TRENTO IN BICI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Novembre, 2015 @ 6:54 am

Detto altrimenti: senza parole               (post 2169)

04-11-2015 11.39.06_0059 04-11-2015 12.29.18_0090 04-11-2015 12.28.43_0089 04-11-2015 12.27.34_0087 04-11-2015 12.20.25_0084 04-11-2015 12.13.20_0079 04-11-2015 12.13.07_0078 04-11-2015 12.10.59_0077 04-11-2015 12.10.37_0076 04-11-2015 12.09.32_0074 04-11-2015 12.09.15_0072 04-11-2015 12.05.19_0070 04-11-2015 12.01.09_0069 04-11-2015 12.00.36_0068 04-11-2015 11.58.08_0066 04-11-2015 11.41.43_0065 04-11-2015 11.39.46_0060

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 No … cosa avevate capito? Non sto cercando di vendere la mia bici!

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DUM ROMAE CONSULITUR … MENTRE ALL’EXPO SI DISCUTE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Novembre, 2015 @ 6:30 am

Detto altrimenti: … Saguntum expugnatur!                              (post 2168)

“Mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata”. Sagunto, alleata di Roma, è assediata dai Cartaginesi. Chiede aiuto a Roma. A Roma si discute. Troppo. E il generale cartaginese Annibale Barca la espugna.

th[4]Expo. Che farne dopo? Si discute, si propone. Mentre si discute …  a Roma? No, a Milano, ma fa lo stesso. Nel frattempo i nostri produttori di latte sono al fallimento e scendono in strada perché le multinazionali (Lactalis Italia, francese) del settore pagano troppo poco il latte “alla stalla”, tanto poco che non copre nemmeno il costo di produzione. Inoltre affermano che su tre pacchi di latte venduto come “italiano”, ben due sono di origine straniera. Evviva! Le multinazionali .. quelle che non avevano alcuno stand all’Expo …

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th34TIPAFOLatte? Olio! Olio extravergine di oliva … o quasi! Parte da Torino un’indagine a carico di sette grandi marchi di olio che sarebbe stato venduto come extravergine senza esserlo. Extravergine, chi era costui, direbbe il Manzoni!? Vediamo di orientarci un po’. Due oliveti, “A” e “B”. Oliveto “A”: dalla spremitura delle olive otteniamo un olio ottimo al gusto: extravergine, appunto. Oliveto “B”: dalla spremitura delle olive otteniamo un olio così cattivo al gusto da risultare immangiabile. Succede. Si chiama olio “lampante”, per legge non commercializzabile per uso alimentare.

E’ un po’ come con le ragazze: prendiamone due, entrambi vergini, ma una bellissima ed una bruttissima … Dice … sono entrambi vergini! Si, vabbè, ma non è la stessa cosa!

Insomma, ci siamo capiti! Ma che farne dell’olio lampante? La legge consente di operare come segue: lo si deodora e decolora, si ottiene un olio assolutamente bianco, trasparente, al quale si aggiunge una certa percentuale di olio extravergine (vero) del sud, di quello denso e carico di gusto, e si ottiene quello che tecnicamente e per legge è venduto come “olio di oliva”. Solo che non puoi venderlo come “olio extra vergine di oliva”. Né a quel prezzo.

Come andrà a finire?

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Tavolo di lavoro

Per il latte, il ministro “convoca le parti attorno ad un tavolo di lavoro”. E’ la formula di rito per trovare la medicina per la malattia, ma soprattutto,  mi auguro, per rimuovere le cause che a monte l’hanno provocata. Per l’olio … mi sento ringiovanire di 60 anni, quando il problema fu di smascherare gli olii esterificati … e dire che credevamo di esserne fuori. Si, oggi non si tratta di esterificazione, ci mancherebbe altro, tuttavia sarebbe sempre – se accertata – una enorme frode alimentare. Ci penseranno i NAS e i Laboratori Provinciali d’Igiene e Profilassi. Vedremo.

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ACCADEMIA DELLE MUSE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Novembre, 2015 @ 6:11 am

Detto altrimenti: seconda riunione dell’Anno Accademico 2015-2016   (post 2167)

Se volete saperne su di noi, navigate sul blog, ne scoprirete delle belle!

 

 

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Ieri sera eravamo in cinquanta! La prima parte della seratona – perché di seratona di è trattato! – è stata appannaggio di Luis Brunelli che, con il suo simpatico accento metà trentino e metà newyorkese, ha ripetuto l’esposizione che trovate nel post del 14 novembre 2014 (cfr. ivi) sulle origini storiche e la storia del Natale.

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Fra l’altro, ricordo volentieri che Luis Brunelli, la cui famiglia è originaria di Rango (TN), ha ideato, sta pubblicando e spedisca gratuitamentea ben 6.000 oersone in USA e canada la rivista FILO’ – A journal for Tyrolean Americans – Tirolesi? Ma Lui, Louis, non è Trentino? Si, spiega egli stesso, ma quando i miei sono emigrati negli USA, eravamo Tirolesi e tali ci piace definirsi anche oggi, semplicemente per non dimenticare le sue origini.

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WP_20151109_018E’ seguito il consueto, ricchissimo intermezzo enograstronomico e quindi – saltata per economia di tempo la fase delle anteprime – la parola è passata a Sam Floreani, un affermato dottore  chiropratico metà irlandese, metà italiano, metà australiano,  il quale ci ha spiegato come occorra intervenire a monte sulle cause dei nostri disturbi più che attendere la necessità di assumere medicine. Per chi fosse interessato ad approfondire, Sam esercita in Via Santa Caterina 94/C in Arco di Trento, tel. 0464521210 info@chiropraticanaturalmente.com – www.chiropraticanaturalmente.com

Per quanto concerne le iniziative diverse e il programma dell’Anno Accademico, rimando al post del 6 ottobre scorso.

Buona Accademia a tutte e a tutti!

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MALTRATTAMENTI O TORTURE?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Novembre, 2015 @ 4:17 pm

Detto altrimenti: le parole sono pietre, usiamole con attenzione      (post 2166)

Il reato di tortura non esiste ancora nell’ordinamento giuridico italiano. Peccato. Infatti la tortura è una azione gravissima. Dice … ma quando si configura la fattispecie? Quando è che il maltrattamento diventa tortura?

Trento. Un esempio di questi giorni: in una valle della nostra terra un tale è arrabbiato contro il proprio asinello perché l’animale si rifiuta di camminare. Lo lega al paraurti dell’auto e lo trascina sull’asfalto. Viene scoperto e denunciato per maltrattamenti ad animali. L’asinello, ferito all’inverosimile, viene abbattuto dal veterinario. Sul fatto mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori alcune sottolineature:

  • si è trattato di maltrattamenti (sia pure di animali) o di una vera e propria tortura?
  • il colpevole merita la stessa punizione di chi lega un cane alla cuccia con una catena troppo corta?
  • quale può essere il grado di pericolosità sociale (anche verso le persone) di un uomo che concepisce a attua una simile azione?
  • In definitiva, quale sarà sanzione comminata al responsabile? Una contravvenzione? Un’ammenda?

Roma. 4 anni di sconto della pena (!?), da 20 a 16, ad un uomo “maltrattante” che a forza di percosse ha massacrato e  ridotto alla inabilità irreversibile del 100% Chiara, la propria fidanzata diciottenne, infierendo su di lei a calci con scarpe antinfortunistiche con la punta rinforzata in metallo. Ecco, anche in questo caso la legge parla di uomo “maltrattante” e non “torturante”. Le parole sono pietre … dicevo, utilizzando un’espressione di Don Lorenzo Milani.

Quo usque tandem … fino a quando, insomma?

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MUSICA A RIVA DEL GARDA …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Novembre, 2015 @ 9:21 pm

Detto altrimenti:  … da parte della Associazione Amici della Musica!   (post 2165)

 

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“Anne lacus tantos? Te, Lario, maxime teque / fluctibus et fremitu adsurgens Benace marino”  (Virgilio, Georgiche (II, vv. 159,160)

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Associazione Amici della Musica, Riva del Garda. Ci siamo ritrovati. La mattina, con il mio Fun “Whisper – ITA 526” e il mio Presidente Franco Ballardini (io sono il suo tesoriere) per tre ore a vela nel Garda (nella foto: di bolina verso  Torbole, con 25 nodi di vento “Sarca”!): ovvero, la Musica dell’acqua e del vento!

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“E che dire dei laghi tanto belli? Di te Lario, ma soprattutto di te, Benaco, che quando entri in tempesta hai onde e fremiti tipici del mare”.

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Di bolina, l’altro bordo, verso Riva del Garda, non più nei 25 nodi del “Sarca”, ma nei 15 del “Balinot”: la barca è molto sbandata perchè – essendo da regata – avrebbe necessitato del peso di un equipaggio di altre tre persone  sul bordo sopravvento a fare da contrappeso, e non di un fotografo accucciato sottovento!

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Ma veniamo all’ altra  Musica! Infatti …

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Sabrina Simonetto

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… infatti nel pomeriggio nell’Auditorium del locale conservatorio Bonporti,  “DONNE IN PRIMA LINEA”, ovvero concerto lirico dedicato alle grandi eroine della lirica. Con chi? Ecco: con Alessandra Rezza, soprano; Ida Maria Turri, mezzosoprano; Sabrina Simonetto, voce recitante testi di Federica Fanizza. Al pianoforte, Stefano Romani. Brani da: Aida di Verdi; Medea di Cherubini; La Gioconda di Ponchielli; Madama Butterfly di Puccini; Adriana Lecouvreur di Cilea; The Medium di Menotti.

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Da sinistra, per chi guarda: 1) Fanizza, Turri – 2) Simonetto, Rezza – 3) Romani

I testi della Fanizza hanno “legato” i libretti alla musica, nobilitandoli. La recitazione della Simonetto ha introdotto una nota di teatro ad un palcoscenico necessariamente non allestito in quanto semplicemente non allestibile stante il suo usuale utilizzo. Già, perché in genere confessiamolo, i libretti delle opere non sono in genere apprezzabili al livello della musica che  li ha “adottati”. Fra i vari brani, tutti splendidamente eseguiti dal pianista e dalle cantanti, io ho particolarmente apprezzato Medea e Butterfly, per due motivi diversi: Medea, perchè vengo da una recente lettura delle Argonautiche e della Medea; Butterfly perché il dramma umano che rappresenta è molto più vicino ai nostri giorni che non le battaglie di Radames.

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WP_20151107_014Io non sono un musicologo, ma solo un amante della buona Musica: pertanto mi auguro che chi se ne intende ben più di me voglia intervenire con una sua autorevole critica. Io mi permetto solo di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori alcune sottolineature: la precisione tecnica di Alessandra Rezza e il trasporto emotivo di Ida Maria Turri, e, in entrambe, la qualità del timbro della voce. Che potreste volere di più, da un ignorantone musicale qual sono io?

In  chiusura, un bis: le due cantanti ci hanno offerto – anche per sdrammatizzare il concerto –  il duetto rossiniamo “Miao” .

Prossimo concerto dell’Associazione, 21 novembre, sempre a Riva del Garda. Non mancate!

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UNA BUONA AZIONE, ANZI DUE … NO … TRE … MA CHE DICO? QUATTRO!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Novembre, 2015 @ 7:34 am

Detto altrimenti: quanto bene può fare un po’ di attenzione all’Altro …    (post 2164)

 

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1 ) Trento, ore 12,00 del 5 novembre, Ponte dei Cavalleggeri, Caffè Bar Gelateria Pasticceria Il Ponte, C.so 3 Novembre: “Scusi, sto cercando lavoro, sono rumena. Sa mica se qualcuno ha bisogno di una badante …” La titolare,  pronta: “Rumena? Guardi che qui, tutti i giorni, alle 14,00, si riunisce un gruppetto di sue connazionali, provi a chiedere a loro”. “Grazie”.

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Oggi, 10 novembre,  R… inizia a lavorare a Verona. Io sono andato a prendere un caffè. Al ponte.

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2) Trento, ore 14,00 – “Salve, mi chiamo R…, potete aiutarmi? Sto cercando lavoro come badante”. Le Rumene: “Ciao, siediti qui con noi, bevi un caffè? Guarda, noi abbiamo questo numero di telefono, è un’agenzia di Verona … prova a chiedere a loro … sono brave persone”. “Grazie, il caffè … lasciate che lo paghi io”.

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3) Verona, il giorno dopo. L’agenzia si rivela essere un’Associazione di volontariato sociale (SOS Accoglienza). Tre incontri in tre giorni, con la stessa famiglia. Oneri a carico dell’interessata rumena: €28,00 di iscrizione all’ Associazione.

4) Verona, il terzo giorno. La nuova famiglia: contratto a tempo indeterminato, contributi di legge. Accompagnano R … alla stazione a prendere il treno per Trento, la salutano abbracciandola con affetto. Si comincia fra tre giorni.

 E’ tutto vero, di questi giorni.

P.S.: la badante R …? E’ stata per anni la badante di mia suocera … e per noi è diventata una di famiglia.

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IDEOLOGIE, IDEE, ETICHETTE e varie ed eventuali

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Novembre, 2015 @ 11:24 am

Detto altrimenti: antropologia del pensiero e varie ed eventuali                  (post 2163)

“Illo tempore”, in quel tempo … (dire “in” illo tempore è sbagliato, secondo la lingua latina), c’erano le ideologie: sinistra, destra (le più famose) e alcune altre, per cui se tu pronunciavi un giudizio di valore su di un fatto, venivi subito individuato ed etichettato in modo corretto: ovvero, il “giudizio di appartenenza” che veniva pronunciato nei tuoi riguardi ti descriveva esattamente per quello che eri, per il tuo pensiero, la tua convinzione, la tua appartenenza (politica).

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Oggi le ideologie sono cadute. Destra … sinistra … ci ha provato per primo Giorgio Gaber con la sua canzone “Destra sinistra” a rimettere un po’ di ordine e dopo di lui in parte anche Luciano De Crescenzo con il suo film “Così parlò Bellavista”, ma entrambi non ci sono riusciti a ristabilire l’ordine, a rimettere le cose ognuna al proprio posto.

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A proposito (o “a sproposito”? N.d.r.!) mi viene in mente quel tale rettore dell’Università (di Genova, io ero presente!) il quale, essendo intervenuto per sedare una possibile scazzottata fra studenti di sinistra e di destra, disse “Calma, liberiamo il passaggio del cortile: mettetevi alcuni a destra, altri  a sinistra del passaggio … (!!?? N.d.r.)

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Ma torniamo a  noi. Oggi le idee si sono moltiplicate. Già per bere un caffè al bar: “Ristretto/ lungo; in tazza grande/piccola/al vetro; macchiato caldo/freddo;  macchiato con/senza schiuma; corretto grappa/fernet; amaro/zucchero/dietor; normale/decaffeinato”: un esperto di matematica fattoriale potrebbe facilmente calcolare il numero delle possibili combinazioni senza ripetizione! Una fra le tante possibili combinazioni è la seguente: un caffè lungo, decaffeinato, in tazza grande, macchiato caldo, senza schiuma, con il dietor.

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thM5K8LLHPOggi “le idee moltiplicate” hanno sostituito le ideologie e – quel che più conta – si sono distribuite in modo disordinato nelle varie aree ex ideologiche, per cui spesso capita che tu esprima un giudizio di valore che oggi è uno dei tanti contenuti tipici di una certa corrente politica “A” e conseguentemente tu venga subito etichettato come esponente di quella corrente, anche se tu oggi ti senti più vicino ad un’area politica diversa.

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thRR9PAS3ZUn esempio. L’altro giorno mi sono dichiarato contrario al TAV, Treno ad Alta Velocità in Val di Susa. Mi hanno subito detto: “Ecco, abbiamo capito: sei un Grillino”. Eh no, cari miei, invece io sono solo uno che cerca di ragionare e che di fronte all’ affermazione dell’ex Ministro dei Trasporti Lupi: ”Il TAV serve perché da lì passa il 30% delle merci” avevo replicato: “30% di quanto? E il totale, negli anni, è in crescita o in diminuzione? Lo sa il signor (ex) ministro che alle merci non interessa arrivare prima, bensì in orario? Come può far viaggiare merci e passeggeri sulla stessa linea se insieme a treni merci che  sviluppano al massimo 90 kmh con treni passeggeri da 200 kmh? Etc.”

Ma tant’è … “Dai confessa, sei un grillo parlante … e poi … lo sappiamo … abiti a Trento ma sei nato a Genova … dai che a S.Ilario (quartiere genovese residenza di Grillo, n.d.r.) ci andavi spesso!” (Si, a prendere il sole, 50 anni fa, n.d.r.). “E  poi …

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Così non va bene, nemmeno se la fai rotonda!

e poi del TAV del  Brennero, che ci dici, blogger?” Che vi dico? Che per anni sono stato azionista e consigliere di ATT3 Alptransfer Ewiv Geie, (Gruppo Economico di Interesse Europeo), gruppo privato per il traforo del Brennero, con sede in Bolzano, costituito da circa 500 ingegneri e manager di Germania, Austria, Trentino, Sud Tirolo e Italia (v. post del 10 gennaio 2014, “Il traforo del Brennero”). Noi proponevamo un tunnel a tre canne uguali solo per treni merci  autoguidati e per i passeggeri l’attuale linea, ammodernata. All’epoca le Ferrovie degli Stati insistettero per una canna unica, la quale costava di più, era più pericolosa e assai meno funzionale ed efficace. Ora pare che abbiano deciso per le tre canne (è già qualcosa!) ma pare che mandino treni merci e passeggeri sugli stessi binari. Evvabbè … Comunque lasciatemi togliere il sassolino dalla scarpa e ri-elencare qui sotto vantaggi e svantaggi della nostra proposta:

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Quasi bene, perchè le tre “canne” dovrebbero essere delle stesse dimensioni! Infatti, in caso di incidente in una canna, la terza (normalmente usata per servizio) entra in funzione e il traffico non si interrompe.

Vantaggi:
• maggiore sicurezza per le merci e soprattutto per i passeggeri, perché è pericolosissimo mandare treni merci a 90 kmh e passeggeri a 150 kmh sulla stessa linea!
• Maggiore puntualità del servizio. Alle merci non serve arrivare presto, ma arrivare in orario.
• Maggiore funzionalità.In caso di incidente in galleria, migliore e più rapida possibilità di intervento e minor tempo di interruzione della linea.
• Minori tempi di realizzazione: le “talpe” che scavano gallerie di quella dimensione sono molto più veloci.  Inoltre, si può iniziare a scavare da più punti contemporaneamente.
• Minori costi di realizzazione (ad esempio, non servono sistemi di areazione ed altre cautele riservate al traffico passeggeri). Inoltre canne di quel diametro sono autosostentantesi, ovvero sulle loro pareti interne basta una gettata di cemento per evitare la caduta dei sassolini e null’altra opera di sostegno interno è richiesta.
• Maggiore piacevolezza del viaggio: i passeggeri (turisti) possono ammirare la bellezza dei luoghi senza subire lo stress di una corsa in una galleria di oltre 50 km.

Svantaggi:
I passeggeri non avrebbero recuperato quell’ora in meno di viaggio che pareva fosse “assolutamente indispensabile”  (?) nel tragitto da Trento a Innsbruck!

Dice … “Ma come, caro il mio blogger, sei contrario al TAV in Val di Susa e ti applichi tecnicamente per realizzare il TAV del Brennero?”  Rispondo: questione di flussi di merci, ragazzi, che sull’asse nord-sud sono in aumento, non in diminuzione, ed al fatto che già ora l’A22-Autostrada del Brennero è al limite del collasso quanto al traffico merci. Tuttavia io non mi riferisco principalmente ai volumi di traffico, quanto all’ attuale grado di usura e di sopportazione dei manufatti autostradali, in particolare dei ponti, ormai al limite. Di questo passo che facciamo fra non molto? Chiudiamo l’autostrada per rafforzare i suoi ponti? O aspettiamo che ne crolli uno per poi far vedere a tutti quanto siamo bravi nell’individuare il responsabile del disastro?

TAV … Treno ad Alta Velocità per trasportare velocemente i passeggeri, salvo poi giustificarlo per la maggiore quantità di merci trasportabile a velocità ridotta (la sola alla quale possono viaggiare i pesantissimi treni merci)? Qualcosa non quadra, non pare anche a voi?

Dice … “Ma tu non eri laureato il giurisprudenza? Che c’azzeccano questi tuoi interventi da ingegnere civile?”  Rispondo: eh, cari ragazzi, è la vita … è la vita che spesso ti porta ad imparare tanti mestieri, soprattutto se “tieni famiglia”!

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UN PETTIROSSO, UN MARTIN PESCATORE, UN AIRONE CINERINO: A TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Novembre, 2015 @ 11:27 am

Detto altrimenti: Trento, città meravigliosa     (post 2162)

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Questa mattina, attraverso il vetro della cucina …

Pettirosso. Ogni volta che ne vedo uno mi torna alla mente una poesiola che avevo studiato in seconda media 60 anni fa:

“The North Wind doth blow, / And we shall have snow, / And what shall the poor robin do then? / Poor thing! / He’ll sit in the barn, / And keep himself warm, / And hide his head under his wing, / Poor thing!” (Soffia il vento del nord e presto sarà neve. E che farà allora il pettirosso, povera creatura? Si riparerà dentro il granaio per tenersi al caldo e metterà la sua testolina sotto l’ala, povera creatura).

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Martin Pescatore. Si, fra le fronde del Fersina, fotografato dal mio amico Luigi Zullo. Siamo a circa 1 km da Piazza del Duomo!

 

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Negli anni scorsi Luigi aveva fotografato (ed io pubblicato qui nel blog) un airone cinerino con il suo pesce in bocca, appena pescato qui, davanti casa, sul Fersina, in Viale Trieste a Trento, sempre ad 1 km da Piazza del Duomo!

E che dire di quando un cerbiatto, seguendo il letto del Fersina,  era sceso in città dall’alta Val dei Mocheni, là dove il Fersina nasce, per poi essere catturato e riportato in montagna, a casa sua dove i suoi  lo stavano aspettando in ansia? (Non ho la foto … se qualcuno me la manda la pubblico volentieri)

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… da visitare in bicicletta, naturalmente!

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Ed eccola qui a fianco, la citata Piazza del Duomo …

 

 

 

 

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Che dire? Trento, città meravigliosa!

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4 NOVEMBRE: CADORNA, DIAZ

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Novembre, 2015 @ 7:02 am

Detto altrimenti: Forze Armate, Unità Nazionale, guerra ’15-’18   (post 2161)

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Le cartoline precetto!

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Qui a Trento, versante sud est, il Ponte dei Cavalleggeri addobbato con bandiere tricolori: da qui entrarono le prime truppe del Regno d’Italia. Il Regno, il Re … L’amico professore, studioso, letterato, autore, regista, attore Alfonso Masi ha inteso commemorare la guerra con una rappresentazione satirica: “Quando il Re chiama”. Nello spazio al Sass, ovvero nella Trento romana: noi spettatori seduti sui marciapiedi romani (letteralmente), i piedi appoggiati sul levigato ed irregolare selciato d’allora – e son duemila anni! -. Di che si tratta? Due carabinieri annunciano ad una famiglia di contadini della montagna trentina un grandissimo onore: il Re si è degnato di firmare e indirizzare loro le cartoline precetto, conferendo loro il grande privilegio di indossare la divisa e di andare in guerra. I due fratelli neo arruolati insistono: ciò che conquisteranno diverrà di loro proprietà. I carabinieri, pro bono pacis, accettano di firmare l’impegno. Finita la guerra i due tornato a casa: uno orbo ed uno zoppo e ricevono … una croce di guerra a testa. Fine.

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Mai più lo scempio e la vergogna nazionale della Scuola Cadorna di Genova!

Io ho fatto una riflessione. Cadorna, Diaz. Cadorna: responsabile della sconfitta catastrofica di Caporetto; instauratore della decimazione; quello che “se le mitragliatrici nemiche uccidono 100 miei soldati al minuto, io ne mando all’attacco 200 al minuto”. Cadorna: ma insomma, togliamo quel nome dalle nostre piazze, dalle stazioni delle metropolitana a lui intitolate: non si merita questo onore! E ribattezziamo quei siti con un nome degno, quello del Generale Armando Diaz, l’Eroe del Piave! E del nome Cadorna che farne? Ecco, ci sono: ribattezziamo la Scuola Diaz di Genova e chiamiamola Scuola Cadorna: due vergogne nazionali concentrate in un unico sito fanno meno male che sparpagliate per le nostre città in tanti luoghi diversi … isoliamoli, questi due cancri della memoria!

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BIBLIOTECA COMUNALE DI TRENTO, I CLASSICI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Novembre, 2015 @ 4:06 pm

Detto altrimenti: ancora il Satyricon di Petronio   (post 2160)

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Bibetque bibatque quicumque phalernum, sua cura citiusque solvetur cadetque …

La nostra Prof Maria Lia Guardini … il Satyricon …Ne abbiamo già parlato (v. il post del 20 ottobre scorso), ma tant’è … Noi, suoi “giovani” alunni, abbiamo riletto il romanzo, un bel libro composto dai 2 soli “libri” giunti sino a noi dei 10-15 dell’opera integrale, per di più ricchi” di frammenti mancanti. Un’opera “di peso”, sicuramente, soprattutto se la considerate scritta su tavolette e pergamene! Una satira … ma mentre quelle di Orazio, il campione dell’aurea mediocritas, avevano anche la pars construens, qui vi è solo la pars destruens: la descrizione delle dissolutezze di una parte della società del tempo (di Nerone), senza alcun giudizio né morale né d’altro tipo. Potremmo dire “alla ricerca del sesso perduto”, ove volessimo amplificare uno degli aspetti di fondo del racconto: quello del “labirinto” come abbiamo imparato a conoscerlo sin da tempi del mito cretese. I tanti labirinti nel lavoro di Petronio: delle vicende, delle case, dei sentimenti, delle strade: alla ricerca di -. Appunto.

Un romanzo, si diceva: un banchetto orgiastico se non altro dal punto di vista alimentare, che ruota al centro della figura dell’arricchito Trimalchione, che richiama la figura dello zingaro-mafioso di certi recenti funerali romani (Casamonica, settembre 2015) e dello zingaro capo-clan del film Suburra (ottobre 2015). E poi il viaggio di due ragazzi, di cui uno studente, in una sorta di interrail dell’epoca. Il tutto raccontato secondo il linguaggio di ogni protagonista: colto, becero, pomposamente dotto, volgare, etc.. Viaggio che nella letteratura di sempre è il leit motif maggiormente utilizzato (da Omero a Dante, a Giulio Verne etc.).

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Umberto Eco

La domanda che tutti si pongono è sempre la stessa: quale la motivazione, quale la finalità dell’opera? Io ho cercato di darmi una pre-risposta: all’epoca, quale poteva essere la sua diffusione? Infatti Umberto Eco nel suo lavoro “Lector in fabula” ci insegna che al di là dello scrittore e del lettore empirico, esiste una scrittura ed una lettura preordinata, nel senso che si scrive sapendo o volendo “farsi leggere da –“ , per cui un’opera non esiste se non quando viene letta. Inoltre lo stesso Eco, nell’Appendice a Il Nome della Rosa, afferma che spesso il lettore legge anche al di là delle intenzioni dello scrittore. Ok, ma se l’opera non è diffusa per mancanza di editori e tipografie, chi sono i pochi “privilegiati” che la possono leggere? E’ il caso nostro. Essi sono i nobili della corte di Nerone. ma allora le soluzioni sono almeno quattro:
• si tratta di una macchinazione letteraria, una manifestazione di “muscolatura letteraria”?
• Si tratta della ricerca del puro divertimento da parte dello scrittore?
• E’ una critica severa della amoralità del tempo?
• Oppure si è voluto superare definitivamente il mondo del mito, pur non rifuggendo Petronio dal ricorrere a dotte citazioni dei classici?

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Alfonso Masi

La morale: completamente assente nell’opera, al pari della religione.
Per capire meglio il significato del romanzo occorrerebbe un incontro-dibattito con l’Autore, ma la cosa appare piuttosto ardua da realizzare a causa della sua prematura morte avvenuta circa 2.000 anni fa. Una soluzione potrebbe essere quella di suggerire allo studioso-scrittore-scenografo-regista-attore Alfonso Masi di scrivere – inventando – tale intervista. Vedremo cosa ne pensa Alfonso …

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Un’opera realistica? Certo, ma solo nella descrizione degli aspetti deteriori della vita (di corte). Realistica poi anche quanto alla sua attenzione al contemporaneo, scevra di ogni idealizzazione.

O mùzos delòi oti … concludevano le favole di Esopo: la favola ci insegna che … ecco, quale è la “morale” ovvero l’insegnamento che possiamo trarre da questo romanzo? Io mi permetto di dire che dobbiamo rileggere con molta, molta calma e senza alcun tipo di prevenzione un romanzo valutato come “capostipite di tutta la narrativa occidentale” (così Luca Canali): se non altro ci aiuterà a scoprire come nasce un genere letterario.

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Prof. Andrea Aragosti

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Quale edizione leggere? Io, che pure ho studiato latino per otto anni, ho preferito leggerlo nella sua traduzione italiana (testo latino a latere) di Andrea Aragosti (BUR Rizzoli – Classici greci e latini Ed.), che mi permetto di suggerire per l’attualità e quindi l’efficacia del linguaggio.

Prossimo appuntamento nella Biblioteca: martedì 17 novembre ore 10,00. Parleremo delle Metamorfosi di Apuleio, che peraltro abbiamo già esaminato (si vedano i miei post del 9 e del 24 aprile 2013). Anch’egli in un certo senso dissacratore, in quanto trasforma la “ricerca filosofica della verità” nelle semplice e banale “curiosità umana” (del protagonista). Sarà interessante raffrontare i due romanzi.

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