DOMANI … 27 LUGLIO 2014

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Luglio, 2014 @ 7:20 pm

Detto altrimenti; domani .. cosa mi perdo in TV!  (post 1608).

Domani sarò in gita ciclistica con la FIAB Trento: andiamo in pullman da Trento a Passo Resia e poi pedaliamo fino a Merano (85 km) e quindi mi perdo la diretta TV del trionfo di Vincenzo Nibali al Tour de France, con la “passerella” agli Champs Elysees e l’arrivo della Concordia a Genova.

Il primo evento è lieto, anzi, lietissimo! Bravo Vincenzo!

 Il secondo, triste, anche se dobbiamo quasi brindare al fatto  che la navigazione sia andata bene, grazie soprattutto alle “condimeteo” (condizioni metereologiche). Infatti non mi posso dimenticare il naufragio della London Valour, il 9 aprile 1970 (io ero sul belvedere della Foce a Genova e ho assistito personalmente alla tragedia), schiacciata da una libecciata contro la diga foranea del porto (si veda il mio post del 14 febbraio 2012). Insomma, quando è stata presa la decisione di rimorchiare il relitto fino a Genova, si è contato sul fatto che non arrivassero libecciate o mistralate. Ed è andata di lusso!

In questo stesso articolo peraltro descrivevo anche il successo  di una manovra difficilissima compiuta con successo dal comandate di un traghetto il 30 ottobre 2008, il quale è riuscito a condurre in porto la nave  sotto raffiche “al traverso!) di 80 nodi (140 kmh).

Naufragio della Concordia. 2012, evento negativo NON nel porto di Genova, quindi non fa statistica!

Altro disastro nel porto di Genova,  quello riferito nel post del 9 maggio 2013 (nave che abbatte la torre di controllo!).

Speriamo che la serie negativa sia terminata e che  con la Concordia tutto vada per il meglio. Speriamo … infatti conto sull’alternanza della successione degli eventi negativi e positivi nel porto di Genova: domani, 27 luglio 2014  è il turno di un evento positivo!

Coraggio che andrà tutto bene: vedrete che saremo statisticamente bravi!

 

 

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CAMPIELLO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Luglio, 2014 @ 11:12 am

E CAMPIELLO SIA! Vi avverto: è un post lungo, ma potete sempre leggerlo come se fosse un racconto breve. Tutto è relativo diceva tale Einstein … (post 1607)

Detto altrimenti: “Il campiello nell’urbanistica veneziana identifica un campo di dimensioni più ridotte, corrispondente grosso modo alle piazzette o ai larghi delle città e spesso privo della caratteristica principale dei campi veneziani, ossia il pozzo da cui attingere l’acqua. Ma dai, che però se io vi dico “Campiello” voi pensate subito al premio letterario! E fate bene …

 Anteprima

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La super blogger Grande Lettrice Mirna Moretti

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Anch’io penso subito al Premio, soprattutto da quando l’anno scorso la mia collega Blogger (www.trentoblog.it/mirnamoretti – “Tra un libro e l’altro” già “Un libro al giorno”), la carissima amica Grande Lettrice Mirna Moretti– in un gran segreto svelatosi poi solo a cose fatte, come doveva essere – ha fatto parte della Giuria dei Lettori alla finale del Premio Campiello 2013. Mirna, scusa, questa sarebbe stata “arte tua”, ma tu sei in vacanza in Liguria ed allora in tua assenza mi sono permesso … Quindi non la prendere come un tentativo di violazione di domicilio … ops, scusa, di post altrui!

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Ed allora, saputo che i cinque finalisti nel pomeriggio di ieri si sarebbero presentati al pubblico di Asiago (Premio Campiello in Tour – Giunti al Punto Librerie, Comune di Asiago), via di corsa: Trento-Asiago, un attimo (in auto, of course, non in bici, che non sarebbe stato “un attimo”!)

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thM48J57OLAsiago? C’ero già stato sue volte, in bici da  Trento e non al Campiello, qualche anno fa, con qualche anno d’età in meno sulla carta di identità e nelle gambe, salendo sull’Altopiano da due vie diverse: la prima volta da Caldonazzo, per la Kaiserjaegerweg, la Strada degli Alpini del Kaiser, che poi noi la chiamiamo el Menador, quando ancora era la “vecchia” strada austriaca non ancora  asfaltata e con le vecchie galelrie; la seconda volta da Vigolo Vattaro, ma questa è un’altra storia … anzi due.

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Cavalleria di un blogger: il libro della Signora assente

Cavalleria di un blogger: il libro della Signora assente

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Asiago? Bellissima! Tuttavia, Signori Organizzatori, perché non includere Trento nei vostri tour di presentazione? Siamo una città di grandi e molti lettori, vi assicuro! E poi, hai visto mai che il Comune o la provincia Autonoma non sponsorizzino la Vostra “tappa” … mai dire mai … semmai fatemelo sapere che innanzi tutto ci metterebbe una buona parola Trentoblog! Confesso: questo è un  “suggerimento (anche) strumentale”! Infatti … Una richiesta agli Organizzatori: tre inviti (due blogger – Mirna ed io – e mia moglie)  per il 19 settembre, per la Premiazione finale alla Fenice di Venezia, me li rimediereste? Grazie comunque!

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Da sinistra: Fontana, Mari, Corona, Falco

 Due tornate di interviste. Io ho assistito solo alla 1,2 cioè alla prima ed ad un  pezzettino della seconda, me ne scuso con tutti, intervistatore, intervistati, pubblico … ma dovevo rientrare a Trento e poi io, vestito estivo, la sera a 1000 metri fa freschino, la mia bronchitina… poi ne avrebbero fatte le spese le mie biciclette che domani devo farmi un centinaio di km per la Val Venosta, pioggia permettendo … Pioggia che invece in questa estate-non-estate ad Asiago si è fatta da parte quel tanto da consentire la manifestazione all’aperto. Grazie, pioggia!

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Asiago, la mattina … ma no, la mattinata ve la racconto nell’appendice. Veniamo agli Autori finalisti. Una Donna (Domina) assente perché indisposta e quattro uomini. E … la QR-Quota Rosa? Signori Organizzatori, voi rispettate la QR nella scelta dei Giudici Lettori, ma non quella degli Autori! Lo so che la modalità di voto della preselezione è automatica, non  pilotabile, ma appunto per questo sarebbe bastato inserire una regoletta circa la parità di genere, non vi pare? Ma anche questa è un’altra storia.

 Infine, chi ha detto che il vero scrittore è quello anche un po’ autobiografico? Lo vedremo fra poco. Nel frattempo mi domando: che valga anche per i blogger?

 Fine dell’anteprima. Ora possiamo iniziare

Garavini, Donna (Domina)  Fausta

“Le vite di monsù Desiderio” (Bompiani, 308 pagine).

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La Grande Assente (per indisposizione: auguri Signora!). Non ha potuto parlarci del suo libro, ma io l’ho già acquistato, come gli altri quattro del resto. Il titolo? Il libro si presenta intrigante … sarà per le foto di cui è ricco … e poi quel “monsù” che per l’Autrice è francese ma per me  – che ho moglie piemontese e  ho lavorato molti anni a Torino – è piemontese … Ma non del libro vorrei (né potrei) ancora parlarvi. Infatti avrei voluto parlarvi dell’Autrice. Sarà per la prossima volta. Ed allora, gli altri quattro, in ordine alfabetico.

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Corona, Uomo Mauro

“la voce degli uomini freddi” (Mondadori, 235 pagine)

 Mauro, se eventualmente ho travisato qualche aspetto del Tuo Essere, te ne chiedo scusa sin d’ora. Potrai sempre correggermi e bacchettarmi con Tuoi commenti scritti a questo post.

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Da sinistra: Mari, Corona, Falco

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Parlatore affascinante Mauro. Nato in Trentino 64 anni fa (io a Genova, 70). Trasferitosi a Erto (io a Trento). Alpinista come me (Mauro, le vie Castiglioni al Campanile Pradidali e la Ferhmann al Campanil Basso le hai fatte?). Alpino come me. Congedato con 40 giorni di ritardo per compensare i 40 giorni di CPR-Cella di Punizione di Rigore: Pulisci le cucine! Puliscitele tu! L’ordine avrebbe dovuto essere impartito con educazione e rispetto dell’Altro (Mauro). Concordo (io). Come fa Mauro a non essermi simpatico? A me, che pure ero un (potenzialmente da lui odiabile) Sten di Cpl della Brigata Alpina Tridentina (e lui … della Julia? Domando).

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thE174E6MWInnanzitutto Mauro ha ricordato e reso omaggio al compianto Mario Rigoni Stern che ricorda come un “larice di riferimento”, quei larici che nella nebbia ti segnano la via del ritorno a casa, quel “larice” che soleva dirgli “Ma è mai possibile che tu non abbia anche una sola camicia da metterti?” “Ebbene, questa sera l’ho messa!” (applauso). Questo è l’incipit pubblico del Poeta Scrittore Arrampicatore Uomo di Montagna e (quindi) “Uomo di Verità”: Uomo e Poeta di Verità, mi permetto di definirlo, prima che Scrittore (le maiuscole non sono utilizzate a caso). E così avete capito a quale Persona  va la mia simpatia più immediata.

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Là dove c’era il lago ora c’è il Monte Toc!

Trasferitosi ad Erto. Erto, Casso, la tragedia del Vajont: ricercate sul questo blog l’articolo (post, che brutta parola!). Vajont, va giù … dai … leggete la mia poesia nel post citato, grazie se lo fate. Mauro ha scritto il libro pensando a quella Gente Tradita, tradita dalla Sade e dall’Enel, oltre 2.000 persone “trucidate” (questo termine è mio), purché si vendesse l’impianto idroelettrico della diga … Nel suo racconto “la voce degli uomini freddi” (il titolo tutto in lettere minuscole, lettere e uomini comuni, ma proprio per questo i più importanti) Mauro rivive, trasfigurata in forma di metafora e mai nominata, quella tragedia, quella ecatombe che ha distrutto migliaia di Vite Umane ed una Cultura che difficilmente può essere “trasferita” e fatta “rinascere” nelle nuove Casette Altrove (io), in quelle cioè nella quali sono stati “deportati” (io) i sopravvissuti.

La strage del Vajont, la sua commemorazione, 50 anni dopo, l’anno scorso, 2013, poche personalità … “solo Gianni Letta”.

3 5 - DSCN0525Gente del Vajont (e del Libro). Gente Antica, che lotta otto mesi all’anno contro Neve Diversa (io)  dalla  Neve Firmata (Mauro); Gente che è più “calda da morta che da viva” (Mauro); la morte, quasi un lusso (io); Gente che si costruisce case, vestiti, che si procura e sa conservare ogni sorta di alimento; Gente che se abbatte un albero prima lo accarezza, lo studia, lo saluta; Gente che sa che un legno tagliato il primo marzo non brucerà mai e che pertanto ci fabbrica le pale per i fornai; Gente che strappa alla montagna i campi di terra; Gente che lavora anche il Campo Liquido (il torrente Vajont) addomesticandolo per l’irrigazione e per movimentare ruote, mulini, magli, segherie; Gente che un giorno scopre  – improvvisamente – che quel Campo Liquido è scomparso, rubato da … da chi? da altra gente.  “Gente che” i Personaggi: i “ninnananti” (nonni utilizzati per fare addormentare i piccolini); il liutaio; l’uomo a tre facce, quello che di ogni cosa sapeva risparmiarne un quarto, accontentandosi e riuscendo ad operare con i tre quarti diventati per lui i tre terzi …

Il tutto in forma di fiaba, una fiaba per adulti come Pinocchio. In forma di fiaba così “mi sono messo al riparo dal farmi portare ancora una volta soprattutto ad accusare chi ha commesso la strage”.

thE48DC58EMauro: “Non mi ha fatto schifo rileggere questo mio libro, frutto di dodici mesi di sbronze notturne … occorre creare lettori non libri … occorre educare i bambini già quando hanno tre anni, a sei anni è troppo tardi, sono già formati, bene o male. Occorre diffidare da chi respinge l’Altro (cfr. Emmanuel Lévinas, il filosofo del Volto dell’Altro, n.d.r.) e poi la domenica va alla Messa … Io leggevo TEX? Certo e vi spiego perché. Come sopravvissuto alla strage, lo Stato mi pagava il collegio, uno di quelli di lusso, nei quali i “paganti” – tutti signori – chiamavano noi del Vajont con l’appellativo di “pecorai” – ed io Pecoraio (le lettere maiuscole … v. sopra. n.d.r.) lo ero stato, con orgoglio, sino a 12 anni. Ti pago il collegio ma “devi” studiare da geometra. Ma io voglio andare al classico. No, geometra. Ed allora io leggo TEX”.

 Falco, Giorgio

“La gemella H” (Einaudi, 348 pagine)

Giorgio II° (Secondo? Giorgio I° è un altro, sta al Colle),  se eventualmente ho travisato qualche aspetto del Tuo Pensiero, te ne chiedo scusa sin d’ora. Potrai sempre correggermi e bacchettarmi con Tuoi commenti scritti a questo post.

 4  - DSCN0524Anche lui spontaneo ma meno di Mauro (ma chi potrebbe esserlo in misura maggiore?). Tre generazioni “tedesche” dal nazismo (la lettera minuscola non è utilizzata a caso) in poi. Il male del piccolo uomo (uomo-non-Uomo), dei piccoli gesti di una piccola malvagità distratta, anonima e diffusa e quindi grande e dannosissima; la pericolosità del “piccolo male diffuso” ed anche dell’autoriciclaggio dei malvagi. Il male operato dall’uomo dei compromessi pur di arricchirsi; dall’uomo piccolo nazista di provincia che dall’interno della sua utilitaria acquistata a rate invidia la grossa Mercedes del non-nazista ma che poi te lo faccio vedere io; dall’uomo del film del 1986 “Grandi magazzini” il quale, mentre sta per scoppiare la seconda guerra mondiale non sa dire altro alla moglie se non “Dai, che forse riusciamo a comperarci il salotto”; dall’uomo-Merce in rapporto con la Merce e mercificazione della propria dignità; dall’uomo che per lui i campi non sono più quelli sui quali correva da bambino ma pezzi di spazio intravisto dal finestrino dell’auto in corsa sull’autostrada; dall’uomo che abbiamo perso la guerra ma ora abbiamo le autostrade.

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DSCN0530Tranne la prima riga, Libro scritto al presente per innestare la memoria del passato “nel” presente, di un presente che non sarà mai un “passato” ma che perdura. Il Titolo? quella lettera H non puntata, H delle sorelle Hilde (voce narrante)  e Helga, del loro cognome Hinner, dell’Hotel acquistato dal padre a Milano Marittima dopo la guerra … Giorgio, io stesso ho conosciuto un ex collega del tuo “padre delle due sorelle”, a sua volta egli stesso padrone di un albergo … -  La nascita del consumismo (anni ’30!). Romanzo Verità, quindi, anche il tuo, Giorgio, come quello di Mauro. Complimenti!

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Fontana, Giovane Uomo Giorgio

“Morte di un uomo felice” (Sellerio, 261 pagine)

Giorgio III° (Terzo? Vedi sopra!), se eventualmente ho travisato qualche aspetto del Tuo Aspirare, te ne chiedo scusa sin d’ora. Potrai sempre correggermi e bacchettarmi con Tuoi commenti scritti a questo post.

5  - DSCN0518Giorgio, Uomo Giovane, Scrittore Maturo. Giorgio, 33 anni di lumbard (Saronno), laureato in filosofia, “Content manager” non nel senso che sia una Persona contenta (sit sane verum, sia pur vero, glielo auguro) ma nel senso di manager dei contenuti dei programmi di una SW house. Giorgio, affascinato dalle vicende dei giudici e dagli aspetti drammatici della vita e dei racconti. Romanzo Verità (io) difficile a scriversi (Giorgio) ma non a leggersi (io). Alla base, una grande ricerca storica e di cronache. Le vite parallele … no … non quelle di Plutarco, bensì quelle dell’allora giovane Ernesto che poi sarà il padre del protagonista e quella del protagonista stesso. Il padre, operaio partigiano rosso degli anni che furono. Il figlio PM DC, ovvero Pubblico Ministero vicino alla Democrazia Cristiana degli anni che sono appena trascorsi. Un PM che comprende le ragioni per le quali i brigatisti agiscono, ma non condivide i mezzi che utilizzano. Due generazioni “roventi” raccontate dalla terza generazione. A mio sommesso avviso, una Verità Ponte, quella raccontata da Giorgio, una saldatura tra l’altro ieri e ieri per migliorare l’oggi e il domani.

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DSCN0531Il conflitto fra l’amore per la Famiglia (trascurata) e il Lavoro, fra Giustizia e Vendetta (parte più delicata del racconto). Gli ultimi tre mesi di vita di un Uomo felice, il PM. Felice perché è appagato dal contributo che riesce a dare alla società (un po’ meno alla famiglia). Felice perché sa “godere delle piccole grandi cose” (questo è importante, n.d.r.). Felice – dico io – perché si accorge che non può più essere milanista e dopo qualche capitolo l’Autore – che anche lui non ce la faceva più a sopportare questo stato di cose! – lo fa diventare interista! Al che io stavo per far scattare un applauso, io che sono Sampdoriano per via che io alla Doria (GE) ci sono nato (genitori sfollati, primo iscritto nel fonte battesimale, 3 febbraio 1944) e per mio figlio Edoardo, sampdoriano sfegatato, io che sono non-milanista-per-motivi-politici. A questo punto  ho avuto l’impressione che lo Scrittore Successivo (vedi dopo) stesse per prendere in mano il “gelato” (alias microfono) per censurarmi, visto che poi si è dichiarato a sua volta milanista. Ma la cosa è finita lì. Chissà …

 Mari, Professor Michele (last but not least)

“Roderick Duddle” (Einaudi, 480 pagine)

 Professore, se eventualmente ho travisato qualche aspetto del Tuo Scrivere, te ne chiedo scusa sin d’ora. Potrai sempre correggermi e bacchettarmi con Tuoi commenti scritti a questo post. E abbi pazienza per il tuo Milan … dai, si scherza … e poi lo sai anche tu … “castigat ridendo mores …”

6 - DSCN0522Già 15 libri scritti. Questo, il terzo d’ambientazione nel ‘900. Michele. Solo 58 anni. Però suo malgrado sta vivendo il cinquantanovesimo anno d’età e quando “compirà” i 59 inizierà a vivere il sessantesimo: in Toscana – e il mi’ babbo gli è un toscanaccio – si usa denunciare l’anno che si sta vivendo e l’altro poi ti chiede: “Quando lo finisci?

Ma veniamo al suo lavoro. Una avventura epico-picaresca, protagonista un bambino che poi è lo stesso Autore. E’ anche un giallo con tanto di intendente di polizia e finale a sorpresa. Il suo scritto (sostantivo)  è del tipo “romanzo popolare”, scritto (participio passato) per colmare un vuoto, quello dei romanzi a puntate, dei capitoletti corti corti (caratteristica che apprezzo molto, n.d.r,), ognuno con il suo titolo (idem come prima, n.d.r.).

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DSCN0527Michele rifugge dalla storia e dagli eventi contemporanei ma. Ma cosa, direte voi …? Ma afferma che sia impossibile per ogni scrittore sfuggire dall’autobiografismo (ditelo a me!). Solo in tal modo, scevri dall’esigenza della coralità, del “così fan tutte e tutti, così si aspettano tutte e tutti”, solo così si riesce ad essere “veri” (concordo, n.d.r.). Il suo è un “procedimento a complicare” la vicenda. Parte da una base e alla fine di ogni capitolo la premessa-promessa di una nuova sorpresa (riusciranno i nostri eroi a ….? Cos’altro li attende?). Michele afferma (più o meno, cito a memoria):”Alla fine di ogni capitolo – che scrivo preferibilmente dopo pranzo e dopo cena, assolutamente non assillato dal soll, ovvero dal dover essere, bensì vivendo il mio sein, il mio essere, -io stesso non so cosa capiterà ai personaggi. Del resto è una mia caratteristica rifuggire da ogni sorta di programmazione, di pre-scalettatura, di revisione programmata. Infatti a mio avviso chi pensa ed opera in tal modo sottrae buona parte della sua intelligenza all’obiettivo fondamentale, la creatività”. Per questo motivo non ho mai accettato inviti ad “insegnare a scrivere” (concordo, n.d.r.). Afferma: “Scrivere deve essere come una dichiarazione d’amore: una cosa spontanea, un po’ da incoscienti, se vogliamo!” (dillo a me …).

Procedimento a complicare, si diceva. E solo da pagina 420 circa si cominciano a semplificare, per riunione, le situazioni. Quindi, care Lettrici e cari Lettori, avete 60 pagine di tempo per raccapezzarvi!

Michele, già 15 libri scritti, ed ognuno è come un parto, che ci vuole un anno prima di quello successivo (Michele). Concordo (io).

Una sua particolarità, per certi aspetti manzoniana: l’Autore si rivolge spessissimo al lettore (ben 78 volte!) appellandolo con attributi i più vari, spesso provocatori (“sono un po’ sadico” (non sarà vero ma non sorride mai, n.d.r.). “Già, ci dice, occorre sferzarlo questo lettore, provocarlo, irritarlo se vogliamo, ma coinvolgerlo, questo è l’importante! Occorre gettarlo dentro la vicenda, nella quale egli deve essere portato a credere. Così come Melville credeva nella realtà metafisica della sua Moby Dick …”

Manzoniano? Sì, “quasi come –“. Infatti anche Don Lisander si rivolgeva al lettore, sia pure in modo diverso, nel senso che …

… “Questa conclusione, benché trovata da povera gente, c’è parsa così giusta, che abbiam pensato di metterla qui, come il sugo di tutta la storia. La quale, se non v’è dispiaciuta affatto, vogliatene bene a chi l’ha scritta, e anche un pochino a chi l’ha raccomodata. Ma se in vece fossimo riusciti ad annoiarvi, credete che non s’è fatto apposta”.

Ed io, in misura infinitamente (infinitamente!) minore … io stesso mi permetto di chiudere questo mio lungo post con la stessa richiesta di comprensione. Grazie a voi, mie Lettrici e miei Lettori per avermi sopportato sin qui. E soprattutto grazie ai cinque Autori i cui commenti sarei felice di ricevere e pubblicare.

Appendice

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La mattina lungo la statale che scorre parallela alla vecchia ferrovia di Montagna Rocchette-Asiago.  C’ero già stato, anche qui in bicicletta con gli amici della FIAB Trento. La ferrovia. In internet esiste molto sull’argomento (navigate e leggete, ne vale la pena!). Io qui vorrei ringraziare l’Associazione Sorico – Culturale  Fronte Sud – Altopiano 7 Comuni per la pubblicazione dell’interessante opuscoletto che ho trovato sui tavoli della Trattoria Ai Granatieri in località Campiello, una delle fermate della ferrovia, appunto.

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Stazione Campiello, si scende!

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In trattoria

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Se sei portate vi sembran poche …

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A tavola!

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Poco dopo, verso sud, la pista ciclabile non è più attrezzata per le biciclette che comunque noi oggi non abbiamo. Comunque  …. peccato! Proseguiamo ovviamente a piedi per 1 km e troviamo un cimitero di guerra. La guerra, le guerre, quando capiremo che non servono a nulla se non a fabbricare dolore, povertà, morte, distruzione?

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Il rientro a Trento? Per la Kaiserjaegerweg, ma questa volta la strada  era in discesa,  asfaltata ed io ero in  auto. Tutt’un’altra storia … E poi, quanto tempo ho impiegato a scrivere e a pubblicare questo post? Sette ore, ma tanto oggi piove e in bici vado domani: Passo Resia, val Venosta fino a Merano, con gli amici di FIAB Trento.

Buoni libri e buona bici a tutti!

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DUE ASSOCIAZIONI IN FESTA … DI MEZZ’ESTATE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Luglio, 2014 @ 6:28 am

Detto altrimenti: evviva la Trento “comunicativa”! (post 1606)

Dice … ma a Trento … sono un po’ chiusi, sai, il carattere della gente di montagna … la sobrietà di secoli di Principati Vescovili … Ma quando mai? Trento è ricchissima della  spontaneità di associazionismo “sacro” e “profano”. Sacro, nel senso del volontariato sociale;  profano nel senso di culturale e sportivo.

Quanti siamo fra le due associazioni? 230, ma ... per fortuna ... non tutti presenti alla festa!

Quanti siamo fra le due associazioni? 230, ma … per fortuna … non tutti presenti alla festa, alla quale si sono presentati  una quarantina)

E ieri sera una favorevolissima congiunzione astrale di due Associazioni profane: l’ Accademia delle Muse si è riunita a festeggiare la Mezz’Estate con la FIAB Trento, Associazione Italiana Amici della Bicicletta. Già, perché entrambi sono associazioni culturali, ove per cultura di deve intendere null’altro che “insieme delle conoscenze”. Il fatto è avvenuto così, naturalmente, in quanto molti Accademici sono anche “pedalatori” e viceversa. Inoltre, in quanto perché in FIAB non si pedala a testa bassa lottando contro il cronometro (a proposito: complimenti a Vincenzo Nibali, padrone assoluto del Tour de France!) bensì con lo sguardo alto alla ricerca di quanto di bello la natura, la storia e l’arte offrono ad ogni passo … ops, scusate, ad ogni pedalata in questa nostra Bella Italia.

continua »

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SORPRESE SULL’ALTIPIANO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Luglio, 2014 @ 10:12 pm

Detto altrimenti: uno va a trovare un amico, a fare due passi e …    (post 1605)

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… e scopre che a COSTA di Folgaria, nel Maso Spilzi, c’è una interessante mostra sulla “Guerra nelle sue caricature”. Nella bellissima ed ampia sala del Maso, riadattata a sala museale e per concerti (leggi dopo!), è stata allestita una interessante mostra su come i caricaturisti hanno a loro tempo interpretato la prima guerra mondiale.  Sono entrato senza avere notato il manifesto d’ingresso, mi sono presentato all’addetta alla sala qual io sono, un blogger-giornalista ed ho ottenuto l’ok a scattare una foto per questo post. Guarda e  riguarda, ho scelto questa. In piccolo, in alto, sulla testata del giornale è scritto: “L’ASINO è il popolo utile, paziente e … bastonato”

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Poi, uscendo, ho notato (con soddisfazione!) che l’immagine da me scelta era stata scelta proprio per il manifesto ufficiale della mostra! Eccola qui a fianco.

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Da una guerra all’altra: alla giovane e gentile custode che aveva fra le mani un libro in arabo, ho suggerito di leggere il libro “Con il vento nei capelli – Una Palestinese racconta” di Salwa Salem (Giunti Editore), un libro che narra l’origine di un’altra guerra …

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.Carlo F. 13 OTT 2012 (22)

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Ma … e il concerto? Infatti in questa sala, sabato 26 luglio 2014 ad ore 21,00 si terrà il concerto di apertura della stagione  “29° Edizione Festival ESTATE IN MUSICA” – “7° Edizione, LA GRANDE MUSICA A MASO SPILZI – 5° Edizione ARMONIE SULL’ATOPIANO”. e chi inaugurerà il tutto? Il mio amico chitarrista classico Carlo Fierens, collega nell’Accademia delle Muse a Trento, che eseguirà alla chitarra i seguenti brani:

  • J. Rodrigo (1901-1999), Invocacion y danza
  • J.S. Bach (1685-1750), Adagio e Fuga BWV1001
  • A. Barrios (1885-1944), Un suegno en la floresta
  • G. Regondo (1822-1872), Introducion et caprice
  • N. Paganini (1780-1842), Capriccio n. 24 op. 1
  • A. Ginastera (1916-1983), Sonata, op. 47 – Esordio, Scherzo, Canto, Finale.

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FUNGHI!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Luglio, 2014 @ 8:26 pm

Detto altrimenti: Pilzen (in tedesco) e siccome sono  porcini, Stein Pilzen: lo so che lo sanno tutti, ma per me è stata una novità!  (post 1604)

Una novità i funghi? Si, per me … il cucinarli … intendevo, una novità! Si fa così:

  • WP_20140722_008Si va per funghi (caso 1) oppure sia aspetta che un amico te li regali (caso 2).
  • A me capita spesso il caso 2.
  • Si puliscono con coltellino e spazzolino (e vabbè … questo l’avevo sempre fatto!)
  • Si tagliano i funghi a pezzettini.
  • Padella (meglio un saltapasta dai bordi alti), olio e scalogno: soffriggere.
  • Mettere in padella prima i pezzettini ex gambi.
  • Rimescolare, poi gli altri.
  • Aggiungere pomodorini spelati e sminuzzati.
  • Ogni tanto aggiungere un po’ di sale.
  • Prezzemolo e  aglio ben frullati.
  • Rimescolare a fuoco abbastanza alto.
  • Abbassare il fuoco e mettere una retina sul fornello.
  • Coprire con coperchione e lasciare riscaldare ancora per 5 minuti.
  • Poi spegnere il fuoco e rimescolare.

Domani a pranzo: risotto con i funghi!

WP_20140723_001Riprendo in mano la tastiera del computer   il giorno dopo. Brodo di carne, il riso (Carnaroli) versato a pugnetti (tre a testa), il brodo aggiunto poco a poco, senza rimescolare il riso se non negli ultimi tre minuti. Infatti, se fai così, il tutto richiede meno lavoro. Se al contrario inizi a rimescolarlo devi continuare a farlo per tutto il tempo della sua cottura! Indi, nel fornello a fianco hai riscaldato i funghi che hai preparato il giorno prima (a fuoco lento, con la retina) e man mano ne travasi una certa quantità nel tegame del risotto (vedi foto). Alla fine, innaffiatina con prezzemolo fresco tritato. Buon appetito!

 

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EFFETTI DELLA CRISI SULLE AMMINISTRAZIONI CONDOMINIALI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Luglio, 2014 @ 10:47 am

Detto altrimenti: occorre adeguare la legislazione  (post 1603)

Questa la situazione:

  •  Succede sempre più spesso che un condomino, colpito dalla crisi, non riesca più a pagare la propria quota di spese condominiali.
  • L’amministratore del condominio cerca di recuperare queste somme, ma spesso non vi è nulla su la legge consenta di rivalersi.
  • Quei costi vengono quindi addebitati a tutti gli altri condomini.
  • Vi sono condomini veramente indigenti. Ma vi sono anche  condomini “furbi” che fanno finta di essere indigenti solo per sottrarsi a quel loro dovere.
  • Alcuni condomini morosi cercando di limitare i propri costi che poi saranno addebitati ad altri.  Alcuni condomini morosi invece non si negano riscaldamento, acqua, energia elettrica, gas al massimo, tanto è tutto gratis per loro.

 Mi domando: esiste o meno una legge che consenta/imponga all’Amministratore di pagare i fornitori solo pro quota, segnalando loro gli estremi del condomino moroso? Se questa legge non esiste, si può chiedere che venga fatta?

 

 

 

 

 

 

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STRAGI IN PALESTINA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Luglio, 2014 @ 10:36 am

Detto altrimenti: cui prodest? A chi giova?  (post 1602)

Nulla succede al mondo per caso. Il mi’ babbo, toscanaccio DOC, soleva dire “Un mi venite a dire che Cristo gli è morto di sonno”. Ovvero: non mi raccontate favole. Cui prodest, cui bono la guerra in Palestina? A chi giova? E poi … si può chiamare “guerra” una situazione di conflitto “non dichiarata”? Occorre rifarsi al diritto internazionale, ma io, laureato in legge nel 1968 (laurea all’antica, di quelle sudate!), sinceramente non me lo ricordo. Così, a braccia, oggi direi che siamo di fronte ad attacchi terroristici controbattuti da rappresaglie con effetti devastanti anche sulla popolazione civile non responsabile di alcunchè.

I fatti? Proviamo a metterli in ordine:

  • seconda guerra mondiale
  • olocausto degli ebrei
  • mancato intervento alleato in loro difesa
  • risarcimento di ciò, attraverso la creazione dello stato di Israele a danno dei Palestinesi
  • terroristi che approfittano della situazione
  • mercanti di armi che fanno affari. Idem alcuni paesi canaglia.
  • USA  (e altri Paesi europei): “Se un paese (Israele) è attaccato è giusto che si difenda ” (1)

Io mi permetto di dire: l’affermazione USA è semplicistica, elude il vero problema e – nel frattempo – non impedisce che muoiano civili, donne, bambini (oltre 540!). Mi chiedo (e la domanda non è retorica): non sarebbe stato possibile sin dall’inizio un intervento di terra mirato alla eliminazione delle rampe lancia razzi ed anche alla verifica della legalità dei continui insediamenti dei “coloni” israeliani in terra palestinese? Mi viene in mente la fine che hanno fatto gli indiani d’America a seguito dell’arrivo dei “coloni” bianchi.

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(1) USA: due giorni fa questa affermazione. Oggi una totalmente opposta: “Altro che la dichiarata operazione chirurgica: questa è una strage. Israele, fermati”.

P.S.: sui morti palestinesi, segnalo il post di cui al seguente link, un po’ crudo – se vogliamo – ma efficace:

http://narcolessico.wordpress.com/2014/07/21/i-palestinesi-possono-morire-tutti/

 

 

 

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MA LUI NON LO SAPEVA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Luglio, 2014 @ 7:10 am

Detto altrimenti: sentite un po’ cosa è capitato all’amico di un mio conoscente … (post 1601)

Un mio conoscente mi ha raccontato quanto segue:

Inizia

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Nel nostro caso, il limite minimo era di 18 kmh

Un suo amico, persona  sempre molto impegnata  su più fronti (finanza nel senso di “soldi” e di “guardia di-“;  calvizie; politica, etc.) per concedersi un po’ di meritato relax, comodamente seduto al volante di una lussuosa auto nuova ultimo modello,  stava concedendosi una guidatina in una strada sulla quale vigeva il limite della velocità minima di 18 kmh.

Lui era ben conscio che “su” quella strada vigeva il limite minimo dei 18 kmh.

Tuttavia la sua capacità di giudizio della propria velocità era limitata, perché la strumentazione dell’ auto era difficile da leggere essendo espressa in mmh (miglia marocchine all’ora, n.d.r.) e non in kmh.

In realtà, lui stava procedendo a 17  kmh.

La polizia stradale lo ferma e gli contesta la violazione, sanzionandolo a norma di legge.

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Struttura molecolare della monometilidrazina

Lui cerca di difendersi affermando che non poteva conoscere ed utilizzare  la strumentazione dell’auto che dava indicazioni in mmh; che lui credeva che tale simbolo  fosse l’abbreviazione del combustibile monometilidrazina (combustibile per i motori a razzo, n.d.r.) con il quale credeva fosse alimentata l’auto; che  l’auto sulla quale si stava comodamente rilassando non era sua, bensì della nipote di un suo collega, un importante personaggio politico estero.

Niente da fare. La sanzione resta confermata.

Lui fa ricorso e la multa gli viene tolta, perché “non poteva sapere che stava andando alla velocità di 17 kmh”.

Finisce

A questo punto cosa mai resta da aggiungere ad un povero blogger  se non “summa lex summa injuria”?  Cioè che “per  quanto possa essere perfetta una legge, può tuttavia pur sempre recare offesa a qualcuno”? Ma … dice … in questo caso … offesa a chi? A tutti noi, direi … evabbuo’ …

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RICORDINBICI (DAL TOUR DE FRANCE …)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Luglio, 2014 @ 5:25 pm

Detto altrimenti: non sono più le salite di una volta … (post 1600) (le foto? Scattate con il telefonino allo schermo della TV!)

Dal Lautaret a Briancon

La discesa dal Lautaret a Briancon

Oggi ho visto la tappa del Tour nella parte della  discesa dal Lautaret – Briancon – Salita all’Izoard etc.. Non ci crederete ma mi sono commosso … infatti 25 anni fa ne avevo 25 di meno (!) cioè 45 e tanto allenamento in più. Partendo in bici con l’amico Paolo Piccoliin un giorno da Cesana Torinese (1354), superato il Monginevro (1860), scesi a Briancon (1325) avevamo scalato Lautaret (2058), Galibier (2645), Telegraf (1488) e (quest’ultima però in taxi!) Moncenisio (2000) per poi scendere a Susa. In altra giornata, in solitaria: Cesana, Monginevro, Izoard (2361) e ritorno per la stessa strada. Ancora, con Paolo, sempre in un giorno: Cesana, Monginevro, Briancon, Izoard e discesa sul versante opposto per la Casse Dèsert, Château Queyras, Guillestre, Briancon, con il solito rientro a Cesana Torinese attraverso il Monginevro.

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Ski: lungo la discesa dal Lautaret a Briancon, sulla destra, quattro funivie di arroccamento conducono agli 80 (80!) impianti sciistici di Serre Chevalier, 250 km di piste sino ai 2800 metri! Uno di questi impianti parte proprio da Briancon “nuova”, ai piedi della cittadella storica di cui alla foto qui sotto. Gli altri tre, rispettivamente, salendo la valle da Briancon al Lautaret, dai paesi di Chantmerle, Villeneuve, Monetier (a Monetier ci sono dei fuori pista da urlo!).

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Briancon

Briancon alta, a 1326 metri di altitudine, ma il Tour parte dalla città bassa a 1150 metri

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… ma soprattutto mi sono emozionato alla vista (aerea) di Briancon vecchia

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Cervieres

Cervieres, verso l’ Izoard

… ed alla vista di Cervieres (m. 1595, 173 abitanti), paese che si raggiunge dopo 9 km da Briancon con pendenze fino al 9%, paese nel quale la strada gira verso destra (nella foto, provenendo da in basso a destra, curva verso quella risalita da sinistra verso destra sulla conoide verde d’erba), verso l’Izoard …. Cervieres che in inverno avevo raggiunto anche in sci (fuori pista splendido di oltre 12 km!) dal Colletto Verde (2560), (a sua volta raggiunto in funivia dal passo del Monginevro), e che in estate avevo raggiunto anche in mountain bike, dopo essere salito (a pedali!) da Cesana (1354)  al Colletto Verde (2560), per poi scendere a Cervieres  e  Briancon bassa (1100) e raggiungere la famiglia che era andata in auto  a fare il bagno alla Roche-de-Rame, un grazioso laghetto lungo la strada fra  Briancon e Guillestre.

 

La Casse Dèserte

La Casse Dèserte

Ricordi, bici, ricordinbici, dicevo. Ma poi, direte voi, com’è che hai “mollato”? Il fatto è che mi sono innamorato di un’altra, della mia barca a vela e quindi ho tradito per oltre 20 anni il mio primo amore, la bicicletta. Ma si sa, il primo amore non si scorda mai ed ora, dal 2010, sono tornato dalla mia prima morosa. Solo che certe cose non me le posso più permettere, ovviamente … ma va bene così … ah … la jeunes!

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Solo che … non capisco … io ci avevo impiegato circa due ore e mezza … loro circa un’ora. Che dire? Eh, raga, lo so ben io … non sono più le salite di una volta!

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IL LAVORO INTRAPRENDENTE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Luglio, 2014 @ 6:09 am

Detto altrimenti: la partecipazione del lavoratore (post n. 1599. Il post n. 1 è del dicembre 2011)

Anteprima

Scialla, raga (calma,  ragazzi):  io non mi riunisco con amici solo per andare in biciletta! Da pensionato qual sono (assolutamente non certo d’oro, ma quanto basta ….), da persona “libera di” e “libera da”, sento comunque il bisogno di “esserci” nel cercare di fornire al Sistema un contributo per la crescita, soprattutto in un periodo di crisi quale l’attuale. Più volte è capitato di chiedersi quale sia il primo problema del Paese, e più frequentemente si sente dire ”il lavoro, l’occupazione”.  A me piace proporne un altro: il problema antropologico dell’appartenenza ad un gruppo, ad una città, ad una  Provincia, ad una Euregione, ad uno Stato e soprattutto – mi auguro presto – agli Stati Uniti d’Europa!. Appartenenza nel duplice senso: io “appartengo a quella Entità” e quella Entità “appartiene (anche) a me”. Da questo senso di appartenenza-immanenza scaturisce l’obbligo, il piacere, la necessità, il dovere di fornire il tuo contributo a questo “Sistema territoriale di concepire il mondo”.

Fine dell’anteprima. Ora possiamo iniziare

A cena in una sala riservata. Ognuno paga il suo. Alcuni tavoli. Ognuno un tema. Il mio? “La partecipazione del lavoratore”. Partecipazione su quattro livelli: motivazionale, giuridica, economica, culturale (cultura= insieme delle conoscenze, n.d.r.).

N.B.: parlo di livelli non  in quanto siano all’interno di una scala gerarchica:  bensì solo per una esigenza di ordine, di chiarezza nei ragionamenti …

Fino a poco tempo fa, era un top-down: da una parte l’imprenditore, il capo; dall’altra il lavoratore: “Vieni che ti dico cosa devi fare” (IT, Information Technology). Oggi dalla crisi si esce con la competitività che deriva soprattutto dalla “partecipazione” di tutti alla crescita ed allo sviluppo dell’ “intrapresa”, soprattutto in termini di idee, di contributi anche volontari ben oltre l’imposizione del contratto di lavoro (ICT, Information Communication Technology). Da parte del lavoratore ciò può e deve avvenire sulla base di una premessa: egli deve essere motivato. La motivazione è oggi il primo fattore della produzione, prima dl “capitale” e prima del “lavoro ex previsione contrattuale”. La motivazione deriva dall’attribuzione al lavoratore di responsabilità e potere, mai dalla attribuzione – come purtroppo assai spesso avviene – della sola responsabilità. Deriva dal rispetto che è dovuto ad ogni persona, al rispetto della sua dignità che si traduce innanzi tutto nella convinzione che l’impresa cresce solo insieme alla crescita di chi vi lavora e viceversa.

Questo primo livello o meglio, primo approccio al problema è comune ad ogni Paese. Poi vi sono Paesi (ad esempio la Germania, l’Austria, l’Olanda, la Svezia) che hanno sviluppato più del nostro un secondo, differente, ulteriore, livello partecipativo, quale quello della creazione di istituzioni e strumenti di governance che coinvolgono direttamente i lavoratori nella gestione dell’impresa: gli strumenti sono quelli del “doppio canale” (attivazione del sindacato e in parallelo direttamente dei lavoratori stessi); la partecipazione – nella gestione dell’impresa – ai Consigli di Gestione e/o a quelli di Sorveglianza.

Il terzo livello è rappresentato dalla partecipazione economica ai risultati dell’impresa, attraverso la pratica dell’MBO (Management By Objectives o premi di rendimento che si aggiungono – in misura marginale – alla retribuzione fissa); la trasformazione della retribuzione da “fissa” in parte fissa ed in parte - ben più che marginale –  variabile; più raramente, la partecipazione del lavoratore al capitale azionario dell’impresa. Per inciso … si dice che la nostra Cooperazione trentina con il suo “una testa, un voto” rappresenti vera partecipazione. Io mi permetto di dubitarne, visto lo stravolgimento che essa ha subìto rispetto alla iniziale Cooperazione del suo fondatore, Don Lorenzo Guetti; di fronte ai molti “livelli cooperativistici” esistenti; rispetto al sistema della pre-organizzazione dei consensi. Ma questa è un’altra storia …

Quarto livello. La partecipazione del lavoratore deve prendere le mosse anche da quanto più egli è formato, istruito, da quanto più egli stesso “cresce” all’interno dell’impresa, e ciò chiama in causa un altro aspetto della questione: quello del “mantenimento e trasmissione della Conoscenza”. Le aziende medio-grandi possono investire a tal fine su apposito management (il Manager della Conoscenza), sempre che lo vogliano fare. Le piccole imprese spesso non possono dedicare risorse finanziarie a tale scopo. Ed allora occorre intervenire sul capo, sul proprietario… anzi, occorre che a intervenire sia il capo, il proprietario. Ma costui … saprà intervenire? Vorrà intervenire? Per il Trentino – terra di poche grandi imprese; di alcune imprese medie, di molte piccole imprese – questo problema è sicuramente molto rilevante. Una soluzione potrebbe essere quella che le piccole imprese, a gruppi, formino dei consorzi, delle filiere, delle reti anche o anche solo esclusivamente a tale fine: per “concedersi il lusso”, condividendone i costi, di tale servizio.

E questo può essere un compito della Politica: della Politica dei Politici e dei Sindacati (le lettere maiuscole non sono utilizzate a caso, perché purtroppo esistono anche una “politica”, molti “politici” e semplici “sindacati”, n.d.r.): quello di dare centralità a questo problema, di porlo scientificamente sul tappeto, di affrontarlo a piene mani e non solo con la mano sinistra, distrattamente, marginalmente, con le spalle, la testa, la mente e lo sguardo già rivolti altrove, a “cose” ben più importanti: “Che volete, ho ben altro cui pensare io … alle prossime elezioni, altro che alle prossime generazioni!”

E invece ieri sera, la Politica, i Politici ed i Sindacati – che pure erano presenti – hanno fatto, insieme,  vera “Politica”.

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