamo all’ aspetto finanziario: dall’attuale emanatore di DPCM non ho mai sentito una parola su come intende impostare il rientro dall’enorme debito pubblico che si sta formando. La mia paura è che poi si pensi ad una “bella” patrimoniale: al riguardo fornisco alcuni dati (cifre approssimative, citate a memoria, non aggiornate ma assolutamente significative nell’ordine di grandezza)

  • Debito pubblico, 2500 miliardi
  • PIL 1600 miliardi
  • L’85% degli Italiani è proprietario di casa
  • Ricchezza finanziaria degli Italiani, 4500 miliardi, di cui 1700 nei depositi bancari

Quindi, dov’è il problema? Una “bella” patrimoniale e ci rimettiamo in sesto. Dice … fai presto tu a parlare, ma cos’altro suggerisci?

 Be’ una parte della soluzione l’avrebbe fornita MATTEO RENZI quando ha cercato di far capire che la crescita non si fa con le mancette ma con investimenti nuovi e produttivi.

Un’altra parte ho la pretesa di averla fornita io insieme al mio co-autore GIANLUIGI DE MARCHI col nostro libro “RICOSTRUIRE LA FINANZA” nel quale proponiamo che lo Stato emetta TITOLI IRREDIMIBILI RENDITA, cioè non di debito, senza scadenza di rimborso, con rendimento più elevato dei titoli di debito. Questi titoli potrebbero essere emessi in sostituzione volontaria di titoli redimibili in scadenza oltre a quote “nuove”. Così facendo

  • si ridurrebbe il debito pubblico e si aumenterebbe la disponibilità finanziaria del Tesoro;
  • si eviterebbe che l’emissione di Titoli Irredimibili di banche facesse concorrenza alla capacità del Tesoro di collocare i propri titoli di debito;
  • si eviterebbe che si drenassero i depositi bancari italiani;
  • si eviterebbe che la finanza privata italiana andasse a finanziare progetti all’estero.

Al riguardo è significativo il caso Banca Intesa Sanpaolo, che il 25 agosto 2020 ha emesso due tranche di propri Irredimibili di 750 milioni cadauna, al tasso del 5,5% ricevendo richieste di acquisto per  ben 6,5 miliardi!   Ci si chiede a chi e a quale tasso (troppo elevato e fuori mercato)  poi la banca potrebbe prestare quei denari. Poi si scopre che quella banca è la principale finanziatrice della costruzione di una enorme centrale a carbone nei Balcani:  facendo 2+2 e pensando male, si indovina!

Dice: ma come, affermare che un movimento oggi abbia “sentimenti fascisti” e che un partito democratico lo possa sostenere, non è fuori misura? No ragazzi, lasciate che vi rimandi alla lettura di un piccolo ma great libro, “Il fascismo eterno” di Umberto Eco, scritto 20 anni fa e attualissimo. Cito a memoria: “molte sono le forme sotto traccia attraverso le quali il veleno fascista si inocula nelle istituzioni democratiche; per dire che il fascismo è tornato non potete avere la pretesa di vedere sfilare camice nere armate di manganelli …”. Quali sono queste forme?

  1. la cultura sincretista, tollerante delle contraddizioni, senza avanzamento del sapere;
  2. l’elogio solo apparente della tecnologia (prima fra tutte, la tecnica del governo dello Stato);
  3. la cultura dell’azione per l’azione, senza una qualunque riflessione;
  4. il disaccordo è tradimento;
  5. l’appello alle classi medie frustrate;
  6. l’ossessione del complotto;
  7. i nemici sono allo stesso tempo troppo deboli e troppo forti;
  8. il pacifismo è collusione con il nemico;
  9. il disprezzo per i deboli;
  10. ciascuno è educato per diventare un eroe;
  11. la condanna per abitudini sessuali non conformiste;
  12. il populismo qualitativo;
  13. la neolingua.

Note

  • Punto 7) I nemici (politici) sono troppo deboli e allo stesso tempo troppo forti: deboli perchè li si sopravanza, ma forti perché li si teme, infatti li si critica molto, altrimenti li si ignorerebbe!
  • Punto 12) Il capo di turno dice: “Io sono solo l’esecutore della vostra unica, uniforme, omogenea volontà, o popolo, massa informe che pensa e parla ad una sola voce (la mia)”.

E se mi sbaglio mi corigerete!

Mi scrive M.: “Ho letto con interesse la tua riflessione. Ieri sera sulla terza rete Rai ho ascoltato volentieri Renzi che si è difeso rispondendo bene a domande molto provocatorie con redattori che si animavano con il cipiglio di accusatori invece che di conduttori che dovrebbero essere super partes, che se la possono prendere solo in presenza di risposte offensive nei loro confronti o di mancate risposte che possono essere ripetute. Con quale potere? Mi spiace che le molte ragioni condivise fino a qualche giorno fa anche dal resto della maggioranza siano oggi negate. Ovviamente i partiti di maggioranza a partire dal PD vogliono sudditi e non cittadini pensanti. O se la fanno addosso. Che poi LEU che ha gli stessi numeri di ITALIA VIVA si atteggi a padrone con Bersani e il baffino pugliese beh questo … Nessuno altro è così asservito ai 5S!”

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INCONTRI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Gennaio, 2021 @ 6:06 am

Detto altrimenti: Dr.ssa Alessia Zenatti  (post 4545)

Riprendo con questo post la serie di “Incontri” con persone che hanno qualcosa di significativo da dirci. Mi sono deciso a intervistare la dr.ssa Alessia Zenatti su un tema che spesso è trascurato, e cioè uno degli effetti negativi della didattica a distanza: quello dei danni fisici (e non solo) derivanti da un eccessivo utilizzo del computer da parte degli “studenti da casa”, vittime della didattica a distanza. Già, perché anche questo è un “regalo” che la pandemia ci sta facendo.

E dire che se invece di acquistare i banchi con le rotelle ci si fosse preoccupati di adeguare il sistema del trasporto scolastico questo danno sarebbe stato evitato.

Dottoressa, cosa l’ha spinta a sottolineare questo aspetto?
Il 2020 è stato un anno di forti cambiamenti la maggior parte dei quali ha avuto enormi ripercussioni in particolare sugli adolescenti, costretti per ragioni prudenziali a seguire la didattica a distanza, e pertanto costretti per gran parte della giornata di fronte a uno schermo. Questo fatto rischia di danneggiare il loro organismo. Infatti, adottare posture scorrette a scuola è purtroppo un fatto già comune e dannoso: problemi di carattere posturale sono diffusi tra gli studenti, soprattutto a causa del peso dei libri, degli apparati elettronici e della mancata attenzione da parte loro alla corretta postura. Questi aspetti sono ingigantiti nella didattica a distanza.

Ma il danno è solo fisico?
In aggiunta alla scorretta postura, l’energia e l’attenzione diminuiscono, e lo stress psicologico ed emotivo a cui sono sottoposti (basti pensare alla mancanza di socializzazione coi compagni di classe) risulta essere maggiore. Studi effettuati riportano anche che i livelli di aggressività aumentano se una persona è esposta numerose ore al giorno di fronte a un apparato elettronico, sia esso un computer, un tablet o un telefono.

Secondo lei, si sta affrontando adeguatamente il problema?
Molteplici i problemi che coinvolgono la didattica a distanza, altrettanto molteplici  sono le soluzioni e le misure che si possono adottare per evitare che questi effetti si presentino e che a lungo andare possano avere ripercussioni negative sulla vita dei ragazzi.

Può essere più dettagliata?
Per quanto riguarda la postura è importante che le ore che gli studenti passano di fronte a un computer per ragioni scolastiche vengano alternate da pause, preferibilmente ogni ora, in cui i ragazzi possano alzarsi dalla sedia, muoversi, portando maggiore attenzione a schiena, collo e arti, e tornare alla postazione di studio. È molto importante aumentare la flessibilità e la mobilità del corpo per evitare che a fine giornata i ragazzi presentino dolori alla schiena, alla testa o mancanza di energia. Muovere il proprio corpo aiuta a livello fisico, a tenere in attività i muscoli e migliora il benessere psicologico. Di grande importanza è anche la posizione adottata: è opportuno studiare seduti su una sedia con schienale e preferibilmente braccioli con la schiena dritta in modo da attivare gli estensori della colonna vertebrale e con i piedi ben poggiati sul pavimento. È bene che la testa rimanga dritta e che il dispositivo elettronico su cui si segue la lezione sia posto a livello degli occhi.

Occorre intervenire anche sull’alimentazione?
L’idratazione è molto importante: bere frequentemente durante la didattica a distanza permette ai dischi tra le vertebre della spina dorsale di rimanere funzionali, evitando (a causa di postura scorretta e forza di gravità) possibili ernie o protrusioni discali. Il corpo tuttavia è ben più complesso: stress fisici, psicologici ed emotivi contribuiscono a creare blocchi nell’organismo che non permettono ai ragazzi di rendere al massimo delle loro potenzialità.

E’ utile rivolgersi a specialisti nel settore giova alla loro salute, e in particolare a chi?
Prendiamo in esame tre categorie di professionisti sanitari: fisioterapisti, osteopati e chiropratici.
I fisioterapisti si occupano della riabilitazione di parti del corpo che presentano disabilità psicomotorie o motorie, sotto diagnostico di un fisiatra.
Gli osteopati svolgono manipolazioni legate a tutte le strutture del sistema locomotore (fasce, legamenti, ossa ecc.) per ristabilire la funzione dell’organismo.
I chiropratici  svolgono aggiustamenti specifici alla spina dorsale per rimuovere blocchi che agiscono sull’organismo come interferenze e non permettono la corretta funzionalità del corpo. La chiropratica si basa quindi sul trattamento di disturbi di carattere neurologico e muscolo-scheletrico causati da sublussazioni (blocchi) vertebrali, spesso causati da stress (fisico, chimico e psicologico) e che provocano effetti nel resto dell’organismo (mal di testa, torcicollo, sciatica ecc.).

Grazie del chiarimento e della sua disponibilità. Da ignorante (= uno che ignora) della materia, nella mia vita – causa molto sci – ho avuto necessità di avvalermi solo del primo livello di aiuti e cioè di ottimi fisioterapisti. Credo invece che oggi gli “studenti da casa” potrebbero forse essere meglio aiutati dai professionisti “successivi” nella scaletta da lei indicataci. Per maggiori informazioni https://www.chiropraticatrento.net/

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NON VA TUTTO BENE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Gennaio, 2021 @ 1:44 pm

Detto altrimenti: ovvero la parola a Matteo (Renzi!)      (post 4544)

“Non va tutto bene, amici, non va tutto bene. L’’Italia è il Paese che è messo peggio nel rapporto decessi per Covid/Crisi economica. E Se ci fosse un grafico sui giorni di scuola persi dai nostri ragazzi, saremmo i peggiori anche in quello. Non sta andando tutto bene. Per noi serve una svolta sia nella gestione sanitaria che nella ripartenza economica che sulla scuola. Lo stiamo dicendo da mesi, inascoltati.

Ci dicono che siamo i grilli parlanti, perché diciamo delle cose vere ma scomode. Siamo dipinti come irresponsabili. Irresponsabile è chi rifiuta i soldi del Mes. Irresponsabile è chi approva documenti senza leggerli, come accaduto con il Recovery Plan. Irresponsabile è chi spende i soldi dei nostri figli in sussidi e progetti senza visione. Non chi dice la verità.

Abbiamo chiesto al Governo un salto di qualità sui contenuti. Il Premier ci ha risposto sfidandoci in Aula sui responsabili. Gli abbiamo chiesto di cambiare politica, lui ha scelto di cambiare maggioranza. Alune domande? Eccole!

1. Perché le ministre Teresa Bellanova e Elena Bonetti e il sottosegretario Ivan Scalfarotto si sono dimessi?

Occorre leggere la loro lettera di dimissioni prima di criticare. Solo che per leggere la lettera ci vuole tempo, è lunga, la comunicazione di oggi richiede brevità. Altrimenti passa la linea della narrazione ufficiale: “volevano le poltrone”.

2. Ma volevate davvero le poltrone?

Falso. Tanto è vero che ci siamo dimessi. Se avessimo voluto le poltrone avremmo trovato facilmente un accordo. Noi le poltrone le lasciamo non le chiediamo. La politica è servizio: sono così orgoglioso della nostra diversità rispetto agli altri.

3. Qual è il punto decisivo per la rottura?

Tanti. Ma su tutti, il Mes. Noi chiedevamo più soldi per la sanità, attivando il Mes. Il Premier ha voluto la conta in Aula. La mancata attivazione del Mes sarà pagata dai dottori, dai ricercatori, dai malati e dalle loro famiglie. E da chi potrebbe beneficiare dei capitoli di spesa che l’attivazione del Mes permetterebbe di aumentare: infrastrutture, cultura, turismo.

4. I giornali dicono che il Premier ha già in tasca i numeri.

Alla Camera si, li aveva anche prima. Al Senato non sappiamo ancora se ci saranno 161 voti a favore. Nel caso, la democrazia parlamentare avrà prodotto la terza diversa maggioranza in tre anni con lo stesso Premier. Vedremo se, come dicono, arriva a Quota 161. Noi abbiamo posto dei problemi di merito, non possiamo adesso far finta di niente.

5. Volete andare insieme a Salvini?

No. Non siamo noi quelli che hanno governato con lui. Italia Viva è nata per togliere i pieni poteri a Salvini. Ma i pieni poteri noi non vogliamo darli a nessuno.

Vogliamo un governo più forte, più soldi alla sanità, maggiore centralità della scuola, sblocco dei cantieri per dare lavoro e non sussidi, una giustizia garantista, più trasparenza negli acquisti dell’emergenza, assegnazione della delega ai servizi segreti. Su questi temi il Premier non ha dato risposte, ma ha scelto di farsi sostenere da un’altra maggioranza. E noi abbiamo rinunciato ai nostri posti.

Voglio dirvi che sono orgoglioso e fiero di questa battaglia. Sarà più chiaro nei prossimi mesi perché abbiamo chiesto di difendere la democrazia, di smuoverci dall’immobilismo, di scrivere bene il Recovery Plan. Chi oggi non ci dà ascolto domani si renderà conto di come questa battaglia fosse una battaglia degna di essere vissuta. Più ci insultano convinti di farci cambiare idea, più mi convinco che ci sono certi valori ai quali non è possibile rinunciare. Stiamo lottando per la dignità dell’Italia, non ci fermeranno hashtag e fake news.

Pensierino della sera. Vorrei dare un abbraccio a Teresa, Elena e Ivan. È raro in politica trovare tanta dignità e bellezza. Sarebbe bello che chi è intellettualmente onesto riconoscesse la nobiltà della scelta che Teresa, Elena e Ivan hanno fatto. Proprio quando si costruisce una maggioranza così, come sono felice di stare dalla parte di chi fa politica per politica e per servizio, non per interesse.

Un sorriso
MATTEO RENZI

P.S. In tanti mi scrivono “Matteo, ma ti conviene stare più all’ombra. Non metterci sempre la faccia. Poi ti attaccano”. È vero, mi attaccano, ci insultano, ci minacciano. Però, la politica richiede libertà e coraggio. Io sono convinto che sulla sanità, sull’economia, sulla scuola le cose non vadano come potrebbero. Penso che si debba fare un salto di qualità. Se il Governo non vuole, io preferisco essere insultato ma separare le mie responsabilità da quelle di chi dice che va tutto bene.

Poi ci daranno ragione come già accaduto sul rapporto Stato-Regioni; sul bicameralismo; sulla decontribuzione del Jobs Act; su Industria 4.0; sui diritti. Lì per lì ti accusano di fare battaglie personali. Poi, dopo anni, si scopre che avevi ragione. Sul Recovery Plan, sulla scuola, sul debito, sul reddito di cittadinanza, sulle infrastrutture noi possiamo rinunciare alle nostre poltrone non alle nostre idee. Il giorno in cui rinuncerò a fare una battaglia per convenienza personale vivrò più tranquillo ma non sarò più io.

Credetemi: le richieste he abbiamo fatto al Governo sono puro buon senso. Se ci dicono di no per fare un’altra maggioranza si prenderanno questa responsabilità: noi ci terremo la nostra libertà.

Fine modulo

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“CONTE HA FATTO ANCHE COSE BUONE”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Gennaio, 2021 @ 7:40 am

Detto altrimenti: mentre Renzi …                 (post 4541)

Una volta un mio vecchio capo mi disse: “Io non la pago perchè mi racconti ciò che di buono ha fatto, ma perché in società non si commettano errori”.

“Conte ha fatto anche cose buone”. Qualcuno mi dice questa frase. Al che replico: in una situazione di grandi bisogni e di grande disponibilità finanziaria (derivante dal continuo ricorso all’ aumento del debito pubblico) chi non avrebbe saputo fare anche cose buone?

Il problema si pone perchè non sono state fatte cose importanti che avrebbero potuto-dovuto essere fatte: la prima che mi viene in mente è l’adeguamento del servizio trasporto scolastico sul quale non si è intervento pur essendoci stato tutto il tempo per farlo, mentre ci si è preoccupati delle rotelline sotto i banchi di scuola (e di quelle sotto i monopattini!). Da qui è derivato che l’Italia è il paese con meno ore di scuola effettuate in presenza in tutta Europa.

Quanto poi alle chiusure tutte italiane a macchia di leopardo cangiante che si contrappongono nettamente alla modalità tedesca (chiusure totali più nette), queste vanno valutate alla luce del fatto che l’Italia ha il maggior numero percentuale di vittime in tutta l’UE.

Altra decisione non condivisibile, i 600 euri a tutti e i ristorni sugli acquisti con bancomat a tutti. Sento che a fronte di ciò sarebbero stanziati 4,7 miliardi mentre per la sanità, per i giovani, per il turismo, per la cultura, prima dell’intervento di Renzi sarebbero state previste somme dello stesso ordine di grandezza: eccessivo per la prima, esiguo per le seconde.

La seconda “cosa” in ordine di gravità è il rifiuto dei 37 miliardi del MES, un quasi regalo a condizioni meno vincolanti di quelle del Recovery. IL perchè ancora non ci pè stato dato.

Ma la cosa di gran lunga più grave che Conte ha fatto è stato il volere gestire “riservatamente” il Recovery Fund. Nel fare ciò Conte
ha violato le forme e la sostanza della democrazia parlamentare rappresentativa;
ha rinunciato all’apporto della componente più esperta della compagine di governo;
– non si sta preoccupando minimamente di dire come intende avviare il rientro del debito (pensa forse ad una patrimoniale?);
ha trattato una componente della sua maggioranza di governo come se fosse una forza di opposizione. Quindi, perchè ora Conte si dovrebbe lamentare se Renzi si colloca dove lui stesso lo ha collocato?

Mi chiedo: come mai si è comportato in tal modo? Cerco di rispondere. La sua inesperienza di governo e di general management ha fatto sì che sia stato preda inconscia di cattivi sostenitori-suggeritori politici. Infatti, a pensar male … non si può escludere che costoro abbiano cercato di mettere il loro cappello sull’intera azione finanziaria del governo, riducendola soprattutto ad una mega distribuzione delle risorse più che ad una azione di tutta la compagine governativa mirata anche ad investimenti produttivi per il domani. Praticamente: una gestione privatizzata di una enorme paghetta per tutti per una campagna elettorale permanente.

Come sta reagendo parte della popolazione e degli osservatori anche esteri? Molti reagiscono sulla base di valutazioni superficiali della superficie dell’accaduto, non avendo indagato la ragione di fondo della doverosa azione di Renzi che è la difesa delle forme e della sostanza della democrazia parlamentare (sulle quali mi arei aspettato un intervento del Capo dello Stato); e non avendo indagato sui 61 contenuti dell’azione di Renzi, che peraltro hanno già portato alcuni miglioramenti nella gestione Recovery.

Concludo: quando sento quella frase “Conte ha fatto anche cose buone” mi viene in mente un libro dello storico trentino Francesco Filippi che ho letto di recente “Mussolini ha fatto anche cose buone”.

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RENZI, QUIETA NON MOVERE, ALTRIMENTI …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Gennaio, 2021 @ 4:46 pm

Detto altrimenti: … altrimenti cosa?  Altrimenti ti/ci criticano? Noi siamo pronti a discutere le nostre proposte, non a farci trascinare in vuote polemiche             (post 4541)

Oh, evviva il mio blog! Io sono il direttore di me stesso e mi pubblico da solo! Quanti lettori ho al giorno? Una punta giornaliera quest’anno ha raggiunto quota 145. Normalmente circa la metà, divisi fra abituee e nuovi. Detto questo, oggi vi parlo di A) Politica e Amministrazione e B) Governo SpA.

A) Politica e amministrazione. Io non ho una lunga carriera politica alle spalle, mi sono dedicato alla politica attiva solo da qualche anno. Nelle riunioni mi è capitato di sentirmi dire che i miei interventi sono “di amministrazione” nel senso che intervengo sulle “cose da fare”. Che volete, dopo un’intera vita passata a fare ilo capo azienda … ogni botte dà il vino he contiene. Allora capirete quanto (tanto) io abbia apprezzato il modo di fare politica di Renzi, particolarmente in occasione del Recovery Plan e non solo: interventi concreti, mirati, parte di una visione di un futuro, rispettosi delle procedure della democrazia rappresentativa e quella sua frase: “Questo è fare politica”! Aggiungo, fare politica nel senso greco della parola che era un aggettivo della teknè, teknè politikà ovvero tecnica, arte, professionalità, capacità  nell’amministrare la polis (città stato). Oggi abbiamo sostantivato quell’aggettivo e spesso, purtroppo, oggi qualcuno si è perso per strada non solo la componente lessicale, ma anche proprio la tecnica nell’amministrare la cosa e i miliardi pubblici. Come quando rifiuta di sostituire un debito con un altro, i 37 miliardi del MES, il che ci farebbe rinforzare la nostra sanità ed inoltre risparmiare 500 milioni di euri l’anno di interessi, liberando inoltre le risorse oggi destinate alla Sanità per essere investite in altri settori.

Dice … ma Renzi ha pescato molti elettori dal PD! Raga, mi viene in mente quando un Comune, per gestire in economia una sua SpA, me ne fece nominare Presidente, Amministratore Delegato e Direttore. In un secondo momento fui accusato del fatto che … altri avevano concentrato su di me tutti quei ruoli! Evvabbè …

B) Governo SpA. Premesso che l’obiettivo di una SpA non può e non deve essere solo il risultato economico (che peraltro genera una plusvalenza finanziaria); premesso che ogni attività anche nel sociale si pone un obiettivo in parte anche economico che le garantisca la sopravvivenza; premesso che oggi lo Stato deve agire in modo economico per generare finanza e in tal modo ridurre l’enorme debito pubblico, tutto ciò premesso, facciamo finta che ci troviamo di fronte alla Governo SpA. Gli elettori sono i suoi azionisti i quali hanno nominato un CDA- Consiglio di Amministrazione (il Governo). Ora accade che sia previsto un aumento di capitale con immissione dall’esterno di circa 300 miliardi di euro da utilizzarsi entro una certa data secondo certe direttive di massima. A questo punto la storia si biforca in due alternative possibili:

  1. Il presidente del CDA coinvolge riservatamente per mesi solo alcuni Consiglieri in riunioni tenute al di fuori della SpA, incurante della richiesta di coinvolgimento più volte avanzata dai Consiglieri esclusi, fra i quali molti esperti della materia, i quali reclamano riunioni ufficiali e formali  del CDA aperte a tutti loro. Poi, sotto scadenza, consente agli esclusi di vedere il piano per pochi giorni e poiché costoro si rifiutano di approvare un piano che non condividono su molti punti specifici e che non sono sta ammessi a co-preparare, li accusa di sabotare la società per il fatto di non firmare al buio ciò che è deciso da altri che non condividonmo. In questo caso il Presidente si è comportato non solo come Amministratore Delegato (che non è) ma anzi, come Amministratore Unico dotato di pieni poteri, violando le regole della democrazia rappresentativa aziendale. Il piano che ne deriva non è un piano … forte, bensì uno strumento arrangiaticcio.
  2. Il Presidente del CDA raduna i Consiglieri, illustra le direttive alle quali di deve attenere l’utilizzo dei fondi, invita ciascun Consigliere a proporre, per la sua parte di competenza, i relativi investimenti. Successivamente sollecita, coordina, stimola, esalta al massimo l’espressione delle migliori capacità di ogni consigliere, integra l’apporto di ognuno. Alla fine la volontà che ne esce non è la sua né quella di alcuni consiglieri ma una Volontà diversa: la Volontà dell’intero Consiglio di Amministrazione, democraticamente formatasi. Il Piano che ne deriva è un vero e proprio piano …forte!

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DONATELLA CONZATTI, SENATRICE DONATELLA CONZATTI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Gennaio, 2021 @ 8:04 am

Detto altrimenti: però … leggete anche il post precedente!  (post 4541)

Ecco, sto pensando a Donatella, la Persona

– che ha avuto il coraggio di competere e la capacità di vincere contro antiche sedimentazioni di potere locale;
– che mi ha riavvicinato alla Politica attiva;
– che mi ha offerto l’ambiente entro il quale continuare a pensare, confrontarmi, esprimermi, continuare anche da pensionato a dare un contributo al mondo (mondo = insieme delle relazioni umane);
– che ho visto impegnarsi con grande sacrificio personale, totale dedizione e massima professionalità;
– che continua a volermi alla presidenza dell’Associazione Restart Trentino da lei voluta;
– che mi sta dando modo di trasmettere ai giovani l’esperienza di una vita e di una vita “economico-finanziaria”;
– al cui fianco sto avendo modo di lavorare per le nostre idee e soprattutto per la democrazia vera, parlamentare;
– che ha creato ItaliaVivaTrentino e che mi ha fatto conoscere Matteo Renzi.

Grazie, Donatella!

Donatella ad un Evento Restart

 (Tranquillli … mia moglie Maria Teresa, con la quale il 5 Gennaio scorso ho festeggiato i 50 anni di matrimonio, è informata!)

5 gennaio 1971 -2021

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DIMISSIONI ITALIA VIVA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Gennaio, 2021 @ 9:40 pm

Detto altrimenti. da seguire con attenzione e riflettere (post 4540)

D’ora innanzi a chi parla a vuoto, a chi dileggia, alla retorica. alla demagogia, al populismo, al sovranismo, alla chi si è sempre fatto così, alla ma cosa vuole quello, alla genericità, alla disattenzione, alla superficialità, alla malafede, all’anti democrazia, basterà dire: “ascoltare con attenzione questa conferenza stampa”

https://www.italiaviva.it/la_lettera_di_bellanova_bonetti_scalfarotto_al_presidente_del_consiglio

https://www.facebook.com/watch/live/?v=910173472852630&ref=notif&notif_id=1610558139900375&notif_t=live_video

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RICEVO DA UN AMICO, ERNESTO ROSATI, CON RICHIESTA DI PUBBLICAZIONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Gennaio, 2021 @ 4:20 pm

Detto altrimenti: ed io pubblico e …

rispondo interlineando (post 4539)

Ciao Riccardo. Non ho capito cosa voglia davvero Italia Viva ovvero Matteo Renzi (non so quanto eserciti davvero la democrazia a casa sua – avrei un esempio concreto che mi riguarda in relazione alle sue e-news). Ho letto il tuo Blog (il sito di Italia Viva Trento mi pare più portato alla propaganda che allo sviluppo di ragionamenti politici ).

Le 61 tesi proposte (e considerate solo in minima parte) non sono popaganda. Non si può ragionare con chi non ti accetta come interlocutore.

Quanto scrivi di Renzi contro Conte a me, pare, riduttivo. Caso mai : Renzi contro tutto il resto del Governo, quindi contro M5s, PS, e Leu. In politica – ed anche nella vita – è importante avere ben presente la forza vera che si ha. Ora Italia Viva avrà il 3, 4 % ? il PD attorno al 20 % .

La forza è anche quella delle idee: guarda Colombo, Meucci, i grandi artisti, scrittori, poeti, anche politici: all’inizio erano soli eppure … E poi è Conte ad essere contro Renzi, cioè contro chi si sta opponendo a comportamenti e prassi da democrazia “diretta da poche persone”, cioè alla trasformazione della democrazia parlamentare in oligarchia.

Italia Viva può, anzi deve, avere delle idee, può essere anche le migliori ma, se tieni presente la tua forza reale e vuoi essere costruttivo, ancor più se sostieni idee ragionevoli (riconosco che alcune lo sono, vedi MES ) cerchi costruttivamente alleanze nel Governo. Se invece vuoi fare il “ narcisista” (si vedono quotidianamente le derive alle quali possono portare i narcisismi che diventano patologici ) vai avanti da solo testa bassa anche se salta tutto con grave danno per l’Italia.

ITALIA VIVA è stata accettata solo numericamentee, non le è stato concesso di contribuirecostruttivamente. Poi … lasciamo stare i “narcisismi” altrimenti scendiamo sul piano delle zebre da smacchiare, le bambole da pettinare e i maglioni da rimagliare. Intanto Conte ha rifiutato il MES e i suoi hanno scritto (Piano Pandemico Nazionale) che se mancherano risorse alla sanità si sceglierà chi curare (!!??). Il MES costa circa lo 0,20% all’anno di interessi e genera un risparmio di interessi rispetto alle altre forme di indebitamento di circa 500 milioni l’anno. E spostare risorse dalle paghette alla sanità e ai giovani? Ti pare poco? Ma soprattutto, Renzi NON ERA OPPOSIZIONE, MA COMPAGINE DI GOVERNO CON LA QUALE NON CI SI E’ VOLUTI CONFRONTARE. E poi, mentre noi di IV ci opponevamo alla “privatizzazione” dei Servizi segreti, Conte, l’ex amico di Salvini e di Trump, stava organizzandosi per fondare un suo partito!

( povero Mattarella che predica che è il tempo dei costruttori ).

Il Colle avrebbe fatto bene a intervenire quando si impediva l’azione istituzionale ad una parte parte di un governo nel quale non c’era nè un amministratore delegato nè un uomo con i pieni poteri. Avrei voluto avere mille volte Napolitano al suo posto …

Tra l’altro non è superfluo ricordare che chi ha proposto/voluto questa alleanza tra PD e M5s è stato proprio Renzi. Ecco, io vorrei che fosse egli il primo a ricordarlo.

Ringraziamolo tutti, perchè con i sovranisti al governo forse 310 miliardi non sarebbero stati deliberati dall’UE.

Quando dici che il Presidente del Consiglio si è occupato in separata sede del Recovery Plan mi chiedo: possibile? Non se ne occupato anche il Ministro della Economia? Il suo staff ed il suo Ministero? Il Ministro dello Sviluppo Economico ?

Si, con solo una parte del governo, la sua, come se si trattasse di un comitato separato dalla totalità della compagine di governo. E poi, chi ha bloccato i 600 no 300 no 60 non so quanti consulenti e manager esterni?

Inoltre: nel tuo scritto nulla del contesto nel quale siamo. Grave pandemia, importante e buon impegno del Governo ( anche in confronto ad altri stati ), ottimi risultati in Europa, buon avvio della vaccinazione. Certo ! Italia Viva non può neanche minimamente dire una piccola cosa buona del Governo del quale fa parte. E’ normale ?

Non basta fare molto, occorre fare tutto, ad esempio i trasporti scolastici e non i banchi a rotelle! ITALIA VIVA ha ripetutamente chiesto sin dal 22 luglio di potere contribuire. E’ stata ammessa obtorto collo il 22 dicembre per osservazioni da consegnarsi il 28 dicembre, per poi sentirsi dire che i suoi interlocutori non avevano letto il Piano, Ma … poi … il 25 dicembre era Natale o mi sbaglio?

Sorvolo su quanto scrivi all’inizio che non si legge, non si ragiona, non si dialoga . Quando si scrive ciò si rischia una implicita, rischiosa, comunicazione che: io si, che leggo, io si che ragiono … gli altri forse. Se ti sfiorasse questo pensiero, ti assicuro che non è generalmente così. Se si crea il giusto contesto si trovano persone che leggono, ragionano e discutono. Buon pomeriggio con cari saluti. Ernesto Rosati

Alcuni giorni fa, swduto al caffè in Piazza Duomo (prima della nevicata) ho chiesto a tre amiche, mature e laureate (una la conosci anche tu!), cosa fosse il MES: risposta: 37 milioni (sic) che non prendiamo perchè sono cari. Altre amiche mi dicono: ah, io di politica non mi interesso. etc. etc. Purtroppo sono molto pochi coloro che come te leggono saggistica e politica. Molti hanno votato un movimento che per l’art. 47 della Costituzione non potrebbe nemmeno fare politica; oppure hanno votato i sovranisti; oppure che non vanno a votare. Buon pomeriggio e cari saluti anche a te e famiglia.

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IL TEMPO TROPPO BREVE – IL POTERE TROPPO CONCENTRATO – CONTE V. RENZI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Gennaio, 2021 @ 9:17 am

Detto altrimenti: Conte v. Renzi    (post 4538)

(Conte va contro Renzi, difensore della Democrazia Rappresentativa Parlamentare, contro la democrazia diretta da Conte o da chi per lui. Non viceversa)

Non si legge più, non si ragiona più, non dialoga più. Siamo passati dai libri e dalle riunioni ai webseminar e ai social i quali per di più si “accorciano” sempre di più a loro volta. Prevale il messaggio immagine, lo slogan, la frase ad effetto; prevale l’azione per l’azione; prevale il lui sì che agisce; prevalgono gli “effettologi” alla vaff o all’abbiamo eliminato la povertà; prevale come sono bravo io con i miei DPCM; prevale come siamo bravi a dare i balocchi a tutti, in questo nuovo PDB-Paese Dei Balocchi che sta per ricevere una dote di 300 miliardi.

E invece io, in luogo dei DPCM e del PDB io vorrei la DRP ovvero la Democrazia (realmente) Rappresentativa (realmente) Parlamentare.

Ci ha provato Renzi. Vediamo un po’ se riesco a spiegarmi. Facciamo che … (ricordate come dicevamo da bambini? Facciamo che io ero … che tu eri … assegnati i ruoli ad ognuno, il gioco poteva iniziare) facciamo che ci troviamo a governare una grande SPA, la quale sta per ricevere un prestito enorme (300 miliardi) ad un tasso estremamente basso, tal che anche se semplicemente reinvestisse quella somma in banca, avrebbe un utile economico.

Gli azionisti (fuori dell’immagine, i cittadini) hanno l’esigenza di un dividendo immediato (le misure di ristoro) e che la SpA si consolidi per il futuro (investimenti in nuove iniziative produttive): pertanto stabiliscono questi obiettivi nel corso della loro Assemblea (elezioni politiche). A questo punto la palla passa nelle mani del CDA-Consiglio di Amministrazione (il governo) che però non si è dotato di un AD- Amministratore Delegato (come invece si è interpretato l’attuale PCDM-Presidente del Consiglio dei Ministri. L’azione del CDA (e del governo) quindi dovrebbe essere “collegiale” e la volontà che ne esce non dovrebbe essere quella di uno o di una sola parte dei suoi componenti, bensì quella dell’intero ente collegiale.

E invece il Presidente (del CDA e del CDM) se ne occupa in separata sede, continuando a rimandare la risposta alla richiesta di coinvolgimento di alcuni membri del CDA. Alla fine, quando sta per scadere il termine per l’accettazione del prestito, dice: “Dovete votare concordi quello che ho deciso io: vorrete mica privare la SpA di questo beneficio?”

La cosa non va bene a quei consiglieri (ministri) ai quali è stato impedito di fare il proprio dovere (dare il loro apporto costruttivo). Va meglio per gli Azionisti (i cittadini) i quali sono informati solo con messaggi da tempo breve e che inoltre nella maggior parte dei casi non sono nemmeno in grado di capire il tecnocratese che viene usato per dare loro anche quel poco di informazione.

Il tecnocratese: una dittatura di fatto creata dai tecnocrati e dalla politica tecnocratica. Infatti, i suoi contenuti non sono comprensibili e quindi l’attività di chi governa non è controllabile da parte degli azionisti (i cittadini). Di fatto queste azioni si concretano in un “agire segreto”, mentre la caratteristica di una democrazia è che non ci debbano essere segreti. E i segreti ci sono sia quando le azioni sono nascoste, sia quando sono esposte in modo incomprensibile o solo all’ultimo momento, cioè quando è rimasto segreto anche solo il modo attraverso il quale sono maturate.

A parte l’inadeguatezza dei contenuti maturati “segretamente”, questa è la prima battaglia che Renzi sta combattendo, in difesa della DRP-Democrazia Rappresentativa Parlamentare. Ed è Conte che va contro Renzi, difensore della Democrazia Rappresentativa Parlamentare contro la democrazia diretta da Conte o da chi per lui.

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