IL COMPROMESSO, LO ZERO BASE BUDGET, LA BICICLETTA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Maggio, 2014 @ 8:03 am

Detto altrimenti: e chi ha detto che i compromessi sono negativi? E poi … zero base budghet … chi era costui?  Infine, la bicicletta, che c’azzecca?      (post 1538)

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Albert Einstein diceva che “gli unici compromessi inammissibili sono quelli sordidi”.

Un esempio di compromesso sordido fu il compromesso di Monaco (settembre 1938), patto fra Hitler, Francia e Inghilterra per il passaggio dei Sudeti dalla Cecoslovacchia alla Germania. In cambio Hitler si impegnava a non avanzare altre pretese. Nel marzo 1939, Hitler invase l’intera Cecoslovacchia.

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Ma torniamo a noi. “Tizio non scende a compromessi … Caio dice sempre ciò che pensa delle persone … per Sempronio o è bianco o è nero” : positività o negatività? Ve lo immaginate cosa succederebbe se ognuno di noi dicesse in faccia a tutti ciò che pensa dell’altro? E cosa succederebbe se ognuno di noi ponesse l’altro di fronte all’aut aut kirkegardiano: “bianco o nero”, “giusto o sbagliato”, “bello o brutto” … in altre parole (meno ipocrite):  “come dico io o come dici tu”?

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Insieme, discutendo ...

Insieme, discutendo …

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Il compromesso nasce dalla comunicazione, dal dialogo, dal confronto. La verità la si trova almeno in due, dice Papa Francesco. Fra due soluzioni, il più delle volte quella valida è … la terza! L’opposto del compromesso è l’imposizione di una sola idea, di una sola tesi su tutte le altre. Ciò porta all’assolutismo, alla dittatura del pensiero dominante. Su tutto e su tutti.

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Ed allora, quando vi accorgete che la discussione di sta sclerotizzando sull’alternativa di  due sole tesi, provate ad adottare la tecnica anglosassone dello “zero base budget”, che poi significa “ripartiamo da zero, ricominciamo da capo, riconsideriamo tutto ex novo”.

Ero al primo anno universitario di chimica industriale (non ho mai fatto il secondo, perché mi sono laureato in giurisprudenza!). Al laboratorio di analisi  “via secca” ti davano una polverina dicendoti che conteneva, ad esempio, da 5 ad 8 diverse sostanze. Tu dovevi scoprire quali erano. Lavoravi ed arrivavi, ad esempio, ad individuarne quattro, il che significava che per bene che ti andasse, avresti fatto un errore (per omissione). Che facevi allora? Riprendevi il tuo quaderno di appunti e su di esso scorrevi i vari esami: “Questa sostanza c’era .. questa no … questa si ..”. Tutto si riduceva ad un si/no. Tertium non datur. Se non che, dopo qualche minuto ti ritrovavi al punto di partenza, senza aver concluso nulla! Ed allora l’unica strada era quella di ripartire da zero (zero base budget), di rifare tutte le analisi, sostanza per sostanza, ignorando i risultati (parziali) precedenti.

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thCA4LD146Ecco, nei casi di dubbio, rianalizzate tutte le posizioni, prescindendo dai “risultati” dei ragionamenti precedenti. Nel rispetto dell’Altro. E Altro lo scrivo con la lettera maiuscola per rispetto verso quella persona e verso me stesso: infatti io stesso, anch’io sono l’Altro, per lui. Solo che quando siamo bloccati in un ingorgo stradale, ce la prendiamo con gli “altri” che intasano la strada. Noi no, noi non intasiamo, noi siamo diversi, noi dobbiamo andare, noi dobbiamo passare, noi dobbiamo imporre la nostra esigenza, dobbiamo realizzare il nostro progetto (di viaggio) … noi! Noi si/Loro no.

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Riflettiamo, amiche ed amici, riflettiamo … e nel frattempo, invece dell’auto usiamo la bicicletta. Nel senso: ripartiamo da zero e consideriamo non che ci sono troppe “altre” auto ostacolano la “mia” auto (cioè: io o loro!), ma che forse vi è una terza soluzione: l’alternativa a “tutte” le auto: la bicicletta!

 

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MORI-DOMEGLIARA ANZI VERONA, KM 80

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Maggio, 2014 @ 7:27 pm

Detto altrimenti: in bicicletta, of course! (post 1537)

Kilometraggio prudenziale, visto che l’allenamento non è ancora a punto: e allora .. dai, partiamo da Mori stazione, che da Trento ci risparmiamo una trentina di Km! Fino a Domegliara. Così dicono i nostri biglietti FS. Detto fatto. Siamo in due “Fiabbini” Claudio ed io. Le previsioni dicono qualche acquazzone ed io ho portato due mantelle da pioggia.

Mori stazione, ore 09,00, ciclabile verso sud. Dopo 100 metri Alt per lavori. Cartello a destra “Direzione consigliata”, cioè l’unica! Ponte di ferro, salitella verso Mori, inizio Mori in pianura e qui viene il bello. Un bel cartello giallo indica bici a destra. Peccato che non vi siano altri cartelli … infatti se segui quello, l’unico, anche se vuoi andare a Verona ti ritrovi a Riva del Garda! Io no, io conosco la strada e scendo a sinistra fino a raggiungere la ciclabile verso sud, dopo l’interruzione lavori.

Signor Sindaco di Mori, diamine … e ce lo faccia mettere un secondo cartello, a destra Riva a sinistra Verona …e che ci vuole? Sennò come fanno i turisti stranieri diretti a Verona a sfuggire all’ingannevole attrazione della Sirena Gardesana?

1 MORI-VR 29 MAG 2014. (2)

Claudio, fra Borghetto e Domegliara

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Arriviamo alla fine della nostra ciclabile, al vecchio confine Impero d’Austria – Regno d’Italia. Svoltiamo a sinistra, percorriamo un paio di Km e poi, prima del sottopasso FS imbocchiamo a destra la nuova ciclabile, verso sud: evviva!

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3 MORI-VR 29 MAG 2014. (4)5 km avendo la FS a sinistra. Si traversa la statale, dietro il gard rail la pista riprende. Altri 5 km avendo statale e FS a destra, indi altri 10 avendole di nuovo a sinistra.  Saliscendi, qualche rampetta secca (10%). Nel complesso percorso meno faticoso del percorso sulla statale. E poi … più bello e tanto più sicuro. Quasi tutto asfalto. Brevi tratti sterrati sconsigliano l’utilizzo di bici da corsa.

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Aggiramento di Ceraino

Aggiramento di Ceraino

Attenzione: a Ceraino la ciclabile termina contro una villetta in vendita. salite a sinistra verso la statale. Noi – invece – attratti dalla discesa, siamo scesi a destra e abbiamo compiuto un ampio giro circolare in senso antiorario, e per stradelle poderali erbose e fogliose e stretti sentieri, siamo tornati sulla statale proprio dove si trova il cartello di “fine Ceraino”, di fronte ad una trattoria. Una piccola piacevole avventura, ma è un vero peccato che manchino quei 4 km di ciclabile che condurrebbero a Domegliara!

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Sindaci della zona, dai, cosa aspettate?

Domegliara, inizialmente era la nostra meta … ma no dai … arriviamo a Verona. Detto, fatto. Saliamo alla ciclabile Canale Biffi, sosta a Bussolengo e poi via, a Verona! A Verona!

.8 MORI-VR 29 MAG 2014. (1)
In quest’ultimo tratto abbiamo “perso” la strada una volta. Scusi … per Verona? ma girate a sinistra che trovate la ciclabile! Grazie buongiorno. Verona: San Zeno, l’Arena, la Stazione FS. Alle 16,09 ci “imbarchiamo”, per “sbarcare” a Mori un’ora dopo. Tot.km. 80. Tempo? Sole splendido. Cibo consumato da me: un panino imbottito, due banane, una mela, tre fruttini Zuegg, un caffè e tanta acqua con i sali integratori. Mio peso corporeo partenza-arrivo: Kg. 80,5 – Kg. 79,5. Anni? Oltre 140 in due. Quanti oltre? Oltre. Non siate indiscreti, diamine!

BUONA BICI A TUTTI, E SOPRATTUTTO BUONA FIAB TRENTO A TUTTI!

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LA RIFORMA DEI VITALIZI ALLA POLITICA TRENTINA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Maggio, 2014 @ 6:10 pm

Detto altrimenti: non è vero che tutta la politica pensa solo a se stessa. Infatti … (post 1536)

… infatti, qui in Trentino, vi sono partiti politici che hanno onorevolmente impegnato i propri amministratori della cosa pubblica a rinunciare volontariamente a quella parte di “vitalizio” che la nuova legge sta ridimensionando su livelli più “umani” e non più da privilegio medievale.

Ecco, questa è una gran bella notizia che fa onore a quei partiti ed inoltre riavvicina la gente alla politica. solo che …

… solo che alcuni fra i “vecchi” amministratori della res publica  preannunciano che faranno ricorso al TAR “contro questo abuso, questa ingiustizia, etc. etc.”

Ora, mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori una breve sottolineatura. Se un manager sbaglia viene licenziato. Se un politico sbaglia, che succede? Dice: non viene rieletto. Ecco, ci siamo. Questi signori (“signori” si fa per dire!) stanno sbagliando. Quindi saranno sanzionati nel senso che rischiano di non essere rieletti.

Ma … aspettate … forse loro non hanno né la possibilità né la voglia di ricandidarsi … quindi se fosse così non temerebbero quella sanzione. Ma no, cosa vado a pensare … non può essere così, dai … è pur vero che a pensar male si indovina, ma pensar male fino a questo punto, no, non sta proprio bene. Ecco, mi ravvedo e mi scuso con questi signori (“signori” sempre si fa per dire!) per aver pensato male di loro …

 

 

 

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UN GIORNO UNA BANCA MI DISSE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Maggio, 2014 @ 5:52 pm

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Detto altrimenti: “Un giorno un indovino mi disse ..” è uno dei tanti bei libri di Tiziano Terzani. Chevvolete … a me mi (a me mi) piace parafrasare titoli di libri, poesie, etc.. Ma veniamo a noi.   (post 1535)

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IL FATTO

Un giorno una banca estera (svizzera) mi (anzi, “ci”) disse che il ministro di un passato governo stava accreditandosi su certi conti anonimi rilevanti somme sospette. La nostra Guardia di Finanza indaga. Il ministro finisce ai domiciliari. Pare che si tratti di “dirottamento” di milionate di euro pubblici che quel tale voleva “privatizzare” (ah, queste benedette privatizzazioni! Quando impareremo a farle bene?).

 PROBLEMATICA

 Ipotesi A). Il “dirottamento” è avvenuto tramite banche italiane. Domanda: se è stato così, queste nostre banche non si sono accorte di nulla? (1)

Ipotesi B). Il “dirottamento” è avvenuto nel paese estero dopo che le somme vi erano già state portate. Portate …  ma come? In contanti? Se fosse così si sarebbe tornati indietro di decenni, ai tempi degli onesti “spalloni”. Vedete … il valore delle tradizioni, del buon tempo antico …

Ipotesi C). Il “dirottamento” è avvenuto “grazie” – si fa per dire – al contributo di compiacenze commerciali e finanziarie internazionali.

SOLUZIONATICA

Ipotesi A) e B) : io ho lavorato una vita in posizione di responsabilità in banche e società e gruppi operativi e finanziari, grandi e piccoli, italiani ed esteri, pubblici e privati. Ho sempre voluto che la gestione del denaro e dei pagamenti fosse rigida, super controllata, inattaccabile a cominciare da me stesso (cioè: io stesso ho sempre creato un sistema di gestione e controllo  “contro” l’eventualità di un “dirottamento” operato da me stesso!) O mùzos deloi … il racconto insegna che … se si vuole che la gestione del denaro sia inattaccabile, si può ottenere che sia tale: volere è potere. Se non la si realizza così sicura, significa semplicemente che non la si vuole così sicura.

Ipotesi C)  : occorre intervenire a livello europeo (FORZA EUROPA!), con l’introduzione di procedure di validazione, controllo e certificazione dei movimenti più rilevanti di denaro, per intervenire possibilmente prima che i buoi siano scappati dalla stalla. Mi spiego.  Vi sono stati casi di “dirottatori” di miliardi di lire di denaro pubblico condannati a restituire il “dirottato” a rate, a valere su parte della loro pensione, in quanto il capitale de quo agitur (del quale si tratta) era “sparito”. Fatti i conti, ciò presuppone che il sottrattore viva dai 2000 ai 3000 anni: solo in tal modo la somma dei ratei pensione trattenutigli potranno avvicinarsi all’ordine di grandezza delle somme dirottate. Ecco, raga, abbiamo inventato l’elisir di lunga vita … un elisir davvero esilerante!

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(1)    Io sono il tesoriere di una piccola Associazione culturale senza fine di lucro che organizza concerti ed ha un volume di bilancio annuo sui 12.000 euro (dodicimila euro). Se devo pagare un concertista estero la sua prestazione in Italia (si tratta, ad esempio, della enorme cifra di 400-500 euro), la banca mi chiede copia del contratto, mie dichiarazioni etc.. In questo caso, il controllo è veramente rigido, e mi sta bene. Tuttavia In dialetto trentino si direbbe che il sistema “Sera la spina e mola dal boron/cocon”. Traduco: il cantiniere si preoccupa di chiudere bene il rubinettino della botte, ma non si accorge che il vino sta fuoriuscendo dalla grande apertura usualmente utilizzata dagli operai per introdursi nella botte e pulirla o ripararla. Tale bus, nel nos dialet, se ciama “boron” o “cocon” .

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SEMESTRE ITALIANO UE: UNA NUOVA EUROPA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Maggio, 2014 @ 7:06 am

Detto altrimenti: la creatività italiana in Europa!   (post 1534)

Ovvero … approfittiamo della favorevole congiunzione “astrale” di tre importanti eventi (della serie: “chi sa fare le connessioni vince!”)

A)    il “dopo Gotterdaemmerung”, ovvero il “dopo caduta degli dei Silvio e Beppe”. Tacciono le politiche urlate, istrioniche, populiste, demagogiche, roboanti di nulla. E’ stato tolto il sonoro all’urlo di Munch. Tacciono il “tutto va bene” e il “tutto va male”. Si è creato spazio (ma in natura lo spazio vuoto non esiste!)

B) Il successo dei partiti europeisti in Italia, controcorrente alla generale tendenza anti europeista in Europa;

C)   il semestre italiano di Presidenza del Consiglio dell’ UE.

Orbene, la concomitanza di questi tre favorevoli  Eventi A),  B) e C)  mi induce a ipotizzare che lo spazio vuoto possa essere riempito dall’UE “italiana”  come segue:

1)    sia attuata una semplificazione ed una spending review del funzionamento dell’UE e siano istituiti Uffici UE nelle Euro Regioni, il cui primo compito sia di “fare cultura europea”;

2)    l’Italia proponga “comunque e a prescindere”  un modello costitutivo e organizzativo  funzionale di “Stati Uniti d’Europa” che preveda fra l’altro anche la possibile risposta alla domanda “quo vadis, Europa?”

3)    l’UE deliberi la possibilità per gli Stati di operare un rescheduling anche parziale del debito attraverso la possibilità di emettere titoli di debito pubblico irredimibili, in sostituzione dei titoli redimibili (cosiddetto swap);

4)    sia varata una politica europea per l’immigrazione,  fiscale, bancaria e finanziaria la quale ricerchi un accordo con gli USA anche per la messa al bando dei paradisi fiscali;

5) si costituisca una sorta di FBI Europea per i reati di corruzione, mafia, finanziari e fiscali;

6)    si vieti l’importazione di merci da paesi che non rispettano i diritti civili, dei lavoratori e le norme per la salvaguardia ambientale;

7) l’UE si doti della ERA-European Rating Agency, per classare – fra l’altro – le Agenzie di Rating USA.

Provocazione, la mia? Forse anche tale. Utopia, la mia? Aspirazione non realizzabile? No, amici;  aspirazione forse non “ancora” realizzabile, ma “giorno verrà …” scriveva il Manzoni …

P.S.: in rosso le iniziative a mio avviso più immediatamente realizzabili

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LA DEMOCRAZIA DI SOCRATE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Maggio, 2014 @ 12:52 pm

Detto altrimenti: la “democrazia” che condannò a morte Socrate     (post 1533)

Oggi ultima riunione sui classici con la nostra Prof (Prof) Maria Lia Guardini  prima delle “vacanze estive”. In autunno riprenderemo con gli altri sue Dialoghi di Platone, Il Critone (organizzazione della fuga dal carcere, rifiutata da Socrate) e il Fedone (immortalità dell’anima, la morte di Socrate). A seguire i lirici e quindi i filosofi.

Josif Brodskij

Josif Brodskij

La Democrazia … spesso è solo una democrazia, cioè ottima solo teoricamente ma all’atto pratico. Il che non vuol dire che non la si debba sempre perseguire, sia chiaro a tutti!

Ieri ho sentito affermare – e concordo!” – che se in una votazione abbiamo il 99% dei votanti in accordo fra di loro ed 1% contrario, la democrazia la si attua e verifica nel modo con il quale quel 99% si rapporta con quell’1%. Ovvero, il “chi vince le elezioni governa” non vale. Piuttosto vale il “chi vince le elezioni apre e conduce il dialogo. Fra tutti”. Il mio “amico” più volte citato Josif Brodskij, premio Nobel per la letteratura, sepolto a Venezia, nella prolusione che troviamo all’inizio del suo libro “Il canto del pendolo”, rivolgendosi a giovani universitari scrive: “Diffidate delle unanimità degli eserciti compatti, dei bilancio ben assestati … se non altro perchè all’interno dei grandi numeri più facilmente può nascondersi il male”.

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La democrazia è dialogo, comunicazione, maieutica. La politica? Crede di sapere ma se non ascolta non sa. Firmato Socrate.

Socrate

Socrate

I grandi numeri, l’omologazione, l’esclusività della ragione e del pensiero: è contro tutto ciò che si era mosso Socrate. Si era mosso contro chi “credeva di parere”, lui che si riteneva diverso perché dichiarava di “sapere di non sapere”. Socrate si era mosso contro la politica dominante nel senso che spronava ognuno a tirare fuori da solo la propria coscienza e a rifiutare il “vieni che ti dico come si fa”. Socrate, antesignano del passaggio dalla IT-Information Technology alla ICT-Information Communication Technology. La comunicazione, il dialogo erano gli strumenti della sua maieutica (Maia, la levatrice sterile che fa nascere gli altri), attraverso la quale stimolava ognuno a riconoscere, conoscere e seguire la propria coscienza. Il che tendeva a “liberare le menti” (soprattutto dei giovani) dal seguire pedissequamente il top down della (pseudo) democrazia ateniese. E i giovani “corrotti” erano quelli che ”pretendevano” di ragionare ed agire secondo coscienza.

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Don Primo Mazzolari

Don Primo Mazzolari

Don Primo Mazzolari: “Quando entrate in Chiesa, vi togliete il cappello, non la testa”. Papa Francesco, ovvero il primato della coscienza. La coscienza. Mi si obietta: “Ma io ho paura di avere come legge guida quella della coscienza, perché molti (uomini di potere d’oggi, n.d.r.) dimostrano di non averla”. Al che io replico: “Oggi molti sono passati dalla moralità all’immoralità. Alcuni anche dall’immoralità all’amoralità. Agli appartenenti a quest’ultimo drappello è inutile rivolgersi, non riconoscono regola alcuna. Mi si chiede: “Ma come si fa a diventare persone morali?”. Rispondo: “La moralità è cultura, cioè è insieme di conoscenze, cioè presuppone l’educazione. Oggi i corrotti ed i ladri compiono un ulteriore misfatto: diseducano e corrompono in govani. Questi sì che sono da condannare, non Socrate”.

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La democrazia ateniese ha voluto fermare Socrate, “pericoloso sovversivo” che insegnava ai giovani a far funzionare coscienza e cervello. Socrate che metteva in dubbio la democraticità sostanziale della democrazia ateniese. Accusatori di sempre e nuovi, argomentazioni ridicole. Socrate avrebbe potuto facilmente patteggiare una pena assai minore. E invece egli stesso – da quanto risulta dal report di Platone che era presente al processo e che scrisse appunto “L’apologia di Socrate” – fece un “patteggiamento al contrario” e cioè scartò lui stesso a priori ogni altra possibile pena alternativa quale una multa, il carcere, l’esilio. Socrate volle essere condannato a morte, per testimoniare sino in fondo la sua coerenza. Tanto, “ho 70 anni … e poi se la morte è un sogno che male fa? E se invece è un viaggio verso un luogo nel quale potrò incontrare eroi e giudici veri – diversi da voi – ben venga la morte …”

I giudici. Erano popolari, in numero di 501. Socrate fu condannato con uno scarto di soli 31 voti. Socrate – per come dci riferisce Paltone – fa il suo discorso ai giudici dopo essere stato condannato a morte.

L'isola di Delo

L’isola di Delo

La prigione, il “braccio della morte”. In attesa dell’esecuzione, Socrate viene incarcerato (la prigione di Socrate è una sorta di catacomba scavata nella roccia, assai vicina all’Acropoli). Rimane in catene per 30 giorni, fino  a quando il ritorno della nave sacra da Delo (trattenuta dal forte vento da nord, il famoso Meltemi) fa ritorno, ponendo fine al tempo durante il quale la città doveva rimanere “pura” e non poteva eseguire condanne a morte. I suoi amici avevano organizzato la sua fuga ma Socrate si rifiuta: “Dura lex sed lex” avrebbero detto poi i Romani … E qui sorge il problema (irrisolto, n.d.r.) se si debba comunque ubbidienza ad una legge iniqua: “Ho gasato gli ebrei … questa era la legge, questi gli ordini”.

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Socrate beve la cicuta e discute con gli amici sino all'ultimo

Socrate beve la cicuta e discute con gli amici sino all’ultimo

Anche oggi, nel 2014 d. C., abbiamo folle di “giudici popolari” i quali, all’interno di un processo attivato sulla base dell’iniziativa di un singolo che magari opera attraverso un blog,   tendono a condannare con un processo sommario chi cerca di ragionare e di votare con la propria testa secondo coscienza. E’ una cicuta mediatica quella che taluno cerca di somministrarci, una sorta di avvelenamento lento ma continuo, che prima addormenta la mente e poi uccide la coscienza e la capacità di giudizio autonomo. Solo che noi abbiamo il vantaggio di potere leggere “L’apologia di Socrate” scritta dal suo concittadino Platone. E di esserne ammaestrati.

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Il filosofo e storico Luciano Canfora

Il filosofo e storico Luciano Canfora

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Mentre riflettiamo su quanto sopra, possiamo andare ad acquistare l’ultimo libro di Luciano Canfora “Democrazia e oligarchia”. Ne vale la pena …

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IL TRENTINO CHE VORREI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Maggio, 2014 @ 6:26 am

Detto altrimenti: il Trentino che voglio contribuire a realizzare  (post 1532)

Dicembre 2011. L’editore d Trentoblog, l’amico Ing. Andrea Bianchi, mi offrì di diventare uno dei “suoi” blogger. Accettai “de bala” … visto che scrivere mi è sempre piaciuto. Ma come iniziare? Andrea mi suggerì: “Prova a scrivere del Trentino che vorresti”. Ci provai, senza riflettere molto, distratto dalla novità del mezzo comunicativo  che stavo utilizzando.

Oggi riprendo il tema, sollecitato dall’andamento delle elezioni europee e non più distratto dal mezzo comunicativo, che dopo i miei 1530 articoli (alias “post”) alla media giornaliera di 1,7 articoli al giorno integrati ad oggi dai 1931 commenti di voi amici lettori, mi è diventato familiare. Ma vediamo di iniziare.

Riprendo il tema, una volta tanto gratificato da una buona dose di “orgoglio comparativo”, in quanto cittadino di un’Italia nella quale – unico caso in tutta Europa! – il partito europeista di governo è uscito ampiamente rafforzato e non “sconfitto” dalle forze antieuropeiste di opposizione!

La crisi planetaria ha inciso anche sull’Italia se non altro nel senso di interrompere il fenomeno dell’aumento del debito pubblico.

Ciò ha condotto Roma a cercare di drenare risorse anche a carico della nostra Autonomia, che quindi è costretta a fare di necessità virtù, cessando di essere una “Autonomia a pioggia” (di contributi pubblici).

La politica locale si divide fra chi cerca di continuare ad essere – per quanto possibile – un cash dispenser delle risorse finanziarie residue, e chi – anche a rischio di impopolarità – cerca di utilizzare dette risorse per costruire un futuro.

Per realizzare il futuro occorre essere al governo. Per essere al governo occorrono i voti anche di chi preferisce continuare ad essere “dissetato” dalla “pioggia residua” (la quale, però, non costruisce futuro).

Occorre quindi parlare con la gente con un “parlare” del tutto particolare, che sia soprattutto un “ascoltare la gente che parla”. In altre parole occorre essere curiosi del pensiero altrui qualunque esso sia: occorre quindi creare i “luoghi dell’ascolto” entro i quali il nostro pensiero possa inserirsi come “risposta” alla proposta altrui, in un “comunicare” che non può e non deve essere mai solo “informazione unidirezionale” o scelta binaria fra “bene e male”, “bello e brutto”, “utile ed inutile”, “giusto e sbagliato”, etc..

L’Aut-aut kirkegardiano genera angoscia ed è pericoloso: estremizza e radicalizza le posizioni di ognuno, semplifica (erroneamente) il tentativo di soluzione di ogni problema: come affermava Umberto Eco, ogni problema complesso ha sempre anche una soluzione semplice, ed è quella errata …

Quindi non più solo “informazione unidirezionale” (la base chiede oppure la politica elargisce), bensì “comunicazione bidirezionale”, dialogo, communis actio, azione (del pensiero) comune. Occorre passare dalla IT- Information Technology alla ICT – Information Communication Technonoly.

E quindi … quale è il Trentino che vorrei? Quello dei luoghi della comunicazione,. Luoghi nei quali ci si scambiano le reciproche conoscenze e quindi si aumenta la cultura di ognuno, cultura che altro non è che “l’insieme delle proprie conoscenze”.

Ma “come” iniziare? In alcuni post precedenti, riferendomi all’Italia, scrissi che il primo problema del paese è il problema antropologico, cioè l’arrivare ognuno di noi a “sentirsi parte del Paese, sentire il Paese come cosa propria”. Lo stesso qui da noi in Trentino. Dobbiamo sentirci – ognuno – centro di potere e di responsabilità nei confronti dell’obiettivo “Bene Comune” che altro non è che il rinnovamento della Nostra Autonomia, intesa come desiderio, volontà e soprattutto capacità di autogoverno.

Autogoverno, capacità di auto-governare la Comunità, non se stessi singolarmente. Autogoverno e Autonomia quindi come ricerca collettiva del Bene Comune e quindi come superamento della ricerca della “pioggia contributiva per me gli altri si arrangino”. Ecco, l’ho detta … (chissà se ora il numero dei miei lettori aumenterà o diminuirà …).

Scendiamo sul piano concreto con un esempio di ciò che può essere “possibile”. Ammettiamo che dalla “comunicazione” derivi che il maggior problema sia la “paura”. Alcuni hanno “paura” per la propria incolumità fisica; altri per i propri beni; un numero molto maggiore di persone ha “paura” del futuro, di non avere un futuro o di avere un futuro peggiore. Ed allora occupiamoci di eliminare la paura più diffusa, quella relativa all’ “andamento del futuro”. Dice … occorre creare lavoro. Ma il lavoro lo si crea innovando.

L’innovazione può essere di idee, tecnologie, di processi, di competenze, di alleanze strategiche. Per fare ciò occorre abbandonare il populismo assistenzialista e l’assistenzialismo distributivo  per destinare quelle risorse  alla formazione professionale; occorre attivare azioni di collegamento fra la domanda e l’offerta di lavoro; occorre premiare le imprese che innovano. Alla base di tutto, soprattutto dev’esserci una “idea nuova”: la riflessione sulla adeguatezza dell’attuale modello di sviluppo ed il suo eventuale aggiornamento.

Per fare ciò occorre esserci. Per esserci occorre il consenso della popolazione. Il consenso potrà esserci se sarà consapevole. La consapevolezza deriverà dalla “comunicazione” nei luoghi della comunicazione, che possono essere sia fisici che virtuali, come quello nel quale io e voi tutti, miei lettori, ci stiamo ritrovando.

Ed i “luoghi della comunicazione” per eccellenza sono i partiti politici, luoghi di sintesi delle varie istanze, luoghi di formazione dell’Idea Comune volta alla realizzazione del Bene Comune. Altro che “antipolitica” o “politica personale” ad ogni livello, sia esso a livello di organi di partito e/o di organi di governo!

Un incentivo alla parteciazione comunicativa di tutti i cittadini? Che ogni progetto approvato e realizzato porti il nome dei suoi ideatori.

Ecco, ho finito. Ecco il Trentino che vorrei. E con questo credo di avere risposto al meglio delle mie possibilità all’invito rivoltomi dal mio amico editore Andrea Bianchi nel dicembre del 2011. Meglio tardi che mai, dirai tu, Andrea!

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VARIE ED EVENTUALI E MAMMA ORSA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Maggio, 2014 @ 12:03 pm

Detto altrimenti: oggi gli argomenti sono tanti … vediamo di fare qualche scelta                (post 1531)

Anni fa ho partecipato alla regata “Giro d’Italia in Vela”. Nella tappa che terminava a Cecina, siamo arrivati ultimi.  Un tale si avvicina alle 15 barche ormeggiate: “Qual è l’equipaggio arrivato ultimo?” “Noi” disse lo skipper. “Bene, disse quel toscanaccio, questa sera voi siete tutti a cena nel mi’ ristorante: pesce a volontà per tutti, offro io! E che … a offrire la cena a’ primi e so’ tutti boni, ovvìa!”.

E io fo’ lo stesso … infatti oggi a parlare del risultato delle elezioni e so’ tutti boni … ovvìa! A dire che l’Italia è l’unico Paese Europeo nel quale il partito di governo è uscito rafforzato … e so’ tutti boni, ovvìa …! A elogiare Papa Francesco per il suo viaggio in Terra Santa, e so’ tutti boni … ovvìa!”

E allora? Allora vi racconto una storia vera, di boschi e di orsi, fresca fresca. O sentite un pochinino che gli è successo per davvero.

Siamo in Trentino, in Val di Sole, quella valle che dalla chiusa di Mostizzolo (Must Du zhalen, tu devi pagare – il pedaggio -) arriva fino al Passo del Tonale. Quella valle che confina a est con la Val di Non, quelle due valli che “Nonesi e Solandri libera nos Domine”.

thCAN8OVS0Un tale va nei boschi col su’ cane. Dopo qualche centinaio di metri il cane si allarma: dal bosco esce un orsacchiotto carinissimo. Subito dietro mamma orsa, aggressiva in difesa del su’ cucciolo. L’uomo si spaventa a arretra (errore!). Mamma orsa avanza, lo sfiora, lui incespica e cade, ha il fiato dell’orsa sul viso, si rialza a bastona mamma orsa (errore!) fino a quando questa si ritira insieme al cucciolo.

La storia non mi è piaciuta. Non si bastonano le mamme orse: si resta in piedi, non si scappa, anzi, si avanza, si agita il bastone (senza colpire mamma orsa) e l’orsa si ritira. Non si bastona una mamma che difende il suo cucciolo. Anzi, non si bastona nessuno, animale o persona che sia. Mai.

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SERVIZI BANCARI? TUTTO, FUORCHE’ “IGIENICI”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Maggio, 2014 @ 10:49 am

Detto altrimenti: igienici? No … non sono previsti    (post 1530)

Per anni aveva ricoperto (anche) il ruolo di Consigliere di Amministrazione di una banca. Non mi ero accordo che per la clientela non sono previsti i servizi igienici.

Oggi sono entrato in banca per certe domiciliazioni di utenze. Dovevo …  “lavarmi le mani”. Domando. Risposta: “Questi servizi non sono previsti per la clientela … io tuttavia  l’accompagno ugualmente … sa … i clienti sporcano e poi … chi pulisce?”

Dopo, mi lavo (ovviamente e ) veramente le mani e, uscendo, ringrazio quel commesso, al quale  esprimo la mia sorpresa per questa carenza nei “servizi” bancari. Mi risponde serio serio: “E’ semplice, è previsto così”. Ah be’ penso io, se è previsto così … tutto è chiaro. Solo che, rimuginando, fra me e me penso: “Ora, Riccardo, ragiona: si vede che la clientela bancaria non ha esigenze fisiologiche, perchè se tanto tanto vuoi aprire un barino piccolo piccolo niente da fare se non lo doti anche di un WC … e l’affluenza in una banca è ben maggiore di quella del tuo barino.  Si, deve esser così: la stragrande maggioranze dei clienti bancari non ha quel tipo di esigenza, sublima  tutto. Si vede che io non sono un buon cliente bancario”. Tutto chiarito.

P.S.. Sublimazione: passaggio diretto  di una sostanza dallo stato solido a quello aeriforme,  senza il passaggio attraverso la fase liquida.

 

 

 

 

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FIAB TRENTO IN BICICLETTA NEL RAVENNATE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Maggio, 2014 @ 7:02 am

Detto altrimenti: trentatrè Trentini, amicinbici, sport, natura, arte, storia, gastrononia … 23-25 maggio 2014 (post 1529)

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L’ampio parco privato relax e giochi della “Stella Maris”

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L’idea: di uno di noi.
L’organizzazione: Fiab Trento, Associazione Amici della Bicicletta. Grazie, Fiab, ed in particolare grazie Presidente Guglielmo e grazie Vicepresidente Monika!
La sistemazione logistica: presso la Casa per Ferie Stella Maris di Milano Marittima: ottima sistemazione e accoglienza, grazie Claudio e Nives! (v. in internet).

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Stefano e Antonella

Stefano e Antonella

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Le guide “indiane” per il percorso, cioè gli amici del posto: Stefano e Carlo, rispettivamente giunti da Forlimpopoli e Bologna: grazie, amici!.
La guida per i monumenti e la storia locale: Laura, bravissima, grazie Laura!
Il tempo: sole splendido! Grazie al … Cielo!

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All’interno del Museo del Sale

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Primo giorno: arrivo a Milano Marittima e nel pomeriggio visita alla città di Cervia e relativo Museo del sale, allestito all’interno dei vecchi magazzini del sale. Giretti vari per 20 km.

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Il Porto Canale di Cervia

Il Porto Canale di Cervia

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Verso S. Apollinare in Classe

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Secondo giorno: si entra subito in pineta verso nord e alternando la pedalata su strade poderali, si arriva alla Basilica di S. Apollinare in Classe. Classis, la flotta romana, 250 triremi e liburne potevano essere ricoverate in quel porto … La basilica: splendida.

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Non mio soffermo volutamente sugli aspetti artistici che conoscete già e che potere facilmente trovare anche in internet. In più, una sorpresa: un raduno di splendide auto e moto storiche!

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Laura ci trasporta in un altro tempo …

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Si riparte per Ravenna, dove ci aspetta Laura che ci guida attraverso la Storia della città e ci illustra alcuni fra i più preziosi gioielli della città: la tomba di Dante, S. Apollinare Nuovo, il Battistero, S. Vitale, il Mausoleo di Galla Placidia, il Mausoleo di Teodorico. Sosta pranzo al bar presso quest’ultimo monumento. Indi si riparte: Ravenna-Lido di Dante, sfilando a fianco della darsena cittadina, oggi arretrata 12 km dal mare (!). Dal Lido di Dante (pediluvio in mare!), indi verso sud, si rientra a Milano Marittima. Totale 62 km.

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Una idea balzana: La nostra cittadina Arco è arretrata di soli 5 km rispetto al lago di Garda … e allora, che dire di un canale che la colleghi al lago e le regali una piccola darsena?

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Le foci del Bevano

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Terzo giorno: da Milano Marittima alle Foci del Bevano, riserva terrestre e marittima. Splendida zona incontaminata, 20 km. Alle ore 15 si riparte per Trento.

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Il rientro a Milano Marittima

Alcune impressioni. La pineta. Meravigliosa ma. Ma all’inizio, quando vide la fuga di Garibaldi ed Anita, doveva essere sterminata. Oggi ne restano frammenti sopravvissuti al disboscamento “agricolo”. “edilizio” e “incendiario”. Tuttavia la saldatura fra i vari tratti avviene attraverso strade poderali che pure hanno la loro bellezza. Fra i monumenti quello che più di tutti – ogni volta – mi stordisce letteralmente per la sua inusuale bellezza è la Basilica di San Vitale. E ciò per due ragioni: il particolare gioco dei volumi e spazi interni orizzontali e verticali e il fascinoso richiamo alla struttura delle moschee.

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Che altro dire? Dobbiamo tornare, ed estendere le nostre pedalate anche allo splendido entroterra collinoso!

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P.S.: tre considerazioni “politiche”

I Trentini alle Foci del Bevano vi salutano: iscrivetevi alla nostra FIAB!

I Trentini alle Foci del Bevano vi salutano: iscrivetevi alla nostra FIAB!

1) Milano Marittima, i più la conoscono per la mondanità, la festosa congestione di locali, le piadine e i ritrovi mondani … eppure, dal suo centro, con 30 metri di pedalata, entri nel “circuito dei parchi e delle strade poderali”.

2) Perchè la Francia sviluppa una mole di turismo doppia del nostro?

3) Perchè in Italia non si conferisce centralità al ciclo turismo? Un esempio? Al costo di un solo cacciabombardiere F 35 (8o milioni di euro) si potrebbe attrezzare una pista ciclo turistica da Torino a Venezia! Germania ed Austria hanno la ciclopista del Danubio; Austria e Slovenia, quella della Drava. E noi che figli siamo?

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