SPENDING REVIU’ ANCHE IN TIVU’

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Marzo, 2013 @ 2:18 pm

Detto altrimenti, lo so che si dovrebbe scrivere review …. ma “reviù” fa meglio la rima …

 

Benigni sul palcoscenico in S. Croce a Firenze

Uei … raga! Lo sapete che i miei due autori preferiti sono Dante e Manzoni? Che quando ho appreso che su RAI 2 (RAI 2? Sorpresa, dopo tutti quei filmetti scemi sulla polizia stradale americana … cheppalle! A dire il vero me lo sarei aspettato su RAI 3, ma fa lo stesso, meglio tardi che mai) … che su RAI 2, dicevo, l’ottimo Benigni in prima serata avrebbe commentato Dante, sono stato veramente felice.
Io amo Dante. Eppoi il mi’ babbo gli è toscano, sicchè … eccomi spaparanzato davanti al teleschermo. Dodici serate … uaooo!
Mappoi … mappoi apprendo che lo sceir (lo so che non si scrive così, lo so!), cioè l’indice di ascolto è solo del 3%! E che ogni per ogni puntata Benigni riceve €300.000,00 (trecentomila).
Che dire? Troppo basso il 3% e troppo alti i 300.000.

Dice … ma ora forse lo spostiamo in seconda serata. Ah, se è così … vabbè … allora …

 

 

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VUOLE ESTENDERE LA GARANZIA ANCHE AL SECONDO ANNO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Marzo, 2013 @ 8:17 am

Detto altrimenti: no grazie. Infatti …

La legge prevede che il compratore di un bene  (macchinetta per il caffè, TV, lavatrice etc.) sia garantito per due anni. Ma come?

Il primo anno dal fabbricante “A”. Il secondo dal venditore “B”. Ed ecco che spesso, dal venditore B, vi sentite chiedere se volete acquistare (a pagamento, s’intende) la copertura assicurativa per il secondo anno, nel senso che in tal modo è lui che si assicura, non voi che assicurati lo siete già. Infatti se il guasto si verifica nel secondo anno, tenuto a riparare il guasto sarebbe il venditore. Se invece voi cadete nella trappola e vi assicurate, lui è liberato da ogni obbligo.
Morale: non stipulate una assicurazione (per il secondo anno) a fronte di un rischio già coperto per legge dalla garanzia (del venditore).

Eppoi, attenti alla “rottura di scatole” cioè a non rompere le scatole …. no, cosa avete capito … non sto dicendo che non dovete disturbare qualcuno … solo che dovete conservare integre le scatole, gli imballaggi, perché la garanzia vale se l’oggetto viene rispedito per la riparazione dentro il suo imballaggio originale. Ma sono tante, le scatole, sono ingombranti, direte voi. Niente paura: cambiate casa e andate ad abitare in una più grande, con una stanza in più. Oppure smontate diligentemente le scatole, appiattitele senza rovinarle e ricoveratele sotto il vostro letto matrimoniale. Come? Non siete sposati? Bè, questa potrebbe essere l’occasione per prendere moglie/marito: almeno potrete dire che il matrimonio è tutto tranne che … una rottura di scatole!

E conservate lo scontrino d’acquisto! Dove? Incollato alla scatola!

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POLITICA SOTTO TUTELA, DUE VOLTE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Marzo, 2013 @ 7:41 am

Detto altrimenti: diciamo pane al pane e vino al vino … grazie, San Giorgio!

 

Un moderno S. Giorgio uccide il drago che aveva condotto la politica sul marciapiede …

Il secondo ventennio, maggioranze bulgare, riforme non fatte, crisi crescente anche se “la crisi non c’è”, e poi …

… improvvisamente l’inverno scorso … politica commissariata da “S. Giorgio sui Monti”.

Dopo 15 mesi, “non ci piaci più” in chiave pre elettorale. Si spianano i Monti.

Nel frattempo, i “mai più” e i “mai con”: mai più con la sinistra; mai con la destra; mai con quella coalizione; mai in una grande coalizione; mai un governo di centro sinistra; mai più con lui; mai con loro (fermate le cavallette, anzi i grilli!). Impasse politico.

Altro commissariamento, il Venerdì Santo di Passione della S. Pasqua 2013: secondo intervento di S. Giorgio. San Giorgio fa sedere i politici attorno ad un tavolo, li induce a ragionare su temi concreti ed urgenti, affiancati da esperti “non politici”. Ma non avrebbero potuto farlo loro, da soli, molto prima? Grazie, S. Giorgio!

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PATRIMONIALE CIPRIOTA E ITALIANA PROSSIMA VENTURA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Marzo, 2013 @ 7:17 am

Detto altrimenti: effetto domino in arrivo?

Ricordate Berlusconi? L’Italia è ricca! Ha 8.000 miliardi di ricchezza privata = A
Cipro: patrimoniale del 37% sui conti over 100.000  = B

In Germania hanno iniziato a fare A+B = C  cioè C, dove C= PI, Patrimoniale Italia (“l’Italia è ricca, si può salvare da sola”)

Strano che Silvio non ci abbia pensato …. lui che come tutti del resto, soprattutto di fronte al fisco …. sono portati a piangere miseria, non ad ostentare ricchezza …

Cipro, patrimoniale iniqua, lineare. Salvata la fascia sotto i 100.000, per gli altri patrimoniale identica, al milionario come alla famiglia che dopo una vita di risparmi, ha accumulato il suo piccolo tesoretto ….

Italia, stesso problema con l’IMU prima casa. Migliaia di famiglie si sono indebitate per pagare l’imposta, migliaia hanno perso la casa, milioni di famiglie sono sul punto di non poterla più mantenere (mutuo, spese condominiale, imposte).

Quindi, nell’ipotizzare una nuova patrimoniale Italia, occorrerebbe tenere presente tre caratteristiche necessarie:

• la franchigia, nel senso di stabilire una fascia di esenzione;
• la progressività, per le fasce successive;
• la distinzione fra patrimoni liquidi e/o produttivi di reddito finanziario e patrimoni non liquidi, colpendo i quali si manderebbero in fallimento molte famiglie.

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NEGOZIOFOBIA – GRILLO E LA CONTRORIFORMA DEL LINGUAGGIO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Marzo, 2013 @ 11:21 pm

Detto altrimenti : Grillo non mente (da www.narcolessico.wordpress.com)

La sua verità, semplicemente, è come la forma logica nelle proposizioni di Wittgenstein: non viene detta, è mostrata.
Quando Grillo dice che “gli altri”, “i partiti”, “la casta” e, più in generale, tutte le figure del Potere da abbattere “non hanno nemmeno il linguaggio per capire”, non dice la verità, però la mostra.
È falso, cioè, che il M5S abbia prodotto nuove categorie del pensiero politico, tali da determinare un ritardo nella loro corretta identificazione da parte delle altre forze politiche. È vero però che Grillo gioca la carta di una riforma del linguaggio i cui effetti non siano implementabili nei circuiti della negoziazione politica abituale.
Si tratta, precisamente, di una controriforma, termine con il quale intendo rendere l’analogo profano dell’omonimo sacro. Così come la controriforma aveva stabilito l’impossibilità di mettere in discussione il contenuto religioso incardinandolo attorno al frame cognitivo del dogma, la controriforma del linguaggio ascrivibile al Grillismo mostra (senza affermare, come si diceva sopra) l’impossibilità di mettere in discussione la Realtà, incardinandola attorno al frame cognitivo del suo riconoscimento immediato e diretto.
Poiché quest’ultimo non può non imporsi a chi non sia in malafede, la realtà è data come chiara e inderogabile e derubrica, in quanto tale, la possibilità stessa del negoziato e della trattativa, da cui – non a caso – i grillini dichiarano di volersi programmaticamente astenere. Negoziato e compromesso vengono rigettati non già in ragione di una diversa concezione della Realtà bensì in ragione del fatto che una delle due parti ritiene impossibile che possa esistere una diversa concezione della Realtà. È per questo che i grillini non sanno rispondere alle domande. Perché non si aspettano che gliele facciate.
Il grillino si concepisce come testimone di una Realtà che gli è completamente dischiusa dalla trasparenza della rete. È la rete, in questo sistema, a fornire le risposte. L’umanità deve solo formulare domande. Detto altrimenti “Chi ti paga?” lo può chiedere chiunque. La risposta, tuttavia, non sarà fornita dalla persona cui è indirizzata la domanda, bensì dalla Rete. Le persone, colte in stesse, sono semplicemente giustapposte e cosmologicamente indipendenti (“uno vale uno”): qualora vogliano sapere qualcosa una dell’altra non entrano in comunicazione fra loro (cosa che infatti è proibita ai grillini) e, piuttosto, lasciano che la Rete racconti loro la verità di cui hanno bisogno. È la rete, e solo la rete, che risponde. Le persone no, le persone fanno solo domande.

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Il PRESIDENTE NAPOLITANO, L’UOVO DI PASQUA CON SORPRESA, IL VENERDI’ SANTO DI PASSIONE (altro post praticamente in tempo reale)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Marzo, 2013 @ 2:46 pm

Detto altrimenti: varie ed eventuali … ma mica tanto varie … Es ist immer die gleiche Geschichte, è sempre la stessa storia …. (post scritto prima di conoscere i nomi dei partecipanti alle due commissioni propositive che Napolitano comunicherà nel pomeriggio)


Varie ed eventuali: per chi non lo sapesse: spesso, così si chiama l’ultimo punto all’ordine del giorno delle sedute dei consigli di amministrazione o delle assemblee degli azionisti di molte società per azioni. E mentre gli astanti sono già quasi tutti in piedi, mentre stanno raccogliendo le carte, pregustando una sosta liberatoria al WC o l’accensione della sospirata sigaretta, tutti comunque con la mete già rivolta al prossimo impegno, ecco che talvolta qualcuno propone l’approvazione di scelte importanti, le quali spesso sono frettolosamente approvate da una maggioranza stanca e distratta ….

Ma che mi state combinando?

Quali forze politiche? Soprattutto le tre numericamente più rilevanti, soprattutto due ma anche la terza.

Quelle che hanno partorito il porcellum dell’ingovernabilità, e non mi si dica che “tanto anche gli altri ne hanno approfittato alla camera, del premio di maggioranza!”, perché io lamento che l’attuale legge elettorale … siano due: una per il senato e duna per la camera. Un po’ come guidare una 4×4 con le motrici anteriori a marcia avanti e le posteriori a marcia indietro. E poi quelle che la mattina insultano e il pomeriggio corteggiano

Quelle che hanno vinto alla Camera, che almeno politicamente avrebbero potuto essere un po’ più furbe e invece di dire “No, tu no! (condoglianze alla famiglia per la scomparsa di Enzo Jannacci), avrebbero potuto dire: “Con te? Si, a queste condizioni: ….. e se non le accetti sei tu che ti assumi responsabilità gravi”. Invece dicendo a priori “No, tu no”, si sono esposte alla mossa del gatto Silv … estro che va in giro dicendo: “Io gli ho teso la mano ma è lui che non vuole giocare, è lui, è Pier .. ino!”

Quella che il Papa Francesco, parlando in generale, s’intende, ha parlato dei moderni Ponzio Pilato che non si vogliono assumere responsabilità.

Dum Romae consulitur, Italia expugnatur, mentre a Roma si discute l’Italia è “espugnata”: dalla crisi, dallo spread. Ogni punto di spread, se l’aumento fosse applicato a tutti i titoli del debito pubblico (il che per fortuna non è, stante le diverse scadenze delle varie tranche del debito!) su base annua vale l’1% di 2.000 miliardi, cioè 20 miliardi di interessi in più da pagare (di tasse), cioè quattro l’IMU delle prime case!

E allora, le prime due forze provino, entrambe, a metter in piazza altri due capi, uno per ciascuno. La terza, sia astenga, se proprio non la vuol dare, questa fiducia. E così iniziamo. Intanto ‘l metum, poi ‘l vedum, dicono a Milano … intanto la mettiamo lì, poi vediamo …

Ma ce ne è ancora una, di forza. si, lo so, è al governo: e allora che governi, che provi a mandare avanti le cose più urgenti: ad esempio, per l’ILVA, come la mettiamo? E la copertura dei pagamenti dello Stato, delle PP. AA. delle SpA pubbliche ai privati, oltre 100 miliardi, come la garantiamo? Dai che lavoro ne avete da fare, volendo. E poi, anch’essa, passi la conduzione politica ad altra persona lasciando libero il Presidente del Consiglio dei Ministri di lavorare, ora che è anche Ministro degli Esteri!

Lorenzo Dellai

Ma a chi dare spazio politico, direte voi? A chi? Ma se noi da Trento gli abbiamo mandato una persona che mentre lui si negava al PD, il PD stesso proponeva quale Presidente della Camera … Hast du capirt, oder? Hai capito o no? Dicono in slang a Monaco di Baviera …

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ENZO JANNACCI. E’ MANCATO. UN RICORDO. UN OMAGGIO. UN PAIO DI SCARPE DA TENNIS

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Marzo, 2013 @ 8:39 am

Detto altrimenti: un poeta, più popolare, più musicalmente ruvido, se vogliamo, di Fabrizio De Andrè, ma sempre poeta, creatore. Grazie Enzo, ci mancherai (in corsivo la traduzione dalla lingua, cioè la traduzione dalla lingua dialettale)

Che scuse’, ma mi vori cuntav d’un me amis che l’era anda a fa’l bagn sul stradun, per andare all’idroscalo l’era li’, e l’amore lo colpi’.  El purtava i scarp de tennis, el parlava de per lu, rincorreva già da tempo un bel sogno d’amore. El purtava i scarp de tennis, el g’aveva du occ de bun, l’era il prim a mena via, perche’ l’era un barbun.

Scusatemi, Ma vorrei raccontarvi di un mio amico che era andato a fare un bagno sullo stradone, per andare all’Idroscalo era lì, e l’amore lo colpì. Lui portava le scarpe da tennis, lui parlava da solo, rincorreva già da tempo un bel sogno d’amore. Portava le scarpe da tennis, aveva due occhi da persona buona, era il primo ad andare via, perché era un barbone.

Un bel di’, che l’era dre’ a parla’ de per lu, l’aveva vista passa’ bianca e rossa, che pareva il tricolore ma po lu, l’e’ sta bon pu’ de parla’.

Un bel giorno, mentre era dietro a parlare da solo, l’aveva vista passare bianca e rossa, che pareva il tricolore ma dopo quella volta lui, non è più stato capace di parlare.

El purtava i scarp de tennis, el parlava de per lu, rincorreva gia’ da tempo un bel sogno d’amore. El purtava i scarp de tennis, el g’aveva du occ de bun, l’era il prim a mena via, perche’ l’era un barbon.

Lui portava le scarpe da tennis, lui parlava da solo, rincorreva già da tempo un bel sogno d’amore. Lui portava le scarpe da tennis, aveva due occhi da persona buona era il primo ad andare via, perché era un barbone.

Un bel di a che’l pover diavul che riva na machina, ven giu’ vun e domanda: “Ohè!” “Chi a mi?” “Si’, a lu, savaria, savaria no per piasee’ la strada per andare all’aeroporto Forlanini?” “No, signore non sono mai stato io all’aeroporto Forlanini, non lo so in due l’e’.” “La strada per andare all’Idroscalo, almeno, la conosce?” Si, l’Idroscalo al so in dua l’e’, al meni mi all’Idroscalo, vengo su anch’io sulla macchina, e’ forte questa, e’ forte la macchina.” “Lasa sta la machina barbon.” “No, signore vengo anch’io sulla macchina, non sono mai stato su una macchina io. Bella questa macchina…Ferma signore, che’l me lasa, che’l me lasa giu chi che sono arrivato,un piasee’ che’l se ferma chi”

Un bel giorno (accanto) a quel povero diavolo si ferma una macchina, esce fuori uno e gli chiede “Ohe!” “Dici a me?” “Sì, a te, sapresti per piacere la strada per andare all’aeroporto Forlanini?” “No signore, non sono mai stato io all’aeroporto Forlanini, non lo so dov’è” “La strada per andare all’Idroscalo, almeno, la conosce?” “Si, l’Idroscalo lo so dov’è, mi porti all’Idroscalo, salgo anch’io sulla macchina, è forte questa, è forte la macchina” “Lascia stare la macchina, barbone” “No signore, vengo anch’io sulla macchina, non sono mai stato su una macchina io. Bella questa macchina… Ferma signore,mi faccia scendere, mi faccia scendere che sono arrivato, per piacere si fermi qui”

Un paiseè, ch’el me lasa giò chi che anca mi go avu il mio grande amore roba minima, s’intend, s’intend roda da barbon.

Per piacere si fermi qui perché anche io ho avuto il mio grande amore, roba minima, s’intende, roba da barboni. 

El purtava i scarp de tennis, el parlava de per lu, rincorreva gia’ da tempo un bel sogno d’amore. El purtava i scarp de tennis, el g’aveva du occ de bun, l’era il prim a mena via, perche’ l’era un barbon.

Lui portava le scarpe da tennis, lui parlava da solo, rincorreva già da tempo un bel sogno d’amore. Portava le scarpe da tennis, aveva due occhi da persona buona era il primo ad andare via, perché era un barbone.

L’an trova, sota a un muc de carton, l’an guarda’ che’l pareva nisun l’an tuca che’l pareva che’l durmiva … lasa sta che l’e’ roba de barbon.

L’hanno trovato sotto un mucchio di cartoni l’hanno guardato come se non avessero visto nessuno l’hanno toccato per vedere se dormiva … lascia stare che è roba di barboni.

El purtava i scarp de tennis, el parlava de per lu, el purtava i scarp de tennis, perche’ l’era un barbun. El purtava i scarp de tennis, el parlava de per lu, el purtava i scarp de tennis, perche’ l’era un barbun.

Lui portava le scarpe da tennis, lui parlava da solo, rincorreva già da tempo un bel sogno d’amore. Portava le scarpe da tennis, aveva due occhi da persona buona era il primo ad andare via, perché era un barbone.

Quanti di noi, ancora oggi, parlano da soli? Dove è finita la comunicazione, l’azione comune, lo stare insieme, il vivere insieme, il crescere insieme, il fare politica insieme … senza gridare, senza offendersi ma dialogando civilmente? E invece ogni partito politico  “parla de per lu”! 

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USCIRE DALL’EURO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Marzo, 2013 @ 7:44 am

Detto altrimenti: indebolire l’Europa Nascente? Ma mi faccia il piacere, direbbe il principe de Curtis … alias Totò


Uei, raga … ma stiamo scherzando? Ma lo sapevate che dum Romae consulitur Saguntum expugnatur, mentre a Roma si discuteva se intervenire in aiuto della alleata Sagunto, i Cartaginesi la espugnavano!

Il computer con il quale sto scrivendo è fabbricato in Cina. Idem il mio giaccone imbottito, il mio berrettino da sole e tante altre cose … ll Presidente cinese ha terminato il suo giro di accordi commerciali, finanziari, industriali in Africa. E noi? Noi cantiamo o sole mio e faccetta nera aspetta e spera che la Cina s’avvicina … e soprattutto stiamo lavorando per formare il nuovo governo. Ah … dico io, se è così, vabbè …

Dice … ma noi mica possiamo competere con la Cina! D’accordo, ma possiamo ben accorgerci che la Cina sta aprendo una filiale della Bank of China ed una della sua Agenzia di Rating a Milano, per valutare quali aziende comperarsi in Italia! A quando la nostra ERA European Rating Agency?

Dice, ma anche noi,. a suo tempo …negli Usa un certo ligure (Amadeo Giannini) aveva fondato la Bank of Italy (1904) poi diventata la Bank of America, la prima banca in America, siamo stati bravi (non lo sapevate, vero?). Si, dico io, “stati”, siamo stati, ma ora? Dice … ora abbiamo il Montepaschi … ah … vabbè ….

Dice … ma oggi c’è qualcuno che afferma di voler cambiare (di colpo) il nostro modello di sviluppo, lavorare 20 ore, uscire dall’euro, insomma, quasi un ritorno alla natura, alla vita più semplice. Ok, dico io, un esame di coscienza sull’attuale modello di sviluppo va fatto, ma niente “saltus” please, natura non facit saltus, ed io non voglio agire “contro natura”.

Piuttosto, che ne dite invece se fondassimo gli Stati Uniti d’Europa basati innanzi tutto su comuni regole di civiltà, umanità, onestà, moderazione, collaborazione, cooperazione, sviluppo, equità, prospettiva di futuro? Già mezzo secolo fa ce lo stava suggerendo un certo Altiero Spinelli, con il suo MFE, Movimento Federalista Europeo, ma si vede che noi siamo capatosta, teste dure …

La galleria dei personaggi raffigurati? Per par condicio, due comici e due seri.

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LA NOSTRA PRODUZIONE IN INDIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Marzo, 2013 @ 6:31 am

Detto altrimenti: .. e poi ci lamentiamo che qui da noi manca il lavoro …

Ben più di dieci, veri e non immaginari, indiani e non americani

TG3 del 29 marzo 2013, ore 19,00 – Un servizio riguarda una breve intervista a due soci imprenditori, un indiano ed un italiano, all’interno di un capannone nel cui interno decine e decine di “piccoli indiani” sono intenti a cucire abiti: “Certo che il fatto dei marò ci crea qualche preoccupazione per la nostra attività: speriamo che la questione sia risolta presto”, affermano. Il commentatore osserva che l’interesse delle due persone è che il posto di lavoro dei loro dipendenti, che guadagnano 150 dollari USA al mese, non sia compromesso, e con esso la loro attività imprenditoriale.

“Ci faccio un post”, esclamo. E mia moglie: “Ma sono cose note, dai ..”. Si, ribatto io, ma quello che voglio sottolineare è l’assuefazione del commentatore al fatto dei 150 dollari e alla delocalizzazione del “nostro” lavoro. Infatti l’intervista era tutta impostata sugli effetti che il marò affair “può avere” sull’economia locale “loro” e non sugli effetti che la delocalizzazione “ha” sull’economia locale “nostra”.

Le stelle ci sono. A quando le nostre strisce?

Come se ne esce? Il politico guarda alle prossime elezioni, lo statista alle prossime generazione, affermava Alcide Degasperi. Ora io non sono uno “statista”, ma la mia idea ce l’ho ugualmente: se costituissimo gli Stati Uniti d’Europa (USE, oppure, in francese EUE) e insieme agli USA stabilissimo leggi comuni in materia di difesa, sicurezza, welfare, diritti civili e del lavoro, regole ambientali ed energetiche, bancarie, finanziarie, etc. potremmo ben esigere che per relazionarsi con i nostri due sistemi di Stati sia necessario essere “certificati”, cioè dimostrare e documentare l’adozione delle stesse regole di civiltà.

Un’utopia? Può darsi, ma nella vita bisogna sempre coltivare un’utopia … anche perchè “le utopie fanno crescere” ci insegna Papa Francesco!…. Altro che uscire dall’Euro!

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LE CONTRADDIZIONI DI GRILLO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Marzo, 2013 @ 7:40 pm

Detto altrimenti: le contraddizioni del grillopensiero, l’unico pensiero. Gli altri? Copia-incolla …

Il governo non serve! Però se lo danno a te, si?!

Ma se Napolitano conferisse a te l’incarico che hai meno voto della coalizione di sinistra, poi ti presenti in Parlamento a chiedere la fiducia a quelli che hai vaffanculato fino a un minuto prima?

In passato i governi hanno fatto molti danni? Si è vero, ma se tu puoi parlare così è perché non hanno distrutto la democrazia, che è malata … d’accordo, ma la malattia non conduce necessariamente alla morte: infatti può condurre anche alla sola invalidità ma soprattutto, la malattia, se ben curata, spesso conduce anche alla guarigione, e tu, invece, la democrazia la vuoi uccidere, mi pare … con il tuo “voglio il 100%!”

Triste, Beppe, tristissimo, il teatrino delle marionette senza un guizzo di pensiero proprio che tu mandi avanti a ripetere le stesse cose, a recitare il copione …mi riferisco al piano istituzionale … sugli altri argomenti vedremo appena si inizierà a lavorare …

No Beppe. se tu andassi al governo, io sarei all’opposizione, anche se per me il primo problema da risolvere è quello morale. Solo che io anelo ad una morale democratica, non monocratica.

Ma non ti riconosco proprio alcun merito? No, non è così … le acque le hai ben smosse. Ma ora occorre governare, non stressare il sistema con l’obiettivo del “tanto peggio tanto meglio”. C’è già troppa gente che star peggio di così non può. Perché vuoi puntare sulla crescita del loro numero? Tu sicuramente puoi permetterti di sopportare aumento delle tasse, diminuzione del welfare, etc.. TU hai i soldi, te li sei guadagnati. Ma c’è tanta altra gente che ha sudato una vita e non può permettersi questo lusso. Cosa prometti loro? Una rivoluzione sociale, politica, economica, abbozzata in venti capitoletti? Non ti pare un po’ troppo superficiale, ad esempio, il tuo  “usciamo dall’euro con un referendum”? Lo sai, sarebbe ingannare la gente, e tu e Casaleggio lo sapete benissimo: la gente voterebbe con la pancia senza che  capire – almeno nella stragrande maggioranza dei casi –  quali sarebbero gli  effetti di una simile decisione. In altre parole; daresti loro molta, tanta democrazia formale ma li deruberesti della loro democrazia sostanziale. Dai Beppe, che ne capimmu, niatri nu semmu nesci, ci capiamo, non siamo stupidi: né tu né io. Te lo dico in altri dialetti, così la capisce mezza Italia: “accà nisciuno è fesso”; “schersuma nen, nè monsu’;”Co fu? Vossia …  voli babbiare?”; “Oh nini, tira via, gnamo, falla finita co’ ste bischerate, un lo vedi che ‘sta mattina un è serata?”

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