INTERVALLO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Gennaio, 2015 @ 6:02 pm

Detto altrimenti: ecchè, non me lo volete concedere un piccolo intervallo?  (post 1878)

Già. Intanto devo colmare alcune lacune: infatti dal post 1974 in poi non ho più pubblicato le notiziole dell’anno corrispondente. Eccole:

1874: la Camera boccia il progetto di legge che prevedeva l’istruzione elementare obbligatoria.

1875: La spendig review di Quintino Sella conduce i conti al pareggio.

1876: la sinistra storica (Francesco Crispi) va al potere.

1877: sfruttando l’idea dell’italiano Felice Matteucci, l’ing. Otto “inventa”  il motore a scoppio a quattro tempi (motore detto oggi  “a ciclo otto” che si distingue da quello “a ciclo diesel, altro ingegnere tedesco, che poi ha arricchito il suo motore con le candelette di preriscaldamento dell’ingegnere tedesco Ricardo con un “c” sola).

1878: l’ing. Benz inizia a fabbricare auto (con il motore a ciclo otto) (e bravi … ah ,,, ‘sta Germania uber alles …!)

Dice … ma qua’ intervallo che sei sempre al computer!? Eh no, raga, oggi sono stato a sciare a Madonna di Campiglio. Vi allego una foto scattata con il telefonino che quasi quasi mi ispira qualche verso:

 WP_20150115_001Neve 1

onde

scolpite dal sole

slavinano a valle

pensieri montani

in libertà

oppure:

Neve 2

il vento

ha scritto una favola bianca

che  legge al sole

felice

la sera

 

(quale delle due “Neve”  preferite?)

 

Sullo sfondo, fa capolino la parte superiore dello spigolo del Crozzon di Brenta, 1000 metri di scalata: sarebbe un “terzo grado” (vecchia classificazione, quella dei “miei tempi” … di “sti ani” per dirla in dialetto trentino!) ma veniva classificato “quarto grado” per la sua lunghezza.

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UN ALTRO “POST ALTRUI”, QUESTA VOLTA DI GIANFRANCO PETERLINI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Gennaio, 2015 @ 5:06 pm

Detto altrimenti: raga, si è sparsa la voce! Stanno arrivando contributi “altrui” per la pubblicazione nel mio “open blog”. Questa segnalazione del lettore Gianfranco mi affascina, perché io sono assolutamente convinto che “le parole sono pietre”, come scriveva Don Lorenzo Milani … (post 1877)

Inizio del “post altrui”

th[4]Noam Chomsky (foto a lato) padre della creatività del linguaggio, definito dal New York Times “il più grande intellettuale vivente”, spiega attraverso dieci regole come sia possibile mistificare la realtà.

La necessaria premessa è che i più grandi mezzi di comunicazione sono nelle mani dei grandi potentati economico-finanziari, interessati a filtrare solo determinati messaggi.

1) La strategia della distrazione, fondamentale, per le grandi lobby di potere, al fine di mantenere l’attenzione del pubblico concentrata su argomenti poco importanti, così da portare il comune cittadino ad interessarsi a fatti in realtà insignificanti. Per esempio, l’esasperata concentrazione su alcuni fatti di cronaca (Bruno Vespa é un maestro).

2) Il principio del problema-soluzione-problema: si inventa a tavolino un problema, per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Un esempio? Mettere in ansia la popolazione dando risalto all’esistenza di epidemie, come la febbre aviaria creando ingiustificato allarmismo, con l’obiettivo di vendere farmaci che altrimenti resterebbero inutilizzati.

3) La strategia della gradualità. Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socio-economiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.

4) La strategia del differimento. Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, al momento, per un’applicazione futura. Parlare continuamente dello spread per far accettare le “necessarie” misure di austerità come se non esistesse una politica economica diversa.

5) Rivolgersi al pubblico come se si parlasse ad un bambino. Più si cerca di ingannare lo spettatore, più si tende ad usare un tono infantile. Per esempio, diversi programmi delle trasmissioni generaliste. Il motivo? Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni, in base alla suggestionabilità, lei tenderà ad una risposta probabilmente sprovvista di senso critico, come un bambino di 12 anni appunto.

6) Puntare sull’aspetto emotivo molto più che sulla riflessione. L’emozione, infatti, spesso manda in tilt la parte razionale dell’individuo, rendendolo più facilmente influenzabile.

7) Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità. Pochi, per esempio, conoscono cosa sia il gruppo di Bilderberg e la Commissione Trilaterale. E molti continueranno ad ignorarlo, a meno che non si rivolgano direttamente ad Internet.

8) Imporre modelli di comportamento. Controllare individui omologati é molto più facile che gestire individui pensanti. I modelli imposti dalla pubblicità sono funzionali a questo progetto.

9) L’autocolpevolizzazione. Si tende, in pratica, a far credere all’individuo che egli stesso sia l’unica causa dei propri insuccessi e della propria disgrazia. Così invece di suscitare la ribellione contro un sistema economico che l’ha ridotto ai margini, l’individuo si sottostima, si svaluta e addirittura, si autoflagella. I giovani, per esempio, che non trovano lavoro sono stati definiti di volta in volta, “sfigati”, choosy”, bamboccioni”. In pratica, é colpa loro se non trovano lavoro, non del sistema.

10) I media puntano a conoscere gli individui più di quanto essi stessi si conoscano (mediante sondaggi, studi comportamentali, operazioni di feed back scientificamente programmate senza che l’utente-lettore-spettatore ne sappia nulla). Ciò significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un gran potere sul pubblico, maggiore di quello che lo stesso cittadino esercita su sé stesso.

Fine del post altrui

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PARIGI BRUCIA? POST “ALTRUI” DI PAOLO CONSIGLIO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Gennaio, 2015 @ 6:31 am

Detto altrimenti: open blog, aperto alle lettrici ed ai lettori ed anche – ovviamente – alle opinioni diverse dalle mie! Ecco qui la “Parigi brucia” di Paolo Consiglio   (post 1876) – (Il mio breve commento direttamente in calce al post)

Inizia il “post altrui”

Il micidiale cocktail Fe-Fe

Ritornando ancora sul tema della strage di Parigi vorrei anzitutto mettere in discussione alcune perentorie e ripetute affermazioni di Riccardo sul carattere e origine di questa criminalità e successivamente intervenire sulle domande poste da Fulvio Maiello (post 1870) e da Giovanni Soncini (nel commento allo stesso post) sull’argomento dei limiti alla libertà di satira, invitando chi mi leggerà a fare alcune riflessioni.

Riccardo ha affermato: “a mio avviso siamo di fronte alla strumentalizzazione di masse di ignoranti con la (falsa) motivazione “religiosa” per conquistare a vantaggio dei capi potere, territori, denaro, petrolio, miniere, diritto allo stupro, alla schiavizzazione delle donne, etc.”. A mio avviso si tratta di multinazionali del crimine che “catturano” clienti non per comperare Coca Cola, sigarette o mobili Ikea, ma per compiere atti di guerra per i fini sopra elencati.”

A mio parere questa è un’interpretazione tipicamente complottistica e consolatoria.

Consolatoria perché dei terroristi che fondamentalmente agiscano con delle motivazioni a noi vicine e comprensibili come il denaro e il potere (il nostro attuale dio) fanno molta meno paura di persone che agiscono per sentiti motivi religiosi e ideali  e che quindi ci appaiono del tutto estranee, lontane e nemiche.

Esaminiamo i fatti. Il periodico “Charlie Hebdo” ha pubblicato molte vignette che sono apparse gravemente offensive ai fedeli musulmani. Ognuno di noi ha potuto vedere in internet  le vignette e soprattutto le copertine del settimanale. Penso che alcune si possano senza dubbio definire blasfeme e anche oscene, non solo quelle su Maometto ma anche le tante sul Papa e sulla religione cattolica.

Il 7 gennaio due uomini irrompono con la forza nella sede di “Charlie Hebdo” ed uccidono 10 persone (più 2 guardie) gridando in arabo “Allah è il più grande” e “Abbiamo vendicato il Profeta”.

E’ più che evidente che si tratta di un crimine a matrice religiosa islamica.

E allora io mi chiedo: chi compie un orrendo delitto, una strage, di questo tipo? Anzitutto è un fanatico religioso, un credente, una persona che crede in assoluto nel suo Dio, che non ha il minimo dubbio sulla sua fede, che è pronto anche a morire per la sua religione.  Non basta, di persone così (tra i musulmani, non certo tra i cristiani) ce ne sono milioni. Deve anche essere un violento, una persona feroce, di una ferocia animale istintiva, quella che alberga nel profondo in ciascuno di noi.

E allora ecco la ricetta del crimine religioso: la fede più la ferocia, un cocktail micidiale che, al solo scopo di ricordandocene,  potremmo chiamare “il cocktail Fe-Fe”.

L’ipotesi complottistica di Riccardo appare allora doppiamente consolatoria, perché prescinde, oltre che dalla fede, anche dalla ferocia animale primigenia, che sempre ci spaventa perché sappiamo che alberga, anche se latente, in tutti gli uomini. E’ la stessa ferocia che appare in tanti delitti della cronaca nera di  tutti i giorni: i cosiddetti “femminicidi”, i purtroppo non tanto rari infanticidi, la ferocia che ci spaventa tanto che in questi casi preferiamo parlare di persone che hanno commesso i delitti “in preda a raptus”, in un momento di “incapacità di intendere e volere”. E’ la ferocia che si manifesta anche in certi episodi di tifo calcistico violento.

Nel nostro mondo occidentale, nel nostro mondo cristiano (almeno di nome ma sempre meno di fatto) la ferocia non è più associata alla religione. Ma è sempre stato così?

Viene subito da pensare alle crociate ma, in fondo, quelle erano guerre nelle quali ci si ammazzava da una parte e dall’altra. Casomai si può pensare alla crociata del 1209 contro gli albigesi, gli eretici catari, durante la quale furono sterminate le popolazioni di intere città. Secondo le cronache dell’epoca ad un legato pontificio fu chiesto come distinguere chi, delle persone rifugiate in una chiesa, dovesse essere bruciato sul rogo come eretico ed il legato rispose: “Uccideteli tutti! Dio riconoscerà i suoi.”

Nelle lotte tra cattolici e protestanti basta ricordare la notte di S. Bartolomeo, nella quale i cattolici uccisero, secondo gli storici, tra i 5000 e i 30000 protestanti.

E quante furono le persone torturate e bruciate dall’Inquisizione? Un nome per tutti: Giordano Bruno. E quante le “streghe” bruciate vive? Quello sì fu un vero “femminicidio”!

Pensando alle tantissime persone uccise in nome di Dio viene spontaneo ricordare quella che considero una delle migliori battute di tutti i tempi: “Sono ateo, grazie a Dio!”

Poi le uccisioni per motivi religiosi andarono calando, pur non scomparendo del tutto e mischiandosi spesso a contrasti politici. Perché? Siamo diventati meno feroci o semplicemente abbiamo cominciato a credere sempre meno? Guardando ai nostri giorni i pochi parroci rimasti costretti a fare il giro di quelle che una volta erano dieci parrocchie, ciascuna con almeno due preti,  e vedendo i conventi vuoti che chiudono uno dopo l’altro, propendo per la seconda ipotesi.

Se la fede va scomparendo l’altro ingrediente del cocktail, la ferocia, che fine ha fatto?

Nel secolo passato ha fatto la sua massima comparsa nei tanti genocidi di milioni di persone, ferocia legata alla politica ma spesso associata ad una qualche fede terrena.

Ma forse sono andato troppo lontano ed è ora di tornare ai tragici fatti di Parigi.

Quali risultati hanno in definitiva ottenuto i terroristi (oltre ad una ventina di morti)?

“Charlie Hebdo” ha avuto una pubblicità colossale ed è passato da una tiratura di decine di migliaia di copie ad una di milioni. Vignette offensive che prima erano viste da pochi lettori affezionati sono state viste da tutto il mondo. I tantissimi musulmani pacifici non ne hanno certo beneficato perché sono aumentate le forme di diffidenza verso di loro.

Non c’è che dire: veramente dei bei risultati, degni di persone intelligenti!

Dove sono i vantaggi  in termini di potere, territori, denaro, petrolio, miniere, ecc. di cui parla Riccardo?

La reazione, con la sfilata di domenica, è stata enorme, forse anche sproporzionata se si pensa ai tanti delitti di matrice religiosa di ben maggiori proporzioni (basta pensare alla Nigeria).

Io penso che si sia trattato di una reazione ancora una volta istintiva e quindi animalesca: il branco, diventato tribù e poi nazione si sente attaccato da un nemico esterno e reagisce compattandosi.

I nemici sono dei fanatici religiosi. Per contrasto “Je suis Charlie” potrebbe voler dire “io non credo” e quindi non uccido per una fede e non accetto che venga ucciso per una fede.

Per finire, come annunciato all’inizio, qualche parola sulla libertà di satira.

Secondo me bisogna riflettere sul fatto che le vignette vengono pubblicate su un settimanale in libera vendita. Chi si sente offeso da certa satira anti religiosa è liberissimo di non comprare il periodico e quindi di non vederle e non offendersi.

Quelli che, come me, non sono più giovani si ricorderanno quello che succedeva tanti anni  fa (quanti? Forse erano gli anni 70) con il sequestro delle “pubblicazioni oscene”. C’era un giornaletto settimanale specializzato nelle fotografie di ragazze poco vestite e che veniva regolarmente sequestrato tutte le settimane da qualche pretore pruriginoso. Per lo più erano ragazze in bikini molto ridotti, forse qualche topless, cose incredibili  con tutto quello che si è visto dopo!  Ebbene: chi si sentiva offeso “nel comune senso del pudore” non era certo obbligato a comprare il giornale!

Al giorno d’oggi ci sono migliaia, forse centinaia di migliaia o milioni, di siti porno, ma nessuno pensa di andare ad uccidere le porno dive e gli operatori, semplicemente chi non è interessato non va a vedere i siti porno. Sembra che la civiltà sia questa: tollerare che esista anche quello che non ci piace e questo dovrebbe valere anche per la satira religiosa e politica.

Paolo Consiglio, 14 gennaio 2015

Finisce qui il post altrui

Paolo, le multinazionali hanno i loro generali ed i loro soldati. Anche quelle del crimine. Sicuramente i soldati sono obnubilati dal fanatismo religioso e dalla innata primordiale ferocia beluina , ma la motivazione di fondo che induce i generali a strumentalizzare tali loro impulsi a mio avviso hanno ragioni  diverse: potere e denaro. Poi, ognuno ovviamente la pensi e la scriva come meglio crede: io non definirò mai nè perentorie, nè assolutistiche, nè consolatorie nè in alcun altro modo le altrui opinioni. Grazie per il tuo pregevole e storicamente ricco contributo.

Cogito ergo … je suis Riccardo

Risponde Paolo:

“La scelta che hai fatto di pubblicarmi in un post autonomo è stata ottima, perché un commento a un post di 3 giorni prima sarebbe praticamente svanito nel nulla. Ti ringrazio tantissimo per avermi ospitato nel tuo blog, pur esprimendo io dei pareri critici nei riguardi dei tuoi. Sono fermamente convinto dell’utilità del confronto di pareri diversi, al fine di formarsi una propria opinione, pur rispettosa di quelle altrui. E, visto il tuo commento, vorrei precisarti che gli aggettivi da me usati non volevano assolutamente essere offensivi: “perentorio” voleva dire che sembrava non ammettere discussioni e qui devo ammettere di essermi sbagliato e te ne chiedo scusa.”Consolatorio” era una interpretazione di tipo psicologico, un’ipotesi di motivazione inconscia. Ti ringrazio ancora e ti saluto cordialmente. Paolo”

(v. anche i commenti a questo post)

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IL POTERE TEMPORALE DELLE RELIGIONI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Gennaio, 2015 @ 3:34 pm

Detto altrimenti: delle religioni, non della Chiesa …  (post 1875)

Si, di solito alle parole “il potere temporale“ seguono le parole “della Chiesa”. E invece io cerco di parlare del potere temporale delle religioni, o almeno di un paio di esse.

Sharia islamica. Tutto deriva dal Dio. La sua legge è religiosa e civile. Quindi il potere temporale deriva dal Dio. Altro che “libera Chiesa in libero Stato!”.

th75TIGH0QEppure anche noi cristiani non è che talvolta abbiamo scherzato … Vi cito solo un fatterello: quando il Barbarossa chiese alla Repubblica Marinara di Genova (ich var da … ich bin in Genoa geboren!) un atto simbolico di sottomissione, gli fu risposto si. Quando subito dopo le impose tributi, per tutta risposta la Repubblica costruì tre cinte di mura e il (oggi Beato) Vescovo Jacopo da Varagine (Varazze) teorizzò la derivazione del potere (temporale) della Repubblica Marinara direttamente da Dio saltando Papato e Impero (la forza di tre cinta di mura e di una poderosa flotta!). Al che il Barbarossa “autorizzò” la Repubblica a non pagare tributi …

Potere temporale della Chiesa. Terminò con la breccia di Porta Pia e con la Legge delle guarentigie (non riconosciuta da Pio IX). In parte rinacque con i Patti Lateranensi, 11 febbraio 1921.

Nella Chiesa poi prese campo un altro tipo di potere temporale, quello finanziario dell’era Marcinkus. Ma questa è un’altra storia.

Oggi nella Chiesa sta nascendo un Nuovo potere temporale, questa volta del tutto positivo: quello rappresentato dalla benefica azione socio-politica di Papa Francesco (Cuba – Madagascar) ma soprattutto dal fatto che i princìpi che Egli propugna, quelli che conducono al Bene Comune (ovvero al bene alla cui realizzazione contribuiscono/devono contribuire tutti sin dall’inizio), si rivelano anche come gli unici strumenti di una Politica (laica) Mondiale idonea a trasformare l’involuzione della convivenza civile in un processo di rinascita dell’intera umanità. In questo senso io vedo il grande, illuminato, benefico “Nuovo Potere Temporale” della Chiesa (di Papa Francesco).

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GRAZIE, PRESIDENTE NAPOLITANO!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Gennaio, 2015 @ 2:33 pm

Detto altrimenti? Presidente Napolitano, grazie!    (post 1874)

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Ruggero Cengo Romano

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E’ normale piangere la scomparsa dei genitori. Oltre a quei momenti, io ho provato un sentimento analogo altre due volte: quando oltre dieci anni fa è mancato il mio ex capo Direttore Centrale della STET Ruggero Cengo Romano e quando il 18 marzo 2014 è mancato il mio carissimo amico Ruggero Polito, Presidente Emerito del Tribunale di Rovereto.

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Ruggero Polito

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Ruggero, un nome ricorrente nella mia vita. Da Cengo ho imparato – fra le tante altre cose – soprattutto la coerenza. Da Polito (li cito per cognome solo a causa della coincidenza dei nomi) soprattutto l’umanità, l’entusiasmo, la positività, la disponibilità verso l’ “altro”. Di entrambi trovate un post dedicato, qui, nel blog.

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I “miei” due Ruggero. In entrambi le occasioni mi sono detto che il mondo, il “mio” mondo, non sarebbe più stato lo stesso e mi sono chiesto se mai ci potesse essere un erede che garantisse la continuità del loro “essere e vivere per gli altri”, professionalmente, umanamente, istituzionalmente.

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Giorgio Napolitano

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Ecco, oggi, di fronte alle dimissioni del Presidente Napolitano ho provato lo stesso sentimento di perdita, di vuoto, di disorientamento, di impoverimento e mi sono detto la stessa cosa e mi sono posto la stessa domanda. E come sino ad oggi ero fortemente debitore verso due persone a me estranee solo nel senso di “non parenti”, così, da oggi, quelle persone sono diventate tre.

Grazie anche a Lei, Presidente Napolitano!

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POLITICI FRANCESI E “POLITICI” ITALIANI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Gennaio, 2015 @ 10:06 pm

Detto altrimenti: nello stesso TG, la Marsigliese al Parlamento Francese e le critiche italiane al nostro Premier in Europa    (post 1873)

Post 1873, anno 1873: muore Nino Bixio, nasce Enrico Caruso

... e allora, mettiamole le strisce!

La soluzione: le strisce!

Scusate, ma mi ci trascinano a forza … Dico io, maccome si fa a non scriverne? Tu accendi la TV e al TG che vedi? Il Parlamento Francese vota compatto e compatto, in piedi, canta la Marsigliese, e pochi istanti dopo, in Europa, mentre un Italiano, il nostro Premier, tiene il discorso di chiusura del semestre italiano, un italiano dalle balconate, seduto in mezzo ai giornalisti, elenca i dati negativi del semestre (par che ‘l goda … pare che ne tragga piacere!) ed un altro, dai banchi, lo accusa di “nullismo” (la “I” maiuscola e le “i” minuscole  non sono usate a caso).

Un Italiano cerca di fare andare avanti il paese. Potrà anche aver fatto errori, ma solo chi non fa non sbaglia. Due italiani fanno di tutto per screditare quello che – volenti o nolenti – è anche il loro Premier.

Cilicio (facciamoci del male, mi raccomando!)

Cilicio (facciamoci del male, mi raccomando!)

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Fra tutti coloro che avranno indovinato chi siano i due italiani che hanno cercato di screditare un Italiano, sarà estratto in premio il libro: “L’enigma del masochismo. Intorno ai limiti della psicanalisi”,  Arcipelago Edizioni, 1991.

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( … ma … gli eventuali “panni sporchi” … non si dovevano lavare in casa? Cosa mi sono perso?)

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BENE COMUNE E BENI PUBBLICI/COLLETTIVI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Gennaio, 2015 @ 7:52 pm

Detto altrimenti: sono “cose” diverse    (post 1872)

Post 1872, anno 1872: in Canada nascono le Giubbe Rosse, polizia a cavallo e giudici per i problemi fra bianchi e indiani, corpo che fece la differenza fra la colonizzazione canadese e quella USA. 

Spesso si definisce un asilo, una piazza, un giardino pubblico come “bene comune”. A mio sommesso avviso questi beni si devono invece definire meglio, ovvero per quello che sono, ovvero come “beni pubblici-collettivi”.

Don Guetti raccontato da Don Marcello Farina: "E per un uomo la terra"

Don Guetti raccontato da Don Marcello Farina: “E per un uomo la terra”

Il Bene Comune, con le iniziali maiuscole, non è un “bene esistente godibile da tutti”, ma un Bene alla cui realizzazione tutti, sin dall’inizio, hanno contribuito e di cui poi tutti godono. Esempio di Bene Comune è la Cooperazione Trentina delle origini, quella di Don Lorenzo Guetti, il “povero prete” di Vigo Lomaso (TN, Giudicarie esteriori) che egli fondò sul modello delle Raiffeisen tedesche, banche così chiamate dal cognome del loro ideatore-fondatore. Cooperazione nella quale ognuno investiva del suo ed ognuno era responsabile con il suo.

La differenza fra le due categorie di “beni” è grande. Infatti il bene pubblico usualmente si pretende che esista oppure è un bene di cui si reclama la realizzazione da parte di altri: “Il Comune, la Provincia, lo Stato devono provvedere, diamine!” … affinchè poi esso possa essere goduto. Il Bene Comune è un obiettivo alla cui realizzazione contribuiscono sin dall’inizio tutti.

Sin qui, quanto al concetto di bene pubblico-collettivo/Bene Comune. Quanto ai contenuti, poi, nelle due categorie essi sono ancora molto più diversi.

Infatti i beni pubblici/collettivi comprendono ospedali, asili, strade, scuole, giardini pubblici,  etc..

Il Bene Comune comprende la giustizia sociale, la solidarietà, l’uguaglianza (vera!) della legge per tutti, l’accoglienza, la condivisione, l’esistenza di una prospettiva di futuro per tutti, il rispetto reciproco, una più equa distribuzione della ricchezza, l’eliminazione dei privilegi medievali di casta, la lotta all’evasione-elusione fiscale, la lotta alla corruzione, la lotta alla separazione del potere dalla responsabilità, la lotta alla “complicazione” (plurimae leges corruptissima republica), la lotta alla non-istruzione, la promozione dell’arte, della cultura, la promozione della centralità di giovani ed anziani, la non discriminazione di genere, religiosa e sessuale, il rispetto della natura, la sobrietà nell’utilizzo delle risorse naturali, l’affermazione che le razze umane esistono solo al singolare (ovvero “la” razza umana),  la solidarietà umana, la condivisone, la lotta alla schiavitù, il lavoro per tutti, etc..

E poi, scusate, se chiamassimo “bene comune” i beni pubblici e collettivi, il vero Bene Comune, come lo potremmo mai chiamare?

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ACCADEMIA DELLE MUSE – Trento

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Gennaio, 2015 @ 7:54 am

Detto altrimenti: cultura fra amici   (post 1871)

 Post 1871, anno 1871: L’Italia promulga la Legge delle guarentigie per regolare i rapporti con la Chiesa, ma Pio IX rifiuta di riconoscerla. Nino Bixio invoca la dichiarazione della sovranità italiana sulla baia di Assab, acquistata l’anno prima. Quintino Sella continua con la sua spending review. Un cuoco di Napoleone III inventa la margarina. Si apre il traforo del Frejus.

A.A.A.A.: Accademia della Muse, A.A.A.A., Amici che si ritrovano in un circolo culturale privato per fare cultura in amicizia (v. le puntate precedenti cliccando “Accademia delle Muse”), in casa della Presidente Cristina.

 Prima parte della serata

IMG_2683Concerto di musica classica: Carlo Fierens alla chitarra (classica) esegue magistralmente numerosi brani di compositori centro e sud americani. Carlo è Ligure. Vive (spesso) a Trento quando non è richiamato altrove dalla sua attività. Di lui, 28 anni, laureando in filosofia, potete leggere nei miei post del 1 aprile e 22 novembre 2013. La novità è che sta per trascorrere un periodo di quattro anni negli USA per un master di specializzazione (ulteriore!), reclamato da ben tre Università: New York, Texas ed altra che non ricordo. Carlo, ci mancherai, comunque, complimenti vivissimi per la tua carriera da parte di tutti noi. Fra i numerosi bis da noi reclamati, Carlo ha magistralmente eseguito Villa-Lobos, Studio n. 11; Carlos Guastavino, Un sueno en la floresta; F. Terrega, Jot e Recuerdos de la Alhambra; Villa-Lobos, Studio n.1.

 E’ seguito l’angolo delle anteprime, ovvero …

 …  iniziative aperte a soci e non soci

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C & C : Carlo e Cristina (Presidente)

Monika (monika.giacomozzi@alice.it – tel. 3383960697) ci segnala la possibilità di acquistare il biglietto per l’ Expo di Milano a prezzo scontato del 20% (€27,00 – per gli over 65, €20,00) per data prefissata, con la possibilità di prenotare il viaggio con pullman organizzato da Trento. In alternativa, il biglietto open acquistato signolarmente costa €32,00.

Elisabetta segnala che il 15 gennaio si fa festa al Santuario di S. Romedio, durante la quale sarà servita la famosa “trippa”, come da consuetudine.

Maria Teresa (in assenza di Mirna) segnala la prossima riunione del Gruppo di Lettura di Mirna “Librincontri”, il 19 gennaio ad ore 17,00 presso il Cafè de la Paix, nel vicolo che unisce Piazza della Mostra e Via Suffragio (Passaggio Osele), durante la quale si terrà un Evento speciale: la presentazione da parte dell’Autrice Nadia Ioratti del suo libro “Io tinta di aria”. Opera pregevole a giudizio di Maria Teresa che l’ha già letta.

Alfonso Masi: il 24 o il 25 p.v. (seguirà precisazione), presso il citato Cafè del la Paix, monologo di commemorazione della Shoah.

Riccardo: il 1 febbraio, presso Maso Agritur Tratta di Pressano, ad ore 12,30, Festa del Tesseramento FIAB – Federazione Amici della Bicicletta. Costo del pranzo: €25,00 per i soci;  €30,00 per i non soci. Prenotazioni al pranzo entro il 27 gennaio presso Monika o Riccardo. Iscrizioni alla Fiab anche all’Agritur. Amici, già alcuni di noi sono pedalatori iscritti alla Fiab e gli altri … dai, cosa spettate? “Noi” siamo già 160 ma vogliamo “crescere”! Le nostre sono pedalate turistico culturali morbide, condite di amicizia, aperte ed accessibili a tutte, a tutti, a tutte le età! Vi aspettiamo numerosi al pranzo! (P.S.: quota di iscrizione annuale alla Fiab comprendente assicurazione e rivista, €23,00 – familiari €12,00). Comunque, per saperne di più su di noi, cliccate Fiab sul mio blog!

Intervallo enogastronomico

Infatti le nostre riunioni non sono nè un “primadicena” né un “dopocena”, ma un “durantecena”! Quindi, rifocillati anche nello “spirito” delle bollicine trentine, ecco che siamo passati alla …

 Seconda parte della serata

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Enrico Fuochi e Alfonso Masi

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Enrico Fuochi ci presenta il suo libro FotoFiabe, terzo dopo FotoGrafie, FotoStorie). Nel primo della “Triologia dei … fuochi” egli ha raccolto le proprie foto preferite dei primi trent’anni di attività hobbistica ma di livello professionale di “coglitore di immagini che raccontano”. Nel secondo, le storie di ordinaria immigrazione in Trentino. Nel terzo, partendo da 20 foto, sono state scritte e raccolte 20 favole (o fiabe). Quindici scritte da lui stesso e le altre cinque da Cristina, Mirna, Anita, Maria Teresa e me stesso. Se cliccate nel mio blog “Fotofiabe” oppure “Enrico Fuochi”, nel mio post del 9 ottobre 2014 troverete il resoconto della presentazione del libro alla Biblioteca di Trento da parte nientepopodimeno che di Don Marcello Farina! Detto ciò, Enrico specifica come è nata l’opera:

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“Date venti foto, scriva l’alunno (aspirante scrittore, n,.d.r.) una fiaba/favola che prenda lo spunto dall’immagine”.

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Maria Teresa, Cristina, Giovanna, Enrico, Alfonso

Già, perché per Enrico la fotografia è arte in quanto susciti in ognuno una emozione diversa, originaria. Quindi fotografia come “poesia”, ovvero creazione (di emozioni), come bene ci spiega lo stesso FotoAutore. Vengono quindi lette due fiabe, una di Enrico e quella di Maria Teresa, rispettivamente da Alfonso Masi e Giovanna Laudadio (per chi fosse interessato: il libro è reperibile – fra l’altro – presso la libreria Il Papiro di Via Grazioli o presso l’Autore stesso). Oltre alla Trilogia, Enrico ha scritto “A bordo della Città di Milano” la nave appoggio della spedizione del dirigibile Italia del Comandante Nobile, nave sulla quale era medico di bordo il suocero della nostra Presidente Cristina (v. post 20 febbraio 2012).

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Prossime riunioni dei soci

Lunedì 2 febbraio 2015: Recital di Alfonso Masi “Questo amore” – Seguono Maria Teresa, Mirna, Giovanna, Rosetta, Gianfranco, Alfonso, Giovanni e Riccardo con: “E’ Carnevale: un po’ di teatro”.

Lunedì 2 marzo 2015: Barbara Bertoldi e il suo violoncello – Verena Depaoli in “La donna e le ragazze madri dell’800”.

Lunedì 13 aprile 2015: Flora Vedovelli e la sua arpa + flauto traverso in concerto – Umberto Sancarlo, “L’arte nelle monete della zecca italiana”. Marisa De Carli, La vecchia Trento: il Torrione e le case Zelgher.

Lunedì 4 maggio 2015: Donatella Taiuti e Cristina Endrizzi in “Omaggio a Domenico Modugno” – Gruppo di lettura discute su “Suite francese” di Irene Nemirovski, coordina Mirna Moretti.

Lunedì 1 giugno 2015: Concerto degli allievi del conservatorio Bonporti, Sezione di Riva del Garda – Riccardo proietta le diapositive di una gita FIAB.

Venerdì 24 luglio 2014: Festa di mezz’estate nel giardino di Cristina Endrizzi.

 (Nient’altro, scusateci … sappiamo che è poco … ma che volete, si fa quel che si può …)

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OPEN POST? ECCO UN ALTRO “POST ALTRUI” (FIRMATO FULVIO MAIELLO)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Gennaio, 2015 @ 5:23 pm

Detto altrimenti: terrorismo a Parigi? Tot capita, tot sententiae … senza nulla togliere a ciascuna “sententia”, ovviamente! (post 1870)

Post 1870, anno 1870: Il ministro Quintino Sella fa la prima spending review. Il XX Settembre il Generale Cadorna entra a Roma  attraverso la breccia di Porta Pia. Pio IX si  auto imprigiona in Castel Sant’Angelo e definisce Vittorio Emanuele II “capo di briganti”.

 

Inizia il “post altrui” (le foto le ho aggiunte io)

Il fanatismo religioso. Voglio sperare che il recente attacco terroristico islamico di Parigi faccia aprire gli occhi alla grande maggioranza degli italiani, sempre pronti ad appassionarsi alle ricostruzioni giornalistiche di parte ma refrattari nell’uso della propria intelligenza per una valutazione realistica degli avvenimenti.

charlie hebdo10[1]

Io, blogger Riccardo, penso che la reazione e la sua adeguatezza debbano essere dello Stato, delle leggi, non dell’offeso. 

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Non posso condividere le reazioni organizzate che vogliono schierati tutti in difesa dei vignettisti della rivista satirica francese che ha scatenato la reazione abnorme dei terroristi. Vogliamo porci almeno la domanda se può essere consentito che qualcuno scagli delle ingiurie offensive contro il sentire religioso, sia pure fanatico, di oltre un miliardo di islamici senza che ci sia una reazione? Possiamo discutere per anni se la reazione sia proporzionata all’offesa ma la risposta non possiamo darcela noi, dobbiamo aspettarla dagli offesi che non è detto la pensino allo stesso nostro modo…

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A tutti quelli che si dichiarano esperti di islamismo chiedo di ragionare su ciò che è indispensabile fare per evitare ulteriori crisi.

th3SVK2HVSSecondo il mio modesto avviso ci troviamo ad una svolta epocale nella storia dell’umanità: la contrapposizione tra una parte più ricca e tecnicamente progredita e l’altra più povera e arretrata. Visto che non è concepibile l’esistenza nel terzo millennio della schiavitù dobbiamo porci la domanda se il nostro sistema di vita occidentale sia giusto e accettabile da tutti. Credo che la globalizzazione e non sia altro che la riproposizione in chiave moderna del vecchio episodio biblico della adorazione degli ebrei per il vitello d’oro. Anche allora Mosè ordinò ai suoi seguaci di passare a fil di spada quelli che avevano tradito come oggi i fanatici islamici fanno contro quelli che, secondo loro, sono i traditori odierni. Non ho ricette da proporre ma credo che non sia inutile l’apertura di un dibattito sul tema.

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Paul Cézanne

Paul Cézanne

L’Europa è alla frutta. Noi occidentali siamo al capolinea. Non abbiamo alcuna speranza per il futuro ma, quello che é peggio, non siamo neanche in grado di capire il presente. Ci entusiasmiamo per la grande manifestazione di Parigi ma rifiutiamo di vedere la grande ipocrisia che c’è dietro i baci scambiati dai dirigenti europei i quali, appena tornati nei propri paesi, hanno ripreso sicuramente le pratiche di sempre che prevedono il benessere solo per i più forti: la Grecia, l’Italia e gli altri che hanno il fiato grosso si arrangino. Questa Europa così come è congegnata è il migliore regalo per gli estremisti islamici. Si sono accorti che siamo deboli e non ci sono più gli impalatori nei Carpazi a est o il Cid campeador a ovest che avevano un tempo arginato la loro invasione. Ora possono dilagare in Europa e come potremo difenderci?

Finisce il post altrui.

 La discussione è aperta.

A bientot. Votre Charlie

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UN PO’…ST DI RELAX DOPO TANTA TENSIONE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Gennaio, 2015 @ 4:40 pm

Detto altrimenti: non ci sta male, dopo i problemi del terrorismo  (post 1869)

Post 1869, anno 1869: v. nota al post precedente: mi ero sbagliato di un  anno!

Sant'Ambrogio

Sant’Ambrogio

Vostra Eccellenza, che mi sta in cagnesco

per que’ pochi scherzucci di dozzina,

e mi gabella per anti–tedesco

perché metto le birbe alla berlina,

o senta il caso avvenuto di fresco,

a me che, girellando ‘sta mattina,

capito  … all’Agenzia delle Entrate

in quella nuova, là, fuori di mano.

 

Ecco potrei rivolgermi in tal guisa al Direttore di quell’Agenzia (scusandomi con il Giusti!). E poi, perché mai io “anti-tedesco”? Eh già, perché l’ufficio de quo che in parte contesto si trova in un territorio erede dell’amministrazione Austriaca … Ma veniamo al caso avvenuto di fresco, ‘sta mattina.

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WP_20150112_011Dopo anni (!) mi sono accorto che stavo “regolarmente” pagando il canone TV sulla seconda casa (che scopro invece non essere dovuto). Primo e secondo abbonamento intestati al mio nome, quindi una duplicazione da loro facilmente rilevabile. Evvabbè … Sull’avviso di pagamento degli abbonamenti (prima e seconda casa) è scritto: “Agenzia delle Entrate- Torino” e un numero di telefono. Telefono, ma le risposte automatiche non conducono alla soluzione del mio problema. Quindi mi dico: io vado All’Agenzia delle Entrate qui in città, mica devo andare fino a Torino …  Vado, parcheggio, entro. All’addetto alla reception spiego il problema. Sorride … (“Che mona che è mai stato costui” … avrà pensato e a ragione!). “Qui non abbiamo alcuno sportello per questo problema. Vada dal responsabile di sala, dietro quell’angolo”. Ringrazio, vado. Sportello 18, scritto a pennarello su un foglio A4 attaccato sulle destra con lo scotch, storto.

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WP_20150112_002Un contribuente mi dice: “Guardi che ci sono prima io”. Ok, aspetterò il mio turno. Tocca a quel contribuente. Entra. I due parlano, parlano, parlano … l’impiegato è interrotto da molte telefonate e da molti colleghi che entrano a chiedergli spiegazioni varie. Io vedo tutto, la porta infatti è aperta. Sosto davanti alla porta, in piedi, in bellavista, nella speranza che “lui” si accorga di me. Soprattutto dopo la prima mezz’ora, (sic!) cerco di far passare il tempo, mi guardo intorno. A fianco dell’entrata, anch’essi in bellavista, faldoni di pratiche, in self service (!?). Mi avvicino incredulo: leggo facilmente i nomi dei contribuenti, alla faccia della privacy e della sicurezza dei documenti! Infatti a fianco un bidone giallo per la raccolta “della sola carta”. Penso: e se qualcuno volesse fare uno scherzo (scherzo da nulla!) e buttare alcune pratiche nel bidone? Chi mai lo potrebbe impedire? Nessuno!

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Quei faldoni poi sono tenuti insieme ognuno da un elastico. Nello stipite della porta di quell’ufficio capo, un chiodo. “Cosè quel ch’ i’odo?” direbbe il padre Dante (Alighieri). E’ presto detto: si tratta del chiodo sul quale vengono agganciati i suddetti elastici da parte dei dipendenti che prelevano un faldone dopo averlo liberato dall’elastico. Inoltre dallo stesso chiodo vengono prelevati elastici da parte di dipendenti che vengono a depositare un faldone privo di elastico. Tutto automatico, anzi, automatizzato! Passano altri 15 minuti. Il contribuente di prima si gira, mi vede, si impietosisce, mi fa cenno di entrare, interrompe la propria consultazione. Ringrazio. Espongo brevemente il caso: “No, non siamo noi … è l’Agenzia delle Entrate di Torino … ma non rispondono nemmeno … nemmeno alle lettere che scrivo io … sa cosa deve fare? Vada alla sede RAI”. Ringrazio i due, saluto, esco, salgo in auto e vado a casa. Totale quasi due ore, dalle 10,30 alle 12,30, da “casello” a “casello”.

Telefono alla RAI: “Riceviamo solo la mattina, 9-12”. Ok, andrò domattina. Altra mattinata “impiegata” (stavo per scrivere “persa”).

Osservo: se sbaglio o tardo io nel pagare anche pochi euro, mi arriva la multa. Se sono loro ad incassare un duplicato per anni, nulla. Evvabbuò … take it easy … mi dico: te la sei cercata … e poi, chi non ha testa ha gambe e … portafoglio! Domattina andrò alla RAI e metterò la “zonta” (aggiunta) a questo post.

 Ciao, raga! E dai … fatevela pure una risatina alle mie spalle, me la merito!

Riprendo il 13 gennaio mattina. sono stato alla RAI della mia città, ufficio abbonamenti: nessun tempo di attesa; l’addetta allo sportello Sig.na Monica attenta, gentile, collaborativa, efficiente ed efficace. Manderò una raccomandata per la “disdetta”  dell’abbonamento della TV nella seconda casa, chiedendo il rimborso di quanto pagato in più, tenuto conto dei limiti della prescrizione.

Morale: sulla lettera riportante l’intestazione della Agenzia delle Entrate di Torino, lettera con la quale ci viene inviato l’avviso di pagamento, non andrebbe scritto “Rivolgetevi a questo n, telefonico …” perchè tanto non è sempre prevista una risposta al vostro problema. Inoltre, l’intestazione “torinese” della lettera è fuorviante perchè vi induce a rivolgervi alla sede di tale Agenzia della vostra città. Solo alla fine capite che se su quella lettera ci fosse stato scritto di rivolgersi all’Ufficio Abbonamenti RAI della vostra città, tutto sarebbe stato più semplice, efficiente ed efficace.

Un sincero “Grazie” alla Signorina Monica della RAI Trento! 

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