SLAVINA IN PAGANELLA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Gennaio, 2014 @ 9:59 pm

Detto altrimenti: prudenza, prudenza … (post 1324)

Neve, tanta … e allora, godiamoci le piste, in tutta sicurezza ….

Oggi, sabato, giornata di sole, Cima Paganella. Neve buona in alta quota, tanta. Tanta neve, tanta gente. Verso sud la visione del Lago di Garda. Iniziate a scendere verso Andalo. Dopo pochi metri, la tentazione: a sinistra, verso sud, si aprirebbe il passaggio fuori pista per raggiungere l’arrivo delle seggiovie in zona “S. Antonio”. Io mi sono solo fermato a guadare alcune persone che avevano iniziato la traversata. Ho visto uno sciatore che si è letteralmente lanciato al loro inseguimento, probabilmente per avvertirle del pericolo. Poi niente più. Rientro a casa. mi telefona un amico con il quale avevo fatto alcune discese: “Sai, abbiamo fatto la traversata … davanti a noi una slavina, tre persone investite, un elicottero che cercava …”

Speriamo bene, penso e dico. Dico … e dire che negli anni recenti abbiamo avuto due morti, in Paganella, sempre per “piccoli, brevi” fuoripista, per “piccole” slavine. Basta poco. Il fuori pista si fa in primavera, quando il fondo del manto nevoso si è assestato, quando la mneve  fa la crosta, meglio se poi su questa crosta c’è anche un palmo di fresca, non di più. Ma farlo ora, dopo nevicate abbondanti e recenti, in giornate di fortissima escursione termica (da -6 a + 6 in poche ore!) con vento forte da nord … farlo nei versanti sottovemto …  che sono i versanti particolarmente pericolosi … è veramente rischioso. La bella giornata di sole non inganni, non elimina il pericolo. E poi, sciatori fuori pista non ci si improvvisa. A nulla valgono i cartelli, gli avvisi, i caschi … se dentro non ci sono teste pensanti.

Che dire? Speriamo bene. Domani sapremo.

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PRIORITA’ DI SPESA E DI INVESTIMENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Gennaio, 2014 @ 5:40 pm

Detto altrimenti. plaudo al Governo, ma … (post 1323)

Plaudo al governo quando sento che le somme recuperate dalla lotta all’evasione fiscale saranno destinate a ridurre il cuneo fiscale. Plaudo ma.

Ma cosa, direte voi? Mi spiego. A mio avviso le diverse esigenze di spesa e di investimento devono concorrere tutte, nessuna esclusa, a comporre l’elenco delle priorità. Mi spiego meglio. A mio sommesso avviso non parrebbe condivisibile che si destinino prioritariamente e “a prescindere” risorse a certi settori (ad esempio: cacciabombardieri F35, TAV) e poi (poi) si rediga l’elenco delle priorità “altre”. Io invece la vedrei così: occorre elencare

• tutti (tutti) i fabbisogni finanziari di spesa e di investimento, anche quelli a lungo termine eventualmente già programmati;
• tutte (tutte) le forme di copertura finanziaria (spending review; lotta all’evasione fiscale; introiti fiscali, etc,).

Ciò fatto, occorre definire qual è l’ordine aggiornato delle priorità. Un esempio? I terremotati dell’Aquila, gli alluvionati della Sardegna e del Modenese … si aspettano i loro denari, cioè i denari dello Stato, per potere ripartire. Questi denari – non ancora versati loro – non sono di una entità “terza” di uno Stato “terzo”, ma di una entità della quale quelle persone sono parte componente integrante e viva. Quei soldi sono denari loro. Quindi sono denari dovuti. Mi spiego: se in una famiglia, la mamma di ammala di una malattia che richiede cure costosissime, ben al di là delle risorse della mamma stessa, che fa la famiglia? Fa … che tutti concorrono – e subito – a contribuire a quel fabbisogno. Orbene, in una famiglia, secondo voi è prioritario curare la mamma o cambiare l’auto con una più veloce (il TAV)? Curare la mamma o comperare un nuovo costoso fucile da caccia per il papà (F 35)?

“Burro o cannoni” … direbbe l’economista Paul Samuelson …

Ecco cosa intendo dire quando affermo che il sistema delle “gestioni separate” si scontra con l’esigenza della Politica di definire l’elenco aggiornato delle Priorità. E la Politica, si sa, deve innanzi tutto fare queste due “cose”: stabilire le Giuste Priorità; realizzare il Bene Comune (le lettere maiuscole non sono usare a caso …)

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HISTORIA MAGISTRA VITAE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Gennaio, 2014 @ 4:17 pm

Detto altrimenti: la Storia ci è Maestra di vita , ma noi “scolari” siamo distratti e non impariamo nulla. (post 1322)

Repubblica Marinara di Genova (“la Superba”).
1 – Arrivano i messaggeri di Federico Barbarossa.
2 – Chiedono un atto formale di riconoscimento dell’autorità imperiale,
3 – Accordato.
4 – Ritornano i messaggeri di Federico Barbarossa.
5 – Chiedono tributi.
6 – No. La Superba si circonda di triplice cinta di mura.
7 – Il Vescovo Jacopo da Varagine (= Varazze), ispezionata la fortissima flotta e le formidabili mura, teorizza la discendenza del potere della Superba direttamente da Dio, saltando Papato e Impero.
8 – Barbarossa “autorizza “ la Superba a non pagare tributi.

Bella la Storia? Guardate che non è una storia, E’ Storia vera!

Ecco cosa mi viene in mente quando sento parlare di condoni o scudi fiscali totali o parziali, abbuoni di sanzioni, etc., in favore di chi si è trincerato dietro le mura della “inefficacia preventiva” dello Stato, di uno Stato “colabrodo” che “autorizza” a posteriori parziali sottrazioni di denaro pubblico già operate dal singolo. Autorizza, come il Barbarossa “autorizzava” a non pagare chi in ogni caso non lo avrebbe comunque pagato! Intendiamoci, si tratta di chirurgia d’urgenza, quindi approvo l’operato di questo governo, che si è trovato per le mani una patata bollente da niente … Solo mi chiedo:

  •  ci siamo posti il problema di intervenire anche sulle cause che hanno generato queste malattie, e non solo sulle medicine necessarie?
  •  Ci siamo chiesti se non sia anche un po’ colpa di noi tutti, della mentalità “italiana” che … sì, quel comportamento è vietato, ma non proprio veramente vietato .. e poi “così fan tutti”.
  • Siamo finalmente convinti che occorre un maggior rigore mentale, una maggiore serietà, a tutti i livelli?
  •  Quando passeremo da uno Stato efficiente, nel quale la Pubblica Amministrazione applica la “libretta”, cioè le regole; ad uno Stato efficace, nel quale la Pubblica Amministrazione ottiene i risultati previsti dalla legge, senza dovere ricorrere a sanzioni o a condoni?

P.S.: Lo sapevate? Lo sapevate che i Genovesi erano comandanti di navi così bravi che venivano ingaggiati (a pagamento, s’intende, belandi, schersemmu?) da armatori esteri (soprattutto inglesi). Una volta a bordo, la nave issava il vessillo di Genova, ad indicare la nazionalità del comandante,  e i pirati giravano al largo … Così è nata la attuale bandiera inglese!

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COMUNITA’ DI VALLE SI/NO – PAT/COMUNITA’?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Gennaio, 2014 @ 3:24 pm

Detto altrimenti: valutate ex post, le CDV servono o no? E poi, PAT o Comunità? (post 1321 – 71/2014)

 Su l’Adige di oggi si legge:

pag. 1, si preannuncia un ridimensionamento delle Comunità di Valle. Nello stesso senso mi ero espresso nel mio post n. 1117 del 25 novembre 2013 ore 13,03 e con lettera pubblicata sullo stesso giornale in pari data.

pag. 13, il Presidente Emerito della Provincia Autonoma di Trento, On. Lorenzo Dellai, afferma che i tempi sono maturi per il passaggio da Provincia Autonoma a Comunità Autonoma. Nello stesso senso mi esprimevo nel mio post dell’11 settembre 2012, ore 16,37.

Perché “mi cito”? Lo so che non è elegante … ma dopo tante ore passate al computer, una piccola soddisfazione lasciatemela togliere. Una? No … scusate … za che che sem … due!

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DORIAN, UN GATTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Gennaio, 2014 @ 12:31 pm

Detto altrimenti: solo un gatto? No, di più, molto di più … (post 1320- 70/2014)

Piccolino … ma già con le idee chiare!

Nel secondo anniversario della tua scomparsa. Avevamo notato che non stavi bene. Prima visita lunedì 23 gennaio 2012. Blocco intestinale. Nonostante una settimana di cure in “clinica”, il 29 gennaio 2012 ci hai lasciato. Avevi solo 10 anni.
Dicono che voi gatti non avete un’anima. Non ci credo. Poi, dicono che siete molto più indipendenti da noi umani rispetto ai cani. Che sapete quello che volete. Che non fate le coccole “a comando”, che vi fate vivi soprattutto per ottenere il cibo. Non era il caso tuo. Tu mi cercavi di tua iniziativa, mi seguivi per casa come un cagnolino, ecco … e non per chiedere cibo, ma per dare e ricevere affetto. Per il cibo, ti sedevi dignitosamente ed in silenzio davanti alla tua ciotolina vuota e chi voleva capire capiva.

 

Il re della cucina

La sera, ovunque tu stessi già dormendo (divano o poltrona di turno), percepivi il momento in cui Maria Teresa ed io ci ritiravamo in camera per la notte. Mentre mi spogliavo, ti presentavi all’appello sull’uscio, seduto, in silenzio, dignitosissimo con lo sguardo solo apparentemente assente. Ma non appena noi due ci eravamo infilati sotto le coperte, tu ti materializzavi sul letto, con un salto, dalla parte di Maria Teresa, in quanto la “montagna” delle coperte sollevate da lei era meno erta di quella che sollevavano le mie gambe. Anche perché il lettone, vecchio toscano autentico in ferro battuto, era già alto di suo. Fatto questo, ti accoccolavi sui miei piedi che mi ribollivano quasi fossero avvolti in una termocoperta. E la mattina, mi davi la sveglia con il solletichìo dei tuoi baffi che mi accarezzavano il volto … dai, sveglia, Ric … cosa aspetti! Il caffè? Ma si che ora arriva … e nel frattempo mi accoccolo sul tuo petto, tanto per far capire a tutti che sei il mio umano.

Al balcone

Che dire. Non aveva mai avuto una bestiola, né in casa né tanto meno mia … anzi, mi correggo, una bestiola di cui io fossi stato “suo”: infatti eri stato tu a “scegliermi”, ad eleggermi “tuo”. Ora sento un vuoto. Potrei cercare un altro micio, ma … potrà mai essere la stessa cosa? Maria Teresa pensa di no. Io vorrei provare … sempre che tu non sia geloso. Fammi sapere. Alcuni amici mostrano di comprendermi. Altri, bonariamente mi canzonano un po’ … dai, era solo un gatto, dopo tutto … con i problemi che stiamo vivendo, che il mondo sta vivendo … Io non replico. Fra me e me penso solo che la sensibilità di una persona sia una ed una sola, unica, indivisibile: o certe “cose” le senti o no, verso tutti gli esseri viventi, siano essi (innanzi tutto) persone, animali o piante.

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TRENTINO BICILAND, OVVERO “2084” (Fantaturismo Trentino)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Gennaio, 2014 @ 9:51 pm

Detto altrimenti: dal romanzo “2084” che sarà pubblicato nel 2014. (post 69/2014)

Amiche lettrici, amici lettori, per una pura combinazione sono entrato  in possesso di un manoscritto dimenticato sul treno da uno sconosciuto, da chi parrebbe essere l’autore di un romanzo di prossima uscita dal titolo “2084”. Il none dell’autore? Non è indicato sul manoscritto … (N.B.: le parti in rosso erano scritte a biro. Il resto, a computer arial 12)

 Inizia

“2084” – Capitolo II° (da presentarsi all’editore entro il luglio per la pubblicazione a Natale 2014)

Il gruppo di amici si incontrò quella stessa sera. Erano tutti sportivi di una certa età … già, perchè da alcuni decenni a causa sella crisi economica le nascite erano fortemente calate e parallelamente l’età media della popolazione, anche di quella “sportiva”, era in continuo aumento. Compresa l’età dei cicloescursionisti. E loro facevano appunto parte di uno di quei gruppi: il CEF, Ciclo Escursionismo Fiorentino (ma posso utilizzare anche un’altra città).

Il monte “Trento 2000” (già Monte Bondone)

Prese la parola il loro Presidente: “Ragazzi, vi propongo una gita in bicicletta il Trentino Alto Adige. Sapete, ora tutto è cambiato rispetto a settanta anni fa. Infatti mio nonno mi racconta che all’epoca in quella regione si concepivano i “dislivelli”, cioè le opporunità fornite dalle montagne,  solo per lo sci o per marce a piedi, non anche per la bicicletta. E dire che il CAI Centrale aveva ben pubblicato, nel lontano 2012, un Quaderno di oltre 60 pagine sul Ciclo Escursionismo. Si diceva: insomma , …  se vogliono salire con le biciclette, che pedalino e non vengano ad inquinare le nostre montagne. In verità trascuravano alcuni particolari:
• che lo stesso ragionamento non veniva fatto a proposito dello sci da discesa;
• che non sempre le nevicate invernali erano tali da far utilizzare appieno gli impianti di risalita;
• che l’età del popolo dello sport di massa si stava innalzando;
• che canalizzare entro piste ciclabili prestabilite significava disinquinava le montagne da un loro uso arbitrario dei bikers che invece a quel tempo le percorrevano senza alcuna regola;
• che loro consideravano ciascuna salita e ciascuna discesa come cosa a se stante, mentre invece noi, oggi, possiamo goderci risalite meccaniche e discese in bicicletta come parte di ben più ampi percorsi turisti;
• che avrebbero incrementato di molto l’offerta e la domanda turistica, in un mondo nel quale si vendevano più biciclette che automobili.

Oggi però tutto è cambiato … per fortuna in meglio! Ecco … vi espongo per sommi capi la proposta della nostra prossima gita, premettendo che mi sono già messo in contatto con Trentino Biciland SpA di Trento, la società locale che gestisce questo tipo di escursioni e che provvederà a tutte le prenotazioni e ad ogni altro tipo di service (quale l’assistenza medica e meccanica eventualmente necessaria durante la nostra gita).

Da Merano, possibile bella deviazione sino a S. Leonardo in Val Passiria!

Arriviamo un venerdì (o sabato) sera a Trento, con il treno. Si dorme in un albergo decorosissimo e a buon prezzo. Nel garage dell’albergo si trovano già parcheggiate le biciclette che abbiamo affittato via e-mail   tenuto conto del peso, dell’altezza, del grado di preparazione atletica di ogni partecipante.

Primo giorno. La mattina successiva un pullman porta noi e le bici al Passo Resia ove arriviamo entro le ore 12,00. Qui iniziamo a pedalare lungo la bellissima ciclabile sino a Merano, dove si arriva in serata e dove si pernotta in ostello.

Secondo giorno; si pedala da Merano a Bolzano e quindi fino a Trento, per pernottare nello stesso albergo, nel quale, volendo, avremmo potuto lasciare parte del nostro bagaglio.

Terzo giorno: da Trento si sale in Funivia a “Trento 2000” (ex Monte Bondone) e dalla quota 1650, costeggiando boschi e prati, si plana sino a Riva del Garda, dove pernottiamo. Biciland SpA ci ha fatto pervenire i nostri bagagli. (lo stesso farà per tutte le tappe successive).

Da Bolzano, possibile bella deviazione per il lago di Caldaro!

In alternativa, il terzo giorno si può risalire con gli impianti da Zambana Vecchia sino a Cima Paganella (oltre 2000 metri) e da lì scendere sino a Riva del Garda.

Quarto giorno; nuova ciclabile Riva del Garda – Malcesine, indi si sale con la Funivia del Monte Baldo e quindi planata verso sud sino a Sirmione, dove si pernotta.

Quinto giorno: Sirmione- Malcesine in battello, indi si sale con la funivia del Monte Baldo, si plana verso nord su Rovereto e quindi per pista ciclabile a Trento dove, riconsegnate le bici, ci imbarchiamo sul treno che ci riporterà a casa.

A Riva del Garda: possibile bella deviazione nel …lago!

.

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Che ne dite, amici, di questa “settimana azzurra a pedali”?

L’esposizione del Presidente fu seguita da un forte applauso di approvazione.

Finisce

 A questo punto le pagine erano  stracciate, l’appunto non era più leggibile ….
 

 

 

 

 

 

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LEGGE LETTORALE RENZI-BERLUSCONI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Gennaio, 2014 @ 1:49 pm

Detto altrimenti: colta al bar. Due amici  ragionano fra di ooro a voce alta. Uno l’ho chiamato “B” (berlusconiano); l’altro “NB” (non berlusconiano).      (post 1318 – 68/2014)

B РUn pessimo accordo ̬ migliore di una buona guerra.

NB – Sì, ma la tua è una semplificazione …

B – Sempre meglio delle tue complicazioni …

NB – Allora guarda, palla al centro, uno pari e cambiamo discorso. Sai cosa mi rode dell’accordo?

B – Certo, che non puoi esprimere le preferenze.

NB – No, non è questo il punto: è che liste bloccate significa liste comperate, cioè che il tuo amico Berlusca continuerà ad avere in parlamento “soldatini ubbidienti” e non menti libere dal vincolo di mandato, come invece vorrebbe la Costituzione.

B – Ma dai … cheppalle … vedi ben che non è vero, guarda Alfano e di suoi …

NB – Già caro, ma chi mi dice che non sia stato un gioco delle parti? Per rimanere omunque al governo, un piede dentro ed uno fuori, se una cosa mi va l’approvo, se non mi va la “faccio” criticare. E poi pare che la somma del nuovo( 1/2+1/2) sia maggiore del vecchio 1 …

B – Sei sempre il solito malpensante, tu… come tutti voi comunisti …  lasciamo perdere …

NB – A parte quella etichetta che rifiuto, sì, è vero, penso al male, ma a pensar male … Ma sai io cosa proporrei? Che i candidati fossero nominati dai partiti ma sulla base dei risultati di  “primarie-candidati” obbligatorie per legge.

B – Basta, tanto è inutile, ognuno di noi resta sulle proprie posizioni. Piuttosto Grillo…

NBGrillo ‘sta volta si è messo un po’ fuori gioco da solo, quasi un autogoal ..

B РE cio̬?

NB – nel senso che è uscito allo scoperto … infatti Grillo ha sempre detto 1) che gli andava bene il porcellum perchè era sicuro di prendersi il superpremio di maggioranza. In subordine, 2) che voleva il mattarellum proporzionale puro, e così hanno votato i suoi elettori web (circa 30.000 su otto milioni di votanti alle politiche … un po’ pochini o mi sbaglio?). Sai come interpreto la sua politica?

B – Come?

NB – O me oppure il diluvio universale, cioè o me con il porcellum (con superpremio)  oppure il vostro mattarellum proporzionale che vi renderà sempre più ingovernabili e quindi giocherà a mio favore. Se su Renzi Crozza fa le battute del “fare!” su Grillo si possono fare quelle del “disfare”! Ah … ah… fare/disfare … mi è venuto un bel gioco di parole …

B – Dai, mona …  te l’avevo detto che sei un malpensante …

NB – Ed io ti ho già detto che a pensare male …. ma aspetta, mi “rode” anche un altro aspetto della Renzi-Berlusca, e cioè che i partiti minori possono concorrere a formare le maggioranze, ma se non superano certe soglie, nisba, niente parlamentari …

B – Ecchè … sei diventato leghista?

NB – Dio me ne guardi! Sto solo cercando di ragionare con il mio cervello, tutto qui. Cogito ergo sum non leghista, non grillino, non berlusconioano,  così facciamo paro con quel tuo  “comunista” di prima …

B – Si, è meglio, sennò litighiamo, tu piuttosto, che fai tanto il furbo, tu che faresti se fossi fra coloro che contano nel PD? Medice cura te ipsum, guardati in casa tua …

NB – Non lo so. Certo non darei le dimissioni, in nessun caso. Chi è assente ha sempre torto!

B – Ecco … vedi che anche tu utilizzi delle semplificazioni?

NB – Vabbè, basta, per oggi ne abbiamo fatta anche troppa di politica. Andiamo a prendere un caffè …

B – Prendere un caffè? La sai quella dei due socialisti  alla stazione FS di Milano – s’era al tempo di Craxi -… uno dice all’altro “Andiamo a prendere un caffè”. E l’altro: “A chi?”

NB – Anch’io ne so una di quell’epoca, in quella stessa stazione. L’altoparlante lancia un avviso “PLIN –PLON … I Signori socialisti che hanno preso il Treno per Roma sono gentilmente pregati di restituirlo”. Che siano stati sempre quei due … quelli del caffè? Ma veniamo a noi … tu cosa prendi?

B – Quello che prendi tu …

NB РCameriere, due caff̬ per favore!

B – Cameriere, due anche a me!

Barista (sorridendo, rivolto a me): “Lei cosa prende? Un caffè? Si? Allora (voltandosi verso il suo collega alla macchina del caffè)  … ragazzo, tre caffè … (e poi, rivolto a noi tre) “O ne volete cinque?”

P.S.: nessuno fra le mie lettrici e i miei lettori si offenda o si arrabbi. Non ho fatto altro che riportare un discorso rubato al bar fra due sconosciuti e … ambasciator non porta pena … (in quale Caffè si è svolta la scena? Non ve lo posso dire, sarebbe pubblicità non pagata e il mio editore mi tirerebbe le orecchie! Lo stesso vale per la marca del caffè …)

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TRENTINO, TRENTO, TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Gennaio, 2014 @ 8:14 am

Detto altrimenti: mattina, pomeriggio, sera (post 1317)

Mattina: a sciare in Paganella

 

 

 

 

 

 

Pomeriggio: conferenza FIDAPA (v. post n. 1316)

 

 

 

 

 

 

 

Sera: concerto Orchestra Haydn (Beethoven, Elgar, Tschaikowsky)

 

 

Ora, non dico che tutti siano disponibili a questo “tour de force” né che lo si possa fare tutti i giorni. E’ solo un esempio di come si possa “venire a sciare, a passare la settimana bianca a …Trento! Soprattuto tendo conto che … “non di solo sci vive l’uomo”, soprattutto l’uomo che fa parte di una popolazione che sta sempre più invecchiando!

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FIDAPA – FEDERAZIONE ITALIANA DONNE , ARTI, PROFESSIONI, AFFARI – TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Gennaio, 2014 @ 7:34 am

Detto altrimenti: “Attention please: Women at work” … Donne in azione, Donne all’opera!”  (post 1316 – 66/2014)

Italia, Paese della Commedia, della Divina Commedia, della Commedia dell’Arte. Che la Commedia di Dante sia vera Arte è chiaro ad ognuno. Tuttavia quando si parla di Commedia dell’Arte ci si riferisce a tutt’altra cosa.

La “lettrice – attrice” Giovanna Laudadio, la relatrice Maria Teresa Perasso, la Presidente Luisa Fronza

Fidapa Trento, Presidente LUISA FRONZA – Presso la Sala del Centro Culturale Rosmini, Via Dordi, si è tenuta ieri una interessante conferenza su “La Commedia dell’Arte o Commedia all’improvviso”, relatrice Maria Teresa Perasso, con la partecipazione della “voce recitante” Giovanna Laudadio.

Molto particolare la strutturazione data dalla relatrice alla propria esposizione, la quale è stata intervallata dalla lettura di brani autentici di canovacci, critiche dell’epoca ed anche da una breve rappresentazione emblematica del tipo di rappresentazione eseguita da due “attori” improvvisati, a loro volta sicuramente spontanei.

La Commedia dell’Arte, “vissuta” fra la metà del ‘500 e la metà del ‘700, ha rappresentato – nel suo settore-il frutto del “genio creativo italico”. Infatti, nata assolutamente “dal basso” come manifestazione spontanea di chi doveva in qualche modo sbarcare il lunario, cioè procurarsi di che vivere, si basava su alcuni principi cardine assolutamente innovativi:

1. l’improvvisazione dei testi (creati in scena dagli attori sulla base di un semplice canovaccio):
2. l’utilizzo delle maschere (nel doppio significato di paludamenti del viso e di figure caratteristiche di personaggi chiave, tipo Arlecchino);
3. l’essere rappresentata “a pagamento”;
4. l’avere introdotto le attrici donne;
5. l’essere rappresentazioni ambulanti;
6. l’utilizzare “lingue” diverse, nel senso di dialetti diversi.

La fine della Commedia dell’Arte fu decretata dalla sua stessa auto-saturazione, dalla diffusione del melodramma e dalla riforma Goldoniana.

, insieme a Giovanna,
… con il sottoscrritto blogger, addetto al computer, fotografo e, insieme a Giovanna,  “attore” .

Tuttavia molto della Commedia dell’Arte è rimasto sino a noi. Quelli della mia età (classe ’44) ricorderanno sicuramente i teatranti ambulanti dell’immediato dopoguerra i quali giravano per i quartieri delle città per rappresentare, su palcoscenici ricavati dalle ribalte dei loro carrozzoni, scenette diverse. Io ne ricordo uno, di questi gruppi, “Fagiolino”, ispirato nel nome ad una maschera emiliana.

Ritroviamo poi la Commedia dell’Arte nelle prestazioni radiofoniche (“Il ruggito del coniglio”, Radio 2) e cinematografiche-televisive, nelle quali si capisce che non tutto “è testo” e molto, al contrario, è lasciato alla improvvisazione del genio teatrale ed umoristico dell’attore. Un esempio? Ricordate le interviste al grande Alberto Sordi? E quanto si testimoniava sulla capacità di improvvisazione dell’inimitabile Principe de Curtis, in arte Totò?  Come vedete quella cultura non si è persa.

Essa, poi, è rimasta nelle nostre corde di Italiani, anche per un aspetto diverso, nell’ Arte di Arrangiarsi, di improvvisare comunque una soluzione. Esemplare il proclama del citato Totò – in un film dell’immediato dopoguerra – lanciato dalla finestra della sua nuova casa: “Italiani, arrangiatevi!”, invito rivolto alla popolazione come parodia di ben altro (questa volta tragico) annuncio da ben altro (funesto) balcone …

L’improvvisazione, dote talvolta positiva, talvolta negativa, come quando, ad esempio, si sbaglia il conto degli esodati, ma questa è un’altra storia…

Arlecchin….a!

Ma torniamo a noi. Questa nostra capacità di improvvisare può anche essere più positivamente descritta come “creatività”, e l’Italia è il Paese della creatività, anche in campo culturale. Qui è nato il melodramma, qui il bel canto, qui il Dolce Stil Novo, qui la Commedia dell’Arte, la Commedia Goldoniana, I Promessi Sposi, etc… splendida opera inimitabile se non altro per essere scritta da qual borghese conservatore di sinistra che fu Alessandro Manzoni.

Per chiudere un pensiero “attualizzato”: poiché “in medio stat virtus”, possiamo ben augurarci che oggi la nostra Italica Società operi una fusione, sul piano politico e sociale, fra le due “Commedie”, quella dell’Arte (improvvisata) e quella Goldoniana (preparata) e pervenga ad una sorta di “Creatività Organizzata”.

Ecco, vedete, mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori questa sottolineatura: la conferenza FIDAPA della quale stiamo parlando è stata “anche” un momento importante di “palestra mentale”, nel senso che ci ha condotto a formulare alcune riflessioni che hanno un loro valore “a prescindere”. Mi spiego. se voi frequentate con regolarità una palestra, allenate il vostro corpo indipendentemente dal tipo di sport che poi andrete a fare. Lo stesso vale per la nostra sensibilità e per la nostra mente … quindi: grazie, Fidapa!

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GRANDE E PICCOLA EVASIONE FISCALE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Gennaio, 2014 @ 10:07 pm

Detto altrimenti: 1245 immobili in nero? (post N. 1315 – 65/2014)

Roma. Parrebbe che una signora sia stata scoperta possedere 1245 (MILLEDUECENTOQUARANTACINQUE) immobili sui quali pare che non abbia mai pagato imposte, perchè pare che siano tutti intestati a soggetti esteri. Pare che le somme evase  siano pari, pare, a 2.000.000.000 di euro, pare pari a circa 4.000.000.000.000 delle vecchie lire.

Un quadretto, in un ufficio … non sono riuscito a trattenermi dal fotografarlo …

Ricordo che pareva che le somme evase dai gestori delle slot machine si aggirassero intorno ai 70.000.000.000 di euro, pare pari a 140.000.000.000.000 delle vecchie lire. (Per favore, controllate voi se ho messo gli zeri giusti: a me fanno girare … la testa … la testa! Cosa avevate pensato, mal pensanti che non siete altro!)

Che conclusioni traggo da quanto sopra? Che l’evasione fiscale – se fatta in grande scala – sia il modo più redditizio di investire il denaro. Non ci credete? Seguite il mio ragionamento.

A) Io devo 100 al fisco. Il fisco mi scopre e pago 100+100 di multa, interessi etc..

B) Io devo 70.000.000.000.000 al fisco. Non li pago. il fisco mi scopre. Io concordo per 700.000, con un minore esborso di …. (calcolate voi).

Mi pongo la PRIMA DOMANDA: come è possibile che avvenga che si lascino maturare livelli di evasione così elevati? Quando tali enormità vengono scoperte, si loda chi le ha scoperte. Ma prima? Prima, cosa è successo o cosa non è successo? Nell’atto di dolore si chiede perdono per peccati di pensieri, parole, opere ed omissioni. Omissioni, appunto …

Mi pongo la SECONDA DOMANDA. Perchè noi, Italiani non evasori e voi, Italiani evasori da 100, non scendiamo in piazza per una manifestazione da indignados, silenziosa, pacifica ma ferma?

Fra coloro che avranno risposto esaurientemente alle due domande sarà estratto un buono per un concordato fiscale al 30% scadente fra cinque anni.

Castigat ridendo mores …

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