POST 1024 – MIGRANTI: LA STRAGE CONTINUA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Ottobre, 2013 @ 7:56 am

Detto altrimenti: Cimitero Mediterraneo

Ieri, altro barcone di migranti affondato. A 60 miglia dalle nostre coste, in acque internazionali. Una novità: la collaborazione delle autorità maltesi (era ora!).

Nel breve periodo, due modi assolutamente opposti di affrontare il problema:

1) ignorare, aspettare, soccorrere, mal-trattare (cioè trattare in modo non umano la gente), sanzionare, respingere
2) prevenire.

Prevenire? L’UE (non la sola Italia!) deve pattugliare le coste. Ma non le nostre, bensì le loro. Quando pattugliamo le nostre, anche a farlo bene (e così purtroppo non è!) spesso è già troppo tardi.

Dice … nel breve termine. E nel medio termine? Sto leggendo “ZeroZeroZero” di Roberto Saviano, ovvero “Cocaina nel mondo”. Vi si afferma che i più potenti capi di tali organizzazioni non uccidono” (direttamente) nessuno, così come non uccidono (direttamente) nessuno i capi delle multinazionali dell’elettronica che acquistano il Coltan (“Columbuite-Tantalite”) dal Congo, cioè quel minerale “strategico” (letteralmente: “indispensabile e insostituibile”) per la fabbricazione dei computer, minerale per il possesso delle cui miniere è in corso una guerra fra bande, fra eserciti, una guerra fatta di stragi, di violenze d’ogni tipo anche sui civili, violenze dalle quali chi può, ed è la minoranza, cerca di fuggire (ed ecco i migranti). E chi non riesce nemmeno a cercare di migrare? E noi? Vogliamo fare a meno dei computer? No di certo, ma almeno selezioniamo i fornitori, imponiamo loro certificazioni di qualità, di democrazia, di non violenza.

Dice … utopie, illusioni … Ok, e allora, qual è l’alternativa? L’egoismo? L’ipocrisia? La “struzzologia”. No. Le cose possono cambiare. Devono cambiare. Cerchiamo di dirlo, di scriverlo (anche con i computer!), di ottenerlo, soprattutto!

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POST 1023 – TRENTINO O ITALIA?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Ottobre, 2013 @ 7:13 am

Detto altrimenti: ognuno di voi … di noi … istintivamente pensa di più ai problemi del Trentino o a quelli del Paese? … O ad entrambi?

Io … be’ … basta leggere i miei post: a quelli dell’Italia. E dire che qui da noi siamo sotto elezioni provinciali che in Trentino sono formalmente “amministrative” ma sostanzialmente sono anche molto “politiche” stante la nostra Autonomia.

Autonomia … in un post recente ( n. 972 del 19 settembre scorso) evidenziavo i due modi di essere dell’Autonomia: quello di ieri che in allora era molto “moderno” (desiderio, volontà, capacità, anelito della gente di partecipare al governo della cosa pubblica); la sua “deviazione odierna”, per nulla moderna (Autonomia “bancomat”); e quello del domani, modernissima (si spera: come quello di ieri).

Dice … ma il tuo blog si chiama “Trentoblog” non “Italiablog”… Si, dico io, allora vuol dire che io scrivo come “a Trento” si ragiona sull’Italia (come me la sto cavando? Credevate di fregarmi … eh?). A parte gli scherzi, il “pensar trentino” non è solo “pensare sul Trentino” ma anche “pensare dal Trentino”, ed è ciò quod plerumque accidit, cioè ciò che accade nella maggior parte dei casi … ops, scusate … dei miei post.

Il Trentino per l’Italia? Certo, sia come capacità di autogoverno, sia come pre-visione del futuro dell’Europa. Un esempio? Eccolo. In Italia vi è una forza politica che insiste per la macroregione del nord (notate: dicono Veneto, Lombardia, Piemonte. A noi ci “saltano”, e mi sta bene … ma il fatto … avrà pure un significato!). E noi? Noi, da decenni, stiamo cercando di costruire il concetto di un’altra macroregione, l’Euregio, cioè una regione transfrontaliera, del tipo di quelle sulla cui base assai più facilmente si potrebbe arrivare alla creazione degli Stati Uniti d’Europa.

Mi fermo qui. Provate voi a ragionare sulla differenza delle due impostazioni: una di chiusura non solo all’Europa ma alla stessa Italia. L’altra di apertura verso un Mondo Nuovo o un Nuovo Mondo, questa volta innanzi tutto Europeo. E’ a questo che penso ogni volta che ascolto la sinfonia La Sinfonia n. 9 in mi minore di Antonín Dvořák (op. 95), più nota appunto col titolo di Sinfonia “Dal Nuovo Mondo” (il titolo si riferisce evidentemente all’America in seguito alla nomina del compositore come direttore del New York National Conservatory of Music. E’ splendida: chi non la conosce, la ascolti. Gli altri? La riascoltino!)

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POST 1022 – CONSIDERAZIONI “AL VOLO”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Ottobre, 2013 @ 6:30 am

Detto altrimenti: al volo? Certo! Su ALITALIA

Senza parole, sono senza parole …

Scusate, ma ci risiamo! Emergenza alluvioni, Ilva, lavoro, corruzione, evasione fiscale, carceri, giustizia, migranti, rifiuti, esodati, ludoipatie, bilancio statle, fallimenti bancari, etc. etc… ed ora un’altra  emergenza, anche questa con la “E” maiuscola: Emergenza Alitalia! Ma qua’ emergenza Ali …Italia? Io direi “Emergenza Italia, di una Italia senza le …Ali”, di una Italia che dorme, perché non sa o non vuole svegliarsi, o che trova comodo continuare a dormire. Infatti, ogni SpA, da quelle piccolissime a quelle di maggiori dimensioni, deve avere ed ha un piano pluriennale, un budget annuale, report mensili, proiezioni a fine anno mensili etc. In nessuna SpA degna di questo nome si arriva ad una situazione simile a quella in cui si trova Alitalia come ad una “emergenza”. Via … siamo seri!

E allora mi domando: chi non ha evitato questa “fine”? Chi non la ha almeno prevista? Chi non ha proposto per tempo soluzioni al problema? Chi non ha consentito che tali soluzioni venissero adottate? Chi non ha censurato coloro che non hanno previsto, che non sono intervenuti per tempo? Chi non insorge contro tutti costoro? Italiani, Cittadini, noi tutti: saremo pur anche un Popolo di Navigatori, di Poeti, di Artisti, etc. … ma certo che siamo di memoria corta, cortissima …

Ora interviene Poste Italiane con denari che – afferma – “sono nostra liquidità e non denaro dei nostri risparmiatori”. Praticamente però, a parte che in nessun paese occidentale la società “portalettere” fa anche il gestore aereo, Poste Italiane “fa da banca d’affari”, dico “d’affari” perché non “presta” denaro, ma “sottoscrive azioni”, cioè acquista un “pezzo” di azienda. A prestar denaro – infatti – manco a parlarne perché “prestar denaro” da parte di chi già “raccoglie denaro” vorrebbe dire “fare banca” e la banca d’Italia insorgerebbe. Ma far “banca d’affari” …. bè … dice … è altra cosa.

Trovo condivisibile l’osservazione del Presidente di Confindustria Squinzi: “Si tratta di un cerotto, ma la ferita rimane … occorre ben altro”.

Il Governo … ma questo è in carica da soli pochi mesi … e prima? Chi c’era? Ah già, dimenticavo (ecco, che vi dicevo? La memoria!): siamo un popolo dalla memoria corta, me compreso. Ma ..spes ultima dea … infatti: c’è qualcuno fra i miei lettori che si ricorda? Che mi può aiutare a ricordare se e chi nel recente passato (qualche anno fa) si era messo di traverso rispetto ad una soluzione internazionale? Sapete, mi par di ricordare che fosse un presidente del consiglio dei ministri, ma proprio non ne ricordo il nome … aspettate … mi pare “Bruscolini” … no … “Bruscoloni” … o qualcosa del genere …

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POST 1021 – BICINAUTUNNO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Ottobre, 2013 @ 3:52 pm

Detto altrimenti: finalmente il sole dopo tanta pioggia

Caro diario, questa mattina avevo già pubblicato tre post (ma corti, però …). Poi il sole. Vestirsi ed uscire, tutt’uno. E’ una settimana a fila che è tempo brutto: freddo e pioggia e … computer! Ma ecco che oggi si pedala! Niente di speciale, una quarantina di km con la mountain bike (con pneumatici lisci, da strada), da Trento verso Rovereto e ritorno.  Nell’andata, da nord a sud, 28-30 kmh! Quanto sono bravo! Poi rifletto: c’è un bel vento da nord (il vento viene, la corrente va: corrente di nord, va a nord; vento di nord, viene da nord) che mi spinge. A che velocità soffia? Semplice: rallento molto, poi accelero sino a quando inizio a sentire che il primo alito di vento mi accarezza il viso. Ecco, sto procedendo alla sua  stessa velocità, a 20 kmh, cioè, per dirla “velisticamente” a 11 nodi! Al ritorno, “di bolina” con il vento contro, che fatica a mantenere i 24 kmh!

Quando ‘l Bondon g’ha ‘l capel …

Mi fermo e scatto una foto al Bondone, la montagna di Trento: “Quando il Bondon g’ha ‘l capel, o che fa brutto o che fa bel”. E’ vero, E oggi non si smentisce: “fa” bello”. Ai lati della pita, tanti bei fiori gialli, una specie di grosse margherite. Gli addetti alla manutenzione, preannunziati da un segnale di “Sfalcio erba”, la spazzano (sic!), ne curano le aiuole a contorno: piste ciclabili come giardini all’italiana! Sulla pista, pochi ciclisti. Forse troppo freddo per i pensionati. Gli altri … al lavoro. D’altra parte questa notte ha nevicato al Passo del Brennero e al Passo del Tonale. La neve si avvicina!

Rientro a casa. Una foto dal balcone ai “colori d’autunno” al profumo di un rosmarino un po’ stupito della mancanza del … mare.  Nel frattempo è aumentato il sereno: una luminosità abbagliante, tipica del fronte freddo, del resto.  Uno di questo giorni dovrò aiutare un mio amico a portare – navigando a vela – da Desenzano a Riva del Garda la barca a vela che si è appena comperato. Con una giornata del genere sarebbe un bel problema: infatti nel basso lago (di Garda) questo vento solleva molta onda ed in autunno, per parafrasare Leopardi,  “ il bolinar non mi è dolce in questo … mare”. D’altra parte anche Virgilio se ne era accorto:

Anne lacus tantos? Te, Lario, maxime teque
fluctibus et fremitu adsurgens Benace marino? (Georgiche, II, vv. 159-160)

E cosa mai dovrei dire dei laghi così belli? Cosa mai di te, Lario
ma soprattutto di te, Benaco, che quando ti agiti hai onde e fremiti tipici del mare?

TRENTINO, Terra di terra, di acqua e … di vino, cioè divino …. anzi “Eccellente Marzemino ” (Mozart, “Don Giovanni”).  Buon autunno a tutte e a tuttii!

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POST 1020 – RIPRESA, RIPRESINA … O NO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Ottobre, 2013 @ 8:34 am

Detto altrimenti: un parallelo con le tecniche delle regate veliche (premetto che a beneficio dei non-velisti non userò terminologie troppo tecniche …).

Da solo, al timone, contro il Peler, vento gardesano  “da” Nord

Su alcuni modelli di barche a vela da regata sono istallate le “sartie volanti”, cavetti in acciaio che agendo sulla parte alta dell’albero, lo flettono tirano all’indietro, verso poppa, ottenendo conseguentemente che venga teso il cavo di acciaio (strallo) che collega la parte alta dell’albero alla prua, e sul quale è inserito (inferito) il fiocco, cioè la vela triangolare di prua. Se lo strallo non è teso, non si riesce a “bolinare”, cioè a risalire il vento. Orbene, durante una regata, mi si è rotta una sartia volante. che fare? Ho agito sul vang, un cavetto che tira verso il basso il boma (quel “palo” orizzontale sul quale è inferita la base della randa (main sail, vela principale). Il boma, nel suo abbassarsi, ha tirato verso il basso la randa che a sua volta ha tirato all’indietro l’albero che a sua volta ha messo in una certa tensione lo strallo di prua. In tal modo ho potuto “bolinare”, sia pure non in maniera ottimale. La regata l’ho persa, ma ho risalito il vento ed ho riportato la barca in porto.

Da solo, al governo, contro il Porcellum, vento padano “del” … Nord

Ecco, l’azione del Presidente  Skipper Letta mi pare che assomigli un po’ a quella di uno skipper condizionato da fattori a lui non imputabili, di uno skipper che sta risalendo il vento della crisi, con fatica, a piccoli bordi …

Si dice …  ripresina in vista … Io sono un po’ scettico, nel senso che lo skipper dovrebbe poter disporre di una barca più in ordine, con le sue belle sartie volanti in perfetto stato … dovrebbe poter fare dei bei bordi sicuri verso la boa della ripresa … e invece è costretto a piccoli bordi, incerti corti … e tutto ciò, grazie a chi? A chi gli ha dato una barca a vela mezza sgangherata, e poi .. .con un simile nome!? Dico io … ma si può chiamare una barca a vela “Porcellum”?

A parte i condizionamenti cui è sottoposto lo skipper Letta, quale sarebbe a parer mio la barca adatta a vincere la regata? Io propendo per la barca “Nuovo modello di sviluppo”. Quale potrebbe essere questo nuovo modello? Ne parliamo in un prossimo, post.

Nel frattempo, una ulteriore osservazione sulla attuale incerta “ripresina”. Non vorrei che essa fosse solo un “rimbalzo tecnico”. Chevvordì … rimbalzo tecnico? Ecco qua … in borsa, quando le azioni sono tutte “scese” molto di valore, alla fine ci può essere una piccola inversione di rotta, non perchè il mercato sia in ripresa, ma perché, giunti al capolinea di un binario morto, quello con i due grossi respingenti ancorati ad una massa di cemento armato, si può solo tornare indietro. Oppure la risalitina è dovuta alle ricoperture, ai  riacquisti che gli operatori di borsa erano comunque impegnati per contratto a fare, a prescindere dall’andamento dei corsi del mercato. Ecco chevvordì “rimbalzo tecnico”, … che non rappresenta (purtroppo!) una “inversione di tendenza”.

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POST 1019 – ALITALIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Ottobre, 2013 @ 7:27 am

Detto altrimenti: nel post n. 1015 parlavo della responsabilità o meno del Governo. Non solo dei Giudici.

Problema

Premesso che:

La crisi non c’era … ora c’è … ed io, “che colpa ne ho ..?”

• Un (“un”) ex Presidente del Consiglio dei Ministri (non facciamo nomi!)  bloccò la cessione di Alitalia ad Air France che offriva un prezzo di 1,7 miliardi di Euro, per favorire una cordata di “capitani privati coraggiosi italiani”, che però non conclusero l’acquisto;
• successivamente, nel frattempo Alitalia ha perso alcuni miliardi di euro;
• oggi il prezzo di una eventuale cessione di Alitalia sarebbe una frazione minima del prezzo che aveva offerto Air France;
• Alitalia è sull’orlo del fallimento;
• lo Stato interviene tramite le Poste, cioè tramite i nostri risparmi, per evitare sia il fallimento sia il suo ulteriore deprezzamento anche ai fini di una eventuale cessione a soggetti dell’estero.

Premesso tutto ciò,  dica l’alunno

1. quale responsabilità civile è fatta carico all’ex presidente del Consiglio dei Ministri di cui alla prima decisione di non vendere Alitalia ad Air France?
2. Che fine hanno fatto i “capitani coraggiosi” di cui sopra?
3. Cui bono? Cui prodest? A chi giova (rectius, ha giovato) tutto ciò?

P.S.: miei vecchi colleghi “di Siemens Germania”, volendo scherzare, anni fa dicevano: “ALITALIA? Always Late In Take off, Always Late In Arrival” …

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POST 1018 – PARLAMENTARI AL GUINZAGLIO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Ottobre, 2013 @ 6:59 am

Detto altrimenti: la rete che imbriglia i cervelli. I parlamentari di un movimento propongono e contribuiscono a far approvare in Commissione Giustizia l’abolizione del reato di immigrazione clandestina (legge Bossi-Fini). I loro due guru li smentiscono.

Democrazia, demo-crazia, potere del popolo. Ma … di quale popolo? Di tutto il popolo o di quello delle “scatole cinesi”?  Mi spiego.

Se volete possedere il 51% di una SpA il cui capitale sociale sia di 1 milione di euro, dovete disporre di 510.000 euro. Ma se il capitale sociale di questa prima SpA è posseduto da una seconda SpA il cui capitale è di 500.000 euro, per comandare nella prima SpA, a voi basta disporre di 255.000 euro. Se poi la seconda SpA è posseduta da una terza SpA il cui capitale sociale sia di 250.000 euro, per comandaee nella prima SpA a voi basta disporre di 127.500 euro. E così via. Le scatole cinesi. Una dentro l’altra. Un po’ quello che è successo a chi si è impadronito di Telecom.

Ma che c’azzecca tutto ciò con la democrazia? c’azzecca, c’azzecca … Ora mi spiego con due esempi.

Si vuole comandare il Paese? Si inventa il Porcellum: chi ha la maggioranza in alcune piccole scatole cinesi (alcune regioni), condiziona il governo di quella grande, cioè del Paese intero.

Si vuole “gestire” la volontà dei parlamentari di un movimento? La si subordina alla volontà di una pre assemblea, subordinata a sua volta da un sondaggio sulla rete, subordinato a sua volta alla organizzazione tecnica del sondaggio, subordinata a sua volta alle scelte di due persone.

Nel caso delle SpA del primo capoverso, con pochi denari si conquista la maggioranza di una grande SpA. Negli altri due casi, una “minoranza bene organizzata” conquisterebbe la maggioranza del potere sull’intero paese.

Minoranze organizzate? Purtroppo, ne abbiamo già vista una, di orribile memoria: leggetevi il libro di Gaetano Salvemini “Le origini del Fascismo in Italia – Lezioni di Harvard” a cura di Roberto Vivarelli – Feltrinelli Editore, aprile 1966, Collana Universale Economica): una minoranza bene organizzata e violenta   ha   “violentato”   milioni di iscritti ai sindacati rossi e bianchi. E l’intero popolo italiano.

Multa paucis, ottenere molte cose con pochi consensi. Attraverso la rete. Demopcrazia della rete, anzi, dei computer, anzi di chi li sa usare. Degli altri no. E comunque, senza alcuna garanzia che le procedure della rete siano gestite con onestà, imparzialità e democrazia. E’ già accaduto …

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POST 1017 – PAUSA DI RIFLESSIONE SULL’UNIVERSO, ANZI SULLE STELLE, ANZI, SU 5 STELLE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Ottobre, 2013 @ 1:52 pm

Detto altrimenti: per Grillini, Antigrillini e Agnostici.

I parlamentari del MoVimento 5 Stelle, in Commissione Giustizia, propongono e quindi  contribuiscono ad approvare la mozione di abolizione del reato di clandestinità. Beppe Grillo li sconfessa subito dopo. (!!??).

 Ed io … viribus unitis, a forze congiunte … cioè … a blog congiunti:  mi cade l’occhio su un mio “concorrente”, www.dituttounblog.com, ed in particolare sul lungo ma interessantissimo post del 7 ottobre 2013 dal titolo “La favola di Grillo e della democrazia” a firma di Francesco Ginanneschi, che condivido in pieno e che invito comunque tutti ad andare a leggersi.

E un post  lungo, ma profondo, comprensibilissimo, puntuale, concreto … ne vale veramente la pena, credetemi: per condividere ciò che viene esposto o per confutarlo, purchè con argomentazioni puntuali e serie, s’intende!

Ginanneschi constata l’esistenza dei tre livelli di grillismo: gli elettori, soprattutto gente in buona a fede; gli eletti, che cercano di razionalizzare la loro “offerta di idee”;  le due persone che vogliono solo  comandare. Detto ciò, ecco le sue  conclusioni:

“Desta preoccupazione che il M5S abbia un atteggiamento così carico di odio e disprezzo nei confronti dei partiti. Forzando neanche tanto si può delineare un parallelismo tra la situazione attuale e quella immediatamente successiva alla Prima guerra mondiale. Allora una crisi economica e sociale stringeva il Paese in una morsa che favoriva il disordine, complice l’incapacità della politica di ripristinare la legalità e di respingere l’aggressione allo Stato di diritto portata avanti da formazioni estremiste di diverso colore.

Da questo caos emerse una forza antidemocratica che riuscì ad impadronirsi del potere per poi smantellare la democrazia liberale e condannare la Nazione a un ventennio di lutti e atrocità.

Mi domando se i tanti attivisti che in buona fede grandi energie profondono per il M5S non avrebbero fatto un miglior servizio alla collettività se avessero deciso di orientare il loro slancio verso i partiti tradizionali per costringerli a cambiare, invece di mettersi a disposizione di chi persegue fini ancora non chiari e molto più ambiziosi di vincere semplicemente le prossime elezioni. Il M5S è una forza che non si riconosce pienamente nel sistema costituzionale e potrebbe dare un contributo positivo alla vita del Paese solo abbandonando il massimalismo, cioè cambiando natura. Gli altri partiti, dal canto loro, se hanno a cuore la democrazia, sono obbligati a intraprendere la strada dell’autoriforma per prosciugare il serbatoio di rabbia popolare al quale si abbeverano gli estremisti”.

Ecco, a me viene alla mente un altro parallelismo: la situazione descritta da George Orwell nel suo libro “1984”, scritto nel 1948 e pubblicato nel 1949. Una dittatura inquietante, da incubo, kafkiana. E aggiungo: nel mio post n. 1013 in buona sostanza – fra l’altro – affermavo che è troppo comodo non volere partecipare al governo, alle forme democratiche del governo, non accettare di entrare in una maggioranza di governo e poi comportarsi come se si fosse al governo: “Si deve fare così, questa è la nostra decisione, se non la adottate siete in errore, etc.”. Governare è compito della maggioranza al governo, non dell’opposizione. Vuoi governare? Entra a far parte di una coalizione di maggioranza.

Dice … ma noi non vogliamo la maggioranza, vogliamo il 100%! Ah bè … allora non mi resta che citare Josif Brodskij, premio Nobel per la letteratura, che nella prefazione al suo libro “Il canto del pendolo” (Adelphi), riporta una sua prolusione a studenti universitari (cito a memoria): “Diffidate degli eserciti poderosi e ben inquadrati, dei bilanci ben assestati, delle folle unanimi, …. perché dietro i grandi numeri, dietro l’unanimità dei consensi è assai più facile che si nasconda il male”.

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POST 1016 – RISCRIVIAMO LE PRIORITA’ DEL PAESE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Ottobre, 2013 @ 7:42 am

Detto altrimenti: la solitudine dei numeri primi? Chiariamoci le idee

In letteratura, “La solitudine dei numeri primi” (Mondadori) è un ottimo romanzo, il primo di Paolo Giordano (Premio Strega e del Premio Campiello opera prima 2008). Se non già letto, ve lo suggerisco (libro e film).

In matematica, un numero primo è un numero naturale maggiore di 1 che sia divisibile solamente per 1 e per sé stesso. Ad esempio, 2, 3 e 5 sono primi, mentre 4 e 6 non lo sono perché sono divisibili rispettivamente anche per 2, l’uno e per 2 e per  3,  l’altro. L’unico numero primo pari  è 2, in quanto tutti gli altri numeri pari sono divisibili, oltre che per 1 e per se stessi, anche per 2.

Nell’azione del Parlamento e del Governo, “numeri primi” sono quelli che indicano le somme stanziate in favore di specifici investimenti, somme stanziate “prima”, “a prescindere”, somme “intoccabili”, ovvero non divisibili a vantaggio di nessun altro investimento“, anche se divenuto maggiormente prioritario. Ad esempio, 36 miliardi di euro è un numero primo, in quanto trattasi della somma destinata all’acquisto (12 miliardi) ed alla manutenzione d utilizzo (24 miliardi, secondo calcoli USA) dei cacciabombardieri F35. Altro esempio di numero primo è quanto ogni singolo piccolo contribuente deve all’erario: infatti tale numero non è divisibile e deve essere pagato tutto, per intero. Mentre, al converso, i numeri che indicano quanto deve pagare all’erario un grande contribuente (ad esempio i concessionari delle macchinette mangia soldi) non sono numeri primi perché sono divisibili fra il contribuente ed il fisco, nel senso che a seguito di un concordato chi deve pagare qualche miliardo di euro vede tale numero diviso per due: una parte al fisco (qualche centinaio di milioni) ed una parte a se stesso (qualche miliardo di sconto).

Chiarito ciò, una riflessione. Pensiamo ai diversi ordini di grandezza delle varie poste di investimento e/o di spesa.

Si parla infatti di 30 milioni destinati dall’UE ai migranti, di qualche centinaio di milioni di euro destinati dal nostro Governo al settore dei beni culturali; di qualche miliardo si/o per IMU, IVA, cassa integrazione in deroga.

Per converso si tace su stanziamenti unitari di molte decine e decine di miliardi. Al riguardo, per analogia, mi viene in mente il bilancio di certe SpA, dettagliatissimo per un numero elevato di poste di bilancio assolutamente minori, la cui somma ammonti ad esempio – tanto per capirsi – a 100, salvo poi contenere una ulteriore posta di bilancio, specificata o generica  non importa, ma comunque assolutamente non dettagliata al suo interno quindi non analizzabile nè discutibile, pari ad esempio a 100.000.000. Succede anche questo. Tuttavia, basterebbe non approvarlo, quel bilancio!

Too expensive, too dangerous

Dice, ma non ce l’avrai ancora con i miliardi stanziati per gli F35?! Si, rispondo, e li cito sia in se stessi, sia a m0′ di esempio. ma .. dice … abbiamo assunto un impegno … ci sono dei contratti .. Rispondo: 1) Ma com’è che Canada, Olanda e Turchia li hanno disdettati? 2) Inadimplenti non est adimplendum, di fronte ad una parte che non rispetta gli accordi, l’altra parte (lo Stato italiano)  è libera da ogni vincolo. E gli accordi non sono rispettati, perchè il bene fornito (il “bene”? Io direi piuttosto il “male”!) è molto, molto difettoso, ha molti aspetti tecnici non risolti, è pericolosissimo da usarsi. Quindi: liberi tutti! O no?

Dice … ma tu sei un antimilitarista! Eh no …  caro mio, qui ti volevo … mio zio Giuseppe Vaccaro era generale a quattro stelle Comandante della FTASE – Forze Terrestri Alleate del Sud Europa, Verona (Palazzo Carli); mio babbo Maresciallo Maggiore dei CC; mio fratello Sottotenente di Complemento dei  CC; io Sottotenente di Complemento degli Alpini … ti basta così o ne vuoi ancora?

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POST 1015 – LA RESPONSABILITA’ CIVILE DEI POTERI DELLO STATO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Ottobre, 2013 @ 6:47 am

Detto altrimenti: dei soli Giudici o anche degli altri due Poteri Legislativo e di Governo?

Problema

 Premesso che

1) Il sistema carcerario italiano da sempre viola le regole europee quanto ad “abitabilità” da parte dei reclusi;
2) ove non adeguato entro pochi mesi, l’Unione Europea imporrà all’Italia pesanti risarcimenti in favore di detti reclusi;
3) lo Stato, a causa delle inadempienze legislative e di governo del passato dovrà pagare tali risarcimenti e preleverà i fondi attraverso il sistema fiscale …
4) … ed io, contribuente onesto a reddito fisso, .. io pago!

Si domanda

Nei  confronti di ogni Cittadino, non esiste forse anche la responsabilità civile del Potere Legislativo e del Governo?

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