MUSICA A RIVA DEL GARDA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Marzo, 2022 @ 7:17 am

Ogni anno un concerto in ricordo di Ruggero Polito e di Riccardo Giavina: due carissimi amici, Presidente e Vicepresidente dell’Associazione Amici della Musica in Riva del Garda.

Quest’anno sono saliti da Roma la violinista Celeste Di Meo e il pianista Michelangelo Carbonara. Due note: Celeste è del 2002 (!) e si sta perfezionando in Olanda. Michelangelo, classe 1979, è nato a Salerno e Ruggero era di San San Mango Piemonte (Salerno)!
Il repertorio: brani di Johannes Brahms (1833-1897); Henryk Wieniawski (1835 – 1880); Petr Cajkovskij (1840 – 1893) molti dei quali eseguiti “a memoria”.

Il concerto è stato preceduto da una breve introduzione del Presidente dell’Associazione Prof. Franco Ballardini il quale ha ricordato Ruggero e Riccardo ed ha tratteggiato le caratteristiche dei brani in programma.

I giovani esecutori hanno mostrato una rara maestria e soprattutto il violino, uno strumento del 1600, una particolare creatività interpretativa. Il pianoforte poi ha saputo accompagnare magistralmente il violino senza mai “coprirlo”.

In prima fila le Signore vedove dei compianti amici.
Ruggero Polito, Presidente Emerito del Tribunale di Rovereto, violinista e pianista, è stato presidente dell’Associazione organizzatrice per quasi 50 anni. Riccardo Giavina, pianista e compositore fama internazionale: entrambi hanno lasciato un vuoto di umanità che facciamo fatica a colmare. Un abbraccio, amici carissimi!

Ruggero Polito
Riccardo Giavina

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9 APRILE 2022 – SEGNATELO IN AGENDA E TENETEVI LIBERI !

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Marzo, 2022 @ 2:58 pm

9 APRILE 2022 – SEGNATELO IN AGENDA E TENETEVI LIBERI !

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IRREDIMIBILI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Marzo, 2022 @ 7:00 am


PRIMA DOMMANDA – “Ma un titolo azionario vale in quanto rappresenta una Spa solida … e il titolo irredimibile cosa ha dietro di sè, come fa a mantenere il suo valore nel tempo quando lo vai a rivendere in borsa?”

Ho risposto: i titoli di debito pubblico e i titoli pubblici di rendita (irredimibili) NON sono titoli azionari. I primi contano sul fatto che lo Stato sia in grado di pagare la rendita stabilita + di rimborsarli a scadenza. I secondi che lo Stato possa continuare solo a pagare la rendita. Poichè i flussi finanziari delle sole rendite dei titoli irredimibili sono molto minori dei flussi finanziari delle rendite + capitale dei titoli di debito, il sottoscrittore dei titoli irredimibili è maggiormente garantito rispetto al sottoscritopre dei titoli di debito circa il perdurare nello Stato della necessaria capacità finanziaria.

SECONDA DOMANDA – “Ma che sicurezza ha il sottoscrittore che riuscirà a vendere il titolo irredimibile in borsa?”

Ho riposto: l’unica sicurezza che tutti noi abbiamo è che prima o poi tutti muoriamo! A parte la battuta, il sottoscrittore si trova di fronte quale potenziale compratore la finanza privata esdtera e quella italiana la quale ultima, da sola , oggi vale ben 3 volte il PIL e 2 volte l’indebitamento pubblico italiano: in altre parole, si trova a cercare di vendere il proprio titolo iredimibile ad un possibile acquirente molto dotato di mezzi finanziari e molto desideroso di farli fruttare. Basti pensare che i titoli pubblici tedeschi “pagano” un interesse negativo, cioè sottoscriverli “costa”.

TERZA DOMANDA – “Ma il valore del titolo non potrà scenderere sotto il valore nominale a causa dell’inflazione e far sì che io alla sua vendita registri una perdita?”

Ho risposto risposta: “No, perchè il livello della sua rendita sarà regolato da un tasso in parte variabile, che adegui il valore del titolo rispetto all’andamento delle oscillazioni monetarie”.

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UCRAINA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Marzo, 2022 @ 2:38 pm

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“GHE VURIEIVA N’ATRA GUERA”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Marzo, 2022 @ 10:21 am

Dialetto genovese: “Ci vorrebbe un’altra guerra”.

1951, Genova, quartiere di Albaro, avevo sette anni: in Via Rodi stavo camminando verso la vicina scuola elementare di Via Montezovetto (1). Un tale che trascinava un carretto a mano pieno di pesche e gridava “Perseghe bele, gente!” (Pesche belle, gente!), scontento degli affari e evidentemente nostalgico del mercato nero, aveva pronunciato questa frase che mi aveva colpito se non altro perchè in casa mia con un babbo toscano ed una mamma professoressa di lettere si parlava rigorosanente italiano. Dopo 71 anni quella frase è ancora scolpita nella mia mente.

La guerra, ogni guerra: arricchisce pochi e impoverisce molti sotto ogni profilo: di libertà, di familiari, di amici, di speranze, di salute, della vita, di ricchezza, di futuro. MA ALLORA, PERCHE’?

(1) – Montezovetto alias Monte Zovetto (Vicenza), montagna fortificata durante la prima guerra mondiale. E siccome in inverno ci tirava un forte vento da nord, in famiglia lo chiamavamo Montesoffietto! E dire che ora io, che abito a Trento, sono vicino a questa montagna che si trova poco a sud di Asiago! Andrò a visitala con la mountainbike.

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UNO VALE UNO? ALL’INIZIO, FORSE, MA POI…

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Marzo, 2022 @ 1:50 pm

C’era una volta anzi, c’è ancora, un piccolo paesino della Toscana in provincia di Siena: S. Angelo in Colle, a 450 metri di altitudine. Il paesino si affaccia sulla valle dell’Orcia aldilà della quale si erge il Monte Amiata. Non fa nemmeno comune, è una frazione di un altro centro, Montalcino, oggi conosciuto per il vino Brunello (anche presso il paesino tuttavia si produce oggi quel vino).

C’erano una volta trecento anime, c’erano una volta tutti i servizi: la Stazione dei CC, il parroco, la macelleria, il medico condotto, il fabbro, il falegname anzi due, il calzolaio, la merceria, il macello, la levatrice, due bar, un circolo ricreativo. Mancava solo la farmacia, ma il medico condotto spesso sopperiva egregiamente.

Giuseppe è operaio comunale, la moglie Maria, casalinga. Una casetta con l’orto e il forno ammesso, forno sul quale grava una servitù in favore di tutte le donne del paese, per cui c’è un passa parola per accordarsi su quando accenderlo, in modo tale che tutte le donne del paese possano sfruttare l’inerzia del calore per cuocere il pane, i famosi pani toscani, i quali, una volta sfornati, sono adagiati ben allineati su di una tavola che ogni interessata porta a casa tenendola in bilico sulla testa!

1912: a Giuseppe e Maria (celebre accoppiata di nomi!) nasce … Dario (e che vi credevate?) che frequenta fino alla terza elementare. Poi va “a bottega” ed impara l’arte del falegname. Se non che, fattosi grandicello, si arruola nei “Reali”: così li chiamavano allora: Carabinieri Reali. In divisa, viene trasferito  in Trentino:  Val dei Mocheni, Val di Sole, Bolzano: in questa città si innamora della sua insegnante (sta conseguendo i diplomi di quinta elementare e di terza media), viene traferito a Genova insieme  a lei e la sposa.

La guerra. Due anni di prigionia in Germania. La moglie sola a Genova con il secondo genito (Riccardo, classe 1944) ): il primo genito, Giuseppe (classe 1942) , è stato mandato sfollato in Toscana, dai nonni paterni; il terzo, Alberto, nascerà anni dopo, nel 1949. Dario torna a casa liberato dagli Americani. Diventa Maresciallo Maggiore CC., titolare dell’Ufficio Matricola della Legione. Poi, dcopo 1t5 anni, è trasferito in Trentino (Cles).

I figli a Genova studiano e diventano, nell’ordine, ingegnere elettronico; top manager e CEO; medico cardiologo. Tutto partendo da un paesino che oggi conta cinquanta abitanti, da una casa, quella dei nonni, nella quale non c’era, all’inizio, corrente elettrica, acqua corrente, servizi, e riscaldamento se non il grande focolare in cucina.

UNO VALE UNO? All’inizio forse, certo ma poi unus quisque faber fortunae suae est ognuno si crea il proprio destino!

Dice … ma tu, di quella casa conservi? Rispondo: il ricordo; il caffèhouse (vetrinetta); la madia; il tavolino;  il letto dei nonni, mio da 51 anni di matrimonio.

F.to Riccardo, secondogenito

Lassù S. Angelo
Il “caffèhouse” e, sopra, la “batteria” d’una volta
La “madia”: dispensa e, dentro, il piano di lavoro per impastare il pane
Un tavolo allungabile ultracentenario
Originariamente era di colore nero
Genova, 10 Aprile 1950 (Prima Comunione)
Il forno, il pergolato e a sinistra, invisibile, la casa dei nonni
Da S. Angelo verso la Valle dell’Orcia e il Monte Amiata
Il “chiasso” e a sinstra l’entrata della casa dei nonni

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DEMAGOGIA, POPULISMO, POPULISMO QUALITATIVO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Marzo, 2022 @ 8:29 am

DEMAGOGIA – Promettere o fare ciò che il popolo si aspetta, a prescindere da ogni considerazione morale, economica, finanziaria etc. allo scopo di mantenere o conquistare il potere.

POPULISMO – Attribuzione di ogni decisione propria al popolo, come se si fosse solo esecutori della volontà popolare.

POPULISMO QUALITATIVO. Umberto Eco, nel suo bel libro “Il fascismo eterno” (Ed. La nave di Teseo 2017, 51 paginette, €5.00) individua e definisce il POPULISMO QUALITATIVO che si ha quando taluno pretende che il popolo sia una massa qualitativamente uniforme che esprima un’unica, identica volontà. Al che Eco continua osservando che poiché non è immaginabile né realistico che milioni di persone esprimano la stessa identica volontà, in realtà quell’ “unica volontà” è quella personale del dittatore di turno che fa passare la propria volontà come quella unica, uniforme del popolo intero.

Ecco cosa ho pensato vendendo lo spettacolo dello stadio di Mosca osannate l’unico, solitario oratore che parlava senza alcun contraddittorio.

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BOND UE DIFFICILI DA FAR EMETTERE? E NOI RIFORMIAMO L’APPROCCIO E FACCIAMOLI EMETTERE “DI FATTO” !

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Marzo, 2022 @ 10:32 am

Ove l’Italia emettesse Titoli Irredimibili Rendita al 4,5% lordo tassati al 12,5%, questi titoli sarebbero sottoscritti da una gran parte della finanza privata anche e soprattutto estera, coinvolgendo di fatto la finanza UE (in questo caso quella privata) nel nostro settore pubblico. Di fatto avremmo coinvolto la UE – sia pure per via privata – in una assunzione collettiva del rischio Italia.

Ora, al di là dei termini lessicali, se consideriamo che in Italia il rapporto finanza privata/Pil è grosso modo di 3 a 1, possiamo ben sperare che anche all’estero la massa della finanza privata disponibile e in attesa di investimenti redditizi sia più che considerevole. Così facendo avremmo di fatto avuto l’effetto analogo alla emissione di bond pubblici UE.

Inoltre c’è da dire che con questi denari raccolti “a fondo perduto” (cioè senza obbligo di rimborso!) l’Italia potrebbe ben finanziare a fondo perduto investimenti produttivi a lungo termine di realizzazione e di inizio della relativa produttività che genererebbe imposte e quindi finanza per lo Stato che potrebbe esercitare l’opzione del riscatto di alcucne tranche di propri Irredimibili.

N.B.: il 25 agosto 2020 Banca Intesa Sanpaolo ha emesso 1,5 miliardi di propri irredimibili 5% (tassati al 26%) ed ha ricevuto richieste di sottoscrizione per 6,5 miliardi. Quanti di questi aspiranti sottoscrittori erano esteri?

E se mi sbaglio mi corigerete!

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MA QUESTA GUERRA DOVE CI STA PORTANDO ?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Marzo, 2022 @ 7:20 am

1 – Alla terza guerra mondiale, ma l’occidente sta dimostrando – per fortuna – di non volerla;
2 – ad una pace concordata, ma Putin – anche se la voless e NON la vuole! – ormai non saprebbe nemmeno come fare a tornare indietro;
3 – alla sconfitta della resistenza ucraina;
4 – al fallimento della Russia e ad una sua nuova rivoluzione.

Negli ultimi due casi, cosa succederà in Italia e in UE? Noi europei e noi Italiani già non eravamo tutti d’accordo su come accogliere, dividerci ed integrare i neri dell’Africa e questi immigrati non erano milioni, non erano operai specializzati, medici, infermieri, molti di loro parlavano francese o inglese o spagnolo: non ucraino o russo. In Trentino poi l’attuale governo leghista un anno fa ha rifiutato e rimandato a Roma oltre 300 milioni di euro che lo Stato ci aveva accreditato per pagare gli stipendi agli insegnanti locali che avrebbero dovuto insegnato la lingua italiana agli immigrati.

Nel terzo caso ci troveremo di fronte al problema dell’accoglienza e soprattutto mantenimento e integrazione di milioni di immigrati (migliaia in Trentino) e il sentimento entusiastico di solidarietà ed accoglienza di raffredderà e probabilmente si trasformerà in un calcolo egoistico. A questo punto non sarà facile trovare un accordo nell’UE ma in ogni caso l’Italia dovrà far fronte al problema sotto due aspetti: quello finanziario ed economico e quello politico.

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Noi dovremo innanzi tutto organizzarci sotto il profilo finanziario ed economico, e cioè disporre della finanza necessaria per organizzare l’integrazione sociale, economica e soprattutto funzionale produttiva di queste masse di Persone: dotarle di alloggi, della nostra lingua, e soprattutto di un lavoro che produca reddito: una sorta di nuovo Piano Marshall per le Persone. Per fare ciò, potremmo emettere TITOLI IRREDIMIBILI RENDITA e finanziare questi percorsi dalla prima accoglienza alla realizzazione di investimenti produttivi di reddito per il sistema paese.

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Per realizzare tutto ciò occorrono doti importanti: capacità previsionale e organizzativa di medio lungo termine; coraggio nell’assumere decisioni strutturali; creatività nell’individuare nuovi investimenti produttivi di reddito. Abbiamo queste capacità?

Se avremo fatto tutto ciò, l’incidenza di questa nuova immigrazione sulla nostra politica non sarà negativa. In caso contrario la Storia insegna che quando si verificano pressioni immigratorie di questa dimensione, la reazione è la tendenza dei paesi potenziali ospitanti di chiudersi a riccio e di assumere posizioni isolazioniste di estrema destra, il che sarebbe di ostacolo alla necessaria ridefinizione del Sistema UE verso un esercito, un fisco, una giustizia, un sistema sociale unico, comune a tutti gli aderenti.

F.to Riccardo Lucatti, Responsabile del Tavolo di Lavoro Finanza ed Economia mista ITALIA VIVA TRENTINO  (“mista” oggi anche nel senso italiana-UE-Ucraina).

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INTERVISTA ALLA SENATRICE ITALIA VIVA DONATELLA CONZATTI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Marzo, 2022 @ 2:59 pm
A livello nazionale con il Ddl concorrenza è iniziato il confronto sul futuro delle grandi concessioni idroelettriche. Il Ddl prevede la modifica delle disposizioni in materia di concessioni di grandi derivazioni d’acqua a scopo idroelettrico, eliminando ogni ipotesi di proroga o di rinnovo automatico delle attuali concessioni: una modifica che coinvolge direttamente il Trentino. A ciò si aggiunge, a livello normativo, un differenziato regime di scadenza tra le concessioni di grandi derivazioni idroelettriche delle Province autonome di Trento e Bolzano, rispetto alle concessioni presenti sul restante territorio nazionale.
Cosa implica la modifica della norma che elimina la proroga o il rinnovo automatico delle attuali concessioni? Implica molto per il Trentino, perché è una modifica normativa che coinvolge direttamente Dolomiti Energia che, nel settore delle grandi derivazioni idroelettriche, rappresenta il quarto operatore nazionale quanto a produzione (TWh) e il terzo in quanto a capacità istallata.
Il Trentino e Dolomiti Energia cosa rischiano? Tale modifica normativa porta alla nostra attenzione sia il tema delle gare per la assegnazione delle grandi concessioni idroelettriche sia quello della lettura coordinata tra la normativa nazionale con quella dell’articolo 13 dello Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige con le diverse date di scadenza per celebrare le gare di assegnazione. L’iter di conversione del Ddl Concorrenza si prospetta quindi complesso dal punto di vista giuridico, industriale, ma soprattutto territoriale e di salvaguardia delle specificità dell’autonomia.
Giovedì si è svolta una riunione a Palazzo Chigi che ha anticipato il termine di deposito degli emendamenti sul Ddl Concorrenza fissato per il prossimo 15 marzo. Cosa accadrà? Nel corso della riunione si è preliminarmente discusso della normativa europea e quindi della procedura di infrazione eurounitaria che aveva censurato parte della disciplina in quanto non favoriva l’indizione di procedure di selezione trasparenti, imparziali e tempestive per l’aggiudicazione di concessioni di grandi derivazioni idroelettriche e riconosceva eccessivi vantaggi al concessionario uscente. L’infrazione è stata chiusa il 23 settembre 2021 con l’impegno dell’Italia a modificare la propria normativa.
Quindi il Ddl Concorrenza corregge la disciplina nazionale nelle parti oggetto di contestazione europea. Il Ddl Concorrenza introduce anche il modello competitivo del partenariato pubblico privato, il medesimo che abbiamo ottenuto per il rinnovo della concessione A22, il tutto tenendo presente la competenza legislativa esclusiva statale in materia di concorrenza, materia che anche le Province autonome devono necessariamente rispettare pur godendo di potestà legislativa primaria in materia di assegnazione delle concessioni per grandi derivazioni idroelettriche in base all’articolo 13 dello Statuto d’autonomia. Le Province autonome disciplinano quindi con propria legge modalità, procedure di assegnazione, norme procedurali per lo svolgimento delle gare, criteri di ammissione e di aggiudicazione, requisiti finanziari, organizzativi e tecnici dei partecipanti.
Se le Province autonome godono di potestà legislativa primaria in materia di assegnazione delle concessioni per grandi derivazioni d’acqua a scopo idroelettrico, perché c’è bisogno di salvaguardare le specificità dell’autonomia?

A livello normativo sussiste un differenziato regime di scadenza tra le concessioni di grandi derivazioni idroelettriche presenti sul territorio delle Province autonome di Trento e Bolzano – per le quali lo Statuto di autonomia prevede il termine del 31 dicembre 2023 – rispetto alle concessioni presenti sul restante territorio nazionale, il cui termine di scadenza è invece stato prorogato. Nella riunione di maggioranza a Palazzo Chigi ho quindi avanzato delle precise richieste. La prima è stata quella di allineare le scadenze delle gare di assegnazione al fine di garantire parità di condizioni su tutto il territorio nazionale. È evidente come il celebrare le gare delle sole derivazioni idroelettriche della Provincia in via anticipata le esporrebbe ad una asimmetria competitiva, con il rischio di renderle appetibili per investitori.

Ho inoltre chiesto massima prudenza sia sulle scadenze sia in merito alle modalità di svolgimento delle procedure di assegnazione. Ritengo che stiamo vivendo una grave crisi energetica per via dell’ingiustificabile attacco di Putin all’Ucraina e inoltre che le priorità della transizione energetica verso fonti rinnovabili e della maggiore indipendenza energetica nazionale richiedano prudenza nell’esporre beni di interesse strategico nazionale a rischi. Non va accelerata la messa a gara ma anzi la norma contenuta nel Ddl, in sede di conversione, deve essere resa più flessibile affiancando la richiesta di maggiori investimenti sulle infrastrutture e a tutela del territorio per gli attuali concessionari. Ho inoltre ottenuto riscontro positivo circa la prospettiva di potenziare la normativa sulla Golden Power nei settori strategici come l’idroelettrico per limitare la non leale concorrenza di investitori.
La Lega però ha chiesto la gara. Sì, spiace constatare come in quella riunione il solo rappresentante della Lega, con motivazioni esattamente opposte rispetto a quelle che quel partito usa per difendere le proroghe delle concessioni dei balneari, abbia invece chiesto la messa a gara. E come il Presidente della Provincia del suo stesso partito non gli abbia chiesto di spendersi per il Trentino. Vediamo se almeno in fase emendativa si rifaranno vivi. Certamente vivo è il confronto con l’Assessore Tonina.

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