SINTESI E CONCLUSIONI POST ATTENTATI DI PARIGI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Gennaio, 2015 @ 9:10 am

Detto altrimenti: provo a trarre sintetiche conclusioni  post-attentati  parigini  (post 1868)

Post 1868, anno 1868: tassa sul macinato, rivolte, repressione. L’Italia inizia a comperare terreni sul Mar Rosso.

Dal punto di vista dei criminali internazionali. A dire che “non è Islam” sono gli stessi Islamici. E allora? Allora sorge la domanda: cos’altro è? A mio avviso siamo di fronte alla strumentalizzazione di masse di ignoranti con la (falsa) motivazione “religiosa” per conquistare a vantaggio dei capi potere, territori, denaro, petrolio, miniere, diritto allo stupro, alla schiavizzazione delle donne, etc.”. A mio avviso si tratta di multinazionali del crimine che “catturano” clienti non per comperare Coca Cola, sigarette o mobili Ikea, ma per compiere atti di guerra per i fini sopra elencati.

Dal punto di vista europeo. Dobbiamo ridare una prospettiva all’Europa e agli Europei. Il mondo occidentale è sempre vissuto in un  “muoversi verso”. Oggi è fermo. Rimettiamolo in moto: verso gli Stati Uniti d’Europa.

Dal punto di vista del pianeta terra. Accordo fra USA e USE – EUE (United States of Europe – Etas Unie d’Europe) per indurre il resto del mondo ad isolare queste metodologie.

Dal punto di vista dei principi da adottare. Sostituire al “dio denaro-potere” il “Dio Bene Comune” ove per Bene Comune si intende il bene alla cui realizzazione tutti contribuiscono sin dall’inizio e di cui tutti, alla fine, godono.

Altrimenti? Altrimenti sarà guerra mondiale perenne.

  A bientot! Votre Charlie

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LE DIVERSE REAZIONI AL TERRORISMO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Gennaio, 2015 @ 7:09 am

Post 1867, anno 1867: si apre il canale di Suez, anche all’imminente colonialismo via nave. L’armatore genovese Rubattino si fa prefinanziare dallo Stato i fondi per allestire cinque navi capaci di trasportare, ognuna, 200 cavalli (“Ahi genovesi, uomini diversi/d’ogne costume pien e di magagna/perché non siete voi del mondo spersi?”)

Detto altrimenti: al terrorismo reazioni diverse in tempi e luoghi diversi    (post 1867)

I crimini degli assassini “parigini” (parigini = assassini che hanno agito a Parigi) mi richiamano alla mente altri crimini di tempi e luoghi diversi, i quali hanno generato nelle nazioni occidentali reazioni diverse. Provate voi stessi, gentili lettrici e assidui lettori delle mie sudate carte (elettroniche) a ricordare e valutare il diverso grado di reazione popolare e dei governi di fronte ai seguenti crimini:

  • Stragi italiane di Bologna (1980), Brescia (1974) e Milano (1969) – Centinaia di vittime.
  • Strage africana (una per tutte) degli UTU contro i Tutzi (1994) – Un milione di vittime.
  • Twin tower (2001) – Oltre duemila vittime.
  • Nigeria (2015) – Migliaia di vittime
  • Parigi (2015) – Diciassette vittime.

Quale è stata a vostro avviso la reazione delle popolazioni e dei governi in assoluto più giusta, corretta, civile, responsabile, democratica, necessaria, doverosa, partecipata, condivisa, intelligente, sincera … etc. etc.? E poi …

… ottima l’iniziativa del Presidente Holland che ha invitato i capi di stato e dei governi del mondo a partecipare alla marcia del secolo. Detto ciò …

… chi assumerà l’iniziativa di convocare i capi di stato e dei governi europei per la scrivere “con due matite” la costituzione degli Stati Uniti d’Europa?

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E, per favore, non lo chiamate terrorismo “islamico”! Non è l’Islam che agisce, ma alcune multinazionali del crimine che si nascondono dietro l’Islam per attrarre ed ubriacare adepti.

                                                                                                                    A bientot! Votre Charlie

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PARIGI BRUCIA – IV PUNTATA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Gennaio, 2015 @ 5:25 pm

Post 1866, anno 1866: Pio IX, l’8 dicembre DEL 1864, nella enciclica “Quanta cura”, nell’appendice “Sillabo” condannava la libertà di coscienza, la tolleranza religiosa, la laicità della scuola, il progresso scientifico, la libertà di pensiero, stampa e ricerca, le dottrine liberali e riafferma il primato temporale della Chiesa. Nel’ 1867 finisce il potere temporale della Chiesa.

Detto altrimenti: the days after – Parigi (o l’Europa) … brucia?    (post 1866)

I danni e benefici collaterali (ma non tanto) delIa strage criminale di Parigi, entrambi di natura politica:

  • I danni: una parte minoritaria della popolazione europea grida. “Basta immigrazione, basta tolleranza, basta integrazione!”.
  • I benefici: una parte maggioritaria della popolazione europea afferma: “Occorre un’Europa più unita”.
... e allora, mettiamole le strisce!

… e allora, mettiamole le strisce!

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Un’Europa più unita, anzi gli Stati Uniti d’Europa che riaffermino e difendano i valori della propria cultura, ove per cultura si intende “insieme delle conoscenze”, fra le quali la conoscenza della propria storia la quale comprende anche la storia dei propri errori e – per converso – la storia delle proprie conquiste di civiltà, fra le quali la volontà e la capacità di coltivare l’integrazione come una risorsa e non come una negatività.

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Per arrivare a questo Grande Risultato occorre conoscere la storia e “ragionare” sui suoi insegnamenti. Certo che se le masse sono “ignoranti” (utilizzo il termine in senso lessicalmente tecnico: “ignorante” è semplicemente “colui che ignora”) … dicevo, ignoranti della storia, be’, allora è molto facile che costoro ragionino “con la pancia” piuttosto che con il cervello, e gridino all’ “extra omnes”, ovvero al “fuori tutti” e rafforzino la componente anti europeista.

Orbene, nel condannare senza se e senza ma gli assassini della Nigeria/Isis e di Parigi, mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori due sottolineature:

  • Nigeria/Isis – Si tratta di una nuova forma di multinazionale. La motivazione religiosa a mio sommesso avviso è solo una scusa, un pretesto per nascondere il vero obiettivo: la conquista del potere e del denaro (pozzi di petrolio, miniere, banche);
  • Parigi – Dobbiamo esaminare anche (anche) una concausa (concausa, a fianco di altre cause) interna, e cioè la “predisposizione dell’ambiente” a che vi si commettano crimini del genere. Bene ha colto questo aspetto il blogger che ho ospitato nel post n. 1864, il cui concetto io stesso ho ripreso in coda al mio successivo post 1865.

In testa a questo mio post, là dove scrivo poche righe circa l’anno che porta lo stesso numero del post (1867), fra i tanti eventi storici di quegli anni, ho scelto di ricordare il pensiero di un Papa il quale, giudicato oggi, esprime sicuramente un pericoloso integralismo religioso. Orbene, così come noi – oggi – condanniamo fermamente quel “nostro” integralismo di allora, altrettanto dobbiamo condannare i due integralismi odierni: quello a noi esterno, pseudo islamico e quello a noi interno, nazionalista – anti islamico – anti Stati Uniti d’Europa.

Benissimo la folla europea e mondiale dei “Siamo tutti Charlie”, ma la stessa folla, fisica e televisiva, deve mobilitarsi anche per i morti africani: 2000 nigeriani trucidati, 130 bambini uccisi, 300 ragazze rapite, etc..

Benissimo la folla europea e mondiale dei ”Siamo tutti Charlie”, ma la stessa folla, fisica e televisiva, deve mobilitarsi anche per la creazione degli Stati Uniti d’Europa.

L’UNION FAIT LA FRANCE? BIEN SURE,  MAIS L’UNION FAIT EUROPE AUSSI!

Je suis Charlie

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JE SUIS CHARLIE (PARIGI BRUCIA, 3a PUNTATA)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Gennaio, 2015 @ 7:55 am

Post 1865, anno 1865: terza guerra di indipendenza. La Prussia sconfigge l’Austria, che si accorda con la Francia di cederle il Veneto che poi la Francia passa all’Italia prima di un plebiscito burla. Oggi sto scrivendo da Riva del Garda: Garibaldi fu fermato qui vicino, a Bezzecca (“Obbedisco!”).

“Je suis Charlie”. Firmato (molto, molto più semplicemente anche) dal vostro blogger.

Detto altrimenti:

  1. “Non condivido la tua idea, ma darei la vita perchè tu possa esprimerla”. Firmato Voltaire.
  2. “Io non sono Charlie. Io sono Ahmed Merabet, il poliziotto ucciso. Charlie Hebdo metteva in ridicolo la mia fede e la mia cultura e io sono morto per difendere il suo diritto di farlo”. Firmato Dyab Abou Jahjah, scrittore di origine libanese.

 

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La grande  differenza fra un delinquente vigliacco ed un musulmano di 42 anni, padre di due figli, che stava facendo il proprio dovere.

 

 

 

 

 

 

 

 

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TRE ORE A SCIARE IN PAGANELLA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Gennaio, 2015 @ 6:57 pm

Post 1864, anno 1864: Lo Stato (Piemonte allargato) vende i beni demaniali e della Chiesa del sud ai nobili locali e con questi denari finanzia il trasferimento delle industrie dal sud al nord. Le banche meridionali sono “autorizzate” a comperare con il loro oro le banconote della banche del nord. Uaoooo!

 

Detto altrimenti: aspettando una buona nevicata …. (post 1864)

7 gennaio 2014

7 gennaio 2014

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… che pare possa arrivare dal 15 gennaio in poi! Già, perché – come si dice in Trentino – talvolta accade che “o massa o miga”, ovvero, o troppo o niente. Troppa no, ma tantissima neve l’anno scorso. Quasi niente  – fino ad oggi – quest’anno.

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Gennaio 2015: ma ora arriva, arriva la neve!

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Vi allego due foto: una del gennaio 2014 ed una di oggi. Giudicate voi.

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Ed allora, dopo poche ore di sci alquanto problematico per la scarsezza e la qualità della neve (ieri c’è stato sui monti un vento foen (1) fortissimo che contribuito alla creazione dell’ l’inversione termica (2) ed ha portato sulle piste foglie e rami vari, che però gli addetti alle piste hanno poi rimosso), dritto a casa, che dalla Cima Paganella fra sci e auto raggiungo in un’ora esatta.

A casa mi sono messo al computer a riflettere sul post precedente. Mi dispiace che non sia stato io a scriverlo, tanto lo condivido! Ed allora mi sono concesso un intervento consolatorio, quello di aggiungere allo scritto alcune foto con le relative didascalie.

L’articolo che ho ospitato affronta la questione dal punto di vista del suo “recipiente” ovvero dalla parte di chi la “riceve” quell’azione, ovvero dalla parte di chi potrebbe porsi nella diversa condizione di “non recipiente” (“recipiente”, dal latino “recipere”, ricevere, accogliere). Il che non “assolve” certo chi quella azione ha commesso. In altre parole: se un gioielliere non munisce il suo negozio di serrature molto robuste e subisce un furto con scasso, ciò non assolve certo il ladro dalla condanna per furto con scasso. Mi spiego meglio perchè non voglio essere frainteso: le “serrature molto robuste” che noi Europei dobbiamo istallare non sono quelle che vorrebbe apporre Salvini ai “cancelli dell’immigrazione”, ma quelle rappresentate dalla adozione di democrazia vera, di equa distribuzione della ricchezza e della “quantità di futuro” per ogni persona, tal che ogni persona che  “viene ad abitare l’Europa” sia impegnata a costruire il futuro proprio e altrui all’interno di un “orizzonte raggiungibile” (v. foto nel post precedente) piuttosto che a distruggere tali prospettive, operando su una spiaggia dalla quale non si riesce nemmeno a scorgere la linea dell’orizzonte.

Je suis Charlie

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  1. Foen: vento che proviene dal nord della Alpi, le scala, si raffredda, cede umidità (acqua e neve) e le discende – qui da noi quindi verso sud – riscaldandosi e riscaldando l’ambiente, in questo caso, montano.
  2. Inversione termica: fa più caldo in montagna che in fondo valle: infatti l’irraggiamento solare in certe condizioni (ad esempio in presenza di foen in quota) produce un riscaldamento maggiore in montagna che non in fondo valle, per cui si creano “nubi al contrario”, cioè in basso, cioè nebbie in pianura.

 

 

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EDIZIONE STRAORDINARIA: PARIGI BRUCIA? (SECONDA PUNTATA)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Gennaio, 2015 @ 5:51 pm

Detto altrimenti: Parigi brucia? No, l’Europa brucia … affrettiamoci a spegnere questo incendio! Amici, come sapete, questo è un open blog e coma tale è aperto a contributi altrui. Quello che segue è tratto da un altro blog: Narcolessico.   Il post è molto lungo  al che mi permetto un suggerimento: leggete le parti in grassetto. Vi indurranno alla lettura del testo intero! (post 1863: le foto le ho scelte ed inserite io)

(data la gravità dell’attentato non mi soffermo sull’anno 1863, nel quale si videro 100.000 soldati del’esercito piemontese contro i “briganti” del sud e passo direttamente all’argomento de quo)

Inizia qui il post altrui

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Non è uno scontro tra civiltà, è vero. Gli attentatori sono nati e cresciuti nell’Europa del Diritto e della Rivoluzione Francese. E allora, se di civiltà si tratta, è una civiltà che inciampa in se stessa.

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Così come trovo pietosi i giornali che ieri titolavano “Questo è l’Islam” o “Strage islamica”, trovo altrettanto vaporose, anche se meno indegne, le spiegazioni panassolutorie che – da sinistra – dissolvono tutto nella grande vicenda del conflitto fra Nord e Sud del mondo, fra chi detiene e chi no, fra chi si permette il lusso dei diritti e quelli che ne pagano il prezzo all’altro capo del mondo senza poterli a loro volta maturare. Questa volta lo schema non regge. “Loro”, questa volta, siamo noi. E per davvero. È tutta “roba nostra”, interna, dalla A alla Z. Facciamocene carico e basta.thJT5MQYBEE per farcene carico tocca chiedersi come mai una proposta del genere riesca a fare breccia, o addirittura a maturare in relativa autonomia, nella testa di persone che in vita loro hanno visto più Mc Donald che minareti, più chiappe che burqa, più XBOX che edizioni del Corano. Cosa la rende appetibile? Una loro follia? Troppo semplice, troppo comodo, troppo “farmaceutico”. Sociopatici e psicopatici, ovviamente, non mancheranno ma le reclute europee dell’Isis cominciano a essere un tantino troppe per pensare di affidarsi a salvifiche secchiate di Torazina.

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th918LFO6BE allora eccoti Salvini. Toglie la mano dal sedere di una leghista compiacente (chiappe), appoggia il doppio cheesburger (Mc Donald) vicino al suo joypad (XBOX), mette in pausa “Milan – Napoli” e si prepara a rispondere. Perché lui una risposta ce l’ha. Oh sì che ce l’ha. La colpa, per Salvini e Salvinisti, ricadrebbe su di un’Europa, trattata rigorosamente alla stregua di un “essere” mitologico dalle oscure e lascive volontà, che non avrebbe più le palle di difendere la propria identità e le proprie radici (cristiane, e che altro se no?), un’Europa – in ogni caso – che non affermerebbe più nulla di suo e sarebbe ormai diventata un inerte ricettacolo di flussi migratori incontrollati, attraverso i quali – come un virus – si diffonderebbe il germe dell’estremismo. Wow! Fate attenzione, gente. Il periodo di incubazione pare piuttosto breve: vi addormentate come devoti mariani e vi svegliate Salafiti. E avete fatto così in fretta che l’arabo, ancora, non l’avete imparato, quindi brancolate nel salotto di casa posseduti da una lingua che blaterate senza conoscere e schiacciate forsennatamente il telecomando della TV cercando di far esplodere Enzo Miccio.

No, ovviamente non è nemmeno questo. Perché ok inciampare, ma non così. Il corto circuito è più ampio.

L'orizzonte? Invisibile!

L’orizzonte? Invisibile!

La Cultura del Diritto entra in crisi quando viene meno l’orizzonte pratico su cui esercitarla. Stabilire il carattere “incomprimibile” dei diritti della persona significa, cioè, assicurarle gli strumenti minimi per realizzarsi, strumenti che tendono però a diventare inutili nella misura in cui l’orizzonte fattivo di questa realizzazione si sposta gradualmente in avanti, fin quasi a sbiadire o – in alcuni casi – a rendersi indisponibile, invisibile, irraggiungibile. E allora i diritti della Persona e la storia gloriosa della loro conquista, restano fra le mani come frasi sospese, a cui manca un complemento, una chiosa.

E qui, forse, scatta il corto circuito più significativo.

Si, perché il tratto più caratteristico della cultura occidentale è, da sempre, il moto a luogo, l’inesausto rilancio di un lasso – fisico e/o immateriale – da riempire di attesa, desiderio, speranza, volontà, progetto. Se questo lasso viene meno, se dal lasso si passa cioè al suo collasso, se non si riesce più a concepire il progetto o a dare credito allo spazio in cui questo dovrebbe svilupparsi e realizzarsi, ecco che sorge un problema. È un problema strutturale, inconscio, addirittura “tecnico”, che riguarda in eguale misura la cultura liberale e quella d’ispirazione e memoria socialista – entrambe vocate al moto a luogo, entrambe tese alla realizzazione della Persona, poco importa – in questa sede – che tale realizzazione si specifichi nell’individuo o nella collettività.

... e allora, mettiamole le strisce!

… ed allora, mettiamole le strisce!

Qualcuno una volta ha detto che il senso non conosce il proprio “fuori”. L’insensatezza, l’assenza di senso, non esiste, non si dà. A un senso che non sta più in piedi, semplicemente, se ne sostituisce un altro, che funzioni meglio. E in questa nostra Europa, che non dispiega più alcun progetto e non sa più come chiudere la sua frase, quella proposta omicida, terroristica e assassina non manca affatto di senso, non è minimamente folle. Finiamola con i riferimenti alla cecità, al buio, all’insondabile, all’arcano, all’ommioddiochecazzo. Quella proposta è lucida, perfetta: o ce ne rendiamo conto oppure dovremo rassegnarci a vederla, veramente, dilagare. Tanto per cominciare funziona meglio, molto meglio di qualunque Cultura del Diritto. Perché anziché offrire la prospettiva di un’altra e diversa realizzazione, esposta a frequenti fallimenti, sostituisce il senso della realizzazione con il senso del martirio, il moto a luogo con la fine, il rilancio con il crollo, dando a tutti questi termini accezioni e qualifiche positive. In questo, per altro, è aiutata dal fatto che molte di queste nuove “reclute” sono già “sacrificate” (crisi, disoccupazione, indigenza, ignoranza, degrado, quello che vi pare) e mancavano solo di qualcosa che riconoscesse al loro sacrificio, o a un altro sacrificio (il martirio), un valore ineguagliabile, tale da trasformarli da reietti (o poco più) in eroi (o poco meno).

E funziona meglio anche perché offre loro la possibilità di percepire un radicamento che l’Occidente, evidentemente, preclude loro. È un radicamento paradossale, che li connette idealmente e di fatto a una causa illocata, priva cioè di luogo, sgrammaticata, buttata nel mondo come un tiro cieco di dadi su un tavolo unto e che, tuttavia, è più autentica – sulla loro pelle – delle comunità europee in cui sono nati, in cui sono cresciuti, in cui si trovano e di cui, con ogni probabilità, sentono di non fare più parte.

In tutto questo, mi pare ovvio, l’immigrazione conta zero e forse pure meno.

Ecco il primo nemico da sconfiggere: l'antipolitica

Ecco il primo nemico da sconfiggere: l’antipolitica

Da questo punto di vista l’Italia corre un rischio fin ora sottovalutato, e in realtà assolutamente peculiare. L’astensione e la fluidità evidenziata dagli italiani nelle urne, dove i pesi si spostano con la velocità di esseri alati, tradisce la fragilità del credito di volta in volta concesso al politico di turno (Berlusconi, Grillo, Salvini). Alla diffusione del malaffare si accompagna una diffidenza sempre più aspecifica nei confronti della politica e questa diffidenza, proprio perché aspecifica, rappresenta un terreno molto fertile nel quale una proposta di radicale e adolescenziale purezza, come quella terroristica, può attecchire.

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Anche perché, vale la pena di ricordarcelo, il nostro baluardo al momento è Angelino Alfano, considerazione che dovrebbe suggerirvi una certa indulgenza nei confronti di chi – avendoci pensato – sentisse l’impulso di agguantarsi a piene mani i gioielli di famiglia.

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thCMZ0L632Certamente, come diceva il premier norvegese dopo Utoya e come ha ribadito oggi anche Gino Strada, “occorre reagire con più apertura e più diritti”. La Cultura del Diritto è per definizione espansiva, altrimenti perde il tratto esplorativo che la rende una straordinaria ricerca sull’uomo e si trasforma in qualcosa di più asfittico e tremulo, velocemente archiviabile. L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno, insomma, è una torsione liberticida del tipo di quella che si è avuta negli Stati Uniti, dopo l’11 settembre, con il Patriot Act. Dobbiamo però sincerarci che questa “apertura” non venga solo ampliata ma anche percorsa e riempita di contenuti. Apertura, insomma, “de che”? Per pensare, soprattutto, cosa? Secondo quali logiche e con quali obiettivi? E dobbiamo preoccuparci, inoltre, che questi diritti non vengano solo ribaditi ma anche fruiti, esercitati, favoriti, tradotti nei progetti delle persone e riflessi nei loro risultati.

Diciamola in maniera più brutale: nel mercato delle idee, la Cultura del Diritto non può accontentarsi di essere “giusta” (qualunque cosa questo significhi): deve tornare a essere conveniente.

Perché ora come ora corriamo il grosso rischio di sembrare dei cretini che fanno la spesa, la lasciano in macchina, si chiudono in casa e muoiono di fame senza capire perché.

La parte malata, al momento, siamo noi. I terroristi no: purtroppo quelli stanno da Dio. Purtroppo.

 Finisce qui il post altrui

Ed io … che altro potrei aggiungere? Assai molto più semplicemente mi permetto di aggiungere: che la politica torni ad essere POLITICA; che si facciano gli Stati Uniti d’Europa; che vi siano minori disuguaglianze sociali; che vi sia un futuro per tutti.

Je suis Charlie

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RENZI SI, RENZI NO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Gennaio, 2015 @ 3:17 pm

Detto altrimenti: non prescindiamo dall’ “eredità” che ha ricevuto in dote … (post 1862)

Post 1862, anno 1862: fine della schiavitù made in USA. Guerra di secessione americana. si scopre il petrolio. in USA Nasce  il Ku Klux Kan

 

Fra le tante foto  presenti in internet, non è facile sceglierne una "neutra" ...

Fra le tante foto presenti in internet, non è facile sceglierne una “neutra” …

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A chi dice “Renzi no” chiedo: quale alternativa proponi? Il Premier Renzi a mio avviso si sta muovendo verso l’adozione di una politica che ponga alla sua base una “visione d’insieme” e non la somma di tante “percezioni sensoriali”. Il che è già molto. Infatti, il “muoversi verso”, il “tendere a “ è già molto! Il che tuttavia non impedisce di cercare di pre-definire quello che potrebbe/dovrebbe essere l’obiettivo finale, ovvero un possibile modello di “politica della visione d’insieme”. Traduco con un esempio:

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  • l’esposizione dei dati finanziari dello Stato in modo direttamente comprensibile da tutti gli “Azionisti”, ovvero da tutti noi Cittadini;
  • l’individuazione di un diverso modello di sviluppo Italia;
  • la riscrittura dell’ordine di tutte le priorità;
  • l’emissione di titoli di debito pubblico irredimibili;
  • l’elenco completo delle caste da azzerare e dei privilegi da cancellare;
  • il ripristino del principio che la legge è veramente uguale per tutti;
  • la proposta italiana per gli Stati Uniti d’Europa;
  • la proposta italiana per una diversa più semplice e funzionale “Italia delle leggi e delle Istituzioni”;
  • la non rottamazione della risorsa “esperienza altrui”.

Utopia la mia? Sicuramente si, come realtà non ancora realizzata! Verità assolute le mie? Quando mai!? E’ solo un semplice tentativo che forse (ripeto: forse) può avere un certo valore quanto al metodo che propone. Per il resto … videant consules ne quid detrimenti res publica capiat … ovvero “ci pensi chi di dovere a che l’Italia non sia (ulteriormente, n.d.r.) danneggiata”.

 P.S.: cosa penso del 3% del reddito quale limite alla condanna per evasione fiscale? Se vi si aggiunge “fino ad un massimo di € … chessò? 1.000? 5.000? 10.000? … mi  sta bene: infatti serve per non perseguire come evasione fiscale i piccoli errori di calcolo. Ma se non si pone questo limite, non mi sta bene, perché vuol dire che i ricchi possono evadere molto, i poveri poco e quindi che la legge non è per nulla uguale per tutti.

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PARIGI BRUCIA?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Gennaio, 2015 @ 6:35 am

Detto altrimenti: la terza guerra mondiale (la strage di giornalisti a Parigi)    (post 1861)

Post 1861, anno 1861: Itali! Italia! anzi … Piemonte, Piemonte … soprattutto al Sud: la conquista del … Sud con una sanguinosa guerra civile (definita guerra al brigantaggio) per sconfiggere gli “ind ..igeni” di quelle terre e spoliarle a vantaggio del nord. A me ricorda un po’ la conquista del West americano … basta sostituire al loro Est-Ovest il nostro Nord-Sud ed il gioco è fatto


C_2_VideoAsset_46006_boVideo_thumb_7[1]USA, Twin Towers, attacco aereo. Europa, redazione di un giornale francese, attacco terrestre.
La globalizzazione del terrorismo. Chi sono questi criminali che usano così bene i kalashnikov e la lingua francese? Una ipotesi: forse singoli criminali in cerca di referenze. Infatti, dopo un “successo” del genere, possono ben aspirare a ruoli molto ben retribuiti nelle fila delle multinazionali del terrorismo. Come ci possiamo difendere noi Europei? Una Polizia unica, un Esercito unico ovvero costituendo gli Stati Uniti d’Europa e rafforzando le forze di polizia e l’esercito di terra più che la flotta dei cacciabombardieri F 35.

Ricordate Milosevich? Ciò che lo rendeva pericoloso ed inaccettabile a noi occidentali non era il suo regime dittatoriale, ma il fatto che avesse organizzato e disponesse del più forte esercito di guerriglieri in tutta Europa. Al che, l’occidente gli chiese di rimborsare tutti i suoi debiti ed egli suddivise l’obbligo finanziario fra i vari stati della confederazione e fu la guerra (economica ben prima che di religione). Poi quando quell’esercito così pericoloso si fu quasi del tutto autodistrutto, bastò una settimana alla Croazia – aiutata dall’occidente (Legione Straniera Francese) – a ricacciare i Serbi a casa loro. Fantapolitica? Io non credo, fortse … fate voi … però io c’ero, si, in quelle terre … si, io c’ero … no … non durate la guerra ma immediatamente dopo, a fare volontariato e raccolsi molte testimonianze autorevoli in tal senso …

Ma torniamo ai giorni d’oggi. Il nuovo terrorismo per me ha anche una matrice da multinazionale economica: d’altra parte, niente di nuovo sotto il sole e la storia è maestra di vita  .. o no? Ricordate le nostre “Crociate”? Motivi religiosi? Ma quando mai!? Alla base vi furono spinte politiche ed economiche. E la “conversione” degli indios del centro e sud America, fatta con un Crocifisso ma soprattutto con tanti cannoni spagnoli? Fu una sorta di “caccia al tesoro”. O no?

Je suis Charlie

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QUOTA 450

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Gennaio, 2015 @ 9:48 pm

Detto altrimenti: una quota altimetrica? Vediamo un po’ …     (post 1859)

Post 1859, anno 1859: è guerra! Austria v. Francia e Piemonte

thLPOXKKPMQuota 450. Ricordate le cronache della prima guerra mondiale? “Si lotta per la conquista della quota 140 … della quota 500, 2000, 3000″. Oggi no. Non si lotta ma si fanno leggi che stabiliscono che il tetto massimo delle retribuzioni pubbliche non vale per i commissari straordinari governativi, etc. etc.. Insomma: la legge è uguale per tutti tranne le eccezioni di legge. Ed allora ecco che si torna a lottare per essere ricompresi in quelle leggi deroga o per non essere ricompresi nella legge base. Insomma, il traguardo è (almeno) quota 450. Ma 450 cosa? E’ semplice: 450 mila euro all’anno di retribuzione.

Ma non basta. Infatti si inverte l’ordine logico dei ragionamenti e invece di dire: “Sei bravo quindi ti pago di più” si dice “Ti pago di più quindi sei bravo, e poichè sei bravo io non ti voglio perdere e poiché non ti voglio perdere di consento di cumulare diverse retribuzioni e accetto la clausola che tu mi imponi che recita che se poi io mi stanco di te, che sei così bravo, devo pagarti una penale di … facciamo 3 o 4 volte lo stipendio annuale”.

E tu, tu che hai conquistato quota 450 o che aspiri a quella quota, che hai da dire in tua difesa? Cosa? Ho sentito bene? Che tutto sommato non è poi una gran somma, che è lorda, ci sono le imposte da pagare e poi … e poi che ci sono retribuzioni di un milione l’anno e quindi che ce la prendiamo a fare con te? Ah … vabbè … ho capito … se le cose stanno così … scusa, ci eravamo sbagliati. Buona quota 450, quindi, a te e a tutti i tuoi colleghi!

Ah, scusate, dimenticavo: quota 450 di stipendio ma poi ci sono le indennità, tutte pensionabili. Ma non si chiamano stipendio, ma indennità. In effetti esistono a varie quote, anche sotto quota 450, indennità che arrivano a superare la voce stipendio. E i benefit vari. Vabbè … dai, allora non la finiamo più, dai, blogger, smettila: non stiamo a fare dell’antipolitica …

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(UN GIORNO) UN VOLTO MI DISSE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Gennaio, 2015 @ 10:41 pm

thQSEUKRE8Post 1858, anno 1858: in India le truppe indigene si ribellano. La GB scioglie la Compagnia delle Indie e l’India diventa possedimento diretto della corona (ah, vabbè, allora, se le cose stanno così …)

Detto altrimenti: è chiaro che a me piacciono i libri di Tiziano Terzani … Lui aveva scritto “Un indovino mi disse”, le parole “Un giorno” le hanno aggiunte nel film che ne hanno ricavato.   (post 1858)

A parte ciò, un mio amico mi “ha detto” poco fa … non “mi disse” tanto tempo fa … Cosa mi ha detto? Mi ha detto che un Volto gli ha detto. Lo cito virgolettato ma a memoria, quindi l’amico – se leggerà questo mio post – vorrà perdonare qualche inevitabile  inesattezza.

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Inizia

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Kaunas, 19o6 – Parigi, 1995

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“Vedi, Riccardo, io leggo tutti i tuoi post. Talvolta tu citi un filosofo, Emmanuel Levinas, il “filosofo del Volto” … quello che diceva che “il Volto dell’altro ti scruta, ti interroga, si aspetta una risposta da te”.

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Solo

Solo

Ebbene, spesso io, camminando per strada, incontro spesso  il Volto di gente che soffre. Non si tratta sempre o solo di Persone che chiedono l’elemosina. Vi sono anche Persone che forse ne avrebbero bisogno ma non la chiedono; Persone che cercano di lavorare ma si accorgono che non riusciranno nel loro intento; Persone dallo sguardo assente che il lavoro nemmeno più lo cercano; Persone che sembrano “normali” ma che ti accorgi essere Persone sole … per non parlare di quella vecchina che ogni giorno trascina i suoi pesanti fardelli su per la Via Grazioli a Trento per andare ad occuparsi del suo minuscolo negozietto di fronte alla scalinata della chiesa: quanto giornali venderà … alla settimana? Dieci? Quante coppia di uova? Dieci? Talvolta le ho offerto il mio aiuto, a lei che ricurva sotto il peso degli anni riusciva a stento a trascinare se stessa.

Ebbene, Riccardo, io trovo tutto ciò semplicemente scandaloso … ovvero che la cosa sia uno “scandalo” nel senso classico del termine, cioè quello greco di “inciampo, ostacolo” alla coscienza morale che tutti dovremmo avere. Ostacolo che però noi ignoriamo e ipocritamente aggiriamo proseguendo per il nostro cammino. Io per primo. Io dovrei fermarmi per aiutare non solo quella vecchietta ma tutti quelli che incontro e che vedo essere bisognosi di aiuto. Solo che mi limito ad una elemosina, ad un pensiero di commiserazione, ad una riflessione. Niente di più. Perchè? Perché ho paura: chi sarà mai costui? In quale impegno mi vado a ficcare? Ci sarà pure qualcun altro che ci pensa …

La sua paura … della vita, la mia paura … di quella persona. L’altra sera stavo andando al cinema .. l’entrata della sala è in fondo ad una discesina … incrocio un giovane, avrà avuto 28 anni, senza cappotto (siamo in inverno), la barba incolta, l’aria sporca. A tracolla, fermata con uno spago, una coperta arrotolata … si guardava intorno, scrutava nelle “pieghe” di due palazzi alla evidente ricerca di un posto nel quale sdraiarsi per passare la notte. Ho distolto lo sguardo per … paura che il suo Volto mi chiedesse qualcosa, mi interrogasse, mi mettesse di fronte alla mia responsabilità di persona indifferente di fronte ad una Persona …

Finisce

Ecco, amici, ho raccolto una sorta di confessione di un amico. Queste sue parole mi hanno fatto ricordare una frase di alcuni miei colleghi della Siemens Monaco:  “Noi qui viviamo i bei quartieri residenziali e anche le strade che percorriamo per andare in ufficio attraversano quartieri belli. Quelli brutti, quelli industriali, sono da tutt’altra parte, in zone separate, non come voi a Milano … che siete costretti a vedere cose brutte mentre vi recate al lavoro”.

Ecco, ma c’è di più: ovvero, che spesso si preferisce non vedere nemmeno ciò che si guarda. Guardo ma non vedo. Non la voglio vedere più di tanto la sofferenza altrui. Quando andiamo in Chiesa – almeno, chi ci va – confessiamo questo peccato? Dice … ma io non credo, non ho la Fede … Vabbè, dico io, ma la coscienza morale non è necessariamente frutto della Fede. La coscienza morale viene temporalmente prima della fede e della religione. La nostra Religione infatti è Creazione e Resurrezione (per chi ci crede). La morale … be’ “quella la morale” (per dirla in napoletano) ben 2.000 anni prima di Cristo era scolpita nella pietra pietra del Codice di Hammurabi: “Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te; fai agli altri ciò che vuoi sia fatto a te”.

Chiudo questo mio post un po’ particolare. Quale il nuovo modello di sviluppo (morale) del Paese Italia, dell’Europa, del Mondo? Quello che parte dal basso, dalla soluzione dei “piccoli” problemi di ognuno, dal rispetto di ogni Persona e dei suoi “diritti acquisiti” con la nascita su questa Terra. Altro che i diritti acquisiti alle super retribuzioni-liquidazioni-vitalizi-pensioni-privilegi d’oro d’ogni sorta!

Buona Epifania a tutti!

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