14 – NATALE DISUGUALE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Dicembre, 2014 @ 8:05 am

Detto altrimenti: Jobs Act per alcuni, per altri no     (post 1848)

Post 1848, anno 1848: moti rivoluzionari in tutta Italia, in tutta Europa. Le cinque giornate di Milano. Arrivano i “tentativi di Costituzione” con i vari “Statuti”. Da qui, il modo di dire “è successo un quarantotto”.

Questo non è un post “politico” nel senso “partitico”, ma “politico” nel senso dell’antica Grecia, ovvero che si occupa della “polis” cioè della Città Stato, ovvero, oggi, dello Stato.

Il problema del lavoro. Lo si è affrontato dalla parte della contrattistica: contratto a tempo indeterminato si/no, licenziabilità si/no, precariato a piccole/grandi dosi, etc..

Renzi si/no: Qualcuno è soddisfatto. Altri no. Qualcuno dice “Bravo, Renzi!” Altri “Cattivo, Renzi!”.

Io mi permetto di sottoporre all’attenzione delle mie lettrici e dei miei lettori tre sottolineature:

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  • Io pubblico, illicenziabile!

    Io pubblico, illicenziabile!

    A chi critica Renzi, chiedo: “Quale altro nome proporreste?”

  • A chi elogia Renzi, dico: io avrei iniziato con l’organizzazione e il finanziamento delle decine di migliaia di opportunità culturali ed artistiche di cui il nostro paese dispone, opportunità oggi non organizzate e non vendute al turismo mondiale, da rilanciare oggi magari attraverso il co-finanziamento dello start-up di migliaia di cooperative giovanili (e non giovanili).
  • Non mi va proprio giù il trattamento differenziato riservato ai lavoratori del settore pubblico, ai quali non va applicata l’eliminazione dell’art. 18.  Trovo questa decisione assolutamente inaccettabile. Infatti il Natale è stato ridotto come la legge: è uguale per tutti, ma per alcuni è più uguale che per altri (ovvero la legge è uguale per tutti, “salvo le eccezioni di legge”).

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13 – NATALE DUE GIORNI DOPO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Dicembre, 2014 @ 6:12 pm

Detto altrimenti: l’era en pez che no fiocava …     (post 1847)

Post 1847, anno 1847: nasce il Comune di Roma; un salumiere di nome Liebig inventa un dado che lo renderà miliardario; fra un anno scoppierà un … 48!

Passeggiavo lungo la Fersena, a Trento. Prima neve. Qualche foto e una mia vecchia poesiola che non si adatta del tutto, ma insomma … quasi dai, contententene … accontentiamocene …

Natale di neve ( o due giorni dopo), per i più piccini

La terra si sveglia

calda e cicciotta

dentro la nuova pelliccia

al pari di grassa e bianca marmotta.

Just walking in the snow ...

Just walking in the snow …

Si stropiccia

i due piccoli laghetti gelati

e si specchia

vanitosa ragazzina

nell’aria rosa

della nuova mattina.

 

Sotto i loro mantelli

i tetti delle case sono rossi

come nasini raffreddati

e l’alito dei camini

affresca nel cielo

riccioli bambini

mossi e ribelli.

 

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Sotto i ponti di Trento Fersena scorre … (Guillame Apollinaire, “Ponte Mirabeau”: “Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna …”)

Nell’orto ghiacciato

il giovane pero ha indossato

i suoi paramenti più belli

che scintillano l’azzurro

di mille soli splendenti.

 

Dalle staccionate

del quadro di Monet

il corvo pennella

con guizzi intinti di nero

favole arabescate

sul bianco quaderno.

 

Sorridono i bimbi

appena svegliati

impazienti d’uscire

a creare

vicino al fienile

con piccole mani

gioiose arrossate

il pupazzo di neve

che vorrebbero eterno.

 

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Bimbi  sul Viale Trieste

Dal pio campanile

di Pieve montana

si leva in volo preghiera

d’un’argentina campana:

“Benvenuto bambino Gesù!

Illumina col Tuo Dolce Amore

questa fredda mattina.

Solo Ti prego:

finchè viene sera

non darle troppo calore

e vieni a giocare anche Tu”.

 

RL

 

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12 – NATALE INCIVILE CON FIORE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Dicembre, 2014 @ 1:37 pm

Detto altrimenti: piccoli, grandi atteggiamenti molto significativi    (post 1846)

Post 1846, anno 1846: l’anno di Pio IX, il papa “rivoluzionario” (cioè liberale!). La Chiesa inverte la rotta e da tirannia filo austriaca o filo francese, diventa governo filo italiano.

Con un mese di ritardo. Oggi è arrivata la prima “nevegada” della stagione. Prima di celebrarla – era tanto attesa! – voglio aspettare che la città si imbianchi un po’ di più. Nel frattempo segnalo con estremo ramamrico due fatti di ordinaria inciviltà. In questi giorni io ebbi a dire ad un mio amico che questi atti sono il segnale di un menefreghismo, di un disinteresse versi gli Altri. Il mio amico disse: per me sono soprattutto segno di disordine mentale. Ha ragione. Ma anch’io non ho torto … Ma … direte voi … quali sono questi fatti? Eccoli:

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Prendo due anche se me ne servirebbe uno

Prendo due e pago uno …

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Un modo “paricolare” di parcheggiare al supermercato

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E … gli altri? Gli altri? Macchissene …

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Gli scatoloni nell’apposito contenitore della carta in un condominio signorile nella ben educata città del nord, erede della cultura austro – ungarica.

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Sul balcone di un blogger ...

Fiore con neve (sul balcone di un blogger …)

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Dice … ok, abbiamo capito … ma nel frattempo … la nevegada? Rispondo subito: la volete? Eccola! Dice … ma dai … non è poi ‘sto gran che! Lo so amici, ma l’abbiamo attesa tanto! E poi, se cliccate una, due volte sulla foto … vedrete la magia della leggerezza dei piccoli, delicati cristalli di neve che si sono adagiati con delicatezza sui petali di un fiore inatteso, fiore che nessuno ha mai piantato, figlio di un seme portato dal vento a posarsi in un vaso di terra destinato ad altro, i cui petali hanno indossato i diamanti di famiglia per la loro prima serata di gala …

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11 -NATALE PASSATO? NO, NATALE FUTURO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Dicembre, 2014 @ 8:28 am

Detto altrimenti: Natale finito? No, dev’essere un Natale d’Inizio!        (post 1845)

Post 1845, anno 1845: cresce sempre di più la cultura dell’indipendenza italiana (D’Azeglio, Cavour, Manin). Il federalista ante litteram Carlo Cattaneo è per un federalismo intelligente, che rispetti le specificità locali. L’Austria lo censura. A Rimini Renzi capeggia un’insurrezione contro il Papa Re. Renzi? Non Matteo … ecchè? Bensì tale Pietro Renzi. Irlanda: la popolazione (10.000.000 di persone) è costretta dall’Inghilterra a lavorare esclusivamente nel settore della coltivazione delle aptate. Scoppia una carestia. 800.000 morti per fame. Circa 8.000.000 emigrano in America.

Natale -Vezzano-2014-Locandina (2)Amiche lettrici, amici lettori, vi chiedo una cortesia: andate a rileggere il post del 14 novembre scorso, “Louis Brunelli a Vezzano” nel quale si parla delle origine de del senso originario del Natale. Natale come ri-nascita del sole, della speranza, della vita, ben prima della nascita di Gesù. Quindi festa di speranza per tutti, anche per i non credenti e -a maggior ragione – per i credenti.

Speranza … in cosa? Nel fatto che si sia tutti più buoni (soprattutto gli altri …)? Che l’anno nuovo sia migliore? Certo … è molto probabile che il 2015 sia migliore … del 2016! Dice … ma che … sei pessimista? No. Sono realista: diventerò ottimista quando tutti noi, governanti in testa, saremo passati dall’ avere della nostra realtà passata, presente e futura non più una somma di percezioni sensoriali bensì una visione d’insieme.

La prima visione d’insieme dovrebbe essere quella dell’Italia (ma il discorso vale anche per l’Europa) come casa comune di una grande famiglia. Una famiglia nella quale, seduti attorno ad un tavolo, i componenti si riuniscono per constatare necessario:

  1.  che si prenda coscienza che la mala gestio più perniciosa non è quella di chi opera contro le leggi, ma quella di chi opera secondo cattive leggi;
  2. che ognuno si senta parte della famiglia, si senta a casa propria e quindi in diritto e con il dovere di esprimersi, scandalizzarsi e reagire di fronte al malaffare di taluni componenti;
  3. che ognuno e non solo alcuni, dia sin dall’inizio il proprio contributo al raggiungimento del Bene Comune;
  4. che si ridisegni il modello di vita (non parlo di “crescita”, perché lo “sviluppo futuro” può bene essere una “decrescita dell’attuale modello”);
  5. che si dia centralità alle molte potenzialità inespresse;
  6. che si riscriva l’ordine delle priorità;
  7. che si riunifichi sempre responsabilità e potere;
  8. che si realizzi una diversa e più equa redistribuzione della ricchezza;
  9. che si ridisegni ex novo il sistema delle regole (leggi) e degli incarichi (istituzioni) che governano la comunità;
  10. che alla fine, il Nuovo Sistema sia sostituito al vecchio sistema attualmente vigente;
"Plurimae leges .." Tacito, Annali, III, 27 (I° sec. D. C.)

“Plurimae leges ..” Tacito, Annali, III, 27 (I° sec. d. C.)

Ho segnato in grassetto l punti 1,2, 9 e 10. Non a caso. Infatti … plurimae leges, corruptissima republica ovvero, un numero elevatissimo di leggi fa sì che lo Stato sia corrotto, ovvero, se preferite, un Stato corrotto si alimenta, nasconde, difende e perpetua attraverso l’infinito proliferare delle proprie leggi. In questo senso dico che di questo passo non se ne esce. Dice … ecchè? Stai sperando in una rivoluzione? No, amiche e amici, lungi da me! Qualche post fa (7 dicembre scorso) mi sono già espresso con chiarezza: la mia aspirazione è che si adotti il “Sistema Tommaso Moro” (che poi era Sir Thomas More, fatto Santo dal 1935, quindi …), ovvero che si disegni l’Idea dello Stato ideale per poi discuterlo se e come sostituirlo all’attuale il quale – è sotto gli occhi di tutti – non sta funzionando.

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Dice … ma che … sei ossessionato dagli scandali, me c’è ben altro, ben altro di molto positivo… Rispondo: eh no, caro mio, io vedo una connessione diretta, un rapporto di causa ad effetto fra gli scandali, il mal governo, il sistema non funzionale e non funzionante delle leggi, il groviglio delle istituzioni, la mancanza di valori e le conseguenze di tutto ciò: disoccupazione, disperazione per molti. Disorientamento, disaffezione, antipolitica per moltissimi. Vuoi alcuni esempi? Troppo facile:

  • thVCA3LNIQL’Istat certifica che nel 2014 ci sono stati circa 70.000 incidenti sul lavoro che hanno visto come vittime bambini al di sotto dei 14 anni d’età, tuttavia non vi sono stati 70.000 processi a carico di chi sfrutta il lavoro minorile. il che significa che il Sistema ipocritamente accerta un fatto ma non ne trae le dovute conseguenze. Cosa mi aspetterei? Che la magistratura aprisse un’inchiesta ed iniziasse ad interrogare i rilevatori Istat di quel dato … che poi … se vi sono stati 70.000 incidenti di quel tipo significa che il totale del lavoro minorile (e quindi dei relativi reati!) può collocarsi su multipli di quel numero!
  • th6342GN1AL’evasione fiscale “perdonata” attraverso i concordati fiscali …”Mi devi 100 (milioni) , dammene 30 e chiudiamola lì”. Ma solo per i Grandi Evasori … non certo per i semplici ed umili F24 della povera gente, la quale si cede arrivare riprese fiscali anche per somme minime: “Mi devi 100 (euro) dammene 30 e finiamola lì “? Quando mai? Che volete, de minimis non curat pretor … ecchè … vorreste forse che il Sistema si desse cura di concordare un’omissione od un errore di quel miserrimo livello? Della serie: la legge è uguale per tutti (gli evasori da 100 milioni in su).
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    One apple a day …

    E poi, uno scandalo al giorno leva il precedente di torno. Che fine ha fatto una indagine a tappeto sulla mala gestio dei fondi pubblici regalati ai partiti e da questi alle loro fondazioni? Dice … ecco …vedi … fai antipolitica! No caro, al contrario io vorrei che si facesse Politica con la P maiuscola e che i partiti fossero finanziati anche dal pubblico ma con un sistema di corretta gestione preventiva e di successivo tempestivo controllo del denaro loro affidato da ciascuno di noi. E invece … calati junco ca passa la china: piegati canna, che poi la piena del fiume passa e tu ti rialzi …

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  • A me le buonuscite!

    A me le buonuscite!

    Super stipendi e super liquidazioni a chi ha mandato in malora le FS e la compagnia di bandiera? A chi ha gestito male banche SpA private che però poi ricevono “sovvenzioni di salvataggio” dal sistema pubblico? Livelli retributivi mai visti né in UE né negli USA?

 

 Ecco, tutto ciò non è serio. Ecco, tutto ciò continuerà ad accadere? Me ne dolgo sin d’ora, ma almeno avrò evitato che sia offesa la mia intelligenza. Dice … ma il Natale … che fine ha fatto? Rispondo: ecco, io vorrei che

il Natale, questo Natale, rappresentasse la rinascita della nostra consapevolezza, della nostra coscienza, della nostra capacità di reagire e di indignarci, della nostra capacità e volontà di “esserci”, della nostra fiducia che “volendo si può”, purchè.

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Purchè cosa? Purchè tutti noi, governanti in testa, si riacquisti la visione d’insieme del nostro passato, del nostro presente e soprattutto del nostro futuro possibile.

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10 – NATALE IL SALTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Dicembre, 2014 @ 9:18 pm

Detto altrimenti: colta al volo, sul treno Milano-Roma …  (post 1844)

Post 1844, anno 1844: centenario che precede la mia nascita (3 febbraio 1944). Il 20 febbraio 1844 nasce Joshua Slocum, navigatore solitario con la barca Spray: prima circumnavigazione del globo a vela e in solitaria.

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Treno super veloce. Prima classe. Due manager pubblici parlano confrontano i loro emolumenti (circa 200.000 euro l’anno cadauno). Si lamentano. Invidiano un loro ex collega che “ha fatto il salto”, ovvero che è diventato presidente di una grande “entità” pubblica e “guadagna” (si fa per dire, n.d.r.) oltre il doppio. “Ma quando ha fatto il salto? E poi, se lo mandassero via perché – ad esempio – si dimostra incapace o cambia la politica, per contratto gli devono pagare tre anni di stipendio. Lui sì che ce l’ha fatto il salto … beato lui ….

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Il salto … molti altri italiani lo fanno: della cena, delle vacanze, dell’istruzione, delle cure mediche, della pensione, del posto di lavoro, della costruzione della famiglia, di un futuro. Ma questi sono altri generi di salti …

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th9MZ3CLRIP.S.: Joshua Slocum. Capitano di un veliero, lo perse per una manovra sbagliata. Fra i molti mestieri successivi, fra i quali il tentativo di “scrittore” Joshua Slocum  lavorò come maestro d’ascia, fino ad un giorno di mezzo inverno del 1892, quando iniziò la storia del leggendario Spray. Infatti, tornato a casa completamente senza un soldo, ebbe una strana offerta da un vecchio comandante cacciatore di balene: gli regalava il suo sloop in disarmo. Il giorno dopo Slocum scoprì che si trattava di un relitto. Ricostruì da solo lo Spray, così si chiamava quel vecchio legno risalente al 1801. Scrisse nel suo (terzo ed ultimo)  libro: “Lo feci saldo, robusto e bello. Chiglia, braccioli e ordinate di dura quercia. Il fasciame era di pino della Georgia, spesso tre centimetri e mezzo. Le impavesate fatte con scalmotti di quercia bianca, i corsi di coperta di pino bianco”. La sera del 24 aprile 1895, Slocum salpò con lo Spray da Boston senza una meta precisa. Tre anni, due mesi e due giorni dopo, il 27 giugno del 1898, dopo una traversata di circa 46.000 miglia, alle 01:00 gettò l’ancora nel porto di Newport. Aveva circumnavigato il globo, da est verso ovest, passando per lo stretto di Magellano e la Terra del Fuoco.

.La sua barca: lo "Spray"

Il suo terzo libro “Solo, intorno al mondo” ebbe un buon successo e permise a Slocum di acquistare la sua prima casa in terraferma. Come tutti i grandi miti della storia, la sua morte è avvolta nel mistero. Nel 1909, all’età di 65 anni, Joshua Slocum salpò per l’ultima volta con lo Spray verso le Indie Occidentali. Non arrivò mai. Né Joshua Slocum né lo Spray furono più ritrovati.

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9 – NATALE CORRUZIONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Dicembre, 2014 @ 1:32 pm

Detto altrimenti: da disuguaglianze sociali                  (post 1843)

Post 1843, anno 1843: nasce l’industria balneare a Rimini. Filosofia, Soren Kierkegaard. Musica, Wagner.

Paesi del Nord Europa: minime disuguaglianze sociali. Elevato livello medio di benessere. Minima corruzione.

Italia: esattamente il contrario.

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8 – NATALE SERENO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Dicembre, 2014 @ 7:20 am

Detto altrimenti: sereno Natale   (post 1842)

Post 1842, anno 1842: nascono i fertilizzanti e l’anestesia. Prima del Nabucco di V.E.R.D.I.  (Viva Vittorio Emanuele Re d’Italia)

 

 

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M’affaccio alla finestra e vedo il … no, non vedo il mare, vedo il cielo, arabescato di rosa, rododactilos eos, l’aurora dalle dita rosa. Sereno il cielo come sereno deve essere il Natale, come sereno vorremmo che fosse per tutti il Natale, su questa Terra. Natale sereno, anche se questo post lo sto pubblicando la mattina dopo, a S. Stefano. Buon sereno a tutte le mie lettrici, a tutti i  miei lettori e alle loro famiglie!

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7 – NATALE GIUSTIZIA SOCIALE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Dicembre, 2014 @ 10:17 am

Detto altrimenti: ma insomma, diciamo pane al pane e vino al vino …  (post 1841)

Post 1841, anno 1841: si inaugurano le linee ferroviarie Napoli-Portici e Milano-Monza. In Europa “scoppia” la febbre ferroviaria, che poi diventerà una “bolla” che provocherà, scoppiando, una grande recessione, come vedremo fra qualche anno … ops, scusate, fra qualche post.

(Lo so … lo so … è Natale, dobbiamo essere tutti più buoni … Però “quello il Natale” io  l’ho già celebrato con un certo numero di post natalizi e non solo ieri e oggi, ma già una decina di post fa. Quindi riattacco con i miei post “laici” e torno a fare il “cattivo”)

Ma vi rendete conto? Come farò ad andare avanti con soli €311.000 di pensione l'anno?

E adesso … adesso dovrò farmi bastare €311.000 all’anno …

Il Procuratore Caselli, bontà sua, sta cercando di ritirare il ricorso presentato al TAR del Piemonte contro l’ “illegale” riduzione della sua pensione da €540.000,00 ad €311.000,00 l’anno. Dice: comunque non era un privilegio, ma un diritto acquisito. E dai co ‘sti diritti acquisiti! Ma quanti contributi ha versato lei, Caselli, direttamente (non mi riferisco a quelli versati dallo Stato)? E poi, vuole incassare più del Presidente della Repubblica? Più di tutti gli omologhi europei e USA? Diritto acquisito? Guardi, Caselli, voglio essere buono: gli la passo. Però a fianco dei suoi diritti acquisiti ci colloco quelli di chi non ha lavoro né pensione, di chi non può nemmeno pensar dimettere su famiglia, di istruirsi, di non vedere la propria casa e azienda travolta dalle acque, di curarsi come si deve, di chi- codice verde – deve attentere 9 ore al pronto soccorso (si sa, la spendig review!): anche tutti costoro hanno una serie di diritti acquisiti, acquisiti direttamente dalla carta costituzionale, e non da una laurea, da un concorso, da una carriera per quanto onorata ed onorevole essa sia! E allora, come la mettiamo? Quale diritto acquisito ha la priorità?

Io trovo scandaloso che si sia permesso il crearsi di simili retribuzioni; che si sia cercato di difendere l’indifendibile; che si ignori l’esistenza della “priorità fra i molti, diversi diritti acquisiti”. Per far capire meglio il mio pensiro, una parabola (visto che siamo a Natale).

th0XN1X97N“In quel tempo un grande aereo civile, dotato di posti di “prima classe business super lusso”, “prima classe” e “classe turistica” per un totale di 400 posti, i cui passeggeri pagavano rispettivamente 500, 300 e 100 euro a biglietto, ebbe un guasto al motore e fu costretto ad un atterraggio di fortuna nel bel mezzo della banchisa ghiacciata del polo Sud. S’era d’estate (qui da noi al Nord) e al Sud in pieno inverno. La temperatura era rigidissima. Gli impianti di trasmissione dell’aereo erano danneggiati, completamente inutilizzabili. Una tempesta magnetica e di vento rendeva impossibile i rilevamenti radar dei soccorritori. I cibi e le coperte disponibili erano limitati. I passeggeri delle classi superiori – in tutto circa 50 persone – esigevano che fossero soddisfatti prioritariamente le loro esigenze, “perché noi abbiamo pagato di più PER il biglietto, è un nostro diritto, acquisito con l’acquisto del biglietto a tariffa più elevata”. Il comandante, sostenuto in ciò dalle 350 persone della classe turistica, decise diversamente e rispose loro: “Signori, di fronte al vostro gruppo di 50 parsone che reclama il rispetto di un diritto acquisito, quello di essere ben nutriti e riscaldati, vi è l’omologo diritto acquisito di un gruppo di 350 persone: quello di sopravvivere. Io difenderò prioritariamente questo diritto, in favore di entrambi i gruppi di passeggeri, s’intende”. E così fu. Tutti ricevettero in misura uguale quel minimo necessario alla sopravvivenza finchè arrivarono i soccorsi (la ripresa economica, n.d.r.) che trassero tutti in salvo”.

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6 – NATALE TENEREZZA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Dicembre, 2014 @ 8:52 am

Detto altrimenti: la tenerezza del Natale per il mondo   (post 1840)

Post 1840, anno 1840: A Vienna nasce la convenzione dei “diritti d’autore”. Escono i Promessi Sposi a fascicoli e puntate.

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Papa Francesco utilizza questa parola per sintetizzare in occasione del S. Natale il “bisogno del mondo”: la Tenerezza di Dio per gli uomini e la tenerezza che ognuno di noi deve avere nei confronti dell’Altro. L’Altro, il cui Volto ci guarda e ci interroga aspettando una risposta da ciascuno di noi, come bene ha sintetizzato il filosofo Emmanuel Lévinas, il filosofo del Volto, del Volto dell’Altro.

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Tenerezza … spesso ho udito questa parola pronunciata in Chiesa durante la S. Messa celebrata da Marcello. Recentemente anche durante un battesimo di una bimba nella chiesetta di S. Giustina a Balbido, di una bimba “… che non ha mai visto sua mamma: questo battesimo è la carezza del Signore, è l’espressione della Sua Tenerezza per te”.

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.1 luglio 2012 (45)

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Il mio amico Don Marcello Farina fa spesso riferimento a quella Parola, lui che è prete (“prete”, non sacerdote, lui quando è costretto ad auto riferirsi, usa questa parola, più semplice dell’altra) nato a Balbido, il Paese Dipinto a causa dei suoi bei murales, il paese dove sale spesso a dir Messa …. Una Parola … e le parole sono pietre, come disse Don Lorenzo Milani e come è scritto e dipinto sulla porta di casa di Marcello, in paese, vicino a quella chiesetta.

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5 – NATALE MARCELLO FARINA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Dicembre, 2014 @ 12:27 pm

Detto altrimenti: il “Pensiero del Natale”, grazie a Don Marcello Farina   (post 1839)

Post 1839, anno 1839: Grande alluvione nel mantovano. Prosegue la realizzazione della rete ferroviaria europea. Il Piemonte di dà un nuovo codice penale.

 

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Marcello. Sono andato a salutarlo, per fargli gli auguri di Natale. Nel suo appartamentino all’interno del Seminario Maggiore “Ma ora devo salire a Balbido, sai … le Messe … non posso nè desidero sottrarmi … e poi la mia casa è lassù …”. A fatica riesco a carpirgli che incomincerà nuovamente a dir Messa a Trento, Chiesa S. Pio X, il sabato alle 18,30.

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IMG_2634Marcello mi offre un caffè, no grazie, ne ho già bevuti due. Seduti di fronte, parliamo. Ascoltarlo è un arricchimento, sempre. Della propria spiritualità (chi ne ha) e della propria intelligenza, da intelligere latino: comprendere più che capire; fare le giuste connessioni più che comprendere; “connettersi”  nel senso di arrivare a collegarsi con  se stessi, ovvero con la propria coscienza. Se ho letto il suo ultimo libro “Da tutti si può imparare”? Non ancora, Marcello, e dire che ho una copia con tanto di tua dedica a Maria Teresa ed a me.. Sai, sotto le feste … ma non mancherò. In compenso ho letto L’Utopia di S. Tommaso Moro (chissà Marcello cosa avrà pensato di un “impreparato” come me che si misura a leggere la dottrina socio-politica di un Santo! N.d.r.). Fra di noi, un tavolino. Sopra, un libro: “Tutte le tragedie di Shakespeare”. Lo leggo anche in inglese, soggiungo. E Marcello: è un patrimonio per l’intera umanità! E’ un regalo, mi dice, di una signora il cui marito ho accompagnato per l’ultimo viaggio terreno … vi sono frasi sottolineate, quelle che loro due  leggevano insieme.

Banalmente aggiungo: e Sir William non aveva certo il computer …

… e  veniamo a parlare delle modalità della scrittura di libri, saggi, articoli … No, dice Marcello, io non uso il computer, prima penso molto, poi di getto le parole le scrivo … anzi, le parole si scrivono da sole, escono da sole dalla biro … e mi mostra i numerosi rifacimenti dei brani del libro citato, tutti scritti a mano, con la sua bella calligrafia arrotondata, ammaliante, suadente, calda e innamorante. Quasi una pittura. Io no, Marcello, io sono grato al computer per come mi agevola nello scrivere. Evvabbè … guai se al mondo fossimo tutti uguali! Solo che di “Marcello Farina” sono sicuro che ce ne siano veramente pochi, mentre di persone come me … lasciamo perdere che non mi conviene andare oltre (infatti i blogger si sprecano!).

F.W. Raiffeisen (1818-1888)

F.W. Raiffeisen (1818-1888)

Ma veniamo a questo mio articoletto, al mio  post sul Pensiero del Natale. Il Natale, festa della “nascita e rinascita del sole e del Bene” Del Bene Comune, aggiungo, già … il Bene Comune. Gli dico: il mio esiste come tale se non sacrifica i tanti diversi beni comuni altrui. Non male, mi dice Marcello, tuttavia non basta. Vedi, Riccardo, questo è un pensiero liberale. Ma v’è molto di più. Marcello prosegue:

“Il bene comune infatti è il bene costruito insieme, da tutti, dal basso, il bene alla cui costruzione tutti collaborano sin dall’inizio e del quale, alla fine, tutti godono”.

Solo che – soggiunge – le stesse parole oggi sono usate a sproposito e spesso si usa definire “bene comune” ciò che invece è solo un “bene pubblico”(una strada, una piazza). Anche i “common goods” (acqua, aria) non sono “bene comune” in senso specifico, o almeno, in questo specifico senso esclusivo, ovvero nel significato che stiamo cercando di enucleare.

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Nominato-il-consiglio-di-amministrazione-della-Fondazione-don-Lorenzo-Guetti[1]

Don Lorenzo Guetti, 1847-1898. Di M. Farina leggete: “E per un uomo la terra. Lorenzo Guetti, curato di campagna”

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Il Bene Comune “vero” – prosegue – era quello perseguito dalla prima cooperazione, quella delle tedesche Raiffeisen, delle Casse Rurali tedesche. Raiffeisen che poi era semplicemente il cognome di chi le inventò in Germania, e che poi Don Lorenzo Guetti, il sacerdote di Vigo Lomaso (Giudicarie Esteriori) importò in Trentino.

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Ecco, sono tornato a casa ed ho pensato ai concetti espressi da Marcello per farne tesoro e oggetto del mio POST DI NATALE: quindi, Buon Natale a tutti e soprattutto, Buon Bene Comune a tutti! E ancora grazie, Marcello!

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E allo scadere della mezzanotte ho aggiunto questa foto: il nostro piccolo Presepe nello spazio che molto amorevolmente alcuni libri, abitualmente residenti fra due scaffali, hanno volentieri lasciato libero per ospitare il Bambinello.

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