IL GENOCIDIO, LA POLITICA, L’IMMIGRAZIONE, LA CITTA’

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Aprile, 2015 @ 7:32 am

Detto altrimenti: Ieri a Trento, due convegni in un sol giorno: il genocidio degli Armeni, dei Cristiani; la comunità internazionale e Trento città che unisce le diversità. Gli “attori”: Andrea Riccardi, Marco Roncalli, Mario Raffaelli. Da parte mia non un (complesso) riassunto, ma alcune (difficili) considerazioni e (tentativi di) integrazioni.  (Post 2029)

Armeni. Ci si è interrogati se sia giusto definire quella strage come “primo genocidio” o se invece il termine sia da riservare alla (successiva) strage nazista degli Ebrei.

thEPOQNVQ8Osservo: quanto alla “priorità”, Papa Francesco ha definito la strage degli Armeni “il primo genocidio del secolo” non “il primo genocidio (in assoluto, n.d.r.)”. Infatti, se quanto meno si legge il libro del Professor Headrick “Il predominio dell’occidente” (Ed. Il Mulino”) vediamo quanti altri genocidi hanno preceduto, nei secoli, quelli di cui oggi si parla.

Quanto alla terminologia, sono meno interessato, anche se “le parole sono pietre” (firmato Don Lorenzo Milani).

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th98NVFHM9Le cause di ogni genocidio? Triplici, si è detto: politiche, religiose economiche. Osservo e aggiungo: anche storiche, laddove si è passati dall’imperialismo occidentale alle “dimissioni dal colonialismo” paludate da una generosa ed improvvisa donazione di democrazia, la quale però non era stata maturata da parte di popolazioni che fino a quel momento l’occidente voleva che non maturassero.

Genocidi: parlarne o favorire la loro damnatio memoriae? Parlarne, affinchè – studiandosene le cause – non si abbiano più a ripetere. Armeni, Curdi, Turchi …la strage (genocidio) degli Armeni, condannata dalla Turchia fino ad oggi alla damnatio memoriae, ragion per cui si è creato un “buco nella storia” e da parte di molti, oggi, si identificano i Turchi di oggi con quelli di ieri. E invece questo iato va superato: oggi la Turchia – si dice da parte degli oratori -  è uno stato al plurale, anche se spesso contingenti esigenze elettorali tendono a nascondere questo aspetto.

Parlarne per  prevenire.  Ma oggi è difficile pre-venire e inter-venire in un sistema mondo oggi caoticamente disorganizzato, attraversato da “fratture multiple ed inconciliabili”, nel quale è già difficile individuare le “teste politiche” con cui parlare, soprattutto per un paese come l’Italia che non ha più l’autorevolezza di alcuni decenni fa.

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Certo che se tu avessi anche le srìtrisce, se tu fossi già la bandiiera degli Stati Uniti d'Europa ...

Certo che se tu avessi anche le srìtrisce, se tu fossi già la bandiiera degli Stati Uniti d’Europa …

Si è detto:  tuttavia vi sono “centri di pensiero e di esperienze” entro cui maturare la cultura della ricchezza della diversità: le Città. Osservo: ma spesso la “città” adotta una politica da “città murata”, di respingimento. E poi, a mio sommesso avviso, il centro elaborativo per eccellenza di una Nuova Politica oggi sarebbero gli USE – Stati Uniti d’Europa, creati i quali  USE e USA potrebbero ritrovare – insieme – la capacità, l’intelligenza e la forza  per costruire una politica internazionale.

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thHFH3K15VIn successione: guerre, genocidi, fuga dalla disperazione, emigrazione per loro, immigrazione per noi europei. Si è detto: non basta pensare di operare con interventi sul “durante” (Operazione Mare Nostrum): occorre agire anche sul “prima” (sulle cause che determinano quei flussi) e sul “dopo” (come gestire chi è arrivato). Problemi giganteschi che sono europei e mondiali-occidentali e che devono trovare la loro soluzione a livello mondiale-occidentale.

Ma … la città, che ruolo ha? Quello del Luogo (topos) entro il quale il cittadino più direttamente si interfaccia con le istituzioni, il luogo entro il quale – aggiungo io – in capo ad ogni singola persona, deve avvenire “dal basso”, spontaneamente e in modo non pilotato, la prima genuina e vera “maturazione sociale e politica” necessaria in ognuno affinchè a maturare sia una intera collettività: quella – auspico ed anelo – degli Stati Uniti d’Europa.

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25 APRILE 2015- 70 ANNI DOPO, SECONDA PARTE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Aprile, 2015 @ 5:59 am

Detto altrimenti: FIAB – Federazione Italiana Amici della bicicletta, Trento e Belluno commemorano a pedali: “Resistere, pedalare, resistere”   (post 2028)

 (Open post, nel senso che io stesso ho chiesto contributi ai nostri numerosi ospiti, contributi che aggiungerò man mano che mi saranno pervenuti)

Fiab Trento: la past Presidente Manuela e il Presidente Guglielmo Diman

Fiab Trento: la past President Manuela Demattè e il Presidente Guglielmo Duman

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“Resistere, pedalare, resistere”. Sembra scritto per noi “pedalatori”: resistere (alla fatica), pedalare, resistere (alla fatica) ed arrivare in cima alla salita. E invece questa volta i pedali c’entrano si, ma sono in secondo piano. Infatti abbiano voluto commemorare i 70 anni della Liberazione. Ora vi racconto. Tuttavia, prima, una nota: rientrando a casa, ieri sera, RAI 1, prima serata,  Fabio Fazio dalla Piazza del Quirinale conduce la commemorazione dell’Evento: la trasmissione è anticipata da una carrellata di volti noti dello spettacolo che si recano a riflettere di fronte alle tante lapidi delle vittime del nazifascismo.

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Lentiai-Pedavena, 25 aprile 2015 (3)

In Piazza a Lentiai

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Ecco, noi stessi, nel nostro piccolo, abbiano inteso fare la stessa cosa. Fiab Trento (Presidente Duman) si è accordata con FIAB Belluno (Presidente Bortolo), ci siamo ritrovati in Veneto, con amici delle tre provincie (quattro con la nostra) di Belluno, Vicenza e Treviso e abbiamo compiuto  una  sorta di pellegrinaggio a pedali nella memoria e per la memoria della conquista della Libertà. La relazione che segue, su mia richiesta mi è stata inviata dal collega Fiabbino Pierluigi Trevisan, che ringrazio. Di mio ci sono solo le evidenziature in grassetto.

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Lentiai-Pedavena, 25 aprile 2015 (7)

Villa Cristini

Inizia

Ci siamo ritrovati in Piazza Crivellaro a Lentiai. Nel 70° anniversario della Liberazione non a caso è stato scelto Lentiai come punto di partenza della pedalata: infatti Lentiai fu la culla del movimento partigiano bellunese. La prima “casera” ad ospitare i partigiani fu quella denominata “La Spàsema”, addentro sulla strada della montagna, ad un’ora e mezza circa dal paese. La piazza di Lentiai prende nome da Luciano Crivellaro, impiccato dai nazisti il 29 settembre 1944. Abbiamo poi visitato la sede della Società Operaia di Mutuo Soccorso e, davanti a Villa Cristini, è stato rievocato l’eccidio di Rina Cristina, Giuseppe Tres, Rodolfo Colli e Antonio Guzzo.

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Lentiai-Pedavena, 25 aprile 2015 (10)

Partiti da Lentiai …

Partiti da Lentiai verso le 10 abbiamo percorso la ciclabile Claudia Augusta Altinate verso Feltre, attraversando la bella campagna di Lentiai e Villapiana, attraversando il Piave su vecchio ponte di Cesana, ora solo ciclabile, segnato da un altro fatto della guerra partigiana: la fucilazione di Alvaro Bari “Cristallo” di 26 anni e Giorgio Gherlenda “Piuma” di 23 anni. Attraversata la statale dopo il ponte sul torrente Caorame siamo di nuovo usciti dal traffico e, prima su strada asfaltata e sterrata, poi su comodo sentiero, abbiamo attraversato l’ area naturalistica della torbiera di Lipoi, nei pressi di Vellai.

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Lentiai-Pedavena, 25 aprile 2015 (21)

Feltre, Porta Imperiale

Superato Vellai siamo entrati a Feltre, passando attraverso la galleria Romita, originariamente rifugio antiaereo ed ora trasformato in mostra fotografica permanente sulle emergenze architettoniche, artistiche a naturalistiche di Feltre e del feltrino, tra cui il Parco delle Dolomiti Bellunesi. Usciti dalla galleria altra sosta storica a Porta Imperiale, dove vennero impiccati Giordano Schenàl “Caronte”, Virgilio Castellan “Vasco”, Luigi Vendrame “Coppolo”. Abbiamo anche ricordato la “Notte di Santa Marina”, 19 giugno 1944, quando vennero trucidati il colonnello Angelo Zancanaro, medaglia d’oro della Resistenza, il suo unico figlio di 19 anni Luciano, Oldino De Paoli, Pietro Vendrami e Gino Colonna.

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L’accoglienza dell’Assessore Walter Bonan

Partiti da Feltre verso le 11.30 abbiamo toccato la frazione di Farra ed abbiamo imboccato la bella Via Valentine che, in un ameno paesaggio campestre ci ha in breve condotto ad Artèn. Vi è stata anche una sosta per il saluto dell’ Assessore di Feltre Walter Bonan, che, oltre a ricordare i valori della Resistenza, ha anche illustrato i prossimi progetti del Comune di Feltre a favore della ciclabilità urbana e delle piste ciclabili.

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Catia Costanzo Boschieri. Dietro, purtroppo coperta nella foto, l’Assessore Maria Pilar

Ad Artèn c’erano ad aspettarci l’ Assessore alla Cultura del Comune di Fonzaso, Maria Pilar accompagnata da Catia Costanzo Boschieri, nipote del giovane Antonio Boschieri “D’Artagnan”, impiccato ad Arten, con altri sei partigiani (Rino Torresan, Guido Todesco, Zuelo Benincasa, Luigi Campigotto, Bortolo Camonico, ignoto) nel quadro del terribile rastrellamento del Monte Grappa del 21-29 settembre 1994, durante il quale si calcola vennero uccise 700 persone, tra civili e partigiani.

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La torbiera di Lipoi

Dopo aver onorato la Pietra di Artèn, cioè la stele che ricorda gli impiccati, abbiamo raggiunto Pedavena attraverso la strada detta del “Canalèt”, passando per i paesini di Teven e Travagola. Obbligatoria sosta in Birreria Pedavena, al di là della strada altra lapide partigiana che ricorda il sacrificio di Bruno Bordin “Verga” e Antonio Zanolla “Grinta” impiccati il 19 gennaio 1945. Il rientro a Lentiai, sotto una pioggerellina innocua, è avvenuta passando per Foèn, Villabruna, Pullir, Pez e Busche, dove il Bar Bianco della LatteBusche ha fatto affari con ciclisti affamati di gelato. Rientro a Lentiai verso le ore 17,00 (50 km a pedali, salitelle ogni tanto, difficoltà medio-bassa, n.d.r.).

Finisce

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In piedi, da sin. nella foto: Guglielmo Duman, Catia Costanzo Boschieri, l’Assessore Maria Pilar, Pier Luigi Trevisan. In basso, al centro, il Presidente Fiab Belluno Bortolo.

E noi, da Lentiai a Trento, con i nostri pulmini e furgoni guidati dai “piloti” Fiabbini Fausto e Guglielmo.  Mie considerazioni:

  • Capirete che senza l’aiuto di Pierluigi, questo resoconto non sarebbe stato possibile da parte di chi avrebbe dovuto gestire, oltre la propria bici e la macchina fotografica, anche un blocco notes ed un registratore! Per cui, grazie, Pierluigi!
  • In piazza, a Lentiai, Pierluigi ha letto alcune frasi scritte nel 1946 da un combattente partigiano. Il contenuto che mi ha maggiormente colpito per la sua attualità – cito a memoria – è questo: “Liberazione, ma non ancora completata fino a quando vi daranno enormi disuguaglianze sociali, fino a quando i poveri saranno sempre più poveri e di ricchi sempre più ricchi”. Esattamente quello che sta accadendo oggi, 70 anni dopo. Aggiungo: anche e soprattutto a livello mondiale … e ne vediamo le conseguenze!
  • This is Fiab too … Fiab è anche tutto questo: incontro fra amici vecchi e nuovi, amore per la natura, la libertà di una pedalata, la Libertà.
  • Amici Veneti, grazie! Vi aspettiamo in Trentino per accompagnarvi, a nostra volta, a scoprire momenti di storia e di bellezze naturali nascoste per  chi non è del luogo …

Note storiche le trovate su www.bellunoinbici.it

Che altro dire? Joint FIAB, associati alla FIAB!

Appendice: il rastrellamento del Monte Grappa

“Monte Grappa tu sei la mia patria …” Così ci hanno insegnato a cantare sin da bambini nelle scuole elementari. Prima guerra mondiale, ci hanno fatto fermare a quella. Ma di quanto è successo sul Grappa nella seconda guerra, nessuno ci ha detto nulla. Io lo scopro solo adesso, alla tenera età di 71 anni, grazie al “pellegrinaggio” Fiab in alcuni luoghi della resistenza e del  martirio di tanta eroica gente

Inizia

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Quante volte siamo arrivati a Bassano dopo avere percorso la pista ciclabile da Levico … quante volte abbiamo pedalato accanto a questi alberi, sul viale, forse un po’ distratti, sicuramente disinformati. Ora non più.

Il 21 settembre del 1944 iniziava “la più sanguinosa azione militare antipartigiana che abbia avuto luogo durante i 20 mesi della guerra di Liberazione” e “la più grave disfatta militare della Resistenza e di tutta la storia”: così Sergio Luzzatto, storico e giornalista definisce il rastrellamento del Monte Grappa, organizzato e attuato da 8000 uomini di cui 5000 nazisti e 3000 fascisti. La legione M Tagliamento (con Giorgio Albertazzi comandante della 2° compagnia fucilieri), le brigate nere di Treviso e Vicenza, la decima mas, il CST trentino, ucraini, cosacchi, SS tedesche, contro i 1200 partigiani componenti le brigate partigiane “Campocroce”, “Archeson”, “Matteotti”, “Gramsci” e numerosi prigionieri alleati fuggiti dai campi di concentramento. 40 partigiani caduti in combattimento, 260 impiccati o fucilati, 250 deportati che non fecero più ritorno, malghe incendiate, paesi interi dati alle fiamme, migliaia di capi di bestiame trasferiti in Germania per essere macellati e i 51 cadaveri mai più ritrovati di Casella d’Asolo. Un massacro attuato mediante un progetto infame che sconvolse intere comunità e che fece sentire i suoi effetti per molti anni, visto anche la totale impunità dei colpevoli.

Lentiai-Pedavena, 25 aprile 2015 (25)Impunità che ebbe anche un responsabile dell’eccidio e unico condannato a morte, l’SS italiana di Noale, Arturo (Attilio) Bolzonella, altrimenti conosciuto come “boia di Feltre”, che torturò e uccise il comandante “D’Artagnan” e altri 6 partigiani:  Antonio ”Ragazzo” Boschieri nato a Biadene nel 1921, partigiano sul Monte Grappa col nome di battaglia “D’Artagnan”, combattè nella Brigata G. Matteotti come comandante del battaglione Zecchinel. Combattente freddo e deciso, amato e stimato dai compagni di lotta, partecipò a moltissime e pericolose missioni e azioni culminate nei tragici combattimenti del settembre 1944 durante il rastrellamento del Grappa da parte dei nazi-fascisti. Catturato, fu a lungo torturato ma non rinnegò le sue idee nè tradì i suoi compagni. Fu impiccato ad Arten di Feltre il 27 settembre del 1944. Aveva 23 anni…

Finisce

Qui di seguito un commento ricevuto, che inserisco anche nel testo del post:

“Oggi, febbraio 2017, grazie a delle persone degne e ad un ricercatore instancabile di nome Lorenzo, io e la mia famiglia, dopo 73 anni, abbiamo finalmente ritrovato lo zio Zoello (Zuelo), il fratello di mio padre!
Anche se sconvolti dalla sua tragica fine, rimaniamo orgogliosi della sua scelta a difesa di un ideale di giustizia e libertà da noi sempre condiviso!
Ora cercheremo di onorarne la memoria attraverso i luoghi ufficiali a Modena dov’è nato e vissuto insieme alla sua famiglia, per meno di 21 anni della sua breve vita, dove cippi e statistiche lo davano come disperso nel nulla, come svanito nell’aria!
Da oggi apparterrà per sempre e degnamente all’ordine dei martiri che sono caduti sacrificando la propria vita per la libertà di un popolo!

Roberto Benincasa”

Riporto anche qui la mia risposta al commento di Roberto

“@Roberto: grazie della mail, Roberto. Per me è stata una emozione forte e duplice: ricevere un commento a due anni dalla pubblicazione del post, ma soprattutto leggerne il contenuto, così intenso. Commento che – al pari di questa mia risposta -  ho inserito anche nel testo del post. Spero vivamente che molti – soprattutto giovani – grazie al tuo commento leggano il post e soprattutto non dimentichino. Non dimentichino che quello “scempio storico e soprattutto umano, di civiltà e di democrazia” è stato reso possibile dall’inerzia e dall’indifferenza di molte, troppe persone. A tutti mi permetto di suggerire la lettura di “Le origini del fascismo in Italia – Lezioni di Harvard” di Gaetano Salvemini, a cura di Roberto Vivarelli – Feltrinelli Editore, Milano 1966 (Collana Universale Economica). L’inerzia, dicevo … oggi trasformata in parte in populismo ed in parte in allontanamento dalla politica, atteggiamento quest’ultimo che nella sostanza ricorda il tristissimo “Qui non si fa politica, si lavora!”. Ti saluto, Roberto e … grazie se continuerai a leggere e commentare i miei post.”

 Risponde Roberto

“Ciao Riccardo, sei una persona oltre che attiva con dei valori e questo per me è un lasciapassare universale che apre qualunque porta! Cercherò di seguirvi per ora silente ma attento alle vostre proposte ed a qualunque vostra iniziativa.  Ti ringrazio di avermi dato spazio nel tuo blog tal che, in modo spontaneo, mi son sentito riempire dal sentimento che provo e provavo in quel momento! Grazie ancora.   Roberto Benincasa – Modena”

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25 APRILE: LIBERAZIONE, LIBERTA’

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Aprile, 2015 @ 7:28 pm

Detto altrimenti: scrivo e pubblico questa sera il post di domani, quello del 25 aprile. Infatti domattina “bonora” andrò in Veneto in bicicletta con FIAB Trento a commemorare alcuni luoghi della resistenza    (post 2027)

E’ chiaro quindi che io non sono assolutamente un “nostalgico” e che pertanto non voglio né devo nè posso  essere frainteso per le domande che sto per pormi e per porvi:

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Forme diverse, identica sostanza …

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Prima domanda: è forse una Persona libera chi ha un lavoro e quanto serve a mantenere decorosamente la propria famiglia, ma vive in uno stato governato da un regime dittatoriale?

Seconda domanda: è  forse una Persona libera chi vive  in uno Stato governato da un sistema democratico ma non ha lavoro né futuro per sè e per la propria famiglia?

Prima ed unica (mia) affermazione: non è certo una Persona libera chi è costretto a fuggire da guerre, carestie e persecuzioni d’ogni tipo.

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Ecco, a mio sommesso avviso, oggi siamo di fronte a tre diversi modi di manifestarsi di un unico, identico  antico male: la schiavitù.

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“2084”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Aprile, 2015 @ 6:51 am

Detto altrimenti: ritorno al futuro    (post n. 2026)

Tema: “Descrivete in un massimo di 1700 caratteri spazi compresi il vostro mondo attuale rispetto a quello dei vostri antenati” 

Svolgimento

Io sono nato nel 2074, quindi ho solo 10 anni e il mondo dei mie antenati ovviamente  lo conosco dai files di storia e da quelli lasciatimi dai miei nonni. Certo che il loro era un mondo po’ stano .. non c’erano ancora gli USE- Stati Uniti d’Europa, ogni stato avena il suo proprio esercito e globalmente tutti gli stati europei spendevano in armamenti ben più di quanto non costasse l’esercito degli USA!

Le stelle le ha già: mettiamole le strisce, contro la bandiera nera dell'Isis

Ecco come era la bandiera dei miei antenati: senza strisce!

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Inoltre ovviamente non vigeva ancora l’attuale  accordo USA-USE circa la messa al bando economico-finanziario-commerciale degli stati che non avessero adottato il Codice Etico Finanziario Fiscale, della reciproca tolleranza religiosa, del rispetto delle rispettive tendenze sessuali, della rispetto della natura e dell’equilibrato utilizzo delle sue risorse  e in genere del rispetto dei Diritti Umani,  accordo stipulato da anni fra le due federazioni di stati, per cui  in Cina, India, e altri paesi del mondo venivano violate tutte le regole che invece oggi, grazie al citato accordo sono rispettate in tutto il mondo

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In quel tempo, inoltre, non era rispettata – come invece avviene oggi – alcuna regola moderatrice della più equa distribuzione delle risorse della terra né vigeva alcun limite di legge internazionale circa la regolamentazione ed il controllo dell’attività delle multinazionali dell’alimentazione, delle medicine, delle risorse naturali e delle armi. E … pensate … incredibile! Le automobili avevano inquinanti motori a benzina pur disponendosi già allora di tecnologie non inquinanti!

Non riesco proprio a capire come mai ci abbiano messo tanto a realizzare il mondo nel quale oggi tutti noi così felicemente viviamo.

Pierino Rossi, classe V° b – Scuola Elementare “Tommaso Moro”

P.S.: che strano, mi dicono che un certo Orwell avesse scritto un libro intitolato “1984” molto prima che arrivasse quell’anno, ma che la sua previsione era pessimistica …  che strano …

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MORTE E DISOCCUPAZIONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Aprile, 2015 @ 7:22 am

Detto altrimenti. il titolo è un po’ tragico, ma non possiamo ignorare i problemi …. (post 2025)

Il post precedente (sciata in Tonale) era allegro. Questo è serissimo. Di fronte alle stragi degli immigrati tutti noi reclamiamo provvedimenti, invochiamo l’UE: reazione sacrosanta. Io stesso, su queste “pagine” ho cercato di dare il mio piccolo contributo anche con il risalire alla nostra )di occidentali) responsabilità di origine (i danni del colonialismo dei secoli scorsi).

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th[7]Oggi non smentisco la mia posizione se aggiungo un problema al problema. infatti a mio sommesso avviso una analoga reazione meriterebbe il problema della disoccupazione giovanile e non. Chi ne è schiacciato sa cosa vuol dire. Chi invece ha la fortuna di non avere provato questo dramma, provi a immaginare cosa può significare non potere pianificare la giornata, la settimana, il mese, l’anno, il futuro, la vita. Provi a immaginare cosa può significare dover vendere non solo i gioielli di famiglia, ma anche gli scarponi da sci, il computer, la bicicletta, l’auto, per potere dare da mangiare ai propri figli. Provi a immaginare come si deve sentire chi ormai non ha nemmeno più niente da vendere..

Certo che se tu avessi anche le srìtrisce, se tu fossi già la bandiiera degli Stati Uniti d'Europa ...

Certo che se tu avessi anche le srìtrisce, se tu fossi già la bandiera degli Stati Uniti d’Europa …

Dice … ma mancano le risorse. Dico: eh no, caro mio! Infatti, se solo avessimo gli Stati Uniti d’Europa:

  • con la sola riunificazione dei vari eserciti risparmieremo montagne di “euri” che potrebbero essere destinate al finanziamento dello start-up di migliaia di iniziative produttive;
  • potremmo stipulare un accordo con gli USA per metter al bando finanziario e commerciale i paesi canaglia per terrorismo, evasione fiscale, mancato rispetto dei diritti umani, distruzione dell’ambiente.
  • .etc.
  • .etc.

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Anche solo queste due prime iniziative, vi parrebbero cose da poco?

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L’ULTIMA SCIATA DELLA STAGIONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Aprile, 2015 @ 9:08 pm

(v. post del 2 aprile scorso “Intraprendenza Tonale”)

Detto altrimenti: evvabbè, fra un post e l’altro …   (post 2024)

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Da 3000 a 2650. Oltre, si scende ai 1850 del Tonale

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Lo confesso: oggi sono andato a sciare. Al Passo del Tonale, anzi … dalla Presena al Passo Paradiso e quindi al passo del Tonale, perché gli altri impianti, esposti a sud o a quote più basse sono ormai senza neve!

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Ecchè? Mica volevate farmi salire a 3000 metri a piedi anche ora, a 71 anni!?

Ecchè? Mica avreste voluto  farmi salire a 3000 metri a piedi anche ora, a 71 anni!?

Ricordo quando al Tonale ci andai la prima volta, 50 anni fa, in estate, partendo dalla Val di Non dove ero con i miei.   Ragazzi, noi, genovesi in vacanza in  Val di Non, per … risparmiare i soldi della funivia salimmo a piedi i 750 metri di dislivello dal Passo del Tonale a Passo Paradiso, sci e scarponi in spalla! Poi, dal Passo Paradiso agli impianti, aggrappati ad un fuoristrada traballante. Oggi mi vien male solo a pensare di fare una cosa del genere, saranno quei 50 anni in più … voi che ne dite?

Ma ricordo anche un’altra cosa: che, sciando sull’unica parte sciabile (quella servita dalle ancore, v. foto), mi capitò di attraversare – con gli sci – piccoli crepacci di ghiaccio della larghezza di dieci, venti centimetri … già: c’era ghiaccio sotto di me. Oggi non più. Mezzo secolo dopo, non più.

Oggi c’erano gli alpini a sciare, gli alpini e le alpine … saliti (e scesi!) al Passo Paradiso in …funivia: evvabbè …mi sono detto.  Peccato, ho detto loro, peccato che quando 45 anni fa io ero Sottotenente di complemento alla Brigata Alpina Tridentina … fossimo solo uomini-e andassimo a piedi! Sono nato troppo presto, cribbio!

Seguono due filmati: il primo sul ghiacciao della Presena, il secondo da Passo Paradiso al Tonale:

La neve. La mattina fino verso mezzogiorno conviene rimanere alti, perché la “nera” che scende al Tonale è in ombra e ghiacciata. Poi molla quel giusto ed è molto divertente. Verso le 16, la parte inferiore è un po’ bagnata, ma che si può pretendere a ‘sta stagione?

Ora la Carosello Tonale SpA (società che io stesso fondai 27 anni fa per conto della capogruppo ISA SpA di Trento di cui ero Direttore) sta  costruendo un secondo tronco di cabinovia, dal Passo Paradiso (m. 2650) alla base (m. 3.000 m.) della Cima Presena (m. 3069): sarà pronta per la prossima stagione e sostituirà l’attuale seggiovia (una vecchietta a due posti) e le due ancore doppie.

Il mio amico Fabio dice che ci tornerà ancora entro il mese. Io no, ho messo da lavare la tuta da sci e domani andrò in bicicletta. Al Tonale il prossimo inverno.

Ciao, neve!

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TRAFFICANTI DI … LAVORATORI UMANI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Aprile, 2015 @ 6:12 am

Detto altrimenti: “trafficanti di …”  e si pensa ai migranti. Ma ci sono anche i nostri lavoratori … (post 2023)

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Confermo la mia totale condanna all’insufficienza europea di fronte all’ecatombe dei migranti. Ciò non esclude che si debba rivolgere l’attenzione anche alla cessione di grandi aziende italiane a multinazionali estere le quali poi chiudono stabilimenti e licenziano 1300 nostri lavoratori alla volta.

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L’ AUTONOMIA SPECIALE DEL TRENTINO ALTO ADIGE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Aprile, 2015 @ 5:29 am

Detto altrimenti: al di là delle parole (che pure “sono pietre” come ci insegna Don Lorenzo Milani), ricerchiamo la sostanza     (post 2022)

In una recente trasmissione televisiva il governatore di una regione a statuto ordinario (Toscana) ha cercato di contestare la nostra Autonomia bi provinciale dipingendola come un iniquo privilegio. Dai nostri due governatori gli è stato dimostrato, cifre alla mano, che noi contribuiamo alle esigenze dello Stato più di quanto non facciano le regioni a statuto ordinario, la sua in testa.

thVS8LQMFRMa la nostra Autonomia non è solo “denaro prodotto e gestito meglio”. E’ innanzi tutto Autonomia di Pensiero e del Pensiero. E ciò appare con maggiore chiarezza quando ci si trovi – come accade in questo periodo – in una fase elettorale.

Elezioni amministrative per eleggere chi dovrà amministrare la cosa pubblica. La pubblica amministrazione. L’amministratore pubblico. Il nostro amministratore pubblico. Il mio amministratore pubblico. “Mio”, ecco il punto. Altrove, molti amministratori si interpretano tali in senso soggettivo, una sorta di top-down: “Io amministro te”. In Trentino interpretiamo quel ruolo in senso oggettivo: “Tu sei il pubblico amministratore che io ho eletto affinchè tu amministri il bene collettivo, ovvero pubblico, ovvero del pubblico, ovvero anche mio”.

Bene collettivo, bene pubblico. Non usiamo il termine “bene comune” perché esso rappresenta una categoria diversa, assai più nobile, quella dei beni alla cui realizzazione tutti hanno contribuito personalmente e direttamente con il proprio apporto personale, cosa che usualmente non avviene per una strada, un asilo, un servizio sanitario. Un esempio di bene comune è la Cooperazione degli inizi, quella di Don Lorenzo Guetti: ogni Cooperante partecipava all’iniziativa sin dall’inizio con denaro proprio e ne era responsabile in solido.

Ma dove nascono le idee, i progetti, i programmi che saranno alla base dell’azione degli amministratori pubblici? Vi sono quattro diversi “luoghi del pensare”: il luogo della politica, quello degli amministratori, quello degli studiosi, quello della gente. Orbene, se ognuno conosce e persegue solo  l’idea maturata all’interno del proprio ambito, ogni persona avrà solo una singola idea. Ma se si costruisce un Luogo Comune, ovvero un Luogo entro il quale tutti apportino sin dall’inizio la propria idea, ecco che ognuno sarà ricco di quattro idee. Ecco il “Luogo Comune”, il “Bene Comune” in cui consiste l’Autonomia del Pensiero Politico Trentino (le lettere maiuscole non sono utilizzate a caso).

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NAUFRAGI? 1) EFFICIENZA ED EFFICACIA – 2) POTERE E RESPONSABILITA’ – 3) SPERSONALIZZAZIONE DELLA RESPONSABILITA’

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Aprile, 2015 @ 5:52 am

Detto altrimenti: Concetti noti a molti. Non a tutti. E allora …    (post 2021).

Efficienza: seguire le regole, rispettare ciò che viene prescritto, anche se poi non si raggiunge il risultato. Efficacia: raggiungere il risultato.

Potere: “vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare”. Responsabilità: essere chiamati a rispondere di un risultato, di un’azione propria e – nel caso di cui al punto successivo, anche di una decisione altrui.

Potere e responsabilità dovrebbero sempre essere riuniti in capo alla stessa persona. Spesso ciò non avviene: io comando: se va bene è merito mio, se va male è colpa tua.

Procedibilità e punibilità. Io agisco personalmente, io sono responsabilizzabile. Ma se la decisione viene assunta da un “ensamble” di persone, quali un Consiglio di Amministrazione, un Parlamento, un Consiglio/una Commissione Europea, etc., alla fine è assai difficile che possa essere comminata una “sanzione” contro qualcuno: infatti quasi sempre questa “spersonalizzazione” della responsabilità genera una sorta di non procedibilità/punibilità degli autori.

Se io, nella mia lunga vita di manager, avendo la responsabilità della prevenzione dei naufragi, avessi ottenuto questi risultati, sarei stato ipso facto licenziato in tronco.

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NAUFRAGIO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Aprile, 2015 @ 5:21 pm

Detto altrimenti: la strage continua     (post 2020)

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Post 2020, anno 2020 – Penso che scriverò un “postapposito”, ovvero un post appositamente dedicato agli avvenimenti dal 2020 al 2084, dal titolo “2084”. Infatti avrete notato che da qualche tempo mi ero messo a scrivere sottotitolo a ciascun post, riportando un avvenimento dell’anno corrispondente al numero del post. Ma ora che la numerazione dei miei post ha superato il livello 2015, ho iniziato ad inventare. Però, mi son detto, così facendo costringi le lettrici ed i lettori ad andare a cercarsi le “puntate precedenti”. Chissà se lo faranno … mi sono detto …  ed allora ecco l’idea: di scrivere la storia futura concentrata in un unico post, fra qualche “numero”, post che lascerò in prima pagina per qualche tempo, anche quando non sarà più l’ultimo  pubblicato. Ovvero, aprendo il blog, troverete quello e subito dopo, l’ultimo, ovvero il più recente della serie. Aspettatevi dunque il post “2084”. Fino alla sua pubblicazione, lascerò questo in prima pagina. Ed ora si può cominciare.

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18 . 19 aprile, ennesimo naufragio, questa volta i morti sono 700 (o 900?). Ci stiamo avvicinando alla data del 25 aprile, alla festa della Liberazione. Come stridono i due avvenimenti! Solo dall’inizio dell’anno, 1600  morti affogati solo perché in cerca della “loro” libertà, proprio mentre noi ci accingiamo a commemorare la riconquista della “nostra” libertà.

Papa Francesco dice: “Cercavano una vita migliore, cercavano una vita felice”. Io mi permetto di dire: “Cercavano la vita”.

Dice … ma le cause son ben lontane dalla nostra responsabilità …. Già, dico io, evviva la responsabilità “zonale a compartimenti stagni”: io sono responsabile solo su quella determinata area e solo per quel determinato lasso di tempo. Oltre questi confini io  non lo sono più. Quindi sono anche a posto con la mia coscienza.  Evviva! Anche la coscienza “zonale a compartimenti stagni!”

Ma anche lasciando da parte la “responsabilità” e la “coscienza”, se non altro per una sorta di “egoistica coerenza”, dobbiamo darci da fare per porre fine a queste stragi. Già … perché se le stragi continuano alla fine sarà chiaro che siamo stati noi stessi a non volerle evitare, noi che condanniamo i genocidi mentre – ipocritamente – ne stiamo perpetrando uno noi stessi. E cosa avremmo ottenuto? Che a fronte di migliaia di morti ci saranno comunque decine di migliaia di sopravvissuti che raggiungeranno le coste dell’Europa, e dico Europa, non Italia. E a fronte di decine di migliaia di morti, arriveranno comunque in Europa  multipli di quei numeri. E così via. E’ questo che vogliamo?

E allora, Europa, sveglia! Giù dalle brande dell’ipocrisia, giù dai salotti di Bruxelles e Strasburgo, giù dalle lussuose berline, giù dai comodi saloni di riunione, giù dai pranzi di lavoro, dai viaggi in classe lusso, dagli stipendi e privilegi superdorati! Sveglia! Bisogna correre in trincea, sporcarsi le mani di “umanità” … Ah già … l’umanità … dice … ma ci sarà bene qualcun altro che ci pensa, dovrò mica occuparmene io che sto studiando a gli effetti internazionali della guerra dei Balcani di tredici anni fa, io che sto valutando l’impatto delle “misure Draghi” sull’economia, io che ho tre lauree e parlo quattro lingue … ma via, siamo seri!

E allora, che fare? Che fare? Italia, punta i piedi, anzi …batti i pugni sul tavolo e grida: “ Europa, scendi in trincea con noi oppure non avrai più alcun diritto di pretendere che noi si ubbidisca alle (altre) regole europee”. Punto.

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Ovvero la storia del colonialismo occidentale

Dice … ma a monte … le cause … Eh già, cari miei, le cause … ma se fino ai primi decenni del secolo scorso andavamo con le bombe e i lanciafiamme a “liberare” quelle popolazioni; se abbiamo inventato i battelli fluviali a vapore per penetrate nel centro Africa con cannoni e mitragliatrici, ottimi strumenti di civilizzazione e convinzione psicologica, indispensabili alla formazione di una coscienza democratica locale … Ma via, che sto dicendo mai … dove mai mi sta portando il discorso … infatti questa è un’altra storia.

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