UE: LA SETTIMANA EUROPEA DELLA MOBILITA’ SOSTENIBILE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Settembre, 2014 @ 7:30 pm

Detto altrimenti: … e FIAB Trento c’era!  (post 1658)

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FIAB non è sport: è stile di vita, cultura, rispetto di se stessi e degli altri, amore per il “ritorno al futuro”

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FIAB – Federazione Amici della Bicicletta, Trento. Un gruppo di amici (localmente siamo 150. A livello nazionale migliaia e miglaia … mi devo informare!!) propone un’idea: la bicicletta in città, in luogo delle auto. E poi, già che ci siamo, anche fuori città! E allora tutti noi a partecipare alla Settimana Europea della Mobilità Sostenibile.

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La stampa locale ci ha immortalato!

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Ieri a conteggiare le persone che entrano in città per recarsi al lavoro utilizzando la bici (nel 2012 Trento ha vinto questo “campionato italiano”!). Oggi tutti in Piazza della Mostra, a Trento, con tanto di gazebo, depliant etc.. insieme a tante altre iniziative ciclistiche.

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I nostri angeli custodi

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E poi, alle 14,30, scortati da due Poliziotti della locale Polizia, a percorrere 13 km di ciclabili urbane: Grazie a loro e a tutto il Corpo di appartenenza!

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L’assessore comunale alla mobilità, Michelangelo Marchesi

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Fiab Trento: la Past President Manuela Demattè e il Presidente Guglielmo Duman

Fiab Trento: la Past President Manuela Demattè e il Presidente Guglielmo Duman

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E’ un fatto: in Europa ormai si vendono più biciclette che automobili. Il numero dei ciclisti urbani, ciclo turisti e ciclo escursionisti sta aumentando.

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E se l’età media della popolazione si innalza (si invecchia, raga!), ecco il boom delle biciclette a pedalata assistita! Qui a fianco, il servizio noleggio organizzato dalla Provincia Autonoma di Trento.

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Una sosta del gruppo

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Persino il CAI Club Alpino Italiano Centrale ha ritenuto di prendere atto del fenomeno e di regolamentarlo con il Quaderno di ciclo escursionismo, reperibile in internet. Altro che demonizzarci, noi ciclisti! E ve lo dice uno che da giovane è stato istruttore sezionale di alpinismo (CAI Sez. Ligure, Genova).

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… con la Vice Presidente FIAB Monika Giacomozzi e, sullo sfondo, il Castello del Buon Consiglio

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La piazza: animata anche da un simpatico quartetto (nella foto, scattata dalla sella della bici, è rimasto fuori un componente: scusami, ti prego … mandami una foto con tutti e quattro che la pubblico!): si tratta dello SMART SAXOFONE QUARTET composto da studenti del Conservatorio Bonporti e dell’omonimo Liceo Musicale: Mattia Grott, Martina D’Amico, Mattia Giacomozzi, Filippo Corbolini. Email smartsaxquartet@gmail,com  tel. 0039 3404746050  www.facebook.com/smartquartet. Bravi ragazzi, chissà che prima o poi non siate a Riva del Garda, ospiti dell’Associazione Amici della Musica (di cui sono tesoriere). Alles can sein

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Bicincittà ma non solo, dicevo. Trentino Biciland o Bikeland, se preferite, Trentino che valorizza una sua preziosa risorsa non solo in inverno ma anche in estate. Quale risorsa vi chiedete? Ma i suoi dislivelli! Nella vicina Austria sono state messe in rete 16 funivie per operare in estate e portare in quota i ciclo escursionisti … e noi? Cosa aspettiamo?

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Trentino che investe nelle sue piste ciclabili, tante, bellissime, non ancora tutte in rete. E allora, facciamo questo sforzo, dai! Colleghiamo Trento alla Valsugana e alla Valle dei Laghi! Pochi km di ciclabili e il paradiso a pedali è fatto! Basta copiare quello che ha fatto Merano per collegare le sue ciclabili a quella della Val Venosta.

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E in città? Anche qui raccordare i singoli tratti e soprattutto varare una campagna di maggiore sensibilità ed educazione e rispetto reciproco per tutti: automobilisti, ciclisti, pedoni. La convivenza di tre velocità diverse è segno di civiltà.

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Quindi, ragazzi di ogni età, iscrivetevi alla FIAB! Come si fa? Be’ ad esempio scrivendo un commento a questo post: poi mi faccio vivo io che sono il segretario dell’Associazione. Servizio a domicilio, che volete di più?

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“Ladri di biciclette”

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In tutto questo, una sola nota negativa: infatti è rinato un antico “mestiere”, quello del ladro di biciclette. Ricordate il vecchio, bellissimo film di Vittorio De Sica (1948)? E noi … cosa facciamo? Targhiamo le nostre bici, per renderle riconoscibili!

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NON MI ERA ANCORA CAPITATO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Settembre, 2014 @ 7:13 am

Detto altrimenti: … maccome? Con oggi sarebbero ben sei giorni che non pubblichi un post, Riccardo! Chessuccede? (post 1657)

Scialla, raga, calma, mica me lo ha ordinato il medico di pubblicare uno o più post “al giorno” … eppoi, sapete, quando un giornalista non ha la notizia, spesso se la cava con la “non notizia”. Un esempio? Eccolo: “La tale personalità internazionale non farà tappa a Trento”. Ecco, non che in questi giorni non ci siano spunti sui quali riflettere anzi … macchevolete i troppi spunti, la troppa informazione alla fine sortiscono l’effetto contrario: la chiusura ad informare e ad informarsi. Ma insomma, detto questo, vediamo di recuperare. In questi giorni isolerei cinque temi: 1) l’Italia, unico Paese UE con previsione di PIL negativo; 2) la contro-guerra dell’oppio; 3) la guerra del califfato; 4) un mondo di … casta; 5) le bombe d’acqua.

1)    Italia, unico paese UE con previsione di PIL negativo. E dire che avremmo tutto per essere quello con il maggior PIL positivo. Che fare? Care amiche lettrici e cari amici lettori, provate voi stessi a rispondere con i vostri commenti.

2)    La contro-guerra dell’oppio. Nell’800 alcuni stati europei fecero ben due guerre alla Cina (le cosiddette guerre dell’oppio) “rea” di avere vietato l’importazione dell’oppio coltivato dalla GB nella sua colonia India ad opera degli schiavi locali detti altrimenti coolies che fa più fine. Oggi la maggior parte degli oggetti da cui sono circondato e che utilizzo sono made in China. Che fare? Care amiche lettrici e cari amici lettori, provate voi stessi a rispondere con i vostri commenti.

3)    La guerra del califfato. Il mi’ babbo, toscanaccio doc, diceva: “… ovvia, nulla succede a caso … un mi venite a di’ che Cristo gli è morto di sonno …” . E a me vengono in mente i nostri giovanissimi terroristi politici degli anni ‘ 70- ’80. Chi e cosa c’è dietro le quinte? Chi manovrava ieri e chi manovra oggi queste violenze? Cui prodest? Cui bono? A vantaggio di chi? A chi giova? Care amiche lettrici e cari amici lettori, provate voi stessi a rispondere con i vostri commenti.

4)    Un mondo di … casta, anzi, delle caste. Poche persone e stati sempre più ricchi. Molte persone e stati sempre più poveri. Ma a forza di tirare la corda, questa si spezza e la frustata che ne deriva spesso colpisce in pieno viso i “tiratori di corda”. Mi domando: quando la capiremo? Care amiche lettrici e cari amici lettori, provate voi stessi a rispondere con i vostri commenti.

5)    Le bombe d’acqua. L’ultima a Firenze. Andate in internet e cliccate su wetterzentrale.de : vedrete le foto dal satellite delle bombe d’acqua in formazione. Ormai siamo un paese a clima tropicale. La difesa del territorio si impone, ma non con i cacciabombardieri F35, bensì con i Canadair e con le opere idro-geologiche. Che fare? Care amiche lettrici e cari amici lettori, provate voi stessi a rispondere con i vostri commenti.

Buon week end a tutti (di riflessione)!

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IERI, CAMPIELLO!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Settembre, 2014 @ 2:43 pm

Detto altrimenti: ieri, premiazione del “Campiello”: leggete i miei post di fine luglio e primi di agosto … (post 1656)

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Teatro La Fenice, Venezia: il Presidente Assindustria VE Zuccato, il vincitore, i presentatori Gepi Cucciari e Neri Marcorè

È Giorgio Fontana con “Morte di un uomo felice” il vincitore dell’edizione 2014 del Premio Campiello. Lo ha deciso la giuria popolare, composta da 300 lettori anonimi. Per lui, hanno votato 107 giurati su 291. Lo scrittore, nato a Saronno ma milanese d’azione, è tra i più giovani a vincere nella storia del Campiello, ha avuto 107 voti sui 291 arrivati dai giuranti. Al secondo posto, con 74 voti, si è classificato Michele Mari con “Roderick Duddle” (Einaudi). Solo terzo il favorito Mauro Corona con “La voce degli uomini freddi” (Mondadori), che ha ricevuto 43 voti, seguito da Giorgio Falco (“La gemella H“, 36 voti) e Fausta Garavini (“Le vite di Monsù Desiderio“, 31 voti)”. (Da “Il fatto quotidiano”).

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Ora che ha votato e che il vincitore è stato scelto, posso dirlo: mia moglie Maria Teresa era uno dei giudici “lettori giurati”. In silenzio e senza influenzarla (ve lo immaginate io che “influenzo” MT?)  quei libri li ho letti anch’io e ora posso dirvi che abbiamo lei, votato, ed io, optato, per lo stesso autore: quello che ha vinto! Ma ora, ecco la “mia” ri-classifica:

A1) Morte di un uomo felice. Libro attuale, il dramma interiore di un sostituto pubblico ministero …  la proiezione storica “dal” e “al” tempo della resistenza … suo padre contro il fascismo, prima; lui, il figlio, contro il terrorismo politico degli anni ’80, dopo (sempre di “resistenza” si tratta!). Ma questo è solo l’aspetto della “esteriorità” del libro, poi vi è la sua “interiorità” umana … entrambe da non perdere!

A2) Al secondo posto avrei visto “La gemella H”, forse un po’ meno intenso, sicuramente un po’ meno attuale perché il nazismo da cui soprattutto  prende le mosse per nostra fortuna è ben più lontano da noi del terrorismo. A mio avviso “fa coppia” col precedente.

B) Al terzo posto avrei visto “Roderick Duddle”, romanzo di avventure veramente molto ben scritto e appassionatamente articolato ma sicuramente meno attuale dei primi due se non altro stante la maggiore, diversa “maturità maturata” da tutti noi rispetto ad avventure intrise di banditi di fine settecento/primo ottocento  … Decisamente uno “stacco” rispetto ai precedenti due.

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Alla presentazione dei finalisti ad Asiago, Mauro Corona aveva dichiarato: “Se potessi scegliere vorrei che a vincere fosse Giorgio Fontana, perché è incontaminato e per lui sarebbe una grande soddisfazione”.

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C) “La voce degli uomini freddi” avrebbe sicuramente e meritatamente vinto il primo premio assoluto in un concorso letterario di poesia, tanto è Poesia la prosa di Corona. Nella sostanza, la tragedia del Vajont “il cui cinquantenario è stato ricordato solo da tale Enrico Letta”. Bravo, Mauro! Altro deciso “stacco” rispetto ai precedenti tre.

D) Last but not least, “Le vite di Monsù Desiderio” avrebbe sicuramente vinto il primo premio in un concorso riservato alla saggistica erudita. Complimenti, Professoressa! Anch’esso decisamente lontano  dai  precedenti quattro.

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Non mi resta altro da dirvi se non … leggete, leggete tutti e cinque questi libri o almeno quelli più vicini alla vostra sensibilità!

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OH CE BIEL CJISCJEL A UDIN !

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Settembre, 2014 @ 5:37 am

Detto Altrimenti: Oh che bello il cielo di Udine ! (post 1655)

Sotto il Ciel di Udine

Sotto il Ciel di Udine

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“ABICITUDINE  FIAB” – Amici in bici, come d’abitudine, a Udine … amici, quelli della FIAB – Federazione Amici della Bicicletta … Sono venuti da Udine a fare una pedalata in Trentino, nove in tutto .. si sa, dopo le vacanze ognuno riprende il suo tran tran … e mettere insieme un gruppo numeroso non è facile, ma va bene così. Ci hanno contattato, noi di FIAB Trento … ed ecco organizzato l’accompagnamento sulle nostre piste: tre giorni, il primo dal Passo del Pordoi a Predazzo. Indi Predazzo-Trento e oggi Trento-verso sud … vedremo fin dove, visto che la ciclabile arriva a Verona!

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Cenone in casa ANA Trento Sud

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Pedala pedala, ieri sera il diversivo grazie alla disponibilità di alcune Fiabbine (soprattutto di Adriana ed Elena) e della sede dell’ ANA-Trento Sud (che ringraziamo!) cenone sociale autogestito  e multiculturale, visto che gli amici Furlan sono arrivati ben muniti di specialità enogastronomiche locali. Cito:

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Farmacia per i sani: dove? A Udine, naturalmente!

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Fra i vini, il “napoleonico” Sciaglin e il nobilissimo Ucelut tipico dei colli friulani. Come erano? Semplicemente deliziosi, nobili. A Udine poi in un bar avevo letto l’avviso “Meno internet, più cabernet”! E che dire dell’insegna di questa enoteca? Fra i cibi, il “formadi frant”; il formaggio salato su crostini di polenta; la “pitina”, una sorta di polpettina – presidio slow food – tipico della Val Tramontina, ovvero carne ovina affumicata avvolta in farina di polenta; carne salata; orzetto. Il tutto accompagnato dalle nostre specialità locali e dai nostri vini. E alla fine, dolci e torte a non finire, fra le quali ha trionfato la “Torta Adriana”!

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Coro

Gli altri due purtroppo sono rimasti fuori dalla foto …

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Fra “loro” e “noi” (noi capeggiati dal nostro presidente Guglielmo Duman) quanti saremmo stati? Una cinquantina … c’è chi dice sessanta, di cui – comunque – sei  “coristi”, tre di loro e tre di noi. E noi li abbiamo stupiti intonando canti friulani: Oh ce biel e … Al ciant del gial … (abbiamo tralasciato le altre notissime e struggenti melodie  ma inadatte ad una serata di Tutta Allegria ) seguiti da qualche canzone “nossa”, scelte fra quelle allegre, ovviamente!

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Torta Adriana e Adriana

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Unitinbici, insomma, la comune passione per la bicicletta avvicina e fa conoscere persone con la stessa sensibilità. Il che non è poco, soprattutto di questi tempi! E di questi tempi Fiab Trento – nella stagione a pedali che si sta concludendo – è stata ospite (nel senso che è stata ospitata ed ha ospitato) dalle Alpi alle Piramidi, ovvero dalla Baviera alla Sicilia, senza contare  le puntate romagnole e quelle veneto-furlane con gli Amici di Padova, del Carso, di Conegliano Veneto, si Mira, di Mirano (VE) e, last but not least, del Friuli.

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Oh ce biel cjiscjel a Udin

Oh ce biel, oh ce biel cjiscjel a Udin

Oh ce biel, oh ce biel cjiscjel a Udin

Oh ce biele cjiscjel a Udin o ce biele zoventût

Zoventût, zoventût come a Udin

Zoventût, zoventût come a Udin

zoventût come a Udin ‘no si cjate in nissun lûc

A bussâ, a bussâ fantatis bielis

A bussâ, a bussâ fantatis bielis

A bussâ fantatis bielis ‘nol è un fregul di pecjât

Ind’ai bussade, ind’ai bussade une brute

Ind’ai bussade, ind’ai bussade une brute

Ind’ai bussade une brute’e il plevàn a mi à cridât

E mi a dât, e mi a dât par penitince

E mi a dât, e mi a dât par penitince

E mi a dât par penitince ‘di bussale ancje doman.

Quant’è bello il cielo di Udine e la sua gioventù, così bella non la si trova in nessun luogo! A baciare giovani così belle non si fa alcun peccato. Io ne ho baciata una brutta ed il parroco mi ha rimproverato: per penitenza mi ha imposto di baciarla anche domani!

Insomma, se queste cose non si fanno da giovani (nonni), quando mai si dovrebbero fare?

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ISLANDA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Settembre, 2014 @ 7:48 am

Detto altrimenti: Ice Land, terra del ghiaccio   (post 1654)

Amici. ormai dovreste saperlo, questo è un “open blog” aperto anche ai post di altri … ed ecco quello dell’amico Carlo Cinel, viaggiatore:

 Inizia

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Pingvellir

Su invito dell’amico blogger Riccardo mi sono cimentato in una breve relazione sul mio viaggio e la mia esperienza sull’Islanda.  Ho avuto la fortuna e la possibilità di fare un viaggio di due settimane in quest’isola, dal 3 al 17 agosto: all’inizio pensavo che due settimane avrebbero potuto risultare eccesive ma ora credo che credo che siano state il minino per una visita che non fosse il consueto “mordi e fuggi”. Tuttavia non ho fatto in tempo di visitare la parte nord ovest dell’isola, ricca di fiordi e montagne a picco sul mare. Sarà per un’altra volta.

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Gullfoss

I mesi da metà giugno a inizio settembre sono quelli preferibili per visitare l’isola. Purtroppo si devono fare i conti con il turismo di massa, con gli svantaggi del caso, sia pure non certo ai livelli ai quali siamo abituati. Negli altri mesi alcune strade vengono chiuse e non è possibile raggiungere tutte le località, soprattutto all’interno, a causa della tanta neve e dei corsi d’acqua che, ingrossati dallo scioglimento delle nevi, non possono essere attraversati. Comunque mi è stato detto che da fine agosto è possibile iniziare a vedere le aurore boreali, spettacolo che purtroppo a me non è toccato!

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Rifugio Kerlingarfjoll

Eravamo in 17 amici, due pulmini 4 x 4 a noleggio: il minimo necessario per percorrere le strade interne, che perloppiù sono non asfaltate e spesso dissestate per chilometri e chilometri. Molti noleggiano mezzi fuoristrada, il che è sicuramente la soluzione migliore. Tuttavia ci sono anche viaggi organizzati sul posto che permettono di raggiungere tutte le località turistiche dai principali centri collegati in ogni caso da autobus di linea (non esiste la ferrovia!).

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Area termale Hveravellir

Le sistemazioni alberghiere in genere sono molto spartane, a meno di non volere spendere non meno di €100,00 a notte. La soluzione preferibile per contenere i costi sono le “sleeping bag accomodation”, da noi scelte: in pratica abbiamo dormito sempre nel sacco a pelo, in appartamenti-in rifugi, in camerate del tutto simili a quelle dei nostri rifugi montani, oppure ci siamo ricoverati in fattorie, ostelli e scuole che d’estate sono utilizzate per i turisti. Vi è quasi sempre la possibilità di cucinarsi la cena e la colazione, così come fa la maggior parte dei turisti. Un’altra soluzione molto utilizzata è il campeggio; ci sono aree attrezzatissime nei paesi piccoli i parchi al centro del paese.

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Area termale Hveravellir

Il clima non è certo piacevole. Il vento è una costante. Alla mattina all’interno degli alloggi si arriva intorno ai + 5° C. e nelle ore più calde raramente ho registrato temperature oltre i 15°. La pioggia non è stata molto persistente. Nel complesso il clima è variabile. In inverno nella zona sud di Reykjavik il clima non è così terribile come ci potremmo immaginare, mentre nelle zone a nord la neve è abbondante. Il maltempo comunque non ci ha impedito di attuare per intero il nostro programma. V’è poi da dire che certi luoghi, come i deserti di lava, sono altrettanto suggestivi anche senza il sole.

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Rifugio Hveravellir

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In generale in Islanda le destinazioni turistiche non sono molto numerose, quanto piuttosto sono interessanti i percorsi per arrivarvi. Infatti vi è una varietà continua di panorami, dai deserti di sabbia e di lava, ai ghiacciai, al verde delle montagne e delle campagne del sud ricche di cavalli allo stato brado, alle scogliere di rocce nere, alle distese di pianure alluvionali, ai fiordi verdi ma con ancora le neve sui versanti delle montagne.

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Veduta su Hofsjokull

Il nostro viaggio inizia a Keflavik, aeroporto internazionale (unico dell’isola, credo) a 40 km da Rejkyavik, punto di partenza per la maggior parte di turisti a meno di salire con la nave per un viaggio di un paio di giorni. Saltiamo la città e ci dirigiamo a nordovest. A un centinaio di chilometri sosta al parco di Pingvellir, grande spianata i piedi di un salto di roccia dove nell’anno 1000 venivano tenute le sedute del “parlamento” del popolo che abitava l’Islanda. Quindi sosta a Geysir, da cui prendono nome i Geyser, pozza con spruzzi d’acqua ogni 4-5 minuti alti fino a 30 metri. Quindi cascata di Gulfoss, una delle tantissime che vedremo.

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Hofsos

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Da qui iniziano circa 250 km su pista non asfaltata che intervalliamo con un pernottamento in rifugio ai piedi del ghiacciaio Hofsjokull. Le giornate lunghe (vi è luce fino alle 23.30) permettono di sfruttare al meglio ogni giornata. Iniziamo a vedere i parchi termali, sorgenti di vapore e acqua calda, con pozze di acqua tiepida dove potere far il bagno (fare attenzione: in certi punti l’acqua è caldissima!

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Siglufjordur

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Attraversato l’interno vasto e sabbioso, con viste sui ghiacciai, si arriva alla costa nord, in pratica all’opposto dell’isola rispetto a Reykjavik. Sosta ad Akureyri, seconda città per grandezza dell’isola, circa 20.000 abitanti, una “metropoli”. La capitale conta circa 250 000 abitanti, tutta l’Islanda poco più di 300 000.

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Myvatn

In Islanda ci sono sicuramente molte più pecore che abitanti. La vista di questi animali accompagnano l’occhio pressoché ovunque: le pecore infatti sono abbarbicate anche nei versanti più disagevoli. E’ costume dei locali, a metà settembre, uscire a cavallo in gruppi di 15-20 persone accompagnati dai cani per “radunare” tutte le pecore per poi portarle in speciali punti di raccolta dove ogni pastore può riprendersi le sue. Per alcuni è ancora un lavoro, per altri una tradizione da portare avanti, un attività piacevole di fare con gli amici. Anche il golf è una attività molto praticata.

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Lago Viti

Qui il paesaggio cambia; piccoli paesi lungo il mare che vivono di pesca e un po’ di turismo durante l’estate. Certo, immaginare come possa esser la vita qui d’inverno con poche ore di luce al giorno e il freddo e la neve, deve essere difficile. Credo sia una terra difficile da vivere se non vi si è nati. Si ritorna all’interno, per la zona del lago Myvatn e del cratere dell’Askja. Lungo la strada bellissime formazioni di rocce basaltiche, ancora cascate, laghi di montagna, formazioni di lava. Quindi una salita al cratere di un vulcano spento, sferzati dal vento. Purtroppo la giornata che ci porta al lago Viti, dalle foto di un colore verde azzurro, non è delle migliori; camminiamo un paio di ore sotto la pioggia. Ma il posto è bello anche così.

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Jokulsatlon

Proseguiamo quindi per i giorni successivi lungo la costa sud-est, caratterizzata da tanto verde e dalle propaggini del ghiacciaio Vatnajokull che si insinua in una trentina di lingue di ghiaccio che scendono fino al mare e sulle quali è possibile andare a fare brevi passeggiate. E’ pure possibile risalire il ghiacciaio o parte di esso con degli speciali mezzi. Certo meritevole di visita è la laguna ghiacciata di Jokulsarlon: il ghiacciaio che arrivava al mare si ritira (ci spiegano di 100m. all’anno) ed ha formato una laguna sulla quale galleggiano iceberg che si distaccano dal suo fronte. Con gommoni e mezzi anfibi è possibile una breve navigazione fra i ghiacci. Il tutto molto suggestivo.

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Rifugio Holaskjol

Proseguendo verso sud ovest, sosta ai faraglioni lungo il mare, con vista di alcuni uccelli molto particolari che vivono abbarbicati sulle scogliere: li chiamiamo “pulcinelle di mare”, in inglese “puffin”, quasi dei pinguini in miniatura un po’ tozzi e impacciati nel volare, ma da colori molto belli. Prima dell’arrivo a Rejkyavik un posto da non perdere sono certo le montagne colorate di Landamannalaugar; montagne ricco di silicio con un colore tendente al rosso ma che a seconda della illuminazione del sole diventano ocra, grigio, verde …una varietà di colori incredibile. Si possono fare trekking più o meno lunghi: ce n’è anche uno di 4 giorni che permette di attraversare tutta la zona centrale.

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Landamannalaugar verso cima gruppo

Prima della partenza una sosta alla Laguna Blu, luogo molto turistico a sud della capitale. In una struttura benissimo organizzata una vasca di acqua di un colore azzurro latte permette un piacevolissimo bagno rilassante all’aperto. A me comunque è piaciuta di più la stessa cosa nella zone del lago Myvat, un po’ meno turistica. Una giornata per la visita della capitale è più che sufficiente; bella la Harpa, il teatro terminato pochi anni fa lungo il porto. Una città vivace, e in ripresa dopo la crisi del 2008 che ha interrotto ogni lavoro fino a pochi anni fa. Tuttora gli islandesi stanno lavorando per recuperare dalla crisi che li ha colpiti.

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In conclusione sicuramente un paese ricco di varietà paesaggistiche, da non perdere per chi ama la natura e i paesaggi sconfinati …ed abbia un po’ di spirito di adattamento.

 Finisce

Che ne dite, amici? In gamba il nostro “Carlo Polo (nord)”, non vi pare?

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Abbiamo ucciso Daniza!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Settembre, 2014 @ 7:07 am

Detto altrimenti: “No, non l’abbiamo uccisa, è lei che è morta durante la cattura, è ben diverso!”… Ah … dico io, be’ … allora, a saverle le robe …  (post 1653)

th[4]Dice … “Ma aveva graffiato un tale che voleva “solo” fotografarla!” Già, peccato che Daniza avesse due cuccioli, ora orfani, e che quel tale avrebbe ben dovuto sapere che non ci si avvicina impunemente nemmeno ad una cagna (se sconosciuta) quando allatta i cuccioli …

Dice … “Ma vuoi metter la visibilità di quell’uno … del graffiato, intendo, l’hanno fatto vedere alla televisione… e poi, al bar … sarà il centro dell’attenzione” … Ah, vabbe’ … se le cose stanno così … ho capito.

Dice … “Ma era un pericolo per l’uomo”. Ah, si? Pericolo per l’uomo? Be’ io mi preoccuperei prima di ben altri pericoli per gli uomini quali, a d esempio, solo per citare esempi banali ma molto significativi, il mancato rispetto della distanza di sicurezza degli autoveicoli e il sistema degli innesti stradali sulla nostra circonvallazione qui a Trento. Di questi pericoli mortali ben maggiori e assolutamente più frequenti quando ci occuperemo? Dice … “Al momento siamo occupati a dare la caccia agli orsi, poi se ne parlerà …”. Ah, vabbè, ho capito …

Dice … “Ma in fondo si tratta solo di un’orsa”. Già, dico io, “solo” di un essere vivente, “solo” di una mamma, “solo” di una vita, anzi di tre vite, perchè vorrei sapere come possono sopravvivere due cuccioli orfani soprattutto ora che si va verso l’inverno. E’ mancata la sensibilità ed il rispetto per una forma di vita, per la Vita (e questa volta la scrivo con la lettera maiuscola), per la Vita di animali che noi stessi abbiamo voluto “importare” nei nostri monti … per poi ucciderli! Siamo stati degli animali noi stessi? No, ragazzi, perché dire ad una persona “sei un animale” è fargli un complimento. Animali, esseri viventi dai quali possiamo solo imparare.

Dico: bravi, bravo l’aspirante fotografo, bravo lo sparatore, bravo l’anestesista che ha utilizzato una dose letale di anestetico, brava la Provincia che ci ha spiegato che le regole sono state rispettate, del tipo “l’operazione è andata benissimo, il paziente è morto”. Bravi, siete stati efficienti, avete rispettato le regole, ma non siete stati efficaci, cioè il risultato è opposto a quello atteso: io ho lavorato una vita da manager, da dirigente in su e gli azionisti mi hanno sempre detto: “Da lei ci aspettiamo risultati concreti”.

Mi hanno telefonato amici dall’estero, scandalizzati.

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A LEZIONE DI BELLEZZA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Settembre, 2014 @ 4:58 pm

Detto altrimenti: a lezione privata per imparare bene cos’è la Bellezza   (post 1652)

Una foto per le (tante altre) tutte: l'amico Michele della Fiab Veneta in ammirazione dei grappoli di uva schiava matura durante la salita al Lago di cavedine

Una foto fra le tante altre: l’amico Michele della Fiab Veneta in ammirazione dei grappoli di uva schiava matura durante la salita da Riva del Garda ai Laghi di Cavedine e Toblino

In questi giorni ho avuto modo di accompagnare alcuni amici veneti in una veleggiata sulla acque del Garda trentino e in pedalate in alcune piste ciclabili della provincia (Valle dell’Adige, Val Rendena, Val di Genova, Valle del Sarca, Busa del Garda). Sono posti che io ho la fortuna di frequentare spesso, luoghi che ogni volta ammiro, ma la cui Bellezza forse in parte dò quasi per scontata. E invece, accompagnando persone che vedono per la prima volta queste autentiche perle della natura, assistendo alla loro estasi, ascoltando le loro esclamazioni quasi di incredulità di fronte a tanta Bellezza, ecco che mi sono sentito loro alunno ad una lezione privata di ripetizione per imparare a riconoscere e ad apprezzare in pieno la Bellezza entro la quale vivo.

V’è da dire che nelle quattro giornate che mi hanno visto impegnato quale “guida indiana” (cioè locale) di questi cari amici, il sole ci ha gratificato dalla mattina alla sera … il che ha di certo aiutato a percepire i Colori, l’Armonia e la Poesia della Terra e delle Acque del Trentino …

Da segnalare: alla fontanella nel centro storico di Drò, un residente ha gentilmente offerto a quattro pedalatori assetati alcuni grappoli d’uva appena spiccati! Grazie!

(… e poi, molto prosaicamente, se tutti noi Trentini ci attivassimo maggiormente come “guide” di non Trentini, sai di quanto aumenterebbe il nostro volume di turismo!)

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Venetos per montes conducendo

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Settembre, 2014 @ 7:10 pm

Detto altrimenti: ma guarda un po’ se proprio a me, Ligure, toccava condurre i Veneti “per montes” fino a Riva del Garda … (post 1651)

Preparativi della partenza, a Lavis (TN)

Preparativi della partenza, a Lavis (TN)

Già, anni 1400 e rotti. Venezia contro Milano. Milano assedia Brescia, alleata di Venezia. Venezia vuole correre in aiuto ella alleata. Decide di passare via terra-acqua … ma deve superare la barriera di Riva Del Garda, in mano dei Milanesi (Visconti) e dei Genovesi. Il condottiero veneziano Gattamelata che poi era umbro o marchigiano, nel 1438 trasporta via terra le sue galee (galeas per montes conducendo) dall’Adige sino a Torbole, per combattere chi, spadroneggiando su tutto il lago gli impediva di accorrere in aiuto della alleata.

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La grande impresa dei veneti: la salita delle galee al Passo San Giovanni, per poi scendere su Torbole sul Garda

La grande impresa dei Veneziani: la salita delle galee al Passo San Giovanni, per poi scendere su Torbole sul Garda

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Il Gattamelata mette in acqua le sue galee a Torbole. La prima battaglia navale è vinta dai Milanesi (i Milanesi … al mare o ai laghi, sempre gli stessi!) perchè conoscendo i tempi del soffiare dell’Ora, si posizionarono sopravvento alle navi avversarie. Ma poi, capito il trucco, i Veneziani riportano le galee per montes e questa volta vincono e costruiscono il torrione che ancora oggi troneggia sopra il porto storico della città (semidistrutto da quell’incivile del generale napoleonico Vendome).

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Ordinati, quasi tedeschi!

I Veneti, soci di Legambiente di Piove di Sacco (PD) chiedono a FIAB Trento – Federazione Amici della Bicicletta una “guida indiana” (locale) per condurli a pedali da Lavis a Riva del Garda (63 km). Detto fatti, Fiab dice … ma tu, mezzo genovese e mezzo rivano … ma sì, vado io, volentieri. Ci troviamo a Lavis che io raggiungo a pedali da Trento (+10 km) alle 09,30 di oggi. Loro sono quasi 50. Scaricate le bici si parte: Lavis, Lavisio, Trento, Palazzo delle Albere, Bicigrill di Trento, Bicigrill di Nomi, Borgo Sacco, Mori. A Mori una pattuglia della Polstrada si presta a fermare il traffico per consentire l’attraversamento della strada da parte della colonna di pedalatori: grazie, Polstrada!  Già, perché a Mori la ciclabile è interrotta da … da quando? Non mi ricordo da quando, da quanto è così …. Mori vecchia, Bicigrill di Mori, sosta pranzo.

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Bicigrill di Mori: caravan francese (non italiano!) posteggiato sulla sede della pista ciclabile! ciclabile

Bicigrill di Mori: caravan francese (non italiano, non tedesco!) posteggiato sulla sede della pista ciclabile!

Si riparte, visita all’Isola Clotilde (Lago di Loppio), zona industriale di Nago, Castel Penede (quasi in cima). Indi discesone fino a Torbole, lungolago, sosta al bar dei Sabbioni e poi fino al bus parcheggiato a Riva del Garda nell’area ex Cattoi. Il prezzo del mio “tradimento” in favore dei Veneti: una cassetta contenente prelibatezze padovane e cioè:  una zucca, cipolle bianche e rosse, un melograno, patate, peperoni in agrodolce, zuppa che zuppa, crema di radicchio, giardiniera di verdure, rosmarino, alloro, una pannocchia di granoturco.

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Saluti finali

Saluti finali

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Grazie amici (che volete, l’uomo non è di legno!) A parte gli scherzi, persone simpaticissime e ordinate: pensate … abbiano incrociato altri ciclisti che vedendo al colonna così ordinata hanno esclamato: “Questi sono sicuramente Tedeschi”! Alla prossima, da noi o da voi, amici!

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Il prezzo del ... "tradimento"!

Dono finale

 

Amici, oltre che la vostra amicizia, dal Veneto ci avete portato una delle rarissime giornate di sole di quest’anomala estate … !

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thCACTUP8A[1]P.S.: Se andate alla Casa Comunale di Riva del Garda, nel portico dell’entrata trovate esposta una lapide con l’elenco dei governi (dominazioni) della città. Potrete quindi vedere come i suoi primi suoi abitanti  siano stati i  “Liguri”, che governavano quella che nel Medio Evo sarebbe stata chiamata “marca”, cioè terra di confine, in quanto ultimo avamposto ligure di fronte alle terre venete. E la Liguria non è la terra d’origine dei Liguri, ma la terra nella quale essi si sono ritirati.

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UTO UGHI A RIVA DEL GARDA (post n. 1650)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Settembre, 2014 @ 8:26 pm

Detto altrimenti: ecco i “responsabili”:

  • th[3]Associazione Culturale Arturo Toscanini, Savigliano (CN), Presidente Dr.ssa Natascia Chiarlo (organizzatrice)
  • Conservatorio Bonporti di Trento, sezione di Riva del Garda, Direttore M.° Corrado Ruzza (ospitante)
  • Comune di Riva del Garda, Sindaco Adalberto Mosaner (patrocinante)
  • … e soprattutto e sopra tutti, il Maestro Uto Ughi!

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Con il musicologo giornalista Armando Torno

 Auditorium del Conservatorio Bonporti di Trento, Sezione di Riva del Garda. Alla domanda: “Quanto si deve studiare al giorno”, il Maestro Uto Ughi cita tale Paganini: “Se non mi esercito per un giorno, me ne accorgo io. Se i giorni sono due, se ne accorge il pubblico”. Lo stesso, molto più modestamente, vale per me: se non scrivo per un giorno … Dice … ma tu, blogger Riccardo, sei un musicologo? No, amici, sono solo un musicofilo che ha una cosa in comune con il Maestro: l’anno di nascita: due acquari classe 1944, 21 gennaio lui, 3 febbraio io …

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14 marzo 2012. (1)E scrivo questo post anche pensando al mio ex Presidente dell’Associazione Amici della Musica in Riva del Garda (oggi retta dal Vicepresidente Prof. Franco Ballardini), Associazione  di cui sono Tesoriere, il Presidente Emerito del Tribunale di Rovereto, Ruggero Polito (si veda il mio post intervista del 18 marzo 2012),  musicofilo, musicologo, pianista, violinista nella Camerata Musicale di Arco (M° Giorgio Ulivieri) e soprattutto Persona entusiasta della Musica e della Vita, allievo del nono anno del conservatorio alla tenera età di 80 anni, purtroppo scomparso il 18 marzo scorso. Quanto avresti amato essere presente all’evento, tu che hai presieduto l’Associazione per oltre 50 anni: Ruggero, sei sempre con noi!

Evento “Note dal Garda – I concerti del Maestro Ughi”, dopo Gargnano e Limone, domani 6 settembre 2014 serata conclusiva: concerto a Riva del Garda alle ore 21,00 presso l’auditorium della Chiesa di San Giuseppe. Il Maestro, accompagnato dall’Orchestra I Filarmonici di Roma, eseguirà fra l’altro musiche di Mozart, Paganini, Sarasate.

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Fra Natascia Chiarlo e Corrado Ruzza

Ma già questa sera, presso il locale Conservatorio, il Maestro, intervistato dal giornalista musicologo Armando Torno, si è poi reso disponibile per i giovani allievi e non solo per loro. Detto ciò, io ho ben avvisato gli interessati che sarebbero stati oggetto di una mia “recensione” in un blog “generico” per i non addetti ai lavori. Purchè si diffonda la cultura e l’amore per la musica … dico io.

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L’inizio del Maestro: quanto poco lo Stato e la RAI investano sulla buona musica. Il cachet di un cantante di Sanremo supera il costo di un’orchestra sinfonica. E dire che ne avevamo quattro di orchestre RAI, oggi una sola … e nessuno ha protestato, nessun intellettuale ha gridato allo scandalo. Bene intenzionato tuttavia appare il Ministro Franceschini: speriamo che alle parole seguano i fatti.

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Leggi. Leggi italiane. Alcune sbagliate, come quella che parifica i Conservatori alle Università. Sbagliate, già, perché in Università si entra a 18 anni, mentre in Conservatorio si “deve” entrare a sei-sette anni, altrimenti “non funziona”!

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Con il Sindaco di Riva del Garda, Adalberto Mosaner

Un filmato. Sulla vita del Maestro. Eventi, episodi. Lui, a sciare a Cervinia (tanti anni fa, stile e sci “d’epoca”) e poi, anni dopo al Sestriere, Pista Banchetta (stile e sci ok, ora sì che ci siamo!). Lui che nella foresta della Val di Fiemme ci mostra in loco l’abete rosso che quella Magnifica Comunità gli ha regalato: percosso col palmo della mano emette un sol diesis inconfondibile (per le sue orecchie, ovviamente). Il Maestro poi suona un Guarnieri: rotondo, baritonale, “… come una pittura fiamminga”. Poi suona uno Stradivari: più aperto, solare, “… come una pittura di Raffaello”: ecco la differenza fra due capolavori. Però, aggiunge il Maestro, “… ho sentito suoni meravigliosi uscire da violini da 200 euro suonati da zingari”. Nel filmato, Bach eseguito dal Maestro all’interno di un tempio buddista: “… bach in tedesco significa “ruscello”, ma la musica di Bach è un oceano!”

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Con il Maestro compositore pianista Professor  Riccardo Giavina

Domanda: ma la “passione” per la musica, oggi? Risponde. Passione, da “sofferenza”, sacrificio, non dagli illusori facili traguardi della TV … Oggi, afferma, chi studia musica non ha grandi prospettive di lavoro e per studiare e suonare occorre potersi mantenere economicamente.

Noi in Italia siamo quanto meno  “statisticamente carenti”, nel senso che all’estero, in primis in Cina e Giappone, esistono centinaia di migliaia di “bambini prodigio” dai quali sicuramente escono i veri prodigi del violino. Dai concerti ai teatri, la cui direzione artistica spesso è affidata “politicamente” a dilettanti.

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Il M° Josè Antonio Abreu

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Beethoven: “la musica è superiore a qualsiasi filosofia” (dai “Quaderni di conversazione”, utilizzati da Beethoven per comunicare quando diventò sordo). Uto Ughi: la Musica non si spiega: si suona e si ascolta, è un linguaggio, misterioso se si vuole, ma già direttamente tale. La musica esprime pensieri che vanno al di là del pensiero.

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Yehudì Menuhin

Yehudì Menuhin

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Si citano Abreu e le sue orchestre giovanili in Sud America, ed il vero prodigio Menuhin.

Tante altre sottolineature, troppe per un semplice blogger al  par mio.

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Alla fine due esecuzioni al violino da parte di giovani allievi: Vittorio Passerini, allievo del M° Paolo Baldo di Trento, esegue un concerto di Mendelssohn (ottima esecuzione di un concerto assai difficile, particolarmente elogiata dal Maestro: “Soprattutto all’inizio … il violino è “scoperto” e tu hai eseguito benissimo, nonostante le mani fossero ancora fredde …” e Francesca Piatta, allieva della Prof.ssa Cristina Giovannini di Riva del Garda, una sonata di Beethoven. Applausi per loro!

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E domani sera, tutti al concerto: al violino, ovviamente, Uto Ughi! E … grazie soprattutto a Lei Maestro e grazie Dottoressa Chiarlo, grazie Corrado (Ruzza), grazie Comune di Riva del Garda!

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MATRIMONIO INDIANO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Settembre, 2014 @ 6:06 am

Detto altrimenti: indiano dell’India, non degli apache, dei sioux, degli cheyenne, dei seminoli, etc. … (post 1649)

Est modus in rebus, sunt certi denique fines, quos ultra citraque nequit consistere rectum ovvero, v’è una misura nelle cose; vi sono determinati confini, al di là e al di qua dei quali non può esservi il giusto. Nota sentenza di Orazio che richiama al senso della moderazione. Ma si vede che gli Indiani non lo conoscono, Orazio …

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Unica indiscrezione trapelata: lo sposo arriverà a cavallo di un destriero bianco. Be’, allora … tutto cambia …se lo avessimo saputo … se le cose stanno così … bastava saverle le robe …

L’India. Un paese nel quale ogni giorno vengono stuprate decine di giovano donne e muoiono di fame migliaia di persone, be’ quel paese organizza nel nostro Paese un matrimonio “oltre i limiti”. Infatti la figlia del re dell’acciaio indiano si sposa a Fasano di Puglia: 800 invitati, fra i quali vi sono alcuni la cui ricchezza è pari ad un quinto del PIL del loro paese. Budget di spesa per la cerimonia e per i tre giorni di festeggiamenti: 20 milioni di euro, quaranta miliardi delle vecchie lire. Ecco, vedete, io non sono un novello Savonarola, castigatore dei costumi etc., maccome (maccome!) si fa a stare zitti di fronte a questo insulto morale e materiale alla miseria? Se questi sono i “valori”, gli “esempi”, i “modelli” cui aspirare, povera umanità!

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Ma che sto dicendo? In India cìè anche tanta gente che lavora, come nella foto: nelle fogne di Calcutta

Ma che sto dicendo? In India cìè anche tanta gente che lavora, come nella foto: nelle fogne di Calcutta!

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Pensate un po’ quanto ci avrebbero guadagnato gli sposi e l’intero loro paese d’origine se in luogo di questo scempio di risorse, avessero optato per una cerimonia semplice, destinando quelle somme al reinserimento sociale e materiale delle ragazze indiane violentate dai “veri uomini” indiani! Nel frattempo i nostri due marò, originari della Puglia, stanno per compiere tre anni di permanenza in India …

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In quali categorie ho classificato questo mio post? Nelle seguenti: “attualità, civiltà, morale, caste”  nel senso di “inciviltà e immoralità delle attuali caste “

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