MPS VERITA’

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Marzo, 2013 @ 4:34 pm

Detto altrimenti i bilanci, ora “veri” dicono che … che in due anni la banca ha perso sette miliardi di euro.

… ma è la foto o la banca a reclinarsi …?

Ogni perdita economica riduce il patrimonio. Patrimonio che peraltro si dichiara “rafforzato” dal prestito del Tesoro di 4 miliardi ad interesse. Ma se si tratta di un prestito ad interesse, non è “patrimonio attivo” ma un ulteriore debito, che aumenta il passivo patrimoniale non l’attivo e quindi diminuisce il valore patrimoniale netto, non l’aumenta. Vabbè … ma questi sono dettagli … E intanto si va affermando che, ove mancassero i 500 milioni da pagare gli interessi al Tesoro, li si pagheranno in azioni, per cui il Tesoro diverrà, piano piano, l’azionista (di riferimento? Principale? Di maggioranza relativa? Assoluta?) della banca. Eh si … è proprio il caso di “pubblicizzarle” (il contrario di privatizzarle) queste banche, perché fino a quando va bene, si pagano stipendi e buonuscite milionarie (uei, raga …. on mi dite che quando siamo passati dalle lire all’euro voi avete detto: “Quanto era la mia buonuscita? Quaranta milioni (di lire, n.d.r.)? Ebbene, resti tale: quaranta milioni (di euro, n.d.r.) … Non ci posso credere!

E se va male? Se va male, se “si è venuta creando una situazione” (negativa, n.d.r), interviene il Tesoro, cioè lo Stato, cioè noi … il pubblico … ed allora, visto che le banche sono “alimentate” con denaro pubblico, che siano pubbliche!

In compenso … in compenso cosa? In compenso niente! Infatti l’economia in ”recestagnazione” non autorizza piani di ripresa se non basati su chiusura di finali (200 entro marzo e 200 entro dicembre), la riduzione del personale (-2565 dipendenti, a valere sulla riduzione di 4.640 prevista entro il 2015).

Che dire? Tutto è successo per due motivi:

1) la banca, invece di “fare banca” (raccogliere risparmio e prestarlo a chi lo richiede), si è messa “fare finanza”, cioè a “giocare”, a “speculare” in borsa, su titoli, su mille operazioni finanziarie d’ogni tipo … “tanto noi siamo to big ti fail, to important to jail, troppo grandi per essere lasciati fallire, troppo importanti per essere incarcerati”. Ma il rallentamento dell’economia ha rallentato il gioco e l’ultimo della fila …, aspetta aspetta, si è trovato in mano un cerino acceso quasi del tutto consumato che gli ha bruciato le dita;
2) chi ha operato, con ogni probabilità (aspettiamo le sentenze definitive) avrebbe approfittato della sua posizione per far sì che sui suoi conti correnti, a sua insaputa, arrivassero decine e decine di milioni di euro. Ma fosse tutto li, il danno! E invece no, Perché l’interesse (illecito e privato) a (comunque) intascare la “provvigione”, ha spinto quei signori verso operazioni che hanno semidistrutto la banca: ed ecco un danno ben maggiore della “provvigione” (illecitamente) percepita!

Eppure, le banche sono super controllate: dalla Banca d’Italia; dalle direttive ABI (la loro associazione di categoria); dai loro stessi Consigli di Amministrazione; dai collegi sindacali; dai revisori esterni; dai certificatori dei bilanci e della “qualità”… insomma, manca solo il controllo del parroco – o del vescovo per le banche di dimensioni maggiori – e poi siamo al completo.

Che? Che dite? Manca il Papa? No, non disturbo Papa Francesco perché presto dovrà controllare la sua delle banche … e avrà il suo bel daffare … no … non lo assilliamo …

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“NOTE D’ALTRI TEMPI” … A TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Marzo, 2013 @ 11:37 am

Detto altrimenti: “Tre passeggiate musicali tra palazzi, rogge e vecchi salici”

Franco Bertoldi

“Trento 1957: con voi, allegri buffoni o tristi vittime del secolo che corre è andata via anche Trento d’una volta. Al suo posto sta nascendo la città moderna, quella con le linee d’autobus, con le luci al neon, con i problemi stanziali che la affaticano. Una Trento pettinata dai piani urbanistici e affollata da casamenti razionali. Una Trento pulita ogni notte dall’acqua degli idranti. Una città destinata a fare da capoluogo; ma ormai uscita senza remissione dalla giovinezza campagnola che la rasserenava e la abbelliva. In essa sono rimasti gli antichi monumenti, le antiche vie, i vicoli sommessi, e rimarranno a testimoniare una vetustà ch’è prova di nobile stirpe. A questa nobiltà io dedico appunto le mie pagine, ed a voi, cittadini lettori, ora che la mia fatica e la vostra pazienza sono finite.
Al vostro servizio, cicerone distratto da ogni volto nuovo, dall’improvviso ridere d’un bimbo, da un ricordo affettuoso, ho fatto conoscenza con la nostra città, con le sue strade e soprattutto con la sua gente, tutti miei amici.”

Dal libro di Franco Bertoldi “Vecchia Trento” (Ed. Monauni, 1957, con fotografie d’epoca, disegni di Polo, riproduzioni di stampe dell’Ottocento, pag 185) attinenti al luogo dove si trova la sala del primo concerto.

Barbara Bertoldi

Prosegue Barbara Bertoldi: “Così concludeva mio padre, Franco Bertoldi, nel 1957 il suo libro sulla Trento d’un tempo, quella che in quegli anni non c’era già più e che ora c’è ancor meno, pur se noi camminiamo per quelle stesse strade vecchie, che tanto hanno visto della nostra storia locale. Partendo dal suo testo l’Associazione Lucilla May vorrebbe raccontare alcuni vecchi quartieri del centro storico utilizzando pochi stralci tratti appunto da “Vecchia Trento”, e proporre al contempo, al pubblico trentino e non, tre concerti in alcuni dei luoghi descritti dal libro. Si vorrebbe offrire così una certa continuità tra passato artistico-storico e presente, sia da un punto di vista culturale, relativamente all’origine di luoghi quotidianamente frequentati da ciascuno di noi, ma dei quali raramente si conosce la storia, che sotto un aspetto per così dire affettivo, presentando i ricordi di uno studioso scomparso alcuni anni or sono, ma conosciuto da tanti trentini, e che è bello ritrovare in pagine che dimostrano l’amore per la propria città”.

Nel corso dei concerti saranno letti dal libro “Vecchia Trento” citato.

Ensemble degli affetti

Primo Concerto, domenica 7 aprile 2013, ore 18,00 Museo di Scienze Naturali, Via Caleppini, Trento,

Marco Scavazza, cantante; “Ensemble degli Affetti”: Adriano Dallape, clavicembalo e organo; Sergio La Vaccara, Andrea Marmolejo, violino; Barbara Bertoldi, violoncello; Fabio Conte, violone.

Programma (eseguito su strumenti originali dell’epoca):

G.F. Handel , “Cuopre talvolta il cielo”, HWV 98, Sonata a tre
J.S. Bach, “Amor traditor” BWV 203
G.F.. Handel, Concerto per organo e 2 violini
G.F. Handel, “Spande ancor a mio dispetto”,  HWV 165

Secondo concerto, domenica 14 aprile 2013, Chiesa di via del Suffragio, ore 20,30

Organista Roberto Antonello e gruppo vocale: Cantemus Domino (che introdurrà con gregoriani alcuni brani)

In Programma musiche di :

N. De Grygni             Inno ave maris stella

Tierce en taille

Point d’Orgue

J. S. Bach                   Fuga sopra il Magnificat

Corale Schubler “Meine Seele herhebt”

J. Titeluze                   Inno su Salve Regina

Couperin                     dalla Messa dei Conventi e delle Parrocchie

Testo attinente al luogo del concerto

Terzo Concerto, sabato 20 aprile Chiesa di SS.Trinità ore 18,30

Quartetto degli Affetti

Giordano Pegoraro

In programma musiche di :

A. Falconiero              Passacaglia

Fantasia

G.B. Bononcini          Sonata a tre

A. Bonporti                Ciaccona

A. Corelli                    Sonata da Chiesa op. 1

D. Gabrielli                 Sonata per violoncello e b.c.

G.F.Heandel               Concerto per cembalo e 2 violini

Testo inerente la sede del concerto.

 

 

 

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MUSICA GIOVANE, ANZI GIOVANISSIMA, A TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Marzo, 2013 @ 9:24 am

Detto altrimenti: Barbara Bertoldi e le sue giovani promesse

Leonardo, Virginia, Paola, Kiara – in arte Cell, Lo, Fan, S

I giovanissimi violoncellisti Leonardo Tomasi, Virginia Ciech, Paola Rizzo e Kiara Kilianska, in arte rispettivamente Cel, Lo, Fan, S – cioè il quartetto di violoncelli “Cellofans”, i loro fun li hanno già, e come! Hanno partecipato alla rassegna “Incontri sul palcoscenico” a Castelfranco Veneto organizzata da ESTA Italia (European String Teachers Association) ed è molto, molto probabile che siano chiamati ad esibirsi al concerto conclusivo “Rassegna di Cremona” il 19 maggio prossimo, insieme ad altri giovanissimi musicisti scelti nell’ambito degli incontri “Musica d’insieme” fra tutte le città d’Italia. Potremo immaginare di organizzare un pullman per assistere alla loro esecuzione!

 

Barbara Bertoldi

Qualche post fa – il 15 marzo scorso – ve li avevo già frettolosamente presentati, insieme alla loro insegnante. Barbara Bertoldi, studia, suona, insegna. Ottima musicista (vedere il post successivo), le soddisfazioni maggiori le trae dall’insegnamento, dai “suoi figli d’arte”, che accompagna per circa dieci anni, diciamo grosso modo sino al loro ingresso al Conservatorio a al Liceo Musicale. Ma torniamo ai ragazzi. Sono allievi della Scuola Minipolifonici di Trento, fondata circa 30 anni fa da Nicola Conci ed ora diretta da Stefano Chicco. Alla scuola sono iscritti ben 600 allievi che frequentano le sedi di Trento, Villazzano, Cognola e Ravina. La scuola è aperta ad allievi di tutte le età, nessuno strumento escluso. Si tratta di una scuola “di formazione musicale” la quale diffonde l’amore per la musica che il più delle volte porta gli allievi a proseguire presso altre scuole verso il conseguimento del diploma musicale. E proprio perché vuole “diffondere” vi si accede senza selezione alcuna.

Il quartetto Cellofans, il nome … così giovani, quasi protetti dal velo di cellofan dell’amorevole attenzione della loro Maestra … seri, impegnati, attenti, severi e garbatamente esigenti l’uno con l’altro, si incitano, si correggono, si comprendono e si aiutano a vicenda. Sono già un ensemble! Suonare “insieme”, operare “insieme”, vivere “insieme”, comunicare cioè communiter agere cioè agire insieme … lo stanno già imparando … e vi pare poco? In un mondo che ha sacrificato tutto sull’altare di chi grida più forte, del web impersonale, il “fare musica insieme” educa all’attenzione all’ “Altro”, quella attenzione al “volto” dell’Altro,  esaltata dal filosofo Emmanuel Levinas come l’attenzione dovuta a chi – tramite il proprio volto che ci guarda – richiede la nostra attenzione, la nostra risposta alla sua domanda di umanità e di comunità.

Bravi ragazzi! Brava Barbara!

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PARLAMENTO, TERZI, LORENZO DELLAI E ALTRE OSSERVAZIONI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Marzo, 2013 @ 5:37 pm

Detto altrimenti: le dirette (questa è di pochi minuti fa, quindi ecco un  “post” in diretta!) ci obbligano a prendere posizione, anche a Trento


1) L’ex Ministro Terzi improvvisamente ieri ha affermato che “… per i marò avrei voluto altra soluzione, quindi mi dimetto”. Oggi il Presidente Monti ci ricorda come – sempre, anche pubblicamente – Terzi avesse condiviso la decisione assunta dal Governo. Anche per questo sia il Presidente Napolitano che il Presidente Monti sono rimasti quanto meno sconcertati dalle sue inaspettate dimissioni “a sorpresa”. Cui prodest? cui bono? Chi trarrà vantaggio da questo “Io non gioco più”? Lo vedremo presto quali sviluppi potrà avere questa mossa che – a sentire alcuni lettori che mi hanno telefonato – sembrerebbe essere una “scilipotata” (il termine fra virgolette è mio … l’ho utilizzato solo per farmi capire con poche parole, anzi, con una sola, non certo per biasimare il precedente comportamento di un Parlamentare, ci mancherebbe altro!).

2) Ma io … che ne penso? Io … ricordo una volta … ero direttore di una società presieduta da un politico, il Sen. Bruno Kessler, a Trento. Casualmente mi trovai perente ad una sua presa di posizione di reazione ad un voltafaccia di una persona, operato a suo danno. Disse: “Gli scrivo … anzi no. Lo voglio incontrare, lo voglio guardare negli occhi, mi deve guardare negli occhi. Bisogna essere capaci di guardarsi negli occhi”. Ecco, quella frase, quell’atteggiamento di tanti anni fa mi è rimasto impresso vivo nella mente e negli occhi come se fosse di ieri.

3) Ma andiamo avanti. Mentre il Presidente Monti parla, si levano insulti e interruzioni. Un deputato (Buttiglione) ricorda al Presidente della Camera che tali persone, a termini di regolamento devono essere richiamate ed anche espulse dall’aula. Ecco, questo è a mio parere un fatto gravissimo, la violazione di una norma e di una “forma” che valgono più di qualsiasi sostanza, perché – la violazione – tende ad impedire la manifestazione di qualsiasi sostanza … di qualsiasi sostanza, lo ripeto. Condannerò sempre e comunque la “pretesa ragione di chi grida più forte”. Anche se avesse ragione.

4) Un esponente del penultimo governo (Brunetta) attacca duramente il Presidente del Governo dimissionario. Al di là di quanto di vero o falso potesse esserci nelle sue affermazioni all’ “arma bianca”, l’interveniente si è dimenticato di dire perché fu necessario chiamare “quel” governo – oggi tanto criticato -alla guida del Paese ….

5) “ha la parola il deputato Dellai” … ma la regia interrompe la diretta, volendo approfondire con commentatori diversi quanto sino a quel punto detto. Mi domando: non vi è la possibilità di organizzare un servizio per il quale anche noi, qui dal lontano e montuoso Trentino, si possano ascoltare gli interventi dei nostri Parlamentari?

6) Consultazioni – 1) Il Presidente Napolitano ha affidato l’incarico esplorativo per la formazione del Governo alla persona cui obiettivamente spettava secondo le nostre regole e consuetudini. Sta a quella persona avanzare proposte alle altre forze politiche, che le possono accettare o meno. Non il contrario. Infatti spesso mi è capitato, anche a livello locale, di assistere al comportamento di minoranze che hanno cercato di interpretare al rovescio il proprio ruolo, e cioè hanno continuato a proporre interventi di governo evitando di discutere, anche criticandole, le proposte avanzate dalla maggioranza. Mutatis mutandis, mi pare che anche nel caso delle attuali consultazioni nazionali per la formazione del governo, si assista alla stessa “manovra”, per di più “gridata” dalle piazze a folle esaltate (o esaltanti … non so se sono io che utilizzo il vocabolo sbagliato o se è opera del correttore automatico del computer …). Le parti “non incaricate” dei sondaggi e delle consultazioni” propongono la “loro” soluzione (una), o “nessuna soluzione” (l’altra), dichiarando che se essa non fosse accettata, la responsabilità della ingovernabilità ricadrebbe sulla parte formalmente incaricata e delegata dal Capo dello Stato.

Chi ha la maggioranza, anche minima, ha il diritto dovere di tentare … chi è in minoranza, anche se di poco, non ha il diritto di proporre e se gli altri non ci stanno è colpa loro … solo che purtroppo pare che paghi il gridare di più …

7) Consultazioni -2) Diretta streaming della riunione Bersani – M5S. Trasparenza? No, telecontrollo da parte del  Grande Fratello (Beppe G. Orwell 1984). Valore democratico? Nessuno. Solo finzione, recita, teatrino. E certo non da parte di Bersani.

8) Gaetano Salvemini, in “Le origini del fascismo in Italia – Lezioni di Harvard” (le Feltrinelli, Milano 1966) ci insegna che la democrazia si basa sul governo della maggioranza; in assenza, sul governo della necessaria coalizione di maggioranza; che le piccole minoranze sono una garanzia per la democrazia; che se una minoranza non è piccola, bensì grande e si rifiuta di consentire la governabilità, è a rischio la democrazia.

Ho numerato i vari concetti sopra esposti al fine di facilitare il compito di chi volesse – e me lo auguro - eventualmente  intervenire. Non ho la pretesa di “avere ragione” su nessuno degli otto punti,  ma solo quella di porre il problema, di invitare alla riflessione e quindi mi auguro – alla comunicazione.

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LO STATO PAGA LE IMPRESE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Marzo, 2013 @ 10:00 am

Detto altrimenti: un’onda da 70 miliardi

La prassi di pagare a tot giorni, anni, mesi … io non l’ho mai approvata. Nella mia vita ho fatto anche il consulente. Una volta mi dissero: “Noi paghiamo a 90 giorni”. Io risposi: “Qui essere cammelli, dove essere tue piastre?” In altre parole: lavoro “a vista”? Pagamento “a vista”. Quando l’ impresa ero io, pagavo consulenti e fornitori a vista. E invece no. Le pubbliche amministrazioni hanno deciso di pagare a tot anni! E le imprese fornitrici entrano in affanno, cercano crediti bancari (che non esistono), falliscono.

Ora il governo ha deciso di “sbloccare” pagamenti per 40-70 miliardi. Ma come “girano” i soldi? Ecco qui:

1) Per reperire i fondi necessari, lo Stato deve aumentare il proprio indebitamento;
2) Taluno dice: non è un aiuto alle imprese, ma alle banche e alle loro società di factoring che nel frattempo hanno scontato i crediti delle imprese o hanno concesso anticipi sul conto corrente.

Alla prima osservazione rispondo: le imprese hanno fornito beni e servizi allo Stato. Lo Stato non le ha pagate. Lo Stato siamo noi. Con il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, lo “sbilancio” in capo alle imprese si spalma come maggiore indebitamento di ogni cittadino. Praticamente si tratta di una tassa a fronte di un servizio già ricevuto. Una “tassa” quindi, non una imposta, finalizzata allo sviluppo economico e non a sprechi di vario genere.

Alla seconda osservazione replico: “regalo alle banche?” No, perchè anche se i denari “entrassero in banca e non nelle casse delle imprese, le imprese avrebbero comunque un vantaggio, perché si rendono nuovamente libere presso le banche le linee di credito utilizzabili per ulteriori utilizzi dello stesso tipo (factoring) o di tipo diverso. Purchè.

Purchè le banche, dopo essere state rimborsate, aprano nuovo credito. Altrimenti ha ragione chi dice che si aiutano le banche e non le imprese.

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POLIS, CITTA’, STATO: OCCUPARE, OCCUPARSI, PREOCCUPARSI?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Marzo, 2013 @ 8:42 am

Detto altrimenti: leader “da competizione”

Occupare, invadere, possedere presidiare. Occuparsi, prendersi cura. Preoccuparsi, prendersi urgentemente cura. Ecco, le parole sono pietre, diceva Don Milani … e aveva ragione! Occuparsi della Polis o occupare posizioni dalle quali – volendo – ci si potrebbe “eventualmente anche” occupare della Polis? Al “Me ne frego (e occupo)!” di tristissima memoria, Don Milani contrapponeva “I care”, cioè “io mi prendo cura di”.

Papa Francesco ci sprona a non perdere la Speranza.

“Giorno verrà …”

In tal senso (ma è una semplice coincidenza!) un leader (BER …) delle tre principali formazioni politiche invita, parla, grida, incita ad avere speranza, che con lui si risolve tutto, che tanto abbiamo ben 8.000 miliardi di ricchezza privata … E la gente, stanca, stressata, spaventata … si aggrappa a questa “promessa di speranza”. Costui invade le TV e grida alle piazze, con il braccio destro proteso in una sorta di semi saluto romano, alternativamente con la mano aperta o chiusa a pugno, innalza per l’aere roboanti domande retoriche sollecitando ed ottenendo altrettanto roboanti risposte corali. “A chi la Presidenza della Repubblica”? E tutti in divisa, non più con il fez, bensì con cappellino bianco e biglietto del metro pagato: “A noi!” 

Te la do io la fiducia …

Un altro leader (GRI …), all’opposto, grida che è tutto sbagliato, che questo modello non ha futuro e che bisogna stravolgere tutto, attraverso una nuova rivoluzione culturale. Costui schiaccia le TV con il suo web e anch’egli grida alle piazze. Ma mentre il primo “politico urlatore” (ricordate i cantanti urlatori, tipo Tony Dallara?) grida prospettando latte e miele, costui grida evidenziando le miserie dell’ “attuale regime dei morti viventi”. Anche costui ha un gran seguito di gente arrabbiata, stanca, desiderosa di cambiamenti radicali. Caratteristica di questo gruppo è il “pensiero unico” di un’unica mente, di una sorta di Grande Fratello Web che aspira al 100% dei consensi, per instaurare una democratica dittatura. Aristofane, nella commedia “I cavalieri”, racconta che gli aristocratici ateniesi, per contrapporsi al popolare Cleone, assoldarono un venditore di salsicce noto per la forza tonante della sua voce, dicendogli: “Se griderai più forte di Cleone, avremo vinto!”.

Vabbè che gutta cavat lapidem … ma … est modus in rebus

Vi è poi in terzo leader (BER …) il quale sta utilizzando il registro giusto in un ambiente sbagliato. Cerca di ragionare, di far ragionare, non grida, non alza la voce. Si rivolge alla ragione più che alla pancia.

Infine, il quarto leader (MON …) è a capo di una formazione numericamente minore, non grida, parla, soprattutto all’estero, e si rivolge esclusivamente alla ragione.

Il risultato? L’ingovernabilità.

 

 

 

Chi dobbiamo ringraziare? Chi ha partorito l’attuale legge elettorale, anzi due leggi elettorali fra di loro “disincronizzate”: una per la Camera ed una per il Senato: è un po’ come dover guidare una “quattro per quattro” con le ruote anteriori a marcia avanti e le posteriori a marcia indietro.

 

 

E io, cosa mi auguro? Nell’ordine: escludo l’ingovernabilità; escludo soluzioni non democratiche; escludo chi non dia garanzia di moralità. Per il resto, ogni soluzione mi va bene, purchè RAPIDA!

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MARO’ – Aggiornamento

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Marzo, 2013 @ 5:15 pm

Detto altrimenti: audizione odierna alla Camera dei Deputati (trasmessa in diretta da RAI News 24) dei Ministri della Difesa Di Bella e degli esteri Terzi.

Il Ministro degli Esteri Terzi espone i fatti e annuncia in diretta le sue dimissioni, stante la non condivisione della decisione del Governo di rimandare in India i marò. Il Ministro della Difesa Di Bella accenna alla sua contrarietà rispetto alla decisione presa dal Governo. Non si dimette.

I fatti

Sulla base di una “espressione” dell’ONU, l’Italia, in data 2 agosto 2011 (Berlusconi/Larussa) si è dotata della L. 2.08.2011 n. 130 , approvata dal parlamento a larga maggioranza, per prevedere la presenza di nostri militari (e non di contractor privati) quale scorta armata delle navi civili, in mari esposti agli attacchi dei pirati. In questi casi (intervista esterna al Dr. Paolo Magri – ISPI, Istituto per gli Studi di politica internazionale ) è prassi che i paesi interessati stipulino i cosiddetti SFA, che sono gli accordi internazionali per garantire l’immunità funzionale a detti militari. Il che non è stato fatto.

Si è chiesto: 1) chi ha sbagliato; 2) che sia documentato quale fosse il “punto nave” al momento della sparatoria, e cioè se la nave fosse in acque internazionali o indiane; 3) chi abbia dato l’ordine di far rientrare la nave in porto; se i due marò fossero gli unici militari a bordo; 4) chi fosse il militare a capo del gruppo; quali fossero le regole di ingaggio; 5) chi abbia ordinato/permesso ai marò di scendere a terra; 6) l’esibizione di una copia del documento che garantirebbe la non applicazione della pena di morte; 7) cosa ne è stato dell’accordo Italia – India circa il trasferimento delle persone condannate; 8) chi avrebbe deciso l’invio dei marò in India, visto che i due Ministri si sono dichiarati contrari a quella decisione; 9) cosa si intende fare per evitare altri casi del genere; 10) se il rinvio in India di marò non sia in contropartita di un accordo di fornitura all’India da parte di imprese italiane; 11) che a riferire alla Camera sia il Presidente del Consiglio.

E’ stata lamentata la presenza in aula del Presidente del Consiglio dei Ministri (impegnato in consultazioni con il capo dello Stato e che comunque interverrà domani). E’ stato “auspicato” che in casi del genere la decisione sulla rotta sia affidata ai militari; è stato lodato il comportamento dei marò e delle loro famiglie; si è notato (Dr. Paolo Magri, v. sopra)  che il Giudice Presidente del Tribunale Speciale incaricato del processo è abilitato a condannare sino ad un massimo di sei anni di carcere.

Mio commento: dall’inizio (nel 2011): incompletezza,   superficialità, confusione, irresponsabilità. Registro il primo intervento dei 5Stelle, On. Alessandro Di Battista: puntuale sulla richiesta di accertare i presupposti della questione; polemico sulla superficialità della sua gestione.

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IL CERVELLONE A CACCIA DI EVASORI ED ELUSORI DI: 1) IMPOSTE E TASSE – 2) CONTROLLI E GIUSTIZIA SOCIALE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Marzo, 2013 @ 2:52 pm

Detto altrimenti: adesso che l’Agenzia delle Entrate ha il cervellone …

Premessa: la “sanzione cipriota”, a mio avviso, non è una “cattiveria Merkel”, bensì un giusto monito a tutti i paradisi fiscali. Ciò premesso …

il cervellone dell’Agenzia delle Entrate non deve essere usato solo per contrastare solo l’ evasione e l’elusione di imposte e tasse, ma anche per controllare le spese di sacche gestionali oggi troppo “indipendenti” quali, ad esempio, le Fondazioni d’ogni tipo. Inoltre il cervellone deve censire l’intero sistema dei cosiddetti “diritti di acquisiti di porzioni rilevanti di ingiustizia sociale”: mi riferisco all’insieme delle super retribuzioni, super cumuli super pensioni, super benefit. Esempi di situazioni abnormi ne abbiamo a iosa, basta navigare in internet o chiederne l’elenco a Milena Gabanelli.

Infatti la “mia” Italia, la “nostra” Italia, non può più permettersi queste “dimenticanze”. Già, perché se la sanzione cipriota oggi si deve leggere nel senso positivo di cui alla premessa, è pur vero che se non invertiamo la rotta, presto lo stesso intervento potrebbe essere applicato anche nei confronti di quegli 8.000 miliardi di euro di ricchezza privata italiana che Berlusconi ha calcolato esistere nel Paese. E’ questo che vogliamo?

Filippo Turati

Nel frattempo? Nel frattempo arriverà un’altra “stangata”. Infatti occorre finanziare i 70 miliardi di pagamenti dagli Enti Pubblici alle imprese, e prima o poi salteranno fuori anche i debiti delle spa pubbliche, fino ad oggi anch’essi non conteggiati all’interno di quei famosi 2.000 miliardi di debito che poi oggi sono già ben di più … Solo che molta gente gente non ce la farà a sopportarla … ed allora, che vogliamo? Dare ragione a chi si è posto contro tutto e contro tutti? A chi grida al “tanto peggio tanto meglio”? Vogliamo una rivoluzione? Io si, ne vorrei una, ma quella che a suo tempo auspicava Turati: più scuole, più biblioteche, più cultura … e “quindi” più benessere per tutti.

Italia mia, benchè 'l parlar sia indarno a le piaghe mortali che nel bel corpo tuo sì spesse veggio ...

 

Dice … ma la moralizzazione che richiedi non basterà a coprire le necessità finanziarie … Certo, ma se moralizziamo il sistema, probabilmente il sistema riuscirà a riscrivere l’ordine delle priorità, e così come ha fermato il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, potrà fermare gli F35, il TAV etc.. per fissare nuove e più impellenti priorità, quale quella di non far finire sulla strada (letteralmente, sulla strada) milioni (milioni) di persone e di famiglie.

 

 

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LA RES PUBLICA, LOCALE O STATALE, NON E’ UNA SPA, TUTTAVIA …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Marzo, 2013 @ 12:23 pm

Detto altrimenti: … tuttavia, se nella cultura delle Spa c’è qualcosa di buono, perché non copiarlo anche nella gestione della res pubblica, cioè della cosa pubblica?

Navigo con la mente fra le mie esperienze di lavoro e di vita …

Caso 1 (l’altro ieri)

SpA privata. Ero responsabile del settore organizzazione, finanza, bilancio e controllo. Una volta all’anno gli azionisti ci incontravano in modo informale e ci aggiornavano sull’andamento e sulle prospettive del gruppo industriale di appartenenza. Tenendo conto di ciò, noi liberamente aggiornavamo, di anno in anno, il nostro piano aziendale di sviluppo triennale, che pertanto era definito “scorrevole”. Nel far ciò si teneva conto dell’andamento del mercato, del grado di evoluzione del nostro prodotto, della concorrenza, dell’andamento dell’inflazione, dei costo del denaro, della presumibile politiche dei dividendi, etc.. Insomma, di ogni possibile variabile.

Sulla base del piano triennale redigevamo il budget (previsione) annuale, dettagliatissimo per ogni voce statistica, di costi, ricavi, entrate ed uscite finanziarie. Ogni mese veniva verificato l’andamento della società rispetto al budget annuale. Se nel frattempo intervenivano fattori nuovi, se ne teneva conto, si modificava la strategia operativa, ma non si modificava il valore del budget, in quanto ogni scostamento da quanto noi stessi avevamo previsto, anche se dovuto ad imprevisti, sarebbe stato valutato come nostra incapacità di prevedere l’imprevedibile.

Infine, nel valutare la qualità della nostra gestione, gli Azionisti verificano nell’ordine: 1) se il budget era stato previsto bene, cioè pienamente raggiunto; 2) se il risultato economico era positivo, 3) se il risultato economico positivo era tale da remunerare l’intero capitale investito. Per cui, se a budget avevamo previsto un risultato +3 e se avevamo ottenuto un risultato +3, potevamo tuttavia essere giudicati inutili (cioè negativamente) in quanto ottimi gestori ma di una impresa non redditizia, se per assicurare un equo rendimento al loro capitale investito avessimo dovuto prevedere e generare un utile  +5.

Caso 2 (ieri)

Ero responsabile di una Spa a maggioranza pubblica i cui ricavi erano determinati da tariffe pubbliche. Invano, per anni, chiesi all’azionista pubblico indicazioni di massima che mi consentissero di redigere un piano triennale scorrevole (vedi esperienza precedente). Niente. Spesso apprendevo le notizie che riguardavano la spa dalla lettura dei giornali. Ero quindi costretto a gestire la spa “a vista”, pur avendo concessioni e ammortamenti trentennali! Nel mio ufficio attaccai un cartello che recitava: “Fasi della programmazione: 1) Entusiasmo, 2) Perplessità; 3) Ritorno alla realtà, 4) Ricerca del colpevole; 5) Punizione dell’innocente, 6) Lode ad estranei”. Se e come Dio volle, riuscii ugualmente a portare a termine positivamente l’impresa. Ma si fa così … si fa?

Caso 3 (oggi e domani)

Ora mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori una considerazione. Possedendo un semplice personal computer (€500,00, IVA inclusa) ed una piccola macchina calcolatrice tascabile HP Finanziaria 12 C (€64,00, IVA inclusa), si può in pochi minuti prevedere l’andamento dello sviluppo dell’indebitamento, dei flussi finanziari, della consistenza patrimoniale, del risultato economico, etc. di ogni “entità” (pubblica o privata) economica e/o finanziaria, nelle varie ipotesi di variazione di ogni possibile variabile.

Pertanto mi domando: in questa travagliata e rischiosissima fase della nostra politica, c’è qualcuno che, utilizzando il suo PC e la suddetta macchinetta, stia prevedendo quale sarà il maggiore fabbisogno finanziario del paese non dico dei prossimi tre anni, ma almeno dei prossimi sei mesi? C’è qualcuno che sta cercando di ipotizzare come fare fronte a tali crescenti esigenze senza aumentare indiscriminatamente la fiscalità, e quindi senza gravare su fasce di popolazione e di impresa che già oggi sono alla canna del gas o quasi?

 

Il Belgio vive dal 2010 uno stato di crisi latente, con un esecutivo formato di fatto dopo 541 giorni di crisi dagli sconfitti alle elezioni e composto per 10 dodicesimi da ministri già impegnati nel governo precedente. Ma l’economia del Paese è una delle più sane dell’Europa, nonostante la crisi.

 

 

Un miracolo? Forse. Non voglio dire che si possa fare a meno di un governo, né che l’Italia sia uguale al Belgio. Voglio semplicemente dire che, in qualche luogo, le cose funzionano senza bisogno di giudici e carabinieri con il codice ed il mitra spianato. E che quindi esiste obiettivamente la possibilità che un sistema sia migliorato dal “basso”, da parte degli amministrati e non degli amministratori, sempre che gli amministrati abbiano senso civico e autodisciplina. Il che purtroppo non pare sia il caso nostro.

Io fare passi indietro? Tiè!
Io fare passi indietro? Tiè!

 

E allora? Allora esigiamo che gli amministratori – burocrati, quando gli amministratori- politici sono “assenti per elezioni o altro – diventino essi gli amministratori del Paese, come del fecero i funzionari e la burocrazia nel 1919, al tempo dell’assenteismo di Saverio Nitti, quasi sempre a Parigi a godersi la città con la scusa di risolvere la “questione adriatica” (Fiume, Zara, etc.), invece di starsene a Roma a lavorare per il Paese.

 

 

 

Dici che corro troppo e da solo? Ma no …

E che costoro lavorino secondo il sistema del mio primo esempio, segnalando a gran voce l’allargarsi del buco finanziario, delle crescenti emergenze del paese, per contribuire in tal modo a mettere di fronte alle proprie responsabilità chi non sa fare passi indietro dopo avere tanto demeritato sino a guadagnarsi lo spot della Ford per le sue autovetture da vendersi in India (v, tre post fa) e chi di passi in avanti ne vuole fare tanti, troppi, di corsa, volendo essere l’unico concorrente sulla pista della Democrazia (v. due post fa).

 

 

Con riferimento all’ultimo personaggio cui ho fatto riferimento, ricordo che il fascismo prese piede anche per la incapacità di reagire della popolazione ai molteplici, gravi segnali e fattacci premonitori da parte di una minoranza che non accettava di comunicare con le altre forze politiche.

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LETTERA APERTA A MARIO MONTI, DA TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Marzo, 2013 @ 9:32 am

Detto altrimenti: o felè fa ‘l to’ mestè

Pasticcere milanese

 Caro Presidente, la frase qui sopra riportata è in dialetto milanese. Io non sono un “Lumbard” ma ma ho lavorato a Milano oltre dieci anni, e qualcosa mi è rimasto … Sai cosa vuol dire quella frase? Vuol dire “Pasticcere fa il tuo mestiere” che ulteriormente tradotto significa “ognuno faccia il mestiere suo”.

Ora la gestione politica di questa delicatissima fase pare che non sia “arte tua” (questa espressione è napoletana). E non per Tua colpa, ci mancherebbe altro! Solo che a Milano montagne ne avete poche, quindi hai avuto poche possibilità di allenarTi nello slalom speciale e soprattutto nella discesa libera della  … politica … libera sì, ma controllata, altrimenti si finisce per schiantarsi contro gli alberi del bordo pista!

Ecco. Noi Trentini Ti stimiamo,  Ti vogliamo bene e abbiamo pensato di darTi una mano: Ti abbiamo mandato da Trento una persona che da una vita si è allenata sulle nostre montagne … lasciale quindi maggiore spazio, (magari anche tutto lo spazio), fai correre lui … sai, a me hanno sempre detto che è importante saper fare le cose, ma che se non le sai fare è importante saper trovare chi le sa fare al posto tuo … e lasciarlo lavorare.

Parliamoci chiaro. Un progetto si costruisce mattone dopo mattone, anzi, masso dopo masso, e il macigno che Lorenzo Dellai aveva posizionato nell’edificazione del tuo progetto era tale da consentirne la posa di altri fino alla realizzazione dell’intera muraglia. Dellai Presidente della Camera avrebbe avuto un effetto catalizzatore … una maggiore legittimazione a “comunicare” … ma tant’è, ormai è latte versato, sunk fund, soldi spesi, affondati, dicono gli inglesi. Pensiamo al futuro. Abbiamo da misurarci con la seconda manche della discesa libera. Vedi un po’ Tu di fare una riflessione. E scusa se mi sono permesso ..

Grazie comunque per avermi letto sin qui.
Distinti saluti

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