POST 934 – LA STRADA DELLA CIVILTA’

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Agosto, 2013 @ 9:17 pm

Detto altrimenti: per molti aspetti la Svizzera non certo è stata (e non è certo) un modello da imitare, ma per questo aspetto, si.

E’ di questi giorni: in Italia, se paghi la contravvenzione stradale entro cinque giorni, hai lo sconto del 30%. In Svizzera se non paghi entro tot giorni, la tua infrazione diventa reato. Ne sa qualcosa un nostro concittadino trentino, fotografato letteralmente fronte - retro mentre in Svizzera, alla guida della sua auto, superava di 13 kmh il limite stabilito. Costui ha ignorato l’avviso di pagamento di €100,00. Ora, in Italia, a seguito di una rogatoria internazionale, dovrà pagare molto di più. Se poi in Svizzera superi di 40kmh il limite di velocità, c’è anche il sequestro dell’auto e la reclusione sino a tre anni.

Ma no, è esagerato … potranno dire alcuni dei “nostri”. E invece io insisto: avete mai provato a percorrere le rampe autostradali di accesso e di uscita alle autostrade rispettando i limiti di velocità ivi prescritti? Da dietro vi sollecitano con sonori colpi di clacson e quel che è peggio vi tallonano a meno di un metro, quasi per “spingervi” (= indurvi) ad accelerare per sottrarvi a quella pericolosa vicinanza. Ma non c’è limite al peggio: due giorni fa mentre mi inserivo in A22 a Trento Sud direzione sud e stavo percorrendo alla velocità prescritta la rampa di accesso a corsia unica, un’auto mi ha superato infilandosi fra la mia auto e il gard rail, approfittando del fatto che queste rampe, nuovissime, prevedono spazi per il passaggio pedonale degli operai addetti alla eventuale manutenzione!

Emerson Fittipaldi

Ecco, vedete, questi io li chiamo guidatori “Fittipaldi”: come se si fosse in una gara di Formula Uno, ti tallonano dappresso, stanno nella tua scia a meno di un metro di distanza e poi, improvvisamente, escono dalla visuale del tuo retrovisore per superarti con una manovra che è esattamente l’opposto di quella prevista dal codice della strada ed insegnata alla scuola guida.

Ora io mi permetto di sottoporre all’attenzione delle Forze dell’Ordine preposte al controllo della circolazione stradale, l’esigenza di prestare maggiore attenzione a questi tre tipi di infrazione (e non solo principalmente alla sosta vietata): eccesso di velocità, distanza di sicurezza, manovra pericolosa.

Già, ma la Svizzera che c’entra? C’entra, nel senso che l’Italia potrebbe copiare (si, copiare) le norme relative alle sanzioni delle infrazioni. La civiltà (della convivenza e del reciproco rispetto “automobilistico”) può arrivare anche per questa strada, cioè proprio dalla strada.

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POST 933 – MODERNITA’ IN TRENTINO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Agosto, 2013 @ 5:21 am

Detto altrimenti: modernità, cosa significa? E noi, in Trentino, siamo moderni?

II mio amico filosofo Marcello Farina (foto di repertorio)

Ieri sera avevo ospiti a cena, due amici carissimi, Marcello e Franco. Uno è un filosofo. Mi ha chiesto: il Trentino è moderno? Ma innanzi tutto, cosa significa essere moderni? La modernità … forse è iniziata con l’illuminismo, la vittoria della ragione su tutto … Sicuramente poi è stata moderna la rivoluzione francese con la sua libertà, uguaglianza, fraternità. Ma oggi? E particolarmente, in Trentino? Io ho risposto che così, a primo acchito, la cosa più moderna che mi pare di cogliere in Trentino è il concetto di Euregio, il tendere cioè alla Regione Transfrontaliera come ponte verso la costruzione di un’Europa Politica.

Può anche andare, ma. Cosi mi ha risposto il filosofo. Infatti c’è un “ma” in quanto oggi il termine modernità è bivalente e racchiude anche significati negativi. Ed io: infatti è moderna una linea di montaggio interamente robotizzata, la quale genera disoccupazione; è moderna la globalizzazione che genera sfruttamento dei lavoratori dei paesi in via di sviluppo; è moderna la finanza onnipotente che ha distrutto l’economia reale. L’economia, dice  Marcello, oikos nomos, “regolamentazione della casa”, termine usato per la prima volta da Aristotele … l’economia moderna deve tornare ad essere antica occuparsi della casa, della casa di tutti e non solo di alcuni.

Ed io: l’economia sarà salvata dalla morale? Marcello: no, non serve “disturbare” la morale, l’economia si  salverà da se stessa: infatti essa ha già al suo interno i geni, i cromosomi per “comportarsi bene”. Infatti, osservo io, a riprova di ciò: il comunismo economico ha dimostrato il proprio fallimento e si è autodistrutto. Idem il liberismo sfrenato … Ma oggi, quo vadis, economia?

Ma allora, il trentino è moderno? Per certo aspetti, no. No se non torna ad essere sobrio (la moderna corsa ad automobili inutilmente sempre più potenti è un aspetto banale ma significativo della modernità negativa della nostra terra non pprio sobria, n.d.r.); no, se non si apre a tutti, all’immigrato, a chi più ha bisogno; no, se non abbandona quella parte di autoreferenzialità che lo caratterizza, sia pure per certi limitati aspetti.

Queste le considerazioni emerse. Ma quella che maggiormente mi è sorta “dal di dentro” è che essere moderni  oggi significa prendere atto di ciò che sta accadendo, sul piano umano e della natura: e cioè che il mondo è di tutti; che le risorse sono limitate; che occorre una loro più equa distribuzione a vantaggio di tutti, per il bene comune di tutti e non di pochi. Questo significa oggi essere “moderni oggi”. Anche in Trentino.

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POST 932 – PRUDENZA IN TRENTINO, E NON SOLO IN TRENTINO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Agosto, 2013 @ 6:12 am

Detto altrimenti: prudenza nell’avvicinarsi all’acqua, e non solo all’acqua

Da ragazzo, a Genova, i miei genitori mi imponevano di attendere ben tre ore prima di permettermi di tuffarmi in mare. Erano ore interminabili, ed al loro scadere via, come molle, noi si scattava al pari di centometristi ….Nè ci facevano sconti: 180 minuti sani sani …. In molti anni di estati interamente passate al mare e “in” mare, dall’età di quattro ai ventitre anni,  fra tutti noi ragazzini e poi giovanotti, mai un annegato per nessun motivo, tanto meno per congestione. E dire che il mare agitato lo aspettavamo, e come! Onde di due metri, sciroccate e libecciate che ti asciugavano l’acqua di dosso in un baleno, tuffi nel cavo nero dell’onda o surfate sino a terra … senza surf! Oggi invece vedo che questa regola delle tre ore non è rispettata, che molta gente si tuffa in acqua anche dopo aver mangiato. Anche con la pancia piena di solidi e liquidi (alcolici), anche di notte, anche  in acque fredde … più fredde di quelle del Mar Ligure …

E qui nel Garda, in pochi giorni, abbiamo avuto ben due giovani vite stroncate per questo motivo: congestione, si dice, un tuffo senza ritorno.

E sulle strade: un giovane motociclista sulla strada della Maza, dietro una curva, va a sbattere contro un furgone che sta immettendosi da una laterale.

E lungo i torrenti e l’Adige, ben due pescatori scivolano in acqua e perdono la vita.

In montagna  … pare che gli incidenti alpinistici siano stati sostituiti dagli incidenti di volo: quattro persone con un aeroplano sulle pendici della Marmolada, una con un “mantello volante” al Sass Pordoi.

A Venezia, poi, il colmo: un turista in gondola con la famigliola … scontro con un battello di linea: lui perde la vita, la figlioletta ferita, la moglie illesa.

Lo so, questo è un post “triste”, ma tant’è l’ho voluto scrivere ugualmente per richiamare l’attenzione di tutti i lettori all’esigenza di una maggiore prudenza, di un maggior rigore … a vantaggio di se stessi e degli altri.

In Olanda le fanno a doppio senso di circolazione, con corsie di marcia separate!

Lo so … anch’io mi espongo a rischi, soprattutto ora che ho sostituito l’alpinismo con il ciclismo: ci crederete? Mi pare di correre maggiori rischi ora sulle strade e sulle piste ciclabili, di quanti non ne abbia corso in montagna. Con l’occasione rivolgo un appello a tutti i frequentatori delle piste ciclabili, ciclisti e pedoni: la ciclabile non è una pista per alte velocità; non è una pista “per soli pedoni”; sulla ciclabile non è abolita la regola del tenere la destra (le biciclette) e la sinistra (i pedoni). Sulle ciclabili non si procede in gruppo bensì in fila indiana; né si allargano improvvisamente le braccia a destra e a sinistra per indicare questa o quella montagna; né si tengono animali al guinzaglio lungo. E se vi sono piste pedonali e ciclabili affiancate, che ognuno usi la sua e non quella altrui! E sulle strade? Signori (colleghi) automobilisti, non sfiorate noi ciclisti, non ci stringete sul bordo strada … a volte basta lo spostamento d’aria a crearci seri problemi … grazie.  E alle amministrazioni comunali, che dire? Nelle ciclabili, tracciate le righe di mezzaria soprattutto nelle curve secche, istallate cartelli con le principali norme cui attenersi, fate sorvegliare il traffico dalla Polizia Locale. Grazie anche a voi.

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POST 931 – UNA TRAVERSATA FINITA BENE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Agosto, 2013 @ 2:32 pm

Detto altrimenti: poteva andare male e invece ….

L’alba sul nostro “villaggio”

Croazia. Parco Nazionale delle Isole Incoronate, Kornati. Andiamo lì da anni per le vacanze estive, in una casetta che una volta era stata il punto di appoggio e di ricovero per i pescatori, nell’occasione della raccolta delle olive o quando si trattava di tosare le pecore che vivono praticamente allo stato brado su quelle isole.  L’acqua, nel pozzo. Il pesce fresco, dalle nasse. La frutta (fichi, more, prugne), sugli alberi. Energia elettrica e doccia calda, dal sole. La malvasia, in casa, cioè … prendiamo in affitto “casa con vino”. Quanto ne consumiamo? Be’ quasi tutte le sere si fa festa con gli amici delle casette vicine (nove in tutto), ora da uno ora dall’altro, chi ci mette il vino, chi la frutta, chi il pesce, chi fa il fuoco, siamo sempre oltre dieci persone. Ed ecco che tre litri al giorno sono appena sufficienti. A terra si chiedono “Quanto si fermano gli italiani?” Risposta: “20-40-60 litri” il che significa, a seconda dei casi, una, due tre settimane.

… prima della falla

E se ti manca qualcosa? Niente paura, vai al negozio. Ce ne sono due: in barca, rispettivamente a tre o a sei miglia marine. Questo il quadro di riferimento. Questa volta avevo affittato una barchetta a vela, un piccolo cabinato di 5 metri con un motore fuoribordo da 5 cavalli. Splendido per le gite e per fare la spesa. Se non che un bel giorno, anzi un brutto giorno, mi accorgo che fa acqua dalla scassa della deriva. Rientro di corsa nel nostro piccolo porticciolo: con gli amici valutiamo che la falla imbarca due litri al minuto. Non c’è tempo da perdere. Maria Teresa a sgottare l’acqua ed io a timonare a vela (è più veloce che a motore) verso il porto vero, quello sul continente a 15 miglia marine di distanza. Vento al traverso, veleggiata veloce a 5- 6 nodi. Consegnata la barca comincia il bello (si fa per dire). Infatti me ne danno una in sostituzione, un piccolo “ferro da stiro” di quattro metri e mezzo con un motore da 40 cavalli. E’ il tardo pomeriggio. Mi offrono anche di farmi dormire a terra per poi navigare verso le Kornati la mattina successiva con la brezza da terra ed il mare calmo. No, non so trattenermi dal ritornare al più presto nel nostro piccolo paradiso terrestre: sono le diciotto, con quel motore cosa volete che impieghi a percorre 15 miglia?

La bora estiva nel Mare di Murter. Vista dalle Incoronate verso NE

Salpo. Appena fuori dal piccolo arcipelago che protegge il porto, iniziano le onde: le ho di prua, come il vento.  La barca salta, si impenna, devo rallentare. Rallenta rallenta, il tempo passa e le tenebre scendono. Sulle “nostre” Kornati non v’è alcun faro. Non abbiamo carta nautica, gps e radio. Io e Maria Teresa abbiamo indossato le tute da velisti e stiamo al caldo (almeno questo!). Con l’ultima luce, cerco di memorizzare il varco attraverso il quale dovrei entrare nell’arcipelago. Tuttavia, se non fosse per Maria Teresa, non l’avrei centrato. Alla fine, grazie ai suoi suggerimenti, lascio il mare aperto ed entro fra le nostre isolette. A questo punto tutto è più facile nonostante il buio quasi assoluto: infatti le onde sono cessate e noi conosciamo e riconosciamo ogni scoglio, ogni insenatura … fino a quando arriviamo alla nostra: evviva! Sul moletto tutti i nostri amici, i quali, avremmo appreso dopo, da un paio d’ore erano in fremente e preoccupato contatto telefonico con chi ci aveva affidato la barca. Per aiutarci, gli amici ci illuminano con le torce elettriche con il risultato di abbagliarci. Nema problema, nessun problema … ormai siamo a casa. Entro nel minuscolo porticciolo, salto a terra, mi inginocchio e bacio il molo. Tutto è bene ciò che finisce bene.

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POST 930 – LA RIPRESA … O NO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Agosto, 2013 @ 10:39 am

Detto altrimenti: … si, lo so, ccheppalle direte voi … lo sappiamo che in ogni bar ci sono almeno tre CT della nazionale di calcio e quattro uomini politici “del destino”, di quelli che saprebbero come fare … tuttavia sulla politica economica lasciatemi dire la mia, anche considerando che al bar vado assai raramente e che comunque  non mi candido a CT della nazionale …

Anteprima: la spending revew del calcio


Calcio? La squadra del Napoli era in ritiro in Trentino. Salvo errore, del quale eventualmente mi scuso sin d’ora, il suo Presidente De Laurentis ha noleggiato un elicottero per compiere la tratta Milano-Verona-Trentino e raggiungere la sua squadra, e che con un container sono state trasportate in Trentino una decina di quelle moto buffe a quattro ruote (quad?), per distrarre e far divertire i giocatori. Mi domando: tutti questi (inutili) costi (sprechi), chi li paga? La squadra, direte voi. ok, ma la squadra, chi la paga? Se questa è spending review … fate un po’ voi …

Fine dell’anteprima, e veniamo alla ripresa

Si parla di mancata crescita (di questo modello di sviluppo, n.d.r.).
Si parla di mancanza di innovazione (all’interno di questo modello di sviluppo, n.d.r.).
Non si parla di verifica della idoneità dell’attuale modello di sviluppo (n.d.r.).

Non vi parrebbe invece che bisognerebbe ragionare secondo la metodologia dello “zero base budget”, cioè azzerando tutte le premesse adottate sino ad oggi,  sgomberando il campo da condizionamenti del passato e del presente e vedere quali e quanti siano i diversi modelli di sviluppo possibili, quindi confrontarli, ragionare ed infine fare una scelta sul modello più adatto ai tempi, anche se diverso da quello attuale?

Ove non si ragioni in tal modo io credo che dovremmo smettere di definire l’attuale crisi come “crisi economica”, per iniziare a chiamarla con il suo vero nome: “crisi dell’ intelligenza” nel migliore dei casi o “crisi della buona fede” nel peggiore.

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POST 929 – “E PERCHE’ NON GIUDICATE VOI STESSI CIO’ CHE E’ GIUSTO?”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Agosto, 2013 @ 4:27 pm

Detto altrimenti: rileggete il post precedente, nel punto in cui affermavo l’esigenza di “usare la propria testa, di esprimersi liberamente anche se contro corrente, di snebbiarsi il cervello …”.

La chiesetta di S. Giustina a Balbido

Dopo avere scritto e pubblicato il post precedente, oggi, domenica 18 agosto 2013, sono salito da Riva del Garda a Balbido, per assistere alle 10,00 alla S. Messa celebrata da Don Marcello Farina nella bella chiesetta di S. Giustina.  Il Vangelo, Luca, 12,49-53: Gesù dice ai discepoli di essere venuto sulla terra per portare il fuoco (della passione, della buona volontà). Prosegue affermando che di fronte alla Parola, alcuni seguiranno, altri no, “dividendosi” dai primi. Il foglietto della Messa finisce qui. Ma Don Marcello ci avverte che manca una parte e ce la espone: “Diceva ancora alle folle: “Quando vedete una nuvola levarsi a ponente, voi dite: “Viene la pioggia” e così avviene e quando soffia il vento da sud dite: “Farà caldo” e succede! Ipocriti, sapete discernere l’aspetto della terra e del cielo, come mai non sapete discernere questo tempo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?”

 

Ecco, questa parte del Vangelo è stata cassata dal foglietto ufficiale … e già questa è una notizia. La seconda è che Gesù ci stava ammonendo di “usare il cervello”, di ragionare, di assumerci le nostre responsabilità in prima persona, e non – si può aggiungere – vivere e pensare “al seguito” del potente di turno.

A strapiombo, 200 metri!

Finita la Messa, con la mia bici sono salito oltre Balbido, il “paese dipinto” per via dei suoi bei murales e seguendo la “quadra”, una sorta di circonvallazione alta, quasi pianeggiante, sono arrivato a calarmi sui ripidi tornanti che mi hanno condotto a Ponte Arche. Indi un po’ di strada provinciale, e poi a sinistra, evitando le gallerie, sulla ciclabile che porta al Maso Limarò. Di questo bel maso vi ho già parlato: ogni volta che vi passo apprendo che i gestori Stefania ed Enzo,  hanno organizzato ulteriori offerte turistiche veramente esclusive, come esclusivo è il luogo, all’interno della valle, sui bordi del canion … sembra di essere in un altro mondo. Enzo mi conduce sul bordo dello strapiombo, poche decine di metri dietro il maso. Apprendo che moltissimi turisti stranieri hanno già prenotato il soggiorno ed i servizi che il maso offre … ma di questo vi parlerò in un prossimo post.

Il “regno” di Andrea Danielli sul Lago di Cavedine

Mi rifocillo con un ottimo piatto di ravioli burro e salvia propostimi dalla sorridente e gentile Cinzia e riparto. Nel frattempo si è levata da sud un’Ora veramente forte che mi rende abbastanza faticoso il pedalare in quella direzione verso Riva del Garda. Pazienza … A Sarche imbocco la ciclabile che mi conduce a Pietramurata e quindi al Lago di Cavedine, presso il centro velico dell’amico Andrea Danielli, affollatissimo di ciclisti, bagnanti e surfisti. Una breve sosta per un caffè, un’ultima salitina, la discesona su Dro’ e quindi a casa a ripensare alla frase mancante ed al perchè di questa mancanza …

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POST 928 – QUO VADIS, ITALIA?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Agosto, 2013 @ 7:14 am

Detto Altrimenti: dove ti stanno precipitando?

Coraggio Italia! Coraggio che ce la puoi fare a rialzarti …

Ieri, oggi e domani: “Se non cancellate l’IMU sulla prima casa (IMU p. c.) faccio cadere il governo, perchè così avevo detto sin dall’inizio, così era nei patti”.  Come se il discorso programmatico di Letta (nel quale non c’era l’abolizione dell’IMU p. c.) sul quale Letta ha chiesto ed ottenuto la fiducia delle Camere l’avesse pronunciato lui, anzi, scusate, Lui …, come se la fiducia l’avesse chiesta ed ottenuta Lui, come se alla presidenza del Consiglio dei Ministri ci fosse Lui. Ma via, siamo seri …

Fino a ieri: “No, le mie vicende giudiziarie sono separate dalla sorte del governo”. Oggi: “Se mi fate decadere dal senato, faccio (de) cadere il governo”.  I suoi dicono: “La colpa è di una parte della magistratura che si vuole sostituire al popolo nel decidere chi sta al parlamento ed al governo”. Già, dico io, perché con il porcellum a decidere sarebbe il popolo?! E chi lo ha creato il porcellum? Mia nonna? Ma via, siamo seri …

Ipotesi sciagurata: cade il governo, si va ad elezioni con il porcellum, la tragedia dell’ingovernabilità si ripete, lo spread aumenta, le tasse aumentano, si bloccano stipendi e pensioni, si riduce il welfare, etc.. Tutto questo a me personalmente costa ben di più che pagare l’IMU p. c., che pure mi costa sacrifici perché dopo averne fatti tanti per comperarla, ora mi costa come se fossi in affitto …

Ma allora, a chi minaccia la caduta del governo in caso di mancata eliminazione tout court dell’IMU p.c. rispondiamo forte e chiaro: “Con la tua decisione procureresti al popolo un aggravio economico ben più pesante dell’IMU dal quale lo vuoi esentare”.

Caro Silvio (si, “caro”, perchè la tua presenza sullo scenario politico italiano mi è costata molto, moltissimo!) ti fai vanto di affermare che il governo di larghe intese sia stata una tua “prima proposta prima”. Osservo: ma quali larghe intese!? “O si fa come vuoi tu o il governo non c’è più … firulù firulù”, ci potresti fare una canzone con Apicella, non credi?

Josif Broskij

Qui non si tratta più di destra-sinistra, ma di normale senso del pudore, di usare la propria testa, di esprimersi liberamente anche se contro corrente, di snebbiarsi il cervello. Dice … si … ma la massa degli 8 milioni (di baionette? No, di Italiani che lo hanno votato), la massa compatta dei parlamentari che lo sostengono in parlamento e quelle che sfilano compattissime in sua difesa, dove le mettiamo? Ve lo dico io: il premio Nobel per la letteratura Josif Brodskij, nell’introdurre il suo libro Il canto del pendolo, (Adelphi, 1987), riporta un suo discorso ad un gruppo di universitari: “Diffidate dei bilanci ben assestati, della forti maggioranze, delle unanimità … perchè entro i grandi numeri è più facile che si nasconda l’inganno, la malvagità … “  Cito a memoria, quindi mi perdonerete se la citazione non è esatta alla virgola: il senso è assolutamente rispettato, vi assicuro!

Rinasce Forza Italia? Mi pare una forz … atura … forzatura? …. Ecco … ci sono …. forse sarebbe meglio si chiamasse “Forzatura (dell’) Italia …, della sua Costituzione, delle sue leggi …. Che ne dite?

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POST 927 – PICCOLE IMPRESE CHIUDONO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Agosto, 2013 @ 7:19 am

Detto altrimenti: non si perdono solo posti di lavoro …

Quando una piccola media azienda italiana chiude, non si perdono solo i suoi posti di lavoro, che pure sono un valore importante. Si perde anche il suo avviamento, ed in particolare la capacità di chi ci operava di lavorare insieme ai propri colleghi.

Per capirsi: se possedete una bella BMW, possedete un valore. Ma se la smontate pezzo per pezzo, la somma di quanto ricaverete dalla vendita delle singole parti sarà inferiore a quanto avreste ricavato vendendo l’intera auto. Oppure: se a voi, ignoranti di meccanica, consegnano tutti i pezzi che compongono una BMW, vi hanno consegnato molto meno di un’auto BMW funzionante. Traduco ulteriormente: un lavoratore che perde il posto perché la sua fabbrica “chiude”, perde anche la possibilità di “vendere” propria capacità di coordinarsi con i suoi (ex) colleghi, quindi egli sul mercato del lavoro (ammesso che esista tale mercato) vale di meno. Ed anche l’economia complessiva ci perde molto, perché non perde solo posti di lavoro, ma perde tanti “avviamenti”.

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POST 926 – sudditi o CITTADINI?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Agosto, 2013 @ 6:53 am

Detto altrimenti: ma di chi è l’Italia?

Ho le mie idee politiche. Non sono un politico. Sono cresciuto una vita come uomo d’azienda. Lasciatemi quindi avere un approccio un po’ singolare al problema Italia.

Così  non va bene …

Facciamo che …. ricordate da ragazzi, quando si giocava? Facciamo che io ero … che tu eri … Ecco, facciamo che l’Italia “era” un grande condominio. Ciascuno di noi è comproprietario della cosa comune, oltre ad avere alcune sue specifiche esclusive proprietà private. A parte la finzione,. chi altro se non ognuno di noi è “proprietario” pro quota della cosa comune? Mentre voi provate a vedere se ho ragione, io vado avanti nel ragionamento.

Io vado all’assemblea condominiale, quella “vera”, quella del condominio nel quale si trova il mio appartamento. L’amministratore condominiale è stato nominato da noi condomini. La riunione non è presieduta da lui ,bensì da uno di noi, e lui ci deve rendere conto. Egli ci mostra il dettaglio delle spese, del consuntivo e del preventivo. La stessa cosa dovrebbe-potrebbe accadere per il condominio Italia. E invece no. L’attuale “catena di deleghe da elettori a partiti, da partiti a nominati dai partiti, da nominati dai partiti a commissioni, esperti, saggi, strutture burocratiche, etc., fa sì che il bilancio dello Stato sia cosa per pochissimi intenditori”. E a noi cosa arriva? A noi si propina qualche cifra, la quale, in quanto isolata dal contesto generale, non è significativa. Ma, si replica, il bilancio è un documento complesso, nel quale confluiscono migliaia di voci. E allora? Raggruppatele per categorie omogenee, significative, esponete l’andamento percentuale dei costi fissi e dei costi variabili sul valore della produzione, cioè su quanto viene investito e non speso. Prendiamo esempio dalle SpA: si valutano costi, ricavi, entrate, uscite, margini, percentuali etc.. e tutto viene riassunto in documenti sempre più sintetici, ma sempre significativi, man mano che tali documenti sono prodotti a livelli via via crescenti, sino al livello più elevato: l’Assemblea degli Azionisti. Cioè al Popolo, ai Cittadini, a ciascuno di noi.

Impossibile fare tutto ciò nel Condominio/SpA Italia? No, è solo che non lo si vuole fare. Infatti oggi, nell’era dei computer, l’operazione sarebbe assolutamente fattibile. Ove si procedesse in tal modo, ogni condòmino/azionista del Condominio/SpA Italia potrebbe conoscere on line quanti sono gli enti inutili; quanto ci costano; potrebbe conoscere l’elenco completo delle super retribuzioni, delle super pensioni e dei super cumuli;  l’andamento percentuale dell’incidenza dei costi di gestione rispetto alla massa gestita; etc. Un esempio: conoscerebbe che l’ENIT, Ente Nazionale per il Turismo, utilizza l’80% delle risorse assegnategli solo per pagare i propri emolumenti; sapprebbe quanti sono gli immobili spariti (spariti!) dal bilancio della CRI Croce Rossa Italiana, poi commissariata; oppure conoscerebbe quanti altri emolumenti si sommano al milione di euro annuo (!) di compenso percepito dall’attuale Presidente dell’INPS. Solo per fare due esempi.

Dice … ma tu te la prendi sempre con i super stipendi, i super cumuli … Certo, per diversi motivi. Innanzi tutto perché liquidazioni bancarie di 40 milioni di euro sono immorali; poi, perché con quei denari altre sono le priorità da soddisfare; ancòra, poichè “nulla si crea e nulla si distrugge”, quewi 40 milioni sono pagati anche da me personalmente; infine, perché chi percepisce tali cifre, si preoccupa soprattutto di mantenere tali assurdi benefici medievali più che sentirsi stimolato a migliorare il sistema.

Ecco, fino a quando questa sarà la situazione, mio malgrado io mi sentirò un suddito, non un Cittadino. E la cosa non mi piace affatto.

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POST 925 – GLI F 24

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Agosto, 2013 @ 2:47 pm

Detto altrimenti: no, gli F 24 non sono un nuovo tipo di aerei da guerra …

In questi giorni dall’Agenzia delle Entrate ho ricevuto un avviso F24 di irregolarità per il mancato versamento degli acconti INPS relativi all’anno d’imposta 2010, per la somma complessiva di €17,74 (diciassette euro e settantaquattro centesimi)  che dovrei versare all’erario entro il 30 agosto 2013.  Mi sono chiesto: e se non li pagassi e poi chiedessi la grazia al Presidente Napolitano? Oppure, se chiedessi di essere ammesso ad un concordato, magari a 10 euro? Ci penserò e vi saprò dire.

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