4 – NATALE PERSONAGGI 2

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Dicembre, 2014 @ 7:31 am

Detto altrimenti: da Ucraina. India, USA     (post 1838)

Post 1838, anno 1838: sta per uscire “Il Politecnico” di Carlo Cattaneo, il primo fautore degli Stati Uniti d’Europa.

Ucraina: dichiara che non è più uno stato “non allineato”. Verrà verso l’UE? Hoffen wir!

India: maccome? Fate tanto i rigorosi con i nostri fucilieri e nei vostri Stati sono in corso violenze da parte degli Indù per costringere alla conversione forzata musulani e cattolici?!

USA: PIL + 5%! Rapporto deficit PIL fino al 12%! Dollaro svalutato; Federal Reserve acquista titoli di stato; Altro che rigore! Petrolio a 50 dollari? Subito giù il prezzo della benzina, in modo esattamente proporzionale! In USA si, 700 dollari di spesa in meno all’anno per ogni famiglia.

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3 – NATALE PETROLIO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Dicembre, 2014 @ 6:15 am

Detto altrimenti : ieri sono andato a sciare … in automobile    (post 1837)

Post 1837, anno 1937: Gli USA stipulano 97 trattati con gli Indiani d’America. Muore Giacomo Leopardi. Colera nel Sud Italia. Gli inglesi vendono droga (oppio, etc.) alla Cina che cercherà di ribellarsi ma sarà sonfitta nelle due guerre dell’oppio.

prezzi-della-benzina-a-confronto-L-rRd961[1]L’auto era del mio amico. Viaggiando, abbiamo notato i diversi prezzi del carburante praticati da ciascun distributore: per il gasolio, si è scesi sino a 1,35 al litro. Incredibile! Il mio amico afferma: “Se possono permettersi di ribassare così tanto, significa che non era vero che hanno margini di utili ridotti, bensì elevati”. Io controbatto: “Forse ti è sfuggito che nel frattempo il petrolio di aggira intorno ai 50 dollari al barile dai 100 che era. Con una riduzione simile alla fonte, ben possono le compagnie iniziare una guerra al ribasso per mantenersi la clientela”.

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thL9BKQJQ1Considerazione finale. Crisi mondiale, razionalizzazione della logistica e delle produzioni: si riduce il consumo di petrolio. Con il barile a 50 dollari, non è più conveniente il sistema di estrazione fracking made in USA né i programmi nucleari iraniani. E allora? Forza a bruciare benzina e gasolio tanto costano poco (ma si avviano all’esaurimento e comunque inquinano) etc.! Oppure forza con le fonti energetiche rinnovabili?

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Trentino. Montagna. Foreste. Legname. Segherie. Segatura. Pellets, quei bozzoletti di segatura che tanto bene rendono nelle nostre stufe a olle. Economici, assai poco inquinanti. IVA al 10%. prima, Ora al 22%. Peccato.

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2 – NATALE DISLIVELLI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Dicembre, 2014 @ 4:46 pm

Detto altrimenti: “Buona la prima!”   (post 1836)

Post 1936, anno 1836: Colera nel nord Italia. L’Austria depreda i mercati e le industrie del triveneto (come meno di 30 anni dopo farà il Piemonte con il meridione). Solo Rossi e Marzotto riescono a crescere. Si lanciano i primi piani ferroviari italiani.

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Sulla “Selletta” verso il Brenta

Prima u-sci-ta in sci della stagione. Sole. Caldo. Poca neve. Paganella. Vicino casa. Il Brenta è sempre splendido. Il “mio” Brenta Centrale che da ragazzo ho scalato più e più volte … Lo guardo con nostalgia ma soprattutto con amore: tante scalate e non mi ha mai fatto male, mai un incidente, un temporale, ma che dico? Un graffio! Nulla! Grazie Maestà, I love you so much!

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Da Cima Paganella verso il Lago di Garda

Ma veniamo allo sci. Mentre mi ci porta il mio amico Fabio – siamo ancora in Val d’Adige – al traverso di Zambana Vecchia ricordiamo quando da qui partivano ben due impianti di risalita: uno diretto a Cima Paganella, ed uno solo fino a Fai. Ora, lasciando perdere il primo – sarebbe troppo ardito e costoso immaginarne  la ricostruzione – ma il secondo … via … non è un investimento così proibitivo! Con quali vantaggi? Che la stazione di partenza potrebbe essere raggiungibile direttamente dalla superstrada o dalla stessa autostrada; che l’impianto eliminerebbe molto traffico di attraversamento sulle strade verso Fai della Paganella e Andalo, che l’impianto potrebbe lavorare molto anche in estate. Come? ve lo dico fra un po’.

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Malga Zambana: pranzo vista Brenta

Si scia sulle “piste alte”, ben innevate (artificialmente). Una sosta? Dove se non presso la “nostra” baita, la Malga Zambana, nuova gestione. Un po’ mi dispiace, dopo anni e anni eravamo diventati amidi dei precedenti gestori. Diventeremo amici anche di questi. Malga Zambana, la si raggiunge e la si lascia “sci ai piedi”, tuttavia non è proprio affacciata sulle piste, il che la rende un posto quasi unico – vista Brenta -. Quasi quasi fondo una associazione: l’ Associazione Amici di Malga Zambana!

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I due compagni d’avventura: Claudio e Fabio

Si riparte (in sci) … ma … ah già … dimenticavo: come fare lavorare anche in estate l’impianto di risalita Zambana-Fai? semplice: collegandone la partenza al circuito delle piste ciclabili del fondo valle, sulle quali passano ogni anno decine di migliaia di cicloturisti. Li carichi a Zambana, li trasporti fino a Fai, li fai pedalare quel poco da Fai ad Andalo, li porti con gli impianti fino a Cima Paganella, da dove li puoi far planare fino a Riva del Garda. Altro che Dobbiaco-Lienz!

E allora, Trentino, che aspetti a diventare anche Bikeland?

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1 -NATALE PERSONAGGI 1

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Dicembre, 2014 @ 7:33 am

Detto altrimenti: multa paucis, molte grandi avvenimenti, con poche parole    (post 1835)

Post 1835, anno 1835: il Texas si separa dal Messico, le battaglie di Fort Alamo. Colt inventa il revolver a sei colpi.

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Curia avvisata …

Il Papa ai suoi: (v. foto)

Putin: ma come poteva immaginare il Signor Putin che con la corruzione che si ritrova le cose a casa sua non andassero come stanno andando, cioè a putt …. emburg?

Napolitano: giudici, basta esposizione mediatica, basta protagonismo, basta errori!

Grillo e non più Grillo.

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I DIALOGHI DI PLUTONE: DOPO L’AUTORICICLAGGIO, LA PATRIMONIALE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Dicembre, 2014 @ 6:54 am

(I precedenti dialoghi: post del 5 dicembre, 13 novembre, 4 novembre, 18 febbraio 2014)

Detto altrimenti: a pensar male …   (post 1834)

Post 1834, anno 1834: il generale ex bonapartista Ramorino dalla Svizzera organIzza una spedizione armata in Savoia ma 1) perde al gioco i danari della cassa comune; 2) si fa arrestare dagli Svizzeri che lo consegnano ai Piemontesi – Owen crea la prima fabbrica modello, che sarà “copiata” da Adriano Olivetti; Perkins costruisce il primo frigorifero.

(La scena: seduti al tavolino del solito bar Tizio e Caio discutono)

th[3]Tizio: Amico mio, il 5 dicembre scorso mi parlavi di un tale che reimportava come capitali esteri i propri capitali precedentemente esportati clandestinamente all’estero, anzi … i propri e quelli altrui …

Caio: Si, sai … con la crisi … l’economia interna si regge male in piedi, è anemica  … ha bisogno di una trasfusione di … sangue fresco, anzi, di una auto trasfusione di denaro fresco, il proprio! Cameriere, due caffè, per favore

Cameriere: Subito, signore!

Tizio: A me macchiato calo! (rivolgendosi a Caio): Evvabbè … almeno ‘sti soldi rientrano, solo che ora se li scoprono … è un reato!

Caio: Si, è un reato se li scoprono. Comunque l’importante è che li reinvestano in attività produttive e non in operazioni speculative. Sai … ricordo una trentina d’anni fa … i titoli di stato avevano un rendimento superiore al tasso di scoperto bancario: molti imprenditori si indebitavano in banca ed investivano in titoli, lucrando sulla differenza, e le banche non investivano più nell’economia reale, che soffriva di mancanza di credito.

Tizio: ma quello mica era un reato e poi oggi non è più così …

th[4]Caio: è vero, ma oggi il tasso d’interesse monetario, quello cioè che rendono le speculazioni finanziarie, è superiore al tasso di interesse reale, il che più o meno è lo stesso malanno di prima … è l’economia reale è senza credito. Pensa che a Trieste, tanto per fare un esempio, c’è una fabbrica di arredi per yacht e alberghi di lusso, rinomata a livello mondiale, piena di ordinativi ma senza liquidità per acquistare le materie prime necessarie alla produzione e … le banche … le banche non le fanno credito … gli operai, un’ottantina, hanno investito i denari del TFR ma non basta … ma si può?

Tizio: Ma allora questi nuovi “importatori” poi, ‘sti denari … li reinvestono nell’economia reale. Magari sottoscrivono un aumento di capitale e si comprano quella fabbrica …i conti tornano, o no?

Caio: Eh no, caro mio, mica sono belle queste cose … l’aumento di capitale si, va bene, ma non per portar via la fabbrica a chi l’ha creata e fatta crescere. Magari poi invece è la stessa proprietà che – esasperata – ci sta pensando … magari ricercando un capitalista estero. E così le nostre imprese cambiano padrone … non saremo più padroni in casa nostra … anche “grazie (si fa per dire “grazie!) alle nostre banche, impegnate a pagarsi liquidazioni milionarie e a far truffe d’ogni genere. Cosa? Gli ultimi casi? Banca popolare di Milano, MPS, Carige, etc.). Non so … ma guarda … si avvicina il nostro solito amico. Ehi. quel signore … venga a sedersi qui con noi!

(sotto le mentite spoglie di Sempronio si avvicina Plutone, Dio egli Inferi, e si fa raccontare di che cosa stessero discutendo i due amici)

Tizio: … E lei cosa ne pensa? Questi importatori di denaro  … terranno scorte liquide di denaro?

Sempronio: Sapete come sono io … me lo avete detto più volte che sono un diavolo d’un uomo! Sono abituato a pensar male, perchè si farà peccato – per quanto … far peccato … a dire il vero ciò non mi spaventa più di tanto – (Sempronio sogghigna rivolgendosi agli avventori del tavolino accanto con un ammiccamento), però si indovina …

Caio: Non ci lasci sulle spine, dai … ci esponga il suo pensiero

Sempronio: Vedete bene che sulla casa stanno cercando di diminuire la crescita della pressione fiscale … intendiamoci ..”diminuire la crescita”, ovvero aumentare meno il peso, ma sempre aumento è.

Tizio: E allora, che c’azzecca con la liquidità in banca?

Sempronio: C’azzecca, c’azzecca … perchè prima o poi una patrimoniale sui depositi bancari arriverà, arriverà … d’altra parte perchè colpire sempre gli immobili e non spostarsi anche un po’ sui beni “mobili”?

Caio: Ma denaro, nei depositi bancari, se ne trova?

th[8]Sempronio: Certo, la paura del futuro ha fatto sì che la gente abbia fatto sacrifici pur di aumentare il risparmio e quindi ha ridotto i consumi anche per questo motivo … E poi, vista la “moralità” dimostrata da molte banche, chi mi dice che le stesse banche che non le fanno credito non abbiano loro già pronto un compratore di quella bell’azienda? A pensar male … e ormai bisogna pensar male, dopo tutto quello cui stiamo assistendo … non vi pare?

(dall’interno del locale irrompe nello spazio esterno ove si trovano i tavolini da caffè, un cameriere gridando)

Cameriere:  Aiuto, è scoppiato un incendio nel retro del locale, chiamate i vigili del fuoco … un mio collega è rimasto all’interno semi svenuto!

(Sempronio si alza di scatto e si precipita al’interno – all’interno – non all’inferno, non ancora lì, almeno per il momento!)

Sempronio: Niente paura, vado io!

(Sempronio sparisce in una nuvola di fumo. Dopo un istante l’incendio è domato, il fumo è sparito, il cameriere semisvenuto sta di nuovo bene: qualcuno la spento le fiamme e aperto le finestre e la porta sul retro. Di Sempronio nessuna traccia.

Tizio e Caio (all’unisono): Diavolo d’un uomo! E … cameriere, i nostri due caffè? Uno macchiato caldo, per favore … cosa? Caldo? Certo, caldo …  no … non è una battuta la nostra!

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RISUS ABUNDAT IN …AGRO FURBORUM!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Dicembre, 2014 @ 6:10 am

Detto altrimenti: il riso (amaro!) abbonda nel … campo dei furbi!               (post 1833)

Post 1833, anno 1833: emergono sempre di più le figure di Mazzini e Gioberti. Si inizia a parlare del 25enne Garibaldi Giuseppe. Mazzini è condannato a morte in contumacia. Da Marsiglia – città nella quale non si sente più sicuro – si trasferisce in Svizzera: i suoi bagagli sono intercettati a Genova e rivelano alcuni suoi scritti “rivoluzionari”.

Riso amaro. Ovvero, il riso biologico delle risaie del vercellese abbonderebbe nel campo dei risaioli poco onesti. Infatti, conti alla mano … se è vero che 2 + 2 fa 4 …

  • Facciamo due conti ...

    Facciamo due conti …

    Ogni ettaro di terreno coltivato con i diserbanti produce circa 65 quintali l’anno. Il prezzo di vendita è di €250,00 al quintale, per un totale lordo di €16.250, di cui netti per il coltivatore il 10% pari ad €162,50.

  • Ogni ettaro di terreno coltivato biologicamente senza diserbanti produce circa 35 quintali l’anno. Il prezzo di vendita è di €750,00 al quintale per un totale di €26.250, di cui netti per il coltivatore – dati anche i minori costi di lavorazione – il 20%, pari ad €525,00.
  • Ogni ettaro coltivato biologicamente deve essere fatto “riposare” ad anni alterni, per cui la redditività deve essere dimezzata e ridursi ad €262,5 all’anno, che però è un valore pur sempre superiore del 62% rispetto alla redditività netta del non bio.

Prima anomalia: sulla base di questi dati di produzione per ettaro, si riscontra invece che il dato nazionale aggregato delle coltivazioni del solo bio (5% sul totale nazionale) produrrebbe una media di circa 66 quintali l’ettaro l’anno, ovvero addirittura di più del dato aggregato delle produzioni complessive bio (5%) e non bio (95%) che producono circa 64 quintali l’ettaro l’anno (il che non quadra con la produttività accertata per singolo  ettaro coltivato a riso non bio!).

Le analisi di controllo andrebbero fatte in questa fase, non dopo!

Le analisi di controllo vanno fatte in questa fase, non dopo!

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Seconda anomalia: le analisi di laboratorio, eseguite alla Borsa del Riso di Vercelli quando il riso viene commercializzato all’ingrosso, sono ormai del tutto tardive, ovvero assolutamente inutili,  e quindi danno gli stessi risultati su riso bio e su riso non bio. Infatti la pula del granello di riso – unica parte del prodotto sulla quale è possibile rilevare la presenza dei diserbanti e per di più solo nei primi giorni della loro irrirazione –  è stata eliminata del tutto.

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Terza anomalia: l’UE ha stipulato accordi con paesi dell’est asiatico per importazioni di riso senza dazi doganali.

Quarta anomalia: la maggiorazione del prezzo di vendita del bio rispetto al non bio è troppo elevata e copre ben oltre la minore produttività degli ettari coltivati a bio. Si crea in tal modo un allettante  margine di utile molto attrattivo di iniziative “diverse” (!).

A noi che resta se non il riso … anzi sorriso … anzi il sorriso amaro. Infatti da quanto sopra si deduce che le possibilità sono le seguenti, in alternativa:

  1. alcuni nostri risocultori sono “stupidi” (1) e producono e vendono riso non bio;
  2. altri sono “normali” e producono e vendono riso bio;
  3. altri ancora sono “furbi” e producono riso normale spacciandolo per bio;
  4. infine, alcuni sono “molto furbi”, importano riso non bio e lo vendono come bio di produzione propria.

E noi … come possiamo affrontare questo problema?

  • Stabilendo la tracciabilità della filiera della produzione e acquisti delle sostanze diserbanti;
  • risalendo la filiera e analizzando le quantità dei flussi di riso non bio dal consumatore al produttore;
  • controllando la filiera delle importazioni di riso, anche se in esenzione di dazi d’importazione;
  • in attesa della verità, paradossalmente acquistando nei supermercati solo riso non bio.

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(1) No, non sono stupidi: è che riescono a guadagnare qualcosa solo perchè ricevono i contributi dell’UE. Allora, riepiloghiamo: i personaggi di cui ai precedenti nn. 3 e 4 fanno concorrenza a dir poco sleale alle persone oneste , che per sopravvivere devono essere sovvenzionate dall’UE, cioè dagli Stati, cioè da noi cittadini, cioè anche da me. Ecco, ora sono soddisfatto, almeno  ho capito chi finanzio con le imposte che pago: finanzio persone oneste che sono condotte a ricercare questi aiuti per riuscire a non essere schiacciato dalla concorrenza di persone disoneste che lo Stato non riesce a reprimere.

Mi spiego meglio con un exemplum fictum, un esempio fittizio ma esemplificativo al massimo:  bande di ladri svaligiano regolarmente i supermercati. Per evitare il loro fallimento, lo Stato, che non riesce ad arrestare i ladri, li sovvenzione rimborsandoli dei furti subiti. Per fare ciò, utilizza le imposte che io verso all’erario.

 

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AUGURI DI NATALE FIAB TRENTO – FEDERAZIONE ITALIANA AMICI DELLA BICICLETTA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Dicembre, 2014 @ 9:05 am

Detto altrimenti: pedalare in amicizia, anche per rispettare l’ambiente    (post 1832)

Post 1832, anno 1832: L’Austria interviene a difendere il Papa dall’attacco della … democrazia. La Francia si oppone all’Austria. Silvio Pellico pubblica “Le mie prigioni”. Mazzini attiva La Giovine Italia. Gran Bretagna, Francia e Germania in subbuglio liberal-democratico (in tutto ciò si può leggere una “responsabilità politica” dello Stato Pontificio nel ritardo tutto italiano  della maturazione di una concreta esperienza unitaria nazionale. N.d.r.)

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Il Presidente Guglielmo Duman con l'album fotografico della gita in Normandia e Bretagna (2014)

Il Presidente Guglielmo Duman con l’album fotografico della gita in Normandia e Bretagna (2014)

Natale FIAB, auguri fra amici. FIAB è una Associazione ONLUS, non “sportiva”, bensì culturale, di stile di vita. Le nostre pedalate, urbane ed extraurbane, ci conducono a “vivere lentamente” concedendoci il tempo di guardarci attorno, di rispettare la natura, di ammirare musei ed opere d’arte. Per iscriversi: FIAB – Amici della Bicicletta, Trento – Via Coni Zugna, 9 – I 38122 Trento. Apertura sede: venerdì dalle ore 18,00 -Tel. 328/4691683 – e mail adbtrento@libero.it – sito www.slowbiketrento.xoom.it – sito nazionale www.fiab-onlus.it – – Altre notizie su questo blog, cliccando FIAB nel riquadro sotto il mio curriculum.

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Natale, tempo di auguri. Tempo di riflessioni. D’ogni tipo. Certo che la moderna convulsione ha stravolto questa antica ricorrenza romana, che celebrava il riallungarsi delle giornate: 17-24 dicembre: festa dei Saturnalia (Saturno, Dio dell’agricoltura); 25 dicembre, festa del Sol invictus, Dies natalis Solis invicti; 31 dicembre – 4 gennaio, Festa delle Calende.

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 Fiab-dallapartedichipedalaognigiornoIn quei giorni non si lavorava, si faceva festa, i padroni servivano gli schiavi. In particolare, alle Calende, ci si scambiavano regali. Patrona delle Calende è la Dea Strenia (da cui le “strenne”). Quindi, natale romano come rinascita della vita (ovvero dell’agricoltura) grazie al ritorno del Sole. Roma, con la sua religiosità panteistica e le sue strade imperiali, esporta le proprie feste in tutto l’impero e – con il suo censimento della popolazione – pone le basi storiche dell’ “àmbito Natale” entro il quale nascerà Gesù, la Nuova Vita. Ecco la continuità: dal natale al Natale. Ma in che giorno è nato Gesù? Non vi è certezza storica che sia il 25 dicembre, se non altro perché in inverno i pastori non portano le pecore al pascolo  e non dormono all’addiaccio … ma questo è solo un dettaglio …

La Chiesa “adotta” il Natale per sopprimere il paganesimo, ma deve scendere a compromessi. il popolo è ancora troppo superstizioso e Papa Gregorio, quando nel 540 invia S. Agostino a convertire gli Inglesi, gli raccomanda di permettere a quelle popolazioni di continuare a sacrificare il bestiame, com’era loro tradizione. Incertezza ed ambivalenza della Chiesa, fino al Concilio di Tours del 567 che “sancisce” ufficialmente la data del 25 dicembre. In prosieguo (1600-1700) i protestanti cancellano la festa. Ultima grande svolta (positiva)della festa: l’umanizzazione del Natale di S. Francesco, ovvero del Santo che fa rivivere ed umanizza la ricorrenza ed il Fatto che essa celebra, segnando una svolta nella liturgia della Chiesa.

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thSQNS3TCEOggi si dice: fermiamoci un attimo a riflettere … fermarsi … si, certo, in coda dentro le nostre scatolette motorizzate!  Ecco le fermate che riusciamo a fare, imprecando conto gli “altri” che creano ingorghi al nostro procedere, senza riflettere (ecco il punto) che noi stessi siamo gli “altri” per tutti quei nostri simili “imbottigliati a freddo”! Dice … i soliti discorsi da ambientalista ecologista … e la butta sul “politico”. E invece no. No, perché siamo tutti – tendenzialmente e teoricamente – ambientalisti ed ecologisti: a chi non piace la natura incontaminata? Chi di noi non desidera trovare “spazi” liberi entro i quali muoversi agevolmente? Chi non “aspira a respirare” aria pulita, a mangiare cibi sani, a sentirsi in forma, a non essere stressati dal traffico urbano?

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Un "aiuto elettrico" consente di "salire" in bici a chi pensava di non essere più in grado di "salire"

Un aiuto elettrico consente di “salire” in bici anche  chi pensava di non essere più in grado di fare salite

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Ecco, FIAB Trento affronta questi temi pedalando. La bicicletta come mezzo di locomozione urbano e non, sull’esempio di tante altre città, soprattutto del nord Europa. Bicicletta come “palestra personale” per fare ginnastica stando all’aperto, come strumento di socializzazione e di diffusione della cultura. E che dire della nostra rivista “BC”? Io, da ex alpinista ed iscritto al CAI da oltre 50 anni, il migliore apprezzamento che le posso fare è tenerne sottomano gli ultimi numeri sul comodino della camera da letto, insieme a quelli delle riviste del CAI! Complimenti a chi la dirige e redige: sono pubblicazioni bellissime, il nostro National Geografic a pedali! Meriterebbe di essere distribuita anche nelle edicole anche per chi non  pedala (ancora).

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Tempo di Natale, anche di Natale FIAB, anche di iscrizioni e re-iscrizioni alla FIAB. A Trento siamo già oltre 160 iscritti: e allora … dai! Cosa aspetti? Unisciti a noi!

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e poi …………… BICI, PERCHE’?

 

Unsere Garda See! la bici c'è ... anche se non si vede!

Il nostro Lago di Garda: la bici c’è … anche se non si vede!

Perché

in una chiesetta al Ghisallo

riposa sospesa

antica reliquia a pedali.

Perché

insieme a lei

tu scali la vetta

compagno soltanto a te stesso.

Perché

ti ha insegnato

ad alzare più spesso lo sguardo

a scrutare che cielo farà.

Perché

sempre incontri qualcuno

che non ha timore

di aprire la sua vita al vicino.

Forte ... antico forte austriaco e "antico" ciclista! (Qui la bici si vede!)

Antico forte austriaco e antico ciclista italiano (qui la bici si vede!)

Perché

con il vento dei sogni

giocando

ritorni un poco bambino.

Perché

restituisce

ad un uomo affannato

profumi di suoni e colori.

Perché

in salita

ricorda ad ognuno

che volendo e insistendo si può.

E poi, … perché no?

Good bike a tutti! E … ricorda che diventando socio …

… farai parte dell’unica associazione nazionale ciclo ambientalista dei ciclisti urbani e dei ciclo escursionisti la quale opera per creare un ambiente a misura di persona, vivibile, attraente, sicuro, sostenibile e sano attraverso lo sviluppo diffuso della ciclabilità intesa come risorsa per il territorio e per le città.   Ad oggi 143 associazioni in tutta Italia aderiscono alla FIAB.
Diventando socio:
 godrai dell’assicurazione RC per i danni a terzi provocati in bicicletta in tutta Europa (e potrai attivare a costi molto convenienti l’assicurazione infortuni);
 potrai partecipare alle iniziative riservate ai soci promosse dalle associazioni FIAB in tutta Italia;
 potrai approfittare di numerosi sconti ed agevolazioni, come quelli per gli alberghi del servizio Albergabici (www.albergabici.it) o delle agenzie di viaggio specializzate in viaggi in bicicletta..
Iscrizioni ogni venerdì in sede dalle 18,00 alle 19,30 via Coni Zugna, 9 – Trento
 bonifico bancario : della Cassa Rurale Pinetana n.10/004253 (IBAN: IT 12 T 08316 01800 000010004253) intestato a FIAB-Amici della Bicicletta Trento
 Contatti: 328-4691683 FRANCO – 338-3960697 MONIKA – 388-6584786 GUGLIELMO
e-mail: adbtrento@libero.it
Seguici su: www.slowbiketrento.xoom.it

Quote associative 2015

ï‚· Socio sostenitore con rivista 30 euro ed oltre
ï‚· Socio ordinario con rivista 23 euro
ï‚· Socio ordinario senza rivista 20 euro
ï‚· Socio familiare senza rivista 12 euro
ï‚· Socio junior inferiore 14 anni 5 euro

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“SUITE FRANCESE” DI IRENE NÈMIROVSKY – 2

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Dicembre, 2014 @ 9:54 am

Detto altrimenti: segue dal post precedente    (post 1831)

Post 1831, anno 1831: è l’anno delle insurrezioni. Carlo Felice, Carlo Alberto, Vittorio Emanuele II … e l’Austria raggruppa 100.000 uomini a Verona

Suite francese. Seconda ed ultima puntata. Ve ne avevo promesse tante e invece … invece è molto meglio se scoprirete da soli i tesori racchiusi in questo scrigno. Mi permetto solo di darvi un suggerimento, lo stesso che mi sono permesso di darvi qualche post fa quando – relativamente all’opera “L’Utopia” di Tommaso Moro – scrivevo che avreste potuto iniziare la lettura dalla terza parte (la descrizione dello Stato ideale), per proseguire poi con la presentazione dell’opera da parte dello stesso autore, finendo con le prefazioni di terzi. Anche qui, iniziate a leggere la post fazione, poi le lettere allegate al romanzo ed infine il romanzo.

Ne è stato tratto un film (2014)

Ne è stato tratto un film (2014)

Il romanzo … a mio sommesso avviso è quasi sminuente definirlo “solo” tale. Piuttosto una testimonianza di sentimenti “civili” in tempo di guerra. L’autrice, nobili genere nata, lo si capisce da come descrive gli “ambiti della nobiltà”. Tuttavia sta dalla parte della povera gente, ma non con commiserazione, bensì con immedesimazione, condivisione, comunicazione (communis actio, azione e pensiero comune, solidale). Dalla parte dei sentimenti veri, puri, sinceri anche se ostili, come invece non furono  quelli dei soldati tedeschi d’occupazione. Già … anche la “purezza dell’ostilità”, purchè non pervasa dall’ipocrisia (ma se è ipocrita … si tratta ancora di un sentimento? N.d.r.).

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L’ostilità dei “propri concittadini civili” … che si denunciano a vicenda di fronte al nemico, che cercano di mantenere il proprio privilegio di casta, resta impressa nella mente del lettore ben più che quella – per tanti aspetti assente – dei “militari altrui”  che requisiscono cavalli e altri beni per destinarli alla loro guerra. Una umanità che – messa di fronte a situazioni estreme – tira fuori il peggio di se’ … ma anche – in alcuni casi – il meglio. Pessimismo? Ottimismo? No … semplicemente verismo. Anche  un inno alla non-guerra.

Il libro. In parte un romanzo storico vissuto dalla povera gente, in parte un romanzo d’avventura, un giallo, una storia d’amore desiderato e non vissuto, una pausa fra le meraviglie di una natura casalinga ma non per questo minore.

La matita … ve l’avevo detto nel post precedente che avevo preso in mano una matita per segnarmi i passaggi imperdibili … ebbene, adesso no, non voglio richiamarli uno per uno, non voglio cedere alla tentazione di cadere nel “guarda un po’ che bravo il nostro blogger, guarda come ha percepito tutte queste singole sfumature, tutti questi aspetti …”. No. Non è di me, non è della mia (eventuale) sensibilità che si tratta, bensì di quella dell’Autrice e delle persone che riempiono la sua testimonianza romanzata ma non troppo.

Per saperne di più sull'Autrice

Per saperne di più sull’Autrice

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Un libro testimonianza, sui miei scaffali collocato a fianco del Diario di Anna Frank. Un libro scritto, anzi “vissuto” da una Donna per tutte le persone, Donne e uomini. Cito solo un periodo tratto dalle osservazioni ed appunti che l’Autrice annotava nelle pagine di sinistra del suo quadernone (a destra scriveva a penna il romanzo, a mano e a penna! E come in altro modo, sennò?), pochi giorni prima di essere arrestata dalla Gestapo – e sapeva che ciò sarebbe avvenuto! – : “Vogliono farci credere che siamo in un’epoca comunitaria in cui l’individuo deve soccombere affinchè viva la società e non vogliamo vedere che quella che soccombe è la società affinchè vivano i tiranni … è come se nel mondo ci fosse una quantità complessiva di libertà e potere ripartita ora fra milioni di individui, ora fra un singolo e milioni di individui. Prendete i miei avanzi, dicono i dittatori”.

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La dittatura … le dittature … noi europei,  compatti, uniti  (Stati Uniti d’Europa di fatto) per secoli siamo andati per il mondo ad “esportare democrazia civiltà“, ovvero a distruggere quella altrui. Siamo andati a fare due guerre dell’oppio alla Cina “rea” di vietare l’importazione dell’oppio che le stavamo vendendo … ed ora la Cina ci invade con i sui prodotti. Se almeno tutto ciò servisse questa volta a riunirci nel bene, noi Europei, e non “nel male” come in quelle occasioni …

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Al tristemente famoso "Me ne frego", Don Milani rispondeva don "I care", mi prendo cura di ...

Al tristemente famoso “Me ne frego”, Don Milani rispondeva con “I care”, mi prendo cura di …

Termino permettendomi di sottoporre all’attenzione delle mie lettrici e dei miei lettori una sottolineatura circa l’estrema attualità della Némirovsky. Anche oggi viviamo l’orrore dell’intolleranza del fanatismo religioso e anti religioso e delle guerre. Che non sono solo quelle combattute con le armi. Sono anche quelle della moltissima ricchezza nelle mani di pochi contro la povertà di moltissimi. Dice … ma che? Sei un comunista? No, amici, no. Dico solo che dovremmo tutti ricercare il “bene comune”, che non è tale in quanto tutti ricerchino lo “stesso” bene, ma in quanto ognuno si ricerchi e conquisti liberamente e democraticamente il suo specifico bene purchè. Purchè cosa? Purchè nel far ciò ognuno non impedisca agli altri di ricercare i loro personali, molteplici e probabilmente diversi “beni”. Quindi quel “comune” messo vicino alla parola “bene” significa che il “mio” bene è “comune” in quanto coesiste con i tanti “beni” altrui. Altrimenti non è “comune”. Parole, direte voi … si, ma le parole sono pietre, firmato Don Lorenzo Milani.

P.S.: Libertà non è fare ciò che si vuole, ma che gli altri ti lascino la possibilità di scegliere (N.d.r.)

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“SUITE FRANCESE”, DI IRENE NÈMIROVSKY – 1

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Dicembre, 2014 @ 4:55 pm

Detto altrimenti: sono a casa, con l’influenza. Che fare se non leggere e scrivere? Tuttavia vi avverto: a questa prima seguiranno altre puntate, nel senso che voglio riflettere, man mano, su come meglio trasferirvi i sentimenti che suscita in me (e spero anche in voi),  questa lettura. Senza fretta.  I warned you, vi ho avvertito!   (post 1830)

Post 1830, anno 1830: La Francia si scaglia contro la politica coloniale (altrui) ed occupa il Madagascar. A Modena viene giustiziato Ciro Menotti. Mazzini fonda la Giovine Italia. Pietro Maroncelli e Silvio Pellico vengono graziati dopo dieci anni di Spielberg. Il Pellico scrive “Le mie prigioni”.

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Prima puntata – “Suite francese”, Biblioteca Adelphi 482, edizione originaria 2004; italiana, 2005, con la corrispondenza allegata e la postfazione: 415 pagine, €19,00 ottimamente investiti. Opera composta fra il 1941 e il 1942 da Irene Nèmirovsky, di religione ebraica convertitasi poi al cattolicesimo nel 1939, ha vissuto e lavorato in Francia dove si era rifugiata a seguito della rivoluzione russa d’ottobre. Arrestata dai nazisti in quanto ebrea, fu deportata nel luglio del 1942 ad Auschwitz, dove morì un mese più tardi di tifo. Anche il marito, Michel Epstein, che aveva cercato di farla liberare, verrà mandato a morte nelle camere a gas nel novembre dello stesso anno, sempre ad Auschwitz.

Sono orgoglioso. Si tratta di uno di quei libri che avevo scelto “a fiuto”, anni fa, volteggiando con lo sguardo sui ripiani della libreria come un falco in cerca della sua preda, libr … andomi un attimo in stallo, ritornando sui miei … volteggi, calando rapidamente per esaminare più da vicino ogni possibile preda … fino a quando la decisione: è questa! (Preda mica tanto che poi sono andato alla cassa a pagare!).

Mirna Moretti

Mirna Moretti

Un gruppo di amici, l’Accademia delle Muse (siamo un centinaio). Fra i quattro libri proposti dalla nostra GL-Gran Lettrice Mirna Moretti (v. anche suo blog)

  •  “Suite francese” di Irène Némirovsky
  • “Un giorno questo dolore ti sara’ utile” di Peter Cameron
  • “Stoner” di John E. Williams
  • “Uno chalet tutto per me” di Elizabet Von Arnim

a seguito di democratica votazione, è stata scelta “Suite francese”! Scelta …  per cosa? Per discuterne tutti insieme in una nostra prossima riunione. Ed allora, eccomi a rileggere questo splendido “quasi-romanzo-testimonianza storica”.

Il manoscritto

Il manoscritto

Scrive Mirna: Le sue due figlie salvarono alcuni documenti, e fino alla loro maggiore età finirono sotto la tutela di Albin Michel e Robert Esmenard (che dirigevano una casa editrice) Denise conservò tali documenti in una valigia, la stessa in cui li aveva trovati e, per anni, non aprì neppure la valigia forse per il rancore che nutriva nei confronti dei genitori che per salvarle le avevano affidate ad un’amica francese, tale Sig.ra Dumas di cui presero il cognome conservando il loro nome francese. Poi un giorno Denise aprì la valigia e vi scoprì un manoscritto della madre. Ne riconobbe la grafia, il colore azzurro dell’inchiostro preferito. Lo lesse, erano i primi due tomi di un’opera in cinque volumi che resterà incompiuta “Suite Francese”. Tempo dopo Denise parteciperà alla presentazione di un romanzo di una scrittrice francese: le si avvicinò con in mano una copia del libro per chiederle un autografo. La scrittrice, come si usa per fare una dedica, le chiese : “Come ti chiami? ” Denise Epstein”. Curioso, hai il nome della più grande scrittrice francese del secolo.” “Era mia madre – disse subito Denise – posseggo anche un manoscritto inedito ” -. Fu chiamato l’editore che decise di pubblicarlo senza neppure leggerlo e così Irène Némirovsky Epstein scrittrice del tutto dimenticata tornò a vivere riguadagnando un posto nella storia della letteratura francese del ‘900.

 

Ho iniziato a rileggere questo libro senza la matita in mano. Poi l’ho presa, per segnare alcuni punti irrinunciabili. Quali? Vedremo quali nella prossima puntata. Per ora vi dico solo che tratta della vita dei Francesi al momento dell’occupazione Tedesca nella seconda guerra modiale. Due giorni prima di essere arrestata, Irene scriveva: “La cosa più interessante è che gli eventi storici sono appena sfiorati, mentre viene investigata la vita quotidiana,  affettiva e soprattutto la commedia che questa mette in scena”.

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IL MARKETING COPIATIVO, QUESTO SCONOSCIUTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Dicembre, 2014 @ 1:45 pm

Detto altrimenti: qualche riflessione per i non addetti ai lavori   (post 1829)

Anno 1829: la Grecia si rende indipendente dalla Turchia. Il sacerdote pedagogista Ferrante Aporti fonda il primo asilo infantile italiano.

Market, mercato. Marketing, studiare/migliorare/determinare/sfruttare il mercato. Non “per vendere”  ma “per poi produrre e/o vendere”. Marketing? Ne esistono vari tipi:

1 – Marketing operativo

  • Di prodotto: ho questi prodotti, il mercato chiede questi prodotti, come meglio posso strutturarli, presentarli, farli conoscere?
  • Sulla clientela: conosco l’atteggiamento della clientela verso questi miei prodotti?
  • Sulla concorrenza: come mi rapporto con i concorrenti su questi stessi prodotti o su prodotti alternativi?

2 – Marleting strategico

  • Come si evolveranno prodotti, clienti e concorrenti, secondo le loro libere tendenze e/o scelte future?

3 – Marketing diabolico

  • Come farò per orientare nel futuro prodotti, clienti e concorrenti ben al di là di come loro stessi vorrebbero liberamente e diversamente evolversi e/orientarsi?
Le Dolomiti di Brenta dalla Malga Zambana in Paganella (febbraio 2014)

Le Dolomiti di Brenta dalla Malga Zambana in Paganella,  febbraio 2014 – foto rl

 Nei due post precedenti ho parlato del turismo trentino. Il discorso marketing mi è venuto fuori spontaneamente. L’aspetto che a me sta maggiormente a cuore del complesso delle attività del marketing (turistico trentino, in questo specifica sede) è quello del marketing di prodotto e della informazione sui prodotti. Già mi sono espresso sulla necessità di colmare il gap che spesso si crea fra la legge di regolazione della materia e la sua attuazione. Così come mi sono espresso su come vedo che debba essere impostato il sistema informativo, che poi può diventare anche lo strumento di vendita. Ad esempio, se volete andare in Francia, attraverso il vostro computer (computer? Quando mai!? Ordinnateur, in francese, per carità! Che non se n’abbiano a male!) da casa potrete conoscere l’intera gamma dell’offerta turistica nazionale ed acquistare ogni prodotto relativo (biglietti per il battello sulla Senna, per i musei, etc.).  Dice … ma allora, a che pro scrivi questo terso post? Eccomi, per presentarvi una nuova categoria di marketing. Il

4 – Marketing copiativo

Ovvero: almeno, raga, copiamo da Bolzano, dall’Austria e dalla Francia … mica c’hanno il brevetto loro … mica c’hanno …. Oh, almeno l’ho detta tutta …. finalmente .. l’era ‘n pez ...

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