VOULEZ VOUS, VOULEZ VOUS, VOULEZ VOUS … LE TAV? NON, MERCI!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Novembre, 2012 @ 7:47 am
Dalle retta, Hollande!

Detto altrimenti: la Corte dei Conti Francese ha espresso parere negativo sul TAV – Treno ad Alta Velocità Lione-Torino quanto ai costi, al ritorno economico, alla effettiva utilità pratica dell’investimento. La Corte osserva che nel frattempo i costi sono già lievitati da 12 a 26 miliardi di euro; che sorgono dubbi circa i contributi finanziari della UE; che occorre riesaminare la soluzione di un meno costoso ammodernamento della linea esistente; che, se proprio si deciderà di proseguire con il TAV, è necessario adeguare in parallelo il sistema intermodale per il trasferimento delle merci dalla strada alla ferrovia.

Ma … dicono che il TAV serve per trasportare maggiori quantità di merce. Allora, quanto meno, chiamatelo TAC, Treno ad Alta Capacità! Ma già … la TAC richiama una brutta malattia (per quanto … se non è una malanno spendere inutilmente tutti quei denari …). Infatti … dico io …  la linea attuale sta trasportando merci per un sesto della sua capacità, ed i flussi di merci dal 2000 al 2009 sono crollati del 49% e sono previsti diminuire ulteriormente, mentre il flusso passeggeri è costante. Ed allora? Che mi viene a significare ‘sto TAV?

Alta velocità per le merci? Quando mai!? E poi, quale velocità? 200 kmh? Per i treni passeggeri è possibile. Per i “merci” no. Sarebbe troppo dannoso per i treni, le merci e per le stesse strutture della linea (binari, etc.). Inoltre, far viaggiare sulla stessa linea treni a 200 kmh e treni a 90 kmh è pericolosissimo per gli incidenti che si possono verificare. Lo capisce chiunque! Provate infatti ad immaginare questa situazione spostata su di un’autostrada, dove molte auto viaggino a 90kmh e molte a 200!

Alle merci non interessa “arrivare prima” ma “arrivare in orario”.

Tralascio le altre, diverse ed importanti motivazioni contro il TAV, fra le quali spicca il problema dello smaltimento degli inerti radioattivi estratti dalla montagna per l’esecuzione della galleria di base.

Infine, quelle risorse finanziarie potrebbero molto più opportunamente essere eventualmente dirottate sul Traforo del Brennero. Infatti la direttrice nord-sud dai porti del sud (Gioia Tauro) verso i porti intermodali del nord (Genova, Livorno, etc.) e quindi via terra verso il nord Europa è destinata a vedere incrementare i traffici merci.

Parole contro fatti, quelle dei fautori istituzionali del TAV, italiani e francesi, affermano che l’opera “rientra pienamente nella politica di sviluppo …”, che “escludono tassativamente rinvii della sua esecuzione ..” etc.

Percorrete la tratta autostradale Milano-Torino, lungo la quale la tratta TAV è già stata completata. Vedrete che l’autostrada e la ferrovia sono state inspiegabilmente scavalcate da una decina di nuovi e giganteschi sovrappassi stile Los Angeles. Perché poi non si sa. Forse, mi dico, questo fatto contribuisce a spiegare come mai il costo della tratta sia cresciuto di sei volte rispetto al preventivo. Ma allora … è stato un “fare tanto per fare”, per spendere denari a vantaggio delle imprese che hanno eseguito quelle opere?

E se tanto mi dà tanto, se il costo è cresciuto in tal modo per una tratta priva di ponti e gallerie, di quanto potrà crescere il costo preventivato della tratta Torino – Lione, “ricca” di ponti e soprattutto di una galleria di oltre 50 km?

Recentemente una persona mi ha detto. “Ecco, ci risiamo, in Italia siamo contro tutto: contro gli inceneritori, contro i gassificatori, contro le centrali nucleari, contro il TAV”. Io credo che – soprattutto in tempi di forte crisi, in un periodo nel quale le famiglie non arrivano alla fine del mese – non sia corretto accettare motivazioni generalistiche, frasi ad effetto, motivazioni di principio ma che piuttosto occorra esaminare caso per caso, numeri alla mano e valutare le Grandi Opere da fare o da non fare alla luce delle nuove priorità e delle nuove disponibilità (o indisponibilità) finanziarie. Senza avere paura di dire: “No, al momento non possiamo più andare avanti così. Dobbiamo cambiare rotta”. Solo gli stolti non la cambiano mai!

Prima di impegnarsi a ulteriori investimenti che potrebbero poi essere interrotti dal nostro prossimo Governo, forse occorrerebbe attendere l’esito delle imminenti elezioni politiche. Solo per non sprecare ulteriore denaro pubblico. Già per il Ponte sullo Stretto … l’abbiamo fermato in tempo quel progetto, si vabbè, ma nel frattempo c’era costato solo qualche centimaio di milioni di euro, chevvoletechessia? Io dico: se “solo” alcune centinaia di milioni di Euro vi sembran poche … di ‘sti tempi, fate voi …

 Prossimi appuntamenti

ONLIT – Osservatorio Nazionale sulle Liberalizzazioni dei Trasporti sollecita la Corte dei Conti Italiana ad intervenire. Corte dei Conti Italiana, esprimi il tuo parere formale! Segnala ai “nostri” che poi interverresti pesantemente a sanzionare eventuali loro “sprechi programmati”, dai … non ci facciamo conoscere dai Francesi!

Il 3 dicembre prossimo ci sarà un incontro fra Hollande e Monti, anche su questo argomento. Se Hollande “non vuole”,  Monti non potrà dire: “Deus non vult, la Francia non vuole”. E ne uscirà bene.

 E voi, lettori del blog, cosa ne dite?

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TRIPOLI: “bel suol d’amore”, l’altro ieri. Tripoli: ieri. Tripoli: cosa è successo, oggi?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Novembre, 2012 @ 4:38 pm

Detto altrimenti:  nessun rimpianto del dittatore, ci mancherebbe altro! Solo ricordi e il casuale ritrovamento di un manoscritto francese molto riservato … lo so, lo so … la materia non è più così attuale, ma ricordare la storia recente dell’altro ieri e la cronaca di ieri non fa mai male …

Tripoli bel suol d’amore, l’altro ieri
(solo un breve cenno di cronaca d’ epoca)

1911: aviazione italiana, aereo Bleriot, primo bombardamento aereo della storia

A noi Italiani va l’onore (si fa per dire!) di essere stati i primi ad impiegare velivoli a fini bellici. Quando? Nell’autunno del 1911, allorquando invademmo la Libia che era provincia dell’impero Ottomano. Bombardavamo dal cielo i Libici e i Turchi che però non possedevano caserme e strutture militari e si sparpagliavano, rendendo vana la nostra offensiva. I nostri aerei suscitarono forte interesse negli osservatori occidentali, i quali tuttavia osservavano che “le bombe sganciate finiscono per affondare innocue nella sabbia. Le uniche vittime sono le donne e i bambini che sono restati nelle loro capanne nei villaggi”. Seguono le campagne mussoliniane del 1923-1924 e del 1927, durante le quali siamo “migliorati” (!):: infatti abbiamo bombardato i Libici con bombe al fosgene e all’iprite (D.R. Headrick, “Il predominio dell’occidente”, Il Mulino Ed.). No comment (n.d.r.).

Tripoli ieri, quando c’era “lui “

Appena arrivi all’aeroporto, tutte le scritte solo in arabo, compresa “Uscita”, e poi “non nominatelo mai, semmai dite “lui” … Per strada, ogni poche decine di metri, un “suo” ritratto, con le scritte in arabo sulla ricorrenza quarantennale del “suo” governo, alcune; sul “suo” recente accordo con l’Italia, altre. Le strade … larghe, quattro corsie per ogni senso di marcia, percorse da grossi SUV e da moltissimi taxi, un po’ scalcinati, colorati con i colori della Juventus, a tariffe bassissime e negoziabili. Si, infatti non vi è il TPL (Trasporto Pubblico Locale). Le strade più grandi e più centrali, in Tripoli, servono per gli “strusci” domenicali dei SUV, guarda com’è grosso il mio, io ce l’ho più grosso del tuo, e così via.  Non parliamo poi se c’è una partita di calcio! Panem et circenses al massimo grado!  I primi lavoratori che incontri, e poi anche tutti gli altri, non sono libici. Sono Afrikaner, Tunisini, Egiziani, etc.. Il Libico sta alla cassa. Viali, dicevamo, palme, colori incredibili: il bianco del cielo, l’azzurro delle costruzioni, il rosso delle nuvole… no, scusate, il contrario … e poi il rosso è dei fiori … le nuvole sono bianche …comunque avevate capito lo stesso, il fatto è che l’atmosfera che la brezza marina ti spalma addosso come fosse una crema solare, quasi ti ubriaca.  Le costruzioni: alcune modernissime, altre che ti pare di avere già visto, a Roma, a Venezia … ma si, è arte italiana, non c’è dubbio.  Le case “antiche” cioè quelle che sono sopravvissute ai grattacieli, sono, ognuna, circondate da un muro di cinta. All’interno oltre alla casa padronale, la casetta del custode-giardiniere-cuoco-autista-tuttofare. Quando va bene per lui ci sono circa €400 al mese di stipendio.  In una casa che si rispetti ci sono almeno otto condizionatori ed ogni elettrodomestico immaginabile. E tutto può essere messo in funzione contemporaneamente: il contatore (ma ve ne è poi uno?) non si ribella, non scatta, non interrompe il flusso della corrente, la quale comunque costa pochissimo. Evviva! Tuttavia dovrò ricordarmi di stare attento al mio rientro in Italia, e perdere subito questa cattiva abitudine.  Si mangia bene e di tutto: cus cus, pesce fresco, frutta meravigliosa. Al ristorante il cameriere si avvicina con sussiego e con un tovagliolo a cavalcioni dell’avambraccio, ti serve da bere, aspetta che tu degusti la bevanda e solo dopo il tuo cenno di approvazione (si, l’acqua è buona”) si allontana soddisfatto. Infatti acqua come Brunello di Montalcino e Champagne d’annata: ecco dove hanno imparato i Francesi a venderci la loro Perrier a prezzi superiori al nostro Barolo! Ma non solo acqua: ti servono anche una bevanda a metà fra succo di frutta e frappè, squisita, da sola vale un pasto.  Fuori dal ristorante, fontane: acqua, tanta, ovunque, senza alcun problema, per ogni uso. A Tripoli. A Bengasi dicono che non sia “altrettanto”, perché la città non è “altrettanto” “sua” amica. E ben lo si vede adesso …  Poi ci sono anche le fumerie, non di oppio, dicono, ma di tabacco, il quale però “non fa male” perché fatto pre bruciare su certi carboni e poi filtrato attraverso l’acqua, appunto, che ne assorbirebbe ogni effetto nocivo.  Le donne sono velate. in casa no. In casa poi vi sono due salotti, uno per gli uomìni ed uno per le donne. Le donne europee non portano il velo e per questo fatto non vengono perseguite. Sono europee, sapete, … lasciamo che facciano ….  Molti parlano italiano, i vecchi perché hanno vissuto, i giovani per via delle nostre televisioni.  Ho scoperto anche un Bar che ha mantenuto il nome italiano … “Bar …..-“ ora non mi ricordo, ma vi assicuro che è così.  La maggior parte delle imprese straniere che opera(va)no il Libia son o italiane. Ah, ces Italiens! (è francese, non si era capito?)  Turismo poco. Il visto costa(va) circa €400,00 chissà perchè? Infatti vi sono splendidi resti romani, intere cittadine, copie perfette di Pompei, quasi sulla spiaggia, una meraviglia … abbandonate a se stesse … tanto i visitatori sono così rari che non inquinano e non distruggono nulla. Vabbè … pazienza … anche noi in Italia siamo abituati ad un certo disinteresse per l’arte e la cultura, “che tanto non si mangia” diceva quel tale. Democrazia, libertà, diritti civili? “Non siamo attrezzati, ripassi fra qualche anno”.

Tripoli: cosa è successo, oggi?

Stazione del metrò “Chatelet”: il sacchetto della spazzatura responsabile della scoperta

Trascrivo da un appunto manoscritto dei Servizi Segreti Francesi, caduto fuori da un sacchetto dei rifiuti del metrò durante il mio recente viaggio a Parigi (vedi post del 28 ottobre 2012)

 

 

 

 

 

Inizia:

“Gli altri Servizi Occidentali non avevano avuto alcun sentore della rivolta libica. Noi si. Abbiamo preso esempio dalla guerra in Jugoslavia, quando i paesi occidentali creditori, preoccupati del fatto che la Serbia disponesse del più forte esercito europeo di guerriglieri, imposero a Milosevich di rientrare improvvisamente su tutte le linee di credito che gli erano state concesse. Milosevich suddivise l’onere del rimborso fra i vari stati della confederazione salvo scoprire che Slovenia, Croazia e parte della Bosnia non ne volevano sapere di rimborsare il debito che lui aveva contratto per armare il suo esercito serbo e per remunerare la sua burocrazia. E guerra fu, e non solo o principalmente per motivi etnico-religiosi. Dopo di che, quando si ritenne che l’obiettivo dell’autoridimensionamento dell’esercito serbo era stato raggiunto, noi mandammo aiuti alla Croazia dalla nostra legione straniera e in una settimana respingemmo i Serbi a casa loro.

Mirage

Ora poichè era opportuno scalzare l’Italia dal ruolo di partner leader della Libia, cos’altro di meglio che approfittare della rivolta, intervenire assai tempestivamente con i Mirage, mettere in crisi i protagonisti del baciamano, sconfiggere rapidamente il tiranno e poi passare alla cassa della Nuova Libia a riscuotere il premio?”

Finisce

Però, a pensar male … Ma qui il manoscritto si interrompe, la pagina risulta mangiucchiata dai topi, ha i bordi bruciacchiati come da una sigaretta: che dopo il pasto i topi si siano accesi una canna?

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INFORMAZIONE, AZIONE, GOVERNO DELLA NAZIONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Novembre, 2012 @ 7:12 am

Detto altrimenti: Condomìnio Italia, i tuoi “Condòmini” siamo tutti noi! Andiamo all’Assemblea Condominiale, cioè non disertiamo le urne, andiamo a votare!

L’Italia è un condominio grande, molto più grande di questo

Un condominio. Assemblea condominiale. L’Amministratore propone la nomina del Presidente e del Segretario della riunione,. L’Assemblea li nomina. I due condomini accettano, ma restano seduti in platea. L’Amministratore non fa una piega. Seduto in cattedra, inizia a parlare nella prospettiva di gestire egli stesso l’intera riunione, per di più verbalizzando egli stesso, man mano, quello che viene detto. Io lo interrompo. Chiedo e ottengo che “in cattedra” si sieda il Presidente nominato dall’Assemblea di Condomini e che sia lui a gestire l’Assemblea, dando la parola a chi vuole intervenire, chiedendo all’Amministratore di esporre la sua relazione e le sue proposte, etc. Inoltre chiedo ed ottengo che il verbale sia redatto dal Segretario della riunione. Eh, altrimenti se le dice, se le suona e se le canta tutto da solo!

Quindi esamino la sua proposta di intervento straordinario (al tetto del palazzo) e chiedo che ne presenti anche altre, alternative, per lasciare a noi Condomini la scelta fra le tante diverse possibilità. La discussione è rimandata all’assemblea successiva, nel corso della quale i Condomini decidono il da farsi e stabiliscono la remunerazione annuale dell’Amministratore.

L’Italia è nostra. Noi tutti, ognuno di noi, è “proprietario dell’Italia, di questo bellissimo Condominio. Ogni tanto ci riuniamo e nominiamo l’Amministratore del Condominio. Soltanto che, poiché il “palazzo” è grande, ne nominiamo più d’uno. Eccoli, i nostri Amministratori. Ora accade che costoro pretendano di stabilire loro stessi il loro compenso.

E poi, accade anche che essi ci presentino “una” lista delle cose da fare, “una” lista delle priorità, ma non “la” lista completa delle cose da fare né “la” lista completa delle priorità. Ecco, forse quando leggeranno queste righe, capiranno: a noi Cittadini, a noi Condomini, a noi proprietari del condominio Italia, non serve “una” lista di interventi, ma “la” lista di tutti gli interventi, non “una”  priorità ma “la” priorità migliore concordata.

Scusate se ritorno su questo tema. L’Italia non sta crescendo. Meno imprese = meno lavoro = meno introiti fiscali salvo forti incrementi delle imposte = minori consumi = maggiori rischi anche per le pensioni = nessun futuro per i giovani, etc.. Ed allora, vogliamo mettere mano ad una patrimoniale (come fa la “comunista” Svizzera)? E poi, forse non è il caso di soprassedere a mega investimenti (TAV, caccia bombardieri F35, solo per citarne alcuni)? Di “recuperare” i capitali contrabbandati in Svizzera? Di varare una patrimoniale? Di far pagare l’IMU a tutti (tutti) gli immobili commerciali? Di rivedere le aliquote fiscali delle fasce alte di reddito? Di eliminare le super retribuzioni, super liquidazioni, supercumuli?  Etc. E di destinare invece quelle risorse all’innalzamento delle pensioni minime, alla Scuola (pubblica), all’Università, alla Ricerca, agli investimenti per la crescita e per la creazione di un più aggiornato modello di crescita?

Vittorio Emanuele II° raccolse il primo “grido di dolore”. Chi raccoglierà il secondo?

Ecco. I nostri Amministratori non si possono più permettere di “essere insensibili al grido di dolore che da tante parti d’Italia si leva verso di loro…” Noi cittadini dobbiamo sederci in cattedra, gestire noi la riunione e chiedere conto ai nostri Amministratori, nostri in quanto soprattutto “nominati da noi” cioè nostri in senso oggettivo. Non “nostri” in senso soggettivo, cioè non “nostri” in quanto “sopra” di noi,  non “nostri” in quanto pretendano di dire a noi “cosa è bene e cosa è male fare”, a noi pretesi eterni scolaretti, a noi preteso oggetto della loro gestione, a noi che invece siamo il Soggetto Principe in questa Assemblea di Cittadini. Cosa fare, dunque? Sicuramente andare a votare! Il mio non è un appello politico. E’ un appello di civiltà.

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COMPRO ORO – PAGO IN CONTANTI ? In contanti? Ca como? Che mi viene a significare? (Espressioni originali sicule)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Novembre, 2012 @ 6:59 am

Detto altrimenti: era oro, anzi era l’era dell’oro per loro, anzi era ora (che si intervenisse). Quando? Ora ora (direbbero in Sicilia, cioè proprio adesso, notizia frisca frisca)

Compro oro… da chi? Vendo oro .. a chi?

Dire “io l’avevo detto” è una banalità. Comunque sia, l’avevo detto, anzi, l’avevo scritto nei miei post del 3 maggio e del 31 agosto scorsi che potete andare a rileggere. E finalmente, tanto tuonò che piovve!

Maccome? Per pagare una tazzina di caffè al bar fra un po’ a noi comuni mortali occorre la carta di credito e questi signori (signori … si fa per dire!) si permettono di scrivere a grandi lettere sui frontespizi dei loro negozi “Pago in contanti”? E poi, oro “usato”? Quando mai, usato? Che mi viene a significare? E poi, un bar per legge deve esporre il listino prezzi, e loro, per l’oro, no? Ma via, siamo seri! E invece la Guardia di Finanza lo è stata seria e capace, e come! Brava! Fino a qui è farina del mio sacco. Quel che segue è un resoconto che “gira” in internet e sulla stampa.

Arezzo, 8 novembre 2012 – Blitz delle Fiamme gialle nei “Compro Oro” di mezza Italia. La Guardia di Finanza ha eseguito su tutto il territorio nazionale provvedimenti di perquisizione e sequestro emanati dalla Procura della Repubblica di Arezzo nei confronti di 118 persone indagate per associazione per delinquere, riciclaggio e reinvestimento di proventi illeciti, ricettazione, esercizio abusivo del commercio di oro e frode fiscale.

Sono in corso 259 perquisizioni in 11 regioni, concentrate principalmente in Toscana (74), Campania (91), Lazio (30), Sicilia (16), Puglia (16) e Lombardia (7), nelle abitazioni degli indagati e le attività commerciali riconducibili a loro. Si tratta di negozi “compro oro”, gioiellerie ed aziende orafe, comprese 23 società del distretto orafo di Arezzo, 16 del polo campano e 1 di Valenza.

Contemporaneamente, l’Autorità Giudiziaria ha disposto il sequestro preventivo di oltre 500 rapporti bancari per bloccare, in 23 istituti di credito, 8 intermediari finanziari e 2 società fiduciarie, le disponibilità finanziarie detenute dai principali indagati, fino a concorrenza dell’importo di 163 milioni di euro, pari al volume d’affari degli scambi di oro e denaro sporco effettuati da questo gruppo criminale organizzato, su scala internazionale, nel corrente anno.

Le Fiamme Gialle stanno procedendo, inoltre, al sequestro di una villa di campagna del valore di 190 mila euro, ubicata a Monte San Savino (AR) ed acquistata dall’organizzazione (dietro lo schermo di una società maltese) ed utilizzata come centro di smistamento dei traffici, paragonabile per impenetrabilità al famoso “Fort Knox” della Federal Reserve statunitense.

Non è tutto “oro” quello che riluce …

Sono questi i risultati, ancora parziali, di lunghe e complesse indagini sviluppate dai Nuclei di Polizia Tributaria di Arezzo e Napoli, sotto la direzione della Procura della Repubblica aretina nei confronti di un’associazione criminale a struttura piramidale, che aveva il suo vertice in Svizzera e si muoveva con referenti sui territori dei distretti orafi di Arezzo, Marcianise (CE) e Valenza (AL), ai fini della raccolta di oro acquistato dagli “agenti intermediari” in contatto con una fitta rete di negozi “compro oro” ed operatori del settore, che stavano alla base della filiera dei traffici di oro di provenienza illecita.

Tutte le forniture di metallo prezioso avvenivano “in nero”, al di fuori dei circuiti ufficiali, tramite scambi di oro contro denaro contante in banconote di grosso taglio, trasportate da corrieri insospettabili usando autovetture appositamente modificate con doppifondi. Il volume d’affari ricostruito finora ammonta a 4.500 chili di oro e 11.000 chili di argento, per un controvalore di 183 milioni di euro.

Che altro dire?

Al nostro governo Monti: a quando il “recupero” delle imposte sui nostri capitali contrabbandati in Svizzera? Presidente Monti, supera te stesso, supera i monti che sbarrano l’accesso ai segreti svizzeri!


Alla Svizzera: Svizzera, basta, per favore, giù la maschera. Non puoi più nasconderti dietro i bei trenini colorati che percorrono le tue valli; dietro ottime stecche di cioccolato; dietro orologi che più precisi di così non si può. Altrimenti … altrimenti ci arrabbiamo e rispolveriamo il tuo ruolo di “intermediario commerciale a pagamento” (pagamenti che versavi sui cinti dei nazisti) nelle fughe degli Ebrei dal nazismo, tanto per citare un fattaccio del tuo passato … e poi, lo dice anche la canzone:

Helvetia, il tuo governo
schiavo d’altrui si rende
d’un popolo gagliardo
leggi fiscali offende …

E se l’Albione è perfida perchè non accetta il controllo europeo sui movimenti bancari, tu, Helvetia,  forse che non lo sei anche tu, perfida?

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BICINMONTAGNA NEI “DISLIVELLI” DEL TRENTINO

pubblicato da: admin - 8 Novembre, 2012 @ 2:29 pm

Detto altrimenti: mountain bike, bici da montagna, anche in montagna … e dove altro, sennò?

Rampichini, mountain bike, mtb. Spesso le troviamo sulle ciclabili di fondo valle o addirittura in città. Io stesso, per esempio, la mia mtb la utilizzo anche in pianura, se l’uscita è lunga:  infatti con la mtb è assai più agevole il trasporto di cibi, bevande, abbigliamento supplementare. Tuttavia la mtb, come dice il suo nome, è nata per essere utilizzata in montagna. E qui viene il bello. I puristi della montagna dicono no, non la vogliamo, inquina. Tant’è …

…tant’è che il CAI da anni ha preso a studiare il fenomeno, non per denegarlo o combatterlo, ma per regolamentarlo ed incentivarlo. Ne fà fede il Quaderno n. 11 dell’Escursionismo, dedicato al “Cicloescursionismo”, che vi invito ad “aprire” avvalendovi del link qui sotto, e a leggere.

Io ne parlo (rectius, riparlo) volentieri in Trentoblog, per via che associo questa prassi alla possibilità di realizzare in Trentino un ulteriore importante prodotto turistico da offrire alla nostra clientela di turisti, iniziando ad immaginare – fra l’altro – come questa disciplina, dovutamente regolamentata, potrebbe contribuire a giustificare la realizazzione della nuova Funivia del Bondone, che chiamerei “Trento 2000”. Infatti si potrebbero intercettare i notevoli flussi di cicloamatori già esistenti, provenienti da Passo Resia e direttia a sud (Verona, Mantova, Lago di Garda) e tarsportarli a quota 1.600 (Vason) per poi, attraverso ben delimitate piste di discesa, condurli a Rovereto, nella Valle dell’Adige, nella Valle dei Laghi, a Riva del Garda. Se poi considerate poi che la tratta ciclabile Riva del Garda -Malcesine è in progetto (quella Riva-Limone già finanziata!) e che comunque, per evitare le poche gallerie, la tratta Riva-Malcesine potrebbe essere fatta in battello, oppure se considerate che le citate gallerie potrebbero essere assai meglio illuminate per cui la pedalata da Riva a malcesine non sarebbe poi così pericolosa, a Malcesine i cicloamatori potrebbero salire con la esistente Funivia del Baldo e quindi scendere sino a Garda, Peschiera, Verona,etc. Questo percorso sarebbe il primo in assoluto in Europa, quanto alla combinazione lunghezza- varietà-paesaggi-dislivelli. E allora, perchè no?

Taluno potebbe dire: ma il CAI prevede che per salire si pedali! Ok, ma la Funivia di Malcesine fa l’utile di bilancio con le salite estive, non con quelle sciistiche invernali. E poi, la popolazione sta invecchiando e sempre meno saranno quelle preparate alle grandi salite. Infine, se non si vuole far salire i cicloescursionisti con gli impianti di risalita, in subordine proporrei che quanto meno si realizzassero “piste ciclabili per la salita”, tracciate  con pendenze pedalabili.

Concludo. Leggiamoci l’allegato Quaderno di Cicloescursionismo e poi ne riparliamo. In ogni caso si tratta di “educazione a” e “cultura”, cioè “insieme di nozioni”. Nel frattempo, buona pedalata a tutti!

Scarica il Quaderno di Cicloescursionismo >

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OBAMA E IL FILM “TOO BIG TO FAIL”, troppo grandi per fallire!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Novembre, 2012 @ 11:02 am

Detto altrimenti: Obama, agli USA pensaci tu! Che qui da noi ci pensiamo noi, vedrai, te lo garantiamo (o no?).

1 – Obama

Obama, Barak, Benedetto. Infatti il saluto arabo è “la pace sia con te e la misericordia di Allah e le sue benedizioni”: “Salam aleikum, va rahmal Liali, va barakatu”. Barakatu, appunto, “le benedizioni”, sostantivo plurale.

Obama. Ha vinto. Obama, una persona. Tutto sommato fredda. Obama no drama, lo chiamano. Obama senza patos. La moglie, al contrario … forse una nuova IlLary. La moglie lo aiuta moltissimo. Obama ha una moglie. Al fianco. Non tutti i nostri capi del governo hanno avuto al fianco la moglie. A lei nessuno vieta di comparire in TV, nessuno ha questo …grillo per la testa!

Il Congresso USA. Il Senato si occupa di politica estera, ed è a maggioranza democratica. La Camera si occupa di economia e finanza ed è democratica. Romney ha dichiarato che vuole collaborare. Se glielo permetterà l’ala radicale della Camera. Cioè, nella Camera, prevarranno i moderati o gli integralisti? Io dico i moderati. Altrimenti i repubblicani spariscono dalla scena politica.

Obama ha vinto! Viva Obama! Lo ha votato la maggioranza degli ispanici, dei neri, degli asiatici, delle donne, dei giovani. La minoranza dei maschi bianchi. La svolta è maggiore oggi che quattro anni fa. La base è diversa. Fra 5 -10 anni gli ispanici saranno la maggioranza assoluta della popolazione. Lo spagnolo sarà la prima lingua negli USA. La  base è nuova e vota diversamente. La politica deve dare risposte adeguate alle richieste. Altrimenti quella politica perderà anche in futuro. I Repubblicani spariranno, se non recupereranno la loro identità nei confronti delle imprese e della base sociale. La loro politica è vecchia, come vecchi sono i loro elettori bianchi.

Joseph Brodsky

USA. Sistema di governo diviso. Da sempre. Il sistema elettorale e la costituzione USA da secoli garantisce una ripartizione dei poteri: il Presidente è bilanciato da un Congresso non necessariamente “suo” e dalla corte Suprema. Troppo potere, troppa “maggioranza” non va. Lo ha detto bene Joseph Brodsky, premio Nobel 1987 per la letteratura, nel suo libro “Il canto del pendolo” (Adelphi): “Diffidate dalle maggioranze troppo compatte, degli eserciti troppo potenti, delle uniformità del giudizio: dentro tutto ciò più facilmente si può nascondere il male”.

.... no buono, no buono

USA: molto potere agli organi esecutivi, ma per periodi brevi: massimo due mandati. I rappresentanti del popolo (Congresso) possono invece essere rieletti a vita. Rieletti, non nominati dall’alto: ecco la differenza rispetto all’attuale sistema elettorale italiano, che prevede le liste bloccate, individuate dalle segreterie dei partiti, rieleggibili n volte. Come il governo, del resto, per il quale non esiste limite a due mandati. Bene invece nei nostri Comuni: Sindaco? Due mandati e basta. Non bene nelle nostre Regioni, Lombardia docet! Bene nella Provincia Autonoma di Trento: bene il Governatore Dellai che non aderisce alle sollecitazioni di modificare la legge elettorale per aumentare il numero dei mandati (propri, innanzi tutto).

USA: in poche ore il voto. La legge elettorale è la stessa da secoli. Idem i partiti. Cambiano le persone. Italia: tutto al contrario. Cambia tutto il resto. Tranne le persone.

USA, si accetta la sconfitta elettorale. Italia, al contrario.

2 – Too big to fail, film del 2011, trasmesso in questi giorni dalle reti RAI, due volte in due giorni.

Gotter Dammerung, la caduta degli Dei

Sconcertante cronaca della crisi finanziaria del 2008 e del fallimento del colosso Lehman Brothers. Henry “Hank” Paulson è il segretario del Tesoro ed ex Presidente e Amministratore Delegato di Goldman Sachs. Attorno a lui si muovono i magnati che governano l’economia del pianeta: il Presidente della Federal Reserve; il Presidente della New York Federal Reserve Bank; il Presidente e Amministratore Delegato di JP Morgan Chase; l’Amministratore Delegato della Lehman Brothers. Il film attraversa le intricate iniziative di questi potenti alle prese con l’avvio del più grave crack finanziario dal 1929 e le manovre elaborate nei feudi dell’alta finanza e nei corridoi della politica, con particolare attenzione alle illusioni e alla sete di potere di quelli che si sentono “troppo grandi per fallire”.

In sintesi: il Governo USA destinò centinaia di miliardi alle banche sotto forma di aumento di capitale con azioni privilegiate (senza diritto di voto) con l’intesa che le banche avrebbero aumentato il credito erogato alla clientela, il che non avvenne. In compenso, gli emolumenti del top management bancario salirono a circa 140 milioni di dollari USA.

Ma questo succede solo negli USA. In Europa no … no …. non in Europa, in Europa no … in Italia poi, men che meno … gli emolumenti dei nostri “Top men” nell’industria, nel sistema burocratico, nella politica, nel credito, nel settore assicurativo, nelle forze di polizia, etc. sono assolutamente equi e contenuti ….. o no? Vedo facce perplesse fra i miei lettori … forse che anche qui da noi vi sono persone che si ritengono troppo “grandi” (great & big) per fallire o più semplicemente per vedersi ridurre gli emolumenti a livelli consoni con la crisi che attanaglia la maggior parte delle famiglie italiane?

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IN SOLITARIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Novembre, 2012 @ 3:11 pm

Detto altrimenti: lo si dice di una scalata, di una navigazione, di una esplorazione …

Se andate al mio post del 5 ottobre, troverete il resoconto di una pedalata “in solitaria”. Alcuni miei amici di Bici UISP Trento mi hanno detto: “Ma da solo … è pericoloso, meglio essere in gruppo o almeno in due”. L’osservazione mi ha fatto riflettere sul concetto. Infatti, nella mia vita ho vissuto alcune “esperienze in solitaria”.

 In montagna

Sul Cimon della Pala

Ho smesso di arrampicare da tanti anni, ma ricordo tutto. Benissimo Normalmente mi legavo in cordata, come è normale. Poi mi è capitato di arrampicare da solo. Le prime volte sei teso, preoccupato di ciò che può accadere, sei solo parzialmente assicurato alla corda, se ti fai male poi, non ne parliamo. Ma dopo un po’ ti abitui, impari che quello è il tuo modo di “essere normale” e ragioni al contrario: non quanta sicurezza hai in meno quando scali da solo, ma quanta ne hai in più quando sei legato in cordata. Quando sei solo, sei più attento, più responsabile, più libero di assaporare le tue sensazioni, di attivare la tua riserva di forze secondo l’andamento dei tuoi “consumi di energia”. E quando arrivi sulla vetta del Cimon della Pala e ci trovi l’intero corso di alpinismo delle Fiamme Gialle di Moena, e uno di loro ti chiede: “Ma dov’è il tuo compagno?”. Bè, allora ti senti un figo … figo e molto fortunato perché hai trovato uno che ti ha fatto una foto e poi perchè ti hanno concesso di usare le loro corde doppie da 50 metri, già bene ancorate sulla via di discesa, e in men che non si dica, senza fatica e senza rischio alcuno, sei ai piedi della parete!

Al mare. A remi

Rowing Club Genova. Ho sempre prediletto la canoa monoposto, Perché? Leggete questa mia poesia, credo che basterà a spiegarlo:

Tramonto sul Mar Ligure

Non sai
dove l’onda di sale sia nata
se veglia
oppur se riposa
né quale sia l’ultima meta dell’ala incantata
che avanza e ritrae il suo velo
la liquida seta di sposa
ad un cielo
che colma lo spazio d’amore.
E senza rumore
la mente s’immerge nell’acqua
nuotando pian piano
per non farle male
e con la sua rete
cattura al ricordo le nuove emozioni.
Poi …
tu alzi i remi
e come in un rito
depositi in mano al tramonto dei suoni
l’essenza feconda
di piccole gocce di smalto
prezioso vagito
che hai ripescato
dal fiordo abissale
profondo infinito.
E vento di luce
d’azzurro cobalto
sospinge la barca alla sponda
sorgente dal Mare
che ormai al Cielo s’è unito.

Al mare, sul Garda, a vela

Sul Lago di Garda

Potrei copiare qui il resoconto di una traversata dalla Corsica alla Toscana, da solo, con il mio Fun da regata Whisper ITA 526. Ma credo che sia più “attraente” per il lettore la descrizione dei miei primi passi “a vela”. Tralascio qualche sporadico contatto con la vela di quando ero ragazzino, a Genova. Più che andare a vela cui facevamo semplicemente “spingere” dal vento. Ma veleggiare è un’altra cosa. Infatti … Giunto a Trento per lavoro, mi dissi: c’è il Garda Trentino, Riva del Garda, dai, comprati una barca a vela! Detto fatto. Quando abitavo a Genova andavo in Dolomiti ad arrampicare. Ora le veleggiate sul Garda avrebbero equilibrato la partita. Studio molte riviste di vela e compero il FUN esposto al Salone Nautico di Genova. Messo in acqua a Riva del Garda e … e “ora come si fa?”. A Torbole, in un negozio di sport, incontro il famoso velista internazionale Mauro Pellaschier: “Se riesci a imparare a Riva don un Fun sei a posto!” Detto fatto. Tre uscite con amici esperti e poi, via, in pieno inverno, da solo, verso sud. Pare poco, ma così non è. Randa piena e fiocco piccolo, credi che sia poco invelata la tua barca. E invece, con un Peler che cresce, aria fredda da nord che spinge il doppio, che aumenta, e così l’onda. La barca inizia a planare. 6-7-8 nodi e chi la ferma più?! Arrivi a mezzo lago. Devi tornare. Ancora non hai imparato a fissare il timone. Riesci a ridurre la randa, dopo molti sforzi. Riparti di bolina. Onde contro. Spruzzi gelidi in faccia. Ore e ore. Arrivi in porto. Hai fatto vincere una scommessa ad alcuni e perdere ad altri: “Questa volta il Lucatti non riesce e rientrare, dovrà riparare in un porto lungo la costa. Scommettiamo?” Sono sempre rientrato. Dopo venti anni ho scoperto chi – fra i miei amici – scommetteva a favore e chi contro. Ora, dopo venti anni di esperienza, uscire in solitaria è assolutamente normale. Stai meglio con te stesso, non dovendoti dividere con altri.

In bicicletta

Aldeno - Bondone

La più rilevante particolarità è che pedali alla tua andatura, più o meno veloce, secondo le tue esigenze, le tue forze, le tua scelte. Non devi né forzare né rallentare. E poi … la bici ti mette a contatto con la natura. Se sei solo sei ancjhe a contatto con … te stesso. Ed ecco un’altra poesia:

Bici, perché?

Perché
in una chiesetta al Ghisallo
riposa sospesa
antica reliquia a pedali.
Perché
insieme a lei
tu scali la vetta
compagno soltanto a te stesso.
Perché
ti ha insegnato
ad alzare più spesso lo sguardo
a scrutare che cielo farà.
Perché
sempre incontri qualcuno
che non ha timore
di aprire la sua vita al vicino.
Perché
con il vento dei sogni
giocando
ritorni un poco bambino.
Perché
restituisce
ad un uomo affannato
profumi di suoni e colori.
Perché
in salita
ricorda ad ognuno
che volendo e insistendo si può.
E poi, … perché no?

Nel lavoro, nella vita

Solo

Tante esperienze. Dicono che avere un figlio, cambiare città e lavoro, tutto contemporaneamente, fa venire l’esaurimento nervoso. A chi? Mia moglie dice: “Agli altri, lo fai venire, ma a te no!”. Fra le tante esperienze di “lavoro in solitaria”, una. Lavoravo quale responsabile di una SpA. Mi ci “ero messo” da solo, in quella posizione, nel senso che nessuno mi aveva raccomandato, segnalato, indicato. Né provenivo dall’interno di quello specifico sistema. Nemmeno da quella stessa città. Una volta una persona del Sistema del quale ero entrato a far parte ebbe a dirmi. “Guarda che tu, quel posto lì … non ti ci ha messo Tizio/Caio (indicava un’autorità del sistema). Ci sei arrivato da solo”. Ora, secondo chi parlava, la frase era un avvertimento amichevole  (o una velata minaccia?) nel senso:  “Guarda che sei “scoperto”, sta scalando in solitaria, nessun “padrino” ti potrebbe difendere, nessuna autorità spenderebbe una parola a tuo favore, quindi sappiti regolare”. Io ho preferito interpretarla come un complimento: “Bravo, stai scalando la vita “in solitaria”  avvalendoti delle tue sole forze”.

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TRENTINO! VALORIZZA I TUOI “DISLIVELLI” – Anche in estate!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Novembre, 2012 @ 5:32 pm

Detto altrimenti: attiviamo una nuova risorsa, lanciamo un nuovo prodotto turistico-sportivo: il cicloescursionismo

Biciclette in montagna. Ohibò … dice taluno. Eppure, prendete il numero di novembre della rivista del Club Alpino Italiano, alle pagine 36 e seguenti. A livello centrale, la Commissione Centrale Escursionismo del CAI ha elaborato il quaderno n. 11, intitolato “Quaderno di cicloescursionismo del Club Alpino Italiano”. In breve: “Insieme si può”. Cioè si può conciliare l’esercizio della mountainbike-mtb in montagna con chi la mtb non la usa, anche perché ormai ad usarla sono anche molti escursionisti ed alpinisti. Si tratta di stabilire delle regole, legali e di comportamento. Quindi, nessun tabù, bensì governo della materia.

In Trentino abbiamo – fra le tante altre – una risorsa particolare: i dislivelli. Li sfruttiamo per lo sci da discesa, in inverno. Ma se ne organizzassimo l’utilizzo anche durante l’estate, con una serie di raccordi di appositi sentieri montani con le piste ciclabili dei fondo valle, realizzeremmo un “prodotto turistico” unico in Europa, il quale, fra l’altro, potrebbe aiutare le società di risalita a far quadrare i conti (la funivia del Baldo a Malcesine docet! Cfr. ivi!). Le risalite? A pedali, per chi se la sente. Con gli impianti, per gli altri. I ciclo escursionisti dovrebbero mantenersi entro i percorsi loro riservati e non dovrebbero essere liberi di spaziare per prati e pendii a piacere.

Per fare un esempio, a favore del Trentino (e del Bondone, che ne avrebbe bisogno, di idee nuove!): in un mio precedente intervento ipotizzavo di intercettare a Trento i rilevanti flussi di cicloturisti che provengono dal passo Resia diretti a sud (Verona, Mantova, Lago di Garda), e di farli salire con la nuova funivia del Bondone, per poi riservare loro una pista di discesa di 40-50 km verso Rovereto, la valle dei laghi, Riva del Garda.

Dai, discutiamone!

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NOTIZIE IN BREVE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Novembre, 2012 @ 4:52 pm

Detto altrimenti; oggi le notizie arrivano in tempo reale a tutti. Ciò che conta è il loro approfondimento, sul quale poi ragionare.  Il futuro dell’informazione è on line. L’approfondimento su carta. Tant’è … approfondiamo un po’ anche noi che siamo on line!

 1) Australia

Notizia bomba!
New Galles del Sud. La Finanziaria LGFS, Local Government Financial Service ha creato una obbligazione (prodotto derivato). La S&P lo ha classificato degno di tre A (ottimo, rischio limitato all’1%). La Amro Bank lo ha suggerito a 13 Comuni Australiani. I Comuni lo hanno acquistato, fiduciosi. Dopo poco il titolo è crollato. I Comuni hanno perso il 90% dei loro investimenti ed hanno promosso una Class Action. Il Tribunale Federale di Sidney ha condannato i tre (creatore-venditore-classatore del titolo) responsabili a pagare 24 milioni di euro di risarcimento.
Commento
Evviva! Qualcosa si sta muovendo. Quante volte, da queste semplici paginette, ho chiesto quale fosse la responsabilità delle Agenzie di Rating USA!. E soprattutto, cui prodest, cioè chi traeva vantaggio dalle loro “uscite”! Ora, italiani, all’armi! Tutti coloro che hanno perso denari in casi del genere, forza, anche voi, avanti con le Class Action! Del resto, era  ora, anzi, ERA-European Rating Agency: una mia invezione, per controllare le Agenzie USA … v. post precedenti alla voce ERA!

2) Italia

Notizia
Grillo avanza. La politica lo accusa di populismo, sfascismo, maleducazione, oscenità,   etc..
Commento
Molte “grillate” possono non essere condivisibili (soprattutto: “usciamo dell’Europa!”). Altre possono essere condivisibili. Non voglio prendere posizione. Osservo solo: se ora gli anti-Grillo cercano di tappare la “falla Grillo”, vuol dire che la falla esiste. E chi l’ha fatta? Medice, cura te ipsum! Del resto in Italia abbiamo già dei precedenti di “guru” che si sono affermati uno, per la distrazione di chi non ha ordinato all’esercito di fermare una certa marcia; l’altro per la distrazione di coloro che hanno dato retta a chi prometteva al Paese l’impromettibile, “tanto da noi la crisi non c’è”. Non facciamo nomi.

3) Trento


Notizia
Il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento ha stabilito la cessazione della incompatibilità fra le due figure di Assessore e Consigliere. Ciò porterà alla diminuzione di sette “poltrone” con un risparmio ci circa 1 milione di euro l’anno.
Commento
Bene ma. Infatti nel parlamento romano è già così, solo che quando si vota la fiducia al governo, e quando il governo la ottiene per pochi voti, il governo supera l’esame del parlamento solo perché molti ministri e sottosegretari che sono anche parlamentari hanno votato la fiducia … a loro stessi! E poi, più in generale: dove va a finire la separazione dei poteri (nel caso in esame, legislativo ed esecutivo)?

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L’ ALLENAMENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Novembre, 2012 @ 7:42 am

Detto altrimenti: nello sport, nella vita. Un breve corso di matematica applicata

Dice … ma che razza di post sarà mai questo? Vedete, il fatto è che per il mio primo anno di blogger, mi sono posto di postare un post (ah, ah!) al giorno. Ora, il primo lo pubblicai il 6 dicembre 2011.Oggi è il 6 novembre 2012 e questo post è il n. 320. A 365 me ne mancano 45. Quindi fra domani 7 novembre e il 5 dicembre compresi (29 giorni) devo pubblicarne 1,55 al giorno. Vediamo se ci riesco senza annoiarvi con banalità. Comunque ammettere che sono coraggioso a dichiarare quale sia il traguardo che mi prefiggo: e se poi non ci riesco? Ma via, alea ajacta est, il dado è tratto! Al lavoro, dunque!

L’allenamento. Ti fa scoprire risorse che nemmeno tu sospettavi di avere. Risorse e capacità.

Sciata "d'epoca", ma che volete ...

Prendiamo lo sci. Dice … all’inizio si curva con le gambe; poi con il busto e le spalle; poi ancora con le orecchie. Infine con il cervello. Si, infatti allenandosi molto, sciando molto, è così che via via fate le vostre belle curve. Alla fine del percorso di apprendimento, la vostra mente gestisce in automatico molte variabili: la pendenza, il tipo di neve, il tipo di luce, l’esposizione della pista, il suo affollamento, la velocità, la vostra stanchezza, la posizione del corpo, della braccia della schiena e delle gambe, la spigolatura da dare agli sci, il “traffico” sulla pista, etc. tutto ciò avviene automaticamente e voi siete liberi di divertirvi.

Ma il Trentino non è solo montagne e neve. E’ anche laghi e soprattutto “Lago”: l’Altogarda Trentino. Ed eccomi a voi. La vela. Concettualmente è come per lo sci. Siete su di una barca “tirata” cioè da regata. Facciamo un esempio: un FUN. Sette metri. La mia. In regata richiede quattro persone d’equipaggio, sia per eseguire tutte le manovre che una singola persona non potrebbe mai eseguire da sola in modo competitivo, sia per contrappesare lo sbandamento quando risalite il vento di bolina (N.B.: una barca da regata è “sottopeso”: cioè necessita di essere equilibrata dal peso mobile dell’equipaggio). Siete usciti a veleggiare da solo. Anche in questo caso, dopo molto allenamento, la vostra mente trasmette automaticamente alla mano che regge la barra del timone e a quella che impugna la scotta della randa il comando per reagire in modo automatico alla sintesi di molti impulsi diversi e contemporanei: la raffica di vento, il superamento dell’onda di un battello di linea, il mutare della direzione del vento, la posizione del vostro corpo e quindi del vostro peso a bordo, il grado di stanchezza, la previsione che fate circa l’aumentare o meno del vento, l’avvicinarsi o meno del maltempo, etc.. Ora, proviamo a fare quatto conti. Ammettiamo che le variabili da gestire siano quelle citate, cioè in numero di sette, libere di combinarsi diversamente fra di loro. Orbene, le possibili risposte a tali sollecitazioni esterne saranno in numero di “7 fattoriale” cioè 7 x 6 x 5 x 4 x 3 x 2 x 1, cioè ben 5.040. Cioè, automaticamente voi, in un secondo, fate eseguire alle vostre mani, in stretta successione, una dopo l’altra, una delle 5.040 possibili mosse. Se poi foste in regata … non ne parliamo nemmeno! Dovreste prevedere e quindi gestire anche le mosse altrui! Ma voi non ve ne accorgete. Infatti, grazie all’allenamento, a voi rimane solo da divertirvi, perché il resto avviene automaticamente (N.B.: non vi stupite: è scientificamente provato che il più potente cervello “elettronico” esistente al mondo è il cervello umano).

Ma torniamo in montagna. L’alpinismo. Idem come sopra. Vi risparmio i dettagli sulle variabili. A voi resta solo di godere del profumo del granito o della dolomia, del frusciare della corda sulle rocce, del tintinnio di un chiodo ben piantato nella fessura, del galleggiare nel vuoto, del volo degli uccelli, là, bassi, nel cielo. Già, perché qui, “alti nel cielo” siete voi. Tutto questo solo dopo molto allenamento.

Nella vita. E qui viene il bello, perché è l’ambito nel quale le variabili da gestire sono di gran lunga più numerose che in ogni altro sport. Già, la vita come uno sport, che richiede allenamento, che in questo caso si chiama esperienza. Sport con le sue vittorie e le sue sconfitte, ma con una cosa che lo distingue da tutti gli altri: il fatto che non è previsto un “ritiro volontario dalla competizione”. Nemmeno quando andate in pensione! La vita … da giovani spesso la mancanza di allenamento vi fa trascurare uno dei fattori da prendere in considerazione, ed allora quella famosa moltiplicazione del fattore “n” fattore sia arricchisce di un fattore speciale, lo “zero”, il che determina che non viene dato alcun comando ragionato al vostro agire.

Ma quali sono i fattori da prendere in considerazione quando dobbiamo gestire la “regata o la scalata” della vita? Enumerarli tutti sarebbe pretestuoso. Proviamo solo ad elencarne alcuni. Relativamente a ciascuno di noi: preparazione professionale; cultura generale; aspetto fisico; età; carattere; stanchezza fisica; capacità d’ascolto; sensibilità; grado di ottimismo/pessimismo; determinazione; autocontrollo; prudenza; irruenza; capacità di valutare il momento; opportunismo; lucidità mentale; spregiudicatezza; senso dell’amicizia; altruismo; egoismo; grado di incoscienza; senso di responsabilità; coraggio; viltà; possesso o meno di valori, etc.. Ho elencato solo alcuni e fra le variabili possibili, in numero di o di 25. Provate a calcolare “quanto fa” 25 fattoriale! Io ho provato, ma il risultato “va fuori” dalla portata della mia calcolatrice elettronica HP 12 C, che pure è uno strumento professionale! Eppure molti di noi riescono a fare questo calcolo in un secondo. Che vi avevo detto? Il nostro cervello è il più forte computer del mondo!

Ecco cosa significa l’allenamento a vivere: esperienza. Quando l’abbiamo maturata, il risultato viene da solo. La scelta di ciò che dobbiamo fare è “automatica”. A noi non resta che vivere. Vivere in pace con noi stessi, con la nostra coscienza. Certo che se eliminiamo un fattore, ad esempio il senso dell’onestà, ne subentra automaticamente un altro, il “primo dei non eletti” cioè lo “zero” e il risultato della nostra scelta sarà “zero”, cioè una “non scelta”, ma un agire “a prescindere”. Stavo pe scrivere un agire “animalesco” ma mi sono trattenuto: infatti io ho un grande rispetto ed una grande considerazione per gli animali e mai, mai, ammesso e non concesso che io volessi insultare una persona, potrei dirle “Animale!””. Infatti sarebbe un complimento!

Fine dell’ “ora di matematica applicata”. Applicata a cosa? Ma alla vita, diamine, e a cos’altro se no?

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