RESTITUZIONE DELL’IMU? INFORMAZIONE, COMUNICAZIONE, INTERRELAZIONE DI NOTIZIE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Febbraio, 2013 @ 2:51 pm

Detto altrimenti: non sono la stessa cosa

1 – INFORMAZIONE

Domanda: quanto dice che ci restituisce se viene eletto?
Risposta: quanto abbiamo pagato a titolo di IMU sulla prima casa

2 – COMUNICAZIONE (COMMUNIS ACTIO, AZIONE COMUNE, SCAMBIO DI PARERI, CONFRONTO)

E io vi restituisco l’IMU! Non mi dite bravo?

Tizio: Ho sentito che ci ha promesso la restituzione di quanto abbiamo pagato a titolo di IMU sulla prima casa. Mi pare una promessa fatta da chi non sempre ha mantenuto le sue promesse. Tuttavia, anche se fosse vero, si tratta di un discorso fatto “da pancia a pancia”, non inquadrato in un sistema di interventi assai più significativi. Tu cosa ne dici?

Caio: A me sta bene. E’ una cosa concreta.

Tizio: Ma, scusa, considera il singolo fatto anche alla luce che la stessa cifra è stata pagata a tutolo di multe comminate all’Italia dall’UE per il superamento delle quote latte da parte dei produttori della “Padania” … quei miliardi lì, a noi, lui non ce li rende?

Caio: Ma questa è un’altra questione …

Tizio: Si, ma si tratta sempre di 4 miliardi …

Caio: Ti ho detto che mi sta bene, è una cosa concreta

Tizio: No, non è una cosa, è una promessa … e poi, per darci quei quattro miliardi … da dove li prende i soldi?

Caio: Ha detto che fa un accordo con la Svizzera per tassare i conti svizzeri degli Italiani … e poi che toglie il finanziamento pubblico ai partiti e che dimezza i parlamentari …

Tizio: Ma l’UE ha appena diffidato i paesi aderenti a stipulare accordi singoli, in quanto l’UE stessa ha intimato alla Svizzera di definire con lei un accordo globale. E poi la Svizzera non ci sta … Paolo Bernasconi, ex Procuratore Capo di Lugano, avvocato, notaio ed ora docente universitario a Zurigo e alla Bocconi, definisce “onirica” la proposta di Berlusconi e prosegue: “Negli anni scorsi Berlusconi l’avrebbe ottenuto subito l’assenso svizzero, ma era lui a non volerlo. Oggi le cose sono cambiate. Anche se i due governi raggiungessero l’accordo, occorre l’ok del Parlamento Svizzero, che non è assolutamente scontato. Quindi non resterebbe che la via del referendum (dall’esito molto incerto). Se tutto andasse bene, nel migliore dei casi, ci vorrebbero comunque 5 anni. Inoltre la Svizzera ha chiesto spazio in Italia per le proprie banche e l’ABI ha detto no. Non mi pare il clima migliore”.  Toglie il finanziamento pubblico ai partiti? Se ci sono furti di pane, non bisogna abolire il pane: bisogna arrestare i ladri. E poi se toglie quel finanziamento, saranno molto più avvantaggiati i partiti che hanno un capo ricco. E gli altri? Diventeremo forse una plutocrazia, uno Stato governato solo da persone ricche? Ti pare giusto? Dimezza i parlamentari? Ma se lo ha già promesso anni fa: 150 senatori e 300 deputati. Vai un po’ a contarli, ora, dopo nove anni del suo governo …

Caio: Questo non lo sapevo … non ci avevo pensato …

Tizio: E poi, scusa, tanto chiasso per la (promessa) restituzione di quatto miliardi … e i tre miliardi di debiti dell’Alitalia che si sarebbe accollata la Air France  e invece lui non ha voluto e ora sono sulle nostre spalle? Quali non contano? Non ci vengono restituiti?

Caio: Mi stai facendo venire un dubbio …

Tizio: E poi, scusa ancora, non sarebbe meglio che lui ci dicesse come intende risolvere il problema ILVA, dopo che ci sarà la sentenza della Corte Costituzionale? Cosa sacrificherà, i posti di lavoro o la salute pubblica? Io so che esiste anche una terza soluzione, più volte pubblicata su questo post … Non ti pare che questo sì che sarebbe un argomento serio, da “intelligenza a intelligenza” e non “da pancia a pancia”? E ancòra, la Germania sbaglia, la Francia (che ha tassato al 75% i patrimoni superiori al milione di euro) sbaglia …? Solo lui è nel giusto, lui che vuole portare l’aliquota massima al 35%, facendo un grosso regalo ai super ricchi?

Caio: Mi hai convinto, sai cosa facciamo adesso? Scriviamo una bella lettera al giornale per chiarire il nostro punto di vista. E speriamo di poter coinvolgere tanta altra gente a fare attenzione al peso specifico di ogni scelta fatta o promessa, e all’ordine delle priorità degli investimenti.

3 – INTERRELAZIONE DI NOTIZIE + COMUNICAZIONE

Chi riesce a fare i collegamenti fra fatti diversi e fra notizie diverse vince. Così mi diceva un mio vecchio capo …
Quindi, in materia di informazione, non siamo di fronte ad un binomio: 1) la notizia via web, 2) l’approfondimento sulla carta stampata. Infatti esiste un terzo luogo della notizia: 3) la interrelazione delle notizie e la comunicazione via blog, che, a differenza dei notiziari web e stampati, è aperto alla comunicazione, nel senso che il lettore può interloquire in via continuativa.

Fine del post

Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

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MPS E ALTRE BANCHE: COME INFORMARSI, COME DIFENDERSI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Febbraio, 2013 @ 1:44 pm

Detto altrimenti. se non sai una cosa, almeno sai a chi chiederla …

Ecco, appunto, alcuni amici mi chiedono di dettagliare meglio il MPS Affair, anche perché – mi dicono – hanno fatto alcuni investimenti ed altri ne vogliono fare (beati loro che hanno di che investire!).

Gianluigi Demarchi – Lo so …  è amico tuo … direte … ma vi assicuro, nonostante ciò è una persona seria!

A loro e a tutte le lettrici ed i lettori del mio blog dico: il taglio che sto dando al mio post è mirato a mettere in evidenza anche argomenti tecnici quale quello che riguarda il MPS. Tuttavia desiderando io restare un “despecializzato”, nel senso di dedicare il mio tempo e la mia attenzione a molti svariati argomenti, preferisco indirizzare tutti, per ulteriori approfondimenti e informazioni su questa materia. ad uno specialista del settore, mio vecchio amico, il dr. Gianluigi De Marchi, attraverso il suo sito www.demarketing2008.it.

Grazie e scusate se non sono disponibile a soddisfare personalmente e direttamente la Vostra richiesta: oltre tutto non ne sarei capace … non vi conviene insistere … Sono perdonato?

Fine del post

“Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

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AREOPLANI, AREOPLANI, AREOPLANI: RADDOPPIARE FIUMICINO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Febbraio, 2013 @ 7:20 am

Detto altrimenti: areoplani, si vede che è il loro turno! Vabbè che “volare necesse est” ma “est modus in rebus”, c’è un limite a tutto, soprattutto di questi tempi!

Raddoppio? No, grazie!

Due post fa, scrissi di un aereo che tranciò i cavi della funivia del Cermis.
Nel post precedente ho scritto dei cacciabombardieri F 35.
In questo, scrivo del progetto di raddoppio dell’aeroporto di Fiumicino.

Si tratta di riconvertire al cemento 1.300 ettari di terreno agricolo e di oasi naturalistiche. La proprietà dell’area è della Maccarese che è del Gruppo Benetton.

Confesso che – a differenza del progetto F35 – non ho (ancora) approfondito il problema. Tuttavia mi sorge spontanea una domanda: questo consumo di terreno agricolo e naturalistico ( e di denaro) è opportuno e necessario, sotto ogni profilo?

Abbiamo già costruito un enorme aeroporto alle porte di Varese e della Svizzera: l’Aeroporto di Milano-Malpensa “Città di Milano” originariamente Aeroporto Città di Busto Arsizio il quale nel 2011 si è posizionato al secondo posto in Italia dopo l’aeroporto di Roma-Fiumicino per traffico passeggeri complessivo, con circa 19 milioni di viaggiatori, e al primo posto per il traffico merci, con 450.446 tonnellate. Se lo volete raggiungere da Trento, dovete sobbarcarvi due viaggi: uno da Trento a Milano, ed uno da Milano alla Malpensa! Sicuramente è più agevole raggiungere Malpensa per gli Svizzeri!

Si sta redigendo un “Piano Nazionale Aeroporti” per il passaggio dallo Stato (che li dismette) alle Regioni di molti aeroporti minori, con il conseguente trasferimento a loro del carico economico in caso di gestione passiva (in alternativa alla loro chiusura).

Da più parti, anche molto qualificate (Industriali Diego Della Valle e Oscar Farinetti, trasmissione “Che tempo che fa” del 3 febbraio 2013), si sta sottolineando che i punti di forza del Paese Italia sono l’agroalimentare, il turismo, la moda, il design, l’arte, la cultura.

Pare di assistere alla corsa dei “coloni USA” (usurpatori delle terre degli indiani d’America) alla “conquista” del West: chi “arriva primo” si accaparra il diritto a farsi finanziare “comunque” il suo progettone, custa l’on ca custa, si direbbe in dialetto valdostano, costi quel che costi. Nel frattempo veniamo distratti dalle discussioni sull’art. 18, sull’IMU sulla prima casa, mentre dei “progettoni” poco o niente si discute.

Un solo progettone è stato (giustamente) eliminato: il Ponte sullo Stretto.

Una battuta per alleggerire il discorso: … anche perché poi la politica ha dimostrato che lo si può attraversare a nuoto, quello stretto, sia pure con una nuotata che per la sua spettacolarità mediatico-politica, ricorda la traversata a nuoto del Fiume Giallo compiuta da Mao Zedong. Ricordo, anni ’50. Frequentavo scuole medie. Un mio compagno, un forte pallanuotista oggi giornalista sportivo, Enzo Barlocco, ebbe a dire: “Neanche se utilizza una supposta al pepe! (a dire il vero Enzo descrisse più particolareggiatamente l’uso della supposta …). Poi, leggendo il libro del giornalista Simon Winchester “Il fiume al centro del mondo” (Neri Pozza Tascabili, 2002), scoprii che l’impresa riuscì in quanto il nuotatore si fece trasportare dalla corrente e che il vero rischio che corse fu quello di essere morso dai serpentelli velenosissimi che popolano quelle acque.

Ma che dire di un TAV – Trento ad Alta Velocità, per trasportare più velocemente merci che non esistono, o più velocemente passeggeri per i quali – invece di rovinare una valle e di traforare 57 km di montagna contenente terreno radioattivo – basterebbe adeguare la segnaletica italiana a quella francese nella tratta Milano-Torino per abbreviare già così di un’ora l’attuale tempo di percorrenza fra Lione e Milano?

E che dire del progetto F 35? (cfr. post citato)?

Proviamo a fare i conti: TAV + F35 + Fiumicino = …. quanti sarebbero gli “euri” risparmiati, che potrebbero essere investiti nella creazione di migliaia di cooperative giovanili per il rilancio di siti naturalistici, artisti e storici, nel rilancio di migliaia di piccole fattorie agricole, nella difesa del territorio da eventi alluvionali, nella realizzazione di impianti di cogenerazione e di produzione di energie rinnovabili, etc.?

Dobbiamo esigere che la politica riscriva l’ordine delle priorità!

Fine del post

“Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

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CACCIABOMBARDIERI F35

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Febbraio, 2013 @ 11:46 pm

Detto altrimenti: trasmissione “Presa Diretta” del 3 febbraio 2013, ore 21,00 Rai 3

La parte per il tutto. Anzi, la parte ma non il tutto! Si parla di 4 miliardi: l’IMU sulla prima casa; il prestito al MPS; le multe UE per il supero delle quote latte degli allevatori padani. Totale 12 miliardi. Non si parla dei novanta F35 che stiamo acquistando e del bilancio della Difesa.

Lo ha fatto Riccardo Iacona nella trasmissione citata, andando negli USA ed intervistando giornalisti, ingegneri, politici esperti del ramo.

I tecnici USA affermano che l’aereo è troppo complicato e non sarà pronto prima del 2015. Nel frattempo ce ne consegneranno 20 che poco dopo ritireranno per aggiornamenti. Lo stesso repubblicano Mc Cain, antagonista di Obama, era fortemente contrario.

L’80% degli ex generali dell’aviazione USA sono dirigenti nell’industria aereonautica USA.

Costi per aereo

Sino ad oggi l’Italia ha speso 3 miliardi di euro.

I precedenti F22: costo unitario inizialmente previsto per aereo 35 milioni di dollari. Costo finale: 412. Inoltre, ogni ora di volo costa 60.000 dollari.

F35. Costo per aereo inizialmente previsto: 45 milioni di dollari. Ora siamo ad una previsione di 200-230. Si stima che il costo unitario di produzione potrà salire fino a 700!
F35 – Costo operativo orario: 100.000 dollari..
L’addestramento richiederebbe 40 ore di volo settimanali. l’F35 potrà volare solo 15 ore. Le altre ore le passerà in officina.
L’Alenia sostiene gli F35 ma ha il business plan solo della loro parte, non di tutto l’aereo

I principali difetti dell’F35

F 35: too dangerous, expensive and  complicate to fly and to buy!
  • Non può volare oltre mac 1,6 perché “la coda si incendia”.
  • Il pilota non ha visibilità posteriore.
  • La catapulta per decollo da portaerei si rompe.
  • Il gancio per atterraggio su portaerei non aggancia perchè è troppo vicino alle ruote che toccano il cavo e lo allontanano: occorrerebbe allungare l’aereo!
  • E’ infiammabile: il carburante è stivato intono al motore e i circuiti elettrico sono saliti da 45 volt a 280 volt: basta un colpo di fucile!
  • In caso di bisogno, non può scaricare il carburante e alleggerirsi.
  • Tutti gli indicatori per il governo dell’aereo sono radunati sulla visiera del casco (che costa 2 milioni di dollari!) e sono praticamente illeggibili. Inoltre, se il casco si rompe, l’aereo comunque non è più governabile.
  • Il software ha 9 milioni di righe (!!), nemmeno ancora tutte scritte. Un software troppo complicato non è sicuro.
  • Il costo: semplicemente spropositato e non prevedibile.
  • I tempi di completamento del progetto e di consegna incerti.
  • La decisione di investimento e i contratti di compartecipazione e acquisto fatti prima di avere testato le componenti essenziali e strategiche (ad es., la coda che si incendia!)

Il Pentagono ha redatto un rapporto di 18 pagine sui difetti dell’aereo.

Gli altri acquirenti …

Australia, Turchia, Olanda e Canada sono usciti dal contratto. In tutti i paesi c’è stato dibattito parlamentare. In Italia no.

Ricadute industriali e tecnologiche?

A Cameri (Malpensa) l’Italia ha già speso 800 milioni di euro per costruire la fabbrica che costruirà il 70% delle ali dell’aereo e assemblerà 165 aerei. Oggi ci lavorano 135 persone. Nuovi posti di lavoro promessi: 10.000. In realtà si assorbiranno 1000-2000 lavoratori da Alenia Aeronautica di Torino Caselle. La ricaduta tecnologica? Affermano che avverrà “per osmosi” (sic!) poiché i nostri lavoreranno accanto ai tecnici della Looked (!!??).
La creazione di un posto di lavoro richiederà un investimento di 10 milioni di euro, contro i 200.000 euro dell’industria avanzata.

Alternativa più che valida

Eurofighter Typhoon: oh yes!

Stiamo trascurando il caccia Eurofighter Typhoon nel quale l’Italia è partner primario e che fa ricadere su industrie italiane il 100% dell’investimento pubblico italiano.

Chi  difende l’F 35 e chi no

L’ex P. Finmaccanica Guargagnini aveva denunciato la sconvenienza dell’affare, ma è stato allontanato.

I politici attuali, interpellati nel corso della campagna elettorale rispetto al progetto F35 promosso e pluriapprovato dai governi dal 2022 ad oggi,  hanno dato risposte diverse: da cancellare, da ridurre, da mantenere.

Il nostro parlamento? Non ne ha “parlato” ma ha deciso!

Il giorno 11 dicembre 2012 il parlamento ha approvato una legge delega in bianco per il Ministero della Difesa stanziando 230 miliardi in 12 anni con libertà per il Ministero di decidere come spendere (unico caso rispetto a tutti i Ministeri!). Oltre a questi fondi il Ministero della Difesa riceve i fondi per le missioni all’estero e dispone di una parte dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico. Su questo problema è mancato il dibattito parlamentare.

Come si vede, si tratta di ben di più che non la sbandierata promessa restituzione dei 4 miliardi dell’IMU sulla prima casa. La parola alle lettrici ed ai lettori.

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“Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

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3 FEBBRAIO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Febbraio, 2013 @ 7:52 pm

Detto altrimenti: una ricorrenza, anzi due


Prima ricorrenza: anniversario della strage del Cermis. Una mia poesiola …

3 febbraio 1998 – Cermis

Sospese nel vuoto
arroganti contraddizioni
ubriacano menti ribelli
salde al buon senso
ed alla ragione.

Inutile verità
sui metri da terra
inutile rotta
del libro di bordo.
Verrà anche il tempo della giustizia.

Fredde le mani protendono
a stringere un corpo
per dare calore
agli ultimi istanti.
Pavide
altre
nascondono
la scatola nera dei dati
turpi alla vista.

Leggiamo violata
la legge
scritta col sangue
su fogli di neve
Urliamo
in faccia all’abisso profondo
schiacciati
fra i piccoli atti
del nostro dovere
e l’osceno dispregio assordante
alla vita.

Vis legibus inimica …

Per certi aspetti la storia si ripete … con la strage della Concordia e quella della motoslitta! Per la Concordia, al verso “su fogli di neve” sostituite “su scogli di mare” e al verso “vis legibus inimica” sostituite “ubris legibus inimica”. Infatti qui più che violenza è tracotanza della superficialità. Superficialità anche nel caso della motoslitta …

 

Seconda ricorrenza, non così infausta, spero!  3 febbraio 1944, sono nato io, da una mamma sfollata alla Doria, frazione di Genova. Per forza che sono Sampdoriano!

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“Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

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ITALIA-GERMANIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Febbraio, 2013 @ 7:37 pm

Detto altrimenti: non è una partita di calcio!

La materia del rapporto fra i due paesi non può essere affrontata e liquidata con affermazioni superficiali del tipo: “la Germania ci comanda”. Agire così vuol dire fermarsi ad enunciazioni di principio, espresse con la pancia più che con l’intelletto, espresse gratuitamente e non a seguito di un preciso lavoro di esame, confronto ed analisi di tutte le situazioni.

A fare questo tipo di affermazioni sono capaci tutti: in Parlamento, al bar, fra appartenenti allo stesso partito politico (cioè fra “amici”) o a partiti diversi (cioè fra “competitori”: noterete che non uso i termini “nemici” o “avversari”). A noi cittadini invece serve ben altro.

Dalla Germania abbiamo imparato cosa non fare e cosa fare.

Sul cosa non fare è tornata la stessa Merkel, additando a loro responsabilità perpetua la politica di aggressione militare ed il genocidio degli Ebrei. Quindi, non è il caso, anche per questo motivo, di rivalutare – sia pure anche solo parzialmente – figure nostrane del tutto compromesse con quel passato.

Sul cosa fare … bè, che ne direste se da tempo avessimo imitato Plutarco?

Plutarco (Cheronea, 46 d.C./48 d.C. – Delfi, 125 d.C./127 d.C.), è stato un biografo, scrittore e filosofo greco antico, vissuto sotto l’Impero Romano, di cui ebbe anche la cittadinanza e ricoprì incarichi amministrativi. Studiò ad Atene e fu fortemente influenzato dalla filosofia di Platone. La sua opera più famosa sono le Vite parallele, biografie parallele dei più famosi personaggi Greci e Romani dell’antichità riunite in coppie per mostrare vizi o virtù morali comuni ad entrambi.

Ecco, noi avremmo potuto scrivere non tanto le vite parallele, ma il modo di essere parallelo di due Stati: la Germania e l’Italia, raffrontando come nei due Paesi si risolvono in modo uguale ma più spesso diverso problemi comuni ai due Stati.

In ogni caso, we are to big to fail, l’Italia è troppo grande per essere lasciata fallire o anche solo “retrocedere troppo nella scala del benessere. infatti siamo un popolo di consumatori, anche di prodotti tedeschi. Ve lo immaginate quale sarebbe il contraccolpo per la Germania se improvvisamente noi Italiani smettessimo do acquistare prodotti tedeschi? Questa constatazione gioca a nostro favore, ma non può e non deve costituire un alibi per abbassare la guardia, per non attuare tutte le riforme necessarie a riprendere la marcia verso la crescita.

Al riguardo, mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori tre sottolineature:

1) La prima riforma da effettuare è il ripristino dei Valori Morali a tutti i livelli. E non mi riferisco alla morale dell’inizio e fine vita, del matrimonio omosessuale, della contraccezione, della Comunione ai divorziati. Mi riferisco alla Morale Pubblica ed alla Morale Sociale, a tutti i livelli ed in tutte le sedi, pubbliche e private. Il “fare giustizia” deve essere sempre meno “giudicare, assolvere o condannare”, e sempre di più “agire con giustizia” rendendo inutili i processi.
2) Crescita … ma all’interno di quale modello di sviluppo? Siamo sicuri che quello attuale sia quello giusto, adatto ai tempi, quello che ha realmente un futuro? Ci siamo posti il problema?
3) Una volta scelto il modello di sviluppo da adottare, occorre superare la contraddizione fra l’esigenza dei tempi medio-lunghi della sua attuazione con i tempi medio-brevi della durata di ogni nostro governo. Altrimenti, nel migliore dei casi, potremmo avere una serie di inizi di ottimi piani di sviluppo ma nessun piano completato.

La parola alle lettrici ed ai lettori.

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IL NOSTRO MODELLO DI SVILUPPO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Febbraio, 2013 @ 7:06 am

Detto altrimenti: siamo sicuri che l’ attuale è quello giusto?

Mi pare che nessun partito politico abbia inserito nel proprio programma elettorale la verifica della validità dell’attuale modello di sviluppo e il suo eventuale aggiornamento.

Un esempio di un modello diverso? Ad esempio, dare priorità a:

Siti culturali, storici e naturalistici
Difesa del territorio
Fonti energetiche rinnovabili
Agricoltura
Piccola media e piccola impresa e artigianato
Scuola pubblica, università, ricerca
Sanità pubblica
Rivalutazione delle pensioni della fascia bassa
Reddito di cittadinanza
Proposizione all’UE di un modello di Stati Uniti d’Europa
Massima limitazione delle eccezioni di legge, a causa della quali la legge – purtroppo –  “non” è uguale per tutti

Come finanziare tutto ciò? Ad esempio attraverso

Centralità alla Questione Morale e attivazione di un sistema correttivo e sanzionatorio a tutti i livelli e in tutti i settori
Riduzione dei costi della politica
Ridimensionamento dei super emolumenti in ogni settore
Abolizione di tutti i privilegi di tutte le caste
Riscalettatura delle aliquote fiscali con sgravi decrescenti man mano che si sale dalla fascia più bassa e aggravi decrescenti man mano che si scende dalla fascia più alta
Sospensione dei mega progetti (TAV, F35, etc.)
Rinegoziazione delle condizioni del debito pubblico (“rescheduling”)

Non va? No vi pare possibile? Il mio è soprattutto un tentativo di impostare un metodo, anche se, nella sostanza, non esiterei certo a confrontarmi con chi la pensa diversamente. Chi apre il dibattito?

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WEB E CARTA STAMPATA – UN PROPOSTA AL “SISTEMA ITALIA”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Febbraio, 2013 @ 11:51 am

Detto altrimenti: inizio della collaborazione fra i due settori (cfr. miei post del 13 novembre 201; 7 e 29 dicembre 2012. 21 gennaio 2013).

i Motori di ricerca Rimandano a notizie della carta stampata? Occorre stabilire le regole per questi accessi, altrimenti alla carta stampata i costi ed al web i ricavi. No buono.

Dum Romae consulitur … mentre a Roma si discute …la Francia si è mossa! Infatti a Roma il 25 ottobre scorso gli editori francesi, tedeschi ed italiani hanno sottoscritto un appello ai rispettivi governi affinchè remuneri l’utilizzo delle “loro” notizie da parte di chi le “usa” per attrarre pubblicità remunerata.

Eric Schmidt

Nel frattempo, la Francia si è mossa! Infatti Il Presidente francese Hollande e il Presidente di Google Eric Schmidt si sono accordati: Google (50 miliardi di dollari USA di fatturato l’anno), per un periodo fra i tre e i cinque anni, verserà 60 milioni di Euro l’anno ad un fondo francese, il Digital Publishing Innovation Fund il quale che finanzierà progetti in grado di aiutare la carta stampata alla transizione verso il web in materia di informazione. Poi si vedrà.

Quindi, le notizie via web saranno sempre più numerose e la carta stampata sarà sempre più di approfondimento. Come affermava l’Ing. De Benedetti. Attraverso Google? Attraverso altri motori di ricerca?

E perché la carta stampata italiana non si consorzia e crea il proprio motore di ricerca “made in Italy”?

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DALL’ALPI ALLE PIRAMIDI …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Febbraio, 2013 @ 9:05 am

Detto altrimenti: facciamo giustizia, in tutta Italia, in ogni settore

Fare giustizia nel senso di indagare, eventualmente giudicare, eventualmente punire. Ma soprattutto, fare giustizia nel senso di “operare in modo giusto”, secundum jus, secondo la legge, nell’ordine: morale e civile. Evitando che siano necessari i processi.

Quando ero a capo di Spa solevo dire ai miei collaboratori: “Di ogni vostro intervento, fate un intervento seriale: se vedete una cosa che non va bene, domandatevi se e dove il fatto si può ripetere e intervenite a livello di sistema”.

MPS. Ora l’esame si allarga a molte altre banche del Regno. A molte altre? A tutte si deve allargare, dico io. Del Regno? Ma quale Regno, direte voi! Ve lo spiego subito: al “regno” delle banche, della finanza fatta da chi non avrebbe dovuto farla.

Lo stesso esame a tappeto va fatto su tutti i costi e spese della politica, su tutti i furti della politica, su tutti i finanziamenti – anche privati – ai partiti, su tutte le gestioni delle grandi società pubbliche, su tutti i grandi appalti, su tutte le Fondazioni e Associazioni (almeno le maggiori).

E “facciamo giustizia” anche sull’ordine delle “priorità”: Vi sembra prioritario il TAV (decine di miliardi di euro) e i cacciabombardieri F35 (idem) oppure gli investimenti per: occupazione, sanità, ricerca, istruzione, difesa del suolo, differenziazione delle fonti energetiche, rivalutazione delle pensioni minime, riduzione della pressione fiscale su imprese e famiglie, etc.?

… no, non sono un novello Savonarola, anche perchè non vorrei finire così …

No, non sono un novello Savonarola il quale, come è noto, il 6 aprile 1491, mercoledì di Pasqua, secondo tradizione, predicò a Palazzo Vecchio in Firenze, davanti alla Signoria, affermando che “il bene e il male d’una città provengono dai suoi capi, ma essi sono superbi e corrotti, sfruttano i poveri, impongono tasse onerose, falsificano la moneta”.

Solo che o risolviamo la Questione Morale o non se ne esce. Tutto qui. Che credete? Che io sia un idealista? Ma va … molto egoisticamente, voglio solo che vi siano le condizioni a che sia tolto il blocco della rivalutazione della mia pensioncina … tutto qui.

Fine del post

“Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

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ACCADEMIA ROVERETANA DEGLI AGIATI: MITO E ATTUALITA’ NEI GENERI DIONISIACI AD ATENE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Febbraio, 2013 @ 7:15 am

Detto altrimenti: il Trentino di Rovereto, una entusiasmante lectio magistralis del Professor Bernhard Zimmermann presso l’Accademia Roveretana degli Agiati, Presidente il Professor Fabrizio Rasera.

(In collaborazione con l’Associazione Italiana di Cultura Classica, Delegazione di Trento, nella splendida Sala – stracolma per l’occasione! – del Palazzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, Rovereto)

L’Accademia Roveretana degli Agiati di Scienze, Lettere ed Arti è un’istituzione culturale nata a Rovereto nel 1750. Venne fondata da alcuni giovani studiosi vicini a Girolamo Tartarotti e guidati da Giuseppe Valeriano Vannetti. L’Accademia aggregò sia studiosi locali sia esponenti della cultura italiana ed internazionale, fra cui Carlo Goldoni, Antonio Rosmini, Alessandro Manzoni, Riccardo Zandonai, Fortunato Depero, Vigilio Inama. Bernhard Zimmermann è professore di letteratura greca presso l’Albert-Ludwigs-Univertitaet di Freiburg (D), e Presidente federale del Deutscher Altphilologenverband e Vicepresidente dell’Akademie der Wissenschaftn di Heidelberg.

Il Presidente Rasera introduce la conferenza del Prof. Zimmermann

Avevo appena finito di leggere il libro “Il mondo di Atene” di Luciano Canfora (Ed. Laterza) e ascoltato le conferenze sull’origine della commedia e della tragedia greca presso l’Accademia delle Muse a Trento, per cui non potevo mancare alla conferenza del Professor Zimmermann, grazie all’invito estesomi dall’amico Ruggero Polito, Presidente Emerito del Tribunale di Rovereto.  Materia da specialisti, dirà qualcuno. E invece no. Riflessioni per tutti. Eccole.

La cultura affascina. Tanto per cominciare, l’impressione che si ricava dall’ascoltare Zimmermann è la stessa che ho provato nell’ascoltare l’esecuzione al fortepiano (da parte della splendida Stefania Neonato) o alla chitarra classica (da parte dell’eccezionale Carlo Fierens) di un difficilissimo brano di musica classica: la molteplicità dei toni, la pluralità degli argomenti, la ricchezza delle sfumature che Zimmermann gestisce con assoluta naturalezza – e per di più in un ricco italiano – lascia semplicemente affascinati.

La cultura è universale. Noi “Latini” giustamente ci sentiamo eredi della cultura greca e conseguentemente latina (Graecia capta ferum victorem cepit) … anche se poi scopriamo che gli iscritti alle nostre università diminuiscono a decine di migliaia e che vi è chi afferma che “il latino ed il greco” sono lingue morte, non servono …”. Eredi “ingrati” di quella cultura (“insieme di conoscenze”) ecco che facciamo un’altra “scoperta”: non siamo gli unici eredi, gli eredi universali di quel tesoro.

La cultura unisce. Personaggi come Zimmermann sono quello che sono grazie al fatto che amano l’oggetto del loro interesse. E persone che amano lo stesso oggetto non possono essere reciprocamente “lontane, assenti”, bensì strettamente legate fra loro. Anche attraverso questa via si arriverà, mi auguro, agli Stati Uniti d’Europa.

La cultura è sempre attuale. E veniamo alla materia della relazione. Siamo in Atene, nel quinto secolo a. C.. Le feste “Grandi Dionisie” (Dionisie Cittadine) erano organizzate in onore del dio Dioniso al quale era consacrata la città. Cinque giornate di festeggiamento incentrati sulla rappresentazione di quattro generi letterari: ditirambo, tragedia commedia, dramma satiresco. Una esaltazione di molti valori: del cittadino ateniese, della Polis (città stato), della democrazia, delle gloriose tradizioni nazionali, nella loro “attualizzazione” (ecco il titolo dato alla conferenza), cioè, esaltazione del passato quale strumento per la valutazione e guida per il presente, per il “loro” presente (V° sec. a. C.), che io mi permetto di estendere sino ad essere strumento di comprensione e di valutazione del “nostro” presente (2013 d. C.).

Nota del redattore

Luciano Canfora, op. cit.: Atene democratica. Alla maniera di Pericle. La popolazione dell’ ”impero” ateniese, e cioè di tutte le popolazioni delle città “alleate” (rectius, sottomesse alla dominatrice Atene) era di circa 300.000 persone. I cittadini ateniesi con diritto di partecipazione e voto all’assemblea generale cittadina solo 30.000. All’assemblea prendevano parte solo in 5.000 e quando l’araldo annunciava che si poteva prendere la parola, interveniva Pericle e diceva: “Possono parlare tutti, si … anche voi, poveri contadini (ignoranti, n.d.r.)”. Quindi, una democrazia sui generis, tuttavia una democrazia. Come la nostra attuale del resto, “grazie” all’attuale legge elettorale … che ha retrocesso i cittadini a “contadini d’una volta”, nobilissime persone – ci mancherebbe altro! – ma relegate “nell’impotenza da ignoranza e nell’ignoranza da impotenza” (impotenza politica, s’intende!).

Ma torniamo alla conferenza.

La cultura è confronto civile. Le rappresentazioni teatrali mettevano in evidenza la tribù cittadina che le aveva organizzate e finanziate (oggi potremmo paragonarle alle “feste” dei vari partiti politici), l’autore (poeta, tragediografo, commediografo) e comunque, indistintamente, erano motivo di orgoglio per ogni cittadino rispetto a chi cittadino non era. Si trattava di una “gara letteraria” (oggi diremmo “competizione politica”) nella quale ogni tribù cittadina metteva in evidenza il “proprio meglio” e non il “peggio dell’avversario”. Non proprio come accade oggi, purtroppo …

La cultura ammaestra. Infatti, le varie rappresentazioni, nelle loro varie forme letterarie, si rifacevano ai miti o alla storia passata per valutare, gestire e migliorare il presente: il passato svolgeva un ruolo fondamentale in quanto dettava il criterio per la valutazione del presente. E l’insegnamento principe che impartiva (ed impartisce!) alle generazioni è che uniti si vince e che il male peggiore possibile è la guerra civile (oggi, l’esistenza di caste che si contrappongono e schiacciano gli “altri”).

La cultura è memoria. E veniamo alla “seconda attualità”, quella che ci riporta ai giorni nostri. Anche noi abbiamo i nostri “miti”: Giuseppe Garibaldi, ad esempio, sicuramente personaggio “storico” ma anche “mitico” o quanto meno anche “miticizzato”. E con lui il “mito” dell’Unità d’Italia, la quale “storicamente” è consistita in una sola “liberazione” (quella del Trentino) e in tre “conquiste”(lo Stato della Chiesa, l’Alto Adige, ed il Regno delle due Sicilie). Ma soprattutto abbiamo la nostra “Storia” con la S maiuscola: il Rinascimento, lo spirito autentico del Risorgimento; il coraggio della resistenza pur nella sconfitta; la Storia delle nostre Menti Letterarie, Scientifiche, Politiche, Sociali.

La cultura ci sprona. Ecco il richiamo che ho personalmente tratto dalla esposizione di Zimmermann: anch’io voglio (ritornare ad) essere orgoglioso della mia Polis; anch’io voglio che alla “Assemblea Generale” (cioè a votare alle prossime elezioni) vadano tutti gli equivalenti di quei 30.000 cittadini (e non solo quei 5.000 aficionados); anch’io voglio che presto, a votare, vadano tutti gli equivalenti di quei 300.000 e cioè tutti i cittadini degli Stati Uniti d’Europa.

Vielen Dank, Herr Professor Zimmermnann und herzliche Glückwunsch Ihrer Kenntnis der italienischen Sprache. Molte grazie, Accademia degli Agiati. Invitatemi ancora alle Vostre iniziative, trovate il mio indirizzo sull’elenco del telefono di Trento (oppure: riccardo.lucatti@virgilio.it).

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“Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

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