POST 1134 – SUPER RETRIBUZIONI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Novembre, 2013 @ 9:27 am

Detto altrimenti: ma che … pensate che io voglia che tutti siano retribuiti nella stessa misura? No! Leggete qui sotto (premetto che per “retribuzioni” intendo stipendi, pensioni, buonuscite, buonentrate (ci sono anche queste!), benefit vari. Tutto, insomma …

La differenziazione delle retribuzioni è un fatto necessario allo sviluppo della società prima ancora che della economia.

Chi si impegna maggiormente nello studio, nel lavoro, chi si assume maggiori responsabilità, chi raggiunge migliori risultati … è ben giusto che sia premiato da remunerazioni maggiori.

A chi darei io le maggiori retribuzioni? A chi innova, a chi inventa, a chi crea: in economia, nel sociale, nella cultura, nella sanità, nell’ecologia, nella difesa del territorio, nella scelta del giusto modello di sviluppo, nel riordino delle priorità. Non a chi gestisce l’esistente.

Ma … maggiori di quanto? Il quantum dovrebbe tener conto di alcune considerazioni:

Una retribuzione di un top manager che sia fuori scala, ad esempio pari a 500 volte la paga di un suo operaio, lo disincentiva dal “fare meglio”, tanto più di così cosa vuole sperare, a cosa vuole aspirare?

Retribuzioni fuori scala innescano squilibri e disuguaglianze sociali pericolose e non si giustificano in ui Paese afflitto da una generalizzata e forte crisi economica.

Retribuzioni fuori scala non si giustificano comunque, perché i “grandi risultati” il più delle volte sono ottenuti solo perché il manager (pubblico o privato che sia) è inserito in una “grande società“, non perché sia un  “grande uomo” lui stesso.

Retribuzioni fuori scala non si giustificano per le “grandi resposansabilità” di una persona, a meno che essa non sia in grado di ripagare con denari prpri eventuali danni mkiliardari procurati a SpA pubbliche o private. Altrimenti, che “grande responsabilità” sarebbe mai?

Retribuzioni fuori scala incrementano la ricchezza di pochi e diminuiscono quella di molti, e comprimono i consumi: infatti, un super ricco più di tanto non può consumare …

Retribuzioni fuori scala non si giustificano sulla base di risultati di breve termine, perché spesso poi essi determinano perdite di medio termine, quando il manager, incassate le sue ricchissime retribuzioni, ha cambiato società e a restituire il ricevuto manco a parlarne.

Ma. cosa vuol dire “fuori scala”?  Ecco, ad esempio la liquidazione dell’AD Unicredit Profumo che nel lasciare la banca alla quale aveva fatto acquistare una banca kazaka per 2,4 miliardi dollari USA per poi rivenderla un anno dopa a “-200” milioni (sic, a meno duecento! Leggete il post n. 1121 del 25 novembre scorso), se ne è andato al Montepaschi Siena con una liquidazione di 40 milioni di euro, quasi ottanta miliardi delle vecchie lire.

Lo stesso vale per i milioni regalati a tale Giancarlo Cimoli da FS (1996-2004) ad Alitalia (2005-2008) = “risultati” ottenuti? Sotto gli occhi di tutti. Reribuzione? Negli anni citati, complessivamente di €14.755. Al … giorno! Si, al giorno, avete capito bene.

E Cesare Geronzi? 347 giorni alla guida delle Assicurazioni Generaki, liquidazione di 16,6 milioni. No, non di lire, di Euro!

Ma, banche, Ferrovie, Alitalia, Assicurazioni … da dove prendono quei soldi se non dai clienti, dall’utenza, cioè se non da noi cittadini?

E poi … pensioni “retributive” da 20-30 sino a 90.000 euro al mese!  Retributive! Ma via!

La Svizzera ci sta provando. magari non ci riuscirà ma almeno ci sta provando a fissare il tetto della retribuzione massima di un top manager a 15 volte la paga del suo operaio.

Dice, ma dei politici non te ne occupi? Eccomi, arrivo:

USA:    300.000.000 di abitanti; 100 senatori; 435 deputati

ITALIA: 60.000.000 di abitanti; 315 senatori; 600 deputati

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POST 1133 – FALSO IN BILANCIO, VARIE ED EVENTUALI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Novembre, 2013 @ 9:00 am

Detto altrimenti: ora speriamo che torni ad essere un reato. Infatti …


Berlusconi ha messo in essere una frode fiscale.
La frode fiscale è un reato.
Il falso in bilancio froda il fisco.
Oggi il falso in bilancio non è un reato.
Io spero che torni ad esserlo!

Un celebre motocilista doveva al fisco 100.000.000.
Ha concordato per 30.000.000.
Io dovevo al fisco 45. Io ho pagato al fisco 45″. La legge è uguale oper tutti, tutti coloro che devono al fisco 100.000.000 ed anche per tutti coloro che devono al fisco 45.

I gestori delle macchinette mangiasoldi dovevano al fisco miliardi di euro.
Hanno concordato per pagare il 20% di pochi miliardi, anzi di milioni.
la Corte dei Conti ha detto: no, dovete pagare il 30%.
E il resto? Il resto … mancia! Dopo tutto si tratta di … monetine metalliche …a tonnellate, vabbè, ma sempre di monetine si tratta. A proposito, chi le cambia in banconote, non si pone qualnche domanda? Già, a pensarci bene … chi è che le cambia? La Banca Popolare di Milano, forse?.

C’è evasione ed evasione fiscale: entrambe le forme sottraggono denari al fisco, ma
1) la prima, meno grave, trasforma quelle risorse in maggiori dividendi (tassati) per gli azionisti della SpA che evade;
2) la seconda, più grave, trasforma quelle risorse in denaro nero, spesso collocato all’estero.

O no?

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POST 1132 – AUTOSTRADE A CONDIZIONE DI RECIPROCITA’

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Novembre, 2013 @ 7:39 am

Detto altrimenti: da noi le barriere; in Austria l’adesivo; in Germania la targa dell’auto!

Bezalen Sie nur, bitte … Pagare prego

L’UE garantisce la libera circolazione delle persone (e delle merci). Libera ma non “gratuita”, ed ecco che la Germania mette a pagamento le sue autostrade. Solo per gli stranieri, però. E noi? Noi copiamola, cribbio! Dice … ma le nostre autostrade sono già a pagamento! Ma lo sono veramente per tutti? Controlliamo! E poi, mettiamo a pagamento le nostre piste ciclabili per i turisti tedeschi, cribbio!

Parliamo seriamente. Questo “distinguo” tedesco è molto pericoloso. E’ una miccia nazionalistica in un’Europa che ha bisogno dell’esatto contrario. Noi Europei infatti abbiamo bisogno degli Stati Uniti d’Europa, di uno Stato Europeo Federale, di una Federazione simile agli USA. Gli Stati Uniti d’Europa, una realtà al cui interno si facciano prevalere le componenti migliori di ogni singolo stato nazionale, si azzerino le peggiori, si ristabilisca, in accordo con gli USA, il pieno rispetto dei Diritti Umani, dei Principi Morali (= ricerca del bene Comuna), delle corrette regole finanziarie e si imponga tutto ciò al resto del mondo, Cina e India in testa.

Utopia? Forse. Ma nella vita occorre avere una Utopia, un Modello Ideale nel quale “credere”, “sperare” e per il quale “lavorare” (noterete: dopo il verbo “credere”, ho usato verbi ben diversi da “obbedire” e “combattere”).

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POST 1131 – THE DAY AFTER … GOTTERDAEMMERUNG

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Novembre, 2013 @ 7:14 am

Detto altrimenti: il giorno dopo la caduta degli dei … anzi … del dio

Che differenza! Germania: la composta, dignitosa firma delle 180 pagine di “contratto” alla base delle Larghe Intese (salario minimo, aumento delle pensioni, etc.). Italia: le grida scomposte dei nostri parlamentari, le piazze incitate a ribellarsi alle sentenze …

Dice: non c’è stata frode fiscale. Lo dico io, lo affermo io, lo dimostro io. Questa è la mia verità. Anzi questa è la Verità Vera. Ma, amico, per tutti, da sempre, in Italia, esistono due verità: la verità del singolo e la verità accertata nei tribunali. Spesso coincidono. Comunque uno Stato di Diritto è costretto a basarsi sulla verità accertata nei tribunali. Non c’è altra scelta. E negare questo principio significa negare lo Stato di Diritto.

Che poi la Giustizia vada riformata, concordo con te. Infatti non è ammissibile che in uno Stato il quale attraverso potenti computer è in grado di rilevare se io mi compero un Rolex (il che sarebbe fuori dal mio standard di spesa, e quindi potrebbe segnalare una mia evasione fiscale), consenta che la giustizia non sia automatata; che i tempi dei processi siano biblici; che chiedi di essere interrogato dal PM, lui ti riceve, tu parli per un’ora, lui non verbalizza e non ti fa alcuna domanda … Concordo con te che occorra intervenire anche sula separazione delle carriere dei PM rispetto ai Giudici giudicanti. Ma non che i PM siano posti sotto il governo; non che venga meno l’obbligatorietà dell’azione penale. Quanto alla responsabilità civile dei giudici, se ne può discutere.

E poi, la Giustizia Amministrativa: per carità … tu, privato cittadino chiamato a dirigere una SpA pubblica, lanci un bando di gara d’appalto e assegni i lavori a Tizio. Caio fa ricorso e al TAR e lo perde. Caio si appella al Consiglio di Stato e vince. La società gli deve pagare una forte somma a titolo di risarcimento danni. La Corte dei Conti viene a verificare il tuo operato e lo trova ineccepibile. Insomma. organi dello Stato affermano verità opposte, contrarie: ma è possibile tutto ciò? E se poi la Pubblica Amministrazione ti fa causa per 1.000 e poi ti assolvono o ti condannano pro forma per 1 … la PA non è chiamata a rispondere di nulla?

Ma veniamo alla frode fiscale. Frode, peggio della semplice evasione a sua volta peggio della semplice elusione. Ma il risultato è lo stesso. Lo stesso di quelle migliaia di cittadini privati che, possedendo tre o quattro appartamenti, li intestano ad una Srl appositamente creata e “risparmiano” molte tasse. Lo stesso del negoziante che importa magliette dalla Cina attraverso una sua società “basata” (dall’inglese based, con sede in) a San Marino, la quale acquista dalla Cina a 10, rivende al nostro eroe a 30 che a sua volta vende al pubblico a 35, con un piccolissimo utile e quindi con una piccolissima tassazione. Lo stesso di chi consente “concordati fiscali” miliardari a campioni della motocicletta o a gestori delle macchinette mangiasoldi, questi ultimi scovati dall’ottimo ex colonnello della Finanza Umberto Rapetto, “ex” perché lo hanno costretto alle dimissioni. Lo stesso delle multinazionali con sede in Irlanda ma operanti qui da noi. Lo stesso di chi spalma le azioni della propria società su tutta la sua compagine familiare, frazionando l’utile e “scalando” verso il basso le aliquote fiscali applicate; etc. etc..

Però non è vero che tutto funziona così. Infatti io pochi giorni fa ho regolarmente ricevuto un regolare avviso di “ripresa fiscale” per la somma di €45,00 dovuti al fiso a seguito di un errore mio o del mio commercialista. Ed ho pagato. Vedete che le cose funzionano!

Ma veniamo alla Gotterdaemmerung. Si dice: ma lo hanno votato milioni di elettori! Replico: che c’entra? E’ come rispondere “No, non è vero, oggi piove, guarda tu stesso … piove!” ad uno che afferma “Sono le 17,30”. E poi, una volta ci si dimetteva solo per avere ricevuto un avviso di garanzia … via … E poi essere imputati in una molteplicità di processi deve tornare ad essere una aggravante non una esimente! Ma ci siamo bevuti il cervello o ce lo volete far bere!?

La Germania e l’Italia. Ma è possibile che noi non si riesca a “copiarla” almeno in ciò che la Germania sta dimostrando di saper fare meglio di noi?

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POST 1130 – OPEN BLOG: ESSERE LIBERALI O ESSERE SELVAGGI – Il RAPPORTO SILVIO-STATO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Novembre, 2013 @ 7:56 am

Detti altrimenti: trascrivo (copio) da www.narcolessico.wordpress.com di Edoardo Lucatti.

Di mio c’è solo la paternità di Edoardo, il grassettato e questa considerazione:  il  post mi è parso particolarmente attuale, oggi, giorno della “decadenza”, del “decadentismo”, della verifica del rapporto S-S, cioè Silvio-Stato. Al riguardo, mi ha colpito la chiusura del post, che condivido in pieno: “Se pensi di far sparire lo Stato, non sei liberale. Sei solo un selvaggio”.

 Inizia:

LIBERALE RADICALE STRUTTURALISTA

 “Non intendo rispettare il parere di tutti. Non si è veramente liberali senza essere disposti a riconoscere fino in fondo la sintassi liberale e la sua morfologia.

Essere radicalmente liberali non significa stabilire che la priorità spetta all’individuo. Significa assumere che la priorità spetti a tutto quello che, a prescindere dalla sua natura personale o collettiva, riesce a costituirsi come “individuo”.

Fatto questo, ci si deve chiedere se il rispetto della libertà è garantito per tutti gli individui così colti o solo per alcuni. Si noterà allora che lo Stato, sotto certe condizioni capace di costituirsi come “individuo”, rappresenta un soggetto deputato a garantire la libertà di tutti gli individui senza che nessuno garantisca, a monte, della sua.

Essere radicalmente liberali significa ridare anche allo Stato, così come a tutti gli altri individui, la libertà che gli spetta per diritto conseguito sul campo, visto che, ripeto, è individuo solo quello che riesce a costituirsi come tale, secondo una logica che impone a tutti, anche alle singole persone, di non dare per scontato il proprio “essere un individuo” e anzi di lavorare perché quella condizione possa essere raggiunta.

Esiste un personale non individuale dal quale dobbiamo progredire verso l’individuale, personale o collettivo che sia. Riconosciuto come individuo, lo Stato deve poter partecipare a tutto quello cui partecipano gli altri individui e deve perciò essere libero di diventare un attore economico decisivo e, nella misura in cui lo ritenga opportuno e ne sia al pari degli altri legittimato, proprietario del sistema economico.

Essere radicalmente liberali non significa mettere i privati al sicuro dallo Stato. Significa interrogare il Privato dello Stato per farlo uscire allo scoperto consentendogli di costituirsi in rapporto al Privato degli altri individui, che al tempo stesso include e con il quale deve però interloquire, in quello che rappresenta a tutti gli effetti il monologo interiore della civiltà democratica.

La questione è strutturale: non si dà “individuo di natura” ma solo “posizione individuale”. L’individuo è cioè la nozione neutra e la casella vuota di una matrice strutturale e il punto, semmai, è capire chi e come possa “fungere da individuo”, rimuovendo gli ostacoli che impediscono a persone, gruppi, società, ceti, categorie, professionalità, movimenti, ordini, istituzioni, comunità, nazioni e Stati di attestarsi come individui. Radicalmente liberale è consentire al tuo pensiero di essere reversibile. Altrimenti stai solo raccontando la fiaba dell’eroe. Se invece pensi di far sparire lo Stato, non sei liberale. Sei solo un selvaggio.”

Finisce

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POST 1129 – AUTO TRAINANTE RIMORCHIO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Novembre, 2013 @ 7:16 am

Detto altrimenti: automobilisti che rimorchiate (rimorchi, non belle ragazze!) attenzione!

D. Lgs. 18 aprile 1011 n.59 art.116:  Dal 19 gennaio 2013 la regolamentazione musica è cambiata ma  si avvertono alcune incertezze. Cerchiamo di fare chiarezza.

Problema: con la mia auto voglio rimorchiare un caravan, una barca. Come mi devo comportare?

Risposta: devi soddisfare contemporaneamente a tutti i seguenti requisiti:

1) il gancio di traino dell’auto deve essere omologato per il peso massimo complessivo che si vuole rimorchiare (valore indicato sul telaio del rimorchio/caravan e sul loro libretto di circolazione);
2) una volta pronto a partire, il peso complessivo del rimorchio deve rispettare il rapporto 1:1 rispetto al peso dell’auto. Se l’auto è una 4×4, il rimorchio può arrivare a pesare 1,5 volte il peso dell’auto.
3) Devi possedere una patente adeguata. E qui sorgono le incertezze. Infatti:

Prima del 19 gennaio 2013 (fermo restando quanto ai nn. 1 e 2):

 I. patente B: peso complessivo massimo a pieno carico (auto+rimorchio) non deve superare 3500 kg.
II. patente BE: peso complessivo massimo a pieno carico (auto+rimorchio) può superare 3500 kg.

Dal 19 gennaio 2013 (fermo restando quanto ai nn. 1 e 2)

 a) patente B: peso complessivo massimo a pieno carico (auto+rimorchio) non deve superare 3500 kg (invariato)
b) patente B +  prova di capacità e comportamento: peso complessivo massimo a pieno carico (auto+rimorchio) fino a 4250 kg (migliorativo rispetto alla norma precedente)
c) patente B + E: peso complessivo massimo a pieno carico (auto+rimorchio) non deve superare 3500 kg
d) patente BE: peso complessivo massimo a pieno carico (auto+rimorchio) superiore a 4250 kg.

Le incertezze da chiarire

Possedendo da molti anni la patente B, ho conseguito con apposito corso di scuola guida ed esame, la patente BE. Domando:

1)  in cosa consiste e come si effettua la prova di capacità e comportamento?

2) qual è le differenza fra una patente BE ed una B+E?

3) la patente B+E è quella che si ottine dopo la prova di capacità e comportamento?

4) la mia patente BE continua ad essere una BE oppure è diventata una B+E? Ovvero, è stata “retrocessa”?

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POST 1128 – DAL GOVERNO, DUE BUONE NOTIZIE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Novembre, 2013 @ 6:05 am

Detto altrimenti: quando ce vo’ ce vo’ … quello che è giusto è giusto … (sempre che io abbia capito bene e non mi stia sbagliando, perché di questi tempi è bene essere prudenti …)

 1. Pare che le pensioni oltre i 90.000 euro l’anno (l’anno, è meglio specificare, perché esistono anche quelle da 90,000 euro al mese!) saranno gravate da un contributo di solidarietà che varrà complessivamente 40 milioni l’anno, destinati a sostegno di chi non ha né lavoro né pensione (tuttavia resta da reinserire la rivalutazione per le pensioni più basse!);

 2. pare che seicento milioni di euro in tre anni siano stanziati a garanzia dei mutui per l’acquisto, la ristrutturazione o il miglioramento energetico della prima abitazione. Un fondo pensato soprattutto per giovani coppie, single con figli minori e precari under 35 con contratti di lavoro a tempo determinato a cui lo Stato dà una garanzia di ultima istanza per il 50% della quota capitale del mutuo’.

Dice … ma che … stiamo diventando “comunisti”? Eh no, cari miei, lasciatemi citare qualche esempio di persone che proprio comuniste non erano e non sono, ma che si posero il problema del Bene Comune. E non voglio citare Obama – sarebbe troppo facile! – ma vi cito nientepopodimenoche il Presidente USA Lyndon Johnson! Proprio quel Texano, direte voi? Si, proprio lui, perché se gli “togliete” il Vietnam, lui, pur essendo assolutamente lontano dai “circoli liberal”, fece cose importantissime per la giustizia sociale; programmi per i poveri; case popolari; scuole; buoni pasto; assistenza sanitaria pe gli anziani; diritti civili dei neri; piano di opere pubbliche. Insomma, ricercò – in una certa misura – il bene Comune. Diamogliene atto.

Cosa? Volete una “carrellata” dei vari Presidenti USA? Ok, scialla raga, ve la farò in un prossimo post.

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Post 1027 – ALITALIA: ACQUISTARE GLI AEREI PER LE TRATTE INTERNAZIONALI IN LUOGO DEGLI F 35

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Novembre, 2013 @ 9:19 pm

Detto altrimenti: ormai l’abbiamo capito tutti

Le poche centinaia di milioni immessi di volta in volta in Alitalia servono solo per tirare a campare da una iniezione di denaro alla successiva. Infatti, per rilanciare l’azienda occorre impegnarsi sulle lunghe tratte internazionali, le sole redditizie, ma per fare ciò occorre comperare aerei che costano 200 milioni cadauno. Orbene, se non acquistiamo novanta cacciabombardieri F35, riusciamo a comperare 32 areoplani per Alitalia. Morale: non è il Ministero delle Poste il partner giusto per Alitalia: quello giusto è il Ministero della Difesa.

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POST 1126 – Fallire politicamente. Osservazioni dall’universo parallelo in cui Obamacare naufragherebbe in Italia”.

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Novembre, 2013 @ 6:41 pm

Detto altrimenti: open blog … leggo su blog altrui (“narcolessico” di Edoardo Lucatti, male di famiglia, dunque!) e trascrivo

“Povero Obama. Se fosse stato il presidente del consiglio italiano, nulla gli avrebbe imposto di assumersi pubblicamente la responsabilità del fallimento del progetto Obamacare.
L’Italia è, alla lettera, una “società a responsabilità limitata“. Mi riferisco non già alla fattispecie relativa al soggetto giuridico prevista dal Diritto Privato bensì a un significato più ampio e antropologico che – volendo – possiamo assegnare all’espressione “società a responsabilità limitata”.

Posta una qualche manchevolezza o inefficienza da parte dell’individuo, la filogenesi del Sistema Italia si organizza in modo tale da minimizzare la misura in cui la responsabilità di quella defezione dovrà ricadere sull’individuo in questione e, al limite, in modo tale da minimizzare la possibilità che insorga, in quanto tale, un problema di responsabilità.

I risultati elettorali ci permettono di giustificare “le larghe intese” alla luce di una contingenza ineludibile, ma non riescono a nascondere il fatto che nei confronti di quelle “larghe intese” siamo evolutivamente debitori perché esse ci forniscono non solo e non tanto un governo quanto piuttosto un quadro potenzialmente esplicativo di tutto quello che in termini politici non riusciamo a combinare, senza che da questo ci derivino colpe di sorta.

Erroneamente, si tende a ritenere che questo meccanismo assolutorio derivi da una cultura statalista, ma credo che questo sia vero solo in seconda istanza, nella misura cioè in cui lo statalismo – in Italia – ha finito per declinare nella prassi civile l’adagio cattolico del “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Lo Stato, dunque, come comunità di irresponsabili che si rimettono all’immancabile misericordia di Dio e delle sue molteplici agenzie di intermediazione (la burocrazia, ad esempio).

Obama, se avesse dovuto affrontare nel nostro Paese il fallimento del proprio progetto di riforma della Sanità, non avrebbe mai dovuto fare le pubbliche dichiarazioni che ha fatto negli States, ascrivendosi tutta la responsabilità dell’accaduto. Più garbatamente avremmo fatto in modo di fargli trovare, a portata di mano, un intero universo di attenuanti fra loro coordinate e capaci, in definitiva, di tratteggiare l’immagine di un mondo impreparato alla riforma della Sanità NONOSTANTE l’encomiabile impegno profuso da Obama.

Anche noi – dunque – concepiamo l’errore dei politici, ma ne facciamo subito una questione collettiva perché un domani potremmo essere NOI al loro posto e potremmo trovarci NOI nella necessità di accreditare una Storia che ci esenti e ci affranchi.   – Troppo facile – diremmo allora – prendersela con Obama.

Perché, alla maniera di Andreotti nel Divo di Sorrentino, abbiamo l’innata capacità – fondamentale per chiunque lavori in un gigantesco “ufficio reclami” come l’Italia – di far credere a quel nostro interlocutore che fosse disgraziatamente alla ricerca di colpevoli che, quasi per definizione, “la situazione è un po’ più complessa”.”

Fine

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POST 1125 – BERLUSCONI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Novembre, 2013 @ 6:10 pm

Detto altrimenti: questo è anche un open blog. Ricevo e pubblico

“Ho guardato in televisione per un brevissimo momento il lungo one-man show di Berlusconi al Consiglio Nazionale, che ha sancito il ritorno di Forza Italia. Poi per assuefazione, o forse per ribrezzo, ho dovuto spegnere. Insostenibile.
Insostenibile osservare come un Paese che si dice democratico debba essere ancora attaccato alle sorti di una persona sola; insostenibile vedere centinaia di lacchè che seguono indefessi il padrone; insostenibile ancora una volta ascoltare la solita minestra (della serie “tutti ce l’hanno con me”, “o con me o contro di me”); insostenibile che il mondo ci derida ma che tutti facciano orecchie da mercante.
La politica italiana (al di là dell’orientamento di ciascuno, mio compreso) mi sembra sia diventato uno spregevole teatrino, nel quale solo l’essere piegati a qualcuno, il non poter mai esternare la propria opinione se discordante da quella di chi sta più in alto, faccia la vera differenza. Le recenti notizie in tal senso mi sembra parlino da sole. E questo vale a tutti i livelli, dai nostri comuni fino alle agognate “careghe” del parlamento.
A tal proposito, mi sono tornate alla mente le parole del salmo 21 “si dividono le mie vesti, sulla mia tunica gettano la sorte”, riferite ovviamente alla Passione di Cristo.
In un momento nel quale l’Italia sta attraversando forse la sua più grave “passione”, la maggior parte di coloro che dovrebbero rappresentarci si spartiscono il potere, gettano la sorte su di noi, lasciandoci con le nostre croci quotidiane da portare.
Si arricchiscono, si fanno gioco di noi, promettendoci la “terra promessa”, che in verità è promessa solo per loro.
Non trovate una cosa assolutamente grave che le nuove generazioni (fra le quali rientro anch’io) partano già demoralizzate dai banchi di scuola, perché tanto si considerano soltanto numeri che andranno ad ingrossare le liste della disoccupazione o della cassaintegrazione? Non è grave che per realizzare i propri sogni (e non si chiede tanto, ma un lavoro ed una famiglia, non ministeri o sottosegretariati) siamo costretti a lasciare l’Italia, il Paese più bello del mondo, per rifugiarci all’estero? Non è grave che non si riesca a diminuire lo spreco in questa nostra nazione? Non ci vorrebbero manovre, leggi di stabilità o chissà cos’altro allora, ma una cosa che i miei genitori mi hanno insegnato fin da bambino: il buon senso.
Buon senso per capire che stride fortemente vedere quanto guadagna un operaio o un addetto di pulizie in confronto a qualcuno che per tutta la sua vita non ha fatto altro che scaldare poltrone, senza sporcarsi mai le mani. Buon senso per capire che finché prevarrà la logica del “tutti contro tutti” non si andrà da nessuna parte (in questo senso papa Francesco, santo uomo, dovrebbe insegnare molto a tutti). Buon senso per capire che non serve “mandare a casa tutti” per risolvere i problemi, ma che deve essere la mentalità di tutti a cambiare.
L’Italia è in passione, i centurioni giocano la sorte su di noi e ci deridono: spero di non essere eretico nel dire che attendo la risurrezione, questa volta vera e definitiva, del Paese.”

Firmato Luigi Oss Papot

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