GRILLISMO FASCISMO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Gennaio, 2014 @ 7:43 am

Detto altrimenti: dite “Basta”? Basta lo diciamo noi! (post 1344- 94/2014)

“Boia chi molla!” … avete gridato!? Basta! Noi non ci siamo dimenticati di come si mossero i vostri predecessori fascisti. Non passerà la rivoluzione anti-democratica. Rileggiamo tutti Gaetano Salvemini, Le origini del fascismo in Italia – Lezioni di Harward -  A cura di Roberto Vivarelli (Feltrinelli 1966).

Manipoli …

Grillini, lo so che vi brucia che si metta mano alla legge elettiorale: voi avreste voluto il Porcellum nella speranza di avere il premione, oppure il Mattarellum, per incolpare tutti gli altri della ulteriore ingovernabilità. Insomma: “Allo sfascio, allo sfascio, allo sfascismo, anzi .. al fascismo!” Noi Italiani non fascisti, democratici, civili, noi tutti  dovremmo promuovere una class action contro questi delinquenti (letteralmente: delinquente è chi delinque, cioè chi commette un reato) per il danno di ingovernabilità e di immagine che procurano al Paese, cioè danno di credibilità, cioè rischio di maggiori costi del debito, oltre ai danni morali, etc..

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Provate a porvi nella posizione di chi, investitore estero, legge nello stesso giorno: “La Fiat se ne va” + “Il Parlamento Italiano è un nuovo bivacco di manipoli”. E chi volete che venga a investire in Italia?

Grillo non sta facendo una rivoluzione per distruggere le istituzioni: sta cercando di distruggere le istituzioni per generare una rivoluzione, la quale non è mai  la causa, ma sempre la conseguenza del disfacimento istituzionale.

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NEVICA A TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Gennaio, 2014 @ 7:04 am

Detto altrimenti:  parrà banale, ma è sempre una nuova Poesia (post 1343 -93/2104)

Neve a Genova, quartiere di Boccadasse

Ricordi bambini. A Genova. La mattina eri svegliato dal rumore che  faceva al piano terra il garagist anel ripulire con una pala la rampa del garage. Subito pensavi: “Ha nevicato!”. E ti alzavi per capire “quanta ne era venuta”. Poi di corsa, a vestirsi, per cercare di arrivare a scuola (elementare Brignole Sale, Via Monte Zovetto, quartiere di Albaro, a poche centinaia di metri da casa) qualche minuto prima dell’entrata. Infatti … le palle di neve, era obbligatorio farle, tirarsele, cercare di infilare un po’ di neve nel collo del “nemico”.

Neve, questa notte, a Trento, da una finestra sul Viale Trieste

La maggior parte di noi non aveva guanti. Sapete … a Genova … Scarpe poi, sì, erano scarpe, non scarponcini … sapete … a Genova … E così, mani fredde e piedi umidi, entravi in classe e passavi la mattinata un po’ arrabbiato con quel raggio di sole che te ne portava via un po’, di quella tua rara nevicata. Il pomeriggio, poi … idea! A casa di Giancarlo, un compagno che viveva in una viletta (Albaro è un quartiere collinare, con molto verde) con un po’ di giardino intorno: lì sicuramente se ne è “fermata” un po’ di più! Evviva, è vero! Mani e piedi? Come già detto. Sono passati sessant’anni. Da quaranta ho lasciato Genova; da venticinque abito a Trento, ma la Poesia della Neve non mi è passata!

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FIAT CHRYSLER AUTOMOBILES – HOLLAND/LONDON

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Gennaio, 2014 @ 6:41 am

Detto altrimenti: forse un paio di chiarimenti non ci starebbero male … (post 1342 – 92/2014)

Un’operazione di così vasta portata (”portata via” dall’Italia) è sicuramente inquadrata all’interno di un Piano Strategico a Medio/Lungo Termine, i cui estremi non sono stati resi noti, se nno altro almeno per quanto riguarda gli investimenti in Italia.

Dice … ma …l’UE, …., la libertà di circolazione e di stabilimento, … sì, vabbè … ma l’anomalia non sta tanto che la sede sia l’Olanda, quanto piuttosto che le tasse saranno pagate in GB, paese quasi “canaglia” perché non adotta le norme UE circa la trasparenza bancaria e il riciclaggio. E l’UE acconsente.

Dove tenevato il loro tesoretto i Riva? In GB. Dove si erano rifugiati? In GB!

Ed allora, quanto meno,  esigiamo anche noi dall’UE alcune eccezioni sugli equilibri finanziari, sulla possibilità si spendere e indebitarci, sul computare a decurtazione del debito gli investimenti fatti (basterebbe valutare il patrimonio netto del Paese, e cioè la somma algebrica del passivo patrimoniale e dell’attivo patrimoniale) e non solo il passivo …

Una volta un mio capo, Presidente della Finanziaria di cui io ero Direttore, mi chiese di redigere la situazione debitoria del Gruppo. Lo feci. Si inalberò: “Sì, ma a fronte di questo debito abbiamo questa banca, a fronte di quest’altro abbiano questa finanziaria, etc..”. Risposi: “Presidente, lei mi ha chiesto di redigere la situazione dei debiti, non lo stato patrimoniale”. Aveva dimenticato che una cosa è il passivo patrimoniale, una cosa il patrimonio netto (attivo meno passivo).

P.S.: Fiat Chrysler sarà il settimo gruppo automobilistico mondiale? Ma si dimenticano di dirci se per caso i primi sei non coprano il 90% del mercato … Mi pare un po’ come quando il ministro Lupi affermava che il TAV porterà il 30% delle merci. 30% di quanto? E il 100%, di quanto sta diminuendo da 20 anni a questa parte? E l’attuale linea, in che percentuale è oggi utilizzata?

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UFFICI UE IN TRENTINO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Gennaio, 2014 @ 4:08 pm

(post 1341 – 91/2014)

Detto altrimenti: prima leggete il mio post del 25.12,2013 ore 07,36 …

Il Corriere della sera di oggi, Allegato “Il corriere del Trentino”, pag. 2.

Sergio Fabbrini, politologo direttore della School of Government della LUISS:

“A Trento e Bolzano una sede dell’UE e vertice dei ministri”. “Il Trentino –Alto Adige deve proporsi come polo catalizzatore di un ragionamento che assegni una funzione ai territori di confine nel processo di integrazione europea” – “Le due provincie hanno interesse a che in Italia si sviluppi un regionalismo basato su autonomie differenziate. Basta con il falso solidarismo”.

 Che dire? Leggete il mio post citato, precedente di un mese all’articolo di Fabbrini. Quando vedi che non sei solo, che le tue riflessioni non sono poi tanto sballate … be’ … che dire? Fa piacere!

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PIANIFICAZIONE PRIVATA E PUBBLICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Gennaio, 2014 @ 2:54 pm

Detto altrimenti. economia politica? Politica economica? No, raga, solo un po’ di logica economica (post 1340 – 90/2014)

Ogni SpA ha un bilancio che comprende:

 1. aspetti economici (quest’anno ho guadagnato o perso?
2. aspetti patrimoniali (quanti denari, quanti immobili ho?)
3. aspetti finanziari (quanto denaro entrato/uscito e quanto ne entrerà/uscirà?)

Per capirsi bene: se opero bene alla fine dell’anno avrò un utile che andrà ad accrescere il mio patrimonio. Ciò anche se non avessi finanza disponibile (soldi in banca)
Viceversa, se opero male e ad esempio vendo un immobile alla metà del prezzo che avevo pagato al suo acquisto, avrò denaro in banca, ma avrò generato una perdita che avrà diminuito il mio patrimonio.

Come pianifico?

Settore Privato

Ogni hanno stabilisco le linee strategiche. Su questa base ogni anno rivedo il mio piano triennale, che aggiorno di anno in anno. Per ogni singolo anno redigo un piano annuale 8budget). ogni mese seguo la mia attività con il reporting interno

La finanza? Come gestisco la previsione dei fabbisogni e delle coperture finanziarie? Li gestisco come conseguenza delle mie linee strategiche, e non viceversa. Mi spiego. se io ho moltissima liquidità e fabbrico frigoriferi e le previsioni sono di annate freddissime, non mi darò certo da fare per investire i miei denari in ulteriori investimenti e quindi farò quindi una previsione di flussi finanziari ridotti.

Al contrario, anche se io sono a corto di finanza, ma prevedo u fortissimo incremento delle vendite, aumenterò i fidi bancari, aumenterò i prelievi dalle linee di credito, aumenterò gli ordini dei materiali necessari per far fronte alla futura prevista maggiore domanda. Insomma, farò una previsione di rilevanti flussi finanziari in uscita (miei acquisti) e in entrata (mie vendite).

Guai se io, nei due casi, fondassi la mia strategia sulla abbondanza o scarsità di denaro.  Come si vede, i flussi finanziari sono una conseguenza elle previsioni strategiche e di budget e non il loro presupposto.

Settore pubblico

Eppure a me, amministratore di una SpA mista pubblico privata a maggioranza azionaria pubblica, a me che chiedevo alla politica (al governo della città) le linee guida per potere redigere una pianificazione triennale scorrevole (visto che la SpA che dirigevo aveva investimenti e concessioni trentennali), fu risposto dalla politica. “Lei faccia i piani strategici sugli attuali flussi finanziari di cui dispone”.

Ciò vuol dire che avrei comunque dovuto limitare, costringere, bloccare lo sviluppo della ApA anche in presenza di favorevoli condizioni di mercato.

Ciò in quanto il Settore pubblico. non redige un bilancio (v. settore privato), bensì solo la situazione finanziaria. tanto ho, tanto spendo (quando va bene); oppure, tanto spendo, tanto devo incassare (quando va male).

Ecco che quindi, fatto un piano di spesa, lo si mantiene anche se i lavoro stradali vanno a coincidere con la stagione turistica, anche se l’investimento non è più attuale, anche se …. anche se …. tutto lavoro in meno per la politica e gli apparati burocratici.

E poi fanno le SpA pubbliche o miste! “Se queste difficoltà vi sembran poche, provate voi a lavorare”! Provate voi ad applicare i criteri delle SpA private in una SpA gestita dall’Azionista di maggioranza con i soli criteri finanziari. Provate, poi ne riparliamo….

Dice … ma tu sei contrario alle SpA pubbliche ed alle Spa miste? No, amiche, no amici. sono favorevolissimo, purchè ci sia un chiarimento a livello legislativo e a livello degli ordinamenti e dei comportamenti amministrativi locali, e non si invitino più i capi azienda di una SpA mista a “fare i piani strategici sulla base dei flussi finanziari attuali”. Insomma, occorre decidersi. O una SpA pubblica è regolata dalle leggi del Codice Civile come tutte le altre SpA, o ad essa si applicano tutte le regole che sono applicate agli Uffici Pubblici. Tertium non datur.

Un esempio? Ammettiamo che un Comune dia alla sua SpA l’ordine di applicare all’utenza tariffe fallimetari per la SpA stessa. Che succede? O si ubbidisce e si porta la società al fallimento; oppure si disubbidisce e si viene rimossi; oppure si disubbidisce e non si viene rimossi perchè un’altra parte poliica ti difende; oppure si danno le dimissioni; oppure si ubbidisce, si limita la perdita della quale comunque alla fine si è accusati.

Io propendo per la prima soluzione: cioè per l’applicazione a queste Spa delle regole del  Codice Civile. Comunque poi … sapete, sungo patre ‘e figli, yrngo famiglia, aggio a campa’ pur’io … e quindi … attacca l’asino … e resisti sl tuo posto di lavoro. Ma soprattutto videant consules ne quid detrimenti res publica capiat. Letteralmente: ci pensi chi di dovere a che non ci siano danni per la cosa pubblica …

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IO E IL TERRORISMO – “Grillini all’attacco in aula” (quarta puntata – Puntate precedenti: post del 15, 27, 28 gennaio)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Gennaio, 2014 @ 10:18 am

Detto altrimenti : “Grillini … all’attacco! Caricaaaa!”  (post 1339 -89/2014)

Una massa di 8 milioni di votanti (ricordo bene? Se mi sbaglio mi corrigerete), manovrata da una massa di 30.000 votanti sul web, manovrata da una massa di due capi. Fatemi capire … e gli altri? E chi non ha il computer?

Nella puntata precedente, la terza, ho inserito la foto della “marcia dei 40.000” che a Torino pose fine alla strategia della tensione Fiat. Ecco, di fronte alla “cariche” in Parlamento, credo che noi dovremmo sfilare in corteo, ma non in 40.000. bensì in 400.000, in 4 milioni, per ripristinare la cultura del dialogo, della trattativa, del confronto democratico, della non aggressione fisica e verbale. Non ci sono bastati i due primi ventenni?

Ma non basta. Oggi sono prprio in .. quietato. Infatti dovremmo anche chiedere che siano posti come centrali e ai primi posti i seguenti problemi:

1. PA – Problema Antropologico: ognuno di noi deve tornare a sentirsi parte dello Stato.
2. PM – Problema Morale: ricerca del Bene Comune.
3. PR – Riordino delle (altre) Priorità.

Dei primi due ho già parlato in alcuni post precedenti. Sul terzo mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori una sottolineatura, e lo faccio con un esempio: alcune sere fa ho sentito il nuovo Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano dichiarare che per il 2014 l’85% delle risorse disponibili è già impegnato da piani progetti e impegni del passato e che quindi per nuove iniziative, per dare un eventuale nuovo, diverso o ulteriore impulso all’azione di governo si può contare solo sul quel 12% residuo.

Ecco, arriva l’esempio: le priorità “impegnate”? Ammettiamo che il progetto TAV sia stato valido nel momento in cui è stato lanciato (10-20 anni fa?). Ed ora, ora che “forse”, se rifacciamo i conti, esso non è più così attuale/prioritario, che facciamo? Andiamo avanti lo stesso?

Dice .. ma tu sei un “No-TAV”? No amiche, no amici, io sono per approfondire e attualizzare i problemi e le priorità e sarei pronto a confrontarmi sui numeri (del TAV, degli F 35, etc.) in un paese nel quale una scuola (pubblica, pubblica, non vi spaventate!) su dieci  è inagibile e quattro su sette sono senza manutenzione. Dice … ti vuoi confrontare sui numeri? Ma il TAV è ormai è un problema politico. Ah … be’ dico … se le cose stanno così … non parlo più.

Però … mi salva il latinorum:  errare humanum est, perseverare diabolicum …

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LEGGE ELETTORALE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Gennaio, 2014 @ 6:37 am

Detto altrimenti: … via i partini? Non facciamo di tutt’erba un fascio, perchè spesso il vino migliore sta nelle botti piccole ….   (post 1338)

“Porcellum”, “Italicum” … e allora non predentevela con me se anch’io uso il “latinorum”!

“Summa lex, summa iniuria”, per quanto sia stata studiata questa legge (come ogni altra, del resto), essa recherà ingiuria, danno a qualcuno.
Dice … meglio un cattivo accordo che una buona guerra …
Vabbuo’ … un passo avanti è stato fatto. Certo che fino a ieri eravamo sull’orlo del baratro (elettorale, s’intende!). Speriamo solo che il passo sia stato fatto nella direzione giusta.

Ed io, come commento?

No, raga, scialla, tranquilli ragazzi, non pretendo di essere come quei milioni di italiani che nei bar svolgono il difficile mestiere di CT-Commissario Tecnico della Nazionale di calcio … no. Proverò solo a fare qualche riflessione teorica, a far fare qualche esercizio ginnico al cervello. In particolare, vedo che per la ginnastica del cervello mi hanno approntato il quadro svedese. Ricordate? Quel grosso telaio in legno entro i cui riquadri ti costringono a divincolarti, svincolarti, torcerti, raddrizzarti, tirarti di qua e di là, salire, scendere, traversare …

1) Dice … se un partito avrà almeno il 9% in almeno 3 circoscrizioni, sarà presente in Parlamento. La chiamano “clausola salva Lega”. Allora per simmetria, equità e par condicio” (e ci risiamo con il latinorum, ma questa la sanno tutti!) si sarebbe potuto dire anche “Un partito che abbia almeno il 3% in almeno 9 circoscrizioni, sarà presente in Parlamento”.

 2) Limitare i piccoli partitini per evitarne i ricatti? Allora, per lo stesso principio, si sarebbe potuto dire che “non sono ammesse le crisi di governo al buio”, per evitare nuove scilipotate.

 3) Liste cortissime, ma sempre bloccate? Ma allora perchè non imporre le “primarie” per la scelta dei candidati?

4) Pluricandidature? No grazie, ne farei a meno. Se non altro infatti non sono coerenti con la pluralità dei distretti/collegi elettorali. E poi, si dice liste bloccate sì, ma corte,anzi cortissime … così potete sapere chi sono i candidati (locali, ecco il punto!) che votate. Locali? Ma via … 

 5) Nel frattempo, che fine ha fatto l’altra parte dell’accordo, quella sul Senato, Province e Regioni?

6) Il nome …”Italicum” va bene, nel senso di tot capita tot sententiae, ognuno la pensa a modo suo, quindi … avanti con il bilancino: un po’ di questo, un po’ di quello e alla fine, quando tutti sono scontenti, vuol dire che la soluzione è quella giusta. Ma in questocaso,  al contrario,  pare che  qualcuno sia contento. Ed allora, come la mettiamo? 

Ecco, ha fatto ginnastica. Ora mi sento meglio, posso iniziare la mia giornata.

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IO E IL TERRORISMO – Terza puntata

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Gennaio, 2014 @ 12:12 pm

(Puntate precedenti: post del 15 e del 27 gennaio)

Detto altrimenti: come l’ho visto io e (sia pure marginalmente) vissuto, e come lo temo oggi (post 1337 – 87/2014)

Torino, 14 ottobre 1980: la marcia dei 40.000 che sconfisse l’ideologia della tensione e del terrorismo

Ieri sula stampa: assalti armati alle tabaccherie. Ieri sera, seconda e ultima puntata TV della fiction “L’Ingegnere”, Torino, Fiat e non solo, terrorismo anni ’70.  Oggi sulla stampa locale, bomba a Trento, contro il Tribunale di Sorveglianza (pag. 1) . E poi, a pag. 3 l’UE (Lagarde) avverte: “In UE venti milioni senza lavoro”. Infine, a pagina 5) . Insulti (da codice penale!) 5 Stelle : “Napolitano è un boia”.

Lo so, sono visioni parziali, ma Paolo Mieli nel suo bellissimo ultimo libro “I conti con la storia – Per capire il nostro tempo” (Rizzoli), ci ricorda che i sovvertimenti sociali non sono la causa ma la conseguenza dell’ (auto) disfacimento delle istituzioni, e che fino a poco tempo prima che essi  avvengano, non ci se ne rende conto.

Mi domando: in UE, ci si rende conto che in una Europa (e in un mondo) in declino, anche i (pochi) paese virtuosi (Germania) non hanno un futuro?

Mi domando: è troppo ipotizzare che nel semestre italiano di Presidenza UE, l’Italia confezioni e proponga un modello di Stati Uniti d’Europa?

Mi domando: nel frattempo, perchè in Italia non decidiamo di verificare l’adeguatezza dell’attuale Modello di Sviluppo? Perché non riscriviamo l’ordine delle priorità, a superamento delle (ormai superate) cosiddette “Priorità prioritarie con fondi impegnati e gestioni separate a prescindere”?

Mi domando: è sbagliato pensare che il primo problema nostro sia antropologico, cioè che ognuno senta lo Stato come proprio e non come tutto ciò che è al di fuori del suo privato? Che il secondo problema sia il Problema Morale? Che tutti gli altri problemi si risolveranno di conseguenza?

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GIACOMO LEOPARDI secondo ALFONSO MASI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Gennaio, 2014 @ 7:45 am

Detto altrimenti: iri pomeriggio, presso la “Dante Alighieri” di Via Dordi, a Trento … (post 1336)

Nadia Reina intervista Giacomo Leopardi, impersonato da Alfonso Masi. In sala oltre cinquanta persone. In poco più di un’ora. Un successo. Mai, in tutta la mia vita scolastica – e dire che ho fato studi classici – mai, dicevo, ho “capito” il Poeta e l’Uomo Leopardi come ieri. Bravissimo, quindi, Alfonso, per l’idea, per come l’hai realizzata e grazie a Nadia Reina che ti ha intervistato.

Ciò premesso, mi concedo alcune osservazioni, alcune banali, altre, forse, un po’ meno (spero!)

La prima, banale. Cinquanta persone, un successo. Di questi tempi, sicuramente, tempi nei quali la cultura, la poesia, la sensibilità, l’amore per il passato sembrano “cose” inutili, vecchie, superate … Cinquanta persone attente, rapite dalla magìa della voce narrante, dalla musicalità dei versi, dall’intensità dei sentimenti da cui sono pervasi, dalla tragicità di una vita infelice, “guarita” da una morte all’età di 38 anni.

La seconda, un po’ “sociologica”: Leopardi Uomo, nobili genere natus, che disprezza la gente del “natìo borgo selvaggio” per la sua mancanza di cultura … un po’ snob – e nemmeno poco, direi – lui che ogni tanto “fa finta di lavorare” e “i gha bon temp” (dialetto trentino: “si può concedere il lusso di dedicare tempo a …”) ma che evidentemente può contare su una cospicua rendita familiare che comunque lo segue di città in città.

Di città in città, dicevo, infatti si diparte dal borgo selvaggio di Recanati per visitare le grandi città: Roma, Bologna, Firenze, Pisa … tutte sulle prime gli appaiono belle e vivibili; dopo poco, esattamente il contrario. Le critica, le disprezza insieme agli abitanti loro. Forse si salva Pisa, che invece per il suo “collega” Dante Alighieri era addirittura “vituperio delle genti” tal che che avrebbe dovuto essere allagata e affondata dalla piena provocata dalle isole Capraia e Gorgona, che avrebbero dovuto “muoversi” per andare ad ostruire, a mo’ di diga, la foce dell’Arno, con le conseguenze del caso (Inf. XXXIII, 79-81):

Ahi Pisa, vituperio de le genti
del bel paese là dove ‘l sì suona
poi che i vicini a te punir son lenti,

muovasi la Capraia e la Gorgona
e faccian siepe ad Arno in su la foce
sì ch’elli annieghi in te ogne persona!

Ma come, direte … si sta parlando del Leopardi e citi versi di Dante? Certo, sia perchè l’evento è stato organizzato dalla  “Dante Alighieri”, sia soprattutto perché, quanto a “linguaccia”, Leopardi Uomo avrebbe ben potuto essere uno di quei toscanacci che Curzio Malaparte definì “maledetti” …

Leopardi scrittore, assai più che poeta. L’epistolario soprattutto ci rivela l’impietosa sofferenza di una vita “cominciata male” già in famiglia …

Leopardi Poeta. Desiderio d’amore, mai soddisfatto (Silvia, rimembri …); desiderio di “evasione” mentale e fisica … (Sempre caro mi fu quest’ermo colle); rimpianto per una fanciullezza, una gioventù perduta (La donzelletta vien da la campagna …), solo per citare alcune poesie, fra le più note.

E a proposito di quest’ultima: ricordo che alle scuole medie (io sono del 1944), il Sabato del villaggio ci veniva proposto monco, privo di quei versi con i quali il poeta invitava il “fanciullo” a godersi il sabato della sua vita, “che la tua festa, anco tardi a venir, non ti sia grave”. Ora, ditemi voi, ci voleva l’ottimo Alfonso Masi e i miei ormai 70 anni (che compirò il 3 febbraio prossimo) per capire quale scempio di stava facendo dell’Uomo Leopardi, più che del Poeta Leopardi, col troncarne l’opera …!?

Un’osservazione “di servizio”: se questi sono i dati di presenza, se cinquanta persone sono un successo – e lo sono – be’ allora non posso certo lamentarmi dei dati di frequenza del mio blog, con una media giornaliera – ad oggi – di 142 lettori; 867 pagine lette; 928 contatti da altri siti/blog ed una durata media di ciascun contato di 9 minuti circa. E di ciò ringrazio tutti voi mie lettrici e miei lettori, che mi date l’entusiamso di proseguire con le mie “sudate (moderne) carte”.

Ultima nota: complimenti Alfonso, complimeti Nadia: per essere io un fruitore e talvolta ben più modesto “co-produttore”  di manifestazioni culturali locali “autoprodotte” so bene quanto lavoro ci possa essere stato, e quale faticoso lavoro di cernita e di sintesi, dietro al meraviglioso concentrato leopardiano che ci avete regalato! E “Grazie!” all ‘Associazione Culturale “Antonio Rosmini” che ha ospitato l’evento.

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FISCAL COMPACT – MES

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Gennaio, 2014 @ 3:58 pm

Detto altrimenti: Patto Fiscale e Meccanismo Europeo di Stabilità (post 1335- 85/2014)

Ho scritto più volte che il mio è un “open blog” aperto a terzi. Mi scrive Alberto e mi prega di pubblicare quanto segue (denuncio la mia ignoranza: non sono preparato a verificare quanto riporto. Invito pertanto ad intervenire persone più preparate del sottoscritto. Grazie).

Inizia

“Il Fiscal Compact (letteralmente “patto fiscale”), è un trattato internazionale firmato il 2 marzo 2012 dai presidenti del Consiglio di 25 dei 27 stati membri dell’Unione Europea, ratificato poi dal nostro Parlamento e dal Presidente della Repubblica, inserito nella nostra Costituzione ed entrato in vigore il 1 gennaio 2013.
Il patto prevede che il rapporto deficit/PIL di ciascuno stato debba scendere, entro 20 anni) al 60%.
Attualmente il rapporto in Italia è al 133% ma può ancora aumentare se il deficit aumenta (cosa che si sta verificando, ora siamo a 2104 mld) e/o diminuisce il PIL (cosa che, sostanzialmente, si sta verificando da anni).
Per rispettare il trattato l’Italia dovrà “risparmiare” qualcosa come 50 mld all’anno per 20 anni. Come farà? Taglio dello stato sociale? Nuove tasse? Privatizzazioni? …..
Per rendersi conto dell’entità dei tagli basta pensare alle difficoltà circa la spending review (taglio di spese di 29 mld in tre anni) ed ai problemi che ci sono stati per il reperimento di 4,5 mld per l’abolizione dell’IMU
A questo esborso va aggiunto quello previsto dal trattato istitutivo del MES (Meccanismo Europeo di Stabilità), ratificato contestualmente al fiscal compact, che impegna l’Italia a versare 15 miliardi in 5 anni per la realizzazione di un fondo “paracadute” per le banche”.

Finisce

Che dire … se non “verifichiamo:  quanto sopra; la validità dell’attuale modello di sviluppo; l’attuale ordine delle priorità di spesa”? Da parte mia aggiumgo: continuo a credere negli Stati Uniti d’Europa.

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