SALVE PIEMONTE (Salta il camoscio, tuona la valanga)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Febbraio, 2014 @ 2:25 pm

Detto altrimenti: ricordi di un blogger che domani compie 70 anni!

(post 1354 – 104/2014)

Frabosa S. – Monte Moro – Ai miei tempi seggiovia monoposto – Oggi, funivia.

Salve, Piemonte! Ricordi? Da Genova, fine anni 1950? Le prime sciate. si partiva in pullman noleggiato da noi ragazzi, ore e ore di viaggio, qualche sciata a Frabosa Soprana: inizialmente s’andava solo lì, era la stazione sciistica più¹ vicina. Poi ci siamo “allungati” a Limone Piemonte (360 km fra andata e ritorno, e in autostrada solo la tratta Voltri-Savona-Ceva). La sveglia per me che ero l’organizzatore era alle 03,50! Avevo 15 anni. Il fascino di una giornata di libertà  con amici e amiche:  liberi! Sulla neve, per risalite con lo sklift, si facevano i biglietti di volta in volta. Finiti i soldi, su e giù a piedi per il campetto. E le soste … soprattutto nel ritorno a casa. Ne ricordo una a Mondovì. Era buio, una leggera nebbiolina velava le case di mattone, i portici illuminati da una luce soffusa, umida anch’essa: quattro passi per sgranchirsi le gambe: una finestra al primo piano, luce accesa, ragazzi, cìè una festa! Volete salire? Si, il tempo di un “lento”, guancia a guancia a 15 anni, e poi via, il pullman riparte! Con chi ho ballato? Non ve lo dico, sono un gentleman, che poii ha sposato un medico famoso …

Torre Castello (Val Maira, CN)

Salve, Piemonte! Ricordi? Da Genova, anni 1960. L’alpinismo nelle tue vecchie valli solitarie, le Alpi Marittime: la Torre e la Rocca Castello, la Cima Maubert, la Cima Margherita, la Cima Jolanda, il Corno Stella, la Cresta Savoia. Valli ancora poco frequentate, non turisticizzare, stradine sterrate sulle quali era difficile ma non impossibile fare arrampicare le nostre auto.  Si partiva da Genova nel pomeriggio del sabato e dopo ore di auto e poi di cammino (pila frontale accesa) verso mezzanotte si arrivava nei rifugi incustoditi (Rifugi Questa, Remondino … ricordo bene?). Alle quattro in piedi, si va all’attacco della parete, e finalmente il sole, il muschio e il granito, il profumo della corda che si scaldava al sole e la musica del chiodo bel conficcato nella roccia: deve cantare come il martello sull’incudine!

Custa l’on ca custa, Viva l’Austa! Val d’Aosta, “quasi” Piemonte!

Salve, Piemonte! Ricordi? Ricordi quel gruppo di universitari spiantatissimi che in 20 affittarono una casa a Cretaz di Valtournache, da tale Carrel, nipote del Jan Antoine il  quasi conquistatore del Cervino? E le sciate sul Plateau Rosa, su Furgen, e poi a “casa”, che non aveva impianto di riscaldamento, a bruciare tronchi su tronchi (“trovati” nei  boschi, roba da galera!) nella stufa a legna, e poi a cena dalla Chicchi Formento, a Cervinia, ristorante Capanna Alpina, la Chicchi lei che era campionessa mondiale di una certa disciplina sciistica, a cena, quasi gratis per noi:  si  era impietosita, la Chicchi, grazie ancora, Chicchi! E le serate con i bobbisti nazionali (De Florian?) e con i Tenenti di carriera del corso sci (tenente Malpaga, ora sarà  generale!).

Infra Setrier e Mongenev (sullo sfondo) s’adima/una Cesana bella  et ospitale/ ove sciator perviene da la cima/dop’aver fatto il dì lo ski totale. (Riccardante Lucattieri, “Paradiso” … degli sciatori!)

Salve, Piemonte! Ricordi? Fine anni 60. Io, sSergente AUC alla Brigata Alpina Taurinense, e poi a  poi, a lavorare a Torino, alla Stet, Via Bertola, 28. Mi ero sposato, la famiglia si trasferisce da Genova a Torino. Casa? In cità in affitto. I pochi soldi racimolati? Casa acquistata in montagna, a Cesana Torinese, dove da militare avevo subito un attacco aereo simulato (esercitazione). Ricordo quel giorno; 19 marzo 1969, S. Giuseppe. Dopo essere saliti al Colle del Sestriere, ne siamo discesi sul versante opposto, quello di Cesana Torinese e  Monginevro. Giunti a Cesana avremmo dovuto imboscarci, nascondere uomini e mezzi all’ incursore aereo che ci avrebbe sorvolato per cercare di fotografare il repaerto. Ma c’era  un sole splendido, la neve candida, tutti spaparanzati:  le foto sono venute anche troppo bene. Il Colonnello no, non è rimasto molto bene!

La mia vecchietta, classe … 31 anni fa (che uso ancora oggi!)

Salve, Piemonte! Ricordi? Gli anni della Stet, magici. E le sciate sulla Via lattea, stagionale al collo e via, tutti i week end, quasi tutte le ferie. Quasi 80 impianti fra le Stazioni di Pragelato , Sestriere- Salice d’ulzio – S. Sicario – Monti della Luna Claviere ev Monginevro! Per non parlare poi che se scendevi in auto fino alla vicina Briancon, potevi raddoppiare sulla Serra Chevalier!

Salve, Piemonte! Ricordi? Le scalate in bicicletta … il Sestriere, l’Izoard e poi, una per tutte … tutti di fila, nello stesso giorno, da Cesana: Monginevro, Lautaret, Galibier, Telegraf, Moncenisio, con la mia “vecchia” (oggi vecchia, ma allora …) bici da corsa 52-42 e dietro 28-12 …

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Un po’ stanco ma … in cima al Cimon de la Pala!

Salve, Piemonte! Ricordi? Il lavoro mi ha portato a Milano e poi a Trento, dove vivo felice da 25 anni. E lo amo, questo Trentino, che all’inizio conoscevo solo per le sue Dolomiti:  i miei Gruooi erano il Brenta e le Pale di S. Martino, nelle quali ultime feci amicizia con il capo del Soccorso Alpino gestore del rifugio Rosetta  Michele Gadenz Micel.  Micel, che prima di ogni scalata ci faceva ” i schizzi”, cioè la cartina dettagliata, metro per metro della salita e della discesa! Grazia,  Micel! Grazie … ricordo la discesa dal Campanile Pradidali (eravamo saliti per la via Castioglioni): senza le tue indicazioni saremmo ancora lଠa cercare la via di discesa!

Salve, Piemonte! Comprendi?  Capisci quanto ti ho amato e vissuto, e quant  mi addolorano oggi le vicende dei tuoi politici? Salve, Piemonte! Ti auguro che tu possa avere governanti migliori. Te lo meriteresti!

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Salve, Piemonte! Ricordi? Si? E fai bene perchè presto con il mio amico trentino doc Claudio C. vengo a sciare qualche giorno sulle tue piste, le mie piste di una volta. Aspettami: arrivo!

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SALVE PIEMONTE N. 1

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Febbraio, 2014 @ 8:47 am

Detto altrimenti: i rimborsi illegali non ti bastano? (post 1353)

Salve, Piemonte! Ora ti sei votato la restituzione ai tuoi politici dei contributi previdenziali versati, restituzione che avviene poco prima che venga abolito il loro vitalizio. Mi chiedo: sicuramente si tratta di una applicazione locale di una legge nazionale che mi  sarà sfuggita … ma d’altra parte non potrebbe che essere così: infatti la legge è uguale per tutti. Cioè, anche gli esodati … anche loro che oggi non hanno pensione, possono ricevere la restituzione dei contributi (altrimenti inutilmente) versati. Sarà certamente così, ne sono sicuro …

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ALLARMI SIAM GRILLINI …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Febbraio, 2014 @ 8:19 am

Detto altrimenti: non mi stancherò mai di citare Gaetano Salvemini … (post 1352)

Gaetano Salvemini, chi era costui? Se leggete queste righe vuol dire che avete internet … quindi non sto qui a ricopiarne la biografia. In particolare vi suggerisco la lettura del suo libro  “Le origini del fascismo in Italia – Lezioni di Harward” – A cura di Roberto Vivarelli (Feltrinelli 1966)

Grillo, chissà che delusione, anche fra i tuoi Grillini … avreste potuto portare avanti importante riforme … alcune cose che avete propugnato sono condivisibili, ma tu non accetti il confronto, la discussione, il compromesso (che non è sempre e necessariamente un malanno! Leggi “I conti con la storia, di Paolo Mieli!). E allora vien da chiedersi: qual è la differenza fra il tuo modo di procedere e quello di Benito Mussolini? Io non sto facendo un discorso “a pancia”: sto solo confrontando – fatti alla mano – quanto sta succedendo oggi con quanto vissuto e storicamente documentato da Salvemini nel libro citato.

E poi, vuoi riformare? Ma come? Creando una forza che indebolisce le grandi forze politiche del Paese, impedendo ad entrambe le forze di raggiungere una maggioranza? Non sarebbe stato meglio se tu avessi accettato di operare dall’interno del sistema democratico? Avresti già portato a casa qualche risultato concreto. Ieri avevamo uno che si occupava dei propri affari personali. Non mi pare che oggi la cosa sia cambiata per quanto ti riguarda: anche tu ti stai occupando dei tuoi fatti personali, cioè del “tuo” partito, del “partito persona” entro il quale democraticamente votano “30.000 eletti, unti dal signore, abili  utilizzatori del computer” e non gli altri otto milioni …

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MPS – MASTRAPASQUA VA IN PENSIONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Febbraio, 2014 @ 7:50 am

Detto altrimenti: “Non mi dimetto, non mi dimetto, mai! Anzi si!” (post 1351 – 101/2014)

MPS non vuol dire più solo Montepaschi, ma anche Mastrapasqua: d’ora innanzi dovremo fare attenzione …

MPS va in pensione. Mi chiedo: ci sarà dentro l’INPS un funzionario così bravo e preparato da riuscire a fare la “ricostruzione” della sua carriera, per arrivare alla riunificazione dei suoi contributi? Mi pare infatti una mission quasi impossibile …

 MPS. Sue eventuali “malefatte”? Accerterà la magistratura.

Certo che una condanna a dieci mesi per avere falsificato il libretto degli esami universitari … ma via … siamo seri … basterebbe questo … Mi domando: ma chi è che “non” se ne è accorto prima?

Commenti: il commento “Ha fatto bene a lasciare!” forse avrebbe potuto essere più netto, nel senso “Dimissioni dovute!”

Le dimissioni non bastano. Occorre capire chi è responsabile del fatto che abbia mantenuto in capo a se’ tutti (troppi) gli incarichi che ricopriva spesso in conflitto di interessi. A me è successo questo: che la Corte dei Conti mi abbia contestato di essere contemporaneamente Presidente, Amministratore Delegato e di fatto anche direttore di una piccola SpA pubblica, posizioni nelle quali altri (ben quattro sindaci della città, in sucecssione!)  mi avevano messo soprattutto per risparmiare emolumenti e stipendi  che la società non avrebbe potuto permettersi, potendo avere da me tutte le prestazioni delle tre posizioni al costo inferiore di una sola di quelle che mi erano state affidate! La cosa fu contestata a me che avevo “ricevuto” nomine e non a chi, Ente Pubblico, le aveva deliberate!

E gli incarichi alla moglie e al fratello di MPS? Molti, moltissimi. Ma è solo una combinazione … che mala lingua che sono io … lo ammetto! D’altra parte sono mezzo toscanaccio … il mi’ babbo gli era di Montalcino … ovvia …

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BANKITALIA, REGALO ALLE BANCHE?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Febbraio, 2014 @ 7:19 am

Detto altrimenti, cioè raccontata per i non addetti ai lavori … (post 1350 – 100/2014, ovvero centesimo post del nuovo anno 2014!)

 1. Io sono azionista di una SpA.
2. La SpA possiede – fra gli altri beni immobili e in denaro – un appartamento che ha pagato 100 ed che ha correttamente inserito nel proprio bilancio a 100.
3. Il mercato immobiliare cresce di molto e l’appartamento acquista un valore di mercato di 300.
4. La SpA mantiene a bilancio il valore di 100.
5. La SpA ha di fatto una “riserva occulta” di 200.
6. Se e quando la SpA decide di aggiornare (rivalutare) in bilancio il proprio bene da 100 al valore di mercato di 300, ha un utile di 200 e paga 100 di imposte.
7. La Spa potrebbe decidere di rivalutare (creando un utile) anche se non vende il bene, ad esempio per far emergere un utile (anche se senza procurarsi nuovi incassi finanziari) e fronteggiare perdite economiche, con il che (legittimamente) non fallisce e (legittimamente ) non paga  imposte.
8. La SpA può decidere di non rivalutare, ma quando decide di vendere il bene (ovviamente al prezzo di mercato di 300) realizza l’utile di 200 che le viene tassato.
9. Quando la SpA rivaluta il bene, le azioni che io azionista possiedo si rivalutano, e su quelle io pago imposte.

Ora, Bankitalia è posseduta in parte da banche ordinarie, che ne sono azioniste. Se Bankitalia rivaluta “se stessa”, ad esempio “passando a capitale sociale le proprie riserve”, o semplicemente rivalutando i propri beni, lei stessa non si arricchisce di nuove risorse finanziarie in quanto le riserve erano già in cassa, a bilancio, solo che ora sono diventate capitale sociale, e cioè – ad esempio – ora sarebbe molto più difficile distribuirle agli azionisti, rispetto alla possibilità di distribuire riserve.

Piuttosto, cresce il valore delle azioni possedute dai suoi azionisti (banche ordinarie). E su questo incremento di valore, le banche ordinarie azioniste pagano imposte, il cui gettito va a coprire il mancato incasso dell’IMU prima casa.

Questa, grosso modo (molto grosso modo, sia chiaro!), la questione, la quale non comporta un “regalo alle banche”, almeno per quanto risulta a me che a dire il vero non ho seguito con tutta l’attenzione dovuta questa faccende (e se mi sbaglio, mi corrigerete!).

Prima osservazione. A me pare che l’anomalia sia un’altra, e cioè che le banche ordinarie siano azioniste di Bankitalia. La cosa mi richiama un’altra situazione “analoga”, quella secondo al quale i guardiacaccia, almeno qui in Trentino, sono dipendenti della federazione dei cacciatori, cioè sono pagati da chi essi dovrebbero controllare e sanzionare …

Seconda osservazione. Così come anomalo mi pare, in tempi di ristrettezze finanziarie ed economiche, mantenere le numerose sedi di Bankitalia negli attuali palazzi storici, immobili di assoluto prestigio ma che forse oggi sono un lussso che non ci possiamo permettere, tenuto anche conto del fatto che molti dei movimenti di deanro oggi sono “elettronici” e non più “fisici”, il che condurrebbe alla utilizzazione di uffici più “normali” e asssolutamente molto, molto meno costosi da mantenere. Vendendo i quali, per di più, lo Stato farebbe un po’ di cassa, il che non viene mai male …

Terza ed osservazione: gli stipendi e i benefit di dirigenti e dipendenti: da rivedere, ma tutti, proprio tutti da rivedere … ne ricordo alcuni di tanti anni fa che mi vergogno a menzionare (cabina al mare pagata, compreso il noleggio di piccoli natanti …!)

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NEVICA, PIOVE, O MIGA O MASSA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Febbraio, 2014 @ 7:58 pm

Detto altrimenti? O miga o massa , in dialetto trentino significa “O per niente o troppo”. (post 1349 – 99/2014)

Trentino. Sul Monte Bondone, nevicata da tre metri! In Paganella, fermati gli impianti sciistici per la troppa neve. Altre nevicate in arrivo. In “Italia” … zo per l’Italia … “giù in Italia” neve, piogge, frane, alluvioni. Ma almeno, noi qui, nella tanto criticata Provincia Autonoma, i letti dei fiumi e dei torrenti li ripuliamo regolarmente, e non costruiamo a tre metri (tre metri) dall’alveo degli alvei fluviali, anche se non sono ingombri di rifiuti d’ogni sorta … i nostri, no, non i nostri …

Il Bel Paese è quasi tutto a forte rischio idrogeologico. E allora, smettiamola di giocare alla “potenza industriale”, alla “media potenza militare” … sono lussi che non ci possiamo più permettere. Con l’industria, perché non ci stiamo preoccupando delle fabbriche che chiudono, falliscono o emigrano (grandi e piccole): infatti siamo impegnati a risolvere il Porcellum Affair, una legge che ha portato la governabilità a chi poi non ha “governato” i problemi del paese ma solo i propri, e che ora sta assorbendo energie che dovrebbero essere destinate a ben altre cause: insomma, ci costa anche molto la sua “eliminazione”!

I DISSESTI IDROGEOLOGICI NON SONO PIU’ UNA EMERGENZA: SONO UNA NORMALITA’. Prendiamone atto, e destiniamo le nostre risorse finanziare, nostre, sì, di ognuno di noi cittadini, a farvi fronte. Altro che TAV, altro che cacciabombardieri F 35 (avete letto il mio post di poco fa? Il Pentagono stesso continua a dire che gli F 35 non sono affidabili!).

Insomma, vogliamo scriverlo o no questo NOP – Nuovo Odine delle Priorità? Cosa aspettiamo? Di vederci arrivare addosso nuove tasse, minor welfare, maggiore povertà per tutti (tranne per chi appartiene al Club del 10%, cioè per qiel10% dei cittadini che possiede il 50% della ricchezza nazionale, certo, per loro no, non per loro, no …)?

Dice … dai … che il tuo è uno sfogo … Si, raga, il mio è uno sfogo, almeno questo mi sarà concesso …

p.s.: Ripeto il “mio” NOP – Nuovo Odine delle Priorità
1) Problema antropolocico (ognuno si senta parte dello Stato)
2) Problema Morale (ricerca del Bene Comune)
3) Nuovo Modello di Sviluppo (qui dentro c’è tutto il resto!)

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CLASS ACTION CONTRO CHI TOGLIE CREDIBILITA’ ALL’ITALIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Febbraio, 2014 @ 2:09 pm

1 – Detto altrimenti: il danno che alcuni fanno al Paese lo fanno anche a tutti i cittadini (post 1348- 98/2014)

2 – Detto dal Presidente Letta: “Ed ora come vado io negli Emirati Arabi a sollecitare investimenti in Italia? Come mi presento all’estero?” (Dopo la bagarre dei Grillini in Parlamento, n.d.r.).

3 – Detto da Capo Grillo: “Miei meravigliosi guerrieri, bravi, ma ora basta insulti. Rientrate in aula”.

4 – Detto da me. Bravo Capo Grillo, bravo … ma il danno ormai è fatto. Il danno? Minore credibilità; minori investimenti esteri; maggiori “uscite” di imprese (Fiat docet, vi pare poco?); maggiori tasse; minore welfare; peggiore qualità della vita … per tutti noi cittadini normali che non apparteniamo a qual 10% che possiede il 50% della ricchezza nazionale, casta alla quale invece appartiene Capo Grillo.  E allora, a me, a noi … chi ci risarcisce? Non è possibile intentare una class action per il risarcimento dei danni?

5 – Detto dall’’imperatore Augusto dopo che il suo generale Varo le aveva avute distrutte dai Galli nella battaglia della foresta di Teutoburgo: “Varo, Varo, rendimi le mie legioni!” … (anno 9 d.C.).

6 – Detto da tutti noi; “Grillo, Grillo, rendici la nostra forza: la nostra credibilità!” (anno 2014 d. C.)

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“ITALIA GRECIA, MIA FACCIA MIA RAZZA”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Gennaio, 2014 @ 4:49 pm

Detto altrimenti: in lingua greca “eis, mia en” (maschile, femminile, neutro), ovvero “uno, una (una sola, stessa, unica), una cosa” e quindi: “Italia-Grecia, stessa faccia, stessa razza” (post 1347 – 97/2014)

Vi cito subito le mie fonti: “Il mondo di Atene “ di Luciano Canfora (Laterza) e “I conti con la Storia” di Paolo Mieli (Rizzoli).

Pericle. Anche chi non ha fatto studi classici, l’avrà almeno sentito nominare. Nato in Atene intorno al 500 a.C., fu il fondatore della “demo-crazia” ateniese. Uso il trattino perché quelle due parole, unite, dovrebbero significare “popolo – forza” (oggi, in tedesco, Kraft, forza, dal greco kratos, appunto: non si è perso nulla, come potete vedere!), cioè governo del popolo, governo democratico, diremmo oggi, a rappresentare il governo di un sistema democratico.

E qui inizia il distinguo fra il demos (popolo) che governa e il sistema oggetto dell’azione di governo, che può essere democratico sostanzialmente o solo formalmente tale. Mi spiego: ad un certo momento della “democrazia” ateniese, Atene si trovò a governare “democraticamente” un impero coloniale. Così come una monarchia costituzionale e illumiata può essere più “democratica” di una “democrazia finta”. Basta intendesi sui significati reali …

Ma torniamo a Pericle. Salito al potere grazie al proprio prestigio sociale e alla forza del suo gruppo familiare, fondò la sua permanenza al potere

  1. sulla sua rielezione annuale alla massima carica elettiva (la “strateghia”) per ben trenta’anni. Il che gli evitò di dovere redigere il rendiconto della prpria gestione;
  2. su una “forte politica di lavori pubblici a prescindere”s (tipo TAV?) spesso protratti sine die; sulla realizzazione di molte feste pubbliche con gran sacrificio agli Dei di animali, il che voleva poi dire carne gratis per tutti (“da cui il successivo detto latino “panem et circenses”);
  3. sull’introduzione dello stipendio per i politici (ecco qui, ecco da dove è cominciata la solfa …!);
  4. sul colonialismo spinto fino ad una vera e propria aggressività imperiale la quale – fra l’altro – dovette scontare anche il pesantissimo fallimento dell’attacco all’Egitto, costato ad Atene – in sei anni – oltre 200 navi e migliaia di morti. Il successore di Pericle, Alcibiade, farà analogo tragico errore cercando di espandersi in Sicilia. Ovvero, la voglia di accontentare le brame demos, del popolo che voleva il suo “posto al sole”, portò Atene a due grandi catastrofi militari. E non vi pare che anche noi Italiani, dopo circa 2.400 anni, si sia ripetuto un errore analogo, nella spasmodica ricerca di un “impero”?

Non vi pare oggi che la lunga, lunghissima permanenza degli stessi mega-manager-pubblici alla guida dei colossi di Stato, possa presentare per l’Italia lo stesso rischio della permanenza periclea “sine rationem”?

Insomma, consenso ottenuto con “strumenti che non comportavano una evidente utilità sociale”. da qui, in pochi decenni, la degenerazione dei costumi, la corruzione. “Se uno ammetteva di rubare, il popolo ride compiaciuto”. Canfora scrive: “Il politico corrotto, e perciò, ricco, perciò potente, suscita ammirazione e la voglia di imitarlo, di fare come lui, per diventare, magari, come lui”. Non vi richiama niente alla mente, oggi, all’inizio del terzo millennio, questo passaggio sulla dis-cultura o mis-cultura?

E poi dicono che studiare il greco e il latino, le rispettive storie e culture non serve … lingue e culture morte …  dicono. Morte? Quando mai!?

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CACCIABOMBARDIERI F35

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Gennaio, 2014 @ 2:13 pm

Detto altrimenti: se li conosci non li comperi

Il quotidiano l’Adige odierno, pag. 5, cita Altreconomia (post 1346 – 96/2014):

Rapporto al Congresso USA di Michael Gilmore, Direttore della sezione Test Operativi e Valutazione del Pentagono: “F 35 – Permangono errori legati alla produzione. Si evidenzia il rischio che i paesi acquirenti cerchino altri velivoli in alternativa, perchè le prestazioni riguardanti l’operatività complessiva continuano ad essere immature”.

E noi, quando ci decidiamo a disdire l’ordine? Inadimplenti non est adimplendum, cioè, nei confronti di chi non adempie alla propria prestazione (pretendendo di venderci areoplani non buoni), non si è più obbligati (ad acquistarli)! E poi, non abbiamo altre priorità “più prioritarie”? Ma via …

P.S.: 60 anni fa abbiamo acquistato gli Starfighter F 104 poi soprannominati “Bare volanti”. Ecchè, ne vogliamo di nuove e più costose, di bare? (Gli F104 costavano Lit. 1 miliardo cadauno: gli F 35 costano €80,0 milioni cadauno).

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SPA CERTIFICATE E NON

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Gennaio, 2014 @ 12:41 pm

Detto altrimenti: lasciatemi togliere qualche sassolino dalle scarpe … (post 1345 – 95/2014)

Tanti, tanti anni fa … in una terra lontana lontana … c’era una volta una SpA (una delle tante nel corso della mia vita) di cui io ero responsabile. La certificai “di qualità”, per gli aspetti ambientali  e per la responsabilità sociale (quest’ultima, in sigla SA 8000). La prima certificazione mi provocò una lettera dall’Azionista (pubblico) di maggioranza: “E’ un autoincensarsi”. Sulle altre l’Azionista non si pronunciò. Tuttavia appena io lasciai quella SpA, la società non rinnovò più le due certificazioni per gli aspetti “ambientali”  e “sociale”.

Be’… che volete … evidentemente quell’Azionista aveva ragione e tutto il resto dell’Europa e del mondo occidentale aveva torto. Certo …, deve e  proprio essere andata così!

Ma la sottolineatura che mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori è un’altra, e cioè che quell’Azionista non si è limitato a non richiedere o ad approvare che la sua SpA fosse tri-certificata, ma addirittura ha “cancellato” due certificazioni già ottenute, la più grave delle quali è stata la cancellazione della certificazione della responsabilità sociale .

Infatti, il contenuto della SA 8000 richiede e certifica il rispetto delle leggi nazionali ed internazionali sul lavoro e sull’ambiente di lavoro; richiede il rispetto di requisiti etici quali: la libertà di associazione ed il diritto alla contrattazione collettiva; esige che siano evitate forme di discriminazione (razziale, religiosa, politica, disabilità, sesso,…); garantisce pari opportunità, una equa retribuzione, il rispetto dell’orario di lavoro adeguato, etc. Inoltre verifica che siano rispettati i principi della dignità umana e del lavoratore, quali emergono da documenti internazionali quali la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (ONU); la Convenzione dell´ONU sui diritti del bambino; le convenzioni e raccomandazioni ILO.

Certo che un vantaggio la cancellazione della SA 8000 l’ha ottenuto: infatti non si sarebbe corso il rischio che venisse un tale a dire che in quella SpA si stava facendo mobbing o altre amenità del genere.

Ecco, ora – senza sassolini nelle scarpe – cammino meglio!

P.S.: ah … scusate … dimenticavo di dirvi che – fra l’altro – è stato internazionalmente riconosciuto che ove si rispettino le regole della SA 8000 e i lavoratori siano rispettati e motivati, l’utile economico della società aumenta.

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