ALBERTO CAVANNA SCRITTORE (E AMICO!)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Gennaio, 2015 @ 8:09 am

Detto altrimenti: Alberto, accendo Radio 3 e ti sento parlare di un tuo nuovo libro …    (post 1908)

Post 1908, anno 1908. Terremoto di Messina: solo in città, 80.000 morti. L’Austria si annette la Bosnia Erzegovina. Vienna: la stampa invita ad approfittare dell’occasione per muovere una guerra preventiva all’Italia. Roma: Gabriella Spalletti Rasponi, primo Congresso Nazionale delle donne.

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… e nel frattempo, molti altri titoli e molti premi letterari: complimenti, Alberto! Alla via così, avanti tutta!

Caro Alberto ti scrivo. Un giorno, per caso, avevo “scovato” in libreria il tuo “Bacicio do Tin” … (romanzo storico a vela) e poi il “Da bosco e da riviera”, ovvero gente (autobiografica?) che sa vivere tutte le situazioni e tutti i rapporti umani … il tuo motore di ricerca aveva scoperto che un tale, io, parlava bene dei tuoi lavori: siamo entrati in contatto, tu, Ligure ivi residente, io Ligure nato a Genova e ivi residente a Trento in via … (ricordi nel La donna della domenica? Tizio, “ …nato a Palermo e ivi residente a Torino in via … Maccome? Non va bene? Quando abitavo a Palermo andava benissimo!). Sei venuto a Trento nostro ospite all’ Accademia delle Muse (Presidente Cristina Endrizzi) a parlarci personalmente della gente “da bosco e da riviera” e di quella che procede “A piccoli colpi di remo” … e di questo ti ringraziano ancora! Siamo diventati amici. Ieri, 28 gennaio 2015, accendo Radio 3 e ti sento parlare del tuo ulteriore lavoro “Il dolore del mare”. Andrò subito a procurarmelo, ne parlerò volentieri nel nostro gruppo di lettura Librincontri gestito dalla mia collega blogger Mirna Moretti (oppure: lo faresti un secondo viaggio a Trento? Magari …! fammi sapere) Nel frattempo, non potendo recensire un libro non ancora letto, copio da internet:

9788865943595[2]

ANDATE SULLA RELATIVA PAGINA FACEBOOK!

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Nella piccola isola ligure di Palmaria gli echi del mondo arrivano attutiti ma non meno feroci. Elvira, sposa giovanissima a cui la guerra ha sottratto il marito caduto nelle trincee del Piave, cresce il figlio Ermes con premura, trasmettendogli i valori di un regolato universo familiare nel quale le donne sono da secoli il fulcro di una vita dura strappata agli scogli e al mare. Ma i tempi sono infausti, e anche sull’isola si consuma lentamente il dramma di gente semplice e indifesa, ignara del flagello che sta per esplodere. Con questo suo nuovo romanzo, Alberto Cavanna racconta gli anni difficili fra i due conflitti mondiali visti dalla prospettiva di un’appartata comunità isolana: un piccolo mondo antico, forgiato dal lavoro e dalla quotidiana lotta con la natura, destinato a essere risucchiato nell’abisso della storia.

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Il dolore, il male, ne ho parlato due post fa. Oggi si tratta del mare, con la “r”, ma pur sempre di dolore. Un racconto il tuo di grandi eventi visti da “piccola gente ignara”. Ed è proprio questa “piccola dimensione ottica” che mi affascina, perché io credo fermamente che i grandi personaggi della Storia siano proprio le persone che l’hanno vissuta e sofferta senza “fare la Storia” sulle cronache, nei monumenti equestri, nei libri di scuola: le “Persone Ignote”, eroiche e degne di memoria al pari del “Milite Ignoto”. La gente comune, insomma, quella che è a mio sommesso avvio la vera padrona del mondo, così spesso derubata del Premio Nobel per la Vita comunque vissuta. Bravo Alberto e ancora “grazie!” per l’arricchimento che ci procuri.

Firmato Riccardo. Ecco … vedi? Ci sono cascato anch’io … la Storia …. quel “Firmato Diaz” tutto sommato affascina …! Ch’io sia un Padre Zappata …? Comunque … chissà se il tuo “motore di ricerca” mi pesca anche ‘sta volta!?  Scignuria sciù Cavanna, scià me staghe ben … se vedemmu!

Il mare? Eccolo: “Mare” di Giovanni Pascoli

M’affaccio alla finestra e vedo il mare:

vedo le stelle passare, onde passare:

un guizzo chiama, un palpito risponde.

Ecco sospira l’acqua, alita il vento:

sul mare è apparso un bel ponte d’argento.

Ponte gettato sui laghi sereni,

per chi dunque sei fatto e dove meni?

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LA GUIDA MICHELE – TRATTORIA VALERIO, BOLOGNA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Gennaio, 2015 @ 5:48 pm

Detto altrimenti: no … non è la Guida Michelin … è proprio la Guida “Michele”!    (post 1907)

Post 1907, anno 1907. Maria Montessori è la prima donna a laurearsi in Italia (mia mamma, nata ad Agrigento nel 1904, si laureerà a Palermo nel 1927! N.d.r.). Le banche rischiano il fallimento: interviene lo Stato. Sciopero e serrate nell’industria.

Il mio nome è Riccardo ma ho un secondo nome: Michele. Ed ecco il perché ho chiamato la mia Nuova Guida la “Guida Michele”. Il primo suggerimento della Guida viene fornito proprio con questo post.

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Since 1898 … and still going strong!

Che ne dite di una vecchia trattoria, arredata in legno originale, aperta dal 1898? Nulla di posticcio, tutto vero old style autentico! Mi ci ha portato mio figlio Edoardo che la conosce bene. Il proprietario Signor Valerio è persona cordiale il giusto, ovvero cordiale-signorile-amichevole-naturale-non invadente: il massimo! Viene al nostro tavolo e ci recita la poesia del ricco menù, tutta a memoria lui, di meno a memoria noi: infatti, quando ha terminato l’ode, ce ne siamo dimenticati i primi due terzi! Ma … scialla raga, non importa … io e mia moglie siamo un po’ disorientati dalla ricchezza dell’offerta, Edoardo e la sua compagna Sara no. Loro lasciano che si sia noi due vecchietti a scegliere per primi (lo facciamo con molte incertezze):  poi con molta sicurezza e determinazione ordinano loro due. Al che Maria Teresa ed io disdiciamo la nostra ordinazione e ci accodiamo alla loro! “Più meglio” di così?

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Il menù? Di tutto e di più, cucina casalinga variatissima. A testa un primo, un secondo, dolce, acqua, caffè e (in quattro) una bottiglia di ottimo lambrusco, €24,00 a testa, servizio compreso. Dice … il menù non ce lo hai detto ma almeno ci dici di che trattoria si tratta? Certo, eccola: Trattoria Valerio, Via Avesella, 10 – I 40121 Bologna BO – tel. 051 268404 www.trattoriavalerio.com ovvero trattoriavalerio@trattoriavalerio.com – Domenica chiuso.

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Un "post" al sole!

Gennaio 2015: neve in Paganella (TN)

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Il proprietario, Signor Valerio, saputo che eravamo trentini, mi ha detto che era appena venuto a sciare da noi, a …  Vipiteno e aveva trovato poca neve! Ma insomma … a parte che Sterzing è in Sud Tirolo e che le sue piste del Monte Cavallo sono (troppo!) esposte a sud … vuoi mettere quanto più accoglienti sono le nostre località? Dai … Valerio … la prossima volta vieni a sciare in Trentino! Ti ci porto io nella neve alta!

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(Subito dopo sono stato ripreso da una “maschera” … che non si possono fare foto! Una figura …)

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Dopo cena siamo stati all’ Auditorium  Manzoni: Concerto per pianoforte e violoncello: al piano Viacheslav Poprugin, al  violoncello Natalia Gutman, hanno eseguito tre sonate di Mendelssohn (1809-1847); tre di Grieg (1843 – 1907); quattro di Rachmaninov (1873 – 1943), più due bis!  La mattina dopo, rientro a Trento.

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IL DOLORE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Gennaio, 2015 @ 8:32 pm

Detto altrimenti: convegno alla Dante Alighieri, Trento   (Post 1906)

Post 1906, anno 1906 – PIO X condanna il modernismo con la “Pascendi Dominici gregis”

Un convegno. Sul dolore incurabile. Il rapporto fra il dolore i diversi momenti e le tante situazioni del vivere umano. Testimonianze personali di persone presenti. Il ricordo del dolore della pittrice Frisa Kahlo.

th8AE3LY2WIl mio intervento: “Vengo da convegni sul rapporto fra fede e scienza, convegni nei quali la prima, unica e fondamentale domanda che gli scienziati si pongono e che resta senza alcuna risposta soprattutto da parte loro è perché la forza di gravità attiri verso il basso. Einstein affermava di volere conoscere il pensiero di Dio e che il resto erano solo dettagli. In questo convegno (sul dolore) non è stato fatto cenno al rapporto fra Fede e dolore. Mi domando: perché esiste la categoria del dolore? Venuta meno la giustificazione secolare che il dolore era “salvifico dell’anima” (ci siamo inventati il cilicio!) oggi come giustifichiamo l’esistenza di questa categoria?”

Mi replica un signore: “La forza di gravità serve, guai se non ci fosse: l’ossigeno non sarebbe più trattenuto sulla terra e moriremmo asfissiati. Il dolore serve, perchè ci fa capire quando ci possiamo fare male, sciando a in altre attività. E poi, dove lo mettiamo il libero arbitrio? E poi, cosa c’entra la Fede con il dolore?”.

Io non ho ulteriormente replicato per evitare di monopolizzare la riunione su di una contestazione a due voci. Scrivo ora il mio commento alle critiche che mi sono state mosse, che è un semplice e netto   “no comment” (detto altrimenti: non ne vale la pena!)

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ANGELA ALLARI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Gennaio, 2015 @ 3:34 pm

Detto altrimenti: una donna, anzi, una Donna, anzi … una “Domina”: la lingua latina è più precisa … “domina”, padrona … della propria vita   (post 1905)

Post 1905, anno 1905. Einstein: E=MC2! Lo Zar fa sparare sugli operai a S. Pietroburgo: 100 morti.

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Lavoro a Carpi (ma non nel tessile)

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Angela risiede a Bologna. Lavora(va) a Carpi. Progettista, riparatrice ed operatrice su macchine per la tessitura nella capitale della tessitura.  Una funzione irrinunciabile, una professionalità rara. Un impiego assolutamente sicuro. La crisi. Un impiego quasi assolutamente sicuro. Improvvisamente due anni di mobilità/cassa integrazione.

Si, vabbè, ma quando finiscono i due anni che fare? Angela nota che in alcuni quartieri della città non esiste la bottega del calzolaio. In un quartiere fra i tanti individua una bottega di alimentari che sta per chiudere. Ne prenota l’acquisizione in locazione. Va in giro, bussa alla porta di tanti calzolai: “Mi insegnate la vostra arte?” Alcuni no …, altri quasi … altri si, solo su scarpe vecchie … altri anche su quelle nuove. Angela impara. La nuova bottega apre. Angela distribuisce i suoi bigliettini ed avvisi ai negozi dl quartiere.

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Mi trovo in viaggio, a Bologna. Ho bisogno di un piccolo intervento ad una scarpa. Chiedo ad un giornalaio. Mi indirizza alla bottega di Angela.

WP_20150126_019La bottega è’ diversa dalle altre. Ampie vetrate, un locale vasto, luminoso come il sorriso con cui Angela accoglie me e mia moglie. Sta riparando al cintura ad una tale, deve fare altri fori … alla fine: “Quant’è?” “Nulla, i fori non si pagano, come nella groviera; si pesa e paga solo il pieno”. Uscito quel cliente, tocca a noi. Siamo curiosi, la “provochiamo” e Angela ci racconta la sua storia. Di come ha iniziato, delle vecchie macchine che ha recuperato, dell’avvio della sua nuova attività.

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Angela Allari

Ho promesso che le avrei dedicato un post. Lo faccio volentieri. Ecco, questa Donna vale cento volte di più di quell’uomo (le maiuscole e le minuscole grassettate non sono utilizzate a caso!), avvocato dipendente del Comune di Perugia che è riuscito a far firmare al suo Comune carte secondo le quali ora egli va in pensione con circa €600.000 (euro seicentomila) all’anno.

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Nemmeno in questa blasonata farmacia storica di Carpi siamo riusciti a trovare la medicina per curare la castalgia

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Due mondi, anzi, due Italie: quella sana, coraggiosa, lavoratrice, intraprendente, meritevole, esemplare e ammirevole e quella ammalata e “ammalante” di castalgia, una pericolosissima malattia contaggiosa che, diffondendosi di casta in casta, diventa epidemia mortale per l’intero paese. Accomiatandomi da lei, mi sono permesso di dirle come la descriverebbero in Trentino: “Dona da maridar”. Mia moglie Maria Teresa ha sottoscritto!

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EMS di Angela Allari – Riparazione calzature e accessori – Via Vermena, 45 a/b – I  40139 Bologna BO – Tel. 347 3930557

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LA GIORNATA DELLA MEMORIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Gennaio, 2015 @ 2:44 pm

Detto altrimenti (anzi, meglio!): la giornata della vergogna    (post 1904)

Post 1904, anno 1904. Forte emigrazione dall’Italia. A Torino nasce la la Gondrand,  prima ditta di trasporti

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Giornata della vergogna? Chi lo ha detto? Lo ha scritto Nadia Ioriatti nel suo bel libro “Io tinta di aria” Ed. Curcu & Genovese.

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Moni Ovadia dice: “Giorno delle memorie. Affinchè non si ripetano questi genocidi, dobbiamo combattere i privilegi sotto qualsiasi forma essi si presentino” 

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ATENE BRUCIA?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Gennaio, 2015 @ 9:30 am

Detto altrimenti: “Il mondo di Atene” di Luciano Canfora    (post 1903)

Post 1903, anno 1903. Gaetano Salvemini afferma che solo il suffragio universale nelle amministrative può liberare il meridione dal potere mafioso. Filippo Turati porta i socialisti all’opposizione.

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Gaetano Salvemini

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.Sento dire che se esistessero le royalties sulla lingua sul linguaggio, tutto il mondo occidentale sarebbe debitore della Grecia. E’ vero. Tuttavia desidero fare una distinzione: tutti noi siamo debitori verso la storia della cultura e verso la cultura greca, non nei confronti della storia politica greca.

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Luciano Canfora

Luciano Canfora

Grazie alla partecipazione ai gruppi di lettura dei classici sotto la guida della Prof (Prof, non puntato!) Maria Lia Guardini (Biblioteca Comunale di Trento) e grazie alla lettura dei libri e soprattutto dei documenti prodotti da Luciano Canfora, io sono diventato un “revisionista” rispetto alla erroneamente osannata democrazia della repubblica ateniese, che tale non era, trattandosi piuttosto di una oligarchia-principato-potenza coloniale-imperialistica-gerrafondaia. Infatti, forte della sua poderosa flotta, approcciava le altre città stato (spesso isolane) con un’alternativa: “O vi alleate con noi e ci pagate regolarmente tributi, oppure vi facciamo guerra, vi distruggiamo e vi rendiamo schiavi”.

(Nella home page, sotto il mio curriculum, cliccate “maria lia guardini”, “pericle”, “democrazia ateniese”, “luciano canfora”  e troverete maggiori dettagli. Leggete poi i tre famosi discorsi di Pericle all’assemblea e la critica alla democrazia ateniese dell’anonimo ateniese di  … autore anonimo, appunto!)

Pericle

Pericle

Le guerre … quelle significative … almeno le avesse vinte! La disastrosa spedizione in Sicilia e – da ultima – la fatale guerra del Peloponneso contro Sparta. Quest’ultima rappresentava in pieno la connotazione assolutista della concezione ateniese di se stessa: “Voglio e devo distruggere ogni concezione di governo diversa dalla mia”. Infatti quella guerra non fu per il controllo delle rotte, il possesso di un’isola, etc. ma per la affermazione dell’unico modo di governare: il proprio, con annientamento totale dell’altro.

Quanto alla corruzione che ha rovinato la Grecia di oggi … il Signor Pericle avrebbe dovuto rendere conto delle finanze alla fine del mandato annuale. Detto, fatto. Si fa rieleggere per trent’anni di seguito rimandando i controlli e lui e Fidia non pagavano certo i fornitori con il bancomat! Quanto costò alle casse pubbliche quell’Acropoli!

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Socrate

Socrate

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Quanto alla cultura, tutta un’altra cosa: la Grecia è stata la culla della cultura mediterranea di ieri e di oggi e attraverso la Magna Grecia, culla della cultura latina, romana, italiana e in buona parte anche europea.

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P.S.: la nostra lingua è debitrice della lingua greca? Certo! Alcuni esempi: nostalgia, nevralgia, lombalgia … dolore per il mancato ritorno, dolore del nervo, dei lombi. Anche “castalgia”, dolore provocato ai cittadini dalla esistenza delle caste in Italia …

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QUEI FAMOSI DUE “TRE PER CENTO”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Gennaio, 2015 @ 8:22 am

Detto altrimenti: parliamone un po’ …   (post 1902)

Post 1902, anno 1902. Lavoro minorile, limite elevato a 12-15 anni, massimo 12 ore al giorno. ma nelle campagne e presso le famiglie lavorano “lavoratori” dai sei anni in su fino a 15 ore al giorno. I ferrovieri minacciano lo sciopero ed ottengono un aumento.

Fino ad oggi di “tre per cento” ne avevamo uno solo: il 3% quale limite dello sforamento del debito pubblico rispetto al PIL. Di questo primo tre per cento se ne è parlato e se parla tanto.

Io invece voglio parlare del secondo, nuovo “tre per cento”: quello rapportato alla propria dichiarazione del reddito per cui chi non evade oltre, non va in galera. Al che osservo:

  • in tal modo si agevolano i ricchi e si penalizzano i poveri;
  • dice … “ma dobbiamo eliminare la punibilità per i piccoli errori” …
  • Rispondo: sarebbe bastato, anzi … “spero che basterà” (la decisione a febbraio) fissare una franchigia, nel senso di stabilire che evasioni/errori fino a tot non comportano l’arresto della persona.

Post breve, anzi brevissimo.

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ELEZIONI GRECHE, FINANZA PUBBLICA ITALIANA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Gennaio, 2015 @ 8:04 am

Detto altrimenti: una scintilla che può farci riflettere    (post 1901)

Post 1901, anno 1901. Giolitti apre alla libertà di associazionismo sindacale e ipotizza il coinvolgimento dei socialisti al governo. Papa Leone XIII fa caute aperture al liberismo.

Italia-Grecia, “mia” faccia, “mia” razza … una sola faccia, una sola razza …

Elezioni greche: rescheduling del debito, ovvero sua ristrutturazione: scadenza delle rate più avanzata, tassi diminuiti. Questi interventi a detta del vincitore delle elezioni genererebbero finanza disponibile per il miglioramento del livello di vita della popolazione e per investimenti.

E noi? Anche noi avremmo bisogno di poter disporre di maggiori risorse finanziarie da destinare al welfare ed agli investimenti. Come potremmo fare? Non chiedendo il rescheduling, bensì attraverso l’ emissione di titoli di debito pubblico irredimibili in sostituzione volontaria dei titoli redimibili, titoli irredimibili sui quali lo Stato paghi un interesse leggermente maggiore ma non sia mai tenuto a restituire il capitale che ogni investitore potrebbe liberamente liquidare offrendo i suoi titoli in borsa. In tal modo diminuirebbe il livello dell’indebitamento e si libererebbero risorse finanziarie per investimenti e altro. Emissioni simili nel passato ebbero un grande successo da parte dei sottoscrittori.

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... e allora, mettiamole le strisce!

… e allora, mettiamole le strisce!

Infine, oggi purtroppo la politica europea è ancora una politica di una Europa a metà, che non può funzionare sia che si tratti della politica del rigore, sia che si tratti della politica del rescheduling. Infatti l’UE gestisce solo alcuni aspetti della politica dei singoli stati, in modo necessariamente non coordinato e non coordinabile con la gestione degli altri aspetti gestiti direttamente da ciascun singolo stato. La soluzione? Una sola: arrivare presto agli Stati Uniti d’Europa.

 

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CASTE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Gennaio, 2015 @ 7:33 pm

Detto altrimenti: chi tocca i fili …    (post 1900)

Post 1900, anno 1900 – Il mondo ha 1,5 miliardi di abitanti. In Italia Don Sturzo inizia a organizzare i lavoratori cattolici. Al colonialismo si sostituisce l’ipocrisia del “protettorato”, basato sul mantenimento di governanti locali fantocci. Per il resto, continua lo sfruttamento delle ex colonie, che poi determinerà la divisione del mondo in due parti: pochi popoli ricchi e molti poverissimi.

I magistrati insorgono contro una eventuale riduzione dei loro 45 giorni di ferie che provocano l’interruzione della funzione in estate. In altra occasione hanno dichiarato: “Quanto alla fissazione del livello massimo delle nostre retribuzioni, non siamo stati interpellati”. Hanno ragione. Già, perchè quando io, pensionato, mi sono visto bloccare l’adeguamento della pensione, io … sono stato pre- interpellato! E anche chi poi sarebbe diventato esodato … tutti pre interpellati! E poi, vuoi vedere … si comincia dalle ferie per poi arrivare alla loro responsabilità civile … Di questo passo, dove mai si andrà a finire?

thSH2U4ZFPDetto altrimenti:  la magistratura svolge un ruolo assolutamente strategico (strategico = indispensabile + insostituibile). Guai se non ci fosse, soprattutto in un paese come il nostro dominato da altri quattro poteri malefici: 1) la CO-Criminalità Organizzata; 2) l’EEF-Evasione Elusione Fiscale; 3) la C-Corruzione; 4) il SDC-Sistema delle Caste. Tuttavia ciò non autorizza il mantenimento in capo alla magistratura di posizioni fuori dagli equilibri delle scale dimensionali e dei valori (soprattutto) dell’attuale Sistema Italia, posizioni antistoriche pretestuosamente ieratiche come l’alta uniforme delle toghe rosse, gli scettri dell’apripista e gli ermellini indossati nelle inaugurazioni annuali, ermellini  che spero vivamente siano imitazioni sintetiche e non pelli naturali.

Potere giurisdizionale, uno dei tre poteri dello Stato a fianco del legislativo e dell’esecutivo. Solo che il legislativo pare che abbia ceduto il passo all’esecutivo, quindi già questi due poteri in una qualche misura sarebbero da riposizionare. E il giurisdizionale? Nei paesi anglosassoni il diritto è ciò che hanno deciso i giudici, ovvero, la raccolta delle sentenze. Da noi dovrebbe essere ciò che è previsto dai codici, dalle leggi, ma più spesso il diritto è ciò che decideranno i giudici, o ciò che faranno l’ufficiale giudiziario e i carabinieri. Nel senso che la complessità delle leggi, la lentezza dei processi, i frequenti condoni, le numerose condizioni di non procedibilità e di non punibilità  e last but not least l’intervento “salvifico” della prescrizione troppo spesso ci danno  l’  “incertezza del diritto” .

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thOVBN7Q14Una incertezza quasi “misteriosa”, emblematica, sacrale, per riprendere quanto scrivevo a proposito degli elementi esteriori della funzione. Pellerossa, visi pallidi, musi gialli, piedi neri, toghe rosse … espressioni figurate delle quali, tutte, io farei volentieri a meno. E poi, toghe rosse o meno, questi orpelli mi richiamano alla mente i segni esteriori della superata sacralità papale finalmente superata da Persone come Papa Francesco, o, risalendo nella storia, il mistero che avvolgeva i responsi enigmatici dell’Oracolo di Delo agli emissari di Edipo. La Pizia a Delo, la Sibilla a Cuma uscivano dalle segrete per rivelare un futuro che risuonava come sentenza inappellabile, semi nascoste da veli e dai fumi dei fuochi sacrificali.

Ecco, e quando in un processo il rappresentante della pubblica  accusa entra nella sala del giudizio uscendo dalla stessa porticina (dall’antro …!) dalla quale esce il giudice che dovrà giudicare, per di più parlando con lo stesso, quasi “sottobraccio” allo stesso; e quando l’avvocato della difesa si deve rivolgere al suo “collega” dell’accusa chiamandolo ” … l’Illustre Signor Procuratore” …, be’, allora qualche perplessità sull’equilibrio del bilanciamento delle posizioni  e delle sentenze sorge.

In sintesi: guai se venisse meno la funzione giurisdizionale (ecco … “funzione” più che “potere”, io preferisco definirla così); guai se venisse meno l’indipendenza funzionale dei giudici (soprattutto se a “gestirne l’azione fosse la politica). Tuttavia ciò non è in contrasto con l’esigenza che l’organizzazione amministrativa della funzione (poteri, doveri, responsabilità, retribuzione, ferie) sia rivista, per essere strutturata in modo non più autoreferenziale.

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BCE E RAIFFEISEN

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Gennaio, 2015 @ 8:31 am

Detto altrimenti: la Germania vuole che la responsabilità di eventuali perdite sugli acquisti di titoli pubblici degli Stati e privati restino in capo ai singoli Stati (singole banche centrali)   (post 1899)

Post 1899, anno 1899. Il ministro Rudinì fa una politica fortemente anticlericale e contro le libertà di stampa.

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F. W. Raiffeisen

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Il “nostro” sacerdote Don Lorenzo Guetti, nato il 6 febbraio 1847 a Vigo Lomaso (Giudicarie esteriori, Trentino) fondò in Sud Tirolo (oggi Trentino) le Casse Rurali sull’esempio delle Banche Raiffeisen tedesche. Raiffeisen era stato un signore, ideatore e realizzatore di queste banche. La particolarità di queste banche era che tutti i loro “azionisti” intervenivano da subito con risorse proprie ed erano responsabili solidalmente delle eventuali perdite. Questa era la Cooperazione Trentina delle origini. Questo precedente storico ci aiuta a capire la posizione della Germania che ha voluto che i rischi insiti nell’acquisto da parte della BCE di titoli “sovrani” degli Stati, siano a carico dei singoli Stati, nella misura dell’80%.

 

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Un’altra perplessità. Si dice che la BCE acquisterà anche “titoli privati”. Quali? Quanti? Con quali regole e garanzie? Ecco un esempio di “relativismo” (vedi post precedente), questa volta dell’informazione.

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