I PADRONI DEL MERCATO FINANZIARIO … CHI SONO COSTORO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Giugno, 2012 @ 5:19 pm

Detto altrimenti: Carneade, chi era costui?

Carneade! Chi era costui? Ruminava tra sè don Abbondio seduto sul suo seggiolone, in una stanza del piano superiore, con un libricciolo aperto davanti, quando Perpetua entrò a portargli l’imbasciata. Carneade! Questo nome mi par bene d’averlo letto o sentito; doveva essere un uomo di studio, un letteratone del tempo antico: è un nome di quelli; ma chi diavolo era costui?”. Tanto il pover’uomo era lontano da prevedere che burrasca gli si addensasse sul capo! (A. Manzoni, I Promessi Sposi).

I mercati finanziari sono mossi dai grandi specularori. I piccoli risparmiatori sono come “nave senza nocchiero in gran tempesta” (Dante, Purgatorio, VI, 77)

Quanto segue invece … non è del Manzoni nè di Dante, bensì di Gianluigi De Marchi.

Inizia

“In questi ultimi anni si è spesso parlato di grandi speculatori, i grandi gruppi finanziari che dominano i mercati internazionali, grandi operatori che fanno il bello ed il cattivo tempo nelle borse, rovinando i piccoli risparmiatori. Ma nessuno ne ha mai rivelato nomi e dimensioni, lasciando così il dubbio che questi “mostri della finanza” esistano davvero. Vogliamo alzare il velo sui loro nomi e volti, per dare a tutti i lettori indicazioni precise ed un suggerimento finale.

Tutto è nato con la famosa “globalizzazione”, in base alla quale si è creduto che solo crescendo di dimensioni si potesse dare al mondo un modo migliore di crescere. Idea teoricamente giusta, che però è stata rovinata (come tante altre idee giuste) dall’avidità. I manager delle grandi istituzioni hanno pensato bene, con l’enorme potere che avevano, di lavorare più per se stessi che per il mondo, avviando operazioni di speculazione forsennata per ottenere utili e profitti subito da potersi spartire (i famosi bonus, i superstipendi d’oro, le incentivazioni da decine di milioni di euro l’anno, pagate anche negli anni di crisi!).

Esistono nel mondo dieci “superbanche”, che hanno ognuna almeno 1.000 miliardi di dollari di attivo patrimoniale. Insieme arrivano a 20 mila miliardi di dollari! E insieme hanno messo in giro oltre 310 mila miliardi di dollari di derivati, questi mostruosi OGM finanziari che hanno rovinato l’economia. Sono BNP Paribas, HSBC, Deutsche bank, JP Morgan, Bank of America, Barclays, Royal bank of Scotland, Citigroup, Goldman Sachs e Morgan Stanley.

Queste superbanche hanno creato società di gestione, dei superfondi che maneggiano decine di miliardi di dollari dei loro clienti: sono Black Rock, Vanguard, Fidelity, PIMCO.. Le stesse superbanche poi sono dietro le agenzie di rating che spadroneggiano dando le loro “pagelle” a Sati e società e determinandone le sorti: si tratta di Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch, i cui giudizi possono provocare sfracelli nelle borse (e negli ultimi anni lo si è visto con chiarezza).

Consiglio per i lettori: state alla larga da questi gruppi che non pensano certo ai vostri interessi ma solo ai loro, destinate i vostri capitali ad operazioni tranquille senza cercare avventure, scegliete banche che facciano solo la banca e non i filibustieri della finanza”.

Finisce

Seguono due mie brevi annotazioni:

1)La Bank of America nasce dalla Bank of Italy, fondata a San Francisco da ligure Amadeo Giannini nel 1904. In occasione del terremoto di San Francisco del 1906 Giannini riuscì a salvare il denaro depositato dal crollo dell’edificio in cui la banca era ospitata e dagli incendi. Contrariamente a molte altre banche, fu quindi in grado di prestare denaro a coloro che erano stati colpiti dal disastro. Questa fu la base per la sua forte crescita. Come è cambiata, rispetto alle sue origini!

2) In miei post precedenti auspicavo la nascita di ERA, European Rating Agency, per valutare dall’Europa  i valutatori USA.

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SECOND “ONE DAY BYKE”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Giugno, 2012 @ 6:53 pm

Detto altrimenti: anche per non ciclisti!

Brunico FS

Un circolo culturale privato, l’Accademia delle Muse, ha organizzato una pedalata sociale per non ciclisti, da Brunico a Campo Tures e ritorno. Lo so, i ciclisti “abituali” diranno: pochi km, poca salita … ma la gioia di non-ciclisti- abituali nel ritrovarsi “scopritori” di spettacoli normalmente riservati ai ciclisti abituali, dove la mettete?
Eravamo in dieci, su tre auto. A Brunico Stazione FS, ampio posteggio auto e noleggio bici, €16,00 al giorno (per chi non se la era portata appresso). Piccolo bar. I WC sono “in fondo a destra”, seguendo il marciapiede ferroviario verso nord est, direzione Dobbiaco, ci sono, credete a me, anche se li vedete solo all’ultimo momento!). Indi con le bici si prende l’ascensore in stazione (che lusso!) che ci porta in bassio, al piano strada e via, a destra, verso la Valle Aurina!

La neve dalla ciclabile

Si pedala in leggerissima salita inferiore all’1%. La seconda metà del percorso è stupenda: la valle è ampia, piena di sole, si pedala fra prati verdissimi e sullo sfondo le montagne bianche di neve!
Arrivati a Camitata, circa 1,5 km prima di campo Tures, si conferma la nostra presenza al bar ristorante Brugghof (Biker Gasthof- Pub- Raftingcenter tel. 3482611612) per il pranzo per le 12,30. Menù con poca scelta, ma più che sufficiente: insalate miste a gogo, due primi, carne, contorni, (ma non ce la fate a mangiare primi + secondi!), dolce etc.

 

 

Si mangia!

Qualità ottima e portate giganti. Prezzi accettabilissimi (€17,5 a testa, vini e caffè compresi!). Indi liberi tutti! Chi si spaparanza al sole, chi va in centro a Campo Tures, chi cerca di raggiungere le cascate di Riva, salvo scoprire che dopo la pedalatina aggiuntiva, sarebbe stato necessario camminare per 45 minuti: sarà per un’altra volta.
Quindi si riparte. Visita al centro di Brunico e poi, tutti a Novacella. Sempre splendida!
Alle 20,00 eravamo a Trento, “stanchi ma contenti della bella giornata trascorsa”.

 

 

Novacella Group

Tutti, a Novacella ( e qui ci sono anch’io … nella foto … il terzo da sinistra … che figo!)

 

 

 

 

 

Si attendono i commenti dei partecipanti!

 

 

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CAUSE ED EFFETTI, problemi e “provvedi … Monti” relativi

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Giugno, 2012 @ 6:00 am

Detto altrimenti. siamo molto concentrati sugli effetti, sui “provvedi… Monti” del momento e trascuriamo o ci dimentichiamo le cause che li hanno resi necessari

Non che prima tutto andasse per il meglio. Cioè, prima del “secondo ventennio” italiano, intendo, ma illo tempore eravamo aiutati da tre congiunture favorevoli:
• la possibilità di incrementare il debito pubblico;
• il processo di industrializzazione del Paese;
• l’assenza della globalizzazione (il computer sul quale sto scrivendo è “made in China”!
Ci siamo lasciati andare. Sotto il profilo della progettualità, del rigore e della moralità. Nel ventennio appena trascorso siamo stati tutti molto più attenti e preparati a difendere o attaccare leggi ad personam che non ad invocare una seria politica in previsione di ciò che sarebbe accaduto.

Ma è una crisi di portata mondiale, si dice. Ebbene, chi ha insistito per occupare certe posizioni nella politica, nel governo e nel parlamento, avrebbe dovuto prevedere anche questa possibilità. Un Piano di Emergenza prima del suo verificarsi, che poi …in quanto prevedibile e prevista non sarebbe stata più un’emergenza. E non solo contro le calamità naturali, ma anche contro le calamità “umane” quali la mancata progettualità, appunto.

Oggi, che fare? Copiamo dai migliori, in economia ed organizzazione, ad esempio, dalla Germania. Perché no? Se io posseggo una spa e non la so amministrare, mi prendo un bravo amministratore, senza guardare se è italiano tedesco o altro. Altro … altro che dire che “per colpa dell’Europa l’Italia rischia di perdere pezzi della propria sovranità!”.

Ma ci vuole tempo per scardinare la cattive abitudini …E nel frattempo “sa fente”? Per dirla in dialetto trentino, cosa facciamo? Non ve lo dico … non lo so. A me basta avere impostato il problema. Come faceva Socrate. Provate a dirlo voi, pazienti lettori dei miei post, cosa fare …

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PIANO DEL PRESIDENTE MONTI PER LA PRIVATIZZAZIONE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI – E IN TRENTINO? PROVIAMO A FARE UN ESEMPIO CON UNA SPA DELLA MOBILITA’ … ovvero, privatizzazioni sul modello anglosassone e non “all’italiana”.

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Giugno, 2012 @ 9:10 am

Detto altrimenti: Corsera, 14 giugno 2012 pag. 1 e sgg.: Il Presidente Monti, fra le altre iniziative, prevede la costituzione di un Fondo Mobiliare denominato Fondo Strategico Italiano, il quale servirà per 1) l’acquisizione, 2) la valorizzazione 3) la dismissione di aziende municipalizzate e di SpA comunali che si occupano di Servizi Pubblici Locali.

Traduciamo per i non addetti ai lavori

Si tratta di acquisire, da parte di un nuovo Fondo di Investimento Mobiliare di nuova creazione, la proprietà di molte Aziende Municipalizzate e SpA Comunali. Indi valorizzarle (con interventi di gestione o altro, questo è il punto! Cioè, renderle appetibili ai risparmiatori); quindi si tratta di emettere quote del fondo (rappresentative della somma dei cespiti posseduti) da vendere ai risparmiatori, i quali diventano “azionisti” del Fondo, cioè delle municipalizzate e delle SpA che il Fondo contiene.

Il plusvalore dei cespiti (Aziende e SpA) sarebbe assicurato nella fase 2), cioè nella fase della loro “valorizzazione” ad esempio attraverso il loro eventuale pre accorpamento all’interno di aree funzionali omogenee, con miglioramenti di efficienza ed efficacia del servizio ed economici. Questa “valorizzazione” è indispensabile affinchè all’operazione sia data una portata di reale incremento funzionale ed economico delle Aziende e delle SpA considerate. In caso contrario l’intera operazione consisterebbe solo nel cercare di “spalmare” sui risparmiatori anche eventuali inefficienze dell’attuale sistema dei servizi pubblici locali.

Si tratta di una privatizzazione “cumulativa” attraverso la cessione dal settore pubblico a quello dei singoli privati, di quote del fondo rappresentative del mix di azioni o quote della Aziende e Spa possedute prima dal settore pubblico, dopo dal Fondo ed infine dalla moltitudine stessa (ovviamente pro quota) dei sottoscrittori privati di quote del Fondo.
Si tratta di una privatizzazione secondo un modello che in lingua e prassi anglosassone (GB e USA) è definito “going public, to go public” che non vuol dire cedere una SpA all’Ente Pubblico, ma al contrario, dall’Ente Pubblico al pubblico dei cittadini.

E in Trentino? Proviamo a veder cosa si potrebbe fare, senza aspettare il presidente Monti. ..

… con un esempio.

 Supponiamo che all’interno di una certa area funzionale che comprende il territorio di alcuni Comuni confinanti interessati a realizzare sinergie intercomunali, un Comune abbia realizzato una sua SpA mista pubblico-privata per la mobilità e la sosta, dotando tale sua società di una centrale di telegestione e telecontrollo. Detta centrale, operando su propria rete wireless o allacciandosi a internet o al circuito delle fibre ottiche, potrebbe operare senza limitazioni territoriali. Ora, i Comuni della zona si accordano nel senso di utilizzare tutti la stessa Società, al fine di razionalizzare il servizio e ridurre i costi. La natura di Società mista pubblico privata tuttavia, a termini di legge, blocca sia l’accesso al capitale sociale societario da parte degli altri Comuni, sia la possibilità della SpA di operare su un territorio diverso da quello d’origine.

Una soluzione potrebbe essere quella di fare uscire i soci privati dal capitale sociale della SpA, ma ciò potrebbe contrastare sia contro la loro stessa volontà, sia contro la legge nazionale che va verso la privatizzazione di tali Spa, non nella direzione contraria. E allora, che fare?

Privatizzazione sul modello anglosassone e non “all’italiana”

1 – Valenza funzionale locale del progetto

 Ed allora, il Comune azionista di maggioranza della SpA potrebbe stipulare con la sua SpA un nuovo Contratto di Servizio che garantisse a tutti i Comuni confinanti dell’area in esame, per il futuro, la migliore qualità del servizio a costi progressivamente decrescenti. Quindi il Comune potrebbe offrire in vendita le proprie azioni ai cittadini di tutti i Comuni confinanti appartenenti all’area funzionale in questione. In parallelo il Comune potrebbe costituire con i Comuni confinanti un Consorzio di Comuni per il lancio di una gara intercomunale mirata alla assegnazione del servizio della mobilità sull’intera area funzionale intercomunale. La Società in questione, interamente a capitale privato, potrebbe partecipare alla gara e molto probabilmente vincerebbe, essendo già presente sul territorio ed essendo quindi in grado di fare un’offerta che prevedesse la realizzazione della gestione complessiva in tempi assolutamente “immediati”, cosa impossibile da realizzare da qualsiasi altro concorrente.

2 – Valenza economica del progetto

La Società, così privatizzata “per amore” cioè prima di esservi costretta “per forza” dalla legge, e privatizzata in senso anglosassone, essendo cioè diventata proprietà del pubblico dei cittadini e non più dell’Ente Pubblico né tanto meno “privatizzata all’italiana”, cioè passata in proprietà del singolo imprenditore privato di turno, potrebbe poi operare liberamente anche sul mercato esterno, pubblico (con gara) e privato, e produrrebbe posti di lavoro, utili e ritorni fiscali locali, essendo in grado di applicare condizioni sempre più favorevoli ai Comuni d’origine.

3 – Valenza sociale del progetto

Il progetto descritto, inoltre, sarebbe appetibile anche in quanto avrebbe una valenza sociale positiva oltre che economica-funzionale, in quanto esso coinvolgerebbe la popolazione, diventata azionista della società, nella corresponsabilizzazione delle decisioni gestionali, trasformando gli utenti da clienti del servizio in cittadini consapevoli e co-gestori dello stesso, rafforzandosi in tal modo il loro senso di appartenenza alle proprie rispettive città.

Cosa dice la legge

Ora, se pensate che la legge attuale prevede che i Comuni con meno di 30.000 abitanti devono cedere le loro partecipazioni in SpA entro il 31 dicembre 2013, concorderete con me come anche e soprattutto qui in Trentino, nel quale, tolte le Città di Trento e Rovereto, tutte le altre, a Cominciare da Riva del Garda, Arco, Pergine, Borgo Valsugana etc. sono sotto tale quota, l’ipotesi sopra accennata non sia poi tanto peregrina.

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IL TRAFORO DEL BRENNERO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Giugno, 2012 @ 5:49 am

Detto altrimenti: una o tre gallerie?  Ovvero, spinto da una mia personale “nostalgia” riprendo un discorso per me ormai “storico”. Anche perché non di solo TAV piemontese vive l’uomo …

1998. l’Architetto Karl Trojer di Terlano (Bolzano) fu uno dei promotori di ATT3 – ALPTRANSFER – CONSULTING-GEIE/EWIG, con sede a Bolzano, Via Frischin, 3, cioè di un Gruppo Economico di Interesse Europeo per la progettazione del tunnel del Brennero. Ad esso partecipavano alcune società e molti ingegneri, architetti ed economisti austriaci, altoatesini, trentini ed italiani. Io ne ero “coazionista” e consigliere.

Il Gruppo Europeo di Interesse Economico (GEIE) è una figura creata nell’ordinamento europeo con il regolamento comunitario n. 2137 del 25 luglio 1985, Si tratta di una figura giuridica proposta dall’Unione Europea avendo come riferimento il francese GIE (Group d’Interet Economique) con lo scopo di unire le conoscenze e le risorse di attori economici di almeno due paesi appartenenti all’Unione. Nelle intenzioni dei legislatori europei, questo dovrebbe permettere a piccole e medie imprese di poter partecipare a progetti più grandi di quanto le loro dimensioni permetterebbero. Tuttavia il fine del GEIE non è quello di ottenere un profitto, per quanto questo non sia vietato, quanto piuttosto fornire un ausilio alle attività delle imprese europee che lo costituiscono. Caratteristica principale di un GEIE è che deve essere costituito da aziende di almeno due paesi appartenenti all’Unione Europea mentre non è permesso ad aziende di paesi terzi di partecipare; inoltre, al momento della costituzione, si può decidere se dare o meno una scadenza predeterminata al GEIE. Il legislatore europeo al riguardo lascia notevoli spazi di autonomia in cui operare. Ciò perché i singoli Stati avrebbero dovuto uniformare questo nuovo tipo di soggetto a quelli già esistenti nelle varie legislazioni interne. In ogni caso, un GEIE è sottoposto alla giurisprudenza dello Stato in cui è situata la sede che, per questo motivo, deve essere dichiarata nell’atto costitutivo pena l’invalidità della costituzione stessa. In Italia il regolamento 2137/85 è stato assorbito ed integrato dal decreto legislativo n. 240 del 23 luglio 1981.

il "rendering" di una singola canna

All’epoca il nostro obiettivo era quello di fare accettare dall’ente pubblico, cioè da quello costituito fra gli Enti ferroviari tedesco, austriaco ed italiano, il nostro progetto, alternativo al loro il quale prevedeva invece la realizzazione di una sola galleria a doppio senso di marcia, unica per treni passeggeri e treni merci. La soluzione da noi proposta invece prevedeva la costruzione di tre gallerie (canne, parallele, una per ogni senso di marcia ed una di servizio) da utilizzarsi solo per treni merci teleguidati. I passeggeri sarebbero stati trasportati sulla linea attuale, rimodernata

I vantaggi della nostra proposta erano i seguenti:

1. si evitava il rischio insito nel far transitare sugli stessi binari treni merci e passeggeri aventi velocità molto diverse;
2. in caso di incidente (è di questi giorni il deragliamento di un treno merci nella stazione di Bressanone! Cosa succederebbe se un treno merci deragliasse nella galleria di base del Brennero?):
a. si agevolava l’intervento dei soccorsi;
b. si evitava il blocco dell’intera linea. Infatti in caso di blocco di una “canna”, ne sarebbero restate due pienamente funzionanti;
3. si evitava ai passeggeri lo stress di percorre oltre 50 km sottoterra;
4. si accorciavano i tempi di esecuzione dell’opera (la montagna sarebbe stata aggredita contemporaneamente in più opunti) e si sarebebro ridotti i costi di costruzione (una canna di 6 m. di diametro è “autoreggente” e non necessita di opere di sostegno interno) e i costi di gestione (fra l’altro si evitava la installazione di costosi sistemi di areazione, perché il treno merci era privo di conducente e comunque, procedendosi in una canna sempre nella stessa direzione, il treno stesso funzionava da stantuffo per il rinnovamento dell’aria);
5. si aumentava il volume delle merci trasportate.

All’epoca non riuscimmo ad avere udienza presso le competenti autorità, e dopo molti tentativi a vuoto, il nostro GEIE si sciolse.

Recentemente sulla stampa locale (L’Adige, 15 aprile 2012, pag. 63, all’interno della lettera “Traffico merci e Tir, Tunnel del Brennero, la soluzione migliore”, a firma di Paolo Valente) leggo una frase: “Una galleria tripla, con due canali di scorrimento e un tunnel esplorativo che avrà, a suo tempo, molteplici funzioni”.

Capirete la soddisfazione. Mi domando: come e quando, finalmente, sarebbe stata adottata la nostra “vecchia” proposta, di noi che volevamo “farci tre canne”? Chi, fra i lettori, mi può aggiornare?

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E TU AUSTRIA CHE SEI LA PIU’ FORTE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Giugno, 2012 @ 3:41 pm

Detto altrimenti: e continuava “…fatti avanti se hai del coraggio, che se la buffa ti lascia il passaggio, noialtri alpini fermarti saprem” (La “buffa” sarebbe la fanteria, l’arma di pianura).

Maria Fekter, Min. Fin. Austriaco

Così recitava una canzone degli Alpini nella prima guerra mondiale. Ora, è pur vero che l’Austria, insieme all’Olanda ed alla Germania, oggi è “più forte” nel senso che è un paese in cui l’occupazione ed il PIL crescono, ma via … i suoi ministri … anzi, una sua ministra … andare a dire che “presto sarà l’Italia a chiedere aiuti all’UE” … via, anche se fosse vero … avrebbe ben potuto farne a meno … se la poteva risparmiare, non vi pare? A meno che non sia una pre-mossa per … annettersi l’Alto Adige-Sud Tirol!

 

 

Loss von Trient, Herr Durnwalder?

Sarà un caso, ma è di questi giorni l’uscita del Giovernatore del Sud Tirolo Luis Durnwalder, il quale vuole cancellare l’Ente Regione “Trentino Alto Adige”. Risiamo al “loss von Trient”?

L’Austria, è qui, vicino a noi (a noi che abitiamo in Trentino), la conosciamo bene, l’ammiriamo per molti aspetti: ad esempio, in tempo di crisi, in Austria diminuiscono e non crescono le tasse universitarie, almeno per gli studenti che studiano, non per altri. In Austria è molto incentivato l’avvio di nuove iniziative agricole. In Austria l’occupazione ed il PIL stanno crescendo. Tanto per fare tre esempi. Ma le situazioni austriaca ed italiana sono ben diverse. Se non altro l’Austria ha perso il suo impero che oggi, probabilmente, sarebbe stato la sua palla al piede. L’Austria, per dimensioni e popolazione, si potrebbe confrontare con il nostro Lombardo Veneto, tanto per mettere i puntini, ed allora vedremmo chi canterebbe vittoria. Noi invece di impero abbiamo conquistato il nostro, cioè il nostro meridione e invece di valorizzarlo (come avremmo dovuto!) lo abbiamo depredato sino a ridurlo ad essere un problema (ma non il nostro unico problema!). Ma questa è un’altra storia. Torniamo ai giorni nostri. La ministra parla e sparla e lo spread sale. Chiediamole i danni! La “speculazione” vende i nostri titoli pubblici in quanto giudicati più rischiosi e l’ondata delle vendite fa aumentare le pretese dei compratori: si, te li compero ma voglio rendimenti maggiori.

E qui io non capisco, per cui aspetto che qualcuno me lo spieghi. Se si trattasse di emissioni dirette dello Stato, capirei che i compratori gli dicessero: te li compero i tuoi tioli, ma li devi emettere con incorporati rendimenti maggiori. Ma trattandosi di compravendite fra speculatori ed altri soggetti … il titolo ha già in sé incorporato un certo rendimento, come fa il venditore (ad esempio il fondo pensioni x) a garantire all’acquirente (ad esempio al fondo pensioni Y) un rendimento maggiore di quello indicato sul titolo stesso? Sono ignorante, lo ammetto, e ringrazio sin d’ora chi mi spiegherà la cosa.

Nel frattempo in Spagna un parlamentare costa ad ogni spagnolo €4,00 all’anno e in Italia €27,00 all’’anno. La benzina in Spagna costa €1,4 al litro e noi siamo quasi ad €2,00. Sono solo due esempi, per carità, ma a questo punto, nel mio post successivo, elencherò i “benefit” dei nostri parlamentari!

Nel frattempo il nostro debito pubblico e la disoccupazione aumentano ed il PIL diminuisce. Orbene, credo che sia tornato il momento delle “decisioni irrevocabili” quali una seria e decisiva legge anticorruzione; il ripristino del reato penale del falso in bilancio; una lotta efficace contro l’elusione fiscale e non solo contro l’evasione; far pagare ai grossi evasori le multe comminate e non patteggiare per somme decisamente minori; non acquistare i cacciabombardieri F35; lasciar perdere le megaopere quali la TAV; avviare molte mini opere a difesa del territorio; abolire molte (o tutte le) provincie; verificare l’operato dei tesorieri di tutti i partiti (la somma assegnata ed inutilizzata da un solo partito è superiore all’intero stanziamento a salvaguardia di tutti i beni culturali del paese!!!); ricondurre l’autorizzazione a procedere contro i parlamentari alla sua funzione e cioè alla valutazione se l’accusa sia strumentale in funzione politica, senza invece sostituirsi al giudizio della magistratura, come invece sta avvenendo; ridurre i costi della politica, in modo serio, e non limitandosi a “dimezzare i furti” cioè i rimborsi elettorali; rispettare le decisioni popolari referendarie, etc.. Cioè occorre abbandonare scelte che non ci possono più appartenere e indirizzarci verso nuove e più serie priorità.

Debito pubblico? Che fare? Nel mio post del 30 aprile scorso riportavo una proposta non mia, ma che ho condiviso in pieno: che lo Stato lanci un prestito irredimibile al 5%, ad esempio per una prima tranche di 500 miliardi di Euro, cioè per un quarto dell’intero debito. Cosa significa? Quali sarebbero i vantaggi? Navigate, andate a rileggere il post citato. E’ inutile che io qui faccia un “copia-incolla”.

(Continua)

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PAGARE LE TASSE E’ UN DOVERE CIVICO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Giugno, 2012 @ 3:04 pm

Detto altrimenti: si, certo, ci mancherebbe altro! E aggiungo: con la stessa efficacia e incisività occorrerebbe riesaminare la distribuzione del carico fiscale, la sua progressività ed eliminare l’evasione e l’elusione fiscale, la corruzione, gli sperperi, i furti e gli abusi della finanza pubblica, cioè del pubblico, cioè di noi tutti. In tal caso infatti tutti noi pagheremmo le tasse con maggiore convinzione e probabilmente nessuno se la prenderebbe più con Equitalia …

Premessa

Mario Monti

Le eventuali carenze, incongruità, forzature del governo Monti sono imputabili soprattutto a chi gli ha consegnato una situazione vicina al collasso. Cioè: il Presidente Monti sta operando in chirurgia d’urgenza. Ciò non esclude che alcuni aspetti del suo operato possano essere criticati, in quanto ogni critica può e deve essere intesa come un contributo al miglioramento della sua azione. E poi anche perché al mondo tutto è sempre perfettibile. Ma chi ha creato questi presupposti negativi, almeno … si astenga … per pudore …

Ciò detto, eccomi a voi con i miei “pensierini”
1) Ho ricevuto contemporaneamente la notizia degli ultimi scandali finanziari e i moduli per pagare l’IMU. Mai come in questa occasione ho avuto la sensazione di sentirmi vittima di una rapina non contemplata dal codice penale, perché quanto mi viene sottratto sia depositato nelle tasche di chi utilizza il mio denaro per i suoi usi privati.
2) In Trentino si dice: sera la canula e ghe scappa dal boron (o “cocon”), con riferimento a chi, non volendo che il vino contenuto in una botte vada perso, “chiude il rubinetto” ma il vino gli scappa dal “boron”, cioè da quella grossa apertura usata per entrare nella botte quando è necessario fare un intervento di pulizia al suo interno. L’economia della gente comune cerca di reagire, risparmiando sui piccoli acquisti quotidiani per potere pagare più tasse da versare in un calderone dal quale però lo Stato attinge a milionate denari che in molti casi vanno sprecati o rubati o elargiti in modo assolutamente non equo.
3) Pare che alcuni partiti non siano d’accordo sugli interventi anti-corruzione, fanno la “melina” per usare un termine calcistico, praticamente un “non gioco”. Peccato che non sia un gioco.

Milena Gabanelli (Report)

4) La trasmissione Report continua a segnalare con nome e cognome casi di sprechi, di elusione fiscale etc.. Il mio timore è che tante segnalazioni finiscano con il far dire alla gente: “Ma possibile? Non può essere vero …” Un po’ come quando Buscetta disse che se avesse fatto il nome dei referenti politici di Cosa Nostra (anzi, di Cosa Sua, non certo della maggioranza di tutti noi!) avrebbe corso il rischio di non essere più creduto, tanta sarebbe stata l’incredulità della gente … Io invece credo che occorra parlare, segnalare, denunciare, discutere, esaminare, criticare, approfondire, sanzionare ed interrompere certe prassi.

 

la camera dei deputati al parlamento

5) In questi giorni gira su internet l’elenco delle remunerazioni, pensioni, prebende e dei benefit dei parlamentari. Ho voluto ricopiarne alcuni contenuti e riportali qui. Infatti se queste notizie fossero vere, forse costoro riceverebbero troppo, non vi pare? E ciò sarebbe un male per diversi motivi. Infatti, ciò che riceverebbero sarebbe troppo 1) rispetto alla situazione del paese ed ai livelli retributivi europei; 2) rispetto a ciò che viene loro richiesto; 3) rispetto ai risultati (non) raggiunti; 4) in quanto attirerebbe alla politica non persone mosse dallo spirito di servizio, ma anche molte persone mosse dal … desiderio di uno stipendio e di una pensione “facile”. Ove queste prebende fossero confermate, contro questo stato di cose bisognerebbe proclamare un primo sciopero generale, pacifico e silenzioso come la marcia dei 40.000 a Torino, negli anni ’70. Un secondo sciopero generale andrebbe proclamato per la documentazione di spesa dei partiti: perché sia fissato un tetto massimo e rimborsate solo le spese documentate, come si fa in qualsiasi società per azioni e in qualsiasi società civile ed onesta. E poiché la nostra Repubblica si fonda sulla separazione dei poteri, troviamo il modo per cui a fissare gli appannaggi del parlamento non sia il parlamento stesso (terzo sciopero generale). Oppure facciamo un solo sciopero, unico per i tre motivi.

Ma veniamo all’elenco degli asseriti appannaggi feudali dei nostri parlamentari. Essendo solo “dati internet”, mi auguro sinceramente che vi siano lettori assai più documentati di me in grado di smentirne la veridicità:

Camera dei Deputati (poi ci sarebbe da conteggiare anche il Senato): si tratta di 630 onorevoli + 1190 familiari e conviventi more uxorio, nel 2010 avrebbero avuto i seguenti rimborsi (importi in euro senza decimali).
3.092.000 dentista
3.000.000 ricoveri in cliniche private
976.000 fisioterapia
698.000 visite mediche varie
488.000 occhiali
257.000 psicoterapia
28.138 vene varicose
3.636 cure omeopatiche
53.000 ticket ASL
Inoltre, i commissari della camera non avrebbero fornito il dettaglio dei seguenti ulteriori rimborsi “perché la loro enucleazione avrebbe richiesto attività di elaborazione dati”: balneoterapia, shiatzuterapia, massaggio sportivo, elettroscultura (dei glutei), chirurgia plastica (del viso).
I deputati al parlamento percepirebbero €25.000 al mese, esentasse, andrebbero in pensione dopo 35 mesi (mesi) di funzione parlamentare. Essi avrebbero gratis: telefono, cinema, teatro, autobus, treni, metropolitana, aereo, autostrade, piscine, palestre, assicurazioni infortunio/morte/furti (per oggetti rubati alla camera: quanti ne sono stati denunciati? N.d.r.), auto blu, autisti, mutuo casa all’1,57% (chi paga alle banche la differenza? Anche perché uno potrebbe indebitarsi all’1,57% e investire in Conto Arancio al 4%! N.d.r.), ristoranti (nel 1999: €1.472.000).
Inoltre godrebbero dei cosiddetti rimborsi elettorali e delle ulteriori elargizioni ai gruppi parlamentari. Molti di loro avrebbero anche uffici e segretarie pagati senza scadenza, bensì a vita.
Nel 2011 il servizio di pulizia dei locali della camera dei deputati sarebbe costato €7.050.000, cioè €19.315 al giorno.
Per camera e senato sarebbero stati impegnati €45.000.000 per la carta da lettere e igienica fino al 2030 (la ditta fornitrice sarebbe di un tale Carlo Colombo).
Italia: 60 milioni di abitanti, 315 senatori, 630 deputati. USA: 300 milioni di abitanti, 100 senatori, 435 deputati.
Il Quirinale costerebbe €228.000.000 all’anno, cioè due volte il costo dell’Eliseo e sei volte il costo della GB.

Se tutto ciò fosse vero (ma non voglio crederci, sono solo dati internet!) la sensazione che se ne trarrebbe sarebbe come se ci fosse stato addirittura uno studio ad hoc per individuare ogni possibile regalìa, benefit, gratificazione a persone molte delle quali sono spesso assenti alle riunioni di lavoro; a persone molte delle quali tanto si interessano delle questioni loro demandate da confondere il deficit con il debito; che definiscono inglese il termine “deficit”; che non sanno a quanto ammonta il debito pubblico; che non conoscono il significato del termine “esodati”; che entrano ed escono dalla Camera durante le riunioni; che usano il telefonino o il personal computer invece di seguire i lavori della seduta.

Alcuni esempi e confronti di altri super costi

Giancarlo Cimoli

Giancarlo Cimoli, ex Alitalia per 7 anni di servizio avrebbe percepito €36 milioni.
Germania: Angela Merkel, Primo Ministro, €108.000; autostrade gratuite per tutti. Italia: Michele Valenzise, nostro ambasciatore a Berlino, €240.000 all’anno; autostrade gratuite solo per i parlamentari.
Antonio Mastropasqua, Presidente dell’INPS, percepirebbe €1,2 milioni all’anno.
Antonio Malaschini, Sottosegretario al Governo, avrebbe una pensione di €519.000 oltre ad una remunerazione di €190.000 all’anno.
Antionio Manganelli, Capo della Polizia, avrebbe uno stipendio annuo di €620.000. Il capo dell’FBI percepirebbe €113.460.
Italia: Commissione per le Olimpiadi 2020, tre riunioni sarebbero costate €300.000 all’anno.
Cesare Geronzi, ex Presidente delle Generali, per 347 giorni di carica avrebbe percepito €16,6 milioni di euro.
Il Presidente dell’Enel percepirebbe €3,0 milioni all’anno.

Giuseppe de Rita (Censis)

Tutto ciò è carenza di moralità? Il Professore Giuseppe De Rita (Censis), riferendosi a banchieri e finanzieri strapagati (ma il discorso può essere esteso ad altre categorie, n.d.r.) afferma: “Abbiano pagato molto, troppo, certe persone le quali dichiaravano di meritare tali compensi perché producevano ricchezza. Ma quale ricchezza? Loro guadagnavano per il loro oggi ma perdevano per il nostro domani. E noi non lo abbiamo capito, non c’è stata “intelligenza” di tale pretesa ricchezza prodotta. Il deficit quindi è soprattutto di intelligenza, nel senso latino di “intelligere” cioè di capire cosa stessero producendo, queste persone …”

In internet circola anche l’elenco delle super pensioni …

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TRENTO NELLA SOCIETA’ AEROPORTUALE DI BOLZANO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Giugno, 2012 @ 10:58 am

Detto altrimenti: ricordiamo il passato, gente, ricordiamo e nel prendere le nostre decisioni, guardiamo al futuro

Tempo fa Bolzano organizzò il suo aeroporto. Bene, solo che era “per ricchi” in quanto i costi del volo “classico” per Roma era molto superiore ai voli da Verona.

Stiamo per atterrare all'areoporto di Mattarello (Trento): allacciare le cinture di sicurezza!

A Trento si discuteva se ampliare il nostro areoporto e il Governatore del Sud Tirolo Luis Durnwalder intervenne sulla nostra stampa per dire che non serviva, che bastava il “suo”. Ricordo che scrissi un articolo pubblicato sulla prima pagina di un quotidiano locale nel quale chiesi a Durnrwalder di non darci consigli che eravamo capaci a sbagliare da soli. Bitte, herr Praesident, keine Vorschlage, Wir maken unsere Veheler selbst (la frase sarà piena di errori, ma io ho studiato il tedeso solo 2 mesi, vorrete scusare).

 

 

 

Areoporto di Bolzano

Ora la gestione bolzanina dell’aeroporto è in crisi e pare che sia stata richiesta la partecipazione della nostra Provincia al capitale di detta società, negli stessi giorni nei quali il Governatore del Sud Tirolo Luis Durnwalder avanza la sua proposta di abolire l’ente Regione, per separare le due provincie autonome. Separare … di questi tempi … non si sa mai, pensa lui (Luis) … ma non i denari per pareggiare i conti del suo areoporto, penso io.

 

 

Al che mi torna alla mente una mia vecchia idea. E se invece di investire su Bolzano si organizzasse il check in dei passeggeri trentini direttamente a Trento, li si caricasse su un bus e li si scaricasse direttamente ai piedi della scaletta dell’aereo bolzanino o veronese? Noi Trentini avremmo risolto il problema in maniera rapida, funzionale ed economica.

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Poesia: DOLOMITI LA PRIMA VOLTA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Giugno, 2012 @ 6:17 am

Detto altrimenti: Verso il Crozzon di Brenta

Devo alleggerire i miei post, lo devo … occorre anche rilassarsi un po’ non vi pare? Ed allora, prima di elencare i benefit medievali dei nostri parlamentari, andiamo a prendere una boccata d’aria pura nelle Dolomiti di Brenta! Ecco come io, tanti, tanti anni fa (la “Seicento” è quella famosa, quella storica!) ho conosciuto le Dolomiti e come oggi custodisco quel ricordo prezioso:

Si sale pian piano
con una seicento che sbuffa
fra nuvole stanche
sedute nei prati rossi di umori
e di foglie.

E sotto il maglione d’autunno
compare
dapprima ogni tanto
e quindi ogni poco
il bianco sparato di neve.

D’un tratto si apre
nel sole
una torre dorata
adagiata su coltri
di freddo vapore d’argento.

Il ricordo di Lei
profuma nei sogni nascosti
di un solitario turista
un po’ fuori stagione
che ha spalancato per caso
la porta di un camerino
e s’innamora alla vista
della Prima Donna
intenta a rifarsi il trucco
per lo spettacolo d’inverno.

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Poesia: Novecento in Via Grazioli, a Trento

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Giugno, 2012 @ 7:20 pm

Detto altrimenti: Via Grazioli, a Trento … un viale sul quale si affacciano anche vecchie, nobili e belle case ‘900 … ecco come la vedo io, con i miei occhi e con l’obiettivo della mia macchina fotografica …

Novecento in Via Grazioli

Cuscini di alberi in fiore
circondano vecchi disegni
edere di stucchi
che la terra germoglia
per cingere antiche mura
e scale sbrecciate
a passeggio in giardini di ghiaia.

Nobili dame
ingioiellate di ferro battuto
e imposte di legno
guardano salire la via
che hanno solcato
nei prati del tempo
difese ed amate
da chi vuole che vivano
serene
il futuro dei loro ricordi.

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