VELA DA MARE E D’AMARE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Febbraio, 2023 @ 4:11 pm

POST 5029

C’era una volta un ragazzo, nato e cresciuto a Genova, collina di Albaro, vista mare, parte  orientale della città, là  dove sorge l’alba:  Albaro appunto, costellata di ville signorili e di ville di contadini (villan, baccan), all’interno di campi poi diventati prede di condominii di lusso.
La viabilità  principale, parallela alla costa, prima fra tutte una certa Via Aurelia, tutta a seni e a golfi, per dirla con il Manzoni. Di traverso, le croexe (de ma, Fabrizio de Andrè), piccole stradicciole centenarie, difficilmente carrabili, strette fra muri a secco, alti, a proteggere lateralmente le ville ma aperte verso sud, a concentrare l’attenzione e lo sguardo sul mare.

Per una di quelle stradicciole (e ci risiamo con il Manzoni), ogni giorno, d’estate, a piedi, il ragazzo andava al mare, praticamente sua residenza estiva. Fin da casa aveva indossato il costume da bagno sotto i pantaloncini corti, per non perdere tempo nel cambiarsi, una volta arrivato sulla spiaggia.

In inverno egli osservava il mare dalla finestra, saranno stati 3 km, valutandone la forza dalle pecorelle di schiuma e studiava come la tramontana riuscisse a far navigare sul balcone della sua cameretta il praho (veliero) malese, trimarano costruito con gli angoli prismatici delle cassette (allora di legno) della frutta, “armato” con un’unica vela quadra: un fazzoletto. 

Fu quindi il turno di una sorta di Star, lft (lunghezza fuori tutto) 70 centimetri, disegno ad occhio delle ordinate, prua scolpita in legno di balsa, carena in listelli di tiglio, chiodini in ottone, stucco francese con colla per calatafare, deriva di piombo fuso fra due rivestimenti in compensato. Fiocco autovirante, boma legato al timone, navigava e virava da sola. Cantiere: oratorio parrocchiale S. Francesco d’Albaro, Genova.

Già in primavera il ragazzo agognava il primo contatto con la spiaggia e con l’acqua. Era un desiderio vissuto assai intensamente, come il ritrovare la persona amata dopo un lungo periodo di separazione. Analogamente, l’ultimo giorno della stagione estiva, talvolta protratta sino a metà ottobre, egli si rotolava nel bagnasciuga, cercando di prolungare il contatto con i sassi e l’acqua per imprimersi la loro sensazione sulla pelle e nella mente sino alla primavera successiva.

Mare di Liguria, spesso poco ventoso in estate, tranne che per sciroccate o libecciate impetuose. Ed allora onde altre tre, quattro metri esplodevano sugli scogli, allagando l’azzurro del cielo con milioni di perle di candida schiuma. E nel bagnasciuga i ragazzi a rotolare, a levigarsi nel corpo e nello spirito, insieme ai sassi. Sassi levigati, lisci, per nulla pericolosi. L’ “arte” consisteva nel non opporsi ai frangenti, ma nell’assecondarli, nel lasciarsi portare, nel diventare parte di quell’energia. E appena planati a terra, via, di nuovo, in piedi, di corsa, a riguadagnare “il largo”, cioè¨ quella decina di metri che avrebbe consentito una nuova planata, scrutando le onde in arrivo e avvisando tutti i compagni con un grido gioioso (“Quella, quella … guardate”!) l’avvistamento dell’onda più alta della altre, con il “ventre” nero, minaccioso per chi stava a terra: per loro ragazzi un meraviglioso regalo, la prospettiva di una veloce planata. La risacca non era pericolosa: non ti trascinava al largo: ciò era dovuto alla ripidità della pendenza con la quale la costa si immergeva nel mare, a differenza di certe pericolose risacche di oste meno ripide, le quali, proprio a causa della minore pendenza del fondale marino costiero, una volta che hanno “afferrato” le tue gambe, ti trascinano al largo per lungo tratto, pericolosamente. Con la bonaccia, il nuoto, la pesca subacquea, il canottaggio e la vela.

La vela? Con due barche “di gruppo”: un dinghy ed un gozzo “parcheggiate” sulla spiaggia dello stabilimento balneare Monumento a Quarto dei Mille.Ma come facevano a non affondare le altre barche, quelle vere barche a vela, sottili sottili con una stellina dipinta sulla randa? Non entrava acqua a bordo? E come mai non si rovesciavano?

Il ragazzo ed i suoi amici si sentivano più sicuri sui loro praho liguri, più adatti alle loro “regate”. Tutto era permesso, anche remare o lanciarsi secchiate d’acqua. Importante era arrivare primi sotto bordo alla portaerei americana di turno (Forrestal, Enterprise, etc.), per scambiare, attraverso sottili cime calate dall’alto dai marinai, fiaschetti di vino con accendisigari zippo originali e berrettini militari bianchi, originali garantiti anch’essi! Ligures, commercianti nati. 

Quindi, dopo le vele di Salgari, quelle dei suoi velieri giocattolo, quelle del gozzo, finalmente, alla tenera età di 46 anni, la prima vela vera: quella del Fun Whisper ITA 526, acquistato al Salone Nautico di Genova nel 1990 (e dove, sennò?) e residente insieme a lui in Trentino, Fraglia della Vela, Riva del Garda … and still going strong!

25 anni di regate, al cui interno un giro d’Italia a Vela in regata (ma con una barca più grossa), e i trasferimenti in Sardegna. Infatti, per ben tre anni ex ragazzo ha portato Whisper in vacanza al mare, d’estate, ed insieme hanno navigato dalla Toscana sino a Palau, anche in solitaria notturna, andata e ritorno sono sei volte.

Da ultimo, avrebbe voluto portarlo in Liguria almeno per un inverno, e planare al traverso, da Genova a Punta Chiappa, con vento teso di tramontana. Ma ha esitato troppo e domani quel ragazzo compie 79 anni. Evvabbè ….

Nel frattempo Whisper continua ad abitare a Riva del Garda.

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PROSSIME ELEZIONI AMMNISTRATIVE IN TRENTINO – AUTONOMIA SPECIALE AMMINISTRATIVA – ITALIA VIVA E’ CON ADA, ALLEANZA DEMOCRATICA PER L’AUTONOMIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Febbraio, 2023 @ 7:48 am

POST 5028

La prima Autonomia Amministrativa fu quella che l’Austria concesse ai Lorena per governare il Granducato di Toscana e i Lorena  la utilizzarono – fra l’altro – per bonificare la Maremma e realizzare la prima ferrovia Firenze (Stazione Leopolda!) – mare.
L’Autonomia Speciale Amministrativa del Trentino Alto Adige ha origine storica più recente ed è garantita da accordi internazionali. Essa rappresenta l’attuazione del principio di sussidiarietà: “Non faccia l’ente successivo ciò che può fare meglio e prima ogni ente precedente”, la cui verifica va poi fatta sui risultati. La nostra Autonomia Speciale ha prodotto ottimi risultati e non è l’unica i Italia: ve ne sono anche altre, in alcune delle quali la qualità della vita è diversa rispetto alla nostra.

Oggi il valore ed il significato della nostra Autonomia Speciale purtroppo subisce una serie di fraintendimenti:

  • l’attuale governo amministrativo locale tende a uniformarsi alla politica dei governi politici delle regioni confinanti, piuttosto che amministrare in modo autonomo il proprio territorio;
  • l’attuale politica nazionale vincente tende a replicare tout court il suo risultato anche su base locale, snaturando la natura amministrativa delle nostre elezioni provinciali;
  • parte dell’attuale elettorato locate è portato a seguire inerzialmente le tendenze politiche nazionali, senza comprendere che ciò equivale a rinunciare alla gestione autonoma e diretta delle risorse ed ai connessi risultati.

La particolare composizione della nostra struttura ammnistrativa – città capoluogo e poche altre di maggior dimensione e per contro una molteplicità di piccoli comuni sparsi nelle nostre valli – fa sì che si debba operare a che le cosiddette “periferie” (le nostre valli) comprendano il vero significato del carattere amministrativo locale della prossima tornata elettorale provinciale e non cadano vittima dei canti ammalianti delle sirene politiche romane ai quali si stanno abbandonando – colpevole inerzia! – anche quei politici locali i quali, pur di mantenere la poltrona personale, stanno rinunciando a fare gli interessi della popolazione che sono chiamato a governare.

Alle prossime elezioni provinciali facciamo sì che i “nostri nuovi governanti” siano tali in senso oggettivo, cioè chiamati da noi quale strumento per il governo del nostro territorio e non “nostri” in senso soggettivo, cioè soggetti chiamati da altri per governare noi.

F.to: una persona classe 1944 che sta dedicando tempo, energie e amore alla difesa, mantenimento e accrescimento della nostra Autonomia Amministrativa Speciale per sua profonda convinzione, in modo totalmente gratuito, senza ambire a nessuna posizione politica o d’altro genere.

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PROSSIME PROVINCIALI A TRENTO FRA SCILLA E CARIDDI? NO, C’E’ ANCHE ITALIA VIVA!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Febbraio, 2023 @ 1:29 pm

POST 5028


Incidit in Scyllam cupiens vitare Charybdim. I due mostri dell’Odissea, Scilla e Cariddi nello stretto di Messina: ne vuoi evitare uno e diventi preda dell’altro. L’espressione è diventata un modo di dire di chi è stretto fra due fuochi: “Mi trovo fra Scilla e Cariddi”. Tertium non datur, non c’è una terza via d’uscita.
E invece oggi – politicamente parlando – la via d’uscita c’è … che poi non è una via semplicemente per “togliersi dai guai”, bensì è l’avvio di una nuova rotta sicura che condurrà in porto la Nave Trentino: ITALIA VIVA e la sua coalizione ADA – ASSOCIAZIONE DEMOCRATICA PER L’AUTONOMIA.
Una coalizione di Centro Vero basata sul dialogo su temi concreti, su una Politica che ha sempre la visione generale e prospettica della problematica, non animata dall’etica dei princìpi (che conduce all’integralismo) né a quella del risultato (che conduce al cinismo), bensì sull’etica dei compromessi onorevoli: quelli che hanno fatto la Storia.

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LP-LONG POST, MA ALMENO CI DIVERTIAMO UN PO’

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Febbraio, 2023 @ 8:23 am

POST 5027

Molti amici ormai lo sanno: per qualche giorno sono consegnato in cas ..a perché ho un pochino di Covid, solo un pochino grazie alle quatto vaccinazioni. Sono consegnato in cas …a  e il meteo continua a farmi dispetti: si vede che si è accordato  con il Covid! Infatti due inverni fa in piena pandemia, una nevicata eccezionale anche in città mentre gli impianti di risalita erano chiusi per evitare l’infezione!  In questi giorni le piste da sci sono ottimamente innevate e ben battute e splende un sole eccezionale! Che vulite, adda passà a nuttata … Stare in cas …a cinque giorni, le mie Cinque Giornate di …Trento! Evvabbè … cerchiamo di vedere i lati positivi, quelli comici e quelli dialettali. Comincio da quelli comici.

LATI COMICI – Mi metto al computer, non so ancora cosa scrivere quand’ecco apro un messaggio arrivatomi su messanger (Facebook): mi scrive un tale che si firma Presidente di una tal banca estera, esecutore testamentario di una enorme fortuna: mancano eredi, il testamento prevede che in tal caso l’asse ereditario sia diviso in parti uguali fra certi bisognosi, lui stesso e … me! Come sono fortunato! La grammatica del testo è corretta, posso cogliere solo alcune minime sbavature! Quanto ai contenuti, mi commuove l’espressione “E’ Dio che ci ha fatto incontrare ..! Cancello e blocco tutto il messaggio e i relativi contatti. Non ho tempo da perdere con chi cerca di truffarmi, fino a quando mi chiederà un piccolo anticipo di €50.000,00 per le prime piccole spese amministrative e legali: è successo così ad un mio conoscente, credetemi! Lo avevano invitato in Irlanda per incassare la sua rilevante quota di eredità. Ebbabbè …d’altra parte senza ‘e fesse ‘e diritte nun camparriano!

LATI POSITIVI – Io sono uno che “a me mi” si scappa sempre da sciare, l’avete capito, ed in particolare di potermi godere le primissime discese su neve ben battuta e piste ancora deserte. Ciò comporta che mi devo sbrigare a uscire di casa, diciamo alle 07,20, per essere il primo sciatore agli impianti di risalita della “mia” Paganella. Invece, in queste mie Cinque Giornate me la prendo comoda fra un tazzulella ‘e caffè, lo svuotamento della lavastoviglie e LP come questo. Completamente rilassato e ancora in vestaglia.

LATI DIALETTALI – Dice ma tu, Riccardo, sei un Napoletano? Nooo raga … io sono nato a Genova, ho lavorato in giro e da 37 anni vivo a Trento. Cosa? Quelle frasi in dialetto partenopeo? E’ che io studio lingue … Cosa? Nel mio dialetto napoletano ci possono essere imperfezioni? E vabbuò, che vulite … omme senza vizi è menesta senza sale! Io c’aggio a prova’ … Stateme ‘bbuone, cumpà …

P.S.. i miei sci sono quelli di destra, Salomon Race blu.

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LA RETRIBUZIONE DEGLI INSEGNANTI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Gennaio, 2023 @ 5:26 pm

POST 5026

Roma, 28 gennaio 2023 – Scuola – On. Raffaella Paita di ITALIA VIVA, presidente del gruppo Azione-Italia Viva in Senato: “Legare stipendi degli insegnanti al merito”.

 “La proposta del ministro Giuseppe Valditara di pagare di piu’ gli insegnanti che vivono al nord appare divisiva. Certo, esiste un problema legato al differente costo della vita, che però non riguarda solo nord e sud, ma anche grandi e piccoli centri e non può certo essere affrontato in modo semplicistico.

Il vero problema in questo dibattito e’, come troppo spesso accade, la cancellazione del concetto di merito: perche’ non leghiamo gli aumenti di stipendio degli insegnanti ai risultati? E magari anche a quegli insegnanti coraggiosi che esercitano il loro ruolo in contesto di assoluto disagio sociale? Il GOVERNO RENZI aveva introdotto il BONUS MERITO, cancellato dal governo Conte. Il governo Meloni, dopo aver utilizzato la parola merito cambiando la denominazione del ministero dell’istruzione, si e’ poi dimenticato di passare dalle parole ai fatti. Tanta propaganda e polemiche, occorre concretezza”.

Volete sapere la mia lettura? Eccola: il Giuseppe, ministro leghista del “Ministero dell’istruzione e del merito” populisticamente e demagogicamente ragionando e  parlando vorrebbe catturare i voti degli insegnanti nordisti per contrappesare i voti catturati dall’altro  Giuseppe al Sud con il suo RdN (Reddito di Nullafacenza).

Una Giuseppiade, praticamente!

Dice … ma il merito? “Il Merito, ciao, merito, ciao, un po’ vabbene mappoi gli si dice basta”  direbbe senzadubbiemente quel tale politico …

Firmato: il figlio di una prof di lettere, marito di una prof di lettere.

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OGGI SANITA’ ITALIA VIVA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Gennaio, 2023 @ 8:48 am

POST 5024

Oggi niente sci: infatti non sarei qui al computer bensì già quasi al parcheggio di Andalo/FAI, antistanti la partenza degli impianti per la cima Paganella, per essere il primo a salire: ciò è essenziale per godersi le prime sciate su neve vergine e in solitaria, il massimo! I miei sci sono quelli di destra nella foto, “Salomon Race”. Niente sci bensì riunione ITALIA VIVA sul problema Sanità trentina.

“Quella la Sanità” – per dirla in napoletanese – è un grosso problema nazionale e lo è anche qui da noi.
L’ASPETTO FINANZIARIO avrebbe potuto essere risolto con l’accettazione dei 37 miliardi UE del MES Sanitario, ma la Signora PCM ha detto no.
Nonostante ciò, almeno qui da noi un intervento strategico, cioè indispensabile e insostituibile, sarebbe immediatamente possibile: intervenire al più presto sull’ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA.
E invece, quello che mi viene alla mente è solo il paralleo fra le numerose presenze TV locali per la sciorinatura dei dati Covid che a sua volta richiamavano la sciorinatura TV nazionale dei numerosi dipiciemme di un altro governante, questa volta centrale.  Dice … ma tu, Riccardo, fusse ca fusse che sei un tantino polemico?

Rispondo: ebbene si, raga, lo sono! Infatti anche recentemente ho potuto constatare in capo ad un mio carissimo amico quanto costi in termini di tempestività degli interventi e dei loro costi l’essere costretto a rivolgersi alla sanità privata a causa della disorganizzazione di quella pubblica.

Altro esempio di negatività: sei viaggi (10+10 km) dell’ambulanza per portare in successione sei pazienti dal paese A al paese B al controllo dello stesso medico, anzichè un solo viaggio dal paese B al paese A del medico per effettuare i sei controlli.

Mi auguro che noi Trentini ci si ricordi di ciò quando andremo a votare alle prossime provinciali 2023.

Buona Sanità Pubblica a tutte e a tutti ed un VIVAce buongiorno.

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LA LINGUA BATTE DOVE IL DENTE DUOLE: MES – MECCANISMO EUROPEO DI STABILITA’

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Gennaio, 2023 @ 6:16 am

POST 5023

MES Generico: interventi dell’UE rigidamente condizionati al rispetto di rigide regole e controlli: quello erogato tempo fa alla Grecia.
Dire SI al MES Generico non vuol dire chiedere e accettare questi aiuti.
Dire SI al MES Generico significa poter dire SI anche al MES Sanitario.
MES Sanitario, parte del MES prevista per interventi sulla sanità.
MES Sanitario per l’Italia: 37 miliardi!
Dire SI al MES Sanitario significa richiederlo e accettarlo.
Dire NO al MES Sanitario sarebbe stato difficile da difendere. Molto più agevole dire NO al MES Generico.
Dire SI al MES Generico solo dopo avere ottenuto che il MES Sanitario sia stato svincolato dalla destinazione sanitaria significa avere detto NO al MES Sanitario.
Ora che Meloni ha detto SI al MES Generico modificato, chiedo: Il MES Sanitario esiste ancora o è stato svincolato dalla sua originaria destinazione esclusiva? I 37 miliardi del nostro MES Sanitario, a chi vanno?

Forse Meloni rifiutava di dire SI al MES Generico fino a quando non avessero svincolato il MES Sanitario dalla sua destinazione obbligata. Infatti se avesse accettato quest’ultimo, avrebbe dovuto destinarlo alla sanità pubblica con tre conseguenze:
1 – rafforzare la sanità pubblica rispetto a quella privata;
2 – per non aumentare il debito pubblico, dovere a sottrarre 37 mildi da altre destinazioni finanziate “a pioggia”;
3 – aumentare di 37 mildi il debito pubblico, a meno di non utilizzare emissioni di Titoli Irredimibili Rendita (ma questa è un’altra storia).

Allego quello che pubblicavamo nel 2020 e se mi sbaglio,  grazie se  mi corigerete!

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MES SANITARIO, SERVIREBBE ECCOME!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Gennaio, 2023 @ 6:21 pm

POST 5022 – (CONTINUA DAL POST PRECEDENTE)

Circa il MES Sanitario, dopo avere letto i miei post, un amico mi scrive:

“Solo due piccoli casi, non urgenti. Dovevo sottopormi ad una piccolissima operazione, anestesia locale, intervento di 50 minuti: un basalioma dovuto all’esposizione al sole (conosco l’amico: da una vita è in bici/barca/sci, n.d.r.): non è preoccupante ma tende a crescere. Sanità pubblica: attendere mesi, prego. Sanità privata, in pochi giorni per 700 euri visite e analisi comprese: fatto!
Dovrei farmi operare di polipi nasali, sarà la terza volta, occorre anestesia totale. Oltre 25 e 15 anni fa le prime due volte, ok sanità pubblica. Ora mi dicono che non si può prenotare nemmeno la visita otorino, chiameranno loro. Non ricorro alla sanità privata perchè con anestesia totale e ricovero chissà quanto sale il conto … aspetterò, tanto non è urgente. Piccoli casi, non urgenti ma sintomatici: cosa succede per casi gravi e/o urgenti?”

Non lo so amico, non lo so … anzi lo so: se hai i piccioli (soldi) ti curi, sennò … evvabbè mica si può pensare a tutto mica si può!

Una signora mi telefona: “Marito 84enne, improvvisamente “crollato”, sedia a rotelle, incapace di gestirsi, ricoverato in ospedale. L’ospedale non lo può tenere, la moglie non è in grado di accudirlo in casa, occorre una casa di cura-riposo. Sanità pubblica: non abbiano posto. Poi arriva una telefonata: “Signora deve decidere entro un’ora, si/no: c’è un posto a 60 km da casa sua”. La signora pur in età, deve accettare.

Sarebbe servito e come, il MES Sanitario!

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M … EMME … EMME ROSSA … ROSSA, ROSSA DI SANGUE DELLA FIRMA SUL “NO!” AL MES (a pensar male …)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Gennaio, 2023 @ 11:20 am

  POST 5021 –

M – MELONI
MES – MECCANISMO EUROPEO DI STABILITA’
MES SANITARIO

MES: interventi dell’UE rigidamente condizionati al rispetto di rigide regole e controlli: quello riservato tempo alla Grecia.
MES SANITARIO, parte del MES prevista per interventi sulla sanità.


– Dire SI/NO al MES non vuol dire SI/NO all’accettazione dei suoi contributi.
– Dire SI AL MES significa dire SI anche al MES Sanitario.
– Dire NO al MES Sanitario sarebbe stato difficile da difendere. Molto più agevole dire NO al MES generale.
– Dire SI al MES solo dopo avere ottenuto che il MES Sanitario sia stato svincolato dalla destinazione sanitaria significa avere detto NO al MES Sanitario.
– MES SANITARIO: erano 37 miliardi destinati alla sanità italiana.  Ora che Meloni ha detto SI al MES, chiedo:

Il MES SANITARIO esiste ancora o è stato svincolato dalla sua originaria destinazione esclusiva?
I 37 miliardi del MES SANITARIO ITALIA ci arrivano ancora?
In caso contrario, che finne fanno? A chi vanno?
Domanda con risposta: forse Meloni rifiutava di dire SI al MES  fino a quando non liberavano il MES Sanitario dalla sua destinazione obbligata. Infatti, se lo avesse incassato, avrebbe dovuto destinarlo interamente alla sanità pubblica con tre  conseguenze:

1 – rafforzare troppo la sanità pubblica rispetto a quella privata (a pensar male ..).
2 – Essere costretta a sottrarre 37 mildi da altre destinazioni finanziate “a pioggia”, per non aumentare il debito pubblico.
3 – Accettarlo ma aumentare di 37 mildi il debito pubblico a mrno di nin ricorere all’emissione di Tiutoli Irredimibili Rendita. Ma questa è un’altra storia.

A pensar male …
Allego quanto scrivevo nel 2020

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MACROREGIONE? NO, GRAZIE!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Gennaio, 2023 @ 7:18 am

POST 5020 – (Grazie del tuo intervento in favore di Autobrennero SpA, Senatrice DONATELLA CONZATTI!)

Vediamo un caso concreto, singolo ma significativo ed emblematico: il rinnovo della concessione per l’Autostrada del Brennero A22.

– Nella nostra “micro” regione Trentino Alto Adige si trova la maggior parte del percorso dell’ autostrada A22.
– A22 è stata gestita da sempre da una nostra società a maggioranza azionaria pubblica locale.
– A22 è strategica ( cioè: indispensabile e insostituibile) per la gestione del nostro territorio, regionale e “allargato” (Euregio).
– Insieme all’idroelettrico, rappresenta la principale fonte di autofinanziamento delle due province di TN e BZ.
– In occasione del rinnovo della concessione, la Regione Veneto ha tentato di ottenere l’assegnazione diretta ad una propria società in house (interamente pubblica).
– La nostra Senatrice DONATELLA CONZATTI è riuscita a far applicare il Project Financing, procedura che porterà al rinnovo della concessione alla nostra Spa regionale sulla base di nuovi investimenti.
– Se il Trentino avesse fatto parte della macroregione con Veneto e Lombardia, probabilmente la proposta del Veneto sarebbe passata e i Trentini sarebbero stati privati di un fondamentale strumento di autogoverno e finanziario, tutti i Trentini, anche quelli che alle passate “politiche” hanno votato chi era favorevole alle macroregioni!

Contiamo che alle prossime elezioni provinciali i Trentini facciano la SCELTA giusta e diano il loro voto a chi ha difeso e difenderà la loro Aiutonomia Speciale.

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