ITALIA VIVA INVITA: ANDIAMO A VOTARE, TUTTE E TUTTI !

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Settembre, 2022 @ 1:49 pm

Intorno a me vedo molta partecipazione alla vita politica ed alla Politica e ciò fatto mi rassicura. Tuttavia, se mi allontano anche solo un poco “da me stesso”, purtroppo colgo che esistono altri atteggiamenti:

Molti sono disattenti/disinformati: “Ah, si vota? Ma per cosa?”
Altri sfiduciati: “Ah … la politica …per carità!”
Altri sono radicalizzati, nel bene e nel male: “Ah. Io voterò così, voto così da sempre!”

E invece “fare Politica” nel senso di occuparsi con attenzione della gestione della nostra res pubblica e della nostra democrazia, non dico necessariamente come politici attivi, ma come valutatori e votanti attivi e consapevoli questo sì: è innanzi tutto un dovere (poi anche un diritto).

Si vota fra pochi giorni (25 settembre). I partiti sono impegnati in campagna elettorale. Alcuni usano la tecnica da Paese di Balocchi: “vi ho dato, vi darò questo e quello, anzi di più!”

Alcuni esempi: mantenere il reddito di cittadinanza; uno scostamento di bilancio da 30 a 50 miliardi per sovvenzioni a pioggia; €1000,00 ad ogni giovane; tasse flat ridotte per tutti; etc.

La tecnica delle promesse si chiama DEMAGOGIA, promettere tutto quello che il demos-popolo vuole, si aspetta, anche se poi tornerà a suo danno. E se costoro dovessero vincere e andare al governo, quando si saranno trovati di fronte all’impossibilità di concretizzare le tante promesse, di fronte alle rimostranze del popolo faranno uso del POPULISMO: “Ma lo vedete bene che non è possibile realizzare tutto … cosa? Le nostre promesse? Erano solo vostre richieste, voi le avete provocate… noi non abbiamo alcuna colpa, abbiamo solo dato attuazione alla vostra unica, compatta, uniforme, qualitativamente uguale volontà.” (Umberto Eco definisce questo atteggiamento col termine  “POPULISMO QUALITATIVO”).

La “destra” fa promesse di aiuti e sovvenzioni a tutti. La sinistra, finalmente separatasi da quel tale movimento, tuttavia ne difende il RdC perché al sud porta molti voti. Sia la destra che la sinistra poi si proclamano anche centristi, ovvero dicono di essere il centro, non alle estremità degli schieramenti politici: centristi, moderati sono i termini che si sprecano.

Peccato per loro però che un Centro, anzi “Il Centro” esista: quel Centro che ha sempre proposto il dialogo ed il confronto su temi concreti; che non ha mai scelto la strada dell’attacco alla persona degli altri schieramenti; che ha dimostrato di non essere alla ricerca di poltrone purchè sia; che anzi, avendone tre, le ha rinunciate; quel Centro al momento oggetto della disionformazia-non informazia dei media pubblici.

Io sono in quel Centro; non aspiro a nessuna carica od onore; mi sono fatto carico di qualche onere. Dopo una vita di lavoro trascorsa come capo azienda o di settori finanziari di grandissime SpA, dall’età del mio pensionamento sono un VIP-Vecchietto In Politica.  Dice … ma tu, Riccardo, non te la godi la pensione? Rispondo: certo che me la godo, infatti in inverno sono un VIP-Vecchietto In Paganella e in estate In Picicletta, per non parlare della mia Parca a Vela da regata con la quale ho ragatato per 25 anni nell’Altogarda Trentino.

A coloro che non vogliono andare a votare, mi permetto di dire: con la vostra assenza potreste consentire ad una minoranza di governare il Paese: il che non è democrazia, non è autogoverno, non è Autonomia.

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EMERGENZA: COINCIDONO TROPPE EMERGENZE!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Settembre, 2022 @ 9:59 am

Il rapporto DEBITO/PIL non era soddisfacente: numeratore troppo grande e denominatore troppo piccolo. Ci stavamo rialzando lentamente, quand’ecco:

  • Covid19
  • Guerra
  • Crisi energetica
  • Crisi di governo (rectius: crisi si una parte della politica)
  • Crisi climatica
  • Crisi occupazionale – sociale.

Che fare? Due le soluzioni:

  1. affidarsi all’uomo/donna forte di turno che a suon di promesse, retorica, demagogia, populismo, nazionalismo e struzzologia (farci mettere la testa sotto la sabbia, perché così non vediamo i pericoli) ci renda tutti ubriachi, ciechi, orgogliosi, contenti e … poveri;
  2. affidarsi a Persone serie, preparate professionalmente e politicamente, credibili sul piano internazionale, che – adottando strumenti finanziari eccezionali (TITOLI IRREDIMIBILI RENDITA NON DI DEBITO) per fronteggiare una situazione eccezionale, facciano ripartire l’Italia.


Il 25 settembre ogni cittadino potrà scegliere fra due alternative:

  • Andare a votare per una delle due soluzioni di cui sopra;
  • non andare a votare e in tal modo far sì che – in ogni caso – la maggioranza di una esigua minoranza trasformi la democrazia in una dittatura di fatto, perché “democrazia” non è “si contano i numeri e si procede a maggioranza” il che è il contrario del “governo del popolo” ovvero dell’autogoverno. DEMOCRAZIA E’ DISCUTERE, DIALOGARE, CONFRONTARSI SU TEMI CONCRETI COME HA SEMPRE INSISTITO DI FARE MATTEO RENZI E ITALIA VIVA.

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VIAGGIO IN SICILIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Settembre, 2022 @ 1:58 pm

“Viaggio in Italia” (Italienische Reise) è un’opera che Johann Wolfgang Goethe scrisse fra il 1813 ed il 19817. “Viaggio in Sicilia” (Sizilianisch Reise) invece l’ho scritto il fra il 2 settembre 2022 ed oggi. Più che altro, si tratta di un “soggiorno” in Sicilia più qualche viaggetto locale, perché del viaggio aereo Verona-Palermo che vi dovrei dire?

Lo so, siamo “sotto elezioni”, io sono un non-candidato ma molto impegnato per ITALIA VIVA TRENTINOe me ne vado in vacanza in Sicilia? Ecchè, è colpa mia se Giuseppi prima di scatenare la crisi di governo non mi ha nemmeno avvertito, ben sapendo che queste vacanze si prenotano con mesi di anticipo?  Evvabbè … nessuno è perfetto (Giuseppi poi …). Ma veniamo al viaggio. Se leggete i miei post, potrete coglierne alcune  tappe. Oggi voglio sottoporre alla vostra attenzione alcune particolarità.

  1. 2002, “Settembre in ritardo”, nel senso che una settimana fa era ancora estate piena, solo ora posso confermare che la temperatura è diventata settembrina (max 30 gradi) e che “la Sicilia è vivibilissima soprattutto in settembre”.
  2. L’acqua del mare è veramente più salata del solito e addirittura faccio fatica ad immergermi oltre in paio di metri sotto la superfice, tanta è la inusuale spinta che ricevo verso l’alto. In tutta la mia vita di nato-subacqueo è la prima volta che noto questo fatto: che sia una conseguenza dell’innalzamento della temperatura terrestre e quindi del mare e quindi del suo del grado di salinità e quindi della spina verso l’alto?
  3. Ai Siciliani dovrebbero dare il Premio Nobel per la fisica: infatti hanno scoperto il principio della penetrabilità dei corpi. Infatti, incrociando le loro auto su stradine molto strette, voi rallentate e vi fermate, loro no, sicuri della loro scoperta.
  4. Sicilia la bellezza (e la ricchezza di storia, arte, natura, colori e chi più ne ha più ne metta). La gente poi … io sono uno che “a me mi” piace attaccare bottone con la gente: se poi sfodero quelle poche parole di siciliano che conosco, il gioco è fatto: la simpatia e l’accoglienza raddoppiano. Un esempio? Eccolo: un saluto, Vostra scienza mi benedica, ovvero Voscienza benedica (o benerica) ma se ve ne uscite con ”assabenedica/rica … il gioco è fatto: siete apprezzato come un cultore della vecchia lingua locale.

 E allora mi piace concludere con quel saluto: “Assabenerica” a tutte le mie lettrici e lettori. Cosa? Come si risponde? Ecco qui: “Assabenerica a Vossia”.

(Qui sotto: SELINUNTE)

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UN ESTRATTO DEL MESSAGGIO DELLA SENATRICE DONATELLA CONZATTI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Settembre, 2022 @ 7:46 am
Cara Elettrice e caro Elettore, mi presento, sono Donatella, la Senatrice del Tuo collegio. Mi permetto di chiedere pochi minuti del Tuo tempo per leggere alcuni pensieri maturati dopo anni di intenso lavoro a Roma, per il Trentino, sia nel ruolo di Segretaria della Commissione Bilancio del Senato sia in quello di Segretaria della Commissione d’inchiesta sul femminicidio.   Non ho mai smesso di combattere per i valori in cui credo e non ho mai considerato il mio impegno parlamentare secondario a nient’altro, garantendo un lavoro costante a Roma tra Aula, Commissioni e Missioni per il 93.8% delle giornate.
Non ho mai dimenticato che il primo obiettivo per un parlamentare eletto qui è la difesa e la promozione dell’autonomia. Pur in un periodo in cui covid e guerra imponevano di centralizzare le decisioni, i dossier più delicati per il Trentino Alto Adige – Südtirol sono stati risolti. Proprio quei dossier che, se gestiti male, avrebbero impoverito la nostra Provincia autonoma, i nostri Comuni e i lavoratori trentini; parlo dei rinnovi della Concessione dell’autostrada del Brennero e delle centrali di grande derivazione idroelettrica, della neutralità fiscale sulle casse provinciali, dei gruppi di credito cooperativo. Questi sono fatti e risultati concreti importanti per tutti.   I collegi senatoriali del Trentino sono disegnati su misura per l’autonomia da una legge elettorale che permette di eleggere i senatori sulla base di alleanze territoriali, non di logiche partitiche nazionali. Un modello che assomiglia a quello dell’elezione dei Sindaci: anche nei collegi senatoriali, infatti, viene eletto chi prende un solo voto in più.
Una prova a cui mi sottopongo con fiducia ed orgoglio perché mi candido nel territorio dove sono nata, dove ho fatto gran parte dei miei studi, dove lavoro, dove vive la mia famiglia e crescono i miei figli.   Soffro quando vedo che questo territorio fa passi indietro e lavoro da anni con tutte le mie energie affinché ne faccia invece tanti in avanti. Sono motivata, perché so che i passi in avanti di questo territorio coincidono con quelli che possiamo fare tutti assieme. Il mio cuore politico è “centrista”. Credo nei valori degasperiani: nella centralità dell’essere umano, delle sue libertà e dei suoi diritti; in un’Italia parte fondamentale di un’Europa federale. Considero sempre attuale la scelta saldamente atlantista. La mia ricandidatura nasce da un progetto politico costruito negli anni.
La nostra coalizione, Alleanza Democratica per l’Autonomia è l’unica proposta politica che potrà eleggere una Senatrice e due Senatori che avranno come mandato quello di occuparsi prima di ogni altra cosa della nostra autonomia e dei suoi sviluppi. Sono grata alle persone e alle forze politiche che hanno scelto di ricandidarmi nel collegio uninominale senatoriale di Rovereto, che comprende i territori della Vallagarina, Folgaria, Alto Garda, Ledro e Giudicarie. Sento che il nostro lavoro non è finito e sono certa di poter dare ancora un contributo concreto ed energico. Donatella Conzatti

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A COSA STO PENSANDO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Settembre, 2022 @ 3:05 am

… mi chiede il computer. Sto pensando alle elezioni del 25 settembre, al fatto che tutte e tutti dobbiamo andare a votare ma che anche questo non basta. Infatti

“la democrazia non può accontentarsi di riconoscere astrattamente a tutti il diritto di partecipare alle decisioni politiche, ma deve preoccuparsi che tutti siano effettivamente messi nelle condizioni di poter prendere parte politica con CONSAPEVOLEZZA. Da qui la contestuale configurazione dell’ISTRUZIONE come DIRITTO e DOVERE, in analogia con il voto e il lavoro” (Francesco Pallante, “Contro la democrazia diretta”, Giulio Einaudi Ed. 2020, pag. 77).

Un voto consapevole, dunque. MA … in tutto ciò, cosa ho messo di mio? La scelta della frase che cito e quel carattere maiuscolo in quattro parole. Consapevolezza che deriva dall’istruzione; istruzione che non deriva solo da una buona scuola, ma anche dal miglior uso di tutti gli altri strumenti di dialogo e confronto dei quali disponiamo, compreso il tanto vilipeso FB e lo spesso snobbato approfondimento di un dialogo politico, educato, reciprocamente rispettoso e soprattutto CONCRETO, privo di demagogia e di roboante retorica.

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CONCRETO, altra parola che scrivo con le maiuscole, la concretezza di contenuti sui quali MATTEO RENZI invita l’altra politica a confrontarsi, ma l’altra politica non scende su questo terreno di gara, è “in tutt’altre faccende affaccendata”, soprattutto nella critica personale, in quella generalizzata e in tante, tante promesse da Paese dei Balocchi.

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TRATTORIE DI UNA VOLTA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Settembre, 2022 @ 7:02 am

Ostaie de na vötta
Pöco a pöco ve ne anáe
Portáe via dao ciumento
De’sta noeva societáe
E quande archeologia
Tutte e ostaie ormai saian
I vegi che g’arestan dove anián?

Ho preso spunto da una splendida canzone di Bruno Lauzi che lamenta la scomparsa graduale delle vecchie osterie, ultimo sicuro “rifugio” dei pochi vecchietti rimasti, per trattare un argomento molto più prosaico: la scomparsa delle trattorie.

Ricordo ancora, alcuni decenni fa, quando lavoravo a Torino e qualche venerdì sera, per “guadagnarmi” un giorno in più di sci rispetto alla famiglia, dopo avere raggiunto Cesana Torinese con treno e bus, prima di andare a dormire, mi concedevo una cenetta alla Trattoria del Sole: era tardi, io ero l’unico cliente cenante, ad un altro tavolino uno dei vecchietti di Lauzi con il suo quartino di vino.

Altro ricordo. Ero in trasferta a Pisa, Trattoria Il Cantini (era il cognome del proprietario): un piccolo locale, bar e vineria di giorno, ad una cert’ora extra omnes e si preparavano quattro tavolini per il servizio di trattoria con le vivande preparate dalla moglie!

La prima avvisaglia della “riforma” l’ebbi anni fa sulle isole Incoronate: le antiche, semplici trattorie sorte spontaneamente sulle varie isolette avevano improvvisamente dotato i loro tavolini di tovagliette bianche e di bicchieri a calice!

Oggi vedi l’insegna: “Trattoria …” “Locanda …”, ti avvicini alla ricerca della semplicità di un tempo e scopri che non sono più i locali che ti aspettavi, quelli di una volta. Guardate, non è principalmente una questione di prezzo: io stesso, a casa mia, una sera avevo a cena una persona alla quale tengo molto ed ho apparecchiato sull’antico tavolo in legno costruito da mio nonno paterno oltre un secolo fa, tovaglia a quadrettoni rossi e bianchi, bicchieri “da osteria” e fiasco del vino “pagliato” sul tavolo: tutto molto apprezzato!

Oggi sei in vacanza, magari da Milano (non è il caso mio, io vengo da Trento), sei alla ricerca di qualcosa di diverso e più rilassante: la semplicità. E invece si sforzano di offrirti quello che trovi nella tua Milano: tovaglie bianche, posate con le estremità igienicamente racchiuse in un tovagliolino, menù web che puoi leggere solo se sai armeggiare con il tuo portatile, e naturalmente prezzi … “milanesi”.

Al che mi chiedo: a quando la “controriforma” con il ritorno (ed il successo) delle trattorie di una volta?

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LE CIVILTA’ DEL NOSTRO EST

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Settembre, 2022 @ 6:20 am

Subito dopo la fine della guerra dei Balcani mi recai più volte nella Repubblica Serba di Bosnia in missione umanitaria. Era estate e gli occhiali da sole che indossavo nascondevano la sincera commozione che provavo di fronte a tanta distruzione materiale e umana. Discutendo con persone del posto, funzionari, diplomatici esponenti dei governi locali, credetti di avere messo a fuoco  la causa scatenante e “terminante” della guerra, oltre ad una considerazione tutta mia, personale, probabilmente errata che però vi voglio esporre: l’occidente per secoli ha utilizzato quelle popolazioni come cuscinetto contro l’avanzata dei turchi, impedendo di fatto lo sviluppo di una maturazione civile e democratica: alcool e coltello, per semplificare, le droghe che sono state loro elargite.

Ancora più ad est. La grandissima estensione russa: popolazioni schiave degli zar prima e del comunismo dopo; cresciute immature e incapaci di una critica politica; vittime della simbologia – anche perversa – di turno, oggi si ritrovano con una grande capacità difensiva, una limitata capacità offensiva ed una enorme capacità ricattatoria (alimentare, energetica, nucleare).

Al che mi chiedo: tutti i nostri grandi politici e politologi occidentali non avevano valutato questi rischi? Non avevano impostato una strategia alternativa?

Io so di non sapere e quindi mi pongo alcune domande.

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MASSIMALISTI V. RIFORMISTI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Settembre, 2022 @ 5:43 am

Quella V. significa “versus”, cioè contro

MATTEO RENZI, a suo tempo, aveva (giustamente, n.d.r.) messo da parte i propri massimalisti. Oggi un altro, oggi, esclude (ingiustamente, n.d.r.) i propri riformisti. Mi sono permesso di esprimere i due giudizi di valore di cui alle due n.d.r. fra parentesi, perché massimalisti e riformisti non sono la stessa cosa: a mio avviso infatti sono negativi i primi e positivi i secondi. Vediamo la situazione odierna.

Gli estremi dell’asse della politica odierna sono massimalisti: il massimalismo iper-liberista della Lega e il massimalismo iper-statalista dei Cinque Stelle. Infatti, la Lega, con la proposta di un’aliquota unica al 15%, porta alle estreme conseguenze il liberismo di Berlusconi, che nel “Contratto con gli italiani” del 2001 si accontentava di due aliquote Irpef, ed ora si fa bastare un’aliquota al 23%, giudicando irrealizzabile l’obiettivo del 15% caro a Salvini. Da parte sua, il M5S, con la strenua difesa del RdC, porta alle estreme conseguenze un interventismo statale diventato ormai assistenzialismo.

Al centro è nato il Terzo polo liberal-democratico di Renzi e Calenda, il quale vuole dare vita ad una POLITICA COERENTEMEMTE RIFORMISTA, senza ambiguità e attrazioni fatali di sorta.

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AMICI, CITTADINI, VALLIGIANI TRENTINI, DATEMI ASCOLTO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Settembre, 2022 @ 2:04 pm

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LA POLITICA DEI BOTTONI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Settembre, 2022 @ 1:05 pm

Ricordate un vecchio film: “La guerra dei bottoni”? Gruppi di ragazzini che si contendevano il potere su una certa zona e a chi perdeva venivano strappati i bottoni dei pantaloni. Ecco, oggi una certa politica “declamata” con stile forense, quasi che si trattasse di una arringa in tribunale; oppure esposta con tono rassicurante di chi sa ben lui quel che si deve fare … richiama il tentativo di strappare bottoni (voti) al competitore politico con una serie di promesse e piccoli-grandi interventi sula gestione dei bisogni. Niente di strutturale. Guerra? Crisi energetica? Inflazione? Disoccupazione? Tutti a tirare la giacchetta al bilancio pubblico con super tassazioni a Tizio; esenzioni a Caio e – dulcis in fundo – le “variazioni di bilancio” che altro non sono che aumenti del debito pubblico.

Il mio contributo? Ma se lo sto scrivendo da quasi due anni! Mi richiamo ad un’altra guerra, quella “finanziaria” conseguente al crollo della borsa del 1929, allorchè nel 1935 venne emesso dall’Italia un prestito Irredimibile per 42 miliardi di lire d’allora (pari oggi a circa 48 miliardi di euro), i cui titoli furono offerti a 95 lire ogni 100 di valore nominale con un interesse annuo del 5% liquidabile semestralmente. In corrispondenza non venne aumentato il debito pubblico. L’emissione ebbe un grande successo.

Oggi si potrebbe iniziare a progettare e realizzare una rapidissima transizione energetica e industriale a valere su un piano di emissioni di titoli Irredimibili, iniziando a proporli in sostituzione volontaria alle tranche dei circa 450 miliardi annui di debito pubblico in scadenza: con il che si diminuirebbe il debito pubblico e si aumenterebbe la liquidità pubblica. Quindi con successive emissioni “originarie”, non si aumenterebbe il debito pubblico e si aumenterebbe ulteriormente la liquidità pubblica. SI ATTIREREBBE VOLONTARIAMENTE VERSO IL NOSTRO SETTORE PUBBLICO LA RICCHISSIMA FINANZA PRIVATA ITALIANA ED ESTERA.

Obiezione 1: lo Stato sarebbe obbligato a corrispondere il rendimento in eterno! Rispondo: no, perché si riserverebbe l’opzione di riscatto.
Obiezione 2: la finanza dello Stato peggiorerebbe per il maggiore livello dei rendimenti. Rispondo: il maggior flusso dei rendimenti in uscita è molto, molto più che superato dai mancati esborsi delle quote di capitale.
Obiezione 3. gli Irredimibili sono classificati come titoli di debito!  Rispondo: basta sostituire questa errata classificazione con quella giusta, di non-debito.
Obiezione 4: ma se io voglio indietro il mio capitale investito? Rispondo: vendi il titolo in borsa: il suo rendimento a tasso in parte variabile mantiene il suo valore non sotto i 100.
Obiezione 5: ma allora, perchè non è stato fatto? Rispondo: per ignoranza della materia e/o paura di esporsi a sperimentare una “cosa” nuova, alla luce del “quaeta non movere”.

 Questo e altro nel libro della foto, edito nel 2020.

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