LA (FALSA) LIBERA CONCORRENZA ALL’INTERNO DELLE TRE COMPAGINI: COMPAGNIE DI ASSICURAZIONE, BANCHE, GESTORI TELEFONICI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Aprile, 2014 @ 5:13 pm

Detto altrimenti: ma insomma, c’è o non c’è questa benedetta “libera concorrenza” … (post 1466)

In effetti, qualche cosa si è mosso. Qualche cosa … io mi sono accorto di una sola cosa: che le polizze RCA non si rinnovano automaticamente … il che ha portato le Compagnie a farvi la corte … a farsi concorrenza … a misurarsi con le polizze on line. Ecco, qui ho, abbiamo avuto un vantaggio concreto.

Però … le assicurazioni … attenzione: provate un po’ a confrontare le polizze: sul prezzo ci riuscite benissimo. Una costa di più, l’altra di meno. Ma provate un po’ a confrontare e a valorizzare la parte normativa. Mi spiego: il valore dell’esistenza o meno della franchigia, dei rischi compresi ed esclusi, solo per fare esempi banali. ma nei contratti più complessi, il confronto è quasi impossibile. Il risultato? che voi scegliete un po’ a naso, attratti o respinti soprattutto da un fattore: il prezzo. Ora, domandiamoci una cosa. In un periodo di forte crisi, se vi propongono una polizza RCA on line ad €350,00 in sostituzione della vostra attuale che vi costa €700,00, è chiaro che siete portato ad accettare al volo (è il caso mio, lancia Lybra 1900 TD SW). In questo caso il “peso specifico” della riduzione del costo è tale da farvi trascurare ogni altro esame. Ecco che voi non avete scelto “liberamente”, cioè “dopo un attento e completo esame ed una altrettanta consapevole valutazione”, bensì sotto l’effetto della “droga” della riduzione del prezzo.

Con i telefoni, poi … provate a confrontare in modo serio e completo le varie offerte! Una, due al giorno vi pervengono … al telefono, appunto! No, ci vorrebbe un software dedicato per riuscire a valutare cosa a voi conviene realmente. E poi ci sono i “costi di ingresso” e i “costi di uscita” verso e da ciascuna compagnia, i quali tendono a fossilizzare la vostra decisione, pena il pagamento di una somma di circa €100,00 (mal contati) fra penale d’uscita e biglietto di ingresso.

Ma allora? Allora si potrebbe chiedere un intervento dello Stato. Dello Stato? Ma allora tu sei un “comunista” potrebbe dire taluno! No che non lo sono … ma se lo Stato interviene nell’imporre come obbligatorie certe assicurazioni (RCA, RC per dirigenti di SpA pubbliche, etc.), be’, allora lo Stato dovrebbe anche controllare che le offerte che il mercato propone ai singoli “obbligati a contrarre” siano fra loro comparabili e confrontabili in modo serio, ad esempio stabilendo “requisiti minimi obbligatori e comuni”.

Un po’ come è stato fatto per il pane: ogni panetteria deve essere in grado di vendervi il “pane di base” al prezzo calmierato. Se poi non ne ha, poco male: vi dovrà vendere il “pane prezioso” al prezzo del calmierato.

Banche? Uffa, sono stufo di parlare di questo argomento … mi limito a suggerirvi i libri di Mario Bortoletto e l’ultimo libro di Federico Rampini “Banchieri” (Ed. Mondadori). Ve ne dico solo una: una volta si pagava la commissione sul massimo scoperto trimestrale, diciamo ad esempio dello 0,5%, il che vuol dire che pagavate 0,5 x 4 = 2,00% in più sulla somma che rappresentava il “picco” trimestrale del vostro utilizzo del fido. Oggi questa commissione è stata trasformata in Commissione trimestrale sull’affidamento, il che vuol dire che essa si applica sempre sul totale della somma affidata, anche se non avete utilizzato una lira del fido che vi è stato concesso. Insomma, la differenza fra il tasso nominale annuo e il costo effettivo annuo può far salire un tasso dal 3-4 % sino al 10-12% annuo.

Nel frattempo la BCE ha versato 250 miliardi di euro alle nostre banche ad un tasso agevolato, somme che le banche hanno subito investito in titoli di stato al doppio-triplo di rendimento. ed alle SpA ed alle famiglie? Niente. E l’economia in Italia non riparte anche per questo motivo … Ma questa è un’altra storia …

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EUROPA SI/NO – LE RAGIONI DEL DOVER DIVENTARE EUROPEI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Aprile, 2014 @ 2:55 pm

Detto altrimenti: innanzi tutto il problema, anzi i due problemi: “Diventare” ed “Europei” ovvero “multa paucis”, cioè, cerchiamo di dire cose molto importanti con poche parole   (post 1465)

1 – “Diventare” perché ancora oggi non lo siamo del tutto. Quindi andare avanti e completare l’opera o retrocedere?

 2 – “Europei”. Non Italiani, tedeschi, Francesi etc., bensì Europei.

Dice … ma quello l’euro è la nostra rovina …. Uei, raga, ma siamo mica matti!? Ecchè, ci vogliamo chiudere in noi stessi, dirci da soli quanto siamo bravi, che la nostra lira vale molto, etc.. Sapete, raga … fino a quando dicessino che un nostro cane vale un miliardo e riuscissimo a venderlo contro due gatti da mezzo miliardo l’uno, la cosa potrebbe anche andare … ma poi, se provassimo ad acquistare con le nostre lirette petrolio, gas, altre materie prime … be’ … allora ci accorgeremmo del reale (scarsissimo) interesse (valore) attribuito alla nostra liretta dalle altre economie …

Dice … ma l’euro ha fatto danni. Replico: sit sane verum … cioè, ammettiamo pure che ciò sia vero (ma non ci credo): certo che se stiamo costruendo un tavolo e ci fermiamo alla prima gamba, poi non ci possiamo poi lamentare se il tavolo non sta in piedi.

Ma, dice, perché la nostra liretta non dovrebbe avere valore? Rispondo: perché sarebbe l’immagine di una economia con poco valore.

Dice, ma perché la nostra economia dovrebbe avere poco valore? Rispondo: perchè sarebbe auto referenziale, non avrebbe accettato di misurarsi e soprattutto di confrontarsi con le altre )migliori) economie europee.

Sapete, io a Riva del Garda ho una barca a vela da regata, un FUN di sette metri, un “monotipo”, cioè una barca costruita rigorosamente in esemplari identici, al fine di prestabilire condizioni uguali per tutti i regatanti di quella classe di barche. Ecco, il mio FUN – quando “scende nel basso lago per regatare contro altri suoi “fratelli” – non è mai stato competitivo (ho vinto solo un campionato di 12 regate, nel 1994). Perché? Perchè qui nell’Altogarda Trentino dove il mio Whisper “risiede”, non esistono latri FUN con i quali egli (egli, lo tratto da essere vivente il mio Whisper, dopo 25 anni di con ..navigazione!) possa confrontarsi per migliorarsi nella regolazioni e nella sua conduzione.

Eppoi (eppoi) c’è un altro motivo per volere e dovere diventare Europei, ed è un motivo sociologico e geopolitico. Sociologicamente se noi tutti ci sentissimo veramente Cittadini Europei, riusciremmo a costruire una Politica Europea degna di questo nome nello scacchiere mondiale. Fino a qual momento, invece, le singole politica tedesca, francese, italiana etc. non hanno e non avranno un peso specifico significativo nella Politica del Mondo.

Dice … ma ti non lo avverti l’orgoglio nazionale? Si che lo avverto, ed è proprio quello che mi porta a volere la creazione di un ambito geopolitico, gli Stati uniti d’Europa, entro il quale le nostre migliori menti possano conquistarsi una posizione e quindi avere direttamente una “influenza europea” come espressione di una mente “europea” e non soltanto “italiana”.

E allora? Allora, Forza Europa, nella memoria i Altiero Spinelli e del suo MFE-Movimento Federalista Europeo!

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RETRIBUZIONI ELEVATE A FRONTE DI RESPONSABILITÀ ELEVATE? MA MI FACCIA IL PIACERE!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Aprile, 2014 @ 2:23 pm

Detto altrimenti: ricordate Totò, con il suo “Ma mi faccia il piacere!”? (post 1464)

Dice: retribuzione altissime perché altissima è la responsabilità. Ma … qua’ responsabilità? Prendiamo un caso a caso: Moretti delle FS. €850.000,00 all’anno. Il servizio ferroviario per i milioni di lavoratori pendolari è una tragedia. Quale è la sua responsabilità? Quale la “sanzione”? Quale il risarcimento che gli viene chiesto?

Grazie se qualcuno mi spiega contenuti della parola “responsabilità” tali da poter fare da “contrappeso” a certe elevatissime retribuzioni.

E poi, prendiamo un altro caso a caso: il nostro Capo della Polizia riceve il triplo del Capo dell’FBI?

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CONCERTO SOSAT DEDICATO A RUGGERO POLITO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Aprile, 2014 @ 7:53 am

Detto altrimenti: da parte di più Associazioni … (post 1463)

Tino e Cristina

Tino e Cristina

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L’iniziativa è stata della SOSAT, cioè del suo associato, l’amico  Tino Sangiorgi (e Signora) … l’iniziativa di mettere a disposizione la bellissima “Sala della Musica” della Sede della SOSAT di Trento. Ed allora diverse Associazioni si sono attivate per organizzare il concerto pianistico offerto dalla Professoressa Cristina Endrizzi: l’Accademia delle Muse di Trento (di cui Cristina è Presidente); l’Associazione Amici della Musica di Riva del Garda (di cui Ruggero è stato Presidente per cinquant’anni, sino al 18 marzo scorso, data della sua scomparsa); la FIAB Trento, con il suo Presidente Guglielmo Duman.

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L’idea, l’ambientazione, la disponibilità della gente (soprattutto della pianista), la partecipazione di molti, la musica, il ricordo.

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Ruggero Polito, Presidente Emerito del Tribunale di Rovereto

Il ricordo, la dedica del concerto a Ruggero che ho fatto su richiesta di Cristina. Commossa, breve: infatti non potrei parlare se non molto brevemente di Ruggero, per via di quel nodo alla gola che mi prende ogni volta … Ruggero per me – come per tanti di noi, direi per tutti quelli che lo hanno conosciuto e frequentato – è stato un padre, un fratello maggiore, una “fonte di umanità”, un Amico vero: cioè una Persona che ti ascolta, ti capisce, ti aiuta con le parole, le azioni, l’esempio. Se gli occhi sono lo specchio dell’anima e così il Volto, il Volto di Ruggero era un dono,  una fonte di vera “comunicazione”, di invito a comunicare, ad aprirsi, a confrontarsi. Il Volto, quella parte di noi sulla quale il filosofo Emmanuel Levinas ha costruito la sua filosofia: il Volto che ti interroga, che dialoga con te, che ti chiede e dà risposte. Ecco, questo era Ruggero e questo resterà sempre per noi.

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Alla fine del concerto la stessa Cristina ha ricordato il “Ruggero musicista, musicologo e musicofilo”, la persona che all’età di ottant’anni è arrivato al penultimo anno di Conservatorio (violino), che suonava il pianoforte a memoria ed anche leggendo la musica a prima vista, che spaziava dalla musica classica alle canzoni napoletane, che “dategli un pianoforte o un violino e sentirete …”

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Alla fine del concerto Tino ci ha brevemente riassunto la storia della SOSAT ed ha auspicato il ripetersi di iniziative analoghe. Che dire? Grazie, SOSAT! Grazie, Tino! Grazie, Cristina!

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E poi … la bellezza dello stare insieme. Con chi non c’è più ma è sempre con noi. Con tanti amici, vecchi e nuovi, riuniti dal piacere della condivisione delle cose belle. Dell’ Umanità, innanzi tutto; dell’ Amicizia; della Musica; della Convivialità. Già, perché alla fine del concerto, poiché non di sola musica vivono la donna e l’uomo, un ricco aperitivo enogastronomico organizzato dalla SOSAT con il contributo della FIAB.

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Guglielmo e Cristina

Guglielmo e Cristina

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Si, vabbè … ma del Concerto, direte voi, non ci dici nulla? ? Eccolo: musiche di Haendel, Mozart, Schubert, Chopin, Sinding, Monti + il bis con le arie delle operette più note. Ogni brano anticipato da una breve e significativa introduzione da parte di Cistina. La sala? Splendida e … piena di gente! E tanti fiori per Cristina: grazie, Cristina!

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(Le foto? Mie, con la macchina fotografica di Tino)

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ANCORA SULLE RETRIBUZIONI D’ORO DEI NOSTRI POLITICI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Aprile, 2014 @ 7:01 am

Detto altrimenti: gutta cavat lapidem … (post 1462)

La goccia fora la roccia … almeno speriamo che a forza di denunciali questi privilegi medievali … hai visto mai …

Inizia

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“Riposo fra i fiori” (la foto non è pertinente, lo so … è solo per alleggerire l’articolo!)

Signori politici super liquidati, state offendendo il nostro portafoglio ma almeno non offendete la nostra intelligenza! Infatti, a fronte dello scandalo delle super liquidazioni, ho letto alcune vostre “giustificazioni” che offendono l’intelligenza delle persone alle quali sono dirette. Quali? eccone alcune:

1 – “Lo prevede la legge”. Replico: ma chi l’ha fatta quella legge? E’ mai possibile continuare ad accettare che esista una categoria che si stabilisce da sola e direttamente il proprio emolumento?

2 – “Se le somme sono troppo elevate, ciò dipende da un errore dei tecnici che le hanno calcolate, non da noi politici” (“che le riceviamo”, n.d.r.). Replico: ma come potete pensare che noi si creda che un dirigente pubblico possa arbitrariamente decidere la durata della vostra previsione di vita ed il livello del tasso di attualizzazione? E anche ammesso e non concesso ciò, all’atto di incassare somme così elevate, non vi è passato per la testa di controllare quanto vi fosse realmente dovuto e se la vostra dirigenza avesse lavorato bene? Infine, in ogni caso resta una Vostra responsabilità oggettiva di (mancato) controllo, oltre a quella politica e morale..

3 – “Io restituisco i soldi se lo fanno anche gli altri”, Replico: gli altri? Quanti altri? Tutti gli altri? “Si, tutti gli altri”. Ma allora dico io… mai! La frase va quindi tradotta dal politichese all’italiano come segue: “Io non restituisco nulla”. Se non altro perché un/una politico/a ha detto …

4 – … “Questi soldi me li sono guadagnati!” (Ma no? davvero? Non ce ne eravamo accorti! N.d.r.).

5 – Un caso (leggermente) diverso: le elargizioni gratuite e non documentate fatte dai vertici provinciali in favore “di chi ne aveva tanto bisogno”. Negli anni superano il milione di euro. Ci dicono: “Ma facevano tutti così … da sempre”. Replico. mi viene in mente Craxi, quando accusato di finanziamento illecito del partito, in tribunale faceva la stessa dichiarazione: “Così fan tutte” (le tesorerie dei partiti, n.d.r.). Sarà l’amore per Mozart … all’epoca a Milano. Oggi soprattutto a Bolzano!

Finisce

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POST PROGRAMMATICO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Aprile, 2014 @ 6:40 am

Detto altrimenti: quali saranno i miei prossimi post? Ve lo anticipo. (post 1461)

1) Ancora sulle retribuzioni d’oro dei politici nostrani.

2) Concerto

3) Retribuzioni elevate a fronte di responsabilità elevate? Ma mi faccia il piacere!

4) Europa si/no – Le ragioni del dover diventare europei.

5) La (falsa) libera concorrenza all’interno delle tre compagini: compagnie di assicurazione, banche, gestori telefonici.

6) La democrazia nella giustizia.

7) L’insensibilità politica di fronte agli “omicidi stradali”.

Vi stupite di questo strano post? Sto copiando dalla TV, quando vi preannuncia i titoli dell’imminente telegiornale … così … per mantenere viva la vostra attenzione e non farvi cambiare canale. Ed io … io faccio lo stesso: restate con me, non cambiare canale … anzi, ops …. non cambiate blog!

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ACHTUNG BANDITEN!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Aprile, 2014 @ 6:27 am

Detto altrimenti: attenzione, Assicurazioni!             (post 1460)

Contratti di assicurazione: le mille clausole scritte in carattere “arial 8” … e chi le legge mai?

Se considerate un parcheggio interrato al cui ingresso sia apposto un cartello con le condizioni di parcheggio scritte in caratteri minuti, la giurisprudenza consolidata le considera come non apposte, essendo praticamente impossibile per l’automobilista che sta entrando nel silos la loro completa lettura.

Ma in materia di assicurazione voi siete a casa vostra, sul divano, avete a disposizione una bella lente di ingrandimento … quindi le clausole di cui sopra potrebbero e dovrebbero essere da voi lette! E invece nessuno le legge!

Ma veniamo ai casi pratici. Voi siete l’amministratore di una SpA pubblica dalla data “A” alla data “B”. La legge vi impone di assicurarvi per la responsabilità civile che potreste avere verso la Pubblica Amministrazione, in modo tale che se dalla vostra condotta derivasse un danno all’erario, l’erario sarebbe comunque risarcito. Il contratto che voi stipulate prevede la clausola “claim made” il che gioca a vostro favore e a vostro sfavore.

A vostro favore, nel senso che siete coperti anche per fatti compiuti “prima” del periodo A-B, ma denunciati durante tale periodo.

Così, la Cass. civ. Sez. III, 22-03-2013, n. 7273 (rv. 625899) Ryllo c. Compagnia Italiana Assicurazioni S.p.A. : la clausola cosiddetta “a richiesta fatta” (“claims made”) inserita in un contratto di assicurazione della responsabilità civile (in virtù della quale l’assicuratore si obbliga a tenere indenne l’assicurato dalle conseguenze dannose dei fatti illeciti da lui commessi anche prima della stipula, se per essi gli sia pervenuta una richiesta di risarcimento da parte del terzo danneggiato durante il tempo per il quale è stata stipulata l’assicurazione) è valida ed efficace, mentre spetta al giudice stabilire, caso per caso, con valutazione di merito, se quella clausola abbia natura vessatoria ai sensi dell’art. 1341 cod. civ. (Rigetta, App. Catanzaro, 24/01/2011)

A vostro sfavore perché non copre i fatti da voi compiuti durante il periodo A-B ma denunciati dopo tale periodo, a meno che voi non abbiate stipulato una ulteriore polizza, detta “postuma”. Orbene, le Compagnie di Assicurazione accettano di stipulare polizze postume per una durata massima di cinque anni, ma la Corte dei Conti vi può perseguire sino a dieci anni dopo la cessazione del vostro incarico. Quindi, la setta legge obbliga voi a stipulare polizze inadeguate alla finalità che essa si prefigge, nel senso che dal sesto al decimo anno compresi, voi personalmente e lo Stato sarete esposti a gravi danni non coperti da assicurazione.

Ma perché “Banditen”? Perché, stante l’obbligatorietà di legge della copertura assicurativa, il vantaggio di cui alla citata sentenza della corte di cassazione rappresenta un vantaggio “inutile” , cioè un vantaggio di cui non dovreste avere bisogno, in quanto per ogni periodo del vostro incarico, voi dovete essere comunque assicurati. Quindi la clausola “claim made” gioca sostanzialmente unicamente a vostro sfavore, nel senso che:

• Voi pagate il premio di assicurazione per il periodo A-B.
• Durante il periodo A-B compite un fatto che viene giudicato dannoso per la Pubblica Amministrazione.
• Qualche tempo dopo il periodo A-B vi viene contestato un presunto danno da Voi provocato durante il citato periodo.
• La Compagnia di Assicurazione ha incassato il premio per detto periodo ma non copre il rischio che voi state correndo per fatti compiuti in quello stesso periodo, denunciati dopo tale periodo in assenza di una ulteriore polizza postuma, oppure pur in presenza di una polizza postuma, ma dopo il quinto anno.

Non si tratta di banditi? E vabbe’ … ma resta comunque quell’ “Achtung!”, cioè la necessità che facciate “attenzione”. 

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QUELLO … RENZI, LASCIATELO LAVORARE … NON LO SABOTATE … SIATE COERENTI …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Aprile, 2014 @ 1:45 pm

Detto altrimenti: vi racconto una storia vera (post 1459)

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All’età di 30 anni fui nominato dirigente. A 32 fui assunto come tale alla STET, Società Finanziaria Telefonica per Azioni SpA, all’epoca la prima finanziaria in assoluto in Italia, nel ruolo di responsabile della “finanza Italia”. Mi accolse il mio capo, il Direttore Centrale dr. Ruggero Cengo Romano: “Dottore, sappia che io non volevo nessun dirigente sotto di me, ma la Società ha deciso diversamente e quindi lei in me non troverà nessun ostacolo”.

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Per capire quanto (di buono) abbia significato per me quella Persona in termini di formazione umana e professionale, per capire quanto io abbia sofferto per la sua prematura scomparsa, leggete il post del 29 ottobre 2012 (“Un mio capo”).

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Ecco, oggi chi cerca di fare i distinguo sull’operato del premier Renzi, chi cerca di ostacolarlo, di avanzare proposte diverse, chi sa sempre tutto, chi saprebbe bene come diversamente fare  … etc., ebbene, tutti costoro riflettano sul comportamento del mio carissimo e compianto ex capo ma soprattutto Maestro di Vita e di Lavoro Dr. Ruggero Cengo Romano, il quale, fra gli altri insegnamenti mi ha lasciato una sua frase (Ruggero era Uomo di princìpi): “Riesco a sopportare la malvagità, ma non l’incoerenza”.

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ERODOTO SECONDO MARIA LIA GUARDINI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Aprile, 2014 @ 1:20 pm

Detto altrimenti: lettura e commento dei classici presso la Biblioteca Comunale di Trento con la prof. Maria Lia Guardini  (post 1458)

“Certo voi … del classico (del liceo classico) …. gli snob”. Così pensavano e dicevano di noi dl Liceo Classico A. Doria i miei coetanei del “Nautico” a Genova, dove studiavo. Snob io? Io che, appassionato di mare, invidiavo loro … Io non capivo e continuo a non capire. Oggi posso affermare: i testi classici esistono anche nella traduzione italiana, e quindi sono accessibili a tutti. Sui tratta dell’evoluzione del pensiero, della continuità di questa evoluzione, di preziose testimonianze che la storia e la storia del pensiero “si ripetono” e che, se sappiamo “leggerle” esse sono veramente magistrae vitae, maestre di vita.

Nulla die sine linea, nessun giorno senza che almeno si tracci una linea, un segno, un disegno, cioè senza che ci si eserciti almeno un poco. Nel disegno e nel pensiero. Infatti, “quello il pensiero”, se non lo si “allena”, muore. E la “morte del pensiero” significa schiavitù, povertà, dittatura nella mente, nell’intelligenza, nella logica, nella libertà, nella morale e nel corpo.

Erodoto, le “Storie”. Raccontava ciò che aveva visto, cioè che gli avevano riferito, ciò che omericamente e mitologicamente immaginava, come quando attribuisce all’intervento di un dio la pioggia che spegne la pira sulla quale stava per essere immolato Creso. Erodoto, assai diverso dal (successivo) Tucidide, rigoroso cronista razional-laico del “narro solo ciò che ho visto di persona”.

Erodoto: la fortuna e la felicità. Fortunati si può essere già “durante” la vita. Felici possiamo capire di essere di essere stati solo al momento della nostra morte. Ma chi è l’uomo più felice (gli chiede il ricchissimo re Creso)? Chi, alla fine della propria vita, lascia un buon ricordo, viene onorato. Quindi non il re Creso, che è solamente molto ricco. Olbos, in greco antico, significava l’uomo in buona salute fisica, con sufficienti mezzi di sopravvivenza, che avesse visto nascere e restare vivi (questo era il punto! Restare vivi!) figli e nipoti. Olbos, l’uomo felice, il più felice: l’Ateniese Tello, la cui “fine della vita gli giunse piena di gloria”. Ma dopo il Signor Tello (incalza Creso)? Non Creso che anelava almeno al secondo posto, bensì’ i fratelli Cleobi e Bitonte i quali, in mancanza di buoi, trainarono loro stessi il carro della loro madre in occasione di una grande festa, ed alla fine morirono (per lo sforzo, n,d,r,).

Erodoto, lo storico del Nomos, della legge, del rispetto dell’autorità (quella che poi sarà la pietas romana), coltiva e comunica l’idea di un mondo governato da un ordine la cui infrazione prevede una sanzione umana o divina. Egli ci spiega l’Olbos e anche la sua degenerazione: dall’Olbos (benessere) può derivare Koros (sazietà), da cui l’Ubris (tracotanza) ed infine la vendetta.

Ma torniamo ai “ricchi e poveri”: “L’uomo ricchissimo non è più felice di chi vive alla giornata, se non ha la fortuna di terminare bene una vita goduta in ogni bene. Molti uomini straricchi sono infelici, molti di modesti mezzi sono fortunati. Chi è ricco ma infelice supera l’uomo fortunato solo in due cose: nel soddisfacimento dei desideri e nella sopportazione dei disastri. Tuttavia, l’uomo fortunato viene tenuto lontano dai disastri, è sano, senza malanni, ignaro di disgrazie, ha buona prole ed un bell’aspetto”.

Cambiando argomento: guerra o pace? (Al tempo di Erodoto questa era l’alternativa della politica). Scrive Erodoto: “Nessuno è così pazzo da preferire la guerra alla pace. Infatti in pace i figli seppelliscono i padri. In guerra, avviene il contrario”.

Narrando della battaglia delle Termopili, Erodoto ci segnale che i Greci combattevano per il loro senso del dovere, per la loro “Aretè”, senso del dovere, (la pietas romana), cioè per amor di patria, per il rispetto che portavano all’autorità civile e quindi anche a quella militare. I persiani combattevano perché spinti a frustate in prima linea dai loro capi”.

Lo so che è “roba” di 2500 anni fa, ma … raga …. riflettiamo, riflettiamo … potrà solo farci del bene (n.d.r.)

P.S.: E io? Io non sono ricco. Sono fortunato (quindi felice) in quanto ho avuto due ottimi genitori; una splendida moglie; ho visto nascere e crescere figli e nipoti; ho i mezzi sufficienti al mio mantenimento; sono in buona salute. Il bell’aspetto? Be’ … non posso certo dirmelo da solo se ce l’ho o meno …

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RUGGERO POLITO E LA SUA ASSOCIAZIONE AMICI DELLA MUSICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Aprile, 2014 @ 3:34 pm

Detto altrimenti: un concertone dell’ Orchestra Haydn di Bolzano e Trento nel casinò di Arco di Trento (post 1457)

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L’altra metà della platea, fuori campo nella foto, applaudiva ugualmente

Molti applausi. I primi due quando i rappresentanti dell’Associazione Amici della Musica e della Camerata Musicale di Arco (diretta dal Maestro Giorgio Ulivieri) hanno ricordato rispettivamente il loro Presidente e il loro violinista, RUGGERO POLITO, improvvisamente scomparso all’età di 80 anni il 18 marzo scorso. L’applauso di fine concerto: 4 minuti interi interi! Il concerto … anzi, il concertone: uno di quelli nel calendario della citata Associazione, un concerto dal nome ammaliante “A Gershwin Night”, Una notte (con) George Gershwin (1898 – 1937). La sala del casinò? Quella delle grandi occasioni; piena! Un vero successo di pubblico e di entusiasmo!

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“Capitan” Pierobon

Magistralmente diretta dal Maestro trombettista Professor Marco Pierobon, l’orchestra ha eseguito Rhapsody in blu secondo un arrangiamento di Timofei Dorkshitzer e dello stesso Pierobon; Songs per orchestra (arrangiamenti di Pierobon); Porgy and Bess (arrangiamento di Pierobon). Nel bis, “Maria” da West Side Story e un brano di Eddie van Halen. Pierobon: stupendo trombettista e “direttore corporeo”: seguirne la direzione è stato un po’ come assistere ad una brano di “Fantasia” di Walt Disney, film nel quale la musica “si vedeva”, tanto è la sua “mimica musicale”, la sua “partecipazione dinamica” al percorso dei suoi orchestrali, equipaggio di una nave magistralmente condotta attraverso la tempesta armonica delle note che planavano sulle onde dei folti, lunghi ondeggianti capelli del “capitano”.

WP_20140401_008Brava Haydn! Brava … che ti sei dotata di un musicista, compositore, Direttore completo, trascinante, dotato di una vera e propria “autorevolezza musicale” cioè di quella dote che ognuno si può dare esclusivamente da solo, di quella dote che non ti deriva dagli altri, nemmeno se ti mettono a capo di un’orchestra, che poi questa seconda dote – in quanto “donata” da altri – sarebbe “solo” autorità (musicale). Pierobon dirige con la sua stessa musica, con il proprio corpo e con … il piede destro che – premendo un pulsante a pavimento – utilizza per “voltare le pagine” del suo spartito elettronico!

Maura Bruschetti, genn. 2010.

Maura Bruschetti con il Presidente Ruggero Polito (foto 2010)

Molti musicisti dell’orchestra conoscevano personalmente Ruggero Polito: il contrabbassista Corrado Pastore, il violinista Renzo Michelini (Rivano, concittafino di Ruggero, mio amico e collega velista sul Garda!) ma soprattutto la violista Maura Bruschetti. Maura, che oltre che con la Haydn, si è esibita per gli Amici della Musica del Presidente Ruggero come voce (splendida!) e viola anche con il suo ensamble “leggero”, “Acusticando”, insieme al citato contrabbassista e al chitarrista Cristiano Giongo, in repertori di musica italiana-brasiliana. Maura, che è stata inoltre nostra compagna di camminate sulla neve per “fare musica” a 2.000 metri (Rastner Huette, Alpe di Rodengo, BZ).

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Xhoan (Gioan) Shkreli

Di Ruggero, che dire? Una per tutte. Un giorno si trovava a pranzo in un ristorante a Trento, insieme ad amici musicofili. Il gestore lo riconosce e gli dice che il cameriere ventitreenne che lo sta servendo a tavola studia violino al conservatorio di Bolzano. Detto, fatto! Ruggero lo vuole conoscere. Lo invita a casa sua a Riva del Garda. Apprende che da anni il giovane, un Albanese giunto a bari all’età di 18 anni e dopo due anni trasferitosi a Trento, dorme quattro ore per notte per conciliare lavoro e studio del violino. Apprende che il giovanotto ha già vinto un concorso e come premio ha ricevuto l’uso di un violino per quattro anni. Apprende che i quattro anni stanno scadendo. Quindi gli presta prima uno, poi due dei suoi preziosi violini (fra i quali un modello Tononi del 1728), da restituirsi “quando ti sarà possibile”. Oggi, quel giovanotto, Xhoan (Gioan) Shkreli è nei primi violini alla Fenice di Venezia, è venuto a Riva del Garda per suonare nella Messa funebre di Ruggero e vuole tornare a Riva per offrire un concerto in memoria di Ruggero.

Questo era … anzi, per tutti noi, “è” Ruggero Polito che, prima di morire, ha detto: “Non richiedete quei violini … li renderà quando potrà”.

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