FIAB TRENTO E FIAB MIRANO (VE)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Luglio, 2014 @ 3:17 pm

Detto altrimenti: FIAB avvicina le persone   (post 1598)

FIAB – FEDERAZIONE ITALIANA AMICI DELLA BICICLETTA

Questa mattina (16 luglio 2017) stavo pedalando solo soletto da Trento a Borgo Sacco (Rovereto) e ritorno, 50 km sani sani, quand’ecco che sulla via di casa, durante la sosta canonica al Bicigrill di Nomi, incontro l’amico Fiabbino Carlo Guerra insieme a tre persone, in totale loro quattro bici, cinque con la mia. Mentre le bici si riposano un po’ scopro che i tre sono FV-Fiabbini Miranesi (VE), con tanto di bandierine Fiab issate su un pennone o agganciate alla sella. Si tratta di Silvana Aprile, Lina Saviane e Michele Zuin.

I tre "Solisti Veneti" e Carlo Guerra (maglia gialla) in Piazza Duomo a Trento

I tre “Solisti Veneti” e Carlo Guerra (maglia gialla) in Piazza Duomo a Trento

I “Fiabbini” si erano incontrati con Carlo al cicloraduno nazionale in Sicilia. Io non avevo potuto esserci “per altri importanti impegni già assunti”. Detto fatto, mi accolgono volentieri nel loro gruppo. La pedalata si fa più lenta … no, non perchè loro non siano allenati … no, bensì perché  è un continuo fermarsi a fare foto e a “riempirsi gli occhi di tanta bellezza!” (sic). Ok, è pur vero, era ed è una splendida giornata, questa notte ha piovuto, l’aria è limpida, i colori splendidi ma … diciamoci la verità, noi Trentini alla bellezza ciclabile del tratto Trento-Rovereto siamo così abituati che quasi quasi non ce la gustiamo più: andiamo a cercare la ciclabile che passa sotto le cascate del Nardis o quella che costeggia il Maso Limarò o il Lago Toblino o ancora quella che sale al Lago di Cavedine, etc. etc. E invece, guarda un po’, anche qui, sotto casa, abbiamo dei gioielli: “E quello cos’è?” “Castel Beseno!”. “ E quella valle laterale?” “Quella dalla quale dovrebbe sbucare la  Valdastico”. “E quel monte? “Il Bondone, ovvero Trento 2000” e così via.

Come sono arrivati qui in Trentino? Si sono accordati con Guerra che ha fatto loro da guida, hanno lasciato ieri le auto a Borghetto ed hanno pedalato fino a Rovereto (30 km). Indi notte a Rovereto, oggi la gita fino a Trento. Questa sera rientro a Rovereto. Domani Rovereto – Borghetto.

Li conduco a sfiorare il Palazzo delle Albere, entriamo nel quartiere progettato dal (Senatore a vita) architetto Piano, entriamo (senza biciclette) nell’atrio del MUSE, e quindi tutti in Piazza Duomo!

Il monumento alle Zigherane

Il monumento alle Zigherane

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Qui li devo lasciare: infatti a casa ho Maria Teresa, da sola (!), a fronteggiare  la dolcissima nipotina Sara, energia allo stato puro, che sicuramente gradisce il mio aiuto! Domani, appuntamento alle 09,30 a Rovereto al Ponte delle Zigherane e via, con loro fino a Borghetto. Poi, per noi due trentini, ritorno a Rovereto a pedali, in totale 60 km (la tratta TN-Rovereto-TN la farò in auto, sempre per via della nipotina che mi aspetta). Le foto di oggi? Io ero senza alcun apparato fotografico e senza telefonino … quindi  mi  manderanno loro e le pubblicherò appena le avrò ricevute. Domani le scatterò io stesso.

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(Ponte delle Zigherane: si veda il mio post n. 1124 del 26 novembre 2013, ore 12,23)

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Viva la FIAB che avvicina le persone! Viva il Trentino!

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I tre Solisti Veneti al Ponte delle Zigherane

I tre Solisti Veneti al Ponte delle Zigherane

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Ripresa del 17 luglio 2014. Ci troviamo alle 09,30 al Ponte delle Zigherane. Si parte lungo il Leno che poco dopo di immette nell’Adige. Incrociamo il Fiabbino di Trento Fausto Pedrotti già di ritorno verso Trento dalla Trento-Nago! Fiab ist uberalles, Fiab è dovunque … !

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Lungo il sentiero (privato!!) che ci evita la salita a Mori!

Lungo il sentiero (privato) che ci evita la salita a Mori!

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Arrivati alla stazione di Mori la pista ciclabile è interrotta per lavori: dovremmo salire su fino a Mori paese sulla strada provinciale … ma Carlo conosce un trucco: subito dopo il ponte di ferro, subito dopo a sinistra, una stradina privata, sterrata ed erbosa, ci riconduce sulla ciclabile poco dopo l’interruzione!

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3 - 17 LUGLIO 2014 (13)Avanti. Arriviamo ad un bel Bar, il Bar dell’Amicizia. E del sorriso, dico io! Si, perché ogni volta siamo accolti con un sorriso … e non è poco, soprattutto di questi tempi. Insomma, questo Bar merita una sosta!  Pedaliamo con calma. Silvana, quella che ieri aveva già detto “Mi voglio riempire gli occhi di tanta bellezza”, oggi dice “Questi paesaggi, questo ambiente ti svuota il cervello da ogni altro pensiero, da ogni preoccupazione …”.

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4 - 17 LUGLIO 2014 (19)

Di questi giorni … Tour de France? E Carlo è “maglia gialla”!

Si arriva al capolinea, cioè al confine, cioè a Borghetto, dopo avere superato il cippo “Impero d’Austria- Regno d’Italia”. Ore 11,30. Gli amici hanno lì la macchina. E noi? Tre alternative: 1) risalire subito la valle in bicicletta (ma fa un caldo …); 2) affrettarci e prendere a digiuno il treno delle 11,46; 3) mangiare con loro un’ottima  “spaghettata” di penne mare e monti presso l’ottima trattoria di Borghetto (nella quale si parla italiano, trentino, veneto, tedesco, spagnolo e portoghese!) e prendere il treno delle 13,46. Cosa abbiamo scelto di fare? Non ve lo dico. Indovinate voi dalle foto e dal chilometraggio! Programmi per il futuro: i Veneti qui da noi nella Busa del Garda e noi da loro lungo la Riviera del Brenta e le Ville Venete del Palladio.  Arrivederci a  settembre, dunque!

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Fermi, raga ... fatemela fotografare prima di divorarla!

Fermi, raga … fatemela fotografare prima di divorarla!

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Totale di oggi: solo 32 km …. ma … una “spaghettata” di penne e del buon vino bianco frizzante fresco fresco … quanti altri km fanno?

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NUOVA FUNIVIA TRENTO 2000 (OVVERO, TRENTO – BONDONE)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Luglio, 2014 @ 11:58 am

Detto altrimenti: sono stato invitato a  parlarne …  (post 1597)

WP_20130324_001.

… da Stefano Zampol, Presidente dell’Associazione Operatori Monte Bondone all’interno della  conferenza stampa odierna delle ore 11,30 presso la bella Sala Conferenze del Museo delle Scienze di Trento MUSE.

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Inizia

Sono intervenuto nella duplice veste di blogger di Trentoblog e Segretario di FIAB TRENTO Federazione Italiana Amici della Bicicletta. Ho preso la parola per primo  per liberarmi in quanto nonno poi impegnato con la nipotina Sara. Premesso che sono favorevole all’iniziativa  e che in tal senso ho spesso scritto su l’Adige,  ho brevemente toccato solo tre fra i tantissimi altri argomenti possibili:

Saranno sempre di meno i bici scalatori e sempre di più i bici turisti ...

Saranno sempre di meno i bici scalatori e sempre di più i bici turisti …

1)   Il nome: chiamiamola “Trento 2000”.

2)  I dislivelli, quale risorsa trentina non ancora valorizzata appieno, in mancanza di una consapevole  programmazione organica e unitaria, come ad esempio fa invece l’Austria, nella quale le funivie sono messe in circuito anche in estate con vendita di abbonamenti tri giornalieri e settimanali a ciclo escursionisti.

3)  L’opportunità di valorizzare e monetizzare il circuito regionale e provinciale delle piste ciclabili, drenando per la salita in funivia da Trento a a Trento 2000 le decine di migliaia di ciclo turisti che partono da Resia verso Verona e il Garda, ed evitando che le nostre risorse investite per la costruzione e manutenzione delle piste ciclabili portino frutti a società di fuori provincia.

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Ho citato il Quaderno di ciclo escursionismo edito nel 2012  dal CAI Centrale e le iniziative della SAT di Riva del Garda di accompagnare ciclo escursionisti in montagna. Ho ricordato che la funivia Malcesine-Monte Baldo fa il suo utile in estate e non in inverno.

Finisce

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Ora aggiungo: il numero dei ciclo turisti e dei ciclo escursionisti è in continua forte crescita a livello europeo. L‘età media della popolazione si sta sempre più elevando. Morale: sempre meno la massa crescente di ciclisti sarà capace di scalare in bici le montagne. E allora … perché no? Coraggio Trentino, trasformati in Trentino  BIKELAND!

P. S.: ecco i miei precedenti post sull’argomento:

 2012

25 marzo, Incontri

31 marzo, Funivia del Bondone, biciclette in montagna

26 maggio, Bondone? Trento Alta? O piuttosto Trento 2000!

5 aprile, Grandi Opere Pubbliche

9 giugno, Bicinbreve

4 settembre, Funivia del Bondone

18 settembre, La mobilità trentina che vorrei

6 novembre, Trentino! Valorizza i tuoi dislivelli anche in estate!

8 novembre, Bicinmontagna

 2013

 13 gennaio, Monte Bondone, il Bondone

7 giugno ,La nuova Funibibici di Trento al Monte Bondone: si o no?

21 giugno, Trento, Valle dei Laghi, Riva del Garda

 2014

 13 aprile, Turismo in Trentino

9 maggio, Le risorse (ancora inutilizzate) del Trentino

9 luglio; Al lavoro con la Comunità di Valle Alto Garda e Ledro

 

 

 

 

 

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IL NIDO DI VESPE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Luglio, 2014 @ 7:06 am

Detto altrimenti: molto contro voglia ma ho dovuto intervenire  (post 1596)

WP_20140715_003Per caso. Ripulendo le piante del mio balcone. L’ho visto. Un piccolo nido di vespe. Le vespe, pacifiche, al lavoro, incuranti della mia presenza. Non avrei voluto usare loro alcuna violenza ma come si fa … in questi giorni viene a casa mia la nipotina Sara … vivacissima, non potevo correre il rischio che fosse punta. Ed allora vado in internet ed imparo come fare ad eliminare il nido senza uccidere le vespe: prendo un cartone, ne faccio una torcia avvolgendolo all’estremità con la carta igienica, e con quello affumico le vespe che abbandonano il nido. A questo punto  lo elimino.

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Non è un nido di vespe, ma una città! Non sono vespe affumicate, ma persone uccise!

Tuttavia mi è dispiaciuto molto  dovere usare violenza ad una forma di vita. E mi domando: possibile che non esista questa e ovviamente anche una maggiore sensibilità nei confronti degli esseri umani? Esseri umani che apprendiamo essere uccisi da guerre e bombardamenti, dalla fame, dalle malattie … E noi? E noi come canta De Andrè, troppo spesso “gettiamo la spugna con gran dignità”, tanto “questo è il mondo, si sa … e poi, mica tocca a me provvedere …”

P.S.: sulle stragi in Palestina si veda:

http://narcolessico.wordpress.com/2014/07/21/i-palestinesi-possono-morire-tutti/

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THE DAY AFTER

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Luglio, 2014 @ 8:02 am

Detto altrimenti: la priorità al dramma palestinese (post 1595)

La priorità? Mi chiedo: chi sono, singolarmente, i combattenti di Hamas? Quale mestiere hanno se non quello “delle armi”? Chi fornisce loro le armi? Chi dobbiamo ringraziare per aver posto le basi del dramma palestinese? Forse chi non è intervenuto in favore dei martoriati all’interno dei campi di sterminio e quindi ha poi voluto farsi perdonare, regalando la terra promessa a quel popolo a danno di un altro popolo? Ma allora dobbiamo “ringraziare” chi ha scatenato la seconda guerra mondiale … un paio di persone, una nostrana ed una austriaca naturalizzata tedesca …

I mondiali di calcio sono stati vinti grazie ad un goal di Mario-non-Balotelli. Ieri la tappa del Tour de France è stata vinta da un tedesco. Deutschland uber alles. Oggi nel bene. Ieri nel male.

Alitalia. Crisi, salvataggi, esuberi, etc.. Ma nessuno esamina le cause pluriennali della crisi.

Costa Concordia. Si sta cercando di farla ri-galleggiare per trainarla fino a Genova, dove verrà demolita. Hoffen wir … speriamo bene … Nel frattempo, il processo a Schettino a che punto è? E gli inchini? E il passaggio dei giganti del mare a 200 metri da Piazza S. Marco?

200 anni dell’Arma dei Carabinieri. Grazie a tutti i Carabinieri … e quei pochi, quelli che sono perseguiti e/o condannati per violenze ingiustificate e illegali a persone fermate e/o arrestate, non possono cambiare il giudizio complessivo, molto favorevole, sull’Arma.

I proprietari di Google: inversione di marcia! “Occorre lavorare meno!” Siete stupiti? Io no. Infatti se tu lavori molto, anzi, moltissimo ed in parallelo aumenti molto i tuoi guadagni,  non potrai comunque moltiplicare i consumi (ad esempio, non potrai certo mangiare quattro bistecche invece di una!) e quindi la produzione e quindi gli utili di chi produce. Occorre invece aumentare il numero delle persone che lavorano: solo in tal modo aumenterebbero infatti molto i consumi … Chi l’avrebbe mai detto: i magnati di Google come Pier Carniti … Insomma, viva Keynes!

 

 

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IERI E OGGI, TUTTO IN TRENTINO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Luglio, 2014 @ 5:18 pm

Detto altrimenti: tutto, in Trentino abbiamo proprio tutto: arte, storia, cultura, politica, natura, sport, poesia, mari e monti … anzi no: laghi e monti … vabbè, quasi tutto … è che il mare ancora non ci siamo riusciti … (post 1594)

 Ieri: arte, storia, cultura

 1 - 12 LUGLIO 2014 (3)Quante volte siete passati da Cavalese senza andare a visitare il Palazzo Museo Pinacoteca della Magnifica Comunità (della Valle) di Fiemme? Ieri, grazie all’iniziativa di alcuni amici trentini, eccomi in visita a quella splendida testimonianza storica, la quale, inizialmente era semplicemente il Tribunale, il carcere (per delitti che comportassero non oltre tre mesi di reclusione: gli altri carcerati venivano traferiti ad Innsbruck), dimora e sede del Giudice.

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2 - IMG_2068-225x300[1]Il Palazzo è sede di una mostra permanente di quadri delle varie epoche e di mostre temporanee diverse. Splendida costruzione rinascimentale, fu realizzata dal cardinale Madruzzo, appartenente alla famiglia che diede ben quattro Principi Vescovi alla Chiesa trentina. La stessa famiglia che ad Alfonsina Gonzaga, sposa del proprio ultimo discendente – il Capitano della Rocca di Riva del Garda, Gianangelo Gaudenzio Madruzzo  consentì di costruire anche la meravigliosa Chiesa barocca dell’Inviolata a Riva del Garda in ringraziamento alla Madonna per avere preservato Riva del Garda dalla peste del 1630 (quella del Manzoni, per intendersi). Siamo nella seconda metà del ‘500 – prima metà del ‘600. Epoca della Controriforma, della Guerra dei Trent’anni con i suoi risvolti nell’Italia settentrionale fra i quali il saccheggio di Mantova (v. nel mio post del 4 marzo 2014, il libro “Tre punti di Rosso” di Luisa Gretter Adamoli (Ed. Curcu & Genovese). Ma torniamo a Cavalese.

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3 - 12 LUGLIO 2014 (6)Il termine comunità appare nei documenti all’inizio del XIII secolo, quando viene registrato anche l’uso della parola scario, per indicare la massima autorità degli uomini della valle, nonché i nomi sia delle antiche regole di cui essa era formata, che dei quartieri in cui queste ultime erano raggruppate.  La Comunitas Vallis Flemmarum appare nel 1234 come un ente già pienamente costituito, unito e compatto nella difesa giuridica dei diritti sul territorio, in contrapposizione alle rivendicazioni delle comunità confinanti.  La conferma della proprietà del territorio, o meglio della sua formale investitura nell’ambito di rapporti di tipo feudale, si ha nel XIV secolo, quando il vescovo di Trento Enrico di Metz (1310-1336) concesse il cosiddetto Privilegio enriciano. In quel documento sono elencate le montagne, da intendersi come territorio sfruttabile per il pascolo d’altura e per il taglio del legname; nello stesso documento si riconfermano diritti praticati ‘già da duecento anni’: pascolare, tagliare legna e legname, cacciare, pescare. Da tutto questo si può, pur con la dovuta prudenza, parlare dell’esistenza della Comunità, intesa come ente collettivo riconosciuto dall’autorità vescovile e dotato di norme per l’amministrazione e lo sfruttamento del territorio da essa approvate, a partire dal XII secolo, cioè dall’epoca dei cosiddetti patti ghebardini.

 4 - 12 LUGLIO 2014 (5)Ci accompagna una graziosa e assai preparata giovane guida, che ci spiega fra l’altro come qui siano nate le “regule”, ovvero le Regole che “regolavano” appunto l’uso dei beni comuni, giovane guida che ancora qui ancora ringraziamo.  Il Palazzo: andate a Cavalese e quanto meno leggete l’opuscolo “Il Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme – Da residenza Vescovile a Museo”, testi di Chiara Felicetti con la collaborazione di Isabella Pompei, estratto dall’omonimo volume.

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 Ieri: cultura, politica

5 - th[5]Cultura, ovvero l’insieme delle conoscenze. Come si è evoluta la cultura delle Magnifiche Comunità, della Cooperazione di Don Lorenzo Guetti (Vigo Lomaso nelle Giudicarie Esteriori, 6 febbraio 1847 – Fiavè, stesse Giudicarie, 19 aprile 1898) nella quale i cooperanti erano, ognuno, responsabili in solido del “bene e del patrimonio comune”? Ci siamo trasferiti all’interno del Centro Sci da Fiondo di Tesero per una riflessione storico-politica (è la prima volta che ci arrivo in auto: tutte le altre volte ci sono passato in bicicletta, nel mio percorso da Molina di Fiemme a Canazei, 90 km andata e ritorno).  Dice … oggi l’eredità di quelle regule, di quella cooperazione, di quella identità, di quelle autonomie sono i nostri partiti territoriali. Già, ma cosa sono oggi queste “entità”?

 La cooperazione è tutt’altra cosa … ma questa è un’altra storia.

 6 - th[10]L’identità spesso viene percepita come  un termine lessicale, come un aspetto superficiale ed esteriore nell’abbigliamento (vedi le divise degli Schuetzen), un parlare dialetto. Talvolta però viene ancora percepita come invece dovrebbe essere, correttamente, da parte di tutti: e cioè identità come comportamenti in favore della collettività, siano essi quelli dei volontari dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Alpino, delle tantissime forme di volontariato sociale. Ecco, identità come comportamenti effettivi “di e per” una Comunità.

 Gli Schützen erano una milizia volontaria asburgica, adibita alla difesa territoriale del Tirolo dal 1511 al 1918.

 7 - th[8]Dalle antiche autonomie ai moderni Partiti Territoriali. Ci siamo domandati quali debbano essere e quali non essere le connotazioni caratteristiche di un partito territoriale. Molti di noi hanno espresso caratteristiche positive e negative che a mio sommesso avviso sono riferibili ad ogni tipo di partito, territoriale e non. In questa sede preferisco soffermarmi su un aspetto, quello del rapporto fra territorialità e globalizzazione e cercare di esporvi quella che a mio sommesso avviso potrebbe essere la caratteristica distintiva di un partito territoriale: l’essere basato sul governo dei territori verso i territori, cioè sul governo del territorio di appartenenza, dinamicamente disponibile alla costruzione di rapporti e gestioni territoriali in ambiti territoriali funzionali e sociali più ampi. Un esempio: è territoriale quel governo comunale che si coordina all’interno della propria Comunità di Valle e così via, di governo in governo, di soggetto in soggetto: Comunità di Valle, insieme delle Comunità di Valle, Provincia Autonoma, Regione, Euroregione,  Stati Uniti d’Europa.

In altre parole: partito territoriale è quello che “fa la politica dei territori” senza chiudersi “in un” territorio. Per converso, non è un partito territoriale quello che si chiude in se stesso, all’interno di ciascun “territorio parziale”, sia esso Festa di Paese, Paese, Comune, Valle, Comunità di Valle, Provincia.

 Oggi: natura, sport, poesia, mari e monti … anzi no: laghi e monti

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8 - th[10]Oggi sono stato sul Mare di Garda, ovvero sul Lago di Garda. Mare? Così infatti Virgilio lo descrive (v. mio post del 14 aprile 2013): Anne lacùs tantòs, te Lario, màxime tèque – flùctibus et fremitù adsùrgens Benàce marìno? (ho messo gli accenti solo per far sentire la musicalità dei versi di Virgilio, Georgiche, II, 159-160, anche a chi non ha avuto la fortuna che ho avuto io di studiare il latino). Traduco: E che dire poi dei laghi così belli? Che dire di te Lario, ma soprattutto di te, Benaco, che quando entri in tempesta hai onde e fremiti tipici del mare?

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.13 LUGLIO 2014. (29)

 Per “colpa” delle mie biciclette (km,. 2220 sino ad ora, questa stagione), erano molti giorni che non uscivo con la mia barca a vela, una sette metri da regata modello FUN di nome Whisper, numero velico (per le regate) ITA 526. Il tempo non era “normale”: infatti già alle 09,00 spirava vento da sud! Questo vento non era certo la famosa Ora, una brezza termica che si forma, a cielo sereno, all’incirca da mezzogiorno in poi. Non poteva nemmeno essere “Vineza”, Venezia, cioè Bora, che qui da noi proviene – udite udite! – da sud, incanalandosi dal basso lago verso nord! Era semplicemente scirocco, “aria taliana” il quale porta brutto tempo. Tuttavia, nella mattinata è successo un fatto inusuale: lo scirocco, entrando a premere nella conca del Garda,  ha innanzi tutto creato una zona di “altra pressione relativa” la quale ha fatto sì che le nuvolone di bel tempo, cioè quelle che usualmente si formano sopra i monti, restassero “al loro posto” e cioè proprio sopra i monto che incoronano il lago, sul quale quindi c’era il sereno! Ed allora eccomi a fotografare questi monumenti di bianco marmo aereo, queste “Nuvole del Garda”, descritte nella poesia “Funfralenuovole” a firma della  mia barca Whisper, di cui al mio post del 29 dicembre 2013 (cfr. ivi) e che qui riporto:

 15 - 13 LUGLIO 2014. (20)FUN FRA LE NUVOLE

Nuvole amiche del ciel vagabonde

che non restate mai ferme un momento

onde d’un lago ch’è privo di sponde

madrine dell’Ora e figlie del Vento;

nuvole dolci se il sole v’irrora

voi sempre riuscite ad essere nuove

calde la tramonto più fredde all’aurora

liete col bello e un po’ tristi se piove;

nuvole diafane ai raggi solari

che v’arricchite di porpora e d’oro

e nel chiaror di regate lunari

fate del cielo un cangiante traforo;

14 - 13 LUGLIO 2014. (25)nuvole buone che ‘l Garda ombreggiate

e che lenite l’arsura de’ campi

del Nastro Azzurro oppur corrucciate

dell’Intervela fra fulmini e lampi;

nuvole alte dai bianchi contorni

diademi regali a cime rivane

nuvole sparse in cui volano storni

nido incantato di cigni e poiane;

di tutte voi dal meriggio allorquando

io nacqui sul lago mi innamorai

14 -- 13 LUGLIO 2014. (9)da molti anni ormai sto veleggiando

senza potere raggiungervi mai!

E la mia randa io sempre l’ho indosso

la tuga consumo al sole ed al gelo,

ma in Fraglia Vela star fermo non posso:

non voglio aver altro ormeggio che il cielo!

Rotte fra i monti io vo’ percorrendo

e in questo un poco ci assomigliamo:

nulla vi chiedo io nulla pretendo

se non poter dire quanto vi amo.

Eterna meta di tutta la vita

è il vostro porto che mai ho raggiunto,

è questa dura bolina infinita

13 LUGLIO 2014. (29)che mi sospinge pur sempre a quel punto.

Quando dall’alto del monte Brione

la vela mia bordeggiar non vedrete

ed intonar questa alata canzone

voce planante di Fun non udrete,

amiche nuvole non lacrimate

poiché veliero del ciel diverrò

fra Dolomiti di neve imbiancate

prora di nuvole e cielo sarò.

 

Whisper

12 -13 LUGLIO 2014. (1)Le regate. Sono ormai due anni che non ne faccio più. Capirete … alla mia tenera età (ne ho 70 suonati) si ha ben il diritto di dedicarsi a qualcosa di un po’ meno competitivo … Tuttavia ‘sta mattina, mentre bolinavo solo soletto, ho intravisto lontano, davanti a me, un altro velista solitario.

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13 - 13 LUGLIO 2014. (14)L’istinto … che volete … è stato più forte di me: sono subito andato a cercarlo, ho regolato al massimo le vele, mi sono concentrato sul timone … e dopo un po’ me lo sono ritrovato un poco meno davanti ed un po’ più sottovento (1)! Incolpevole, lui, che se ne andava a spasso, tranquillo … senza accorgersi che di fatto io lo … avevo iscritto in una regata!

(1) ma sempre avanti, infatti anche nella foto si vede che lui era sempre nel quadrante di 45 gradi a partire dalla mia prora: quando lui ha virato ed è venuto all’incrocio, mi è passato davanti di pochi metri. Comunque una bella rimonta per il mio vecchio Whisper …

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E questa sera Germania-Argentina! Io tengo per Papa Francesco, ma temo che il mio tifo non basti … a meno che l’Argentina non faccia un “catenaccio della Madonna” (ops … scusa Papa Francesco!) e poi cerchi di vincere ai rigori.

Mio errore, lo ammetto: 90 minuti, zero a zero, squadre abbastanza equivalenti. Brava Argentina!

… PECCATO! Abbiamo meritatamente  ed onorevolmente perso 1 a zero alla fine del secondo tempo supplementare …

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ALLA RICERCA DEL TEMPO … PASSATO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Luglio, 2014 @ 8:20 am

Detto altrimenti: 60 anni dopo   (post 1593)

1 - WP_20130320_009Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli … per una di questa stradicciole … no, non saliva Don Abbondio ma una giovane mamma, giovane maestra che da Calolziocorte (m. 241) saliva – spesso a piedi – a Sopracornola (m. 596) dove insegnava in una pluriclasse elementare. Là si era poi temporaneamente trasferita con una parte della sua famiglia – prima il maschietto e poi anche la femminuccia – per iniziare una carriera che l’avrebbe condotta a diventare di ruolo.

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La prima casetta, a Sopracornola

La prima casetta, a Sopracornola

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Al giungere della bimba, il trasloco: dalla prima casetta di  Sopracornola (comune di Calolziocorte) nella ben più “grande”  Carenno (m. 635), in due successive ville: la piccola Villa Vanda e la più grande Villa Celai.

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Villa Vanda, a Carenno

Villa Vanda, a Carenno

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Il marito, mio futuro suocero, ispettore delle Imposte Indirette, “ispezionava”, cioè viaggiava e andava a trovare la sua famiglia nel fine settimana.

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Villa Celai, a Carenno

Villa Celai, a Carenno

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Anni ’50 … quelli del Manzoni del 1600, quelli del mio racconto del 1900. Oggi quella maestrina, Emma, ha 94 anni. Sua figlia Maria Teresa, mia moglie, ha voluto tornare a rivedere quei luoghi.

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2,5 - WP_20130319_003.

Sopracornola. La prima casetta presa in affitto, la scuola, la piazza della chiesa, il negozio e l’osteria ora chiusi. Il parroco di allora, Don Palmino Pesenti, ovviamente non c’è più..

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.5 - WP_20130319_006

Abbiamo incontrato Don Marco, con il quale abbiamo condiviso parte dei ricordi. Solo parte, perché egli è a Sopracornola da “soli” 50 anni. Una giovane signora che oggi frequenta Sopracornola ci ha aiutato a ricomporre alcuni tasselli dei ricordi.

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Carenno visto da Sopracornola

Carenno visto da Sopracornola

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Ieri 11 Luglio 2014. Maria Teresa alla ricerca del tempo passato. Del tempo, delle case, dei luoghi, delle persone … di ognuna che si incontra si studia l’età per cercare di capire se può “combaciare” con i 60 anni trascorsi. No, troppo giovane … i “troppo vecchi” siamo andati a cercarli al cimitero, sperando di non trovarceli, ovviamente!

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Dalla casa di Carenno alla scuola di Sopracornola “solo” un paio di km, avanti e indietro, salite e discese, con il sole, più spesso con la neve e la pioggia, anche due volte al giorno, a piedi, ovviamente. Un sentiero, saliscendi, scalette, sassi, un ruscelletto: oggi no, una strada asfaltata.

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Ieri a Sopracornola. Festa degli oratòri, un centinaio di bambini e ragazzi. Maria Teresa ricorda che 60 anni fa quelli di Carenno e quelli di Sopracornola, quando si confrontavano in partitelle a pallone si sfottevano: i primi ai secondi urlavano “sbàsuli” e gli sbàsuli replicavano con la tiritera “Carenòi, magna pulenta magna fasòi, magna pulenta e cagiada… pulenta spetasciada”.

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La Chiesa della Prima Comunione

La Chiesa della Prima Comunione

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Ricordi. Le maestrine, le altre maestrine: di un paio si riesce ad avere notizie, ma non si incontrano. I negozietti, qualcuno ancora al suo posto. Altri non più. La prima Comunione a Carenno, la Cresima a Lecco. La gita di fine anno, a piedi, in salita, al Pertùs a raccogliere narcisi.

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Dopo tre anni, il trasferimento: dalla vita libera all’aperto, fra corse nei boschi e scivolate sul ghiaccio delle stradine del paese, alla più “comoda” vita in un bel condominio a Torino. La famiglia è riunita. Bene. Ma negli occhi dei bimbi il ricordo della libertà perduta, del dialetto dei compagni della montagna via via dimenticato … panta rei, tutto scorre, la vita innanzi tutto …

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E’ l’una passata: andiamo a pranzo? Ristorante Rosa. “Sa in questa stagione, a quest’ora, abbiamo poca scelta …” “Va bene comunque, grazie”. Casoncelli alla bergamasca. Già, era provincia di Bergamo, ora lo è di Lecco. Il padrone, altissimo … “Ma lei, scusi … è il figlio dei titolari che erano qui 60 anni fa? Sì, sono io: classe 1942”. E via, la stura ai ricordi: “Tizio è ancora vivo, Tizia è mancata, Caio? Sì, vive ancora qui, no, si è trasferita …” etc…

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Sopracornola visto dalla terrazza dell'albergo Rosa  a Carenno

Sopracornola visto dalla terrazza dell’albergo Rosa a Carenno

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Dopopranzo. Sulla terrazza antistante, al sole. Di fronte, in basso, l’Adda e più a destra quel ramo del lago di Como. In altro le montagne, il Monte San Primo, con le due salite: Magreglio e la più famosa Ghisallo, che tante volte ho salito in bicicletta. Ma panta rei, tutto scorre, anche la bicicletta, soprattutto la mia, ora non certo in salita, soprattutto non più sul Ghisallo!

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Sul lungolago a Lecco

Sul lungolago a Lecco

Scendiamo. Una deviazione fino a Lecco, un gelato sul lungo lago e poi si riparte verso il Trentino, da dove ci siamo mossi questa mattina. Attraversando Pescarenico, al centro di una aiuola di una rotonda, una scultura in metallo: una barca di pescatori con a bordo Renzo, Lucia, Agnese e il traghettatore: “Addio monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi é cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l’aspetto dé suoi più familiari; torrenti, dé quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendio, come branchi di pecore pascenti; addio!”

Addio a quelle montagne, per tornare fra le nostre attuali, le altrettanto amate montagne dell’ormai  nostro Trentino!

P.S.: su Carenno consultate anche e soprattutto:

http://bobtoc.blogspot.it/2014/07/ritorno-sopracornola-e-carenno-60-anni.html?m=0

http://bobtoc.blogspot.it/

 

 

 

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AL LAVORO CON LA COMUNITA’ DI VALLE ALTO GARDA E LEDRO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Luglio, 2014 @ 6:08 pm

Detto altrimenti:  si lavora insieme, una piacevole sorpresa!         (post 1592)

Salendo in bici da Sarche al Maso Limarò

Salendo in bici da Sarche al Maso Limarò

Riva del Garda. Il Direttivo della Fiab Trento, nelle persone del Presidente Guglielmo Duman e mia,  è stato invitato dal Presidente della Comunità di Valle Alto Garda e Ledro Salvador Valandro e dall’assessore Mauro Malfer ad una riunione, per  fornire contributi di idee alla pre-pianificazione che porterà alla compilazione del “Documento Preliminare Definitivo” approvando dai Comuni e dalla Provincia quale base per la redazione del Piano Territoriale della zona.

Ci è stato esposto l’ampio e approfondito l’ottimo lavoro compiuto dai tecnici incaricati, articolato sugli aspetti sociologici, geografici, economici, infrastrutturali, ambientali. Indi siamo stati invitati a fornire i nostri contributi.

Il Presidente Duman ha soprattutto sottolineato il “ponte” che Fiab Trento può fare con Fiab Nazionale, ai fini della organizzazione in Trentino di eventi di portata nazionale con la canalizzazione di importanti flussi turistici. Egli stesso si riserva di fornire direttamente alla CDV i propri contributi.

Da parte mia sono intervenuto nella triplice veste di ciclista; velista; realizzatore del sistema della mobilità a Riva del Garda quale responsabile (P-AD-DG) per nove anni della Società mista pubblico privata APM Altogarda Parcheggi e Mobilità SpA, dalla sua fondazione sino alla completa realizzazione dei suoi obiettivi infrastrutturali e organizzativi del sistema di gestione e controllo della sosta e della mobilità. Ho quindi segnalato quanto segue:

1 – Cicloturismo

Salendo in bici da Prato Saiano a Nago

Salendo in bici da Prato Saiano a Nago

Ho segnalato il “Quaderno di ciclo escursionismo” edito nel 2012 dal CAI Centrale (reperibile in internet) e la pregevole iniziativa della SAT-Riva del Garda di organizzare escursioni con le mountain bike. Ciò a sottolineare che la montagna è inquinata da una pratica non regolamentata di detta attività e non da una sua corretta interpretazione.

Ho segnalato la necessità di migliorare la segnaletica delle piste ciclabili (vedere Valle Aurina!); di prevedere i collegamenti con le altre reti ciclabili delle valli “in quota”, compresa la previsione della Funivia Trento Bondone; di fare marketing e vendita del prodotto cicloturistico per evitare che esso – a valere su piste ciclabili realizzate e mantenute con denaro trentino – sia venduto da soggetti di fuori provincia (alcuni dati sui flussi di cicloturisti sono pubblicati da l’Adige del 9 luglio 20134 a pag. 29); di provvedere a curare maggiormente l’educazione e la sicurezza sulle piste ciclabili.

Ho elogiato la centralità attribuita alla materia dei circuiti montani per escursionisti e scalatori, auspicando che uguale approccio centrale e unitario sia dato ai circuiti ciclistici.

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Centro Velico Lago di Cavedine

Centro Velico Lago di Cavedine

Ho sottolineato la necessità di valorizzare meglio il Centro Velico del Lago di Cavedine e il Maso Limarò.

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Ho segnalato la politica austriaca di organizzazione di 16 funivie già esistenti ai fini della risalita ciclabile, con vendita di biglietti di risalita tri-giornalieri e settimanali, per la valorizzazione della risorsa “dislivello”, anche in estate e non solo in inverno.

Quanto alla adombrata utilizzazione di bici elettriche per la risalita del pendio down-hill sulla frana verso Loppio, ho suggerito di avvalersi di ditte produttrici e noleggiatrici locali (Ditta Carmellini di Arco, v. in internet).

Quanto al progetto della nuova ciclabile Riva-Malcesine, ho suggerito che nel frattempo si provveda con urgenza ad illuminare le gallerie esistenti.

Ho segnalato la potenzialità della “quasi pista ciclabile” in riva al Lago dal Trentino alla città di Garda, ovvero di quella che in estate è una pista pedonale balneare  ma che fuori stagione balneare può diventare una vera ciclabile.

Quanto al progetto di una risalita meccanica dal livello lago a Nago, ho suggerito che con molto meno si potrebbe sistemare la esistente pista sterrata che da Prato Saiano sale a Nago.

2 – Vela

Vela d'inverno fra cime innevate: trasformiamo un "limite" in una "opportunità"!

Vela d’inverno fra cime innevate: trasformiamo un “limite” in una “opportunità“!

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Mi sono dichiarato favorevole alla creazione di un Polo Velico a Porto Arco purchè inserito in una programmazione di nuovi eventi e attività, quali, ad esempio, il Film Festival Internazionale della Navigazione a Vela e una nuova Scuola Superiore di Perfezionamento Velico Classe Crociera, a metà geograficamente e concettualmente fra i famosissimi Glenans francesi e la Scuola di Caprera.

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3 – Mobilità delle auto

SCOUT non ha limiti di applicazione, su rete wireless o internet

SCOUT non ha limiti di applicazione su reti wireless, internet o a fibre ottiche

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Le auto passano il 90% del loro tempo in sosta. Ho proposto la costituzione di un’unica società di gestione per i Comuni della CDV, la quale si potrà avvalere della centrale  Sistema di COntrollo Unificato Telematico  SCOUT da me realizzato quando ero a capo di APM SpA. Il che aiuterà alla creazione di una tessera unica della sosta, fermo restando per ciascun Comune la possibilità di fissare le tariffe e di incassare il relativo denaro delle tariffe.

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Di fronte alle necessità di aree di sosta manifestate da alcuni intervenuti in favore dei sodalizi di appartenenza, ho affermato che occorre dare centralità e unitarietà al problema della sosta, altrimenti non se ne esce!

Ho sollecitato la necessità e l’urgenza di introdurre zone a 30 kmh.

La riunione si è protratta dalle ore 14,00 alle ore 16,00. Di fronte alla richiesta della CDV, FIAB Trento si è dichiarata disponibile ad altri incontri di approfondimento.

P.S.: occorre operare per “sistemi” su “sistemi” e con “sistemi”, applicando da tecnica dello “zero base budget”, dando centralità ad ogni problema e trasformando ogni evento in opportunità. Un  amico mi ha recentemente ricordato un pensiero di Einstein:Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere ‘superato’.

 

 

 

 

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ALITALIA AFFAIR E GLI F 35

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Luglio, 2014 @ 6:12 am

Detto altrimenti: ci volevano gli Arabi per farci aprire gli occhi?  Vabbè che volare necesse est, ma c’è modo e modo, cribbio!  (post 1591)

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Sciopero!

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Esuberi … dicono che siano oltre 2000. Mi chiedo: sono sorti dal nulla, improvvisamente? Chi ha la responsabilità di averli creati, nel tempo? I nomi, i nomi … i nomi e i loro stipendi!

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Gli Arabi dicono: “Faremo molti più voli internazionali a lunga distanza”. E allora? Lo sapevamo anche noi che sono i voli più redditizi. Ma allora … se lo sapevamo … perché non abbiamo provveduto noi? Dice … ci mancavano gli aerei adatti … Ah si? E allora invece dei 90 cacciabombardieri F35 perché non abbiamo comperato 20 airbus per le lunghe distanze?

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Decollo verticale? Ma i ponti delle nostre navi porta aerei NON sono idonei a sopportare la spinta dei motori degli F 35! E allora? Cambiamo anche le nostre navi?

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F 35 … dice … ma noi siamo co-realizzatori del progetto, fabbrichiamo le ali dei caccia … sono posti di lavoro … Ah si? Ed io rispondo: quanti posti di lavoro? Multipli in meno di quelli che possiamo salvare e/o creare con quelle somme … e poi, gli USA li hanno “messi a terra” per l’ennesima volta perché “si rompono in volo, si incendiano”.

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Dice … ma la difesa del territorio… Ah si? Sapete, io per “difesa del territorio” intendo quella che fanno altri aerei, i Canadair antincendio … quella che si realizza con le opere idrogeologiche, con gli interventi contro i terremoti … Tutte opere ed interventi che salvano molte vite e creano molti posti di lavoro.

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LA QUESTIONE PALESTINESE?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Luglio, 2014 @ 6:21 am

Detto altrimenti? La Tragedia Palestinese!    (post 1590)

La Tragedia Palestinese, una tremenda malattia che affligge da decenni una regione ed una popolazione. Ora, la malattia è uno stato patologico che conduce alla guarigione, all’invalidità o alla morte. Se siamo malati, dobbiamo scoprire le cause della malattia ed eliminarle. Riempirci di antidolorifici non risolverà il problema.

ZOM[1].

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La questione palestinese è invero la Tragedia Palestinese. Oggi sono tutti colpevoli: i rapitori e gli assassini dei ragazzi delle due parti. I colpevoli saranno puniti. Ma questo antidolorifico non basterà a far guarire l’ammalato. Infatti, come si è generata e come si rinnova questa malattia? Io  mi sono permesso più volte di suggerire la lettura del libro “Con il vento nei capelli – Una Palestinese racconta” di Salwa Salem (giunti Editore).

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Leggetelo anche voi. Poi ne riparliamo.

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SOLDI ALLA SIAE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Luglio, 2014 @ 6:00 am

Detto altrimenti: SIAE- SOCIETA’ ITALIANA AUTORI ED EDITORI. Formalmente un’ottima iniziativa. Infatti il governo ha dovuto intervenire di recente per “snellirne” la elefantiaca struttura interna di decine e decine di dirigenti e di centinaia e centinaia di dipendenti: ciò, in quanto delle somme che la Siae incassava, ben poco finiva agli Autori ed agli Editori     (post 1589)

th1S2JM2DLMa c’è ancora molto da fare: pensate, io faccio parte del direttivo di una Associazione no profit che organizza concerti. In genere ad ogni concerto incassiamo poche decine di euro dalla vendita dei biglietti (infatti la maggior parte del pubblico è composta da associati non paganti). Ebbene, per regolarizzare questi miserrimi incassi, si mobilita un ufficio Siae e nostri soci nella compilazione di complessi moduli e in versamenti bancari di pochi euro. Ne vale la pena? Non direi.

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Ma allora come fare a “rimediare” e tornare a dare più soldi alla Siae? Detto fatto: si mette una tassa su quegli apparati che possono (notate, “possono”) scaricare e registrare musiche e brani da internet. Cioè: io acquisto un computer che – ovviamente – può scaricare e registrare da internet brani musicali protetti dal diritto di autore. Ebbene, per la sola potenzialità dello strumento, io sono chiamato a pagare una tassa che poi viene riversata alla Siae.

Si dice: ma la tassa deve restare a carico dei produttori. Ma dai, accà nisciuno è fesso … voglio vedere io se non ce la riversano sul gobbo a noi consumatori …

Insomma, si colpisce e si tassa la “possibilità del fatto” e non il fatto. A questo punto mi viene in mente una bella storiella:

thYNZ60NY9Una giovane donna, armata di canna e lenze, senza utilizzare questi strumenti da pesca prendeva il sole insieme al suo cagnolino, sdraiata all’interno della sua barchetta in mezzo ad un laghetto nel quale vigeva il divieto di pesca. La abborda la barca della forestale: “Lei è in contravvenzione, qui vige il divieto di pesca” le intima la guardia. “Ma io mica sto pescando”, replica la ragazza. “Si, ma ha tutto l’armamentario necessario…” replica la guardia. Ed allora la ragazza: “Ed io la denuncio per violenza carnale”. “Ma io non  l’ho nemmeno sfiorata” replica la guardia. “Si, però lei ha tutto l’armamentario necessario” conclude la ragazza, che poi non fu multata.

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