ST 1064 – GRILLO A TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Ottobre, 2013 @ 6:56 am

Detto altrimenti: su qualche aspetto del tuo intervento, Beppe …

 1) La germanocrazia. Dice … noi saremmo asserviti alla Germania, che detta le regole. Io la vedo diversamente e mi chiedo: come ha fatto la Germania, uscita dalla guerra distrutta dai bombardamenti degli Alleati e dal pagamento dei danni di guerra ad essere la prima potenza economica europea? E poi, ok, non sarà tutt’oro quel che riluce, ognuno fa i propri interessi, ma se l’azione della Germania tende ad avvicinarci all’Europa, alla costituzione degli Stati Uniti d’Europa, io sono di quella partita. E la Germania ci vuole più europei, meno burocrati, meno evasori fiscali, meno corruttori, più capaci di indignarci, di reagire agli scandali. In una parola: più seri, più maturi e non bulletti di periferia da “panem et circenses, ai quali si può raccontare qualsiasi favola, basta saper maneggiare TV o la rete. Capito mi avete, Beppe e Silvio?

3)La politica del rigore. Concettualmente la Merkel ha ragione. Tuttavia sbaglia nel pensare che – in parallelo – noi Italiani si facciano, con la stessa velocità ed incisività,  le riforme necessarie a completare una manovra complessa ed articolata. Ed ecco allora che la politica del rigore non basta, anzi, diventa un fatto negativo. Ma non devi prendertela con la Merkel, Beppe, ma con noi stessi, anzi, anche con te, che con il tuo intervento di “indisponibile al colloquio”, unito agli effetti deleteri del Porcellum, hai contribuito ad ingessare la situazione.

2) Il debito pubblico. Dice … “Non va rimborsato, non vanno pagati interessi! Ribelliamoci!” Belandi (“accipicchia” dal dialetto genovese) … belandi Grillo, e te pa’ninte? (E ti sembra cosa da niente?). Sarebbe una rivoluzione che isolerebbe l’Italia dal contesto politico ed economico internazionale… E ti pare questo il momento di “isolarci”? Noi che al nostro interno abbiamo dimostrato tutto tranne che la capacità di far quadrare economia, finanza, agricoltura, industria, turismo, convivenza sociale, etc.? Chiuderci in noi stessi? Ma lo sai che un mio amico albanese, oggi primo violoncello della Orchestra del Teatro di Praga, mi raccontava che in Albania, anni addietro, a suo padre ingegnere era proibito di ricevere e leggere le riviste tecniche estere? E’ questo isolamento che vuoi? Ma via …siamo seri … Beppe! No, dico io. Possiamo intervenire con un rescheduling del debito sulle sue scadenze, accompagnato da emissioni “sostitutive “(swaps) di obbligazioni irredimibili … quello si, il tutto però accompagnato da una politica seria, la quale è possibile solo con una nuova legge elettorale: e tu vuoi mantenere il Porcellum!!” Ma allora … il re è nudo!

3) I pensionati.20 milioni di privilegiati, la zavorra che rallenta la  navigazione verso il sole dell’avvenire”. Eh no, Beppe … non ci siamo. Io ho 70 anni, ho lavorato una vita, ho una pensione assolutamente non elevata che però mi consente di vivere decorosamente, sia pure tenendo i conti delle spese e non cambiando un’auto che ha 230.000 km., e tu mi indichi come la concausa dei mali del paese? Eh no, caro mio … è facile per te parlare … dalla tua posizione di milionario in euro con villa milionaria a S. Ilario, la collina genovese dei privilegiati, affacciata sul mare di Genova Nervi, con un’altra villa sul mare in Toscana … No, non accetto questa tua predica da padre Zappata. Dice … ma io me li sono guadagnati questi denari! Ok, dico io … ma noi pensionati (non mi riferisco certo alle scandalose pensioni d’oro), noi pensionati “normali” – dicevo – non ce la siamo guadagnata la nostra vecchiaia? Ma che caspita dici, Beppe!?

Don Lorenzo Guetti

4) La nostra Autonomia. E te ne vieni qui in Trentino a farci la predica, a noi “privilegiati dalla nostra Autonomia”? Ma lo sai come è nata, storicamente? Hai studiato vita ed opere di Don Lorenzo Guetti, di Alcide Degasperi? Lo sai che Autonomia significa desiderio, voglia, volontà, impegno, capacità di partecipare alla gestione della cosa pubblica? Va, leggi, studia, rifletti: poi ne riparliamo.

5) il vincolo di mandato.  200-300.000 euro di penale ai parlamentari 5Stelle che cambiamo partito? Quale differenza cui sarebbe  fra chi paga i parlamentari per aderire al proprio partito e chi li multa per non far loro abbandonare il proprio partito?

6) Rivoluzione. Beppe, la tua è sicuramente una rivoluzione. Ma io non mi fido delle rivoluzioni, di qualsiasi tipo esse siano. Preferisco le “evoluzioni”, a cominciare dalla modifica della legge elettorale, che invece tu e Silvio invece volete mantenere com’è oggi. Che stiate per fare una nuova diversa Grosse Koalizion? Pensa un po’ che colpo di teatro! Nuova Forza Italia e M5S alleati! Come chiamarla? telo dico io: Forza Stellare, che ne dici? Io, comunque, con questo mio post, ti ho “bruciato” l’idea! Non potrai più dire che era una idea tua, originale … (attento: il logo Forza Stellare l’ho brevettato io, proprio ieri, per Italia, S. Marino e Vaticano).

7) Beppe, si dice “in cauda venenum” e invece no. Io nella cauda ci metto  cose buone: alcune idee tue sono assolutamente condivisibili, quale quella, ad esempio, quella della elencazione di un nuovo ordine di priorità (un esempio: più burro e meno cannoni, cioè più interventi seri nell’economia diffusa e meno cacciabombardieri F35). Ma allora, perché non sei entrato in un governo di coalizione, o perché non hai dato l’appoggio esterno ad un governo di centro sinistra, in contropartita della realizzazione dei alcuni tuoi obiettivi seri? Perché hai consentito che il Governo Letta sia in balia dei continui aut aut isterici della Silvio SpA? No, tu vuoi il 100%. Ed allora se le cose stanno così, te lo devo dire: il 100% dei consensi e/o il 100% del potere mi fa paura. Si, paura perché sarebbe una dittatura.

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POST 1063 – F 35

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Ottobre, 2013 @ 12:48 pm

Detto altrimenti: “35” … un numero da giocare su tutte le ruote del lotto!

35 i capi si Stato spiati dagli USA. 35, la componente numerica della sigla che contraddistingue i cacciabombardieri F 35 che – purtroppo – stiamo acquistando dagli USA.

Pare che (anche) noi Italiani si sia stati spiati soprattutto per la questione della basi USA nel nostro Paese (Verona, Sicilia) e per l’ F35 affair (“Li comperano? Non li comperano? Noi venditori della USA SpA dobbiamo saperlo … infatti li abbiamo già inseriti nell’ ”ordinato” e vorremmo passarli presto nel “fatturato”: infatti il nostro premio di produzione – MBO, Management By Objectives – scatta con l’emissione della fattura, e che diamine!”).

Qualcuno afferma: sono cose che si sapevano: il grave è che se ne parli … nel senso che se appena appena sono venute allo scoperto, è ovvio che i capi di Stati spiati debbano stare al gioco e faciano gli indignados. Ci mancherebbe altro!

Altra interpretazione: a fare emergere il tutto è chi NON ha interesse a che USA ed Europa si accordino su troppi temi, perché potrebbero arrivare ad accordarsi anche sulla lotta (vera) ai paradisi fiscali. Figurarsi …. ci mancherebbe altro! E allora, facciamoli litigare un po’ fra di loro e portiamo alla luce del sole cose che stavano comunque (reciprocamente) succedendo ma di cui era meglio non parlare. Quaeta non movere, dicevano i nostri antichi padri latini. E invece ora le res quaeta, le cose quete, sono state mosse, e come!

Fra l’altro, questo “ribollir di tini” potrebbe anche rallentare l’estensione del sistema UE dei controlli su tutte le banche europee (“Hai visto mai che poi l’UE voglia estenderlo anche alle nostre banche, a ri-ci mancherebbe altro!”).

E poi, in USA gira una voce (dal sen fuggita). “Che è ‘sta storia che l’UE potrebbe costituire la ERA – European Rating Agency, per valutare e sanzionare le corbellerie della nostre Agenzie di rating? Che poi, a volere dirla tutta, corbellerie non sono, perché prima di dare il voto a Tizio e a Caio, loro sanno bene se comperarne o venderne le azioni ed i relativi titoli del debito pubblico …”.
La mia conclusione: GLI STATI UNITI D’EUROPA, aber shnell, auch! E presto, anche!

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POST 1062 – LIGURIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Ottobre, 2013 @ 6:54 pm

Detto altrimenti: mi è venuta nostalgia della mia “acqua d’origine”

…con queste barche sarebbe “un pochino” vietato allontanarsi così tanto dalla costa, ma tant’è …

Mi rivedo al tramonto, a bordo di una barca olimpica monoposto, una di quelle lunghe, con gli scalmi esterni, il sedile scorrevole … ben oltre i limiti consentiti dalla legge a barche del genere (non ditelo a nessuno, per favore, che non si sappia!).

Sono solo. Il mare respira, non sono onde i suoi movimenti, ma un alzarsi e abbassarsi dolcemente, come di un caldo lenzuolo orizzontale che lentamente sia spinto ora in alto ora in basso. E’ il tramonto: mi fermo e vedo ciò che molti solo guardano senza vedere …

 

 

 

 

 

 

Tramonto sul Mar Ligure

(Foto Valentina L.D.)

Non sai
dove l’onda di sale sia nata
se veglia
oppur se riposa
né quale sia l’ultima meta dell’ala incantata
che avanza e ritrae il suo velo
la liquida seta di sposa
ad un cielo
che colma lo spazio d’amore.
E senza rumore
la mente s’immerge nell’acqua
nuotando pian piano
per non farle male
e con la sua rete
cattura al ricordo le nuove emozioni.
Poi
tu alzi i remi
e come in un rito
depositi in mano al tramonto dei suoni
l’essenza feconda
di piccole gocce di smalto
prezioso vagito
che hai ripescato
dal fiordo abissale
profondo infinito.
E vento di luce
d’azzurro cobalto
sospinge la barca alla sponda
sorgente dal Mare
che ormai al Cielo s’è unito.

Buon tramonto ligure a tutti!

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POST 1061 –MEDIA(O)CRAZIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Ottobre, 2013 @ 6:09 pm

Detto altrimenti: potere, governo dei media TV e Rete

La media(o)crazia, da media, mezzi di comunicazione …però, a pensarci bene, anche da “mediocre” … il governare mediocremente da parte di chi mediocre non sarebbe, ma è costretto a tal agire dai condizionamenti di una legge elettorale definita dal suo stesso ideatore “porcata”.

Non permettiamo che il nostro cervello ci abbandoni

Ma non volevo parlare di mediocrità, ma di media, che poi si legge midia, cioè dei mezzi di informazione (raramente purtroppo, anche mezzi di vera comunicazione, di communis actio, di dialogo, di azione comune!), cioè di mezzi di locomozione, cioè dei “treni” i cui vagoni dovrebbero trasportare sino a noi merci particolari, e cioè informazioni “vere” e significative. Ma così purtroppo spesso non accade. Quindi, perlerò non della mediocrità di singole persone, ma della mediocrità dell’informazione. I vari passaggi sono: non informazione; disinformazione; informazione. Finalmente! Direte voi, amiche lettrici e amici lettori, siamo arrivati all’informazione! Già … ma io mi permetto di sottoporre al Vostra attenzione alcuni recenti e purtroppo attuali degenerazioni della informazione:

Informazione leggera, o light: quella che non attribuisce a ciascun messaggio il giusto “peso specifico relativo”, cioè non mette ciascun episodio narrato nella giusta rilevanza soprattutto nella corretta connessione rispetto a gli altri, per cui anche fatti molto importanti vengono diluiti. Un esempio? Uno scandalo a caso, quello recente della ASL di Napoli: invece di essere considerato parte di un sistema di scandali e quindi fatto gravissimo, viene diluito fra i tanti altri scandali, e quindi non fa più scandalo, bensì prassi …

Informazione parziale: quella che ci informa sui costi di acquisto dei cacciabombardieri F35 (12 miliardi) e non anche sui costi del loro uso e manutenzione (altri 24 miliardi, secondo calcoli USA).

Informazione “interrupta”: quella di cui si parla poco e poi non più (lussuoso yacht acquistato con i soldi di un partito politico dal figlio del suo leader).

Informazione fuorviante (cosiddetto falso scopo): quella di notizie vere, ma che distraggono dal problema principale (IVA-IMU … non si parla d’altro, mentre poco di sì dice, ad esempio, dei flussi di denaro pubblico dai cittadini agli Stati, da qui all’UE, da qui alle banche che popi non fanno credito ai cittadini, e il cerchio è chiuso … chiuso …ohibò … si fa per dire).

Informazione condizionata: quella condizionata dai vincoli del Porcellum.

Informazione sensoriale: quella che ci fornisce la percezione sensoriale di uno o più fatti, ma non ci dà la visione d’insieme del problema (cioè quella che ci fornisce l’analisi degli interventi settoriali del governo ma non la visione della validità dell’attuale modello di sviluppo).

La chiudo qui. Il fatto è che l’informazione (IT – Information Technology: cosa fa il politico Tizio? Fa questa cosa) dovrebbe trasformarsi in comunicazione (ITC-Information Comunication Technology), cioè in dialogo fra il politico e il popolo (“Perchè fai questa cosa?”) o quanto meno, in primissima battuta, in dialogo fra il politico ed il giornalista, al quale deve essere consentito di formulare la famosa “seconda domanda”, dopo che dal politico ha ricevuto la prima risposta, in genere abbastanza generica e di “disimpegno”. La seconda domanda, quindi, e poi anche la terza e così via. E la stessa cosa dovrebbe fare ciascuno di noi: porre prima a noi stessi e quindi subito dopo al politico la prima, la seconda, la terza domanda e così via … approfondire, ricercare la visione d’insieme, il cui prodest, cui bono …  cioè chiedersi: alla fin fine … a chi giova?

Da una mia trasferta bolognese, 24 ottobre 2013

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POST 1060 – ALITALIA, ITALIA, MODELLO DI SVILUPPO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Ottobre, 2013 @ 8:40 am

Detto altrimenti: facciamo alcuni collegamenti

Un mio vecchio capo (1), presidente di una finanziaria di io ero direttore, mi diceva: “L’importante è saper fare i collegamenti … chi li fa vince”. Ed io mi sforzo di non dimenticare la sua lezione.

Italia, bellissima … purchè non … crolli!

1. L’Italia è un paese ricchissimo di bellezze naturali, arte, storia, cultura, ottima cucina (che non guasta).
2. L’Italia è un paese turistico, forse il primo al mondo per la potenziale offerta turistica.
3. Italia: offerta solo potenziale, perché non organizzata dall’Enit.
4. La compagnia aerea del paese è sull’orlo del fallimento.

Collegando i quattro punti fra di loro, mi chiedo: non è forse il caso di rivedere il nostro modello di viluppo nella direzione della difesa del territorio; del rilancio degli investimenti nei settori nei quali potremmo/potremo e quindi dovremmo/dovremo eccellere; della trasformazione dell’Enit da ente che pensa ai propri dipendenti in ente che promuove il turismo dell’intero paese; del coordinamento di Alitalia con i progetti di sviluppo turistico, inserendone l’offerta nei vari pacchetti venduti alla clientela estera?

(1) Senatore Bruno Kessler, Presidente di ISA SpA, Istituto Atesino di Sviluppo, Trento

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1059 – “LA PAZIENZA E’ AMARA, MA I SUOI FRUTTI SONO DOLCI” (… almeno, così speriamo tutti noi!)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Ottobre, 2013 @ 7:31 am

Detto altrimenti: va bene la pazienza, ma … quo usque tandem, politica, abuteris patientia nostra?

(Scritto ieri sera, 22 ottobre 2013. Pubblicato questa mattina, 23 ottobre 2013)

Inizia

Quo usque tandem Catlina (pater conscriptus, ovvero “senatore” anch’egli!) abuteris patientia nostra?

Fino a quando, politica abuserai della nostra pazienza? Non riesco a rispondermi. Sono un po’ stanco di rimuginare questi temi (ma non mi arrenderò, state tranquilli). Vado fuori all’aperto … a fare due passi. Davanti casa (romanesco) … davanti a casa mia c’è un fiume, la Fersena (dialettale) … il Fersina, fiume perché ha sempre acqua. Un po’ di aria fresca mi farà bene. Verso monte, attraversato da un ponte di ferro, corsia centrale per le auto, due passaggi pedonali ai lati, molto utilizzati dagli studenti del vicino Liceo. Fra questo ponte ed il successivo, a valle, circa 600 metri. Il giro completo 1250 metri. Giro più volte. In senso orario ed antiorario. Respiro l’aria che scende, a cavallo delle piccole onde del fiume, dalla Valle dei Mocheni, unica valle tedesca del Trentino.

Le mani nelle tasche del giubbotto nero della Slam. La destra incontra il Nokia. Perché no? Una foto. Troppo comoda questa nuova piccola macchina fotografica che è anche un telefono ed un PC. Ferro e fiori, non “ferro e fuoco” … Un’era dei fiori … la speranza che sostituisca l’attuale era del ferro e di ferro che sta dilaniando il Paese. Legge di stabilità, ex Legge finanziaria, ex manovra, ex stangata. Cambiano i nomi, non la sostanza. Rifletto: questa maggioranza non è tale. E’ troppo autovincolata, “grazie” al Porcellum … un’auto a doppi comandi: uno accelera, l’altro frena.

E la politica? Mi pare impegnatissima a fare il bene comune … comune a tutti, ma tutti chi? Tutti i politici. Le grandi intese, unica soluzione possibile, al momento, ma non può, non deve durare: occorre andare al voto con una nuova legge elettorale. Vedo impegnati i partiti in tutto tranne che su questo obiettivo.

Devo ringraziare la caduta del muro di Berlino. La caduta del comunismo, benchè qualcuno oggi insista ad accusare i suoi avversari politici di essere “comunisti” (!?). Infatti noi italiani, espertissimi in “politica gattopardesca” avremmo convinto l’Europa e gli USA che il pericolo rosso avrebbe dovuto essere fermato, anche a costo di fare ordine … in qualche modo … in qualunque modo …

Giovanni De Lorenzo

No, per fortuna oggi nessuno ci crederebbe più, a questa “minaccia”, né l’Europa né gli USA … e poi anche loro, oggi, hanno i loro problemi interni. Gli USA quasi al default, iniziano a multare le loro banche truffatrici; la Francia che scivola sulla buccia di banana di una espulsione analoga alla nostra kazaka (ma almeno loro scendono in piazza, per questo fatto … noi no … no … non noi …). Ma io, a cosa penso? Anni ‘60, Genova. La mia famiglia: babbo (toscano), Maresciallo Maggiore alla Legione Carabinieri, Castello Makenzie, Ufficio Matricola. Due figli all’Università (ingegneria e Giurisprudenza). Uno al ginnasio. Mamma insegnante alla Scuola Media Statale Andrea Doria. Improvvisamente lo Stato (il Signor Generale dei CC, NH  Giovanni De Lorenzo) divide la famiglia: babbo trasferito a Cles (TN). In Trentino Alto Adige, forse perché tanti anni prima aveva già lavorato in questa Regione: carabiniere a Palù dei Mocheni, Brigadiere a Bolzano (dove aveva conosciuto mamma) e a Vermiglio (Val di Sole). Ma non fu un caso isolato. Infatti tutti i “marescialloni” dei CC che operavano centralmente nelle Legioni erano stati trasferiti sul territorio. Per strutturarlo. In preparazione di cosa? Fate voi … Ma la “cosa” per fortuna non andò a buon fine. Dopo due anni babbo si concedò e rientrò in famiglia. Quanto meglio sarebbe stato lasciarlo lavorare a Genova … e come lui tanti altri, e non dividere tante famiglie …

Ecco, dopo tanta pazienza (amara) ora abbiamo diritto ai suoi frutti (dolci): una nuova legge elettorale, e vinca chi è più votato, sperando che sia il migliore.

Finisce

Ecco a cosa stavo pensando mentre “solo e pensoso i più deserti … “marciapiedi, andavo” misurando a passi tardi e lenti, e gli occhi “portavo” per fuggire intenti, ove vestigia uman l’arena stampi”.

P.s.: Corsera, 13 ottobre 2013 – Il Corriere del Trentino – Regione Attualità, pag.8 – La laureanda/neolaureata bolzanina Laiza Francato, nella sua tesi di laurea critica l’originalità del romanzo (storico, n.d.r.)  “Eva Dorme” della scrittrice romana Francesca Melandri, nel  quale le vicende del romanzo sono ambietate nella storia dell’Alto Adige “di mia mamma (fra l’altro già insegnante dell’On.le Berloffa), di mia zia (ragioniera in Provincia presso l’amministrazione Magnago) e di mio babbo”.  Io non condivido la sua critica. Il libro della Melandri è una ripresa di fatti che io stesso, direttamente e tramite il racconto dei miei genitori e parenti, ho vissuto. Che poi anche altri abbiano trattato prima di lei la  materia … be’ mi sta bene: non ho mai ritenuto che dovesse esistere un solo unico libro di storia, un solo unico romanzo rievocativo, una sola unica testimonianza ….  di nessun fatto. Quindi rinnovo il mio “Brava!” alla Signora Melandri.

E per finire, in cauda venenum: l’iniziativa della Francato mi pare una forzata ricerca di originalità, un cercare di essere illuminata da luce riflessa … un contributo il suo di cui proprio non si avvertiva  necessità, bisogno, utilità. Un buon voto di laurea, comunque, le va dato, se non altro per l’esercizio “muscolare” che ha fatto (oh, così almeno mi sono sfogato …)

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POST 1058 – RESPONSABILITA’ POLITICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Ottobre, 2013 @ 9:32 pm

Detto altrimenti: responsabilità … da “responsum”, risposta; politica … da “polis”, città nel senso di città stato, nel senso di Stato, di tutti noi Cittadini

  • Risposta
    Domandare una Risposta
    Aspettare una Risposta Concreta ai bisogni della Propria Vita.
    Chiedere una Risposta
    Meritarsi una Risposta
    Avere Diritto ad una Risposta
    Voler dare Risposta
    Saper dare una Risposta
    Cercare di dare una Risposta
    Dare una Risposta
  • Ignorare il Diritto Altrui ad una Risposta
    Rifiutare il Diritto ad una Risposta
  • Dare una cattiva risposta (con il cattivo esempio)
  • Non voler dare una Risposta
    Non saper dare una Risposta
    Non dare una Risposta
    Non cercare di dare una Risposta
    Non saper cercare di dare una Risposta
    Non voler cercare di dare una Risposta
    Rispondere
    Non rispondere

Dare una Risposta Concreta ai bisogni della Vita Altrui, di Tutti gli Altri: questa è   Responsabilità della Politica.

Responsabilità, Politica, Responsabilità politica, della Politica: le Parole sono Pietre, firmato Don Lorenzo Milani.

(Le maiuscole non sono messe a caso)

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POST 1057 – S’ I’ FOSSE FOCO … VOTO PALESE OD OCCULTO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Ottobre, 2013 @ 6:47 pm

Detto altrimenti: Cecco Angiolieri e la sua attualità

Cecco Angiolieri … Toscano!

S’io fossi foco

S’ i’ fosse foco, arderei ‘l mondo;
s’ i’ fosse vento, lo tempesterei;
s’ i’ fosse acqua, i’ l’annegherei,
s’ i’ fosse Dio, mandereil’ en profondo;
s’ i’ fosse papa, sare’ allor giocondo,
ché tutt’ i cristiani imbrigherei;
s’ i’ fosse ‘mperator, sa’ che farei?
a tutti mozzerei lo capo a tondo.
S’ i’ fosse morte, andarei da mio padre;
s’ i’ fosse vita, fuggirei da lui:
similmente farìa da mi’ madre.
s’ i’ fosse Cecco, com’ i’ sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre,
e vecchie e laide lasserei altrui.

(Cecco Angiolieri XIII-XIV sec.)

S’ i’ fosse Grillo

Beppe Grillo …. Ligure!

… S’i’ fosse Grillo, qual non son né fui,
vorrei secreto voto ‘n parlamento:
a’ mia direi gridate forte none
ma nel secreto poi votate sine
sicchè la colpa infin darem a loro
chiamando traditor le due partite
che son governo di regioni belle
ducendole feroci ad una lite
da che prenderan forza nostre Stelle.

(Anonimo, XXI sec.)

A pensar male … Immaginatevi un po’ se non fossero sorte nel firmamento politico le cinque stelle della costellazione “Grillo”:  oggi il, Centrosinistra avrebbe una larga maggioranza anche in senato. Quindi la costellazione “Grillo” di fatto ha  portato fortuna al Centrodestra.

Ora potrebbe darsi che fra i due litiganti … soprattutto con l’occasione d’oro di una votazione segreta. Io comunque sono per il voto palese, non per “questo singolo caso”, che non andrebbe bene, ma “da questo caso in poi, per tutti i casi”. Speruma ca la vaga mac bin… nè? (Dialetto piemontese: speriamo che la vada solo bene … vero?).

P.S.: Beppe Grillo, Ligure? No, Genovese … e dire che Dante aveva ben avvertito: “Ahi genovesi, uomini diversi/ d’ogne costume e pien d’ogni magagna/ perchè non siete voi del mondo spersi?” Mi pesa un po’ questa ciotazione, perchè sono genovese anch’io …

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POST 1056 –L’ENEIDE LETTA A TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Ottobre, 2013 @ 4:48 pm

Detto altrimenti: la professoressa Maria Lia Guardini, nella Biblioteca Comunale di Trento … lettura dei classici

Sotto la guida di Maria Lia, avevamo già letto Iliade, Odissea, le tragedia e le commedie greche e latine, i classici. Ora tocca all’Eneide. Virgilio: nacqui a Mantova, mi spensi in Calabria, fui sepolto a Napoli, cantai la pastorizia, l’agricoltura, i comandanti militari:

 Mantua me genuit, Calabri rapuere
tenet nunc Parthenope
cecini pasqua, rura duces.

Virgilio e il Trentino, o quasi, infatti egli celebra il “mare nostrum” cioè il Lago di Garda  (Georgiche, II, 159-160)

Anne lacus tantos? te, Lario, maxime teque
fluctibus et fremitu adsurgens Benace marino?
E che dovrei dire del laghi così belli? Cosa mai di te, Lario, ma soprattutto di te
Benaco, che quando ti agiti hai onde e fremiti simili a quelli del mare?

Virgilio, scelto da Dante come guida per la sua Divina Commedia … Virgilio che all’inizio dell’Iliade dichiara subito di volere imitare Omero: “Arma vurumpque cano … ” canto le armi e gli uomini … solo che lui canta i cives, i cittadini, più che gli uomini come invece aveva fatto Omero. Omero aveva dato inizio alla comunicazione letteraria scritta. Virgilio ne segue la traccia, solo che avverte di essere sul punto di morire … non aveva ancora rivisto la sua opera e dà ordine che le “bozze” dell’Eneide fossero distrutte. Per fortuna l’esecutore testamentario venne meno al suo dovere …

Virgilio non è l’unico Romano a copiare i Greci. Sempre però in maniera consapevole, funzionale e irripetibile: il poeta parla in prima persona: cano, canto … e chiede l’intervento della Musa. del resto … Omero … “Cantami o diva, del Pelìde Achille l’ira funesta  …” Ancora,  Virgilio in un poema epico inserisce componenti tipiche del poema lirico: l’amore fra Enea e Didone, e nel far ciò innova rispetto ai Greci. Ma Virgilio innova anche nel trasformare il poema epico greco in un poema epico-nazionale, sulla scia della piena sua adesione alla politica di Augusto. Tutto ciò manca in Omero, che canta l’uomo laddove Virgilio canta il cittadino. L’Eneide, nella prima parte si rifà all’Odissea, al “viaggio” del cercatore di una nuova patria. Nella seconda parte, le guerre di Enea per appropriarsi della nuova patria, il Lazio. Cittadio-Patria.

Gli Dei. Da Omero a Virgilio hanno “fatto carriera”: in Omero si muovono da umani, con gli stessi vizi e le stese virtù. Gli Dei di Virgilio sono più “divini”, più “politici”, hanno una maggiore influenza nel convincere gli umani …

Quando oggi si dice, esagerando, “quel politico è un Dio, è il mio dio” .. l’ho sentii dire da un francese circa De Gaulle: “C’est mon dieu”. Ma torniamo a noi.

Virgilio ci rappersenta una visione teleologica e provvidenziale della Storia: sono gli Dei che hanno voluto tutto questo: da qui il Deus vult dei Crociati e il  Gott mit uns di altri … La sua è una rilettura provvidenziale della Storia attraverso le vicende di un Personaggio Centrale. Enea come Ulisse? No, Ulisse ha le caratteristiche tipiche dell’oralità, è tutto azione. In lui manca spazio per i sentimenti, almeno fino a quando è in guerra. Enea al contrario è “finto”, “costruito” da Virgilio per mettere innanzi agli occhi dei suoi concittadini il civis romanus perfetto. Non a caso il principale valore fondante dell’Eneide è la Pìetas.

Pìetas non si traduce con pietà, bensì con “rispetto dei genitori, della patria, delle autorità, degli Dei”. A questo rispetto Enea sacrifica anche il suo amore per Didone e quello di Didone per lui. Didone che muore per lui, maledicendolo e pronosticando ostilità fra il Lazio e Cartagine (guerre puniche). Storia? Mito? Entrambi. Virgilio usa, utilizza il mito, con un uso eziologico, per spiegare la causa di qualche cosa, di qualche evento.

Un breve cenno alla “comunicazione” del suo tempo, del tempo di Virgilio. Fortemente condizionata dallo strumento scrittura, a superamento della precedente comunicazione orale, meno “impegnativa” per chi la fa e per chi la riceve. Eschilo aveva scritto “Guardano ma non vedono, ascoltano ma non sentono”.

Ed oggi? Oggi la comunicazione scritta è sempre più scarsa: prevale quella orale, basata sulla oralità che ci giunge dalla “bocca” del teleschermo, che spesso induce molti di noi a guardare senza vedere e ad ascoltare senza sentire!

In Virgilio invece la scrittura c’è, e come! E non è neutra, è “politica”, però è dichiaratamente, onestamente tale: egli vuole il Pius Civis, il cittadino rispettoso dell’Autorità, perché ha una grande fiducia nell’Autorità (beato lui! N.d.r).

E di Ettore, ucciso due volte, da vivo e da morto, fa dire “quantum mutatus ab illo” (Eneide, II, 274) cioè “da morto, com’era cambiato rispetto al suo precedente stato di vivente!” Ecco, rubo questa espressione, diventata famosa, quasi un proverbio, e la declino al femminile: “Quantum mutata ab illa”, quanto è cambiata (in peggio, n.d.r.) l’Italia di oggi rispetto a quella di ieri … augurandomi che in un prossimo domani si possa dire: “Quantum mutata  ab illa”, quanto è diversa (questa volta in meglio, n.d.r.) l’Italia di oggi, rispetto a quella di ieri!”

Prossimo appuntamento: martedì 5 novembre 2013, ore 10,00, Biblioteca Comunale di Trento, primo piano, nella sala che precede la Sala degli Affreschi: parleremo dei libri 4,5,6 … dell’Eneide, ovviamente! Entrata libera!

P.S.: la farina di cui sopra al 90% non è del mio sacco, bensì di M.Lia Guardini che noi tutti, suoi “da una vita impenitenti allievi ripetenti ” ringraziamo di cuore!

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POST 1055 – VOTARE NECESSE EST

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Ottobre, 2013 @ 1:51 pm

Detto altrimenti: campagna elettorale in favore … degli elettori delle prossime elezioni amministrative trentine!

Navigare necesse est, vivere non est necesse (navigare è indispensabile, vivere no), è l’incitazione che, secondo Plutarco nella Vita di Pompeo (50,2), Pompeo diede ai suoi marinai, i quali opponevano resistenza ad imbarcarsi alla volta di Roma a causa del cattivo tempo.

Da ragazzo ricevevo gratuitamente la rivista “Volare necesse est” la quale reclamizzava l’arte, il mestiere, la scienza del volo. Edita dall’Areonautica Militare? Non ricordo, ma è probabile.

Oggi mi permetto di aggiungere una terza necessità: l’andare a votare. infatti votare necesse est. E’ necessario, indispensabile, utile, doveroso esercitare il diritto del voto. Chi non vota non partecipa alla vita della sua propria comunità, se ne astrae, salvo poi criticare tutto e tutti. Chi non vota consente la formazione di governi che non rappresentano la comunità che li esprime.

Dice … ma io non mi ritrovo completamente in alcun partito, in alcuna coalizione. Evvabbè … allora vota per quel partito, per quella coalizione, che prevalentemente ti rappresenta, quella cioè che ha in sé i contenuti fondamentali delle tue istanze, mi raccomando! E poi … se sei una lettrice o un lettore di questo blog … be’ … vorrà pur dire qualcosa … no?

Grazie se vai a votare!

P.S.: Testimonianza fornitami da un’amica:

“Sabato, al volantinaggio davanti al supermercato, si avvicina una signora anziana, mi chiede i materiali, la ringrazio per la cortesia e lei mi risponde: “Non lo faccio per lei, lo faccio per me. Vede, io sono nata quando non si poteva votare e le donne non avevano mai votato. Io voglio esercitare il mio diritto, per dovere verso chi è morto per garantirmelo. Leggerò tutto e poi sceglierò cosa e chi votare il 27 ottobre. Per esercitare un diritto, per dovere verso la comunità“.

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