SIAMO UOMINI O CAPORALI?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Novembre, 2014 @ 3:51 pm

 

Detto altrimenti , oggi: siamo cittadini o sudditi?     (post 1728 – Si vedano i miei precedenti post in data 20 giugno, 30 luglio e 8 ottobre 2o14)

 (Lo so … lo so … i due binomi “uomini-caporali” e “cittadini-sudditi” non sono esattamente assimilabili (però, chevvolete, mi è venuta così): infatti, nel primo si contrappongono persone dabbene a persone malvagie (come i caporali del film, non certo quelli veri, per carità!). Nel secondo caso persone dabbene a persone dabbene.

Fra tutti coloro che sulla base delle note in calce avranno individuato con esattezza i soggetti ed i luoghi della favola narrata, sarà estratta una tessera elettronica a scalare per usufruire della sosta cittadina, del valore di €30,00).               

Ciò detto, vi racconto la favola – indovinello

Inizia

“C’era una volta, in un bel quartiere cittadino residenziale ai confini della città (1) nel quale non si trovavano esercizi commerciali se non un piccolo bar né vi erano pubblici uffici, un bellissimo viale alberato (2) lungo un bel fiume urbano (3) la cui sosta era tutta blu a pagamento, in fondo alla quale vi erano quindici stalli auto bianchi, a sosta libera. Essi venivano utilizzati dal personale di servizio degli abitanti, dai loro parenti in visita o dalle badanti che si recavano ad assistere gli anziani ivi residenti o che – con l’auto – accompagnavano in quella zona altri anziani – non così abbienti da abitare in quel bel viale – per farli passeggiare  sotto quelle piante a fianco del bel fiume.

WP_20140619_001-168x300[1]Un bel giorno, anzi, un brutto giorno, i cittadini videro che alcuni operai stavano collocando cartelli e divieti di sosta, ad indicare che non solo quei posti auto, ma che quell’intera parte della strada era privata, ovvero era di una società idroelettrica pubblica (4), e che pertanto ne era interdetto l’uso da parte della popolazione. Tutti si stupirono, perché strada e posti auto erano stati lasciati alla libera fruizione della popolazione per decenni, e quindi vedere una simile “rivoluzione” senza alcun cenno di spiegazione, parve loro un sopruso, dovuto se non altro, alla assoluta mancanza di informazione  di comunicazione.

Una di quelle persone (5) intese far chiarezza (della serie: “la città è anche mia”) ed opporsi a quel modo di operare top-down  e scrisse alla stampa ed allo stesso assessore “competente” (6). La risposta che ricevette fu efficiente ma non efficace: infatti gli fu spiegato, dalla società che quell’area era da sempre di proprietà di quelle società; dal Comune, che l’assessore comunale stava “studiando il caso”.

La nostra persona rispose all’assessore “competente” che la legge prevedeva che a fronte di tot stalli blu ve ne dovesse essere una certa percentuale di “bianchi” e che il Comune, con il suo comportamento, aveva per decenni dimostrato che la percentuale “bianca” da esso stesso valutata necessaria ed idonea, era quella prima usufruibile. Quindi se ne sarebbe dovuto dedurre che il Comune avrebbe dovuto rimpiazzare gli stalli improvvisamente “dipinti di blu” (anzi, di giallo, proprietà privata!) con la sbianchettatura di un ugual numero di suoi (suoi del Comune) stalli blu.

WP_20140624_001-300x168[1]Dopo mesi di silenzio e successive insistenze anche scritte da parte del citato cittadino, l’assessore rispose che “entro breve sarebbero stati messi a disposizione dl pubblico un certo numero di stalli bianchi a disco orario”. Il cittadino protestò perché avrebbe voluto il ripristino, nelle adiacenti aree comunali con stalli blu a pagamento, di un ugual numero di stalli bianchi non a disco orario. Se non altro, ormai, per una questione di principio.

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th4[1]Passarono alcuni mesi. Non successe nulla. L’interessato cercò quanto meno di capire quale avrebbe potuto essere stato ragionamento del Comune, il quale era azionista indiretto di quella società pubblica che trasformala l’acqua in energia elettrica. Infatti la società stava andando benissimo: e ciò grazie alle cospicue piogge dell’estate, che avevano incrementato la produzione di energia idroelettrica del 40%, per cui essa avrebbe potuto distribuire dividenti ben maggiori del mancato rendimento derivante dalla eliminazione della tariffazione oraria sugli stalli blu di cui l’interessato reclamava la “sbianchettatura”. Ma evidentemente non era così. Forse, si disse l’interessato, quelle somme erano state attribuite come premio di rendimento agli amministratori ed alla dirigenza della società per aver essi danzato una  efficace  danza della pioggia.

Alla fine l’interessato decise: avrebbe scritto ancora una volta alla stampa locale, dopo avere inviato al citato assessore copia della presente favola.

O mùzos delòi oti (diceva tale Esopo), la favola insegna che talvolta gli amministratori pubblici non si sentono incaricati dai cittadini di gestire la loro (loro dei cittadini) città, ma incaricati dalla politica di gestire i cittadini come sudditi”.

Finisce

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Note da utilizzare per la partecipazione al concorso a premi:

  1. capoluogo di provincia di una regione con due capoluoghi, di cui l’altro è Bolzano
  2. viale intitolato ad una grande città di mare italiana al confine con la Slovenia
  3. fiume che scende dalla Valle dei Mocheni
  4. società avente nel nome quello dei monti tipici della regione e del precedente monopolista idroelettrico pubblico
  5. un blogger …
  6. iniziali del suo nome e cognome: “M. M.”
  7. quello cittadino con competenze sull’ambiente e sulla mobilità

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IL VOLTO DI CERTI POLITICI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Novembre, 2014 @ 10:36 am

 

Detto altrimenti: il volto di certa politica (post 1727)thXS34QQRQ

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Emmanuel Lèvinas, (Kaunas , 12 gennaio 1906 – Parigi , 25 dicembre 1995, è stato un filosofo francese di origini ebraico-lituane) è il “filosofo del Volto”. Il Volto dell’Altro ti guarda, ti interroga, si aspetta una risposta da te, e il tuo Volto lo ascolta e gli risponde. Una metafora molto significativa.

Il volto delle persone. Nella mia vita, io – come ognuno di noi, del resto – di volti ne ho fatto una collezione. Sarà che sono figlio di un carabiniere … i cromosomi si sa non sono optional … Volti di gente attenta, riflessiva, interessata, coinvolta: alcuni per tutti? I “miei” alpini alla Tridentina (io ero sottotenente di complemento); i miei impiegati alla Siemens di Milano a alcuni dell’APM SpA di Riva del Garda (onore al merito). “Ragazzi” seri, impegnati … e quando le cose non andavano per il verso giusto …. i primi ad intervenire d’iniziativa, i primi a stigmatizzare errori evidenti, facilmente evitabili, anche se a commetterli era un loro collega.

Ecco, quella attenzione, quella preoccupazione io non la vedo nei volti di molti politici nostrani e anche di molta politica anche europea.

Dice …ma che, sei un anti europeista? Quando mai!? Mi iscrissi al MFE di Altiero Spinelli quasi quarant’anni fa! E oggi sono europeista più che mai, solo che gli Organi Europei non devono fare come padre Zappata che predicava bene e razzolava male. La spending review, ad esempio, loro la fanno o no? E un progetto per gli Stati Uniti d’Europa, un modello  anche se teorico  ma completo e articolato, a quando?

La tensione … ecco, in quei volti io non vedo questa tensione. Il che mi riporta alla mente un complimento che ricevetti anni fa (ogni tanto un complimento fa bene alla salute …): ero da poco nel CDA di una grande, grande impresa fieristica pubblica. Il Vice Sindaco con delega, di mestiere industriale del latte, mi chiese quale fosse la mia impressione … io dissi che non avvertivo tensione. Lui si rabbuiò e disse, preoccupato. “Se non la avverte lei vuol dire che non c’è …”.

 

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VENITE IN PARADISO, LA’ DOVE VADO ANCH’IO ….

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Novembre, 2014 @ 9:51 am

Detto altrimenti: … “perchè non c’è l’inferno nel mondo del Buon Dio” … (post 1726)

(testo dell’intera canzone di Fabrizio De Andrè in calce al presente articolo

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Così Fabrizio de Andrè in “Preghiera in gennaio” faceva esprimere Dio nei confronti dei suicidi. Ero incerto se intitolare questo post “Una tragedia americana” (libro di Theodore Dreiser). Poi questa seconda opzione mi è sembrata troppo banale, anzi, banale … infatti ciò che è banale è tale e basta, né più né meno.

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Brittany Maynard, Oregon, USA.

Brittany Maynard, Oregon, USA

Una tragedia americana anzi mondiale. Il suicidio oggi viene stigmatizzato da autorevoli fonti della Chiesa come una cosa “cattiva” (sic), perché la vita viene da Dio e solo Dio la può togliere. Nello stesso senso si esprimeva Socrate 2.500 anni fa, almeno a leggere quanto riferisce il suo allievo Platone: il corpo vivo, questo provvisorio contenitore dell’anima ci è stato dato dagli dei. Ora è pur vero che per noi vivremo la nostra situazione ottimale quando l’anima sarà liberata dal corpo, ma tale liberazione può avvenire solo per volontà degli Dei non per nostra personale iniziativa (Platone: i dialoghi di Socrate, Critone e Fedone).

E noi, 2.500 anni dopo, quale consapevolezza abbiamo maturato oltre quella filosofia? Sicuramente una, che Dio ha creato l’uomo libero responsabile di ogni scelta, quindi responsabile (ovvero imputabile) anche della scelta di suicidarsi.

Premetto che sono un credente (forse un protestante, dice qualche mio amico …) ma su quella “libertà” ho qualche dubbio. Infatti, quale “libertà” può mai avere una persona che nasce oggi in un paese africano afflitto contemporaneamente da guerre, dittatura, fame, siccità, malattie, epidemie, schiavitù, sfruttamento, carestia, pregiudizi, etc.?

Non giudicare se non vuoi essere giudicato … o no? E sentire persone di bell’aspetto, nutrite, con una buona posizione sociale laica o religiosa che sia, criticare e giudicare il disperato/la disperata che si suicida … be’ mi fa un certo effetto, come quando sento chi non è sposato e/o non ha figli dare suggerimenti e consigli a chi è sposato e/o ha figli. Provare per credere.

Io sono un credente. E innanzi tutti preferisco credere in un Dio infinitamente Buono più che in un Dio infinitamente Giusto. Già …  perché “giusto” significa “conforme alla legge” e quindi conforme anche alla “legge punitiva per sempre”, senza perdono alcuno, cioè alla legge dell’inferno perenne. Ecco perché mi ritrovo in pieno nella canzone di De Andrè.

Il primo novembre scorso ho pubblicato un post “anche” su Don Lorenzo Milani. Nell’occasione ivi descritta, Don Marcello Farina ci ha ricordato che la chiamata al sacerdozio di Don Milani fu dovuta all’esigenza di “essere perdonato”, di trovare o ritrovare la Chiesa del perdono.

Film Schindler List. Il protagonista cerca di temperare la fredda e sadica crudeltà del capo di un campo di sterminio dicendogli “Tutti sono capaci di punire. Solo una persona grande, superiore può e sa perdonare. Quello è il vero potere”

Nessun perdono? Come per chi è condannato alla pena di morte. Papa Francesco: “La pena di morte va abolita. L’ergastolo è una pena di morte nascosta”. E allora … se si condanna l’ergastolo terreno, a maggior ragion si esclude quello “divino”, non vi pare?

Io, infinitamente più umilmente, mi permetto di aggiungere; la punizione in esatta esecuzione di una legge è un fatto automatico, potrebbe essere irrorata da un cervello elettronico. Il perdono invece esige l’ umanità che le macchine non hanno di certo; esige uno sforzo maggiore, una maggiore sensibilità, un ragionamento più profondo, una diversa capacità e volontà di discernimento, una maggiore assunzione di responsabilità, una maggiore fiducia del futuro.

Preghiera in gennaio (Fabrizio De Andrè)

Lascia che sia fiorito
Signore, il suo sentiero
quando a Te la sua anima
e al mondo la sua pelle
dovrà riconsegnare
quando verrà al Tuo cielo
là dove in pieno giorno
risplendono le stelle.

 

Quando attraverserà
l’ultimo vecchio ponte
ai suicidi dirà
baciandoli alla fronte:
“Venite in Paradiso
là dove vado anch’io
perché non c’è l’inferno
nel mondo del Buon Dio”.

Fate che giunga a Voi
con le sue ossa stanche
seguito da migliaia
di quelle facce bianche
fate che a Voi ritorni
fra i morti per oltraggio
che al cielo ed alla terra
mostrarono il coraggio.

Signori benpensanti
spero non vi dispiaccia
se in cielo, in mezzo ai Santi
Dio, fra le sue braccia
soffocherà il singhiozzo
di quelle labbra smorte
che all’odio e all’ignoranza
preferirono la morte.

Dio di misericordia
il Tuo bel Paradiso
lo hai fatto soprattutto
per chi non ha sorriso
per quelli che han vissuto
con la coscienza pura
l’inferno esiste solo
per chi ne ha paura.

Meglio di lui nessuno
mai ti potrà indicare
gli errori di noi tutti
che puoi e vuoi salvare.

Ascolta la sua voce
che ormai canta nel vento
Dio di misericordia
vedrai, sarai contento.
Dio di misericordia
vedrai, sarai contento.

La preghiera di rivolge alternativamente a Dio, ai signori ben pensanti, al lettore, ai beati del paradiso. 

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ACCADEMIA DELLE MUSE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Novembre, 2014 @ 10:03 am

Detto altrimenti: “Musica” a Trento! (post 1725)

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I diversi tip di sax: soprano, contralto, basso (o baritono?), tenore.

  “Musica” per Platone e per il suo maestro Socrate era l’insieme delle “arti” di tutte le Muse e la prima Musica per loro era Filosofia. E noi, appartenenti al Circolo Culturale privato “Accademia delle Muse” cerchiamo di avvicinarci a queste “arti”,  soprattutto sforzandoci di farle rivivere noi stessi in prima persona. Non è presunzione la nostra, sapete, ma semplicemente amore per l’amicizia, la musica, la pittura, la poesia, la scultura, la storia, la danza, la letteratura, le arti varie. Insomma, ognuno di noi si sforza di “produrre arte” al livello che ciascun “Accademico” riesce a conquistare per se’ e per gli amici. Per gli amici, dicevo: infatti per noi la prima Musica è l’ “Amicizia”.

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1 - IMG_2417.

Detto questo … ieri sera – come al solito nella nostra “sede”, ovvero in casa della Presidente Cristina, seratona! Infatti ha riempito la prima parte della serata il quartetto di sassofonisti Smart Sax Quartet composto dai giovani Mattia Grott, Martina D’Amico, Filippo Corbolini, Mattia Giacomozzi i quali (ormai “nominati” Accademici delle Muse, con diritto-dovere di partecipare alle nostre serate!) hanno eseguito il seguente programma.

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  • 1,5 - IMG_2431

    Martina

    P. Iturralde – “Jazz Suite”

  • Mattia Grott – “Rendez-vous au point d’orgue”
  • V.Williams – “Prelude And Beguine”
  • A.Ghidoni – “Blues & Boogie”
  • M. Giacomozzi – “Promenade Solitaire”
  • G. Faurè (arr. Ghidoni) -“Sicilienne”
  • Tradizionale (arr. Curtis) – “Kletzmer Tryptich”
  • A. Dvorak – “Danse Slave n. 8”

 

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2 - IMG_2430Applausi meritatissimi! Noi li avevamo conosciuti in occasione della Settimana Europea della Mobilità Sostenibile (vedi il post del 20 settembre scorso) e li abbiamo subito “catturati” alla nostra causa. Oltre alla Musica, questi meravigliosi ragazzi ci hanno regalato anche un po’ di “Scienza della Musica”, nel senso che Mattia G. ci ha brevemente tracciato la storia dello strumento e ci ha descritto i vari modelli di sassofono, mentre Martina ha illustrato i singoli brani che avrebbero eseguito. Insomma, alla fine una standing ovation! Grazie ancora ragazzi e spero per l’anno 2016 di riuscire a portarvi ad eseguire un concerto nell’ambito di quelli organizzati a Riva del Garda dalla locale Associazione Amici della Musica. Nel dopo concerto I ragazzi ci hanno ricordato cha la migliore ditta in assoluto che realizza sassofoni, ognuno dei quali è compost da circa 3.000 pezzi (!) è la Rampone e Cazzani che si trova in provincia di Verbania.

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Mattia G., sassofonista, compositore, futuro velista!

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 (Mattia Grott, desideroso di fare vela, è invitato a veleggiare quando lo desidera sul mio FUN a Riva del Garda. Idem i suoi amici)

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 E’ seguito come di consueto l’angolo delle anteprime, ovvero la segnalazione di tutti quegli avvenimento ed eventi anche esterni alla nostra Accademia ma la cui diffusione ognuno di noi ha particolarmente a cuore. Si tratta di eventi aperti a tutti e non solo ai soci Accademici:

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Mirna

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Innanzi tutto Mirna (la nostra Accademica BGL – Blogger Gran Lettrice www.trentoblog.it/mirnamoretti) ci ha illustrato alcuni possibili libri fra i quali, a seguito di una democratica votazione (voti da indirizzare via mail al sottoscritto) il nostro consesso sceglierà il libro che tutti avranno letto per farne poi oggetto di una comune discussione ed un confronto delle reciproche impressioni. Le indicazioni di Mirna saranno inviate a me e da me circolarizzate a tutti gli Accademici con mail a parte.

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 Giovedì 13 novembre 2014, ore 21,00, Palazzo Calepini, Sala della Fondazione Caritro, in occasione del festival internazionale dell’armonica, Concerto la regina delle Armoniche: Santo Albertini (armonica cromata), Edoardo bruni, pianoforte.

 14, 15 e 16 novembre, presso l’Accademia di musica Antica a Rovereto, Stefania Neonato terrà un Masterclass di fortepiano (v. separata comunicazione).

 Sabato 15 novembre 2014, ore 18, presso la Sala della SOSAT, il pianista compositore Edoardo Bruni presenta il suo ultimo CD “HiperSpectives” e il pianoforte che egli regala alla SOSAT (segue buffet). (Vedi separata comunicazione).

 Sabato 22 novembre 2014, ore 16,00, Concreto presso la Casa famiglia di Via Borsieri. In programma “Operetta mon amour” con Cristina (pianoforte) e le voci di Letizia  (soprano), Giovanna (mezzo soprano)  e Stefano  (basso).

Venerdì 28 novembre 2014, ore 17,30, al Sass, Alfonso Masi nella rievocazione dell’omicidio Matteotti, nel novantesimo anno della ricorrenza.

Martedì 9 dicembre 2014, ore 15,00, a Villa Mersi, Circoscrizione Villazzano: Concerto “Cantando Natale”: Cristina al piano a la voce del basso Sergio Runcher.

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Prima dell’ “assalto”!

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E’ seguita la solita cena “autogestita”, nel senso che ognuno di noi s fa carico di una “parte” di essa.

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L’autore dei Giovanfalsi!

Dopo questo appetitoso intermezzo, è stata la volta di Giovanni Soncini con i suoi “Falsi d’autore”. Egli, ingegnere in pensione, dopo 40 anni di semiconduttori, andando in pensione ha voluto dedicarsi a tutt’altro genere di impegni: la bicicletta (e qui è la mia vittima prediletta, l’agnello sacrificale, nel senso che i 50 km alla volta ormai non glieli toglie più nessuno! Bravo Giovanni, in sella alla “ciclo” più bella del mondo!) e soprattutto alla pittura. Ma perchè “falsi d’autore”? Perché egli prende di mira autentici capolavori e li rielabora, semi copiandoli, aggiungendo particolari inediti e comunque reinterpretandoli.

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    Lasciate ogni speranza voi ch’entrate/ dallo Tirallo in taliane spiagge/ che grandi confusion son qui alloggiate …

    Giovan Soncin pedalator pittore

  •  re della strada e de la tavolozza
  • ricolma ‘l nostro cor di gran stupore
  • lor che in gran  pittar egli s’abbozza.
  • Eccolo quivi in sul confin d’Italia
  • a piè de monti che ‘l Tiralli strozza
  • da ciclista indossar sportiva màlia.

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(Valle dell’Adige. Si noti la precauzione: Soncin Pedalator ha lasciato la  sua ciclo a nord del cippo di confine “sul qual  la mano dritta va ponendo”)

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Il dono

I pittori “presi di mira” da Giovanni e illustrati nella loro reinterpretazione fra gli altri sono stati: Pablo Picasso con rielaborazioni del “Vecchio cieco” affiancato da un ragazzino con in mano una … bottiglietta di Coca Cola! La Globalizzazione, ovvero un monaco buddista che guarda un quadro di Picasso, “Les demoiselles d’Avignon”; Edward Munch, “Urlo napoletano” alla vista di tanta immondizia per le strade di Napoli con lo sfondo del relativo golfo e del Vesuvio; Caravaggio (Michelangelo Merisi) ovvero rielaborazione di “Giuditta che decapita Oloferne”. E per finire, Jean Derneer, “La ragazza con l’orecchino di perla” con un orecchino diverso, quadro di cui Giovanni ha fatto omaggio a Cristina.

E si vede che era la sera dei regali … infatti io ringrazio Alfonso Masi per la bella recente fotografia (sic) di Dante Alighieri che mi ha voluto regalare …

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Antonella  e Cristina

Terzo intervento della serata: Antonella Valer, professoressa di economia e diritto al Rosmini, ci ha illustrato “nel fatto e nel diritto” il progetto di legge di iniziativa popolare sulla mobilità sostenibile, incentrato sulla nuova filosofia di vita che volenti o nolenti, dovremmo e dovremo presto adottare se vogliamo salvare le nostre città e il nostro ambiente dalla asfissia per inquinamento. Da notare: nonostante l’ora avanzata e l’effetto “dopo cena”, l’uditorio è stato catturato dalla sua esposizione dopo la quale molti di noi hanno aderito all’iniziativa firmando l’apposito modulo di raccolta delle 2.500 firme necessarie entro il 15 dicembre 2014 a che il disegno di legge possa essere preso in esame dal Consiglio Provinciale. Altre firme possono essere depositate presso tutti i Comuni e presso le circoscrizioni cittadine di Trento e Rovereto.

Termino riportando il programma della nostra stagione (riservato agli Accademici)

Lunedì 1 dicembre 2014: Il Natale in musica, poesia e coro – Luigi Sardi presenta il suo libro “1914, Degasperi e il Papa”.

lunedì 12 gennaio 2015: Carlo Fierens e la sua chitarra classica/Cristina, canzoni e Napoli -Enrico Fuochi parla di fotografia e di FotoFiabe.

lunedì 2 febbraio 2015: Recital di Alfonso Masi “Questo amore” – Il Carnevale in teatro.

lunedì 2 marzo 2015: Barbara Bertoldi e il suo violoncello – Verena Depaoli in “La donna e le ragazze madri dell’800”.

lundì 13 aprile 2015: Flora Vedovelli e la sua arpa + flauto traverso in concerto – Umberto Sancarlo, “L’arte nelle monete della zecca italiana”. Marisa De Carli, La vecchia Trento. Il Torrione e le case Zelgher.

lunedì 4 maggio 2015: Donatella Taiuti e Cristina in “Omaggio a Domenico Modugno” – Gruppo di lettura.

lunedì 1 giugno 2015: concerto degli allievi del conservatorio Bonporti, Sezione di Riva del Garda – Riccardo proietta le diapositive di una gita FIAB.

venerdì 24 luglio 2014: Festa di mezz’estate nel giardino di Cristina.

Le nostre gite “fuori porta” possibili o programmate. Già perché noi facciamo anche vita all’aria aperta. Ecco alcune idee, tutte “aperte al pubblico”:

  • Valle Aurina in bicicletta
  • Alpe di Rodengo sulla neve
  • Milano, Castello Sforzesco, Museo Egizio e strumenti musicali d’epoca
  • Paneveggio: il legno che suona
  • Arte Sella in Val di Sella
  • Intero programma FIAB (distribuito appena sarà approntato)
  • Perugia: due giorni al cioccolato
  • Castel Toblino dal di dentro
  • Caldonazzo-Centa, le nostre piante
  • Altre, che potranno essere proposte da Monika

Insomma, una seratona di quelle “albo segnanda lapillo” ovvero da contraddistinguere con un lapillo bianco, ovvero rarissima come i lapilli bianchi che come si sa “generalmente” sono neri. Ovvero: serata irripetibile! Grazie a tutti e soprattutto alla Presidente Ospite Cristina!

 P.S.: questo post è stato lungo e complesso da “mettere insieme”: se ho commesso qualche errore, svista od omissione, mi scuserete e mi “corrigerete”!

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MI HANNO BUTTATA LI’ …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Novembre, 2014 @ 5:19 pm

Detto altrimenti: … UNA SEDIA RACCONTA  (post 1724)

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Cliccate qui sopra, la foto si ingrandisce e voi mi scorgerete meglio …

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Ero un po’ usata, ma funzionavo ancora bene. Quando potevo dare sollievo a qualche persona un po’ stanca … be’ voi ci riderete ma io … io mi sentivo appagata! Ero stata all’aperto, al chiuso, in un giardino, in un bar … insomma, per farla breve, un curriculum di tutto rispetto. Lo so, avevo qualche annetto … ma anche il mio blogger, questo Riccardo che sta scrivendo ne ha alcuni anche lui di annetti (mi dicono 70) e mica lo buttano nella Fersena, lui! A dire il vero mi era giunta qualche voce del tipo: “Sai, alla fine tutte noi ci portano al CRM-Centro Raccolta Materiali … sembra triste ma dai, dai che poi non è così! Infatti ci mettono insieme ad altri oggetti di metallo, veniamo fuse e quindi utilizzate per realizzare altre sedie o altri oggetti utili: pensa un po’ mia cugina ora è quel bel cancello che regola l’accesso al Liceo … si …a quello lì, difronte a dove sei ora” … dai, non ti deprimere!”

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Non ti deprimere, si fa presto a dirlo, infatti nel frattempo … nel frattempo tutti coloro che, prima, vedendomi, tiravano un sospiro di sollievo perchè potevano sedersi un poco, ora, appena mi scorgono storcono il naso per la bruttura che rappresento. A tutti costoro però io voglio dire: “Uei, raga, mica è colpa mia se sono qui! Prendetevela con quell’incivile che mi ha fatto fare questo bel volo, prendetevela! Chi è? Eh già, amici, se lo sapessi lo direi subito alla Polizia Locale, lo direi … mica le sopporto io queste monade …” Ma tant’è … l’unica speranza è che il mio blogger, si, quel Riccardo che ho nominato prima … lui che abita qui di fronte ed ha sempre il telefonino o la macchina fotografica in mano, riesca prima o poi a fotografare uno di questi campioni di stupidità. Che volete che si possa fare d’altro? Ora vi lascio, nella speranza che il Comune provveda presto a rimuovere questo spettacolo.

Buona seduta a tutti, su una delle mie compagne ancora in servizio.

Una sedia

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EFFICIENZA ED EFFICACIA DEI MANAGER PUBBLICI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Novembre, 2014 @ 4:09 pm

Detto altrimenti: sono due “cose” diverse … (post 1723)

Recentemente Don Luigi Ciotti ha affermato che lo preoccupano di più le persone “legali” che si comportano male piuttosto che le persone dichiaratamente “illegali”.

 Accendo la TV (L’Arena odierna, Massimo Giletti) e scopro alcune amenità sulla società pubblica sarda “AREA”, oggi commissariata, e cioè che i suoi 19 top manager si sono auto valutati “ottimi” e si sono auto assegnati il massimo del premio annuo previsto, in media €25.000 a testa, che si somma allo stipendio ed alla indennità di carica.

Peccato che le interviste della RAI ci abbiano mostrato ascensori murati (sic, murati!), liquami fognari che invadono le cucine, tubature scoppiate, etc..

Area ha circa 180 dipendenti e gestisce circa 26.000 alloggi popolari. Ha lanciato un bando per €3.000.000 per conoscere lo stato di manutenzione dei propri alloggi, affittati al “popolo”, visto che gli alloggi che essa gestisce sono “popolari”.

Dalle interviste RAI risulta che la maggior parte degli interessati (fra i quali l’ex Presidente Giorgio Sangiorgi) afferma “Abbiamo seguito le regole: siamo stati efficienti, cioè abbiamo rispettato le regole”. Ma io obietto: non siete stati efficaci, nel senso che è mancato il risultato, e cioè non avete prodotto case “civili e abitabili” per chi, ad esempio, essendo affetto da zoppìa (è zoppo), deve fare otto piani a piedi perché gli ascensori sono murati (!).

Voglio terminare in fretta con alcune brevi considerazioni:

  1. Chi si fa carico di cambiare regole scandalose?
  2. Quali sanzioni vi sono per chi omette di fare ciò?
  3. Possibile che tutti i top manager del settore pubblico (circa 4.000) abbiano ricevuto il massimo del “premio” annuo?
  4. Possiamo chiedere che quando si parla del loro “stipendio” non ci si limiti a citare la voce “stipendio” ma si dichiari anche l’ “indennità di carica” e il “premio” soprattutto se tali emolumenti sono pensionabili?
  5. E’ lecito attendersi che la Corte dei Conti apra un’indagine sull’intero fenomeno?

 Un amico, che ha visto con me la trasmissione, criticandomi, mi dice: “Non bisogna esagerare … non bisogna fare allarmismo …  quella è la legge …, le istituzioni vanno preservate …ci sono evidenti difficoltà … i problemi veri sono altri … occorre capire … non è questo l’approccio giusto … si tratta di valutare nel complesso … mica si può fare tutto e subito … quei livelli retributivi sono in linea con i livelli europei … si tratta di persone che hanno vinto concorsi pubblici … persone che hanno grandi responsabilità … non si può fare di tutt’erba un fascio …” etc. etc.

 Ah, vabbè, ho capito … se le cose stanno così …

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FONDI LIBERI E SOMME IMPEGNATE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Novembre, 2014 @ 9:04 am

 

Detto altrimenti: com’è difficile governare … (post 1722)

Vi sono alcun i settori della spesa pubblica per i quali chi governa riesce ad “impegnare” fondi per anni: un tot all’anno, garantito a prescindere. Una sorta di variabile indipendente, nel senso: “Io ho tanto all’anno assicurato, per tot anni. Poi, il resto, quello che rimane, siete liberi di dividervelo come volete”. Con il che spesso ci si trova di fronte a due fatti … anzi, a due misfatti:

  • Vi è chi spende a man libera, “tanto resto all’interno del budget”;
  • Vi è chi deve governare la cosa pubblica con “quello che rimane”: in genere miserie.
L'economista Paul Samuelson

L’economista Paul Samuelson

Dice … ma vi sono investimenti che richiedono esborsi pluriennali, ad esempio quelli per la Difesa (Ministero della Difesa). D’accordo, replico io, vada per la Difesa ma esiste anche un’altra difesa, la difesa del territorio dalle alluvioni. Ed allora facciamo subito due grandi categorie: da una parte collochiamo tutti (tutti) i settori che necessitano di somme pluriennali garantite (categoria “A”) e dall’altra quei settori che possono essere gestiti e finanziati annualmente (categoria “B”). Dopo di che stabiliamo le priorità all’interno di ciascuna categoria raffrontando fattispecie omogenee. Mi spiego: con riferimento a quanto sopra accennato, è prevalente la Difesa o la difesa? Ovvero, sono prevalenti i cacciabombardieri F35 (somme impegnate, 20 miliardi all’anno per 10 anni!) o la difesa idrogeologica del territorio (somme che dovrebbero essere impegnate, n.d.r.) ? Burrro o cannoni? Direbbe Paul Samuelson …

Quella dei “fondi impegnati” mi pare un po’ come quella delle “caste con privilegi acquisiti garantiti a prescindere” o come quella delle “gestioni separate per cui il bilancio dello Stato si vabbè ma prima io mi faccio il mio …  gli altri poi si vedrà, si arrangino con quel che resta se resta” o come quella delle  gestioni separate dei fondi pensione o dell’Inps.

 

 

 

 

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SPENDING REVIEW NELLE FORZE ARMATE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Novembre, 2014 @ 8:33 am

Detto altrimenti: ieri stavo veleggiando nel Garda Trentino quando improvvisamente … (post 1721)

A me e a tanti altri come me ... manca!

A me e a tanti altri come me … manca!

… improvvisamente, di fronte alla pilotina della Benemerita da un anno tristemente ormeggiata inutilizzata nel porto della Fraglia della Vela ho rimpianto il tempo in cui la vedevo navigare per controllare e soccorrere chi navigava sul lago. Spending review, si dice, costava troppo.

La pilotina dei CC ferma. In compenso nei giorni scorsi sulla stampa locale un articolo: la Capitaneria di Porto vuole un ulteriore motoscafo … quelli di cui dispone sono troppo pochi … occorre acquistarne uno in più. Nel frattempo sono arrivate due nuove moto d’acqua della Polizia di Stato.

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E poi, veleggiando davanti al Porto S. Nicolò, sopra il forte, c’è un bellissimo palazzotto rosa, vista lago. Un albergo? No. Una casa privata? No. E’ una “base logistica” delle forze armate. Base logistica, alias casa vacanze, simile al Centro Logistico con campi da tennis esistente nella parte alta della città di Riva del Garda. Altra casa vacanze.

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E quando si dice che la spendig review non deve essere lineare … giusto! Infatti questa qui non è lineare, è … selettiva!

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STEFANO CUCCHI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Novembre, 2014 @ 7:56 am

Detto altrimenti: omicidio di Stato   (post 1720)

Tutti assolti in appello. Ho sentito alla radio che il rappresentante del sindacato delle forze di polizia avrebbe dichiarato che “se uno conduce una vita balorda, poi non c’è da stupirsi se poi gli capita …” (riporto virgolettato ma a memoria … ma il senso è esattamente questo). No comment.

Sono figlio di un Maresciallo dei Carabinieri. Ho prestato servizio militare quale sottotenente di complemento nella Brigata Alpina Tridentina. Sono laureato in giusripsrudenza. Sposato in Chiesa. Tanto per capirsi.

Ho sempre insistito a che i poliziotti abbiano un numero di riconoscimento sul caso e sul giubbetto.

All’interno delle carceri, dei posti di polizia (e anche delle stazioni dei CC?) cosa succede? Quello che era successo nella caserma di Bolzaneto a “quelli della Diaz”?

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Per rispetto alla memoria della persona, non pubblico la foto dopo le percosse e la morte.

Il giudice giudica secondo “il suo libero convincimento” (ma  ovviamente non oltre la legge!). Ciò lo  mette al riparo da eventuali  “istruzioni gerarchiche” che invece sono lecite, possibili ed ammissibili in altri ambiti (nelle SpA, ad esempio), ma non lo esime dall’obbligo di evitare decisioni arbitrarie, come quando non tiene conto delle moltissime omissioni e trasgressioni – tutte documentate – delle regole che avrebbero dovuto garantire alla vittima un trattamento civile, umano, ma soprattutto legale.

In dubio pro reo, scrivevano e applicavano gli antichi romani. Ma i romani moderni no. Nel dubbio di non potere/volere accettare le certificazioni (degli organi pubblici!) esistenti, hanno deciso che la vittima ha torto ed hanno assolto i picchiatori ed i medici.

Quo usque tandem? Fino a quando, insomma, avremo questo stato (di cose) e questo Stato (quasi) di diritto?

Proceduralmente: se i giudici di primo grado si vedono modificate dal giudice di appello molte loro sentenze, sanno che ciò influirà negativamente sulla loro carriera. Il giudice d’appello invece non sbaglia mai, non può sbagliare, in quanto le sue sentenze possono essere impugnate in Cassazione solo per motivi di diritto, non di fatto, come quando ad esempio abbia (incredibilmente!) comminato una pena di anni superiore a quelli previsti dall’articolo del codice che viene applicato (è successo di recente!). Ma nel fatto no, essi non hanno nessun ulteriore controllo, quindi sui “fatti” sono “infallibili ”. Come il Consiglio di Stato. Quindi, arrivati in quelle posizioni, vi è solo “potere” e non anche la (possibile) “responsabilità“. E il potere disgiunto dalla responsabilità, nel migliore dei casi può diventare superficialità e – nel peggiore – arbitrio e malafede.

Dice … ma vi è l’esigenza della certezza del diritto, non si può andare avanti all’infinito. D’accordo, ma allora rispettate le regole, tutte le regole, anche quelle “intermedie”: ad esempio quelle che riguardano come trattare i fermati, gli arrestati, i carcerati, i malati e i loro diritti. Non solo le “regole finali” ovvero le sentenze passate in giudicato!

Dice … ma Cucchi si drogava … spacciava. A maggior ragione: proprio a queste persone va dedicata più attenzione, più cura, per cercare di recuperarle nell’interesse loro e della comunità, all’interno della giusta applicazione della pena legalmente prevista dal codice penale. Teniamo presente che un detenuto costa alla collettività 250 euro al giorno e che i detenuti che non hanno usufruito di un piano di recupero sono recidivi nella elevatissima  misura del 70%. Quindi, se non lo si fa per motivi umanitari, lo si faccia per motivi economici e pratici, ma lo si faccia.

Quanto alla immutabilità della sentenza di assoluzione … il PM ha annunciato che chiederà un supplemento di istruttoria. Forse – ma io non sono aggiornato e quindi scrivo “forse” – la sentenza può essere impugnata con una azione revocatoria, ove essa non abbia tenuto conto di alcuni fatti i quali nel procedimento di revocazione risulterebbero quindi esaminati ex novo, ovvero “nuovi”. E questi “fatti” non presi in considerazione potrebbero essere tutti quei “fatti intermedi” e quelle “violazioni delle regole intermedie” alle quali  accennavo prima.

Oppure vale il principio “ne bis in idem” e cioè che nessuno può essere giudicato due volte per lo stesso reato? Raga, mi sono laureato in legge nel 1968 (alla maniera antica, tradizionale, intendiamoci!) e poi ho sempre fatto un altro mestiere, ovvero ho gestito SpA … quindi mi sia concessa qualche incertezza … L’importante è avere posto il problema. Ad altri la soluzione.

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E OGGI MI RILASSO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Novembre, 2014 @ 8:08 pm

Detto altrimenti: dopo l’intensissima giornata di ieri, (vedi post precedente) oggi mi rilasso … (post 1719)

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Mentre il marinaio si scatta un selfie, lo skipper lavora!

L’era ‘n pez che non portavo a vela l’amico Sergio … ed allora eccomi qui, a godere delle ultime giornate di sole autunnale (pare che da lunedì sera prossimo cambi il tempo). Alle 09.30 appuntamento alla barca, nel porto della Fraglia Vela Riva a Riva del Garda. Io sono lì ben da prima: metto in moto il motore fuoribordo con un’iniezione di benzina direttamente nella camera di scoppio (era fermo da un mese!); ripulisco alla bell’e meglio il pozzetto; armo le vele. Arriva Sergio e si parte! Verso Torbole quasi 30 nodi di vento: troppi per una barca da regata priva del giusto peso dell’equipaggio previsto (quattro persone e noi siamo solo in due), quindi ci manteniamo in zona monte Brione e Riva del Garda.

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Bordeggiando bordeggiando incrociamo la barca del mio caro amico Renzo Michelini, ottimo violinista dell’orchestra regionale Haydn, che a sua volta bordeggia con l’ultimo figlioletto, Giovanni. Chiacchieriamo a lungo, sul precedente e sul prossimo concerto, sulle qualità delle nostre barche, su quando ci siamo conosciuti “a vela”: era il 1992 e di acqua ne è passata sotto le nostre carene!

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Verso il vento forte

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Poi decido l’avventura: infatti pare che il vento sia un po’ calato, mi avventuro in zona Torbole, vento ornai ridotto sotto i 23 nodi. Qualche bordo e poi si rientra: a terra ci aspetta risotto con le brise etc. etc., un eccellente pranzetto da Zi’ Teresa, ovvero a casa mia, da Maria Teresa! Se non è relax questo!

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.AAA FUN

P.S.: la mia barca è un FUN, natante francese da regata;  di nome Whisper; modello originario di 30 anni fa; età di Whisper, 23 anni; numero velico (per le regate) ITA 526;  7 metri lft; stazza 2,8 tons; dislocamento (peso) 1 ton; randa 16 mq.; fiocco (autovirante), 8 mq; genoa, 16 mq; spinnaker, 40 mq. Motore fuoribordo da 4 CV; sartie volanti; carena planante: con oltre 20 nodi di vento sulle andature larghe plana come un surf. In regata, quattro persone. A passeggio, anche da solo. Traversate compiute; sei volte S. Vincenzo (Livorno) – Palau, sempre a vela, anche di notte, anche in solitaria. Das ist alles, questo è tutto.

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Poi, verso sera, a Messa, ho sentito una invocazione nuova, splendida, all’interno della Preghiera dei fedeli: “Per tutti coloro che soffrono a causa della loro coerenza sul lavoro … ascoltaci Signore”.

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