QUELLO CHE NON HO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Ottobre, 2014 @ 7:40 am

Detto altrimenti: … è ciò che non mi manca   (post 1708)

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Fabrizio De Andrè

Così scrive e canta Fabrizio De Andrè in una sua bella canzone, e invece … invece io “non ho” qualcosa che mi manca. Ora mi spiego. In due recenti post sono “scivolato” nel mondo dell’antica Grecia e in quello della letteratura inglese. Ebbene … ricordo con quanto sforzo, da ragazzino, fui quasi costretto a studiare certe materie: “Ma il greco e il latino, a cosa servono? E le poesie inglesi del passato? Uffa … io … speriamo che me la cavo … che oggi il prof non mi interroghi”. E invece oggi dopo tanti anni, grazie a quegli studi “inutili” io mi sento ricco, cittadino di un mondo più ampio di quello di molte altre persone che non hanno avuto la mia stessa fortuna di essere indirizzate a certi studi. Il mio non è assolutamente snobbismo o classismo: è solo il riconoscimento della fortuna che mi capitò di nascere figlio di due impiegati statali, una professoressa di lettere siciliana che parlava tedesco (avendo insegnato tanti anni a Bolzano”) e un Maresciallo dei Carabinieri toscanaccio doc, non laureato ma con la “cultura innata” di chi ha respirato, nascendo, l’aria di Dante, e che parlava toscano anzi senese puro.

Oggi io mi sento quasi cittadino del mondo, dicevo, di un mondo presente tanto debitore del mondo passato, mi sento in grado di (cercare di) cogliere la continuità di una evoluzione sociale e culturale che spesso, a prima vista, ad una lettura superficiale, rischia di apparire “interrotta” in favore di una “inciviltà” costruita sul nulla.

La comprensione. Del pensiero odierno, l’intuizione – vera o errata che sia – del possibile pensiero futuro. La consapevolezza del “pensiero e della cultura altrui” (non siano soli al mondo, non siamo il centro dell’universo). O quanto meno la consapevolezza di essere alla ricerca di quella comprensione, di quel pensiero: ecco, così è più chiaro ciò che intendo dire: rendersi conto di (poter) essere “alla ricerca di-“, ebbene, questa a mio sommesso avviso è la grande ricchezza che io possiedo, grazie a chi me l’ha regalata a suo tempo: nessun merito da parte mia quindi, sia ben chiaro a tutti e a me per primo!

thNX3ZVCVGMa allora, oggi, alla tenera età di anni 70 (“Ma sa che li porta bene? Non si direbbe …. Grazie, troppo buono lei”) cosa mi manca? Ve lo dico subito. Avere raggiunto questa stessa capacità di “comprensione dell’incompreso” in due campi: la Musica e la Matematica. Due Universi che mi attraggono come le Sirene attraevano Ulisse: e le corde che mi trattengono sono quelle che mi legano all’albero ben fisso al suolo della mia ignoranza di base in materia. Oggi riesco a gustare la Musica e – se chiudo gli occhi – riesco a “vedere” la tridimensionalità delle componenti plastiche generate da un’orchestra (anche grazie anche al film “Fantasia” di Walt Disney che ha instradato tutti noi nell’arte di vedere la musica e sentire i disegni ….

Richard Strauss

Richard Strauss

… grazie ai tanti dischi d’opera che mamma suonava a noi bimbi; grazie al mio collega della Siemens Kurt Hollederer che 25 anni fa mi regalava nastri da lui stesso scelti e registrati – s’era al tempo delle “cassette” – di musica “progressiva”, per intendersi, dalla Wassermusik di Haendel via via sino ai più complessi temi dei romanzi musicali di Richard Strauss ma avverto che se avessi avuto una migliore preparazione di base, potrei capire e gustare molto di più. La Matematica poi, sento che avrei potuto arrivare a viverla come una materia letteraria e filosofica, mentre mi sono fermato alla “matematica da calcolatore manuale”. Peccato. Tuttavia scialla, raga, calma, non mi deprimo: mica si può avere tutto nella vita! Ed io ho già avuto tanto!

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I DIALOGHI DI SOCRATE scritti da PLATONE: IL FEDONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Ottobre, 2014 @ 11:28 am

Detto altrimenti: in preparazione della lectio magistralis di Maria Lia Guardini nella Biblioteca di Trento, martedì 28 ottobre ad ore 10,00 sala fianco della sala degli Affreschi, primo piano, entrata libera              (post 1707)

th9PUK7IWQPer l’estate noi “alunni” del Gruppo di Lettura “capitanato” dalla nostra Prof Maria Lia Guardini avevamo un compito: leggere il Critone ed il Fedone. Due scritti di Platone, allievo di Socrate, in forma di dialoghi fra Socrate e i suoi amici, nel braccio della morte poco prima di essere “democraticamente” giustiziato dalla “democratica” legge ateniese, che lo condannò a morire avvelenato dalla cicuta. Il Critone, ben più corto, è stato commentato nella lezione scorsa. Martedì prossimo “tocca” al Fedone, opera ben più lunga, articolata e complessa. Opera complessa … e “noi del classico” siamo sicuramente privilegiati rispetto ad altre provenienze scolastiche, tuttavia … tuttavia mi rendo conto di quanto lacunosa sia stata la pur importante iniezione di cultura che a suo tempo ricevetti nei licei classici di Genova.

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Conium maculatum, alias cicuta  comune/maculata/velenosa o erba Bennet. I suoi succhi provocano la paralisi muscolare ad iniziare dagli arti inferiori provocando la morte per asfissia e lasciando lucidità all’avvelenato sino alla fine.

Infatti, l’Atene di Pericle, la democrazia ateniese … tanto “decantate” al Liceo, oggi più esattamente analizzate da Luciano Canfora nel suo “Il mondo di Atene”, ci mostrano una Atene imperialista, sostanzialmente assai poco democratica, guerrafondaia. Infatti la politica al tempo era soprattutto politica estera e la politica estera era soprattutto guerra. E per fare la guerra occorrevano uomini convinti e disposti a farla … e un Socrate che affermava che “le guerre nascono tutte dal desiderio di arricchirsi”; un Socrate che condannava il perseguimento dei beni terreni a favore della ricerca su se stessi, sull’anima e sull’al di là … si trovava un po’ come un pacifista in un regime militare; come un Cristo predicante l’uguaglianza degli uomini fra i Romani la cui economia era basata sulla vittoria in guerra e sugli schiavi. Ecco perché Socrate fu accusato di “corrompere i giovani”.

Più in generale, dal Fedone esce un Socrate come un ante-Cristo. “Ante”, come “prima di” e non “anti” come “contro”. Infatti egli crede nell’immortalità dell’anima e la sua “ricerca della Verità” è la ricerca di “come arrivare a meritarsi il migliore degli al di là” (praticamente, il nostro Paradiso). Intorno a questo principio di fondo, a questo tema conduttore e fondamentale di tutta l’opera, si snodano vari ragionamenti sulla prova della immortalità dell’anima, della sua superiorità sul corpo, sulla superiorità dei beni spirituali su quelli terreni. Fra i tanti punti e spunti, mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori alcune sottolineature:

  • la buona grazia, la benevolenza e la compiacenza con la quale egli ascolta, accoglie, rettifica e confuta le osservazioni dei suoi amici (il che mi ricorda il modo garbatissimo con il quale si rivolge a tutti un carissimo amico filosofo, Don Marcello Farina);
  • la distinzione che egli fa fra la categoria dei “ragionamenti” e quella degli “uomini”. Egli afferma che il ragionamento deve mirare a scoprire la verità, non a far accettare ed imporre la propria idea. Ovvero: un ragionamento è valido perché arriva alla verità, non perché è accettato o imposto;
  • la profondità del ragionamento filosofico nella Grecia di 2.500 anni fa, mentre altrove si viveva in capanne di fango e grotte;
  • il fatto straordinario che gli scritti in questione siano arrivati sino a noi;
  • la morte per avvelenamento da cicuta è molto drammatica, dolorosa, lunga, atroce e sconvolgente: tutt’altra cosa da quella “ideale”  descritta da Platone.

Ma tutto quanto sopra è solo l’umile tentativo di un “vile meccanico della filosofia” qual io sono, che cerca di estrarre dal proprio sacco (e non da quello altrui) un po’ di farina “propria”. Molta di più e di qualità assai superiore sarà invece la farina che sarà estratta dal “sacco altrui”, ovvero da quello di Maria Lia Guardini, dopo la sua lectio magistralis di cui vi dicevo sopra.

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P.S.: uccisione di Socrate, 2500 anni fa: pochi giorni fa, impiccagione di Reyhaned Jabbari, 26 anni, una donna iraniana “colpevole” di avere ucciso, per legittima difesa, l’uomo che stava cercando di abusare di lei. Anche lei corrompeva i … costumi dei violentatori autorizzati e impuniti.

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FESTA D’AUTUNNO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Ottobre, 2014 @ 1:01 pm

Detto altrimenti: alla Scuola Materna di Lavis (post 1706)

Direte: grazie, nonno Riccardo … c’era anche la tua nipotina Sara … bella forza farci un post! Eh no, amici, ho voluto scrivere di queste poche righe per rendere onore al merito e cioè alla Direzione della Scuola, a tutte le Maestre e al cuoco Lugi che hanno fatto un gran lavoro ben al di là di quanto “prescrive” il loro contratto di lavoro! Impegno, amore per quello che si fa, entusiasmo … sono “cose” che rendono piacevole lavorare, soprattutto se i beneficiati da tanta dedizione dimostrano – come sto cercando di fare io – quanto valore essi riconnettano a tale loro azione e quanto apprezzino la mole di lavoro svolto. Brave Maestre! Bravo cuoco Luigi! E il tempo … il tempo è stato molto clemente, nel senso che il vento di ieri è molto calato e la Paganella splendeva in tutta la sua bellezza (bellezza verde ancora per poco, visto che è già nevicato ai confini con l’Alto Adige).

I cinquanta (o erano di più? Ma si, forse 80!) bambini hanno cantato due canzoncine: una sulle quattro stagioni ed una sulla festa di Halloween. Indi poi tutti “a tavola”, anzi, alle tante tavole apparecchiate, a gustare le leccornie del cuoco Luigi. E ogni “grande” aveva in custodia un “piccino”. I “medi” per conto loro, senza alcuno da sorvegliare e senza essere sorvegliati da alcuno. In realtà la miriade di genitori e nonni sorvegliava tutto e tutti!

Che altro dire? Arrivederci al prossimo appuntamento festivo!

 

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DIAZ NON PIU’ DIAZ

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Ottobre, 2014 @ 7:02 am

Detto altrimenti. ieri sera, improvvisamente, su RAI 3: “Diaz”           (post 1704)

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In luogo di un numero di riconoscimento sul casco e sul giubbetto, un fazzoletto sul viso …

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Genova. Sono figlio di un Maresciallo Maggiore dei CC, Arma che stimo. A Genova ci sono nato, cresciuto, “studiato”, “sposato”. Abitavo in Albaro. Ora da 25 anni vivo (vivo, non semplicemente “abito”) molto felicemente a Trento. A Genova la via Trento delimita verso ovest uno dei “tre colli” cittadini, quello di Albaro, che si eleva a est, là dove sorge l’alba … alba, Albaro appunto. Gli altri due colli sono Carignano e Circonvallazione a Monte, colli che – grosso modo – delimitano la parte “piana” della città, quella che si estende fra Piazza Tommaseo; la Foce (del torrente Bisagno); Via XX Settembre e Piazza De Ferrari; la Stazione FS Brignole. Grosso modo.

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Da via Trento in pochi passi si raggiunge via Cesare Battisti (Cesare Battisti, Trento …, appunto!) ove si trova la Diaz, la “Armando Diaz” intitolata al Generale della vittoria, colui che sostituì l’inetto Cadorna (ma perché poi a Milano hanno intitolato a Cadorna una stazione della metropolitana?).

Rifugiati in un angolo e lì massacrati

Rifugiati in un angolo? Massacrati!

Diaz, nome giustamente famoso, ora anche tragico ma non certo per colpa del Generale. Genova partigiana aveva già il suo “luogo della tortura (fascista)”: la Casa dello Studente di Corso Gastaldi. Dopo la Diaz, ne ha altri due: la stessa Diaz e le caserme di Bolzaneto.

Il giudice che in primo grado ha assolto chi poi è stato condannato in secondo grado. Quel giudice … eravamo (“eravamo”) amici, lui un anno più di me … stesso quartiere di Albaro, stesso liceo classico, stessa facoltà (di Giurisprudenza). Ricordo: io mi preparavo per l’esame di maturità e lui studiava già la Lex Fufia Caninia de maritandis ordinibus. Talvolta stesse vacanze (sciistiche), come quando facemmo la settimana bianca a Cretaz di Valtournanche (Cervinia).

Giurisprudenza alias Legge, Diritto Costituzionale, professor Carlo Cerutti, gli insegnamenti di Piero Calamandrei, le garanzie costituzionali della persona … dov’erano quando assolvevi, mio ex amico? Il tuo nome? Basta cercare in internet il Presidente del Tribunale di Genova che ha assolto i torturatori della Diaz e di Bolzaneto …

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FOTOPOST

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Ottobre, 2014 @ 6:59 am

Detto altrimenti: … un po’ di relax, cribbio!   (post 1705)

Castel Drena: Enrico presenta la mostra fotografica delle foto del suo ultimo libro "Fotofiabe"

Castel Drena: Enrico inaugura la mostra fotografica delle foto del suo  libro “Fotofiabe”

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Uei, raga … da qualche post in qua ero un po’ sul serio e sull’impegnato, il che mi sta anche bene, intendiamoci. Tuttavia, poiché varietas delectat, ovvero il variare piace (e piace anche a me), ecco una novità, un “fotopost”, ovvero, seguendo gli insegnamenti del mio amico scrittofotografo Enrico Fuochi (cliccate sulla foto a fianco!), due mie fotografie, scattate con il telefonino, senza pretese tecniche, quindi, ma che “raccontano” qualcosa. Una, l’  “arrivo-fine” dell’autunno. L’altra, un “tramonto urbano-montano” dal giardino di  casa, a Trento.

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Uva d'autunno e agrumi invernali

Uva d’autunno e agrumi invernali

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“Arrivo-fine” dell’autunno. Già, infatti l’autunno qui da noi in Trentino è arrivato con un mese di ritardo, solo due giorni fa, almeno a guardare l’andamento delle temperature. E questo suo ritardo fa sì che il suo “inizio” si accavalli con l’arrivo nei negozi dei primi agrumi, ambasciatori dell’inverno e della prima neve sulle cime dei monti, neve che non è certo roba da 21 settembre.

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… del Bondone a dormir dietro la mole.

Tramonto urbano-montano

Venne sera e la luna col suo opale

chiaror d’argento sostituiva il sole

che lento iva all’ingiù per le sue scale

 

del Bondone a dormir dietro la mole.

E poi ch’alcun momenti ebbimo conti

la luce disparì come far suole.

 

(Foto da internet)

(Foto da internet)

La notte quinci scese giù da’ monti

con quattro cime (1) che le fean corona

sovra Tridento, assieme a li suoi ponti

 

addormentati al par de la padrona.

 

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(1) Bondone (da ovest), Vigolana (da sud est), Calisio (da nord est), Paganella (da nord ovest).

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MOBILITA’ SOSTENIBILE (vedi post del 23 ottobre 2014)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Ottobre, 2014 @ 4:17 am

Detto altrimenti: muoversi in spazi liberi, disponibili    (post 1703)

Alcune domande alle lettrici ed ai lettori

Domanda n. 1 -Ero in aereo, per lavoro, Parigi-Verona. Apro una delle solite riviste infilate nello schienale di fronte al tuo sedile. Verso le pagine centrali, una grande foto: una piazza stracolma di tavolinetti nei quali, gomito a gomito, moltissime persone bevono un caffè. Senza parole. Giro pagina. Stessa scena con la differenza che al centro vi è una zona libera, entro al quale, distaccati dal resto della folla, due persone bevono il loro caffè. Senza parole. Pagina successiva: una foto della Renault Espace con le parole “E se il vero lusso fosse lo spazio?”

Domanda n. 2 – Trentino. Alle mie lettrici ed ai miei lettori domando: vi piacerebbe che fossero ancora in funzione i trenini Trento-Riva del Garda e Trento - Valli di Fiemme e Fassa?

Domanda n. 3 – Mobilità, possibilità di scegliere e cambiare lo Spazio che si vuole occupare. Mobilità e Spazio, possono continuare ad essere Beni Strumentali o forse hanno ormai raggiunto la dignità di Beni Primari?

Domanda n. 4 – Automobili sempre più grandi e potenti. La prima inversione di marcia – onore al merito – è stata della Volkswagen come la sua famosa Passat, prima “salita fino a 250 cavalli ed ora offerta anche in versione da soli 100, la potenza delle prime “pantere” della polizia, le Alfa Romeo Giulia 1600 c.c.! Oggi … la stessa VW però ti offre anche potenze enormi, la Porche Cayenne … oltre 500 cavalli! Cui prodest? Cui bono? A chi giova? A che pro?

Domanda n. 5 – Energia: la prima fonte (rinnovabile) aggiuntiva di energia è … il risparmio energetico. Spazio e mobilità: la prima fonte (rinnovabile) aggiuntiva di ulteriore Spazio e Mobilità è … la migliore gestione dell’esistente. E allora, non è forse il caso di iniziare a gestirlo meglio, questo “esistente”?

Domanda n. 6 – Lo spreco di Energia e di Spazio aumenta con il quadrato della velocità, nel senso che ci stiamo avvicinando troppo velocemente all’esaurimento di quei Beni. Non ritenete che sia il caso di “rallentare” e di riflettere un po’ di più sulla riduzione di questa particolare “mobilità”?

Fra tutti coloro che avranno riposto alle sei domande, verrà estratto … uno spazio riservato di 25 metri quadrati per gustarsi in santa pace una tazzina di caffè al bar, in una piazza auto-free.

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LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE SULLA MOBILITA’ SOSTENIBILE (vedi post del 24 ottobre 2014)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Ottobre, 2014 @ 6:50 pm

CLICCATE LA PAROLA “BICICLETTA” NELL’APPOSITO RIQUADRO E TROVERETE TUTTI I NUMEROSI ARTICOLI CHE RIGUARDANO LA NOSTRA ATTIVITA’, LE NOSTRE GITE, ETC.

Detto altrimenti: occorre raccogliere le firme entro il 15 dicembre prossimo … (post 1701)

Questa iniziativa NON è “politica partitica”, bensì “politica” nel senso che si occupa della “Polis”, della nostra Città, Trento (e del Trentino).

Amiche lettrici e amici lettori, ben prima di questa iniziativa, io scrivevo in merito alla necessità/opportunità di intervenire nel settore: potete rileggere il post del 28 febbraio 2012 “ Andiamo in bicicletta” con riferimento all’esperienza olandese; il post del 6 aprile 2014 “L’insensibilità politica e sociale di fronte agli omicidi stradali”. Nel post del 28 febbraio 2012 segnalavo come l’Olanda, di fronte alle uccisioni stradali di bambini, cambiò decisamente la sua politica da “auto” a “bicicletta”. Nel secondo post citato segnalavo una di quelle uccisioni, qui in casa nostra, a Trento.

Ora si prospetta la possibilità di fare qualcosa per una “mobilita’ sostenibile” il che significa trasformare (in meglio) la nostra città, la qualità della vita, la salute e la sicurezza di tutti noi.

Potete ascoltare una breve presentazione del DDL di iniziativa popolare – Disegno di Legge sulla Mobilità Sostenibile su http://www.vitatrentina.it/Cronaca/Una-legge-popolare-per-la-mobilità– sostenibile.

Affinchè il DDL sia preso in esame, occorrono 2.500 firma entro il 15 dicembre 2014.

Se siete elettori del Consiglio provinciale e ritenete di darci una mano, potete firmare come segue:

  • Nel Comune di Residenza (a Trento e Rovereto anche nelle sedi circoscrizionali)
  • Nei banchetti del Comitato
  • Presso lo Stand Comitato Mobilità Sostenibile, nella Fiera “Fa’ la cosa giusta”, Trento Fiere 24, Via Briamasco, 2 – Trento, il 24, 25 e 26 ottobre 2014

Per ulteriori informazioni, si veda anche:

http://www.facebook.com/mobilitasostenibiletrentino

http://mobilitasostenibiletrentino.wordpress.com/

Grazie se riterrete di firmare!

P.S.: ricordo che quando a Trento si pedonalizzò il centro storico, molte furono le proteste. Oggi abbiamo un tesoro a nostra disposizione, un’oasi di arte, cultura, storia … che possiamo ammirare passeggiando a faccia all’insù … già, perché così va visitata e vissuta Trento: a faccia all’insù, per ammirare i suoi palazzi storici senza timore di essere investiti dalle auto. E anche coloro che vi si opponevano, oggi ne sono entusiasti. Oggi il vero lusso è lo Spazio, lo Spazio per le Persone.  L’Europa va in questa direzione, e la civiltà di un popolo si valuta anche dalla sua capacità di cambiare, di arrestare tendenze ormai non più sostenibili dall’eco sistema. Non si tratta di arrestare il “progresso” ma al contrario si tratta di veramente progredire verso una dimensione più moderna, cioè più idonea allo stato attuale (ecco la modernità) di salute delle nostre città e della attuale  (ecco la modernità) qualità della nostra vita, che può e deve essere migliorata.

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THE NORTH WIND DOES BLOW …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Ottobre, 2014 @ 2:45 pm

 

Detto altrimenti: soffia il vento del Nord … (post 1702)

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All'andata avrei gradito una apparato del genere ...

All’andata avrei gradito una apparato del genere …

… and we shall have snow … e presto avremo la neve … così recitava una poesiola inglese che studiai alle scuole medie, 58 anni fa. Il vento del Nord, quello che comandava alle  protagoniste di Chocolat di cambiare paese; quello che sospingeva i bragozzi dei Rivani verso il Sud del Lago di Garda; quello che se cliccate www.wetterzentrale.de lo vedete anche; quello che sul Garda “respinge la nebbia”; quello che ho trovato oggi nella mia uscita in bicicletta: da Trento, verso Sud, 20 km pedalati a 30 kmh senza alcuna fatica, media 24 kmh. Al ritorno, sotto raffica, “punte di 12 kmh”, media 16kmh!

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Soffia, soffia … e come! A 15 nodi, ovvero a 27 kmh. Come ho fatto a calcolarlo? semplice: pedalando con il vento alle spalle, alla velocità di 27 kmh non lo sentivo né sulla nuca né sulla fronte. Se rallentavo lo sentivo sulla nuca. Se acceleravo, sulla fronte. Elementare, Watson! E le raffiche? Be’ … quelle a 20-25 nodi. Dice … ma quelle .. quelle come hai fatto a misurarle? Uei, raga, scialla: dimenticate che sono un velista dell’Altogarda!

Io sono uscito di casa alle 11,30, bici da corsa. Pochissimi i ciclisti. Al mio rientro, in “salita” verso nord, incrociavo i pochi temerari esperti lanciati nella “discesa lbera” con il vento alle spalle. Notavo che studiavano il mio volto, per cercare di trarne una valutazione sullo sforzo necessario per risalire il “pendio di vento”. Ed io, cattivo, facevo loro un dispetto: assumevo un’aria da “sotto sforzo” assai più del necessario, come dire loro: “Scendete, scendete in favore di vento … vedrete poi a risalirlo “di bolina” questo vento …”. Dispettoso? Dai, piccoli scherzucci da dozzina … chevvoletecchessiano?

P. S.: il giorno dopo i giornali riportano: “Tempesta di vento sul Trentino. Notevoli danni”.

Ma ecco la intera mini-lirica da cui ho tratto il titolo del post, in edizione “inglese antico”

The North Wind doth blow (The Robin)

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… and what will bikers do then, poor things?

The north wind doth blow, and we shall have snow, and what will the robin do then, poor thing? He’ll sit in a barn, and keep himself warm, and hide his head under his wing, poor thing! The north wind doth blow, and we shall have snow, and what will the honey bee do, poor thing? In his hive he will stay, till the cold’s passed away, and then he’ll come out in the spring, poor thing! The north wind doth blow, and we shall have snow, and what will the dormouse do then, poor thing? Rolled up in a ball, in his nest snug and small, he’ll sleep ‘til warm weather comes in, poor thing! The north wind doth blow, and we shall have snow, and what will the children do then, poor things? When lessons are done, they’ll jump, skip and run, and that’s how they’ll keep themselves warm, poor things!

Che dire? Ci provo con versi (quasi) miei, adattati ai biciclettisti d’autunno:

2014The north wind does blow

 and we shall have snow

and what will bikers do then, poor things?

They’ll go skiing on the snow

until warm weather comes in

and that’s how they’ll keep themselves warm, poor things!

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COL VENTO IN POPPA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Ottobre, 2014 @ 1:00 pm

Detto altrimenti: in bicicletta è meglio che in barca a vela …   (post 1700)

WP_20141022_003Dopo avere “postato i post” di ‘sta mattina bonora, mi son detto: una pedalata te la sei meritata e siccome mia moglie stava per andare in auto a Bolzano, mi sono fatto portare fino a … Egna. Già, perchè c’erano solo 12 gradi, nuvoloni a nord e molto vento. A pensar male … E invece … invece di pedalare sulla ciclabile (in ombra) sono andato sulla destra Adige (al sole), compresa la salitina dentro Roverè della Luna. Vento in poppa, velocità di crociera  da 25 a 30 kmh che per me è molto elevata! Sono rientrato sulla pista ciclabile a S. Michele all’Adige, sono uscito solo per pochi metri a Lavis, causa una brioche in una pastipanettercaffetteria da urlo (sulla statale fra la stazione della Vaca Nonesa e il ponte sull’Avisio, lato opposto alla stazione, a fianco di Unicredit, buon appetito!)

La Paganella, verde (ancora per poco!)

La Paganella, verde (ancora per poco!)

Dice … ma cos’è ‘sta storia della barca a vela? E’ che se in vela hai il vento in poppa piena, l’aria fa un po’ come l’onda che si spiaggia: fa risacca, la quale annulla parte della spinta. Ragion per cui in vela le velocità più elevate le fai con rotte vicine al traverso (vento da destra o sinistra). In bici no: se sei in “poppa piena” è una goduria, si diventa tutti campioni! Comunque mi sono fatto 55 km in due ore e quaranta anche perché arrivando a Trento da Nord ho voluto arrivare sino al Bicigrill della città, che sta a Sud della stessa, per un (meritato, n.d.r.) caffè.

Good bike a tutti!

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VOLONTARIATO MUSICALE A TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Ottobre, 2014 @ 6:06 am

Detto altrimenti: Trento è anche tutto questo! This is Trento too!   (post 1699)

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Sala del Circolo Pensionati della Parrocchia di S. Bartolomeo, a Trento. ieri alle ore 15,00. Cristina Endrizzi, l’organizzatrice, al pianoforte. Cristina Tessadri, soprano. Sergio Rucher, basso. Concerto ad entrata libera. Volontariato allo stato puro, e questa è la prima caratteristica.

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Da quale lato ci avviciniamo a questo ... concerto?

Da quale lato ci avviciniamo a questo … concerto?

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Seconda caratteristica: si è trattato di un concerto particolare a “tre dimensioni”. Infatti è stato concepito e strutturato come il cubo di Rubik, ovvero come un concerto “a più entrate”. Infatti comprendeva gruppi di brani “leggeri” ma bellissimi e famosi; interventi del “coro” dell’uditorio stesso; brani di opere classiche eseguite dalla soprano e dal basso..

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WP_20141003_004Per capirsi (cito dal programma di sala):

Brani leggeri ma splendidi: “Memory” (Webber); “Buongiorno Principessa” (Piovani); “Rag Time” (Scott Joplin, colonna sonora del film “La stangata”).

Cori dell’uditorio: “Rosamunda”, “Tanto pe’ cantà“;  “Che sarà“.

Brani lirici: “Vecchia zimarra” (“Boheme”. Puccini); “Romanza della Vilja” (“La vedova allegra”, Lehar); “Infelice e tuo credea” (“Ernani”, Verdi).

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 Che dire se non: brave, Cristine! Bravo Sergio!

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