LIBERA CHIESA IN LIBERO STATO VABBE’, MA PAPA FRANCESCO, IERI,  A SCAMPIA ……

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Marzo, 2015 @ 5:34 pm

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Detto altrimenti: L’espressione venne utilizzata da  Camillo Benso Conte di Cavour in occasione del suo primo intervento al parlamento del Regno d’Italia, il 17 marzo 1861, che portò alla proclamazione di Roma come capitale del regno. Secondo il suo pensiero il Papa doveva dedicarsi unicamente al potere spirituale dimenticandosi il potere temporale sui suoi possedimenti; ciò avrebbe permesso la convivenza fra Stato e Chiesa.                   (post 1979)

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Post 1979, anno 1979 – Il terrorismo imperversa. Inflazione al 22% – Stretta creditizia feroce. La SIP ha le tariffe bloccate dalla carenza del governo centrale e gli investimenti bloccati. La principale nostra SpA manufatturia, la Itatel (Ex Sit-Siemens), ha un magazzino  di invenduto pari al fatturato di un anno! Io, alla Finanza della Stet, registro costi effettivi annui del denaro anche al 35-40%. Ho proposto e formalizzato con la Comit Torino (Direttore Fausti) la prima operazione del mercato su accettazioni bancarie. Le banche intermediano molto, troppo dice taluno, ed hanno bilanci fa-vo-lo-si.  L’economia reale no.

Scampia

Scampia

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Ripensiamo a quella frase. Cavour si preoccupava che la Chiesa non avesse il potere temporale sul territorio. Oggi Papa Francesco – da ultimo durante la sua visita a Scampia – cerca di indirizzare i  comportamenti umani su di un piano (religioso che allo stesso tempo è anche un piano) sociale e civile, il che a mi avviso ne fa anche un ottimo “Capo Politico”: “capo non di territori” ma “Condottiero delle menti”, di tutte le menti, innanzi tutto di quelle laiche.

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"Chi sfrutta il lavoro altrui e dice di essere cristiano, non è tale: è solo un bugiardo"

“Chi sfrutta il lavoro altrui e dice di essere cristiano, non è tale: è solo un bugiardo”

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A cosa ci vuole condurre, infatti, Papa Francesco? All’accoglienza dell’altro; alla convivenza di tutti i popoli; al diritto al lavoro per tutti; alla lotta alla malavita. Ora, provate a dimenticare che Francesco sia un papa, il Papa: un politico che nel suo programma avesse l’accoglienza e l’integrazione dei popoli; lo sviluppo dell’occupazione in favore di tutti; la lotta alla malavita … be’ … quest’uomo non sarebbe un ottimo aspirante Capo Politico?

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Quindi la frase  “libera Chiesa in libero stato”, ove sia detta altrimenti, oggi mi suona così: “Il libero pensiero di Papa Francesco conduce ogni persona al mondo ad uno stato di libertà innanzi tutto civile e laica ”.

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MUSICA A RIVA DEL GARDA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Marzo, 2015 @ 7:43 am

Detto altrimenti: gli “Amici della Musica” commemorano Ruggero Polito   (post 1978)

Post 1978, anno 1978 – aprile-maggio, rapimento di Aldo Moro e uccisione sua e della sua scorta.

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Ruggero Polito

A un anno dalla scomparsa del loro Past President, concerto presso la sala del Conservatorio Bonporti in Riva del Garda. L’ Associazione Amici della Musica, sodalizio presieduto per mezzo secolo dal compianto Ruggero Polito gli ha dedicato un concerto. Sala piena: molti gli amici di Riva e di Arco (il M° Giorgio Ulivieri, il M° Riccardo Giavina, il Professor Farina); molti quelli arrivati da Roma, Parma e Rovereto, fra i quali la Signora Amato, vedova del giudice Mario Amato vittima dei NAR,  (Ruggero è stato Presidente del locale Tribunale) e da Trento (Ruggero faceva parte del locale circolo culturale privato “ Accademia delle Muse”), fra i quali il giornalista-storico Luigi Sardi e signora Daniela. Molti anche i giudici in servizio ed in pensione, fra i quali l’amico Piero Chiaro. Non sono mancati gli avvocati del Foro Roveretano, fra i quali l’ Avv. Ballardini e il Presidente dell’Associazione, Avv. Claudio Malfer. Presentazione e ricordo del Presidente dell’Associazione Franco Ballardini, dell’Assessore alle Attività Culturali del Comune Flavia Brunelli, del Sindaco Adalberto Mosaner. In sala, in prima fila, la moglie Maria Grazia e i cinque nipotini. Indi, le figlie Patrizia, Anna Carla, Elisabetta,  con i mariti ed i cinque nipoti.

Maria Teresa, una socia dell’Associazione,  lo ha voluto ricordare così:

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Da sinistra: i cinque nipotini e Nonna Maria Grazia

La scomparsa di Ruggero Polito un anno fa (ma pare appena ieri) ha lasciato un vuoto così grande, che quasi nessuno in quel momento è riuscito ad esprimere i propri sentimenti. Oggi desideriamo ricordarlo attraverso una particolare vicinanza alla moglie Maria Grazia e alle figlie con le rispettive famiglie, con un pensiero ancor più intenso ai cinque nipoti, che adorava.

Ruggero era solare, aperto, entusiasta di tutto ciò che è cultura, arte, umanità. Era intellettualmente curioso nel senso più nobile del termine e lo manifestava con garbo e signorilità tali da far sentire importante chiunque gli fornisse qualche informazione o spiegazione. Infatti, pur avendo interessi e cultura enciclopedici, ascoltava con un’attenzione che si percepiva in modo palpabile e che faceva emergere la sua gioia nello scoprire ancora qualcosa. Sì, perché ogni scoperta – nonostante tale sua cultura – lo rendeva raggiante e ciò era visibile nel suo sorriso.

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Il Presidente Ballardini e l’Assessore Brunelli

Ci sono tanti sorrisi, è sempre bello incontrare persone che sorridono. Ma il sorriso di Ruggero Polito era speciale, faceva star bene e non si può dimenticare. Come è tipico di molte persone che ricoprono ruoli prestigiosi, avrebbe potuto far sentire la sua importanza. Invece no. Ruggero era Presidente di Tribunale, ma aveva un’incredibile immediatezza nel rapportarsi con tutti, un’amabilità autentica, innata, perché la sua intelligenza, sensibilità e signorilità gli precludevano qualunque atteggiamento artificioso.

Chi lo conosceva bene sa quanto fosse sempre pronto ad ascoltare, aiutare, prendersi a cuore problemi e difficoltà di altri con disponibilità, gentilezza e vicinanza autentiche.

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Grande affluenza di pubblico …

Oggi l’Associazione Amici della Musica, che Ruggero ha presieduto per mezzo secolo, gli dedica un concerto di violino e pianoforte: strumenti che egli suonava con amore, anzi con passione. Tutti sappiamo quanta parte della sua vita egli abbia dedicato con entusiasmo alla musica, oltre che alla famiglia e alla giustizia. Sono indimenticabili i sorrisi con cui Ruggero, terminata un’esecuzione, si rivolgeva a chi lo aveva ascoltato: erano segni di gioia intensa per aver fatto musica sì, ma anche e soprattutto per averla condivisa con familiari ed amici nelle frequenti riunioni anche conviviali che insieme a Maria Grazia gli piaceva organizzare a casa sua.

E’ bello ricordare infine la sua generosità anche nel sostenere giovani musicisti, dando loro la piena disponibilità dei suoi preziosi violini. Per questo la sua memoria sarà onorata se tutti noi continueremo a sostenere l’Associazione Amici della Musica che Ruggero tanto amava.

Mi piace pensare, e ne sono sicura, che tra poco, quando le note volteggeranno in questa sala, Ruggero sia qui e sorrida intorno a chi suona e intorno a noi.

Un  commosso applauso ha accolto queste parole.

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Trentacinque anni. In due.

Il concerto, organizzato grazie alla collaborazione e disponibilità della professoressa Marvi Zanoni di Rovereto: al pianoforte Gabriele Iorio, classe 1994, musicista trentino già pluri affermato. Al violino, Teofil Milenkovic, classe 2000, ovvero quindicenne! Senza assolutamente nulla togliere all’ottimo pianista, sia per l’età sia per il ruolo stesso dello strumento all’interno del concerto scelto il più giovane violinista ha  letteralmente rapitola platea. Figlio d’arte, ha già vinto quaranta premi internazionali. L’ultimo brano è stato eseguito dal violinista insieme al fratello minore Atanassie, undici anni, al violoncello.

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Ventisei anni. In due.

Il programma eseguito:

  • Tomaso Vitali (1663 – 1745), Ciaccona, per violino e pianoforte
  • L. W. Beethoven, Sonata n. 8. Op. 30, n. 3
  • Pablo de Sarasate (1844 – 1908), Zigeunerweisen
  • Niccolò Paganini (1782 – 1840), I Palpiti, per violino e pianoforte
  • John Williams (1922 – 1994), Schindler’s List Theme, per violino e pianoforte
  • Niccolò Paganini (1782 – 1840), Capriccio n. 24 e Capriccio n. 11, per violino solo (in realtà, come ho detto, accompagnato dal violoncello del fratello minore Atanassie, di 11 anni!).
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L’abbraccio del Sindaco di Riva del Garda

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Doppia emozione, quindi: il concerto, il ricordo. Un’occasione per sottolineare a tutti i presenti che il modo migliore per mantenere vivo il ricordo e l’affetto verso Ruggero è mantenere viva la “sua” Associazione, sostenendola con l’adesione, le sponsorizzazioni ma soprattutto con la costante presenza ai concerti che essa organizza.

Ruggero, napoletano d’origine, roveretano di “Presidenza” (del Tribunale), non ha voluto lasciare Riva del Garda, dove era stato Pretore, Riva del Garda, la sua patria d’elezione, città alla quale è stato molto legato per tanti aspetti, città alla quale ha dato molto, città che sicuramente gli deve molto.

Grazie, Ruggero!

Oggi, domenica 22 marzo 2015, ad ore 10,30, nella Chiesa Arcipretale di Riva del Garda, S. Messa di commemorazione.

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LA CINA E’ VICINA (ALLA PIRELLI)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Marzo, 2015 @ 2:29 pm

Detto altrimenti: sempre più vicina, in automobili con pneumatici Pirelli!    (post 1977

Post 1977, anno 1977 – Primo processo a politici, per corruzione. Le BR imperversano.

China Town?

China Town?

Bank of China a Milano, Via S. Margherita 14/16.  Dagong Europe, l‘Agenzia di rating cinese a Milano, Via dell’Orso, 8. Ora sentiamo che la Cina si compera (il pacchetto di controllo di maggioranza relativa de) la Pirelli dal Signor Tronchetti Provera.

Su quali aspetti dobbiamo fare un po’ di attenzione? Ci provo:

  • Se io ho la maggioranza di una Spa e la vendo (a caro prezzo) ad un terzo, i miliardi del (caro) prezzo non vanno “dentro” la società, ma nelle mie tasche.
  • I denari freschi “entrano nella società” solo se qualcuno (in questo caso dall’estero) sottoscrive un aumento di capitale della società (il che in questo caso non è escluso che avvenga, in parallelo alla cessione di azioni dalla finanziaria di Tronchetti Provera a quella dei Cinesi).
  • Altri azionisti del pacchetto di controllo sono due importanti banche italiane. Qual è il loro ruolo nell’operazione?
  • th[9]Se io ho la maggioranza di una finanziaria che possiede la maggioranza di … etc., alla fine io possiedo solo una minima parte del capitale sociale della società controllata (quella operativa), ma ne ho il comando, che poi è l’effettivo oggetto del desiderio dell’acquirente.
  • Per fare tutto ciò occorre tener conto della eventualità “tecnica” del rischio di  infrangere la legge italiana contro il rialzo artificioso delle quotazioni di borsa. Ecco che però si può sospendere la quotazione in borsa per un certo periodo …

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th[8]Bisogna essere specifici ed attenti: l’Italia attira capitali esteri per incrementare l’attività di società che sono e restano italiane, oppure attira soggetti esteri che si comperano le nostre società? Storicamente direi che siamo di fronte ad una “colonizzazione di ritorno”. Infatti, i Portoghesi sono stati i primi colonizzatori e nel 1850 noi Europei abbiamo fatto ben due guerre alla Cina (le cosiddette guerre dell’oppio), “rea” di non volere più importare l’oppio che la GB faceva coltivare ai propri schiavi (“coolies”, fa più fine …) nella sua colonia India. Oggi, le ex colonie portoghesi si stanno comperando le Spa del Portogallo, e la Cina …

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PERCHÉ I LUPI SE NE VANNO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Marzo, 2015 @ 9:15 am

Detto altrimenti: perché loro si e altri no?    (post 1976)

Post 1976, anno 1976 – A capo della finanza Italia della Stet- Società Finanziaria telefonica p. A, Torino, la prima, più grande società finanziaria italiana. Due anni prima ero impiegato della Comit. Ma per capire quale sia stata la “vera” fortuna che io ebbi,  leggete il post sul mio nuovo capo di allora: Ruggero Cengo Romano, il mio terzo genitore, per gli insegnamenti di lavoro e soprattutto di vita che mi ha dato con il suo esempio!

Io non credo. Io non sono un credente. Ma no … cosa avete capito? In Dio io credo! Ben altra è la “verità” alla quale io non ho mai creduto: e cioè io non credo che chi sia sorpreso con le mani nel sacco o quasi, se la possa cavare come lo Stato della canzone Don Raffaè del compianto Fabrizio De Andrè:

“si costerna, s’indigna, s’impegna, poi getta la spugna con gran dignità”

th[6]meritandosi il plauso di chi … di chi in realtà non vedeva l’ora che togliesse l’incomodo! Appunto. Un po’ come gli operai che avevano costruito la piramide con i suoi segreti: il faraone li faceva uccidere, che non li svelassero a nessuno quei segreti!  E qui da De Andrè passo al Manzoni: “ Troncare e sopire, sopire e troncare molto reverendo padre ..”. Ecco, troncare, sopire, far dimenticare, togliere dalle prime pagine altrimenti … altrimenti ce n’è per tutti noi. Tutti “noi”? No, scusate, avrei dovuto dire “ tutti loro”. Già, perché le “nobili dimissioni”,  il gesto di “alta responsabilità” lo vediamo quando l’impiccio sfiora grossissimi interessi economici: furti continuati ed aggravati del denaro e della fede pubblica (la rapina alle tesorerie dei partiti) e l’abbuffata degli appalti pilotati: hai visto mai che si scoperchi tutto! E infatti ce lo diceva il buon Craxi che tanto “così fan tutte” (le segreterie dei partiti, le commissioni aggiudicatrici, etc.).

Ed allora, che fare?

I partiti? Dice ,… via il finanziamento pubblico, così imparano! Eh già, signori … io stesso la pensavo così, ma questa volta non sono stato uno stupido ed ho cambiato idea. Infatti solo gli stupidi non la cambiano mai! E oggi, con l’abolizione del loro finanziamento pubblico,  ‘l tacon l’è pezo del bus: stai arbitrariamente abusando degli antibiotici? Ed io vieto gli antibiotici. Ecco come mi suona oggi l’abolizione di quel finanziamento.

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Francesco Merloni, Min. LL.PP. (Governo Ciampi): come hanno sciagurato la sua nobile legge!

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Ma veniamo ai lupi, anzi, ai Lupi. Il sistema Incalza vigeva da decenni: il burocrate aveva più potere del ministro. E il ministro se lo teneva buono. Solo che “vietare” l’antibiotico – in questo caso inquisire Incalza e dimissionare il ministro – non è una soluzione sufficiente. Nemmeno è sufficiente inasprire le pene per questi reati. Infatti occorre esaminare eventuali colpe del passato (ove non prescritte, per carità, ci mancherebbe altro!) e soprattutto riscrivere le regole per gli appalti pubblici: oggi sono troppe, complicate, contraddittorie, ambigue, eludibili come una fetta di emmenthal svizzero, la quale si sa, è piena di buchi! E dire che i nostri antichi padri romani (Romani d’un tempo, capiamoci!) ce lo avevano ben insegnato che “plurimae leges corruptissima republica”!

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E invece, nel frattempo, sopire e troncare, troncare e  sopire, molto reverendo padre … (Firmato Don Lisander, in arte Alessandro Manzoni)

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LA STRAGE CONTINUA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Marzo, 2015 @ 7:27 am

Detto altrimenti: c’est l’argent qui fait la guerre …    (post 1975)

Post 1975, anno 1975 – I diciottenni ammessi a votare alle amministrative.

ISIS … sembra l’acronimo di un ente …Istituto Superiore Internazionale di Scienze,  invece è una sigla di morte. Di morte e di denaro: la liquidità del solo governo libico depositata in numerose banche internazionali è calcolata in 150 miliardi di dollari USA. Chi avrà il potere in Libia avrà il denaro della Libia. Ed allora, se tanto mi dà tanto, a quanto ammonta il totale del tesoro dei paesi al cui interno agisce l’Isis ?

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Il mi’ babbo, un toscanaccio doc tipo “maledetti toscani” di Curzio Malaparte, soleva dire. “Un mi venite a dire che Cristo gli è morto di sonno …”, ovvero: non raccontatemi frottole: fanatismo religioso? Quando mai!?

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ALEA IACTA EST

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Marzo, 2015 @ 6:41 am

Detto altrimenti: il dado è tratto!     (post 1974)

Post 1974, anno 1974 – Austerità, terrorismo, 65.000 fiattini in cassa integrazione.  Alea iacta est: io lascio un transatlantico (la Comit) e a 30 anni divento dirigente su un aliscafo (piccola impresa privata).

Il dado è tratto, la scelta ormai è fatta, la sfida lanciata/accettata, ormai non si torna indietro. Così disse Giulio Cesare, passando il Rubicone con un esercito, dando inizio alla seconda guerra civile dell’antica Roma.

WP_20150317_001Oggi il “dado” spesso viene “tratto”, ovvero lanciato dai partiti politici. Novelli Fregoli lanciano una sfida a loro stessi: cambiano nome, si scindono, si rifondano, nascono, rinascono, risorgono come l’araba fenice, sperimentano. Ma “sperimentano” cosa? Molto spesso solo loro stessi, la propria capacità o meno di raccogliere (maggiori) consensi. Il dado è tratto. Solo che poi non sai come si ferma quel dado, soprattutto se esso è sferico … Altri partiti invece si concentrano sulle politiche che servono alla gente più che sulla politica che serve al partito: la sfida che essi lanciano a loro stessi è di tutt’altro tipo, ovvero, innanzi tutto che la gente capisca che il loro terreno di gioco è ben diverso da quello della “politica di contenitori”: è la politica dei contenuti.

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A RUGGERO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Marzo, 2015 @ 2:30 pm

Detto altrimenti: a Ruggero Polito, un ricordo del collega Piero Chiaro in occasione della S. Messa nel primo anniversario della morte (v. post precedenti,  “Ruggero Polito”)      (post 1973)

Post 1973, anno 1973 – “Amarcord” mi ricordo. 29 anni, sono padre di Valentina! 29 anni, stavo finendo il mio quinto anno alla Comit (sarebbe stato anche l’ultimo): crisi e economica durissima, stretta creditizia, stretta valutaria. Fra l’altro, ogni importatore doveva versare alla banca d’Italia in un conto corrente infruttifero e bloccato per sei mesi una somma pari alla metà del valore delle merci importate.

Piero Chiaro, collega di Ruggero, così lo ha ricordato durante la S. Messa commemorativa di ieri, nella Chiesa Arcipretale di Riva del Garda

3 giugno 2013 (19)

Ruggero, il sorriso, sempre!

“E’ già un anno. Sembra ieri. Son già trascorsi ben 365 giorni. A me sembra ancora possibile poter telefonare e concordare un giorno per vedersi e stare un po’ insieme, come usavamo fare; spesso con gli amici Perterlini. Era sempre un piacere vedersi. Purtroppo, non so perché, delle persone a te care apprezzi le qualità in misura maggiore quando le hai perdute. Soprattutto quando, ovviamente, quelle qualità eran tante. E così di Ruggero, al quale mi capita spesso di pensare, mi mancano tante cose.

Mi manca quel Suo perenne sorriso, che l’accompagnava in ogni circostanza, segno della serenità d’animo e della tranquillità del Suo carattere;

Mi manca quel senso del piacere dello stare insieme, che avvertivi tangibilmente e nel concreto quando non avrebbe mai voluto che ci salutasse: “ ma dai stiamo un altro po’, mica è tardi”, questo era il Suo ritornello”.

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Mi manca la Sua musica, quella musica che era la sua essenza; il suono del pianoforte, che suonava con istintiva naturale grande bravura e che avrebbe suonato per ore senza mai stancarsi; non ho mai incontrato persona così immedesimata nella musica, che gli trasmetteva visibilmente gioia; quasi un senso di esaltazione estatica.

Mi manca l’avvertire il senso della Sua generosità, quella Sua buona predisposizione per gli altri, che lo portava a prodigarsi in qualche modo per aiutare chi fosse in difficoltà.

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Con il chitarrista classico di fama internazionale Carlo Fierens

Mi manca il suo buon senso, che sempre l’aveva guidato nella Sua attività, soprattutto di Pretore, quando da solo poteva decidere le questioni più spinose affidandosi al senso di umanità e di equilibrio che lo caratterizzava; e la Comunità per questo gli ha sempre manifestato riconoscimento e gratitudine. Quel buon senso al quale, da amico, sapevi di poter attingere per avere un consiglio da far valere in qualche problema che ti angustiava.

Mi mancano le discussioni sulla fede, quella autentica, perché supportata dal dubbio, che lo accompagnava e che io, da laico, agnostico, pure gli invidiavo, consapevole della forza del credere anche in un’aldilà. E speriamo che abbia ragione Lui, sì che io possa avere la fortuna di reincontrarlo e così ascoltare ancora il Suo violino e “ o sole mio” suonato al pianoforte.

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Con i suoi due strumenti preferiti

Cosa dire ancora di Ruggero. Sì : che nella Sua pur minuta struttura fisica, nascondeva in realtà un forza d’acciaio, che gli aveva permesso di ben superare uno spaventoso incidente e poi un altro ancora. E non posso concludere senza ricordare il suo grande amore per la famiglia. Per la sua Maria Grazia,  la donna della Sua vita, con la quale quest’anno avrebbe celebrato le nozze d’oro e per le sue figliole, Patrizia, Elisabetta e Anna Carla alle quali era sì affettuosamente legato e a parlar delle quali gli ridevano gli occhi. La famiglia, la musica, la giustizia, la fede, l’amicizia, il senso del prossimo, questi erano i valori in cui credeva il nostro carissimo Amico, che noi porteremo sempre nel nostro cuore e nel nostro ricordo, consapevoli che ciò facendo noi lo terremo in vita con noi. Ciao Ruggero.  Alla prossima.”

Rovereto – Riva del Garda – 18 marzo 2015

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RUGGERO POLITO: 18 MARZO 2015

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Marzo, 2015 @ 2:31 pm

Detto altrimenti: primo anniversario della scomparsa di Ruggero Polito   (post 1972)

Post 1972, anno 1972 – Domeniche a piedi. Il 15 agosto 1971, a Camp David, Richard Nixon, aveva sospeso la convertibilità del dollaro in oro, in quanto, con le crescenti richieste di conversione in oro le riserve americane si stavano sempre più assottigliando. Il dicembre del 1971 aveva segnato l’abbandono degli accordi di Bretton Woods da parte dei membri del G10 (il gruppo dei dieci paesi formato da Germania, Belgio, Canada, Stati Uniti, Francia, Italia, Giappone, Paesi Bassi, Regno Unito, Svezia). Con lo Smithsonian Agreement  il dollaro venne svalutato e si diede il via alla fluttuazione dei cambi. Gli effetti si videro in pieno nel 1972.

Con l'adorata Maria Grazia

Con l’adorata Maria Grazia

Se cliccate sotto il mio curriculum le parole “Ruggero Polito” trovate la sua intervista e tante altre notizie. Un anno fa esatto, dopo due mesi di improvvisa malattia, Ruggero ci ha lasciati. Un ottantenne vivacissimo ha lasciato l’adorata moglie, tre figlie e cinque nipotini. Ma anche noi, tanti “noi” … tante persone che gli volevano bene: gli amici dell’ Associazione Amici della Musica di Riva del Garda, di cui Ruggero era stato presidente per mezzo secolo; gli “Accademici” dell’ Accademia delle Muse di Trento; i colleghi musicisti della Camerata Musicale di Arco, diretta dal M.° Giorgio Ulivieri; i suoi e nostri carissimi amici Peterlini, etc..

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Ad un concerto della "sua" Associazione Amici della Musica

Ad un concerto della “sua” Associazione Amici della Musica

Ruggero, un nome doppiamente caro per me. Lo è stato quello del mio compianto ex capo alla STET, Ruggero Cengo Romano (v. relativo post), la cui scomparsa io ho sofferto come quella di un terzo genitore. Lo è quello di Ruggero Polito, che per me è stato come un fratello maggiore. Il suo sorriso, la sua spontaneità, la sua disponibilità verso l’ altro” … la sua umanità! E poi, attivo e curioso di tutto, come un ragazzino, entusiasta della vita nonostante i due gravi incidenti subiti ad una gamba: avrebbe voluto che lo portassi in barca a vela con me, sul mio FUN una barca da regata, di quelle ballerine … quanto ho faticato a convincerlo che non era cosa. Nun è cosa, Rugge’ … è troppo rischioso, la tua gamba, sai … Nun è cosa …già perché Ruggero era napoletano. E come amava (anche) le canzoni napoletane! Come volentieri le eseguiva al pianoforte! E noi attorno a bearci delle due armonie, quella che emanava dal suo viso felice e quella delle note …

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In concerto presso l'Accademia delle Muse a Trento

In concerto presso l’Accademia delle Muse a Trento

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Le riunioni a casa sua, in molte occasioni, laiche e meno laiche (Le domeniche d’Avvento;  Natale in casa … Polito!  Una consuetudine) riunivano amici, musicisti, musicisti amici, amici musicisti.

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In Toscana!

In Toscana!

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E poi, le  “grandi” gite fatte insieme: in Maranza; all’Alpe di Rodengo; la Tre Giorni in Toscana, nel senese, nella terra del mio babbo (Montalcino) e poi nel grossetano, insieme ad una ventina di amici.

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23.06.2012 (8)

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Trento, Casa Luigi Sardi

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All’ Alpe di Rodengo: quella volta era con noi una violista della Haydn, la cara amica Maura Bruschetti … per cui fra chitarra del violinista-pianista Ruggero, la voce di Maura e un pochino della mia armonica a bocca, abbiamo improvvisato un concerto montano! E Ruggero esprimeva, anzi no, sprizzava felicità dagli occhi.

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1 luglio 2012 (3)

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In visita guidata (da Don Marcello Farina) alle chiese con gli affreschi dei Baschenis

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Maranza 7 giu 2013 (10)

Direttore al Rifugio Maranza

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Potrei andare avanti fino a sera. Invece vi invito a cercare voi stessi altre notizie sul nostro grande, insostituibile Amico Ruggero qui, fra i post che gli ho dedicato. Ruggero, sicuramente da lassù tu ci vedi, tu ci senti, tu avverti l’amore che tutti noi ti portiamo: un abbraccio forte forte, quindi, carissimo Amico, da parte di tutti noi!

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Ruggero, noi ti ricordiamo come eri e come “sei” : …  in quelle foto!

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ERCOLE E I LUPI (PADRE E FIGLIO)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Marzo, 2015 @ 6:39 am

Detto altrimenti: Ercole Incalza, fino a ieri, chi era costui?   (post 1971)

Post 1971, anno 1971 – Nel gennaio mi sono sposato. Per il resto oggi – rileggendo le cronache dell’anno – mi chiedo: ma dove vivevo io, a quell’età? In un limbo immaturo e disinformato, inconsapevole della maggior parte dei fatti rilevantissimi che il Paese stava attraversando.  Lavoravo in banca, alla Comit. La banca, “quella” banca mi piaceva, il lavoro che stavo facendo no. Confesso che stavo vivendo con il paraocchi. E dire che avevo studiato, una laurea etc.. Allora mi domando: se questo era il (purtroppo) elevato grado della mia  (colpevole) “inconsapevolezza”, quale maggior grado di cecità era diffuso fra le gente – ed era la maggior parte della popolazione – che non aveva studiato come me?

vabbè, lo so, quello era un leone e non un lupo, ma non ho trovato altro ...

Vabbè, lo so, quello era un leone e non un lupo, ma non ho trovato altro …

Ercole Incalza. Sotto il governo Berlusconi fu creata e gli fu affidata una unità speciale del ministero dei lavori pubblici, quella che avrebbe dovuto realizzare le Grandi Opere Pubbliche. Le opere pubbliche. Vanno assegnate con pubbliche gare d’appalto. I criteri erano due: il massimo ribasso e l’ “offerta economicamente più vantaggiosa”. Già la terminologia (della seconda modalità) è ambigua e appare come un doppione della prima. E invece no: la prima si spiega da sola ed era ed è riservata agli appalti non complessi. La seconda è riservata agli appalti più complessi (Grandi Opere) e prevede che la scelta della ditta alla quale affidare i lavori non sia fatta solo sulla base dell’offerta al prezzo più basso, ma sulla base della valutazione di tanti elementi suscettibili di una valutazione soggettiva: e già qui ….

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(Ma anche “il prezzo più basso” è una gran  cavolata: infatti pur di vincere le ditte offrono prezzi incredibilmente bassi, salvo poi reclamare pesantissime revisioni di prezzo in corso d’opera, facendo sballare ogni previsione di spesa. A riprova di ciò, la stessa legge del prezzo più basso ha indotto le stazioni appaltanti ad inserire una clausola: non si accetta chi dichiari di avere un utile inferiore a  tot %!).

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Ma poi sono venute fuori le Grandi Opere Pubbliche. Ed allora ecco la speciale unità ministeriale che le può affidare con affido diretto ad un General Contractor … uno che “fa tutto lui”. Ora mi spiego. Nei casi normali si hanno soggetti separati che si aggiudicano il lavoro per gara: il progettista – costruttore; il direttore lavori; il collaudatore, nel senso che – sul piano operativo – vi è chi opera e chi controlla. Con il General Contractor no. Fa tutto lui: se la canta, se la suona, porta la croce e fa il morto. Il Direttore Lavori poi … normalmente verifica l’esecuzione dei lavori, il rispetto dei prezzi concordati etc.. da parte del progettista-impresa che esegue il lavoro. Capirete invece che se “per ragioni d’urgenza” non si fa gara ma si affida tutto con assegnazione diretta ad un unico General Contractor di quel tipo, viene meno ogni garanzia di economicità, sicurezza, trasparenza, etc. etc..

Ed allora, ben venga l’inasprimento delle pene per i corrotti, ma allo stesso tempo  si metta mano alla spropositata e infinita congerie di norme che regolano i lavori pubblici … o no?

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Sempre con lo sguardo al futuro, anzi, .. all’infinito futuro

Ercole Incalza per decenni è stato il sovrano assoluto di questa gestione separata, separata da ogni controllo, distributore di lavori colossali. Il Rolex regalato al figlio del ministro Lupi è solo una briciola del fiume di … interessi paralleli al filone d’oro del denaro degli appalti. Una briciola piccola ma significativa. Don Ciotti recentemente ebbe a dire che temeva i danni provocati da chi viola la legge, ma ancor di più chi quelli di chi opera secondo leggi sbagliate.

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“Ti prego papà, non me lo fare restituire …”

E il ministro Lupi? A mio avviso si deve dimettere di corsa chiedendo scusa e facendo restituire dal figlio quel Rolex. Che poi Lupi mia aveva addirittura stupefatto quando aveva affermato che Il TAV Torino Lione si deve fare “Perchè su quella linea passa il 30% delle merci” (sic!). Il 30% di quale 100% mi sono chiesto io!? E poi, perchè non dice che quel 100% negli ultimi 20 anni è andato sempre diminuendo? perchè non ci dice l’attuale grado di assoluto parziale utilizzo della capacità merci della attuale ferrovia? Perchè non ci dice che tanto i treni merci NON possono viaggiare oltre i 90 kmh (e allora, a che serve parlare di Alta Velocità per le merci?) e che alle merci non interessa “arrivare prima” bensì “arrivare all’orario previsto” (sono due cose ben diverse, per chi nel frattempo si fosse distratto).

Il Bignami del perfetto ministro dei trasporti

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Dice … ma allora tu, caro il mio blogger, sei un NO-TAV!! Eh no, cari miei, io non sono un No-Tav, sono un “No-abolire-il-cervello”! Infatti se il TAV serve, e magari serve, allora spiegatelo con motivazioni valide, quelle giuste, non con affermazioni superficiali, da bar del dopo partita, dopo averle lette in auto, mentre vi portano al ministero, sul “Bignami del perfetto ministro dei trasporti”!

(Foto qui a fianco: be’ … anche quella del ministro Lupi è una storia, anzi una storiella …  (tipicamente) “romana”!

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LE BACCANTI DI EURIPIDE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Marzo, 2015 @ 1:43 pm

Detto altrimenti: lettura e commento dei classici presso la Biblioteca di Trento – Conduce la Prof Maria Lia Guardini   (post 1970)

Post 1970, anno 1970 – A gennaio lascio l’Alto Adige e ritorno civile a Genova. Si lavora! Dove? un po’ a Torino, poi a Genova. Il divorzio è legge. Torino ha 2.000.000 di abitanti di cui 500.000 sono immigrati. Autunno: alluvione a Genova: 30 morti in città.

th[9]Mattinata culturale. Euripide esordisce come filosofo, ma vista la sorte toccata ad Anassagora – alla fine costretto esule – si dedica al teatro, travestendo la filosofia da tragedia teatrale. Le Baccanti sono forse la sua opera più conosciuta, più importante e più rappresentata. La trama? Chi non la conosce la trova in internet. Qui voglio sottolineare alcuni aspetti. Il rapporto con la filosofia, al quale accennavo, con la religione, con la ragione umana, con la conoscenza.

Quanto alla filosofia, Euripide è legato ai sofisti, al logos, alla parola, non nel senso che una parola ben utilizzata possa far passare cattivi concetti, ma nel senso di essere legato alla parola buona che faccia passare i concetti positivi rispetto alla parola cattiva che faccia passare  concetti negativi. Primo filo rosso.

Quanto alla religione, siamo un  po’ al Gotterdaemmeung, alla caduta degli dei omerici per un riavvicinamento all’uomo. La religione è un po’ un secondo filo rosso che attraversa tutta l’opera di Euripide, il quale è stato erroneamente definito ateo e misogeno, il che non è assolutamente vero. Egli crede negli dei, ma si domanda chi-cosa-come siano, soprattutto di fronte a certi comportamenti umani. Secondo  filo rosso.

Quanto alla ragione, Euripide la vede esposta a impazzire e a rinsavire. In Euripide emerge un’esigenza, quella di valutare ciò che sia la ragione ed i suoi limiti. La ragione unita ad un sentimento buono, in Alcesti, che si sacrifica al posto del marito; la ragione unita ad un sentimento di vendetta in Medea che arriva ad uccidere i figli propri e del marito che la ripudia. Terzo filo rosso.

Quanto alla conoscenza, lo stesso Dio Dioniso è “testimoniato” per la prima volta già nella civiltà cretese, insieme ad Arianna, nel labirinto, a simboleggiare la ricerca della conoscenza. Da Socrate ad Euripide inoltre è tutto un  progressivo concentrarsi dello sguardo dell’uomo su se stesso: gnozi auton, conosci te stesso. Quarto filo rosso.

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E qui termino, senza alcuna presunzione di avere scoperto o illustrato alcunchè se non di avere cercato di riferire qualche gemma dell’insegnamento della nostra “preziosa” Prof Maria Lia Guardini. Prossimo appuntamento martedì 31 marzo ad ore 10,00 Biblioteca Comunale di Trento, primo piano, si parlerà dell’ “Ippolito”, dello stesso autore.

 

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