TRE FATTI GRAVISSIMI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Maggio, 2013 @ 7:33 am

Qualcuno mi dice che io scrivo tanto. Un amico che io scrivo “troppo”. Ma io preferisco scrivere “troppo” piuttosto che “tacere”.

Detto altrimenti: tre fatti gravissimi, diversi fra di loro, intollerabili, che elenco in ordine di gravità crescente.

1) Furti dei bagagli in aeroporto. In diversi areoporti italiani gli impiegati Alitalia e di ditte esterne aprivano i bagagli dei passeggeri prima di scaricarli dalla stiva dell’aereo: rubavano oggetti, denaro, gioielli e vandalizzavano i colli privi di beni “interessanti”. Filmati da telecamere nascoste, ne sono stati arrestati ben 86. Mi auguro che le pene che saranno loro irrorate siano le più aspre possibili: infatti hanno compiuto ben quattro reati: furto (reato n. 1) e danneggiamento (reato n. 2) di beni privati; danneggiamento dell’immagine dell’Italia (reato n. 3) e del suo turismo e quindi delle sue risorse finanziare (reato n. 4). Il tutto con l’aggravante della violazione degli obblighi imposti dal loro contratto di lavoro e dell’avere agito “in associazione a delinquere”. Mi aspetto quindi una condanna esemplare per ogni singolo reato.

2) Emigrazione di laureati. Un mio amico, persona che ricopre una posizione di assoluto livello, dotata di conoscenza, di conoscenze e di mezzi, ha mandato all’estero i suoi due figli laureati: uno in Germania ed uno in USA. Che dire? Il mio amico, con la posizione che ricopre, avrebbe ben potuto “collocarli in qualche modo” in Italia. No. Per loro egli ha voluto un futuro serio, non un “futuro qualunque” (il quale tuttavia, per tantissimi altri giovani, sarebbe gìà stato un enorme risultato!). L’Italia non offre un futuro, depredata com’è da evasione ed elusione fiscale, dalla corruzione, dalla mala politica. La storia si ripete: quando il Nord conquistò il Sud (1860), lo depredò: di denaro, di riserve auree, di banche, di industrie ferroviarie (che erano l’eccellenza dell’epoca), di acciaierie, di contratti commerciali con l’estero, etc.. Quel territorio si impoverì. I migliori emigrarono. Restò la gente meno preparata, più povera, meno istruita. Senza futuro. E noi, oggi, vogliamo un’Italia senza futuro?

3) Violenza sulle Donne. A Ostia, una Donna trentenne è stata accoltellata ed uccisa in mezzo alla strada, sul litorale romano. A Castagneto Carducci (LI), dove lavorava, una Donna di 19 anni è stata violentata e poi strangolata. Che dire? Lanciare una campagna del tipo di quella che si lanciò contro la figlia dell’evasore fiscale, rappresentato in TV come persona abietta. E la pena per crimini del genere? Lavori forzati a vita. Non esiste nel nostro codice penale questo tipo di pena? Introduciamolo, ed estendiamolo anche ad un reato oggi non contemplato: la tortura.

Ma voglio dire di più: la violenza fisica contro le Donne (perpetrata con sempre maggiore frequenza!) è l’estremizzazione di un’altra violenza, apparentemente minore ma assai più diffusa: quella della emarginazione femminile dai ruoli apicali pubblici e privati e da livelli retributivi pari a quelli degli uomini. La Storia del mondo è “farcita” dalla sopraffazione del maschio (volutamente non lo definisco “uomo”) sulla Donna. Sulla Donna, dalla quale tutti i “maschi” sono stati generati ed allevati. E’ ora “di finiamola”!

7 Comments »

LA COOPERAZIONE TRENTINA: IERI, OGGI, DOMANI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Maggio, 2013 @ 7:27 am

Detto altrimenti: historia magistra vitae

Premessa

Don Lorenzo Guetti

Si vedano i mie precedenti post del 24 aprile 2013; 3 dicembre 2012; 1 dicembre 2012, ma soprattutto quello del 21 novembre 2012 sulla figura di Don Lorenzo Guetti, il fondatore della Cooperazione Trentina,  raccontata da Don Marcello Farina.
Sulla crisi di Vienna, la cosiddetta grande deflazione, cornice della nascita della cooperazione, si veda il mio post dell’8 febbraio 2013.

Fine della premessa

Cooperazione, strumento nato dalla crisi per superare la crisi. Anche quella odierna. Cooperazione che attiva finanza a km. zero per finanziare le attività reali, e non le bolle finanziarie grandi 12 volte l’economia reale. La Storia maestra di vita. La crisi austriaca, oggi come ieri. La Storia della Cooperazione, l’attualità ed il futuro della Cooperazione. Lo studioso Luciano Imperadori e il Presidente della Federazione della Cooperazione Trentina Diego Schelfi, invitati dal Comune di Lavis (intervento del Sindaco Graziano Pellegrini e dell’Assessore Germana Comunell0) e dalle locali Associazioni Culturale Lavisana (introduzione del Presidente Daniele Donati) e Lavistaperta (saluto della Presidente Giovanna Endrizzi, intervento del Consigliere Graziano Tommasin), hanno tracciato una linea di continuità fra passato, presente e futuro.

Luciano Imperadori e Diego Schelfi

Cooperazione come dialogo, comunicazione, communis actio, azione comune. In ogni settore: nella politica, nel sociale, nell’economia. Trentino come modello della cooperazione a livello mondiale. Due fatti; nel 2012 l’ONU ha dichiarato l’anno come “L’anno mondiale della Cooperazione”; ancora, in Trentino continuano ad arrivare delegazioni da tutto il mondo per “vedere come si fa”. E in USA, dove sono sorte oltre 5.000 nuove piccole banche, le Community Banks? Al riguardo è stato ricordato che la più grande banca del mondo, la Bank of America, non è altro che lo sviluppo della piccola, antesignana Community Bank, la Bank of Italy, una sorta di banca cooperativa fondata da un Italiano, il Ligure Amadeo Giannini nel 1904 a San Francisco. Avrà pure un significato, tutto ciò!

Il “fatto cooperativo” è innanzi tutto un fatto sociale e morale. Sociale perché unisce e morale perché rimette ordine nella scala dei valori, spesso disorganizzata dall’uomo. E’ recentissima l’affermazione di Papa Francesco che l’impresa che pensa solo al bilancio e non anche principalmente all’uomo è “ingiusta e contro Dio”. Ora è pur vero che la religione non “è” la morale, bensì “ha” una morale, ma la morale della nostra religione è la stessa della morale laica, la quale, sin dai tempi di Hammurabi, aveva codificato “Non fare agli altri …; fai agli altri …”.

Cooperazione e Morale. Ecco che la Cooperazione ci riporta verso al soluzione di quello che a mio sommesso avviso è la prima questione odierna, la QM – Questione Morale, all’interno della cui soluzione trovano soluzione tutti gli altri problemi. Morale innanzi tutti come onestà di intenti. E di corretta comunicazione. Comunicazione, taluni dicono che deriva da cum munus, con un dono, unico, uguale per tutti. A me piace farla derivare da communis actio, azione comune per la ricerca del bene comune (ecco la “Morale”!). Azione comune iniziata con la responsabilità solidale illimitata dei soci delle prime entità cooperative, mirata ad ottenere dalle “banche vere, quelle grandi della città” i fidi necessari alla povera gente, purchè “galantuomini”. Superata poi dalla garanzia offerta dai capitali frutto di utili accumulati e non distribuiti.

On. Lorenzo Dellai

Azione comune alla quale si rifanno. sia pure inconsciamente, movimenti politici e d’idee moderni, unica soluzione per i problemi attuali. In diversi campi. In politica, cooperazione significa superamento delle ideologie e ricerca comune del bene comune. In tal senso il Trentino continua a dare un importante contributo, anche a livello nazionale, con i suoi uomini recentemente eletti in parlamento, ai quali occorre solo dare un minimo di tempo per trasferirvi i tesori dell’Esperienza del Laboratorio Trentino. Ma non basta. Infatti …

… L’Europa, l’UE, gli Stati Uniti d’Europa: cos’altro sono se non la trasposizione interstatale del concetto di cooperazione? E il MFE – Movimento federalista Europeo di Altiero Spinelli? Nome diverso, ma stesso concetto di fondo.

E veniamo a noi, ai problemi più impellenti, ad esempio al problema dell’occupazione giovanile. Il Presidente Schelfi ha citato il positivo esempio di una piccola cooperativa roveretana animata da giovani laureati che si sta avviando. A me piace tradurre in chiave seriale l’esempio. I tanti miei post precedenti ho sollecitato la destinazione di risorse pubbliche – recuperate dalla definizione di un diverso ordine delle priorità di spesa e di investimento – per il finanziamento dello start up di decine di migliaia di Cooperative Giovanili nel settore dei beni culturali artistici, naturalistici, della micro agricoltura, dell’artigianato (si veda da ultimo il mio post del 1 maggio 2013 ore 07,44). Ecco, io stesso, quasi inconsciamente, ero e sono diventato un paladino della cooperazione, posizione alla quale sono pervenuto – io, non Trentino di nascita ma solo d’acquisizione dopo 25 anni di residenza – non dalla Storia della cooperazione,  che pure conosco – ma da una convinzione interna, originaria, che poi con quella Storia si è saldata.

Mettiamole le strisce!

Cooperazione nazionale e internazionale, cooperative giovanili su vasta scala e Stati Uniti d’Europa: nell’idea di Don Lorenzo Guetti v’era già il germe di tutto ciò. Non facciamolo morire, coltiviamolo. E’ il futuro, non solo nostro ma dell’Umanità. E a Roma reclamiamo il Ministero della CNI – Cooperazione Nazionale ed Internazionale: quella nazionale per il progetto sopra delineato; quella internazionale per la redazione di un modello completo dei possibili Stati Uniti d’Europa, da porre sul tavolo della UE quale base per la discussione e la definizione di quello che sarà poi, auspicabilmente meglio prima che dopo, la struttura degli Stati Uniti d’Europa, sul cui ruolo mi sono spesso intrattenuto in tanti miei post precedenti: andate a cercarli voi stessi, così intanto “navigherete” fra i miei scritti e – mi auguro – sarete stimolati ad commentarli per iscritto, fatto del quale vi ringrazio sin d’ora.

Un grazie al Comune di Lavis, alle due Associazioni locali sopra citate, ai due conferenzieri i quali mi hanno fornito lo spunto per fare i collegamenti del mio ragionamento. E chi sa fare i collegamenti – mi insegnava un mio vecchio capo, “tale” Sen. Bruno Kessler – ha capito come risolvere il problema.

Come cominciare? Puntando sulla giusta “comunicazione” e “moderna proiezione” dell’idea cooperativa.

Comments Closed

$ILVIO E LA GOLDEN $HARE (PER I NON ADDETTI AI LAVORI) E PER IL PRESIDENTE LETTA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Maggio, 2013 @ 3:01 pm

Detto altrimenti: Brunetta dice che il PDL  ha la “golden share” della “SpA Governo”

Dicesi golden share l’istituto giuridico in forza del quale uno Stato, durante e a seguito di un processo di privatizzazione (o di vendita di parte del capitale) di una SpA pubblica, si riserva anche una sola azione (golden share, azione d’oro) alla quale tuttavia è connesso un potere molto rilevante, quale ad esempio quello di riservare allo Stato stesso un potere determinante sulle scelte strategiche della SpA in questione.

La golden share di $ilvio: una spada di Damocle

$ilvio dice: o si realizzano le mie “8 proposte 8” o io esco dal governo e lo faccio cadere. Ecco la golden share. E’ corretto tutto questo? Corretto no, legale sì. E allora cambiamo la legge e stabiliamo che non si possano aprire crisi di governo “al buio”, cioè se non si abbia pronta una nuova diversa maggioranza che subentri al governo che si intende far cadere.

C’è qualcuno fra i miei lettori che conosce il Presidente Enrico Letta per sottoporgli l’idea?

1 Comment »

DEBITO PUBBLICO REDIMIBILE E IRREDIMIBILE – UN’IDEA PER IL PRESIDENTE LETTA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Maggio, 2013 @ 2:38 pm

Detto altrimenti: per i non addetti ai lavori

Debito Pubblico

Redimibile: lo Stato deve pagare interessi e a scadenza restituire il capitale.

Irredimibile: lo Stato deve pagare solo interessi.

Nel dicembre 2012 “postavo” quanto segue:

Perchè non anche “irredimibili”?

“Nel 1935, in piena crisi economica dovuta al tracollo di borsa del 1929 (provocato, anche in quel caso, dalle speculazioni di banche e Finanziarie), l’Italia prese un provvedimento eccezionale che ebbe un grande successo: l’emissione di un prestito irredimibile (cioè senza obbligo di rimborso), che pagava ai possessori una rendita perpetua del 5%. L’ emissione ebbe un grande successo: molti erano interessati ad avere una rendita fissa e sicura, anche rinunciando al rimborso diretto del capitale da parte del debitore originario (capitale che però si poteva agevolmente ricuperare in borsa, vendendo le proprie obbligazioni)”.

Oggi faccio un esempio

Prendiamo un capitale di 500 a cinque anni, l’esborso complessivo dello stato sarà il seguente:

redimibile al 3% (capitale ed interessi) = 575
irredimibile al 5% : (interessi) =                  125

E allora, forse il Presidente Letta potrebbe negoziare in UE una fase transitoria di ulteriori emissioni di titoli di debito pubblico irredimibili che via via andrebbero a sostituire almeno parte dei titoli redimibili. I capitali residui potrebbero essere utilizzati per investimenti produttivi e per attuare le riforme. Oppure anche la “trasformazione” di parte del redimibile esistente in irredimibile nuovo: dicesi “swap”, trasformazione di un capitale in una rendita …

C’è qualche mio lettore che conosce il Presidente Letta e gli può sottoporre l’idea?

2 Comments »

MILIONI, MILIARDI DI EURO … DI LIRE … NO, OCCORRE UNA NUOVA MONETA, LA “PL”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Maggio, 2013 @ 7:37 am

Detto altrimenti: per capire il valore delle grosse cifre …

Alcuni nostri parlamentari, intervistati per strada, hanno dimostrato di non sapere quale fosse l’ammontare del debito pubblico: tot milioni? Tot miliardi? Insomma, fra miliardi di lire e di euro, se si confondono loro, figuriamoci la gente comune … (già, perché “loro” non sono “comuni”, sono “speciali”, soprattutto quanto a stipendio, pensione benefit d’ogni sorta: quelli sì però che li sanno valutare!). Ecco che occorre una unità di misura monetaria diversa, immediatamente comprensibile da tutti, anche dai parlamentari: la “PL”.

Lui ne ha ridotto l’utilizzo a soli pochi voli “così”, ma la manutenzione ci costa 28 milioni l’anno!

Mi spiego: apprendiamo che il costo della semplice manutenzione della flotta aerea si Stato, aerei ed elicotteri, ammonta a 28 milioni di euro. Tanto? Poco? Proviamo ad usare la nuova moneta che io propongo, e cioè come unità di misura la somma occorrente per creare un posto di lavoro, denominata PL, che poniamo convenzionalmente pari ad €100.000. A questo punto potremo dire che il costo della sola manutenzione della flotta aerea di Stato ci costa 280 PL l’anno.

E gli F35? Ci costano 10 miliardi cioè 10.000 PL. E il loro utilizzo e  manutenzione (che gli USA calcolano che costerà il doppio dell’acquisto), altri 20.000 PL.

Quattro PL

Ma i sottomultipli? Ecco fatto: poniamo che uno stipendio annuo (SA) di un lavoratore sia pari ad €20.000, ed ecco che 1 PL equivale a 5 SA. Quindi la flotta aerea di Stato ci costa ogni anno 1400 SA. E un SA quanto vale? Potrebbe essere diviso il 13 mensilità, pari ognuna ad 1 SM (stipendio mensile), per cui la flotta aerea si Stato ci costerebbe ogni anno, una somma pari a 18.200 SM. Continuando, 1 SM potrà essere frazionato in SG (stipendio giornaliero), e, infine in SO (stipendio orario). Poi i centesimi di SO. Fine.

Fantasie? No, provate a calcolare quanti PL ci costano la realizzazione del TAV; i super stipendi dei super manager di Stato e privati, le loro super buonuscite, le super buon … entrate (ci sono anche quelle), le super pensioni; le super strutture amministrative (province con meno abitanti di un quartiere di Milano); i 200 miliardi di euro annui fra evasione ed elusione fiscale e corruzione …

Provate a calcolare. Voi vi risentirete (da “risentimento”). Poi noi ci risentiremo (da “sentirsi di nuovo”).

2 Comments »

PAPA FRANCESCO E IL BANGLADESH, VERSO GLI STATI UNITI D’EUROPA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Maggio, 2013 @ 6:35 am

Detto altrimenti: la nuova “primavera araba” dei diritti civili e dei lavoratori: il Bangladesh, oltre 630 morti accertati sino ad ora … 40 ancora i dispersi!

Papa Francesco. Ha scoperto che il salario medio dei 4.000.000 di lavoratori (nel tessile) in Bangladesh è di 50 dollari USA. E bolla di datori di lavoro come persone “contro” Dio. Le leggi locali prevedono bel altri livelli retributivi, ma tant’è … “le leggi son ma chi pon mano ad esse?”

E chi sono i datori di lavoro? anche i “nostri” delocalizzatori europei ed USA. Ma i prezzi di quei prodotti qui in Europa sono a livelli competitivi rispetto ai manufatti prodotti in UE, ma dello stesso ordine di grandezza, il che consente la realizzazione di rilevanti utili, spesso non tassati per via del giro di fatturazioni attraverso paradisi fiscali.

Il fatto si ripete non solo al livello “alto” delle grandi società, ma anche fra piccoli venditori nostrani, i quali, facendo capo ad uno di loro, il più intraprendente, il quale si è improvvisato grossista importatore e canalizzatore delle fatture di acquisto (tramite la Repubblica di San Marino), acquistano le merci prodotte con lavoro retribuito con 50 dollari USA al mese.

Come intervenire?

Occorre costituire gli Stati Uniti d’Europa, concordare con gli USA le regole per il rispetto dei diritti civili, umani, del lavoro, religioso, bancarie, finanziarie, fiscali, delle donne, di ogni religione, etc.. Quindi occorre imporre l’embargo a qualsiasi tipo di relazione per i paesi “terzi” che non rispettino queste regole.

Le strisce, mettiamole le strisce!

Stati Uniti d’Europa? Come procedere? Occorre superare il “sistema del primo livello”, cioè quello del “primo livello delle affermazioni”, cioè occorre superare il livello di coloro che sanno formulare solo la prima enunciazione, l’enunciazione di principio, e non sanno o non vogliono approfondire il progetto, spendere energie a formulare una sua strutturazione completa, un “modello completo” di Stati Uniti d’Europa da mettere sul tavolo dell’UE, quale “oggetto” sul quale lavorare, discutere, ragionare … Chi se la sente di provarci? Di dedicare tempo a questo progetto? Lo Stato che se ne facesse carico acquisirebbe molta autorevolezza. Ci proviamo noi Italiani?

Qualcuno dei miei lettori conosce il Premier Letta? Se si, potrebbe suggerirgli l’idea? Grazie, fatemi sapere …

Comments Closed

FESTA DEL LAVORO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Maggio, 2013 @ 6:13 pm

Detto altrimenti: del lavoro che troppi cercano … e di quello non buono, per chi invece lo ha trovato

Abbiamo il più alto tasso di abbandono scolastico in Europa e il minor numero di laureati.

Chi ce la fa, chi si prepara, va all’estero: la prima regione di emigranti è … la Lombardia (!?), poi il Veneto e solo terzo il meridione! Se poi costoro cercano di rientrare, son dolori! Infatti hanno perso i contatti. Ecco, i “contatti”, il Paese dei “contatti” … E comunque, se ce la fanno e reinserirsi, non sono remunerati adeguatamente.

Papa Francesco ha definito “ingiusta” una società che non dà lavoro, che non remunera adeguatamente il lavoro, che schiavizza il lavoratore.

Anche noi in Italia abbiamo gli “schiavi” del lavoro: chi lavora “a nero” nelle fabbriche di Prato di proprietà di indiani o pakistani; i giovani lavoratori stagionali, cuochi e bagnini, sulle spiagge dell’Adriatico, ad 1,5 euro l’ora; gli extra comunitari che per analoghe paghe raccolgono pomodori e la sera dormono in baracche di cartone … E poi, la moltitudine dei precari d’ogni tipo … ed anche quelli che precari non sono ma che vengono semplicemente “usati”, senza che nessuno si preoccupi di rispettarli, valorizzarli, farli crescere … senza preoccuparsi di non distruggere un primario fattore della produzione: la “motivazione” del lavoratore e la sua dignità.

Papa Francesco ha aggiunto: una società che guarda ai bilanci, all’utile e non a chi vi lavora, è una società ingiusta e “va contro Dio” (sic!).

Oh, finalmente è stato detto! Era ora … grazie Papa Francesco, grazie! Escano quindi allo scoperto, almeno di fronte alla loro coscienza, questi “farisei” del lavoro, gli strumentalizzatori dei propri collaboratori, vadano alla Messa la domenica, ma prima di comunicarsi, confessino questo gravissimo peccato! Si pentano e non ci ricaschino! Per non parlare poi degli “schiavisti per interposta persona” e cioè di molti “delocalizzatori” del lavoro in paesi ove i diritti civili e del lavoro sono semplici “optionals”.

… chi non rispetta i lavoratori è “contro” Dio!

Dice … ma l’economia è laica, che c’entra il tuo pistolotto? Ok, allora in tal caso quelle persone – se sono laiche – smettano di andare a Messa, perché non servirebbe a niente … non si riesce a ingannare Dio.

Dice … ma io non credo in Dio. Ok, allora fallo nell’interesse della tua SpA: infatti, senza la motivazione del personale non andrai lontano.

Ecco. Ho finito. Questo è il mio  piccolo contributo alla Festa del Lavoro.

Comments Closed

$ILVIO COME BEPPE?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Maggio, 2013 @ 2:32 pm

Detto altrimenti:  Beppe come Silvio?

O così o così!

Solo per certi aspetti, s’intende, ma fondamentali. Infatti Silvio afferma che “vuole la Grande Coalizione ma però”, ma però si deve fare come dice lui sennò non ci sta. Beppe dice che vuole il 100% oppure si accontenta anche di meno ma vuole il governo per fare come dice lui.

Demo-crazia, potere, governo del popolo, ma di quale popolo? Dei 18.000 (su 8.000.000 milioni di votanti) che hanno deciso di espellere un loro senatore reo di comparire in TV?

O così o così!

Di quale popolo? Di chi dopo avere governato con una maggioranza bulgara per tanti anni, dopo non aver fatto le riforme, dopo che “la crisi non c’è”, si è fatto “dimettere” per non assumere la responsabilità dell’affondamento della Nave Italia; di chi ritorna ponendosi come “lo statista salvatore della patria”, lui sì che voleva la GC – Grande Coalizione? Dice … come in Germania: sì, caro, ma lì si sono messi ad un tavolino, hanno discusso, hanno firmato un programma congiunto, nessuno dei due ha buttato sul tavolo i suoi “Otto Punti Otto” prendere o lasciare.

Di chi, come i nostri due eroi, non accettano la communis actio, l’azione comune, ragionata, dibattuta ed alla fine concordata? Quelli che si fa così e basta?

O così o così!

La democrazia … comanda la maggioranza, ma la minoranza, soprattutto se è grande, deve collaborare. Altrimenti non siamo più in democrazia. E “collaborare” significa controllare, contro proporre, obiettare, discutere, comunicare. E Silvio e Beppe sembrano proprio non accettare il dialogo: si fa così e basta, dicono (e fanno). E la democrazia può diventare la dittatura  della minoranza sulla maggioranza, della minoranza che blocca il funzionamento della democrazia, della minoranza che “tanto peggio tanto meglio”. E’ già successo …

2 Comments »

PRIMO MAGGIO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Maggio, 2013 @ 7:44 am

Detto altrimenti: festa del lavoro

I sindacati si riavvicinano. Bene. Chiedono una serie di interventi fiscali e finanziari in favore dell’occupazione. Bene. Ma non basta. Mi aspetto infatti che chiedano anche interventi operativi quali una riconversione del Sistema Produttivo Italia e della cassa integrazione, e cioè, a mero titolo esemplificativo e non esaustivo (nel senso che ci sono tante altre “cose” da fare):

1) modifica dell’ordine delle priorità di investimento (F35, TAV, etc.), al fine di reperire le risorse necessarie agli interventi elencati di seguito.

2) Finanziamento pubblico dell’avvio di decine di migliaia di cooperative di giovani per sistemare, organizzare, manutenzionare e vendere ai turisti le decine di migliaia di siti archeologici, naturalistici ed artistici oggi lasciati andare in malora.

3) Idem come al punto 2) per quanto riguarda piccolissime imprese artigiane ed agricole.

4) trasformazione del sistema della cassa integrazione guadagni in un “ponte” verso il ricollocamento dell’interessato su proposta dello Stato, il quale, dopo avere offerto tre diverse opportunità di lavoro al disoccupato (ad esempio nelle cooperative sopra citate) ed avendone ricevuto tre rifiuti, gli tolga il sussidio.

Sono solo esempi, ipotesi. Potrete anche dirmi che sto sbagliando, ma almeno io ci sto provando. E voi, che ne dite? Cosa proponete?

Comments Closed

IMU SI, IMU NO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Maggio, 2013 @ 7:20 am

Detto altrimenti: l’IMU, chi ne ha generato la necessità? Chi l’ha decisa? Chi l’ha applicata? Chi la vuole mantenere? Chi la vuole abolire? Chi la vuole rimodulare?

Vi ho fregato: io l’ho inventata, io l’ho votata, adesso ne propongo l’abolizione e se non la togliete io me ne vado e vi addosseranno una duplice responsabilità: crudeltà fiscale e crisi di Governo …

A parte il significato da campagna elettorale permanente dell’aut-aut kirkegardiano del Cavaliere (ma non dovrebbero revocarglielo il cavalierato, visto che le condizioni di probità che ne giustificano l’assegnazione devono permanere, e per lui non sono “permanute”?), i finanziamenti, le tassazioni e le decisioni “lineari” oggi sono sbagliati “a prescindere”.

Rebus sic stantibus … stando così le cose (oggi) io credo che si debba rivedere l’IMU come segue: la tassa può essere mantenuta, ma “rimodulata” nel senso che deve essere proporzionale non solo al valore dell’immobile tassato, ma deve essere anche relazionata al reddito del suo proprietario …

1) …. sino ad essere pari a zero per le prime case di chi ha redditi bassi ma non tanto bassi da non consentire al proprietario di pagare le relative spese di amministrazione e le varie utenze. Mi spiego: se si esentasse dall’IMU chi ha un reddito inferiore ad €700 al mese, probabilmente si accorderebbe l’esenzione a chi la casa non l’ha!

2) Nella fascia “media” l’aliquota dovrebbe tener conto della reale capacità del soggetto di pagare l’imposta, verificando la sua dichiarazione dei redditi e il suo conto corrente bancario (c’è gente che per pagare l’imposta si è indebitata in banca!)

3) Sul fronte “alto”, occorrerebbe applicare aliquote le più elevate a chi possiede la casa attraverso una Srl. Infatti, ancora recentemente il Prof. Victor Uckmar, conosciutissimo e affermatissimo fiscalista, tributarista, avvocato e professore Universitario a Genova, ha sollecitato un intervento del fisco nei confronti di queste Srl “finte” società, in quanto sono solo paraventi fiscali dei loro azionisti (rectius, quotisti, visto che le Srl non prevedono “azioni”, bensì “quote” di proprietà).

Come vedete, altro che IMU si, IMU no!

Comments Closed