NATALE IN POESIA 4 : LA CASA DI VETRO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Dicembre, 2014 @ 11:37 am

Detto altrimenti: Natale dall’interno … (post 1798)

La casa di vetro

Attraverso lo spazio

svuotato dall’indifferenza

lo sguardo si posa

sull’inverno gelato

mentre all’interno

thPFJPRZBGscoppietta la fiamma

che inonda la casa di vetro

di un rosa tepore

veneziano.

Qualcuno

da fuori

implora calore

e tende la mano

ad occhi infantili

spalancati al di là

dell’invisibile muro.

E il piccolo viso rotondo

dischiude la porta

di casa e del cuore

e scalda

col puro suo gesto d’amore

i colori gelati del mondo.

 

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PER I PIÙ PICCINI: LA LEGGENDA NATALIZIA DEL LAGO DI GARDA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Dicembre, 2014 @ 11:32 am

Detto altrimenti: scritta da un blogger che è anche velista e nonno …  (post 1797)

 

Tanti, tanti anni fa, un pastorello pascolava il suo gregge lungo i fianchi di una ripida montagna del Trentino. Era la vigilia di Natale e faceva molto freddo.

th02IPT8ZDIl pastorello si riparò dentro una capanna e accese un fuoco per scaldarsi. Egli era così stanco che si addormentò e dormì sino a notte fonda. Svegliatosi all’improvviso, s’accorse che il gregge si era disperso giù nella valle. Spaventato, si mise a piangere.

All’improvviso gli apparve un Bambino come lui che gli chiese: “Perché piangi, pastorello?” “Le mie pecore si sono disperse nel fondovalle, rispose, ed io non riuscirò a ricondurle all’ovile”. “Non ti preoccupare”, gli rispose il Bambino, e, volto lo sguardo a valle, con un gesto ne sbarrò lo sbocco verso la pianura.

Ed ecco che le lacrime del pastorello riempirono la valle e la trasformarono in un grande, meraviglioso lago, il Lago di Garda.

thKJ15K7H5Fu allora che il pastorello vide arrivare a Riva tante barchette a vela, sospinte da una provvidenziale brezza. Man mano che le barchette toccavano terra, riprendevano l’aspetto originario di pecorelle non più smarrite, ed egli potè ricoverarle al sicuro nell’ovile, e, per la felicità, le lacrime del pastorello si trasformarono in lacrime di gioia.

Per il pastorello e per tante altre persone oltre a lui questo fu un meraviglioso regalo di Natale.

Da quel momento, ogni giorno, ad una certa Ora, sul Lago si alza la stessa brezza per ricondurre a Riva le barchette a vela e le pecorelle che si fossero eventualmente smarrite.

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NATALE IN POESIA 3: PER I PIU’ PICCINI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Dicembre, 2014 @ 11:26 am

Detto altrimenti: ormai s’è capito, entro ‘stasera vorrei arrivare a quota 1800 post, ovvero 600 all’anno, ed allora … sfrutto miei scritti precedenti … questa volta per i più piccini   (post 1796)

Natale di neve

La terra si sveglia

calda e cicciotta

dentro la nuova pelliccia

al pari di grassa e bianca marmotta.

thFVDR76NQSi stropiccia

i due piccoli laghetti gelati

e si specchia

vanitosa ragazzina

nell’aria rosa

della nuova mattina.

 

Sotto i loro mantelli

i tetti delle case sono rossi

come nasini raffreddati

e l’alito dei camini

affresca nel cielo

riccioli bambini

mossi e ribelli.

 

Nell’orto ghiacciato

il giovane pero ha indossato

i suoi paramenti più belli

che scintillano l’azzurro

di mille soli splendenti.

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Dalle staccionate

del quadro di Monet

la gazza pennella

con guizzi intinti di nero

favole arabescate

sul bianco quaderno.

 

Sorridono i bimbi

appena svegliati

impazienti d’uscire

a creare

vicino al fienile

thX1G5VXRHcon piccole mani

gioiose arrossate

il pupazzo di neve

che vorrebbero eterno.

 

Dal pio campanile

di Pieve montana

si leva in volo preghiera

d’un’argentina campana:

“Benvenuto bambino Gesù!

Illumina col Tuo Dolce Amore

questa fredda mattina.

Solo Ti prego:

finchè viene sera

non darle troppo calore

e vieni a giocare anche Tu”.

 

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L’ASSUEFAZIONE AL MALE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Dicembre, 2014 @ 11:19 am

Detto altrimenti: evitiamo di abituarci al male … (post 1795)

La TV ha questa responsabilità: rischia di farci abituare al male. Infatti, così come rischiamo di guardare ma non vedere né il quadro storto da anni alla parete di casa; altrettanto – ed è molto più grave – rischiamo di non “reagire” al furto del nostro denaro pubblico né al delitto di uccisioni, sia per decapitazione che per strangolamento.

Quanto resterà in rete questo mio blog? Non lo so. Tuttavia, a memoria futura, mi sto riferendo agli “scandali a ripetizione, ormai emergenze cicliche” ed alle decapitazioni dell’ISIS ed allo strangolamento in diretta Tv di un uomo di colore, venditore ambulante di sigarette di contrabbando in USA, da parte di un poliziotto di “razza” bianca, aiutato da quattro colleghi. Scrivo “razza” fra virgolette perchè in realtà la razza è una sola: quella umana.

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SUCCESSIONE, CONTINUITA’

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Dicembre, 2014 @ 10:08 am

Detto a altrimenti: “dopo di me … il diluvio?”    (post 1794)

Impresa, l’imprenditore. SpA, il capo. In entrambi i casi i due soggetti devono far crescere sotto di sé il successore, anzi, la “catena della successione” a loro stessi. Per capirsi: cartello appesa all’esterno del grattacielo di una grande società americana: “E’ morto il Presidente. Si assume un fattorino”.

Tuttavia talvolta accade che l’imprenditore non abbia figli o non abbia quello adatto e/o disponibile a seguirne le orme. Evvabbè … ma in una Spa, il capo “deve” rendersi sostituibile, altrimenti in caso di sue dimissioni, incidente, malattia, pensionamento, etc. mette a rischio l’intera società affidatagli. Ora, se nel caso dell’imprenditore nessuno può imporgli di “avere obbligatoriamente il figlio adatto” (vuol dire che si cercherà il successo all’esterno della famiglia); nel caso della SpA un azionista intelligente dovrebbe imporre al capo della propria azienda di creare la “catena di successione” cui ho fatto cenno. Tuttavia talvolta ciò non viene richiesto al capo azienda e anche – tuttavia talvolta – è lo stesso capo azienda che vuole rimanere insostituibile (“Non si sa mai …”).

Insomma, in una SpA (giustamente, n.d.r.) si esige che la base offra partecipazione, collaborazione, adesione all’Idea SpA. Non la semplice prestazione lavorativa fornita senza amore, interesse, corresponsabilizzazione, efficacia nell’azione: in poche parole: che la base cresca. Tuttavia talvolta dall’alto spesso non si vuole che la base cresca “troppo” perché ci si immagina “eterni”. Così facendo però di fatto si pongono le condizioni a che “dopo di me il diluvio”. In ogni campo.

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QUALE LEGGE, IN ITALIA?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Dicembre, 2014 @ 9:28 am

Detto altrimenti: quale è la legge?  (post 1793)

Nel mondo anglosassone non esistono i codici delle leggi: valgono i precedenti, ovvero la raccolta delle sentenze emanate. In Italia esistono i codici. Quindi la legge è la norma del codice.

I codici, ma .. con le dovute eccezioni! E qui casca l’asino. Un esempio? L’art. 63 delle disposizioni di attuazione del codice che le prevede che al condomino moroso (moroso = in ritardo con il pagamento delle spese condominiali, non “moroso in quanto innamorato di –“) oltre i sei mesi, possa essere staccato il riscaldamento dell’alloggio. Ma … ma ci sono delle sentenze che hanno dato ragione al moroso ed hanno imposto il riallacciamento del riscaldamento. E allora?

E poi, Roma? Mafia Roma? Appalti truccati? Plurimae leges corruptissima republica! Infatti in Italia per lanciare e partecipare ad un bando pubblico di appalto, occorre rispettare oltre 600 articoli, rivisti negli ultimi anni oltre 500 volte. In Francia i numeri corrispondenti sono 300 e 2. In Germania 100 ed 1. Capite bene che in Italia la legge intesa come norma non sono quei 600 articoli, ma “ciò che riuscirà a scoprire il giudice in un simile marasma di norme”.

La legge dovrebbe avere innanzi tutto un effetto “preventivo”, dissuasorio rispetto alla perpetrazione di reati. Ma se il nostro sistema di leggi è così complesso e se gli investimenti in favore della magistratura sono così limitati (ho visto giudici scriversi direttamente, in tempo reale, di persona e a penna biro i verbali di interrogatori e udienze!), allora nel “ritardo della Legge Vera” la legge è “la previsione quello che materialmente faranno Polizia, Carabinieri e ufficiali giudiziari.

Si dice: la miriade di SpA pubbliche inutili carrozzoni o carrozzelle; la corruzione; l’evasione fiscale; la mancanza di una programmazione pluriennale sulla base delle nuove priorità; la necessaria semplificazione del sistema delle leggi …ecco, basterebbe fare queste poche cose e l’Italia sarebbe ai primissimi posti della graduatoria mondiale. Poche cose … Dice … la tua è pura utopia! E ci risiamo con l’Utopia di Thomas Moore – già perché Tommaso Moro era inglese e poi lo hanno anche fatto santo  – Utopia non (ancora) come programma di governo, ma come Idea del Buon Governo. Almeno “quella l’Idea” (napoletanismo) lasciatecela, cribbio!

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I DIALOGHI DI PLUTONE: AUTORICICLAGGIO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Dicembre, 2014 @ 8:45 am

Detto altrimenti: era ora!   (post 1792) (i precedenti dialoghi: post del 18 febbraio, 13 e 4 novembre 2014)

(La scena: seduti al tavolino del solito bar Tizio e Caio discutono)

Tizio: Ma cos’è ‘sta storia dell’autoriciclaggio? Gente che ritarga le auto rubate e le rivende come proprie?

Caio: Ma che dici! Si tratta di chi cerca  di ripulire denaro proprio che si era inguattato, nascosto al fisco, portato illegalmente all’estero, facendolo rientrare in Italia per investirlo in modo legale in attività proprie.

Tizio: Ah, ho capito, uno se lo ripulisce e se lo ricicla da solo. Ma prima questo fatto non era punito?

Caio: No, e anche ora non è punito, solo che è previsto espressamente come fattispecie che viere trattata in un certo modo: tu paghi un tot e non sei punito con la galera.

Tizio: Fammi capire: non era un reato, oggi lo è ma però (ma però, sic, cos’ si è espresso Tizio, n.d.r.) non è punibile con la galera ma solo con una multa o una tassazione.

Caio: Ecco, si, hai capito

(Dal tavolino accanto si avvicina Plutone, sotto le mentite spoglie di Sempronio)

Sempronio: Buongiorno signori, ci si incontra sempre per il solito caffettino … Come state?

Caio: Bene grazie. si discute del più e del meno

Sempronio: Dell’autoriciclaggio, se non ho sentito male …. sapete, i tavolini sono così vicini … anzi, posso sedermi al vostro?

Tizio: Certo, prego, si accomodi

Sempronio: Sapete … la cosa mi interessa perché conosco un tale, amico no, lo conosco da anni ma definirlo amico sarebbe troppo … intendiamoci, nemmeno nemico … lo conosco

Tizio: Si, e allora?

Sempronio: Allora è un tale che andava spesso in Cina ad acquistare merce anche per i suoi colleghi commercianti, che poi lui le fatture a suo carico le riceveva da una società di S. Marino … Un giorno mi dice che ora si occupa di finanza, che ha una finanziaria in Svizzera, operazioni da un milione di euro in su … Io mi stupii che mi raccontasse i suoi affari. E poi che avesse aperto una finanziaria in Svizzera per cosa? Non certo per l’esportazione di capitali, in un periodo in cui capitali non ce ne sono in giro! Ma ecco che avendo letto della disciplina dell’autoriciclaggio, mi si è accesa una lampadina:  quella sua finanziaria probabilmente la usa per fare investimenti “esteri” in Italia di soldi ex italiani illegalmente esportati, praticamente per autoriciclare i suoi soldi e quelli dei suoi amici …

Tizio: Ma via, che pensieri diabolici lei ha mai … non dobbiamo pensare sempre al peggio … che brutto modo di vivere …

Sempronio: Ma non lo sapete che a pensare male si indovina?

Caio: sai che ti dico, Tizio? Mi pare che il signore abbia ragione, o almeno, possa avere ragione. E lei, caro amico, è proprio un diavolo d’un uomo … le pensa proprio tutte!

(Sempronio, tra sè e sè, trasecolando, rivolto agli spettatori: “Diavolo d’un uomo io? Che stiano cominciando a capire chi io sono realmente? E’ meglio se mi dileguo al più presto)

Sempronio: Ma … guardate là … cos’è quel fumo? Pare che un’automobilie abbia preso fuoco …

Tizio e Caio si alzano in piedi per vedere meglio la scena loro indicata da Sempronio oltre la siepe che delimita l’area dei tavolinetti del bar. Sempronio corre verso l’incendio e scompare dietro la coltre del fumo. Quindi, subito dopo, l’incendio si rivela essere quello di un piccolo cestino delle immondizie incendiatosi per un (diabolico, n.d.r.) effetto di autocombustione. Di Sempronio nessuna traccia.

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SPENDING REVIEW DELL’UE?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Dicembre, 2014 @ 8:09 am

Detto altrimenti: no, loro no … no    (post 1791)

Io sono europeista da 40 anni, quando mi iscrissi al MFE-Movimento Federalista Europeo di Altiero Spinelli. Oggi sono a favore degli Stati Uniti d’Europa.

Stai Uniti d’Europa, dice … è un’utopia! Non siamo ancora maturi per questo “progetto politico”. Vabbuò … dico io, ma almeno intendiamo l’utopia come la intendeva Tommaso Moro, e cioè non (ancora, n.d.r.) come un progetto politico, ma come un’idea, anzi, come un’ Idea, un modello ben strutturato: potrebbe essere il compito del nostro semestre di guida europea.

In tale attesa … I cannot help myself telling you … non posso fare a meno di dirvi che non approvo il fatto che i parlamentari  europei invece di migliorare il nostro sistema, lo abbiano copiato: infatti si sono deliberati l’indennità di “reinserimento nel mondo del lavoro”, una ricca elargizione di centinaia di migliaia di euro cadauna. Esattamente come per i nostri parlamentari.

In questo caso, UE come padre Zappata: predica bene e razzola male. E io pago …

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LA MORALE “S.Q.” SECONDO QUANTITA’

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Dicembre, 2014 @ 7:54 am

Detto altrimenti: … secondo quantità, a peso           (post 1790)

Primo post dell’ultimo giorno del primo triennio del mio bloggheraggio.

Trentino

  •  Vitalizi d’oro ai politici.
  • Alcuni restituiscono.
  • Altri no.
  • Altri no e fanno ricorso.

 

  •  Uno dice: “Renderò conto a Dio”.
  • La gente lo “distrugge” sulla stampa.
  • Lui si pente e restituisce parte del malloppo (malloppo, maltolto … è il correttore automatico del computer che fa un po’ quello che vuole …).
  • E’ diventato uomo che ha una morale …
  • …  una morale a peso, quanto serve per “moralizzare” una sola parte del malloppo (v. prima).

 

  • Morale della storia?
  • La morale ce l’hai se ti pescano “red handed”, ovvero con le “mani arrossate” dal freddo come quelle del bambino che è appena andato a rubare la marmellata nel frigorifero (in Italia diciamo “con le mani nel sacco”).
  • E poi ti comporti secondo la morale, ma una “morale a peso”, un po’ sì vabbè ma non esageriamo!

 

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NATALE IN POESIA 2 : NATALE SURREALE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Dicembre, 2014 @ 10:03 pm

Detto altrimenti: ecco … ne ho fatta un’altra delle mie (post 1789)

1789, anno della rivoluzione francese, mio millesettecenottantanovesimo post del triennio che finisce domani sera

NATALE SURREALE

E’ questo il Natale?

Scoppiettan parenti sul fuoco

e rossa la neve dal forno

inonda la casa di un caldo profumo di arrosto.

Farina nel cielo: bei fiocchi giganti

sprigiona la terra per l’aere spandendo rintocchi argentini.

La gente s’incontra, si scontra

si chiede permesso

poi s’urta, si scusa

prosegue la corsa.

Regalan le merci al super mercato:

tu prendi dei doni, li scarti

li cedi agli amici

a prezzo d’usura.

Un bel pino acceso

in mezzo alla sala

dà fuoco al palazzo.

Accorron pompieri

e inondan l’incendio

di fresco Clicquot.

Un’ostrica, sola, s’aggira sparuta in cucina:

poi, ratta, si tuffa nel biondo vin franco

s’asconde al tuo sguardo

e corre nuotando al suo mare.

Tu resti da solo a pensare

a questo sì strano Natale

a quanto di bene v’è intorno

a quanto di male.

Ma ecco che in mezzo al frastuono

di luci e colori

compare una bella cometa

s’accende una stella

ed ogni altra cosa si spegne.

Risplende per tutti, sol quella.

Adesso è Natale!

 

Firmato: il vostro blogger Riccardo

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