1 – LA PRECEDENZA … nelle rotatorie

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Aprile, 2014 @ 3:35 pm

Detto altrimenti: riporto qui una mia lettera inviata al Comandante della Polizia Locale di Trento   (post 1486)

Pregiatissimo Dr. Giacomoni,

chiedo un Suo autorevole intervento affinchè, attraverso l’organico del Suo Corpo, siano sensibilizzati (rectius, educati) gli automobilisti su di un aspetto non irrilevante della circolazione stradale: la condotta da adottarsi nelle rotatorie.

Obbligo di dare la precedenza a chi si trova già all'interno della rotatoria ...

Obbligo di dare la precedenza a chi si trova già all’interno della rotatoria … o  no?

Purtroppo infatti in città avviene spesso che colonne di auto provenienti da una via che nel passato (prima della realizzazione della rotatoria) era strada con diritto di precedenza, oggi pretendano di continuare ad usufruire di quella precedenza “a prescindere”. Come? E’ presto detto: all’avvicinarsi alla rotatoria, invece di rallentare e di dare doverosamente la precedenza a chi sia già all’interno della stessa, i conducenti accelerano, si avvicinano molto all’auto precedente (non rispettando la distanza di sicurezza), creando un flusso ininterrotto di traffico veloce che prepotentemente si prende di fatto ed arbitrariamente la precedenza anche su chi – provenendo da destra ed essendo già all’interno della rotatoria – cerca di attraversare la stessa avendo a buona ragione diritto di precedenza.

Mi domando: non è possibile, almeno per una giornata, collocare i poliziotti locali alle rotatorie per distribuire o far distribuire un manifestino che spieghi come ci si deve comportare? Oppure, meglio, per sanzionare chi crede che il tallonare dappresso l’auto che precede gli dia diritto di precedenza su chi viene da destra ed ha impegnato la rotatoria ben prima di lui? Ancora, non sarebbe il caso di istallare telecamere di controllo nelle principali rotatorie? Sono apparecchiature poco costose i cui dati possono essere trasmessi alla centrale operativa gratuitamente attraverso una rete wireless o – con poca spesa – attraverso internet.

La ringrazio per le determinazioni che vorrà assumere e porgo a Lei e a tutti i Suoi collaboratori il miglior augurio di buon lavoro

Riccardo Lucatti

P.S: solo nel post e non nella lettera di cui sopra:

Le situazioni di insicurezza sono accentuate soprattutto laddove l’incrocio preveda l’immissione in strade percepite dagli autisti con differente precedenza (per esempio in una strada urbana di scorrimento interno, da una  una via  laterale stretta). In tali condizioni, da parte di chi percorre la strada principale, colpevolmente  non viene percepito il segnale di dare la dovuta precedenza. Infatti l’autista sulla strada principale, vedendo con la coda dell’occhio  sopraggiungere un’auto dalla  laterale a cui dovrebbe dare la precedenza, al contrario accelera  per passare comunque per primo, violando la legge e creando situazioni di pericolo.

 

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TRENTO, TRENTINO … in Aprile

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Aprile, 2014 @ 4:30 pm

Detto altrimenti: Trento … da Tridentum? Ma siamo sicuri? (post 1485)

No. Non siamo sicuri. Infatti già prima dell’arrivo dei Romani, la città, allora un villaggio, aveva un nome che richiamava il numero “Tre”: infatti si trovava al punto di confluenza di tre fiumi: l’Adige, il Velo e la Fersena. Ma in questa sede il numero tre ha un altro significato, quello che emerge dalle foto che seguono.

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1 – Sei giorni fa …

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2 – Tre giorni dopo, cioè tre giorni fa …

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Cima Paganella, m. 2125, verso sud (Lago di Garda)

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3 – Altri tre giorni dopo … cioè oggi! (Ultima sciata di stagione in Paganella)

 

 

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Ultima in Paganella, ok. Ma altrove? E’ (nostra) usanza chiudere la stagione alle alte quote del Tonale o della Val Senales o di Solda in Sud Tirolo, oltre i 3.000 metri. Nel frattempo, contravvenendo alla regola quasi monastica di un pranzo molto sportivo  a base di  minestra di orzo e succo di mela, oggi, per festeggiare la fine stagione, alla Malga Zambana ci siamo concessi un pasto un po’ meno frugale (tanto poi abbiamo smesso di sciare): gnocchi conditi con gli asparagi di Zambana e … una bottiglia di Teroldego rotaliano che è stato offerto anche agli altri sciatori presenti.

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E la neve? Buona fino alle 13,00 poi un poco pesante, ma sempre sciabile. Quanta ce ne è ancora? Giudicate voi dal suo spessore nella foto qui accanto …

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DALLA DEMOCRAZIA DI PERICLE ALLA FINANZOCRAZIA DI OGGI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Aprile, 2014 @ 6:42 am

Detto altrimenti: Pericle, chi era costui? (post 1484)

Be’ raga, chi ha fatto studi classici non ha problema. Gli altri, oggi … con internet … in pochi minuti un’infarinata se la procurano di certo. Ma procediamo con ordine. “Quelli i nostri professori” a scuola (medie, ginnasio, liceo) seguendo i testi “canonici”, della periclecrazia ci hanno detto solo tanto bene. Eppure …. a “saverle le robe” … Infatti non è tutt’oro quel che riluce.

Diciamo subito come stavano le cose. La democrazia ateniese al tempo di Pericle era – teoricamente – il modello ottimale di governo e di moralità (moralità secondo i canoni del tempo, ovviamente, schiavi compresi). Teoricamente. Mappoi … (sic, “mappoi”) ad una analisi più approfondita …

Qualche post fa (15 aprile, Tucidide) vi ho parlato del discorso di Pericle ai funerali dei soldati morti dopo il primo anno di guerra del Peloponneso. Oggi vi voglio ri-parlare dell’  “Anonimo Ateniese”, cioè di un tale, probabilmente un esule ateniese, rimasto anonimo, del quale ci sono pervenuti una serie di frammenti originali in cui egli critica (dall’estero!) la democrazia ateniese e tuttavia spiega i motivi per i quali, – nonostante quella sua negatività – essa resistesse al tempo e nel tempo (Pericle “regnò” per 30 anni consecutivamente … che sia stato il modello al quale si sono poi ispirati altri nostri uomini del destino meno e più recenti? N..d.r.).

La ragione principale del successo di tale democrazia, secondo l’anonimo, è che “un popolo preferisce essere cioè il popolo delle libertà sotto un cattivo governo permissivo, piuttosto che essere regolamentato da un buon governo”.

Ad un esame superficiale l’Anonimo appare un po’ snob, elitario, contrario alla krate del demos, alla forza/potere del popolo (kraft, il formaggio che dà forza; krefte, le forze, in tedesco … nulla di nuovo sotto il sole!) in quanto il popolo – poco istruito, esprime “poca istruzione” ed è facile preda delle persone che esso stesso esprime (non vi pare che un certo Moviento odierno  possa rispecchiare questa affermazione?). Nel senso … il popolo esprime persone di bassa qualità e vi si adegua, soddisfatto di vivere ed essere governato all’interno di un sistema di elastici compromessi, di falsa democrazia nella quale tuttavia, di fatto, dilaga il permessivismo. E la base tollera il permessivismo nelle “alte sfere” in quanto esso legittima il proprio.

Traduco e mi riporto ai giorni nostri: nella nostra democrazia di fatto si tollera troppo. Un esempio per tutti: non si proclama uno sciopero generale (intendiamoci: sciopero pacifico, senz’armi e violenze, controllato da poliziotti muniti di numero di riconoscimento sul casco e sul giubbotto) contro l’amoralità, l’immoralità, la corruzione, l’inefficienza di certe istituzioni o di certi servizi pubblici (es.: il servizio ferroviario per i lavoratori pendolari), perché – di fatto – in un sistema permissivo e di compromessi a livello pubblico vi è spazio anche per i “compromessi privati personali” quali il lavorare in nero, l’eludere il fisco, il percepire pensioni non dovute, usufruire di cumuli retributivi, etc..

Sbaglio? Forse. Anzi, probabilmente sbaglio. Ma almeno  ci ho provato a ragionare … io! Certo che Cicerone aveva ragione con il suo “Historia magistra vitae”, cioè “La Storia è maestra di vita”. “Quella la Storia” è maestra .. solo che noi siamo alunni distratti, svogliati, disattenti …

P.S.: in un prossimo post vi riporterò testualmente (ma in italiano, non in greco!) una serie di constatazioni dell’Anonimo Ateniese. Qui vi fornisco solo un’anteprima: per l’Anonimo la forza imperialista di Atene le derivava dall’assoluto suo controllo del mare, in quanto esso era controllo assoluto sugli scambi commerciali. Ed oggi, chi ha il controllo assoluto degli scambi commerciali se non la “finanza” che opera in tutto il mondo su merci esistenti ed anche – attraverso la speculazione – su quelle inesistenti? E qual è oggi la “merce” più “trattata” nei mercati se non il denaro stesso? Una volta si diceva: … “Le multinazionali…” (delle merci, n.d.r.). Oggi si inizia a capire che al di sopra di quelle multinazionali delle merci ve ne sono altre, le multinazionali del nulla e del tutto: quelle della finanza pura. Pura, si fa per dire … Un amico assai autorevole, avvocato famoso, mi ha detto che a Singapore esiste una di queste centrali che muove miliardi di dollari di scommesse sui risultati delle … partite di calcio della nostra serie “B”! (Dicesi “finanzocrazia”).

Ed ecco chiuso il cerchio, dalla (pseudo) democrazia di Pericle alla finanzocrazia di oggi! Come vi avevo promesso.

P. S.: ero a sciare … mi è capitato di parlare della pseudo-democrazia ateniese di Pericle con il mio (sconosciuto) vicino di seggiovia. Mi ha interrotto: “Ma loro avevano i col.onnelli … certo che non poteva essere una buona democrazia” (sic!). Ecco … una “piccola” confusione di 2500 anni …

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MUSICA A RIVA DEL GARDA (ricordando Ruggero Polito)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Aprile, 2014 @ 9:18 am

Detto altrimenti: un concerto di Edoardo Bruni    (post 1483)

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Corrado Ruzza

Corrado Ruzza

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Auditorium del Conservatorio Bonporti di Riva del Garda, martedì 15 aprile ad ore 18,00 – Presentato ed introdotto dal Direttore della Sezione Rivana del Conservatorio, Professor Corrado Ruzza, il pianista compositore Professore Edoardo Bruni in concerto “HyperSpectives”, ovvero “Prospettive da sopra”.

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VARIE ED EVENTUALI (IN BREVE)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Aprile, 2014 @ 7:07 am

Detto altrimenti: evvabbè, anche in breve ma diciamole comunque … queste cose …  senza fare nomi però , ci mancherebbe altro!  (post 1482)

Ai servizi sociali? Si, ma un giorno alla settimana? No, quattro ore alla settimana! Ma allora frodare il fisco è un investimento! Fate così: nominate Presidente della vostra azienda un ultrasettantenne e poi frodate il fisco …

Una certa signora a capo dell’ENI. Ma non era la stessa che insieme al fratello qualche tempo fa aveva patteggiato una condanna per corruzione-concussione proprio nei confronti dell’ENI?

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Come premio per avere organizzato bene i treni per i pendolari, viene promosso in altro Ente più importante …

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Un certo signore che “se mi riducono lo stipendio me ne vado” viene promosso ad altro ente più importante ( “a far danni altrove”, n.d.r.). Infatti ha dimostrato spirito di servizio e amore per il lavoro, il ruolo, la funzione …

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Un poliziotto calpesta un manifestante: “E’ un cretino!”, il poliziotto si costituisce … Altri poliziotti prendono a calci e a manganellate persone sdraiate a terra e già immobilizzate. A quando il numero di riconoscimento dei poliziotti su casco e giubbotto? Perchè gli impiegati degli uffici pubblici devono portare un cartellino con nome e foto, e i poliziotti non devono poter essere individuati attraverso un nmero di riconoscimento sul casco e sul giubbotto?

 Fra tutti coloro che avranno saputo indicare le circostanze ed i nomi delle persone coinvolte sarà estratta una copia delle leggi e delle prassi civili che regolano le materie di cui sopra nei maggiori paesi europei.

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INCONTRI – 23) GIANCARLO MIRANDOLA, NEO PRESIDENTE FRAGLIA VELA RIVA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Aprile, 2014 @ 6:29 pm

Detto altrimenti: intervista al nuovo timoniere del veliero “Fraglia” (post 1481)

Giancarlo Mirandola

Giancarlo Mirandola

Si sono svolte da poco le “elezioni Fraglia Vela Riva” per il rinnovo del Consiglio Direttivo. Trovate ogni notizia in internet, sul sito della Fraglia. Ugualmente non sto qui a fare il riassunto della (gloriosa) storia del Circolo velico più famoso del Garda e fra i più famosi a livello mondiale (c’è chi dice “primo” per qualità e numero di regate internazionali). Solo, da vecchio “fragliotto” qual io sono, non potevo fare a meno di pubblicare una breve intervista al neo eletto Presidente, l’amico Giancarlo Mirandola.

Presidente, innanzi tutto il nome …

Fraglia, un nome inventato da d’Annunzio, quale sintesi di fratellanza e famiglia … da non confondersi con il termine medievale “frataglia” (con una “t” sola!) che comunque significava “insieme armonico di persone aventi lo stesso interesse”.

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La Fraglia Vela Riva (foto dal Fraglia Book 2014)

E come è nata la tua candidatura?

Alcuni amici mi hanno chiesto se ero disponibile a “fare carriera” da Direttore del Porto a Presidente e mi è dispiaciuto tirarmi indietro, Dopo tutto qualcuno deve pur assumerselo questo impegno. E poi .. io sono in pensione e ho molto tempo a disposizione …  e … tanto amore per la Fraglia!

Che mi dici delle varie “Fraglie”, quella dei Rivani, dei Trentini, dei regatanti “interni”, delle regate internazionali, della vita di circolo?

Be’, Riccardo, come sai, la Fraglia è come un gatto, ha sette vite, solo che le vive tutte contemporaneamente. Tu ne hai elencate cinque, ma poi ci sono anche le due Scuola Vela, una per i piccoli ed una per gli adulti …

thCAYNZ1HXI piccoli, con quelle curiose barchette, gli optimist …

Già, “curiose”. Sta di fatto che il grande Bernard Moitessier, in appendice al suo meraviglioso libro “Tamata e l’alleanza” le descrive come lo strumento ottimale per introdurre i ragazzini alla vela. Infatti una volta a bordo, ognuno di loro deve manovrare tutto: deriva, timone, scotta, gestire il peso, decidere la rotta … insomma, assume il ruolo di skipper-timoniere-tattico- completo! E poi, a primavera, come sai … il nostro raduno Optimist con un record di quasi 1.100 barchette in acqua! Un successo a livello mondiale!

Giancarlo, la vela, “roba da siori” molti pensano così …

No Riccardo, la vela è “da siori” solo se hai la pretesa di essere competitivi a livello internazionale con barche nuove, aggiornate, costose. Qui in Fraglia invece, la stragrande maggioranza dei soci possiede barche alla portata di una vasta gamma di portafogli. Negare che vi sia qualche costo non è possibile, tuttavia la Fraglia consente di “fare vela” anche a chi non possiede una barca sua.

E come?

Be’, innanzi tutto gli armatori sono sempre ben disposti ad ospitare soci e amici. E poi la Fraglia ha alcune barche sue che mette a disposizione dei soci. Tu poi, ne dovresti sapere qualcosa, tu che hai sempre nuovi ospiti in barca … sia a passeggio che in regata!

Ma l’iscrizione alla Fraglia , è cara? (ovviamente io conosco questo dato, ma la domanda è posta a vantaggio del lettore, n.d.r.)

No, la quota annuale la conosci, si tratta di €200,00 e dà diritto ad usufruire dei servizi della sede: bar ristorante, docce, servizi, solarium. Poi vi è un limitato contributo di ingresso una tantum a fronte degli investimenti effettuati in passato, dei quali il nuovo socio si avvantaggia immediatamente.

Eurpean Championship Fun 2007 - Fraglia Vela RivaMa torniamo alle varie “Fraglie”

Abbiamo 300 soci, di cui circa 100 armatori, parte dei quali  ogni anno sono impegnati nella Fraglia CUP, il Campionato Sociale su 9 regate. Inoltre organizziamo 140 giornate di regate “ufficiali” nazionali ed internazionali. Se consideri che ogni barca quasi sempre ha un equipaggio di più persone,  che i regatanti sono accompagnati da parenti e tecnici, che arrivano a Riva prima della regata e ripartono dopo … be’ allora si può capire quanto sostanzioso sia il contributo della Fraglia allo sviluppo del turismo e dell’economia locale.

E la vita di sede?

Come sai, organizziamo conferenze, concerti, proiezioni e … pranzi e cene, perchè non di sola vela vive l’uomo!

E … riuscire ad avere in assegnazione un posto barca … è difficile?

Non più … una volta era molto peggio … sarà la crisi … abbiamo comunque una lista d’attesa che riusciamo ad esaudire entro qualche mese. Certo che la prima mossa da fare da parte di chi aspira ad un ormeggio, è quella di farsi socio …

E l’ente pubblico, vi sostiene abbastanza?

Si, certo, Comune e Provincia …

Posso farti una domanda un po’ provocatoria?

Certo, vieni avanti … spara pure!

La mia sensazione è che gli Enti Pubblici – tendenzialmente parlando – finanzino la Fraglia come ente locale per lo sviluppo dell’economia locale, mentre invece a mio sommesso avviso dovrebbero investire sulla Fraglia come “prodotto turistico trentino”

Spiegati meglio …

Neve e veleUn esempio per tutti: la scuola vela. Qui a Riva sulla Fraglia e sugli altri Circoli Velici Trentini dell’Alto Garda, potrebbe fondarsi una Scuola Vela Internazionale, a metà fra i Glenans francesi e Caprera, una Scuola Superiore di Perfezionamento Velico Classe Crociera che potrebbe operare sia con il turismo già esistente, sia con un nuovo ulteriore turismo … anche in inverno, con corsi settimanali!  Sai che “forte” far veleggiare i turisti fra le cime innevate! A mio avviso, la Provincia potrebbe co-attivarsi con la Fraglia per il reperimento di un main sponsor di livello internazionale (tipo Prada, Audi o simili), per il cofinanziamento dell’iniziativa.

Riccardo, mi avevi già parlato di questa tua idea e a dire la verità ci stavo riflettendo … sarebbe un gran salto di qualità.

A tuo avviso, cosa mancherebbe per cominciare?

La consapevolezza della ulteriore enorme potenzialità della Fraglia Vela Riva unitamente agli altri Circoli Velici dell’Alto Garda Trentino, il Circolo Vela Torbole e il Circolo vela Arco; inoltre occorre superare l’eventuale campanilismo dei singoli Circoli, ognuno dei quali tende a conservare e gestire la “sua” Scuola Vela.

Si, Presidente, ma nessuna di queste Scuola vela sarebbe nemmeno lontanamente paragonabile con quella del progetto di cui stiamo parlando …

Ma sì, mi sembra un’ottima idea: vedremo come parlarne in Provincia … hai altre domande?

Si, che ne diresti che la Fraglia si facesse promotrice a Riva del Garda del Film Festival Internazionale della Navigazione a Vela? Non esiste niente di simile in Europa e nel mondo, credo …

Anche per questa ulteriore tua idea vale quanto ti ho detto per la Scuola Vela …

Tti ringrazio, Presidente, e ti lascio al tuo “lavoro”. Sai, in passato io stesso ho fatto parte della dirigenza Fraglia e quindi so bene quanto ci sia da fare … Buon Vento, Presidente, a te e a tutto il Direttivo!

 

APPENDICE

Una mia poesiola, dedicata alle …

… VELE RIVANE

 

Il cielo è pulito, fa freddo.

Il Vento del nord respinge la nebbia.

Le palme e gli ulivi son scossi e muovon le foglie

qual ali che voglian migrare.

C’è Vento sul Lago da giorni.

Neve fra le Vele Rivane

Neve fra le Vele Rivane

Le cime nevose dei monti

dipingono l’aria di candidi sbuffi.

Nel porto un’orchestra.

Ascolta

tintinna di magico timpano

sartia d’acciaio

e insieme a folate impetuose

dà fiato ad un oboe solenne.

E l’onda, smorzata dal molo, applaude il concerto

lambendo gli scafi seduti in poltrona

nel proprio teatro di luci e di suoni.

In alto un gabbiano galleggia nel fiume sospeso.

Sull’acqua reali due cigni attendono il tempo.

Dal seno materno del porto si stacca una prora:

s’avanza invelata e scruta l’invito del vento.

Dapprima procede più lenta

poi prende vigore sull’onda che s’apre e l’accoglie

nell’umido abbraccio d’amante in attesa.

Carena sussulta si slancia

respira lo stesso respiro del cielo

e all’acqua regala la forma.

Le creste dell’onde s’uniscono all’aere in spume rapite.

Lo scafo ormai vola: e mentre ti portan sue ali

Lo senti vibrare, gioire e chiederti: “Ancòra!”.

Ma devi tornare

e volti la rotta in faccia alla furia che avverti più vera.

Non lotta con l’onda la prora che s’alza:

l’affronta, ricerca un’intesa, la trova, procede:

la senti che parla di te con l’acqua e col vento.

 

BUON VENTO A TUTTI I LETTORI!

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TUCIDIDE – LA GUERRA DEL PELOPONNESO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Aprile, 2014 @ 1:35 pm

Detto altrimenti: chi non ha studiato la storia dell’antica Grecia non si spaventi. Tucidide è solo uno storico dell’epoca, racconta quello che è successo … fate conto di leggere un libro di avventura, solo che le “Storie” di Tucidide sono vere, mica storie … (post 1480)

Lettura e commento dei classici presso la biblioteca Comunale di Trento, sotto la guida dell’amica Prof Maria Lia Guardini

 L’altro giorno ho incontrato una ragazza velista in Fraglia (Vela Riva, Riva del Garda). Frequenta il liceo classico. Le ho parlato di Erodoto. “No, noi traduciamo Tucidide”.

Qualche post fa ho scritto di Erodoto (4 marzo e 3 aprile, cfr. ivi). Tucidide è diverso, nulla lascia al muzos, alla favola, all’invenzione. Egli scrive per chi vorrà leggere la verità, non il mito (omerico o altro). Egli usa il verbo “eurisco”, trovo, scavo, scopro (da cui il perfetto – il nostro passato prossimo - che tutti conosciamo: eureka! “Ho trovato”).

Tucidide non perde occasione per ridimensionare Omero e i suoi poemi, arrivando a contestargli la composizione numerica dell’esercito che portò guerra a Troia.

Nel proemio ci racconta le origini della Grecia, dei suoi abitanti originari, quasi tutti  nomadi, pirati, briganti. Quasi tutti perché in Atene essi furono stanziali e questo fece sì che la città crescesse e prosperasse. Tucidide ci racconta come le sue Storie siano frutto di faticose ricerche, che esse torneranno a vantaggio di chi voglia sapere ciò che è successo e desidera capire cosa succederà ancora (quell’ “Historia magistra vitae” di Cicerone). Se Erodoto era stato il primo a ricercare le cause dei fatti storici, Tucidide è il primo a distinguere fra cause vere e ragioni solo formali, cioè pretestuose,  degli accadimenti (rectius, delle guerre).

Ma più che il proemio (libro 1), è interessante il libro 2, quello del “primo anno di guerra del Peloponneso (431-430), di una guerra voluta e scatenata da quel “democratico” di Pericle. Pericle, che si reca ai funerali di Stato delle vittime della guerra e fa una apologia della Repubblica Ateniese e della Guerra Democratica che egli ha voluto.

Alle prime righe mi è venuta in mente l’orazione di Marcantonio ai funerali di Cesare secondo Shakespeare: “Friends, Romans, countrymen, lend me your ears …”. Mappoi (mappoi) qui è tutta un’altra storia … 

Pericle imbonitore, Pericle, quello della guerra giusta, (quasi santa), quella che “dulce et decorum est pro patria mori (Orazio, Odi, III, 2, 13); quella che “armiamoci e partite”; quella che “Tutt’Italia al fianco vi sta” etc.. Al contrario di Erodoto che scriveva: “Nulla vi è di più negativo della guerra. In pace i figli seppelliscono i padri. in guerra i padri seppelliscono i figli”.

 Pericle ai genitori orfani dei propri figli: se siete ancora giovani, fatene altri (che poi lui li manda a moriammazzati, n.d.r.)” . Pericle alle donne: “Grande onore è per voi che non si parli di voi, voi che siete inferiori per natura, di voi che siete tali ma che non dovete mostralo di essere tali. Che si parli di voi il meno possibile, in bene o in male”. E bravo Pericle!

Pericle, e i cittadini Eroi (ma chi ha detto “Beato quel paese che non ha bisogno di eroi, ma che vive della sua gente comune” n.d.r.?)

Perle periclee 

Chi è morto in guerra è morto per il nostro bene comune.

Non ci elogiamo al di là di quello che siamo, non saremmo credibili. Tuttavia Atene è l’unica città superiore alla fama che la circonda.

La nostra costituzione è (formalmente, n.d.r.) perfetta. Lo stesso dicasi per la nostra vita civile, culturale, il nostro esercito, i nostri commerci, la nostra ricchezza, la nostra democrazia.

Evviva la nostra democrazia (anche se è una archè, cioè una società nella quale comanda uno solo; anche se è democratica all’interno ma imperialista all’esterno, n.d.r.)

Gli altri ci attaccano essendo coalizzati con i loro alleati. Noi (anche, ma Pericle questo non lo dice, n.d.r.) aggrediamo chi difende i propri beni ed alla fine è onorato di essere sconfitto da noi (sic!).

Noi siamo democratici (ma l’Acropoli è stata costruita con i denari derubati alla lega di Delo, n.d.r.).

Per farla breve, Pericle Padre Zappata: predica bene ma razzola male. Nel complesso, da leggere (in italiano, non in greco, sarebbe chiedere troppo!).

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DEI DELITTI E DELLE PENE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Aprile, 2014 @ 12:49 pm

Detto altrimenti: dal Medio Evo ad oggi … (post 1479)

Medio Evo. Un ricco (e pertanto nobile …) ha evaso le tasse. Viene condannato ad una pena pecuniaria e all’arresto. Paga il dovuto e manda un suo servo ad espiare la pena dell’arresto. Un povero non riesce a pagare il dovuto né ha servi da mandare al suo posto … (sostituzione che peraltro non sarebbe stata accettata).

Oggi. Io sono stato derubato da un ricco che ha evaso le tasse. Lui, il ladro. Io, il derubato. Infatti lo Stato ha aumentato quelle che pago io. Io, di conseguenza, ho dovuto ridurre i miei consumi per far fronte a quanto in più ho dovuto pagare allo Stato.

L’evasore condannato, se non fosse vecchio (e non fosse ricco) sarebbe andato in carcere. Poichè è vecchio (e ricco), va agli arresti domiciliari. Anzi, no, ai servizi sociali. Una volta alla settimana (!?).

No comment.

(Ogni riferimento a fatti e persone reali è puramente casuale)

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INTERVISTA AD UNA … BARCA A VELA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Aprile, 2014 @ 11:46 am

Detto altrimenti: anche le barche a vela hanno un’ … anima!  (post 1478)

Anteprima

Nel post precedente ho parlato di regate e di una barca a vela. Evidentemente “lei” si è sentita chiamata in causa e mi ha telefonato, rendendosi disponibile ad una breve intervista.

Inizia 

Babbo 2 al "Nastro Azzurro"

Babbo 2 al “Nastro Azzurro”

Come è cominciata la tua relazione con Giorgio?

Era il 1999, su invito del Babbo (Luigi Armellini, armatore, n.d.r.) e di Romano Santuliana, Giorgio è stato invitato a “a far peso” su di me per una regata della Fraglia Cup. Giorgio aveva 45 anni ed era la prima regata della sua vita.

Dove eravate ormeggiati?

Ma come, non ti ricordi? Proprioi in Fraglia Vela Riva, accanto al tuo FUN Whisper… Giorgio era sul pontile e tu gli hai detto: “Da quando ho cominciato, con il mio FUN, non ho mai smesso”. Giorgio mi confidò che aveva pensato fosse la solita frase di circostanza … ma poi … poi si è reso conto che tu avevi ragione, e da vendere! Infatti da allora Giorgio ha sempre partecipato a tutti i campionati Fraglia CUP, saltando solo due regate (regate singole, non campionati!). Meriterebbe il premio fedeltà, non trovi?

Certo! Ma quando sei diventata “di Giorgio”, anzi, scusa, quando fu che Giorgio è diventato tuo?

Nel 1995 Giorgio aveva acquistato da Beppo Malfer tutte le quote del “Cristina”, quindi io avevo perso la speranza che potesse diventare mio, ed invece …

Invece cosa?

.. invece nel 2004 il Babbo, che aveva appena perso l’adorata moglie, cercava un “erede” a cui affidare me, la sua ultima amata barca … e a tal fine offrì a Giorgio l’acquisto di tutte le mie quote purchè promettesse di continuare a portarmi in regata. E così fu.

Mi dici qualcosa del tuo palmares?

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Luigi Armellini a sinistra, al centro Fabrizio Trentini e a destra Giorgio, Campione Sociale 2004

Certo, volentieri. Nel 2004  io vinsi quel campionato nella mia categoria (era la “C”) e divenni Campione Sociale (il tuo Whisper … lo vinse nel 1994 o ricordo male?). Indi partecipai con Gianni Lucchi e Thomas Calzà (appena entrati a far parte del gruppo) alla Regata di fine anno per il Campione Sociale. Come penso ricorderai, la regata veniva disputata tra i primi 3 vincitori delle varie categorie a-b-c- ecc. + almeno un equipaggio dei giovani atleti della Fraglia Vela Riva. L’amico Romano non volle esserci perché riteneva impossibile fare risultato e poi ormai faceva troppo freddo, aveva 3 bypass ed un pacemaker. Ebbene, su 2 prove arrivammo 4° e 1°. Nella seconda prova c’era un vento con raffiche da 35-40 nodi e, nell’ultima bolina, ci scoppiò persino il fiocco. Fu un “bene” perché portammo meglio la barca sino al traguardo. Alla fine arrivammo 1° davanti ad Adrenalina vincendo, per l’ultima volta che si è tenuta questa regata, il trofeo Perpetuo (sarà da qualche parte in Fraglia con l’ultima etichetta che riporta il nome BABBO 2). Da allora oltre alla Fraglia Cup ne ho regatate tante altre: CentoMiglia, Gorla, Trans Benaco, Campionati invernali e … spero di poter continuare ancora per un bel pò … sulle orme del Babbo …

Uei, raga … ne hai fatte di regate! Complimenti … per finire, vorrei farti una domanda tecnica. La tua velatura mi sembra un po’ sotto tono rispetto al tuo dislocamento (kg. 2100, n.d.r.) … che ne diresti di un albero un po’ più lungo, come mi pare avesse ipotizzato lo stesso Giorgio?

Eh, si, ci starebbe proprio bene, basta che poi non mi modifichino il rating (coefficiente di correzione per poter far competere fra di loro barche differenti, n.d.r.).

No, io intendevo … a superficie velica costante, un albero più lungo aumenterebbe l’allungamento delle vele, cioè il rapporto fra il quadrato dell’albero e la superficie della vela: miglioreresti le andature di bolina …

Se ne può parlare … lo dirò a Giorgio. Ora però ti devo lasciare. devo andare a rifarmi la … carena.

Finisce

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REGATA IMPROVVISA (in Fraglia Vela Riva, Altogarda Trentino)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Aprile, 2014 @ 8:42 am

Detto altrimenti:   (post 1477)

O senta il caso avvenuto di fresco,

a me che, pedalando una mattina,

capito nella marina, un po’ lontano,

in quella nuova, là, fuori di mano …

Pedalavo paludato, cioè vestito da biciclista di tutto punto, casco, occhialoni compresi, sulla banchina del Porto di S. Nicolò a Riva del Garda. Incrocio un amico, Gianni Lucchi, che – ovviamente – in altre faccende affaccendato, non mi riconosce anche a causa del citato paludamento. Lo fermo: Io conosco questo signore, gli dico. Dopo un attimo di sorpresa: Forse, si … mi riconosce … Can dell’ostrega, mi dice, che fas? E in barca … non ti vedo più (da un anno, n.d.r.) a far regate … dai, domani … ce n’è una … siamo solo in due … vieni a darci una mano… sulla barca di Giorgio, la “Babbo 2”. Ok dico, lasciami sentire a casa … ma poi … Giorgio (l’amico Giorgio Vairani, n.d.r.). … sarà d’accordo? Nema problema, nessun problema, risponde. Ok, deciso, andrò a regatare.

Giorgio. Gianni ed io, tot. 201 anni (ma Giorgio ne ha solo 60)

Giorgio. Gianni ed io, tot. 201 anni (ma Giorgio ne ha solo 60)

La mattina dopo incontro l’armatore Giorgio. Non sapeva nulla del mio ingaggio, ma è contento. Solo che architettiamo uno scherzo ai danni di Gianni. Infatti, quando lo incontriamo, Giorgio, serio serio, in mia presenza, dice: Gianni, scusa sai, ma prima di invitare gente sulla mia barca … non ti pare che dovresti sentire cosa ne penso io? Gianni replica: Ma poi vedo che tu lo hai preso a bordo. Si, risponde Giorgio, ma a questo punto cos’altro avrei potuto fare … mi hai messo di fronte al fatto compiuto … che avresti voluto, che fossi scortese verso Riccardo, ma via … A questo punto ci mettiamo a ridere, Giorgio ed io e quindi, subito a ruota, Gianni!

Ma che volete, se non si scherza a 200 anni (in tre) quando si deve scherzare?

2° prova_16

… ma quanto mi fanno lavorare!

La barca. Un Kelt 760 da crociera, barca pesante, non certo da regata … assai bene armata, curata con precisione in ogni dettaglio (non per nulla Giorgio è ingegnere!). A bordo siamo solo in tre, un po’ pochi per quanto richiederebbero tutte le manovre in regata, ma ci arrangiamo. Io – confesso – con un po’ di fatica sia per la mia abitudine di stare (comodamente) al timone senza dovermi far carico degli sforzi muscolari per tesare un grosso genoa (genoa = vela di prua), sia per l’  “effetto novità barca”. Infatti ogni barca ha le sue “misure” alle quali ti abitui, nel muoverti, solo dopo un certo tempo. Cambiare barca infatti, soprattutto se passi da una barca da regata ad una da crociera (o viceversa) fa la stessa differenza che guidare velocemente un’auto su strade ben conosciute o su strade sconosciute …

Eurpean Championship Fun 2007 - Fraglia Vela Riva

Qui, sul mio FUN, io sono “comodamente” seduto al timone!

Armiamo la barca con un genoa grande, di  19,05 mq. La randa è del tipo steccato, di 12,42 mq. Di poppa issiamo lo spinnaker (40,77 mq). Prima della partenza, ricevo in regalo da Giorgio un bel berrettino di lana con il logo della barca. All’inizio poco vento, montato poi sino a 7 metri al secondo, alias 15 nodi, alias 27 kmh. Vento medio, direi. La nostra velocità – misurata da ben due strumenti, un solcometro ed un GPS satellitare – (Ing. Giorgio imperat!) varia dai 4,5 ai 6,2 nodi (da 8 a 10 kmh).

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Regolando lo spinnaker ...

Su Babbo 2 : regolando lo spinnaker …

Due regate in successione, la seconda accorciata per il calare del vento, due vittorie, nel senso, primi nella nostra categoria e terzi pari merito col secondo in classifica generale! Possiamo ben essere contenti. Grazie Giorgio, per avermi imbarcato. Grazie Gianni, per avere svolto le parti più faticose di tutte le manovre. Che dire … mi è quasi tornata la voglia di regatare. Per la prossima regata sociale, cercherò tre colleghi “funnisti” e in quattro (tale è l’equipaggio del FUN) rimetterò il mio Whisper ITA 526 sulla linea di partenza!

Buon Vento a tutti!

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P.S.: la barca”Babbo 2″ inizialmente era di Luigi Armellini detto il Babbo per quanti velisti ha fatto crescere nella sua vita … La sua barca si chiamava  “Babbo”. Ora, quindi,  si chiama “Babbo 2”.

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