POPOLARISMO SOCIOLOGICO TRENTINO E IL SIGNOR VESPA BRUNO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Gennaio, 2014 @ 8:23 am

Detto altrimenti: leggiamo dentro la trasmissione del Signor Vespa Bruno.  (post 1304 – 54/2014)

Perché il Signor Vespa Bruno ha attaccato la nostra Autonomia? Ci ha attaccato solo per fare audience? In tal caso non perderei tempo a ragionarci sopra.

Oppure egli è contro ciò che essa rappresenta, e cioè la cassaforte che conserva i valori del popolarismo di Don Luigi Sturzo, l’Autonomia di Don Lorenzo Guetti (nato a Vigo Lomaso, Giudicarie esteriori) e di Don Giuseppe Grazioli? Don Guetti, fondatore della Cooperazione e dello Spirito Autonomistico secondo cui Autonomia è “partecipazione al governo della cosa pubblica” (si vedano i relativi post pubblicati nel blog: Don Guetti, post del 21.11.2012 – 1.12.2012 – 3.12.2012. 24.4.2013 — Don Grazioli, post del 1.12.2012).

(Signor Vespa Bruno, se li legga!)

Ma torniamo alla NAO, Nostra Autonomia Oggi. Oggi più che mai la nostra Autonomia non può essere – ciò che non è mai stata – cioè Comunità del rancore, chiusa in se stessa, lontana dal Paese, lontana da Bolzano, bensì sempre di più consapevole attore in un ruolo nuovo, quale intermediario e gestore del rapporto fra “flussi” e popolazione, fra “flussi” e società locale.

Essa è sempre di più il catalizzatore delle Euroregioni, ponte verso gli Stati Uniti d’Europa, quale unica dimensione geopolitica capace di far modificare – agendo insieme agli USA – l’attuale rotta di collisione del Mondo contro … se stesso!

Il territorialismo (popolare) politico trentino è “rinato” da poco, cioè è ri-nato moderno, cioè non esposto alla trappola del modello rancoroso leghista o “Loss von Bozen” quale risposta al “Loss von Trient”. Territorialismo comunitario al suo interno e verso l’Europa, lontano dal comunismo, dal capitalismo sfrenato, dal populismo antieuropeo.

Bensì esso è nato pochi anni fa come gestore del rapporto fra forze del capitale locale e forze del lavoro locale, salvo oggi essere cresciuto ed essere il gestore del rapporto fra la società locale da un lato e i flussi della politica internazionale e statale, della immigrazione, della rete, della finanza, delle multinazionali, delle culture altrui. Autonomia quindi come comunità che pensa ed opera per se stessa ed essendo anche modello di una costruenda analoga gestione a livello nazionale e internazionale.

(Signor Vespa Bruno, “mi consenta” … )

Specificando ulteriormente, Autonomia ieri come Identità, poi come Territorialità e – da oggi – come ricerca del nuovo modello di crescita, cioè di un nuovo modello di sviluppo, prima, meglio e “contro” di chi nel Paese sta cercando di superare (distruggere) le reti corte, cioè le società di mezzo, siano esse i sindacati, le associazioni di categorie, la cooperazione, i piccoli comuni, le province, le regioni, le Autonomia Locali, gli “aderenti pensanti” ai partiti. Per creare cosa, poi?

Nuovo modello di sviluppo. Si parla di Green Economy, senza sapere che essa è “semplicemente” il “capitalismo che incorpora in se’ il concetto del limite”, con il che si realizza il Bene Comune (v. post precedenti). Un sociologo argentino afferma che il nuovo modello di sviluppo si basa su “potenza” unita al “limite”. Chi è questo sociologo? Tale Papa Francesco. Altro dirvi non vo’ …

Caro Signor Vespa Bruno, anche noi abbiamo avuto un nostro Bruno, Bruno Kessler, peccato che sia morto: avrebbe saputo risponderLe ben meglio di quanto non sia stato capace io …

Appendice

Un po’ di storia: il Partito Popolare

Gennaio 1919: Don Luigi Sturzo (prete siciliano) fonda il Partito Popolare, che si differenzia dalle preesistenti organizzazioni cattoliche e religiose, proclamandosi fedele ai  rincipi del cristianesimo ma non più sotto il controllo del Vescovo/Vaticano. La precedente Unione Elettorale cattolica (ante guerra) scomparve motu proprio. L’Unione Economico Sociale fu sciolta dal Vaticano. I sindacati fondarono la Confederazione Italiana dei lavoratori, la quale, insieme alle tre Cooperative dei consumatori, dei produttori e delle banche si allearono al Partito Popolare. Il Partito Popolare condannava l’imperialismo, sosteneva la società delle nazioni e il disarmo, voleva abolire la segretezza dei trattati internazionali, voleva il suffragio universale per le donne, la proporzionale, una forte legislazione sociale, lotta all’analfabetismo, libertà di comunicazione,  lotta alla burocrazia. Tuttavia era “nazionalista” nel reclamare Dalmazia, Asia Minore, Etiopia, etc.. Andamento lavoratori iscritti: 1914, 107.000 – 1918, 162.000 – 1919, 200.000 -1920, 1.189.000 (di cui 945.000 mezzadri, piccoli proprietari, affittuari) – 1920, 2.150.000. – Iscritti ai sindacati socialisti, 750.000 (classi agricole).

(Gaetano Salvemini, “Le origni del fascismo in Italia, Lezioni di Harward” – Feltrinelli Ed.)

 

 

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LA COMUNICAZIONE NELLA pOLITICA e nella Politica

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Gennaio, 2014 @ 7:30 am

Detto altrimenti: … nella politica e nella Politica   (post 1303 – 53/2014)

C’era una volta la IT, Information Technology, tecnologia dell’informazione, utilizzata nelle SpA (per favore, leggete il mio articoletto di qualche post fa, Italia SpA). Io informo molto o poco e gestisco i dipendenti e la SpA attraverso il canale unidirezionale della tanta o poca informazione che “faccio emanare” da me. Così anche nella politica.

Poi nelle SpA si è capito che conveniva passate alla ICT, Information Communication Technology, tecnologia della informazione e della comunicazione. Io coinvolgo i dipendenti, li responsabilizzo, distribuisco loro responsabilità congiunta a potere, agevolo il manifestarsi dei loro contributi spontanei, li ascolto, discuto con loro.

E le cose, nelle SpA, sono andate molto meglio di prima.

E in Politica? Molto meglio se si adotta il secondo sistema, la ITC. Comunicazione, quindi. Tuttavia occorre distinguere.

• Comunicazione come dialogo o anche come communis-actio, azione comune?
• Comunicazione
o all’interno di ogni partito?
o Fra un partito e l’altro?
o Dal partito alla popolazione (politica) propria?
o Dal partito alla popolazione (politica) “altrui”?

Le risposte? Che ognuno provi a trovarle da solo … poi discutiamo.

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DEMOCRAZIA WEB? NO … PIUTTOSTO “WEB-CRAZIA”!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Gennaio, 2014 @ 7:04 am

Detto altrimenti: perché non mi convince (post 1302 – 52/2014)

Teoricamente funziona. Dicono: Abbiamo un programma. Chi aderisce al nostro movimento, sa che dobbiamo realizzare quello e nient’altro. Se poi sorgono problemi nuovi, noi li spieghiamo sul web e la rete decide. Funziona. Teoricamente. In pratica mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori alcune sottolineature:
1) quanto al programma potrebbe anche andar bene, ma però (lo so, lo so … che “ma però” non si dice, ma a “me mi” – e ci risiamo, povera lingua italiana! – a me mi piace lo stesso scriverlo!) … si diceva? Ah sì … ma però vorrei sapere quanta gente che approva il programma e aderisce al movimento è consapevole – ad esempio – delle conseguenze che deriverebbero all’Italia (rectius, “contro”  l’Italia!) dall’uscita del Paese dall’Euro. E quanta genta conosce i contenuti dei diversi sistemi elettorali oggi sul tappeto?
2) Quanti sono gli ammessi a votare e quanti i votanti rispetto ai milioni di aderenti al movimento?
3) Quali sono le garanzie circa la corretta gestione dei dati e dei voti circolanti in rete?

Ecco, salvo che mi si dipanino questi dubbi, questa qui più che una demo-crazia mi pare una web-crazia e non nel senso di “potere della rete”, bensì nel senso di “potere di chi gestisce la rete”. Cosa doppiamente diversa dalle demo-crazia.

(Nella “democratica” Atene di Pericle, le genti governate erano 300.000; alle assemblee pubbliche avevano diritto di partecipare 30.000; vi partecipavano 5.000; parlavano in 50; decideva uno solo. Leggete “Il mondo di Atene” di  Luciano Canfora, Ed. Laterza, collana I Robinson).

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POST 1301 IL TRENTINO CHE VORREI “DUE”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Gennaio, 2014 @ 7:52 am

(post tecnico, vi avviso, molto tecnico!)

Detto altrimenti: 1300 post fa questo era il titolo del mio primo post. Oggi, dopo oltre due anni di “attività da blogger”, ho ripreso quel tema. (post 1301 – 51/2014)

1) Giovani

a. Diventiamo un ulteriore “paese estero” per i migliori giovani del Paese.
b. Trasmettiamo ai nostri giovani l’esperienza dei nostri “meno giovani”: serie di incontri affinchè l’esperienza non si perda (come avviene in Olanda).

2) Mobilità

a. Tessera sosta unica per tutta la PAT (ed ev. Regione).
b. Mobilità a velocità zero: sistema parcheggi (i lavoratori pendolari!)
c. Dislivelli Trentino Biciland (Trento 2000; Zambana-Fai).
d. Autobrennero: traffico pesante a tariffa differenziata per fascia oraria.
e. Tunnel del Brennero: 3 canne solo per le merci (ex ATT3 Alptransfer Consulting GEIE/EWIV).

3) Turismo

a. Masi in rete attraverso i sentieri in quota (come in Sud Tirol).
b. Trentino Biciland: valorizziamo i dislivelli e mettiamo in rete le piste ciclabili e “gestiamole noi”!
c. Film Festival Internazionale della navigazione a vela.
d. Trentanodi Srl” Scuola (internazionale) di perfezionamento velico classe crociera.

4) Industria

Prendiamo a modello le procedure burocratiche austriache.

5) Privatizzazioni e SS.PP.LL.

Dalle privatizzazioni all’italiana al “to go public” inglese per aree intercomunali omogenee (dalle Polizie locali alle società di sosta, v. Busa del Garda).

6) Internazionalizzazione

In campo internazionale – insieme a Bolzano – dobbiamo puntare sull’Euregio e sull’Europa delle Regioni quale ponte verso la costituzione degli Stati Uniti d’Europa, anche solo come modello teorico elaborato da esperti. Infatti gli Stati Uniti d’Europa l’unica dimensione geopolitica che può contribuire ad una inversione del senso di marcia del mondo.

 7) In campo nazionale

Ritengo che si debba puntare ad un aggiornamento dell’ordine delle priorità. E il primo problema è il Problema Morale, Questo perché la soluzione del Problema Morale porta alla soluzione di tutti gli altri problemi (lavoro, welfare, etc.). Il Principio morale? eccolo …

A. già laicamente enunciato nel Codice Hammurabi 2200 anni a. C.: “Non fare agli altri … fai agli altri …” (Morale laica).
B. poi ripreso dalla nostra religione 2200 anni dopo (Morale religiosa).
C. Oggi questa morale si impone se non altro come “morale gestionale e di governo” come “unico strumento gestionale per invertire il senso di marcia dell’Italia, dell’Europa, del Mondo”, che oggi si traduce in
a. riordino delle prioritÃ
b. verifica del modello di sviluppo
c. riequilibrio distributivo della ricchezza e delle risorse
d. ricerca del Bene Comune, nel senso della ricerca per ognuno di noi di un bene proprio che però non contrasti, non ostacoli, non impedisca il bene altrui.

Internamente agiamo in favore dei giovani:
• diventiamo per i giovani del Paese un ulteriore Stato Estero (Ufficio reclutamento tipo CH, D, A) nel quale migrare;
• per i nostri giovani facciamo come in Olanda: affianchiamo loro i nostri uomini di esperienza così che il patrimonio di esperienze personali maturato non vada perso. Prepariamo chi sta cercando un lavoro, affianchiamo chi il lavoro

Chi desidera approfondire i singoli temi, intervenga con il suo commento. Apriremo una sorta di forum!

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LA COMMEDIA DELL’ARTE IN pOLITICA (le minuscole non sono utilizzate a caso).

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Gennaio, 2014 @ 7:12 am

Detto altrimenti: ho scritto in politica, non in Politica …(le maiuscole e le minuscole non sono utilizzate a caso). (post 1300 – 50/2014)

Oggi ne abbiamo due … di “politiche”: la Politica  (le maiuscole non sono utilizzate a caso) di chi cerca di fare Politica, cioè di risanare danni ventennali, di faticosamente porre le basi per l’arresto della caduta e di porre le basi per la ripresa del Paese. Questa è Politica.

Poi vi è la politica (le minuscole non sono utilizzate a caso), quella che mi ricorda la Commedia dell’Arte. Ricordate? All’incirca dalla metà del 1500 alla metà del 1700 (si estinse per la riforma operata da Carlo Goldoni). Come funzionava? Ecco le sue note distintive:
• gli attori si esibivano sulle piazze;
• andavano “di loco in loco” (ma non avevano ancora né camper né reti televisive);
• lo facevano per denaro;
• improvvisavano.

Ah …, scusate, dimenticavo … chiamavano ad agire con loro anche le donne … ma questa novità non era assolutamente di per sè una cosa negativa  in teatro. E in politica? Altrettanto, salvo casi in cui vi siano state chiamate per doti … particolari, ben diverse da quelle che la Politica richiederebbe. Nel senso che un’ottima estetista dentale non è detto che possa diventare da un giorno all’altro  un’ottima politica …

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MUSICA A RIVA DEL GARDA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Gennaio, 2014 @ 8:29 pm

Detto altrimenti: un concerto lirico eccezionale! This is Trentino too, il Trentino è anche questo, a Riva del Garda … (post 1299 – 49/2014)

Associazione Amici della Musica, Riva del Garda. Organizza una decina di concerti l’anno. Presidente Ruggero Polito, Presidente Emerito del Tribunale di Rovereto, pianista, violinista, musicologo. Il tutto grazie alla collaborazione del Comune di Riva del Garda e del Conservatorio Bonporti, Sezione di Riva del Garda. Oltre ad alcuni sponsor privati, che ringraziamo.

Questa volta … questa volta l’abbiamo fatta grossa (“l’abbiano” perché io sono il tesoriere dell’Associazione): un concerto lirico di prim’ordine. Il Professore Corrado Ruzza, direttore della sede rivana del  Conservatorio Bonporti di Trento, al pianoforte e il tenore Maestro Paolo Antognetti.

Presenta il Vicepresidente Professor Franco Ballardini (il Presidente Polito è assente perchè indisposto: a lui comunque va l’applauso augurale del pubblico), che introduce il programma antologico della serata ed i Musicisti.

Quale incipit, il Pofessor Ruzza ha illustrato la figura e le opere di Giovanni Sgambati, nel centenario della morte. Sgambati, il Wagner italiano, ammiratissimo dallo stesso Wagner e da Liszt, compositore di “ariosità italiana” in chiave tedesca” … Quindi la musica

Alternandosi al tenore, Ruzza ha magistralmente eseguito brani di Sgambati (da Mèlodies poètiques, op. 36, Canzonetta d’Aprile-Marche;  En valsant – Dolci confidenze; Preghiera turbata)  e quindi ha accompagnato il tenore.

Paolo Antognetti ha eseguito “De’ miei bollenti spiriti” (La Traviata); “Questa o quella …” (Rigoletto); “Una furtiva lacrima” (L’elisir d’amore), “Tu che m’hai preso il cuor” (Il paese del sorriso di Lehàr); “Preghiera rubata” (Sgambati); “Musica proibita” (Gastaldon); Tosti (Romanza Sogno;); “E lucean le stelle” (Tosca); “Brindisi” (Romanza, musica di Verdi su testo di Andrea Maffei); “Quando le sere al placido” (Luisa Miller, Verdi); “’A vucchella” di Tosti, parole di G. Dannunzio). Voce bella, forte, spontanea, accattivante. E poi … Antognetti “canta” anche con il corpo, attraverso una spontanea gestualità musicale, emotiva per chi la “trasmette” e per chi, come tutti noi, l’ha “ricevuta”.
Il bis? La Mattinata di Leoncavallo.

Applausi a non finire! Anche la sala, nonostante il “venerdì 17” e la pioggia, quasi piena! Un vero successo! Fra gli altri, in sala ilM. compositore e pianista Riccardo Giavina e il M. cantante, violinista e Direttore della Camerata Musicale di Arco Giorgio Ulivieri (padre del baritono basso Nicola Ulivieri). Sala quasi piena dicevo … d’altra parte con due Musicisti del genere …

Ruzza, professore, pianista, docente, studioso musicologo …svolge attività in Italia e all’estero (Finlandia, Germania Slovenia) … Antognetti, professore d’orchestra e solista, collabora con moltissime istituzioni musicali, e si è esibito alla Scala di Milano, all’Arena di Verona, negli Stati Uniti.

Che altro dire? Troppo ci sarebbe da dire … ma io sono solo un musicofilo, non un musicologo, cioè uno che ama e gusta la Musica, ma non è certo all’altezza di commentare criticamente queste prestigiose esecuzioni. Mi limito ad una considerazione a pelle (d’oca!), sottolineando l’entusiasmo degli applausi. Inoltre, mi piace evidenziare un aspetto “sociale”: Riva del Garda è sì, sport, natura, arte, storia … ma è anche Musica, tanta bella Musica, in ogni stagione. Musica “pubblica”, cioè organizzata dal settore pubblico; Musica “privata” organizzata da Associazioni private per il pubblico. Volontariato sociale e culturale. Anche di questo vive il nostro Paese, soprattutto in una fase in cui esso non ha ancora investito al massimo risorse pubbliche su i propri punti di forza: arte, cultura, Musica!

Quindi, grazie, Professor Ruzza, Grazie Maestro Antognetti! Ed un augurio vivissimo al Presidente Ruggero Polito.

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VALORI MORALI: LAICI, RELIGIOSI, CIVILI, DI GOVERNO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Gennaio, 2014 @ 3:44 pm

Detto altrimenti: il Dr. Fausto Lammoglia dell’Università di Genova, aderendo al mio invito “urbi et orbi” di inviarmi propri post per la pubblicazione, me ne ha inviato uno molto denso di contenuti teologici e filosofici. Sentito l’interessato – che ringrazio per avere arricchito di contributi di estremo livello un blog “da guerra di trincea” – mi sono permesso di sintetizzarne l’apporto come segue:                              (post 1298)

Inizia:

Sempre più spesso sentiamo, nelle omelie di Papa Francesco, l’invito a non essere cristiani tiepidi. … Il Papa parla ad ognuno di noi, fedeli, sacerdoti, non fedeli.

1. Ai fedeli tiepidi (10 gennaio): ogni cristiano convinto a metà, è un cristiano sconfitto. Troppo spesso i fedeli si fermano alla rassegnazione e alla tristezza della croce, senza giungere a comprendere e, ancor peggio, a credere pienamente nella gioia della Resurrezione.

2. L’immagine della Croce, della sofferenza, del troppo sale, è stata per troppo tempo la fotografia della nostra Chiesa. Adesso basta. è l’ora che tutti, fedeli e sacerdoti, si uniscano in questa rivoluzione che Papa Francesco sta mettendo in atto: è ora di guardare il mondo con occhi nuovi, occhi di speranza, occhi di gioia. La gioia e la speranza della Resurrezione.

3. Ai Sacerdoti (11 gennaio) Cristo, vera fonte del “sale” della vita. Il sale, non si deve sentire. Noi sappiamo che c’è, lo gustiamo e lo apprezziamo, ma ne diamo quasi sempre per scontato la presenza. Quando parliamo di sale, è perchè non c’è o perchè è troppo. Alla Chiesa fanno male i sacerdoti troppo salati. Essi allontanano il fedele dalla Chiesa e dalla Parola, allontanandolo così da Cristo; e se un fedele si allontana da Cristo, non può che perdere il suo “sale” e diventare insipido (e si torna al precedente n. 1, n.d.r.).

4. Papa Francesco ai non fedeli: “Dio non fa proselitismo, bensì riversa amore su tutti”.

Finisce (quanto segue è un tentativo di ragionamento mio)

Premesso

• che la nostra Religione non “è“ morale, bensì “ha” una morale (la nostra Religione è Creazione e Resurrezione);
• che mi permetto di aggiungere come alcuni importanti valori laici siano anche cattolici o comunque “religiosi”;
• che siamo di fronte alla necessità di una “resurrezione laica” della Società Umana a livello mondiale,

Tutto ciò premesso,

tale “resurrezione laica” può e deve prendere le mosse solo dalla riaffermazione del principio morale laico scritto nel Codice di Hammurabi 2200 anni prima di Cristo “Non fare agli altri …; fai agli altri …” e da Cristo ripreso 2200 anni dopo come principio morale religioso, che poi si traduce nel principio morale civile della ricerca del Bene Comune, cioè del Bene specifico che ognuno desidera per se stesso, purchè non sacrifichi il bene che altri desidera per sé e che è “comune” in quanto “coesiste”, cioè è “in comunità” con gli altri eventualmente diversi “Beni Comuni” (cioè: io posso ben aspirare ad arricchirmi, a patto che nel fare ciò io non rubi e/o non impoverisca gli altri e/o non frustri il perseguimento da parte loro del “loro” Bene Comune, che può essere uguale o diverso dal mio).

Ora, a prescindere dalla classificazione di questa ricerca come “qualità morale laica” o “qualità morale religiosa” o come “qualità morale civile”, questa ricerca del bene Comune è anche la sola possibile “tecnica manageriale di sopravvivenza, ripresa, governo, crescita  e miglioramento del genere umano”, la cui attuazione presuppone il contributo di ognuno di noi.

Ed ecco allora che nessuno può dire “Basta, sono stufo”; “La politica? Tutti a casa!”; “L’economia? Non si riprenderà più!”, “Io? A votare non ci vado!”; “Rubano tutti e allora tanto vale …”; etc..

Traduco: dobbiamo credere e lottare per la “resurrezione morale e sociale” della nostra Umanità. Il che – mutatis mutandis – essendo comunque una “rinascita” si basa sullo stesso concetto di fiducia nella “Resurrezione” che ci raccomanda Papa Francesco: nel senso … il primo Paradiso dobbiamo realizzarlo su questa terra!

Ecco perché vedrei benissimo che gli insegnamenti di Papa Francesco fossero assunti come propri dal futuro Capo degli Stati Uniti d’Europa … e da tutti noi, ovviamente!

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LA POLITICA SUL TRENO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Gennaio, 2014 @ 6:33 am

Detto altrimenti: avevo detto “Open Blog” e così sia … infatti ecco un  “post dall’esterno”, cioè di un mio lettore (post 1297)

Di mio c’è solo il titolo. Per il resto mi scrive Alberto:

Inizia

“Il mondo è guidato dai poteri forti: le banche, le multinazionali, i flussi del denaro nero. Il mondo pertanto è come un treno che viaggi obbligatoriamente su binari prestabiliti, nella direzione prestabilita, secondo l volontà di questi poteri, i quali lasciano alla politica solo la decisione su aspetti assolutamente secondari, quali: il colore delle carrozze; chi si debba sedere al posto di guida; se nelle carrozze le file dei sedili debbano essere composta da tre o da quattro sedili, etc..
Per capirsi meglio: se chiedete alla gente: “In cima ad una torre vi sono due persone: un politico ed un banchiere. Quale delle due buttereste di sotto?” … la risposta di gran lunga più frequente sarà: “Il politico”. E sarà stata una risposta errata …”

Finisce.

Mio commento: post breve, multa paucis, dice molte cose con poche parole. Si può condividere o meno. In ogni caso si deve riflettere.

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ITALIA SPA O NO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Gennaio, 2014 @ 3:48 pm

Detto altrimenti: si sente dire: no, governare l’Italia non è come governare una SpA … è tutt’altra cosa (post 1296 -46/2014)

Chi afferma ciò (sono i “tuttaltracosisti”) ragiona come segue:

1) Ogni SpA deve massimizzare il profitto economico, custa l’on ca custa (dialetto aostano: costi quel che costi).
2) Il governo dello Stato deve operare in molti settori anche se non generano utili economici.
3) Quindi, le tecniche di governo di una SpA non sono applicabili al governo dello Stato.

Io affermo il contrario e ragiono come segue:

A. Ogni Spa deve massimizzare la crescita (sotto ogni profilo) di chi ci lavora e del sistema nel quale essa è inserita.
B. Il governo dello Stato deve massimizzare la crescita di tutti.
C. Quindi le tecniche gestionali delle SpA sono applicabili anche al governo dello Stato.

Ed ora ragioniamo.

Quanto affermato al precedente n. 1) è stato smentito dai fatti: la crisi del puro liberismo è sotto gli occhi di tutti. Sui punti 2) e B) tutti concordano. Pertanto la conclusione corretta è quella di cui al punto C) e non quella del punto 3).

Ma quali sono i criteri gestionali delle SpA da adottare nel governo dello Stato? Eccone alcuni:

1) Niente “crisi di governo al buio”. Chi la causa, deve avere pronta una soluzione alternativa valida: nessun Azionista scioglie il CDA -Consiglio di Amministrazione di una sua SpA se non ne ha pronto un altro.
2) Piano strategico pluriennale scorrevole; piano annuale (budget); verifiche mensili: nessun Azionista consente al CDA di una sua SpA di operare al di fuori di una pianificazione pluriennale e del suo articolato svluppo.
3) Una soluzione di riserva, sempre: nessun Azionista paga il CDA di una sua SpA per sentirsi dire che  “si tratta di una crisi improvvisa, non prevista, non sappiamo cosa fare”.
4) Potere unito alla responsabilità: nessun Azionista accetta che il CDA di una sua SpA abbia il potere di decidere cosa fare senza avere anche la responsabilità delle proprie decisioni o non decisioni.
5) Controllo di gestione, a tutti i livelli, a cascata: nessun azionista mantiene in carica il CDA di una sua SpA, se non viene impostato un sistema di controllo di gestione a cascata, dalle grandi alle piccole cifre/decisioni, dai grandi ai piccoli movimenti di denaro di investimento e spesa.
6) Verifica e riordino delle priorità: nessun Azionista rinuncia a che il CDA di una sua SpA non agisca in tal senso e aggorni l’ordine delle priorità.
7) Report significativi: nessun Azionista accetta dal CDA di una sua SpA report settoriali, parziali, incompleti, saltuari, troppo complessi, fuorvianti, illeggibili.
8) Costi di gestione commisurati ai risultati: nessun Azionista accetta che il CDA di una sua SpA sia remunerato con cifre elevatissime a fronte di risultati in perdita.
9) etc. etc. etc.

Dice … ma nello Stato chi sono gli Azionisti e chi fa parte del CDA? Rispondo: gli Azionisti siamo tutti noi Cittadini. I componenti del CDA sono i preposti ai poteri/doveri dello Stato: Parlamento, Governo, Manager di Stato, Burocrazie e Uffici Pubblici, Magistratura.

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IO E IL TERRORISMO (prima puntata)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Gennaio, 2014 @ 3:13 pm

Detto altrimenti: quando ti passa vicino … sfiorandoti appena appena …   (post 1295)

Ho appena visto alla TV gli originali televisivi sul Commissario Calabresi e su Sossi-Coco. Mi vengono alla mente alcuni ricordi …

Trentino, anni ‘60

Val di Non. Passo da turista sul Ponte della diga del lago di S. Giustina. Mi ferma un militare di guardia. Era un mio ex compagno di scuola, Fabio S., in servizio di leva … a fare la guardia agli impianti contro eventuali atti di sabotaggio.

Genova. Primi anni ’70

Via Puggia 18, al confine fra i quartieri di S. Martino d’Albaro e Albaro.

Un sabato mattina. Suonano: “Chi è?” – “ Carabinieri”.
Apro subito. “Buongiorno … senta, non abbiamo alcun mandato di perquisizione, ma ci lascia entrare a controllare? Cerchiamo una persona …”. “Prego, avanti, questa è una casa amica dell’Arma … mia babbo è un Maresciallo CC in pensione ..”.
Entrano con un sorriso. Controllano. “E’ per il Giudice Sossi” affermo più che domando.
Sorridono, mi ringraziano e se ne vanno.

Via S. Castagnola, 23

Qualche tempo prima –in estate – ero andato a trovare i miei suoceri. Per immettermi con l’auto nella loro via, percorro un vialetto a senso unico. Da un giardino adiacente un ragazzo spara con un fucile ad aria compressa. Ho il finestrino aperto. Un proiettile giocattolo di gomma, attraversata una siepe ed un’inferroata, mi colpisce sulla guancia sinistra. Colpo da maestro. Fermo l’auto, vado in quella casa. Mi apre una signora … la mamma del ragazzo. Mi spiego, protesto. Si scusa. Poco tempo dopo quel ragazzo diventa introvabile. Scomparso. Ricercato. Autista dell’auto degli assassini del Procuratore Coco. Con me …. quel ragazzo … si stava addestrando?

Torino, seconda metà anni ‘70

Via Bertola, 28, Direzione Finanziaria STET, il mio ufficio è al primo piano, con vista sulla piazza Solferino. Un giorno arriva una squadra di operai e montano vetri antiproiettile alla mia finestra.

Poca roba, come vedete, sfiorato appena da eventi drammatici …

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