ITALIA VIVA TRENTINO – FRA DUE ANNI LE NOSTRE AMMINISTRATIVE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Ottobre, 2021 @ 5:22 am

Questa mattina mi sento particolarmente lucido.

La nostra Autonomia si difende e si rafforza se traduciamo in chiave locale il PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.PNRR che abbiamo grazie all’UE, a Draghi, a Mattarella e a Renzi. Chi “fa politica” ne parla, non tutti lo hanno letto, pochi lo hanno studiato. Fra i suoi temi obiettivo: la parità di genere, i giovani, le riforme.

Ove invece prevalesse il localismo dei passatisti, persone politiche del passato, soggetti che nel tentativo di “tornare al passato” sono alla ricerca delle tante piccole “civiche” dei sindaci dei nostri tanti piccoli comuni … be’ costoro rischiano di condannare il Trentino ad essere stritolato fra Lombardia, Alto Adige e Veneto.

Il tentativo antistorico di costoro rischia di continuare a lasciare il governo provinciale in mani “estranee” alla nostra storia, alla nostra cultura. Mani estranee che nelle nostre valli hanno replicato – nella sostanza – una sorta di pernicioso reddito di cittadinanza elargendo denari a pioggia ai “meritevoli”, cioè a chi le ha votate. A prescindere dai contenuti.

Siamo al “panem et circenses”: del “pane” vi ho appena detto. I circenses arriveranno in primavera con un enorme superconcerto di un noto cantante, roba da oltre 100.000 posti, organizzato e pagato dalla nostra “autonomia”.

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ITALIA VIVA: DAGLI IRREDIMIBILI (del post precedente) agli “IRREDIMMOBILI”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Ottobre, 2021 @ 7:12 am

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Il patrimonio immobiliare dello Stato e degli Enti Pubblici oggi non a reddito vale alcune centinaia di miliardi. Purtroppo non vene data centralità a questo problema. Purtroppo non si crea un Fondo Immobiliare per la vendita a tranche annuali di questi immobili.

Purtroppo …

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ITALIA VIVA: FINANZA E SUA (ERRATA) DEFINIZIONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Ottobre, 2021 @ 7:06 am

Le parole sono pietre, sciveva Don Milani ad una professoressa. Come aveva ragione! Pensate un po’: prendiamo un Titolo di Stato che NON è di debito (Titoli Irredimibili Rendita) e definiamolo (erroneamente) di debito, ragion per cui non lo emettiamo anche se allo stesso tempo: aumenterebbe la redditività per gli investitori; attrarrebbe volontariamente verso il nostro settore pubblico la ricchissima finanza privata ed estera; ridurrebbe il debito pubblico e aumenterebbe la disponibilità finanziaria pubblica.

Il 20 agosto 2020 Banca Intesa Sanpaolo ha emesso 1,5 mildi di propri Irredimibili ricevendo prenotazioni di acquisto per 6,5 mildi.

E allora, perchè lo Stato non emette propri Irredimibili? Elementare Watson, perchè oggi sono (erroneamente) “definiti” di debito.

Evvabbè, allora … di che ci lamentiamo?

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ITALIA VIVA: LE SOLUZIONI CHE … RISALGONO LA CORRENTE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Ottobre, 2021 @ 6:47 am

TRENTINO (E NON SOLO) – Per risolvere il suo problema riproduttivo, il salmone risale la corrente. Così ogni altro problema. E’ pur vero che “dall’alto” (UE, Stato) deve arrivare l’ “acqua” (cioè il finanziamento) ma è altrettanto vero che il salmone … ops, il problema di turno non può stare inerte ad attendere; deve “risalire” il flusso (nel nostro caso, della politica e della finanza).

Fuori dall’immagine: la finanza del cittadino dipende anche da quella Comunale e così via da quelle provinciale, statale, UE. ITALIA VIVA ha attivato il Tavolo tematico Finanza ed Economia mista anche in questo senso: “mista” quanto ai diversi lioghi ove viene gestita.

E dobbiamo smettere di definire gli Enti Pubblici Territoriali come “superiori” e inferiori”, bensì dobbiamo chiamarli per quello che sono: “originari” (e originario ve n’è uno solo: il COMUNE) e “successivi”, tutti gli altri.

Ecco perchè il Comune ha il diritto-dovere quanto meno di essere coinvolto nella gestione provinciale dei fondi gstiti dai fondi successivi.

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ITALIA VIVA: DARE CENTRALITA’ AI PROBLEMI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Ottobre, 2021 @ 6:30 am

Occorre superare un certo atteggiamento: quello del capo che ha la scrivania piena di carte, che corre di qua e di là, che si occupa (un poco) di tutto e attribisce centralità … solo a se stesso! Infatti: se si occupa lui di tutto, 1) non può fare bene niente: 2) cosa fanno i suoi collaboratori?

ITALIA VIVA vuole
– che il potere sia sempre alla responsabilità: chi ha avuto il potere di acquistare i banchi a rotelle etc., ora deve essere chiamato responsabile di quegli … “sprechi”;
– che – stabilito il Quadro di Riferimento – ogni Capo faccia la sua parte soprattutto 1) ascoltando le sue periferie; 2) coinvolgendo ed attivando i suoi; 3) dando centralità ad ogni problema;
– che l’intelligenza collettiva trionfi sull’individualismo, la periferia sul centralismo; la managerialità sull’improvvisazione (soprattutto in politica).

Tre esempi di necessaria attribuzione di centralità in Trentino e non solo. Occorre dare centralità:
– al problema delle mamme lavoratrici, nel rispetto dell’art. 3 della Costituzione;
– alle aziende che – pur avento molti ordini – rischiano licenziamenti e chiusura per mancanza di forniture;
– alla “fidelizzazione” dei lavoratori stagionali in agricoltura, turismo, edilizia;
– all’organiozzazione della vendita dell’immenso poatrimonio immobiliare dello Stato e degli Enti Pubblici, oggi non a reddito.

Se si è al governo, questa centraltà la si dà; se non si è al governo, si reclama che sia data, e se ciò non avviene, si contesta vibratamente!

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ITALIA VIVA TRENTINO da oltre un anno ha attivato – fra gli altri – il TAVOLO DI LAVORO FINANZA ED ECONOMIA MISTA …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Ottobre, 2021 @ 6:03 am

… e quel “mista”, riferito alla finanza, non indica solo “pubblico-privata” ma mette in stretta necessaria connessione i vari livelli della finanza pubblica: comunale, provinciale, regionale, statale, UE.

Infatti:Giornale l’Adige 12 ottobre pag. 17 – Il Comune di Trento ha un disavanzo di bilancio perchè la Provincia ha ridotto i trasferimenti previsti per investimenti. Idem stesso giornale, 13 ottobre pag. 15. Il SINDACO FRANCO IANESELLI giustamente reclama una revisione di questa decisione ed inoltre chiede che il Comune sia coinvolto nella gestione dei fondi UE del PNRR.

(Oltre alla revisione della decisione, si potrebbe fare ricorso ai BOC e ai BOP – Buoni Ordinari Comunali e Provinciali – Lo Stato a sua volta potrebbe fare ricorso ai Titoli Irredimibili Rendita, i quali diminuiscono l’indebitamento e allo stesso tempo aumentano la liquidità).

Stesso giornale 13 ottobre pag. 13, rinnovo concessione A22 – Si sta verificando quanto ha sempre proposto dalla nostra SENATRICE DONATELLA CONZATTI: 1) pieno accordo fra le due provincie autonome; 2) Impegno dell’attuale gestore AUTOBRENNERO SpA per un Project Finance importante che consenta l’affidamento diretto pur in presenza di un 15% di azionisti privati. Unico ad opporsi l’azionista Serenissima Partecipazioni SpA (4,2%) che avrebbe voluto la soluzione “Lega Veneta” di attrazione dell’A22 nel polo delle autostrade venete, pur avendo nel territorio del Veneto solo una minima parte del percorso dell’A22. Ci sono ora i presupposti per la necessaria copertura normativa, con una integrazione dell’art. 13 bis del decreto fiscale 148/2017 che aveva individuato il percorso per gli affidamenti diretti a società inhouse (a capitale 100% pubblico).

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ITALIA VIVA – UN POST AL SOLO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Ottobre, 2021 @ 5:59 am

… al solo che ha avuto capacità e coraggio!

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MATTEO RENZI “tene ‘e palle”, cioè pur essendo in minoranza all’interno di una maggioranza, ha saputo far valere il suo punto di vista ed ha salvato la Democrazia parlamentare prima e l’economia e la rinascita dell’Italia dopo. Certo che ci vuole capacità politica e coraggio e come dice il Manzoni “il coraggio uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare” …

L’alternativa è fare gli yes men oppure, nel migliore dei casi, sondare prudentemente se la maggioranza della maggioranza sia disposta ad accettare la vostra proposta. Anche in caso positivo, tuttavia, correreste un rischio: di subire l’EFFETTO BORSALINO, e cioè che qualcuno metta il proprio cappello sulla vostra idea.

Quindi doppiamente bene ha fatto Renzi: ecco perchè dico che isse tene e’ palle”. Dice: ma tu, Riccardo, sei napoletamo? No, raga, è che studio lingue!

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ITALIA VIVA: UNO VALE UNO? NOOO! UNO PORTA UNO? SIIII!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Ottobre, 2021 @ 5:55 am

Oggi per me è una grande giornata. Non riuscivo a staccare il gancio di traino dalla macchina, telefono ad una Persona molto amica da decenni, co-ciclopedalatore, esperto auto-elettromeccanico, Persona che si era sempre dimostrata sfiduciata nei confronti della politica in generale. Mi sgancia il gancio, lo ringrazio e mi dice: “Riccardo, sono io che devo ringraziare te, sai … non è per piaggeria, ma … per fortuna c’è MATTEO RENZI che ha mandato a casa …. (etc.)”.

Ha accettato di essere contattato per la sua eventuale partecipazione ai nostri Tavoli Tematici di Lavoro. E allora, vedete bene che grande giornata è questa per me: ho sganciato il gancio e ho “accanciato” un amico!

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NO VAX vs SI VAX

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Ottobre, 2021 @ 9:57 am

Il popolo dei SI VAX è ben più numeroso del popolo dei NO VAX, solo che non scende in piazza …

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HOME E SMART WORKING: LA SENATRICE ITALIA VIVA DONATELLA CONZATTI CHIARISCE MOLTI ASPETTI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Ottobre, 2021 @ 9:03 am
Care amiche e cari amici,
oggi parleremo di una esperienza che quasi tutti abbiamo fatto durante i lunghi mesi di pandemia: il lavoro da casa, l’home working.
Parleremo anche della sua evoluzione in smart working perché le esigenze di distanziamento sociale per il contenimento del Covid-19 hanno avuto un forte impatto sull’organizzazione del lavoro, tanto da far prefigurare una nuova normalità con largo ricorso proprio allo smart working, a prescindere dall’emergenza sanitaria. 
Prima di parlare di futuro dobbiamo però essere certi di non confondere l’home working che abbiamo vissuto durante il lockdown con lo smart working: sono infatti due mondi diversi. Lo smart working è una modalità di lavoro regolato bene dalla Legge 81/2017 conosciuta come legge sul lavoro agile. Il primo, l’home working invece è quella soluzione di emergenza adottata in pandemia ed attuata con la deroga della Legge 81/2017 decisa nel Decreto Rilancio DL 34/2020.
Quindi le caratteristiche dell’home working sperimentate sono l’esatto contrario di ciò che andrà fatto per attuare i capisaldi della normativa sul lavoro agile:
flessibilità del luogo di lavoro, non significa lavoro da casa ma alternanza tra attività svolte nel luogo di lavoro e attività svolte in altri luoghi concordati nell’accordo individuale tra datore di lavoro e lavoratore;
flessibilità di tempo e diritto di disconnessione: non significa essere connessi sempre ma avere delle fasce di tempo elastiche e un momento certo a partire dal quale disconnettersi;
riservatezza e sicurezza dei luoghi di lavoro, non significa lavorare da casa con strumentazioni e documenti in promiscuità con altre situazioni di vita domestica, significa decidere con il datore di lavoro quale luogo sia più adatto, sicuro ed attrezzarlo e verificarlo con il contributo aziendale;
rete e sicurezza informatica, non significa utilizzare il proprio 4G, il proprio PC e non essere certi di avere installato il firewall (!) ma avere dotazioni aziendali, essere formati ad utilizzarle ed essere dotati di un sistema di cybersicurezza aziendale.
Potrei proseguire ma avete sicuramente compreso che il percorso di ripensamento organizzativo e tecnologico per arrivare allo smart working richiede impegno.
Se dobbiamo individuare del positivo anche nell’esperienza di home working, è stato il cambio di giudizio che i 7 milioni di lavoratori e le molte aziende che lo hanno sperimentato ne danno: “si può fare”. Ed è un primo passo!
Ora bisogna strutturare il vero smart working con flessibilità di tempo e luogo di lavoro, con dotazioni informatiche, formazione ed una organizzazione aziendale che valuti per risultati e obiettivi. Non serve una legge nuova, serve attuare la Legge 81/2017. Come? Diffondendo gli accordi individuali e nelle aziende più grandi e strutturate costruendo accordi sindacali di secondo livello con parti sociali e datoriali.
Aggiungo infine alcuni chiarimenti utili.
Lo smart working è una modalità di lavoro non è un contratto di lavoro. Il contratto resta quello preesistente a tempo determinato o indeterminato, part time o full time.
Lo smart working è un modo diverso di lavorare non è uno strumento di welfare e di conciliazione. Men che meno deve trasformarsi in un mero strumento di conciliazione solo per le lavoratrici, che le penalizza in termini di reddito e di carriera.
Lo smart working è un modo nuovo di lavorare per obiettivi che richiede una profonda riorganizzazione aziendale, che riguarda sia uomini e donne ed è adatto a quella flessibilità e personalizzazione dei prodotti e servizi che in alcuni settori è sempre più richiesta.
Basilare per la trasformazione di parte del lavoro in smart working è naturalmente quella trasformazione digitale che il PNRR ci indica, a partire dal rapido completamento delle reti di connessione in fibra in grado di connettere tutte le parti d’Italia.
Di tutto questo ho discusso mercoledì all’interessante convegno “Donne, lavoro e pandemia” promosso dal Coordinamento nazionale donne delle Acli.
Vi lascio i link per ascoltare qualche estratto: https://www.youtube.com/watch?v=3elSh07KsqM https://www.youtube.com/watch?v=vTm7xcG-Ijg https://www.youtube.com/watch?v=5-H_sWxkmi8  Un saluto
Donatella Conzatti
 
PS Sabato prossimo Vi riferirò dell’approvazione del Decreto Crisi d’impresa.

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