POST 964 – CONTENIAMO LA VELOCITA’ E COMUNQUE RISPETTIAMO I LIMITI DI VELOCITA’

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Settembre, 2013 @ 1:52 pm

Detto altrimenti: il problema esiste non solo nelle gallerie stradali, ma anche in quelle ferroviarie

Qualche giorno fa (post n. 954) vi raccontavo di come un giorno io avessi deciso di rispettare rigorosamente i limiti di velocità. E male me ne incolse: andate a leggere cosa mi è capitato!

E rieccomi a voi, amici lettori e commentatori del blog. E’ di ieri la tragedia della galleria Agnese che collega la valle della Busa di Riva del Garda alla Val di Ledro (SS 240).  Galleria Lunga quasi 3 km, rettilinea, in leggera salita, a doppio senso di circolazione (cioè ad una sola “canna”), velocità massima consentita, 70 kmh. Ieri due moto di grossa cilindrata, procedenti a velocità elevatissime, si sono scontrate frontalmente: 2 morti, 2 feriti di cui uno grave, alcuni intossicati, molti danni ad auto e strutture varie. I medici hanno potuto intervenire solo ore dopo, a causa del fumo che rendeva impraticabile la galleria.

Qualche mese fa: galleria a due canne dei Giovi lungo l’autostrada Genova  – Milano. Le auto procedevano verso Milano su due file parallele: quella lenta a destra, a 90 kmh, io ero a sinistra, a circa 100 kmh e sfilavo lentamente, insieme alle auto che mi precedevano e mi seguivano, rispetto alla fila di destra. Dietro di me, improvvisamente, un SUV da 550 cavalli, nero, lampeggia furiosamente chiedendo strada (per andare dove, che tanto s’era in colonna!?). Mi sposto lentamente sulla destra. Troppo lentamente, pensa il guidatore del bolide, e a sua volta si sposta a destra e mi sorpassa sulla destra, strisciando la fiancata destra della mia auto,  che stava accostando! Sono riuscito a non perdere il controllo, ho proseguito, siamo entrambi usciti al primo casello (Casella), abbiamo redatto il verbale di conciliazione e la sua assicurazione mi ha pagato i danni. Tuttavia si è sfiorata un’ecatombe, una vera e propria strage, se solo io (o lui) avessimo perso il controllo dei mezzi e ci fossimo messi di traverso … sarebbe stato un inferno di fumo, fiamme e lamiere.

Le considerazioni: 1) rispettare le regole del codice della strada; 2) non costruire gallerie ad una sola canna, cioè ad una sola carreggiata per i due sensi di marcia; 3) stabilire un collegamento fra le procedure di risarcimento delle Compagnie di Assicurazione e la comminazione di una sanzione amministrativa o penale anche solo sulla base di quel tipo di accertamento di responsabilità.

Una delle tre canne progettate da ATT3

Quanto alle galleria ad una sola canna … stradali e ferroviarie che siano, che dire? Quelle a doppia canna, cioè con una galleria per ogni senso di marcia, sono più sicure; più rapide ed economiche da realizzarsi; in caso di incidente consentono un più facile intervento ai soccorritori. Se ne parlava da anni, con riferimento al traforo della galleria di base del Brennero. Io stesso, quale azionista (di infima minoranza!) e amministratore del GEIE privato per il traforo del Brennero denominato ATT3 – Alptransfer Consulting GEIE/EWIV, insieme ai miei collegi (circa 500 fra ingegneri italiani, austriaci e tedeschi) avevo provato a far modificare il progetto delle ferrovie degli stati che prevedeva una sola canna: il nostro ne prevedeva tre, una per ogni senso di marcia ed una di riserva e di soccorso, riservate ai soli treni merci teleguidati. Già, perché non è immaginabile far transitare sugli stessi binari treni (merci) a 90 kmh e treni (passeggeri) a 180 kmh. E poi alle merci non interessa arrivare “prima” , bensì arrivare “in orario”. Non fummo ascoltati e dopo alcuni anni sciogliemmo il nostro GEIE. Alcuni mesi fa lessi sul quotidiano trentino l’Adige che parrebbe che il progetto ora preveda tre canne … qualcuno mi sa aggiornare? Grazie. Nel frattempo leggete il mio post “Il traforo del Brennero” del 14 giugno 2012.

Parlo di questo argomento anche con riferimento al TAV, Trento ad Alta velocità (“velocità”) Lione-Torino, che viene reclamizzato per trasportare una maggiore quantità (“quantità”) di merci. Io non sono “un no TAV”. Sono contrario a progetti obsoleti, tecnicamente, ecologicamente, funzionalmente, finanziariamente ed economicamente non più giustificabili. Mi domando: almeno, lo si realizza su tre canne separate, questo traforo lungo oltre 50 km? Almeno questo … mi auguro! Qualcuno mi sa aggiornare? Grazie.

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POST 963 – LA VERITA’ MIA, QUELLA VERA, QUELLA DEL GIUDICE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Settembre, 2013 @ 7:26 am

Detto altrimenti: non sempre i tre livelli di verità coincidono, ma tant’è una soluzione va trovata.

Potrei testimoniare personalmente che una verità mia, documentabile e documentata come vera, non ha coinciso con la verità accertata dal giudice. Eppure il nostro sistema democratico ha bisogno di certezze e fra le tre verità si è scelta la verità del giudice. Altra soluzione non esiste. Summa lex summa iniuria, per quanto sia perfetta una legge, essa può tuttavia recare a taluno ingiusto danno.
Ricusando la “verità del giudice” si ricusa la funzione della magistratura e ci si spinge sempre di più verso un quarto tipo di verità: la verità del più forte, di chi la sa e la può imporre, anche a forza di ricatti.

Ho già scritto che il maggior danno che deriva da una “ricusazione di livello” delle sentenze passate in giudicato è il “cattivo esempio”, la “strada che si apre” a chi si fa forza di tale esempio “di livello” per contestare platealmente sentenze che lo condannano a pagare pesanti multe per evasione fiscale (le società di gestione dei videogichi) o per violazione delle norme sull’inquinamento ambientale (ILVA).

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POST 962 – ELEZIONI, TRE PROGETTI PER RIVA DEL GARDA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Settembre, 2013 @ 5:34 am

Detto altrimenti: ieri il quotidiano trentino l’Adige ha pubblicato questo mio intervento:

“PROGETTI PER RIVA DEL GARDA

All’avvicinarsi delle lezioni provinciali mi pare che i candidati locali si stiano specializzando in frasi ad effetto ma prive di contenuti sostanziali. Ed allora mi permetto di sottoporre all’attenzione dei lettori tre possibili concreti “Progetti Rivani”:

Riva del Garda, una perla incastonata fra cielo, monti  e lago

1) Mobilità. Avvalendosi della tecnologia di cui da tempo io stesso dotai la “ex mia “ APM, la società potrebbe essere privatizzata e quindi estendere (vendere) la sua attività di telegestione e telecontrollo della mobilità e della sicurezza in genere anche fuori del territorio comunale a soggetti pubblici e privati, aumentare i proprio fatturato, assumere personale, etc.. Il tutto ovviamente dopo che il Comune d’origine si sia garantito con adeguati contratti che gli consentano di usufruire di un servizio sempre migliore a prezzi sempre più contenuti.

2) Manifestazioni internazionali. Dar vita al “Film Festival Internazionale della Navigazione a vela”. Si tratterebbe di una prima assoluta europea (e forse anche mondiale).

3) Vela. Creare “Trentanodi Srl, Scuola di perfezionamento velico Classe Crociera”. Una scuola vela di livello e a livello internazionale, a metà strada (geografica e concettuale) fra i Glenans francesi e la sarda Caprera.

 Posso testimoniare personalmente la realizzabilità e l’attualità dei primi due progetti, e quanto al terzo … why not?”

Perchè publico questo post? Solo per “firmare” idee mie nate da esperienze concrete di vita lavorativa ed anche per la speranza che … hai visto mai (come dicono a Roma) che a forza di parlarne …

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POST 961 – RIFLESSIONI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Settembre, 2013 @ 8:55 pm

Detto altrimenti? Riflessioni, come altrimenti dire?


Giorni fa scrivevo che vorrei che il voto in Senato per la decadenza o meno di un senatore fosse palese e non segreto. Oggi leggo che molti partiti stanno auspicando la stessa cosa. Tranne uno, quello interessato all’ “assoluzione dell’imputato”, che afferma “Il regolamento non lo prevede”. Ma il regolamento lo fanno i senatori, ed allora, se la maggioranza dei senatori lo vuole, che sia palese, questo benedetto voto! Dopo si regolarizzerà formalmente la modifica della procedura. Oppure vi sono motivazioni occulte sotto tale indisponibilità … sapete,  a pensar  male …

ILVA. Tanti, tanti post fa avevo ipotizzato che lo Stato acquistasse “d’imperio” il Gruppo Acciaio Ilva, al prezzo di mercato, dedotti i costi per il risarcimento dei danni ed il risanamento dell’ambiente. Un mio amico mi disse: in tal caso sarebbe lo Stato ad incassare denari, perché i danni sono maggiori del valore del Gruppo. Oggi, di fronte ai sequestri disposti dalla magistratura, la famiglia Riva oppone la serrata. I giudici dicono che i sequestri effettuati NON impediscono la prosecuzione dell’attività. Ed allora? Un ricatto? Che brutta parola … e poi, lo si sa, le parole sono pietre, stiamo attenti ad usarle. Allora … vediamo … in luogo di “ricatto” potrei usare l’espressione “forzatura”, oppure “offerta che non si può rifiutare” … non so … e voi, lettori del blog, cosa suggerireste?

Rientrando, con la prima Ora, non ancora forte …

Oggi ho portato in barca a vela un mio amico, Sergio. Cinque ore a fila, dalle 08,30 alle 13,30. Nell’Alto Garda, con il mio FUN che poi è una barca da regata. Sulle prime, Vento (cioè vento da nord) a 25 nodi, poi a calare ed infine l’Ora da sud. Volevo scrivere di più di questa uscita ma questa sera, saltando da un programma televisivo all’altro, ho visto qualche minuto del film La Duchessa. Inghilterra del ‘700. E mi ha rubato la scena. Lei si affaccia al balcone della suo palazzo: di fronte …  prati e boschi immensi, tutti per lei. Ho subito pensato che altrettanto lusso, spazio e verde non dovevano avere i sudditi inglesi “normali”. Cioè, ho pensato alla enorme differenza fra i pochi ricchi ed i molti poveri …del ‘700 inglese, certo, che avevate capito? Mica dell’Italia del 2013 … noooo ….

Molto più interessante, su RAI MOVIE, il vecchio film in bianco e nero “Il generale Della Rovere”, con Vittorio De Sica (Roberto Rossellini, 1959, da un racconto di Indro Montanelli). Un  un truffatore viene risparmiato dai tedeschi durante l’occupazione purché accetti di fingersi un eroe nazionale, come tale entrerà a S. Vittore e raccoglierà le confidenze dei prigionieri. La loro vicinanza è salutare per la sua coscienza e l’uomo si offre come volontaria vittima durante una rappresaglia. Il risveglio della coscienza, ecco … quello stesso che oggi, noi tutti, ci aspetteremmo da un altro  (“altro”, non “alto”) personaggio .

Serata TV, durete voi. Ebbene sì, lo confesso, ma saltando da un camnale all’altro (il che è una attenuante!), fra cui “I pacchi” dove si vincono o non si vincono euri soprattutto per pura fortuna. Mi ha colpito un aspetto: che a convalidare le decisioni dei concorrenti ci sia un notaio. Ed ho pensato: ci vorrebbe un notaio anche per certificare le decisioni e le affermazioni di alcuni nostri politici, del tipo: “Non rientrerò in politica”, “Manterrò separate le mie vicende giudiziarie personali  dalla sorte del governo”. Infatti, quanto certificato da un notaio “fa prova sino a querela di falso”, il che vuol dire che per smentire tali certificazioni (e quindi tali affermazioni) occorre querelare per falso il notaio. Ma se ciò non avvenisse,  significherebbe che ad essere falso non sarebbe il notaio …

Politica. Arte del compromesso, dice taluno. Doverosa ricerca del bene comune, dico io, facendo ognuno il proprio dovere, a qualunque costo, come affermava tale Alcide Degasperi.

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POST 960 – SETTEMBRE ANDIAMO E’ TEMPO DI TORNARE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Settembre, 2013 @ 7:12 am

Detto altrimenti: … di tornare a Trento, di riprendere i nostri incontri

Estate. Ci siamo mossi, un po’ tutti, chi in vacanza “fisica”, chi in “pausa mentale”, chi in entrambe le direzioni. Estate. Si sospendono le consuete abitudini, ci si abitua a nuove. L’aspettiamo con desiderio, il sole, le giornate più lunghe, l’acqua calda dei nostri laghi, le montagne accessibili anche a noi “normali” … Mi chiedono: quale stagione preferisci? Rispondo da sempre: “Tutti i cambi di stagione”, per cui ora, alla fine dell’estate, non provo alcun rammarico, bensì la gioia di ciò che l’autunno mi porta, ben oltre alle castagne ed alla polenta: mi porta la ripresa di contatto con gli amici; i nostri numerosi raduni d’arti varie e di condivisione di sensibilità; il reciproco resoconto dei nostri “bilanci estivi”.

Roberto Melini

Estate, anzi, fine d’estate. Tiriamo le somme: anche una nota tristissima, la morte in montagna, per un banale incidente (su un sentiero!) dell’amico carissimo Professor Roberto Melini. Musicista, letterato, musicologo, docente del conservatorio Bonporti, velista, alpinista, anima viva dell’Archeoclub du Trento, autore di libri e studi sulla storia della musica. Soprattutto amico carissimo nostro e amato marito della sua cara Nives. Il suo ricordo da parte mia era quanto meno doveroso.

Estate: viaggi, libri letti, nuove conoscenze fatte, bambina Saraswathi arrivata dall’India in casa di Raffaella e Andrea; la mia collega blogger Mirna chiamata a far parte della giuria del Premio Campiello. Ecco, fra le tante novità positive dell’estate, mi piace soffermarmi su queste due ultime.

Saraswathi

Raffaella e Andrea hanno lottato contro ogni tipo di burocrazia (soprattutto indiana) per riuscire ad adottare Saraswathi. La bimba ha nove anni (se sbaglio mi corrigerete) e quindi ancor più meritevole è l’atto d’amore dei nostri due amici. Non vedo l’ora di incontrarli, tutti e tre, e magari di accompagnare Sara e genitori in un pedalata nella nostra ciclabile di fondovalle, visto che la loro casa è così vicina alla pista … Ho già pronta una bicicletta per Sara … ma forse è troppo grande … vedremo … Una considerazione: fra i “grandi” del mondo rivalità, competizione, guerre. Fra i “piccoli”, enormi singoli gesti di Amore.

Mirna Moretti

Mirna. La mia “madrina” blogger: infatti è stata lei ad indicarmi all’editore quale blogger tuttofare … quindi la responsabilità della mia presenza su trentoblog è tutta sua, prendetevela con lei, dunque, per i miei 960 post pubblicati in quasi due anni di penna … ops, scusate, di tastiera! Mirna, dicevo, è stata chiamata a far parte della Giuria del Premio Campiello …ecchè, non ce le vogliamo dire queste cose? Mirna che oltre ad essere una blogglettrice di prim’ordine, gestisce il “nostro” gruppo di lettura presso “Controvento” (ex Papiro) in Via Galilei a Trento? Complimenti, Mirna!

Trento is this too: Trento è anche tutto ciò …  Settembre, andiamo, è tempo di tornare … si diceva!

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POST 959 – PISTE CICLABILI TRENTINE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Settembre, 2013 @ 5:48 pm

Detto altrimenti: facciamo un parallelo con le piste da sci …

Sempre nuovi, importanti investimenti trentini …

Oggi, pedalando da Trento verso Rovereto, sulla ciclabile ho notato due diversi gruppi di persone:

1) Gruppo “A”: la squadra dei nostri operai manutentori ovviamente pagati dall’ente pubblico;
2) Gruppo “B”: una lunga fila di cicloturisti che pedalavano da nord a sud montando bicilette tutte uguali riportanti il logo ed il nome della società (non trentina) che organizza questi tour a pagamento.
Mi sono chiesto: … ma sulle nostre piste da sci non è che una scuola di sci di fuori provincia può liberamente organizzare la propria attività, lasciando a noi l’onere ed i costi della costruzione e della manutenzione della pista …
E allora … che fare sulle nostre piste ciclabili? Innanzi tutto riflettere sulla fattispecie che sto segnalando. Poi vedremo …

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POST 958 – AUTORITA’ E … AUTOREVOLEZZA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Settembre, 2013 @ 3:21 pm

Detto altrimenti: Bertrand Russel su era occupato di “Autorità ed individuo” … io, assai molto più modestamente, mi permetto di sottoporvi una sottolineatura su “Autorità e autorevolezza”.

Libro da non perdere!

Anteprima

Con il termine “autorità” (dal latino auctoritas, da augeo, accrescere) si intende quell’insieme di qualità proprie di una istituzione o di una singola persona alle quali gli individui si assoggettano in modo volontario per realizzare determinati scopi comuni. Il concetto di “autorità” comprende la legittimazione, la giustificazione ed il diritto di esercitare quel potere (potere= all’abilità nel raggiungere determinati scopi). L’autorità è corrispondente al livello gerarchico, quindi al potere del grado. L’autorità deriva dalla carica ricoperta.

Con il termine “autorevolezza” ci si riferisce invece alla stima, alla, fiducia e al credito che si impongono in quanto fondati sulla personalità e/o sulla legittimazione della persona o dell’istituzione che ne gode. L’autorevolezza deriva dal riconoscimento altrui.

Fine dell’anteprima

“Se le tasse sono troppe, è giusto non pagarle …”
“Questa sentenza è ingiusta: si tratta di un complotto, la magistratura è politicizzata …”

Frasi come queste – soprattutto se pronunciate da chi si propone come “persona-autorità” – producono effetti devastanti, in quanto tolgono autorevolezza e credibilità alle istituzioni ed efficacia alle loro decisioni. Infatti esse ingenerano una catena di cattivi esempi. Uno per tutti: “Noi, gestori delle macchinette mangia soldi (alias videogiochi), quelle forti multe che ci avete irrorato a fronte dei reati di evasione fiscale da noi commessi, non le vogliamo pagare. Ed allora tanto vale che ci facciate un forte sconto … ops, scusate, … che accettiate un ricco (per noi) concordato, magari di due miliardi di euro. Alla faccia del Colonnello della GdF Rapetto che ci aveva scoperti …”

Altro caso? ILVA/Famiglia Riva: mi sequestrano beni per centinaia di milioni di euro a fronte del reato ascrittomi di disastro ambientale? Ed io chiudo sette stabilimenti e metto sulla strada 1300 persone.

Che dire? Bravo Silvio! Bravo … si fa per dire …

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POST 957 – POLITICA IN BICICLETTA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Settembre, 2013 @ 2:46 pm

Detto altrimenti: ragionamenti a “ruota libera”, è proprio il caso di dirlo … sapete .. fra ciclisti …

Da Trento, spesso, nella prima parte della mattina pedalo sino al Bicigrill di Nomi, 35 km andata e ritorno. Al “capolinea” mi siedo su una comoda panca con schienale, al sole, sorseggio un caffè, do un’occhiata al giornale e … ascolto. Ecco il resoconto dell’ “ascoltata” di oggi:

Ciclista “A”: “Allora, il tuo Berlusconi, questa volta si è praticamente autoeliminato dalla scena, eh eh …”
Ciclista “B”: “Ma che dici? Sai cosa ti dico? Che i Grillini gridano ai quattro venti che lo vogliono morto, ma 50 di essi, in tutto segreto, hanno ricevuto l’ordine di votare a suo favore per poi gridare allo scandalo e dare  colpa ai vostri franchi tiratori … del resto c’è stato un bel precedente con la mancata nomina di Prodi, eh … eh … Siete voi che vi siete autoeliminati o almeno autoridotti … infatti alle elezioni a guadagnarci saranno Grillo e Silvio e  dopo che tutti avranno pensato che a salvare Silvio siano stati i vostri soliti franchi tiratori, , il tuo PD perderà terreno … eh … eh …. D’altra parte Grillo ha sempre detto che alla fine lo scontro sarà a due … fra lui e Silvio …”
Ciclista “A”: “Ma dai, tu leggi troppi libri di fantascienza  …”

Ecco, i due ciclisti hanno continuato a discutere: io mi limito a riportarvi il passo più saliente della loro discussione. Aggiungo solo un’unica considerazione: io sono assolutamente contrario a che in Parlamento sia ammesso il voto segreto.

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POST 956 – 8 SETTEMBRE, 11 SETTEMBRE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Settembre, 2013 @ 5:39 am

Detto Altrimenti: due date tragiche, anzi cinque.

8 settembre 1943, nella finzione di un film (“Tutti a casa”, L. Comencini, 1960), l’ufficiale italiano Alberto Sordi telefona spaventato ai suoi superiori per avvertire che “I Tedeschi si sono alleati con gli Americani!”. Nella realtà di allora, mio babbo, carabiniere, c’era … e, non avvertito dai suoi, ignaro, inviato a cena dai tedeschi (questi sì, avvertiti dai loro!) ne accetta l’invito e  di fronte ad improvvise canne di mitra spianati, deve decidere cosa fare. E sceglie. Sceglie la prigionia in Germania. Insieme a centinaia di migliaia di altri soldati e civili.

11 settembre 1965, nasce il dittatore siriano Assad.

11 settembre 1973,  golpe del militare Pinochet in Cile che rovesciò il governo socialista del Presidente Salvador Alliende. Decine di migliaia di desaparecidos. Milioni di persone private della libertà.

11 settembre 2001, nella realtà avviene l’incredibile: due aerei di linea dirottati abbattono le Twin Tower a New York. Migliaia di morti.

11 settembre 2013: “Tutti a casa!” infatti le imprese chiudono o vanno all’estero! Milioni di Italiani in enorme difficoltà economica e per mancanza di un futuro. Rifletto su alcuni passaggi della trasmissione televisiva Ballarò di ieri sera. Si discute di come recuperare qualche miliardo per la copertura delle rate dell’IMU, dell’aumento dell’IVA, della Cassa Integrazione. Si raschia il fondo del barile, si riducono i fondi per la manutenzione delle linee ferroviarie (solo di quelle minori, per carità, ci mancherebbe altro!), si riducono i fondi per gli ispettori anti evasione fiscale; non si rinuncia all’inutile acquisto degli scassati e costossisimi F35; non si verifica la reale attuale utilità ed economicità del TAV; non si intaccano i privilegi medievali delle moltissime caste; non si mette al centro il problema dell’evasione fiscale dei concessionari delle sale di videogiochi; non ci si preoccupa di risalire la china dell’amoralità (la regola morale? Non esiste, quindi io non violo nulla!) sino ad arrivare al superiore, desiderabile livello dell’immoralità (la regola morale esiste, ne sono consapevole: tuttavia io decido di violarla): quale paradossale “conquista” sarebbe questa! Già, perché sentire persone che al ritorno dalle ferie si concedono la spesa di €500 al mese per “rimettere a posto il proprio aspetto fisico dopo lo stress delle vacanze”; o che per uno shopping di una mattinata destinano 3.000 euro oltre al costo di 70 euro l’ora per l’”accompagnatrice agli acquisti”; o che trovano naturale arrivare a spendere fino a 4.000 euro al mese per una tata che – poverina – è tenuta ad alzarsi anche di notte per badare al bimbo affidatole, bè, che volete … trovo tutto questo amorale in quanto avviene mentre il 10% degli Italiani diviene sempre più ricco; le intangibili caste resistono e bene; gli altri, che sono poi la maggioranza, diventano sempre più poveri.

Così come è a-morale e a-logico accettare di essere portati e ragionare e a decidere sul colore della scaffalatura compresa nel prezzo di una biblioteca che non avete deciso di comperare. E mi riferisco al B day: a mio avviso il vero problema sono le mancate dimissioni della persona, non la sua richiesta degli “ulteriori approfondimenti” in ogni sede. Bene dice poi – a mio avviso – chi fa notare che l’essere stato votato da milioni di cittadini non sottrae nessuno dall’essere soggetto alla legge ed alla Costituzione, la quale afferma che la sovranità appartiene al popolo, il quale però la esercita nelle forme previste dalla Costituzione, non direttamente in forma plebiscitaria e  in violazione di se stessa!

Piero Calamandrei

 

La nostra Costituzione … il Diritto Costituzionale fu uno dei primi esami che sostenni all’Università (Genova 1963, professore Carlo Cerruti), sulla scia degli insegnamenti di tale Piero Calamandrei  … essa non va “aggiornata, modificata”: no, essa va innanzi tutto rispettata ed attuata. Ecco, oggi, 11 settembre 2013, io vedo altri aerei lanciarsi a distruggere una terza Torre, quella della nostra Costituzione: sono quelli condotti da nuovi barbari moderni che vogliono distruggere ciò che non comprendono o ciò che loro stessi vogliono riedificare a proprio esclusivo vantaggio e non quale strumento per il raggiungimento del BENE COMUNE.

P.S.: intendiamoci, non che qualche modifica non sia necessaria, quale quella – ad esempio – del superamento dell’ormai troppo pesante bicameralismo perfetto. Solo che anche in questo caso è una questione di ordine delle priorità: e la “prima priorità“, a mio sommesso avviso, è il rispetto e l’attuazione dell’attuale Carta Costituzionale, ben più urgente che non il suo aggiornamento. In altre parole: personalmente non accetto di essere trascinato nella discussione sulla necessità di aggiornare la Costituzione da chi non sta rispettando e/o attuando quella vigente.

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POST 955 – IN OSPEDALE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Settembre, 2013 @ 1:48 pm

Detto altrimenti: una favoletta vera … per farci qualche risatina insieme

Giorgio deve ritirare il risultato di certe sue analisi mediche e sottoporsi ad una visita di controllo. Lo sportello “Consegna analisi” è chiuso ed un cartello avverte che i referti si ritirano al piano superiore. Giorgio sale. Allo sportello c’è un secondo cartello che avverte che quel certo tipo di referti si ritira al piano inferiore, ma non allo sportello “Consegna referti” bensì direttamente al reparto. Giorgio scende.

Nel frattempo a Giorgio scappa la pipì. Scorge un locale WC, entra, si chiude a chiave a fa quel che deve fare. Dall’esterno arriva un secondo “cliente” che prova ad entrare, si accorge che la porta è chiusa e se ne va non prima di avere spento la luce del locale WC: infatti l’interruttore della luce è esterno. Giorgio resta al buio più completo e si sforza di continuare a “fare centro” facendosi guidare dalle onde sonore … insomma, quasi come se stesse utilizzando un sonar sottomarino.

Espletata l’incombenza, Giorgio va al reparto, ma “Prima deve passare alla cassa a pagare il ticket”. Giorgio va alle casse: vede che esiste una macchinetta che distribuisce i numerini, come al supermercato … prende il numero (144) ed aspetta il suo turno. Se non che dopo venti minuti si accorge che il flusso di chi si reca alla cassa a pagare è molto più rapido dello scorrere dei numeri sul pannello luminoso. Infatti molti, non sapendo o facendo finta di non sapere che occorre ritirare il numerino, vanno direttamente alle casse. Giorgio “si fa furbo” e si reca alla cassa con il suo 144 quando il pannello luminoso indica ancora 122.

Giorgio va al reparto. Deve presentarsi alla segreteria. Si mette in coda. Dopo di lui sopraggiunge uno che poco prima – privo di numerino – lo aveva “superato” alle casse. Arriva una dottoressa: “Ciao!” “Ciao” “Che ci fai qui? Dai vieni”. E il Tizio,  a braccetto della dottoressa, supera la fila.

Giorgio è finalmente sulla “sedia di attesa”. Un infermiere gli dice: “Vada, entri in quella porta là e si sieda, ora arriviamo”. Giorgio va, ma la stanza è occupata da un infermiere che sta curando un paziente “Che fa lei, entra? Aspetti fuori che la chiamiamo noi”. Giorgio esce ed aspetta. Lo chiamano. Entra in quella stanza e trova l’infermiere di poco prima intento ad occuparsi dello stesso paziente di poco prima. Lo fanno sedere su di una sedia tutta sua (“Attento al bracciolo che si rompe”) e fanno il prelievo. Nel frattempo l’altro infermiere impreca perché “quelli delle pulizie hanno spostato tutto”. “Già, fa a l’altro paziente, spostano sempre tutto, anche nel mio ufficio” ( N.B.: la cura riesce molto meglio se vi è collaborazione fra medico e paziente!).

Ora l’infermiera di Giorgio ha un problema: deve scrivere un verbalino ma non ha la penna. L’altro infermiere la rimprovera “Dovresti essere dotata di tutto”. ”Non importa, dice l’altro paziente, ecco, le do io una penna”. “Ma è rossa, ribatte l’infermiera, non posso scrivere in rosso!” Finalmente salta fuori una penna non rossa (Giorgio non riesce a vedere se sia nera o bleu) e la cosa si mette a posto.

Il tutto dalle 08,00 alle 10,00 del mattino: ma allora Giorgio, di che ti lamenti?

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