IERI, DOMENICA …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Gennaio, 2016 @ 7:07 am

Detto altrimenti: dal Trentino di neve al Trentino di acqua ed ai crimini di Colonia        (post 2248)

IMG_3647Eccomi al consueto appuntamento con voi care lettrici e con voi amici lettori. Alla mia tenera età sette ore di sonno per notte sono più che sufficienti e poiché di giorno non sto mai fermo e la sera vado a letto presto, la mattina alle sei sono al computer … a constatare che ieri … ieri, mentre io ero passato dalle nevi del Tonale alle acque del Lago di Garda, voi eravate numerosi a leggere le mie sudate “carte “ (elettroniche), ovvero i miei post. E di questo vi ringrazio, sapete … constatare che ciò che andiamo scribacchiando viene letto è un po’ la benzina del nostro motore di blogger. Grazie!

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L’amico Gianfranco al timone di Whisper

E allora, di che parliamo oggi? Be’ … tanto per cominciale che la fortuna aiuta gli audaci, nel senso che con quelle previsioni del tempo decidere di andare in barca a vela … Ed infatti la fortuna ci ha aiutato, sia con il vento, che non è mancato, sia con il sole che tutto sommato non si è negato del tutto. Ragion per cui ho potuto ospitare un amico che, essendo già un bravo velista su barche grandi, vuole imparare a gestire il mio sbarazzino Fun Whisper. Il Fun (francese: “Formule Un”) è una barca da regata di poco più di sette metri (7,5 lft fuoribordo compreso); dislocamento (peso) 1000 kg; stazza 2,8 tons; deriva 330 kg; randa e genoa, 16 mq; fiocco, 8 mq; spinnaker 40 mq; carena planante.  Ma se andare a “navigare” fra i miei post ne leggerete delle belle sul suo (nostro) conto! Il mio Fun si chiama Whisper, ovvero bisbiglio, sussurro, a significare come scivola via silenzioso anche con poco vento.

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Non siamo selvaggina, anche se fossimo nude!

Ma ora veniamo alle cose serie. la violenza sulle donne a Colonia (De). Ormai si tratta di fatti seriali, come i furti negli appartamenti qui a Trento, i primi assai più gravi dei secondi, ma entrambi molto pericolosi quanto a indicatori di tendenza: la tendenza alla “normalità” del crimine, come fatto ripetitivo, seriale appunto, al quale invece non ci dobbiamo abituare. E la nostra reazione non deve e non può essere solo quella di gridare alla punizione (che pure ci vuole: tempestiva e severa!), ma anche quella di chiederci cosa dobbiamo fare per prevenire simili comportamenti.

A questo punto mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori una sottolineatura: di fatto noi – purtroppo – ci stiamo scandalizzando troppo poco – e quasi per nulla reagendo –  di fronte ad altre diverse serie di crimini “formali e/o sostanziali”:: quelli della “diffusa corruzione”, dei “grandi furti”, delle “grandi evasioni”, delle “intollerabilii ingiustizie sociali”, delle “inique eccezioni di legge”. Ecco, purtroppo siamo già “assuefatti all’assuefazione” e quindi a maggior ragione siamo esposti al rischio di questo nuovo micidiale tipo di mancanza di adeguata reazione.

Già, perchè i crimini di Colonia offendono tutti noi, ciascuno di noi: sono una prepotenza, una violenza doppiamente inaccettabile: doppiamente perché sono immorali ed anche amorali, nel senso che tendono ad insistere – cioè ad auto giustificarsi –  su una auto approvazione: è lecito e legale che io faccia ciò che non mi è impedito con la forza.

Se le leggi scritte sono inefficaci – ovvero, se non sortiscono l’obiettivo che si prefiggono, e a Colonia non hanno saputo evitare le aggressioni –  si instaura una nuova, perversa  legge: è legge la previsione di ciò che riuscirò a fare io con la mia forza o le forze dell’ordine con la loro forza: forza contro forza).

Ma quale è allora la forza che noi dobbiamo usare contro questi crimini? Quella di prevenirli con comportamenti moralmente rigorosi in ogni campo (economico, finanziario, fiscale, sociale) in modo che questi “nuovi” ( e “vecchi”!) crimini siano automaticamente individuati come l’eccezione che va (comunque, sin d’ora, a prescindere!) punita con assoluta tempestività e massima durezza: tolleranza zero.

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INTRAPRENDENZA TONALE DUE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Gennaio, 2016 @ 6:00 pm

Detto altrimenti: a seguito del post del 2 aprile 2015 “Intraprendenza Tonale” http://www.trentoblog.it/riccardolucatti/?p=36614   (post 2247)

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Ora  si sale  in cabinovia!

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Oggi sono andato a sciare al Passo del Tonale (+ Ponte di Legno), per vedere la nuova telecabina che sale fino ai 3000 metri. Tonale, il primo amore non si scorda mai: già, perché la Carosello Tonale Spa  l’ho inventata (nel nome)  e costituita io, tanti anni fa: si legga il post “La mia ISA” del 4 luglio 2012  http://www.trentoblog.it/riccardolucatti/?p=6095. Ora, essendomene occupato da manager, ancora oggi che mi ci reco da sciatore, mi “scappa di fare il manager”! Vorrete quindi scusare un VIP, Vecchietto In Pensione, qual io sono! Tuttavia un chiarimento: la prima sistemazione dell’area (creazione della attuale Carosello Tonale) è stata tutta farina (anzi … neve!) del mio sacco. Quanto invece scrivo qui in appresso è solo il mio tentativo di esporre razionalmente quanto viene ragionato e proposto da persone del luogo, assai esperte: imprenditori alberghieri-maestri di sci- preparatori di campioni del mondo-programmatori di stazioni sciistiche con esperienze internazionali quali consulenti e manager del settore.

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cartello_presena_sl(1)Tonale? Trentino! Tra le tante, due Valli: le Valli di  Sole e di Pejo. Due impianti funiviari di risalita che arrivano a 3000 metri. il primo è stato quello di Pejo, di cui parlerò in coda al post. Il secondo (solo) in ordine di tempo, quello che parte dal Passo del Tonale e che fino all’anno scorso, grazie al contributo di una seggiovia e di uno sklift,  arrivava sul ghiacciaio Presena “solo” a quota 2970. Oggi la risalita dal Tonale al ghiaccio è così servita:

  1. prima cabinovia: dal Passo del Tonale (1850 m.) al Passo Paradiso (2550 m.) – Pista da discesa: nera
  2. seconda cabinovia:
    1. da 2550 m. sino alla stazione intermedia (2750 m) – Adatta a campo scuola;
    2. dai 2750 m. della stazione intermedia in vetta (3000 m.) – Pista nera da completarsi con una variante rossa.
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La vista dai 3000 metri!

All’arrivo ai 3000 metri siete ai piedi dell’ultimo strappetto che conduce, con breve scarpinata  alla Cima Presena (m. 3068 – Fare molta, molta attenzione se c’è ghiaccio! Gli scarponi da sci che avete ai piedi non sono certo adatti a risalire pendii di ghiaccio e rocce!). Il panorama che si apre al vostro sguardo è splendido!  La Carosello Tonale ha fatto un investimento di circa 15 milioni di euro per realizzare la seconda cabinovia. Ora si tratta di “mettere a sistema!” l’intera zona. Per comprendere quanto segue, molto meglio se prima leggete in ordine cronologico  i due post sopra citati. Tuttavia in parte qui io mi ripeterò per comodità del lettore.

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Da qui dovrà partire la nuova variante rossa di cui in appresso

L’area Tonale-Ponte di Legno è gestita da società trentine e da società bresciane. Ciò che occorre è la fusione delle due principali società (la trentina Carosello Tonale e la bresciana SIRT). Ciò comporterebbe soprattutto la programmazione coordinata ed economica degli investimenti, evitandosi una concorrenza che farebbe male a tutti. Le diversità delle due società le ho descritte nei post citati. Oggi la bresciana SIRT vanta un incasso annuo extra impianti di risalita di circa 2 milioni di euro che le deriva dalla gestione di tre centraline idroelettriche. Ponte di Legno inoltre ha un numero di posti letto molto maggiore della disponibilità della zona trentina del passo. Il Trentino ha l’avviamento del proprio nome, la quota 3000 e le tante piste in quota e al sole.

Alla luce di ciò, gli interventi di razionalizzazione, previa  fusione delle due società nella nuova “Carosello 3000 Tonale – Ponte di Legno SpA”, potrebbero essere i seguenti:

  1. sul ghiacciaio: tratta 2a): realizzare pista da campo scuola, molto ampia e con larghezza minima 30 m.;
  2. tratta 2b): realizzare variante rossa;
  3. tratta 2a) e 2b): attrezzare con impianto di innevamento programmato.

Ciò consentirebbe di potere aprire la stagione al 1 novembre e di esaltarne l’utilizzo a fine stagione sciistica, migliorando l’immagine del comprensorio e il conto economico della gestione (il ghiacciaio Presena va attrezzato per quello che è la sua mission istituzionale: anticipare e allungare la stagione!)

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    Più o meno, da qui verso destra, nuova variante verso la stazione intermedia della cabinovia bresciana

    potenziare la cabinovia (oggi bresciana) che sale da Ponte di Legno al Passo del Tonale;

  2. tracciare una nuova pista di discesa (variante nella foto) che dagli impianti (oggi trentini) del Bleis conduca alla stazione intermedia della cabinovia che sale da Ponte di Legno;
  3. collegare i sovrastanti impianti del Bleis agli impianti della Val Albiolo, creando un nuovo carosello nel carosello;
  4. dotare la zona della Val Albiolo e dell’impianto “Alpino” di due laghetti per la raccolta dell’acqua necessaria all’innevamento artificiale;
  5. dotare la zona adiacente alla stazione intermedia della cabinovia (oggi bresciana) di servizi e attrezzature alberghiere, magari riattando alcune vecchie costruzioni oggi abbandonate.
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La ciclabile a Ponte di Legno alla fine della scorsa stagione sciistica

Questo per l’inverno. E per l’estate? E’ in fase di ultimazione la pista ciclabile che dal Passo del Tonale si congiungerà a Fucine (bivio ciclabile per Pejo già esistente!) in Val di Sole con la ciclabile che arriva da Mostizzolo, con una discesa di circa 15 km, un dislivello di circa 1000 metri che si salderà alla ciclabile già esistente che arriva da Mostizzolo di ulteriori km 35. Totale 50 km! La stessa cosa si potrebbe realizzare dal Tonale a Ponte di Legno, e collegarsi quindi alla ciclabile già esistente Ponte di Legno-Cogolo, per altrettanti 50 km circa! Senza contare le numerose piste in quota per mountain bike, sull’esempio dell’Austria (si veda il post Trentino Bikeland del 30 ottobre 2014) http://www.trentoblog.it/riccardolucatti/?s=trentino+bikeland.

thYTCTCGDLE Pejo? Pejo deve essere messa in grado dalla Provincia Autonoma di Trento (quanto alle concessioni) e dalla collaborazione pubblico-provata (quanto agli investimenti) di dotare le piste, prolungate fino a Pejo fonti (m. 1500), di impianto di innevamento artificiale e di realizzare un rifugio in quota. Ciò le consentirà di avviare la stagione invernale il 1 dicembre. Quanto alle biciclette, vale quanto scritto per il Tonale, stante il collegamento ciclabile già esistente fra la Valle di Peio e la Val di Sole.

E allora … ecco a voi  il Trentino SkiLand e BikeLand!

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LA CINA È VICINA O LONTANA?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Gennaio, 2016 @ 8:32 pm

Detto altrimenti: rileggete il post dell’8 febbraio 2013 (“Le crisi economiche degli ultimi 150 anni”) e il post di due numeri dopo.                                            (post 2246)

Mi sono regalato un piumino nuovo: dice … “Fabbricato a Bassano del Grappa” ma nessuna etichetta lo attesta ed allora … che sia cinese?

thH2P6OR6KLa Cina è vicina quando ci invade con i suoi prodotti. La Cina è lontana quando la sua borsa crolla: lontana, nel senso che l’opinione pubblica non si allarma abbastanza. E fa male. Fa male perché i cinesi sono azionisti di maggioranza di moltissime aziende mondiali in genere ed italiane in ispecie. Fa male perché molto nostri imprenditori hanno “delocalizzato” in Cina. Fa male perché la Cina detiene una buona parte del debito pubblico USA. Fa male perchè … etc.

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La Cina. Un territorio enorme, una popolazione numerosissima, una grande forza lavoro, un grande mercato, poco rispetto dei diritti soprattutto dei “lavoratori umani”.

La Cina. Crescita a due cifre, tutti investono: acquistano azoni e le rivendono dopo pochi giorni  realizzando forti utili. Tutti imparano il gioco fino a quando si scopre che si tratta di una bolla finanziaria che può  scoppiare. Ed è scoppiata, iniziando dal mercato immobiliare.

Un segnale che le cose non vanno? Che la finanza sta ubriacando l’economia reale? Semplice: quando in un anno la stessa azione rivenduta “n” volte ha generato un utile complessivamente superiore alla crescita dell’economia reale, vuol dire che la finanza ha drogato l’economia e che prima o poi molti resteranno con il cerino in mano e si bruceranno le dita. Ma tant’è …

La lezione della storia non serve a nulla. Rileggete come scoppiò la grande crisi a Vienna nel post citato. In quel caso la bolla fui “ferroviaria”. Leggete … leggete … quei post citati, gente!

Ma allora, la Cina è vicina o no? Che ne dite, care lettrici e stimati lettori?

E domani … Buona Epifania a tutte e a tutti!

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Nel frattempo oggi avete visitato i miei post in 336 e di ciò vi ringrazio! Insomma, stavate  superando il vostro stesso  record del 16 dicembre (346 visite) e ci siete quasi riusciti …

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ARCTIC-CYCLER.COM

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Gennaio, 2016 @ 8:27 am

Detto altrimenti: dall’Olanda in Australia in bicicletta         (post 2245)

Eppure è vero. Circa due anni fa stavo sorseggiando un caffè al bicigrill di Nomi, 17 km a sud di Trento (vedi post relativo). Arriva Alessandro Zorat, amico dell’amico che stava con me (GiovannI Soncini). Alessandro è a sua volta  in compagnia di un tale (Mattiew). Il “tale” era di passaggio: stava arrivando (in bicicletta!) dall’Olanda ed era diretto in … Australia! (cliccale “Australia” e leggete i post dl 7 novembre 2014 e 2 marzo 2015).

Direte: piano piano … se po’ fa’ .. Eh no, cari miei! Piano piano un corno! L’amico usa una biciclettona da trasporto: quattro borsoni tenda da campeggio compresa, arriva a fare anche 220 km in un sol giorno e a scalare passi fino a 4500 metri! E poi, in Asia, in Cina … deserti, caldo, neve … di tutto! Ora è in Cina, in 237 giorni di pedale ha superato i 20.000 km.!

Le sensazioni che provo io nel leggerlo? Ammirazione per il coraggio e la forza fisica e d’animo che dimostra: pedalare e pernottare (spesso in tenda) da solo, in mezzo a deserti, a montagne sconosciute, senza alcuna assistenza d’appoggio programmata … non è da tutti. E come se non bastasse, ogni sera mettere on line il resoconto e le foto del giorno! Poi la ricompensa: luoghi incantevoli, ameni, culture diverse, la gente che lo accoglie con simpatia, i rari compagni di viaggio a pedali, etc.. Insomma, un mito di ammirazione e invidia …

Se volete seguire Mattew,  entrate in www.arctic-cycler.com. Dopo ne riparliamo!

 

 

 

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AUTONOMIA E RAPPRESENTANZA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Gennaio, 2016 @ 7:47 am

Detto altrimenti: dentro le due Parole        (post 2244)

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“No taxation without representation”, nessuna tassa può essere imposta a carico di chi non sia rappresentato politicamente: così stabilirono nel 1755 le prime 13 colonie “ribelli” USA contro la ex madrepatria GB. A me piace proporre alle lettrici ed ai lettori una interpretazione estensiva del principio: nessuna legge può essere imposta a chi non abbia contribuito alla sua nascita attraverso una ininterrotta catena della rappresentanza popolare.

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Intendiamoci: il mio non è un invito all’anarchia, ma solo il riferimento ad un processo mentale che ho “copiato” dal filosofo del diritto Hans Kelsen (nato a Praga nel 1881, naturalizzato austriaco), il quale affermava: “Per verificare un concetto, estremizzatene le conseguenze, salvo poi ricondurlo al suo significato originario” (cito fra virgolette ma a memoria: Kelsen mi scuserà!).

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Orbene, la differenza fra le regioni a Statuto Ordinario e la nostra a Statuto Speciale sta (anche) in questo: a livello statale la catena della rappresentanza si è se non interrotta almeno certamente indebolita, nel senso che il messaggio originario che lancia l’elettore (il voto), strada facendo viene modificato e quello che arriva (ovvero: la legge che ne deriva) spesso è assai difforme dall’input che lo ha originato. Ciò è dovuto a molti fattori: al sistema delle coalizioni a composizione variabile (che vivono di compromessi); al voto segreto; all’assenza del vincolo di mandato; ai premi di maggioranza, ai quorum, etc..

Accade un po’ come nel gioco infantile del “telefono”: il primo bimbo sussurra all’orecchio del secondo una parola, il secondo cerca di ripeterla al terzo e così via. L’ultimo della fila dice a tutti quale parola gli è arrivata ed essa assai spesso è totalmente diversa da quella originaria!

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Qui da noi questi fenomeni (a mio avviso distorsivi) possono anche esistere, ma la loro portata è molto, molto diluita se non altro dal “fatto dimensionale”. Infatti la limitata dimensione territoriale – è innanzi tutto un fatto fisico – fa sì che tu il “tuo” assessore, il “tuo” consigliere, il “tuo” presidente tu lo possa incontrare al bar, per strada, in molte altre occasioni, per cui puoi reclamare anche di persona il rispetto il tuo singolo, specifico  mandato (voto). Inoltre a spazi brevi corrispondono tempi brevi fra l’azione politica e i suoi effetti, per cui  la responsabilità dell’azione politica più difficilmente si “perde per strada” non potendosi diluire e nascondersi dietro i molteplici veli della serie degli anelli della catena della rappresentanza, altrove costituitì, ognuno, più spesso da “potere o responsabilità“, e solo assai più raramente da “potere unito alla responsabilità“.

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E poi c’è il principio di sussidiarietà! Che non vuol dire che occorre dare sussidi a chi ne ha bisogno, ma che “non faccia l’organo superiore ciò che può fare l’organo inferiore”. Questo principio, ove rispettato, sarebbe il migliore motore della crescita sociale e politica di ogni sistema, ed anche, lasciatelo dire ad un uomo “di azienda” qual io sono, anche di ogni SpA, nel senso che favorirebbe la crescita professionale e la responsabile autonomia ogni collaboratore, così come in politica favorisce la maturazione ed il grado della responsabile consapevolezza e del civile  auto coinvolgimento di ogni cittadino, condotto ad esercitare il suo diritto-dovere di assumere la responsabilità delle proprie decisioni.

Traduciamo: non faccia l’Europa ciò che possono fare i singoli Stati; né gli Stati ciò che possono fare le Euroregioni e via via così nei riguardi delle Regioni, delle Provincie, delle Comunità di Valle, dei Comuni, dei singoli cittadini. Anche dei cittadini … già, perché esiste anche il diritto dei privati, ovvero quella serie di norme comportamentali che i singoli dovrebbero/potrebbero autonomamente porsi, adottare rispettare senza bisogno di alcuna statuizione di legge da parte di un organo superiore. Ma questa è un’altra storia … di civiltà prima che politica.

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CACCIA GROSSA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Gennaio, 2016 @ 5:52 pm

Detto altrimenti: Dio ha creato i gatti …      (post 2243)

… per consentirci di accarezzare le tigri!

 

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Ero sul balcone intento ad annaffiare ciò che resta dei “miei” fiori estivi (in primo piano la dipladenia – mandevilla splendens). Nel giardino sottostante scorgo un gatto che avanza con movimenti impercettibili.  E’ a caccia. All’inizio penso: di un passerotto, di un grillo, di una lucertola. Poi il mio sguardo cade su una “palla” bianca: il coniglio di Sandra, un’amica condomina. Accendo la telecamera del telefonino, ma la dimensione del film supera la capacità del post (peccato!). Sette minuti per percorrete sette metri! Il coniglio esce dall’inquadratura tanto io sono concentrato sui lentissimi e studiati movimenti della tigre. La preda è  “fuori campo” ma immobile: evidentemente conta sulla rete che divide il suo prato dal terreno di caccia. Oppure non si è accorto del felino in agguato. Come è andata a finire? Quando il gatto è stato “a distanza di balzo”, il coniglio molto dignitosamente si è lentamente ritirato al centro del suo praticello.

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I movimenti della tigre: immobile, una statua. Poi lentissimamente, dall’ “insieme tigre” esce pian piano in avanti una propaggine:  una zampa bianca, inizialmente ripiegata su se stessa, poi distesa in avanti, quasi a saggiare il terreno prima di caricarvi il peso. Una prolungamento sottile, che sempre molto, molto lentamente, viene “riassorbito” dal corpo che avanza, fino a scomparire all’interno del citato “insieme”. Ora il cacciatore è di nuovo immobile, per controllare che quel suo procedere di dieci centimetri non abbia messo in allarme la preda. Indi, si ricomincia. Con l’altra zampa. Alle spalle della tigre, a circa 10 metri, una strada. passano auto, persone. Rumori di motori, voci umane: nulla distrae il cacciatore dal suo impegno.

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A sua volta il gatto, con movimenti distratti, come se passasse di lì per caso,  rotolandosi sulla schiena come per dare ad intendere che tutto sommato lui voleva solo concedersi una grattatina, ha inutilmente provato ad insinuarsi sotto la rete (non ho capito perché non abbia deciso di superarla con un balzo). Poi, altrettanto dignitosamente, se ne è andato. Fine della caccia.

P.S.. non si trattava di un gatto randagio, bensì di un animale ben nutrito, dal pelo lustro, evidentemente mosso dall’istinto naturale di cacciatore della specie cacciatori-non-sufficientemente-affamati.

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LO STATO DI PALESTINA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Gennaio, 2016 @ 7:21 am

Detto altrimenti: che la cosa non passi inosservata!     (post 2242)

Leggo da internet:

thK0BQUMBWCittà del Vaticano, 2 gen. (askanews) – Entra in vigore l’accordo bilaterale tra Santa Sede e Stato di Palestina, (il grassetto e la sottolineatura sono interventi miei, n.d.r.) dopo la sigla del pre-accordo lo scorso 26 giugno e la ratifica da parte delle due parti. “In riferimento al Comprehensive Agreement between the Holy See and the State of Palestine, firmato il 26 giugno 2015”, si legge in una nota diramata dalla sala stampa vaticana, “la Santa Sede e lo Stato di Palestina hanno notificato reciprocamente il compimento delle procedure richieste per la sua entrata in vigore, ai sensi dell’Articolo 30 del medesimo Accordo. L’Accordo, costituito da un Preambolo e da 32 articoli, riguarda aspetti essenziali della vita e dell’attività della Chiesa in Palestina, riaffermando nello stesso tempo il sostegno per una soluzione negoziata e pacifica del conflitto nella regione”.

Osservo:

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Andiamo alle origini, leggiamo il libro-testimonianza “Con il vento nei capelli – Una Palestinese racconta” (Giunti ed.) della palestinese Salwa Salem per vedere come i Palestinesi furono cacciati a viva forza dalle loro case e dalle loro terre per far posto ad altri. Cacciati da chi voleva farsi perdonare di non essere intervenuto con forza per far cessare la strage dei campi di sterminio nazisti.

Papa Francesco. Per me e per tanti altri un ottimo Papa, un Dono di Dio. Non per quelli affezionati al quaeta non movere (non smuovere le acque stagnanti). Per me e per tanti altri Papa Francesco è anche un ottimo Capo Politico del suo Stato. Lo dimostrano la politica (rectius, “pulizia”) finanziaria interna e la politica estera adottate.

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Post scriptum:

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    Oggi Lui non sarebbe nato a  Betlemme

    Cliccando “Salwa Salem” – che fra l’altro ha tenuto anno fa una conferenza a Riva del Garda e che è morta in Italia, dove si era trasferita, nel 1992 – trovate altre notizie su di lei sia fra i miei post che in quelli della collega Mirna Moretti.

  • All’ONU ad opporsi al riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina sono rimasti in pochi, fra i quali USA, Canada e Israele.
  • Secondo le mie reminiscenze dall’esame di “Diritto canonico” del corso di laurea in giurisprudenza (UniGenova, 1968), avrei preferito che a firmare l’accordo fosse stato lo “Stato Città del Vaticano” e non un organismo diverso (la “Santa Sede”, organo supremo del governo della Chiesa Cattolica): ciò sarebbe stato possibile, perchè se è vero che l’impegno palestinese è a tutela della religione cattolica, l’impegno romano è di politica internazionale vera e propria.

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SCADENZA PROGRAMMATA PER BENI DI CONSUMO, CIBO, PERSONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Gennaio, 2016 @ 10:05 am

Detto altrimenti: merce, alimentari, persone …    (post 2241)

Capita spesso. Un prodotto si guasta poco dopo la scadenza della garanzia: “Guardi, spende meno a comperarne uno nuovo che a ripararlo”. Infatti il costruttore può realizzare prodotti che manifestino difetti gravi solo subito dopo la scadenza della garanzia. In Francia questo fatto è un reato. Da noi no. Perché?

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Un esempio attuale: le batterie delle E-bike. Te le vendono assicurandoti un numero “x” di ricariche, ad esempio 800. Dopo hanno “il diritto e il dovere” di guastarsi! In altre parole: ti vendono il “non oltre” 800 ricariche anziché il “non meno” di 800 ricariche.

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Ciò accade anche per gli alimenti, sotto altra forma: la scadenza. Che sia una sorta di dolo lo dimostra il fatto che la Legge 155 del 16 luglio 2013 cosiddetta del Buon Samaritano, consente il ritiro presso i supermercati di derrate “scadute” purchè destinate alla distribuzione gratuita a persone bisognose. In Trentino la onlus TrentinoSolidale raccoglie e distribuisce ogni giorno circa 80 quintali di alimenti, e nessuno mai si è intossicato.

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th7AX95LOWPersone. Anche noi siamo “programmati” per durare un certo numero di anni e non oltre. Solo che per chi ha la fede in una religione la morte è solo un passaggio ad altra vita. Infatti non è solo la religione cattolica che si fonda sulla (Creazione e sulla) Resurrezione: vi sono altre religioni – orientali, ad esempio – nella quali la resurrezione avviene sotto forma di reincarnazione. Tuttavia il fatto grave – e Papa Francesco ce lo ricorda – è che la “scadenza di una persona” nella nostra società “moderna” spesso, troppo spesso avviene per milioni e milioni di “persone in vita”, le quali diventano “scarti viventi della società umana”, fenomeno che invece non dobbiamo permettere che avvenga. Ma questa è un’altra storia.

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L’AUTONOMIA DEL TRENTINO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Gennaio, 2016 @ 8:07 am

Detto altrimenti: iniziamo l’anno nuovo con qualche riflessione      (post 2240)

 

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Eravamo all’interno dell’Impero Austro-Ungarico. E Maria Teresa d’Austria aveva già avuto modo di sperimentare la (concessione della) Autonomia Amministrativa. Infatti quando sposò il Duca di Lorena, per tranquillizzare la Francia rinunciò a quella regione e al marito detronizzato offrì, quale trono  alternativo, quello del Granducato di Toscana, dotandolo di piena Autonomia Amministrativa (ed utilizzando quell’Autonomia, i Lorena bonificarono le paludi della Maremma Grossetana!).

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E noi qui … i primi gemi furono posti da un prete, Don Lorenzo Guetti (nato il 6 febbraio 1847 a Vigo Lomaso, un piccolo paese delle Valli Giudicarie all’estrema periferia dell’impero austro-ungarico) il quale si battè per l’Autonomia Amministrativa del Trentino, per evitare che ogni suo abitante, per far valere le sue ragioni, dovesse recarsi (a piedi!) a Innsbruck! Inoltre fu l’ideatore e il fondatore della prima, vera Cooperazione.

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Da qui in poi la necessità l’autogoverno divenne capacità, esperienza, cultura, dovere, diritto. A Bolzano basata soprattutto sull’ heimat, l’appartenenza; a Trento, su un comune sentire. Orbene, per cercare di approfondire un poco l’attualità della “Soluzione Autonomia” (a bella posta non la definisco “Problema”!), mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori alcune sottolineature.

th9CAD90U2Le nostre elezioni. Usualmente le dividiamo in (erroneamente) “politiche” e “amministrative”: ovvero in quelle per l’elezione degli organi provinciali (le cosiddette politiche) e in quelle per l’elezione degli organi comunali (le amministrative). Dico erroneamente perché sempre di amministrative si tratta (la nostra è Autonomia Amministrativa, non Politica), se non altro perché – quantitativamente – l’elezione del Presidente della Giunta Provinciale  alias Governatore  può equivalere – quanto a numero di abitanti – all’elezione di un sindaco di una città italiana  medio grande tipo Bologna. Ma esiste anche un altro più sostanziale motivo “qualitativo”: noi qui votiamo per amministrarci locali, quindi, a rigore, nelle nostre “politiche” potrebbero a buona ragione essere assenti i partiti nazionali. E qui interviene la contaminatio, ovvero la  contaminazione. Infatti da taluno si pensa che riportare un certo tipo di successo “politico locale” possa servire quale trampolino di lancio per successivo proprio successo politico nazionale e che tale doppio successo locale possa poi essere favorevolmente utilizzato a Roma per la “difesa” della nostra Autonomia.

Orbene, a mio sommesso avviso resta da capire se tale situazione sia una “prospettiva” per l’Autonomia Provinciale  o per contro una limitazione dell’Autonomia del pensiero di ognuno.

thM3VGNW9DGià, perché la prima Autonomia è quella che nasce e vive all’interno della sensibilità di ogni cittadino, di ogni votante, di ogni Trentino per nascita o per acquisizione. Una testimonianza personale (e scusate l’autocitazione): chi scrive ha 72 anni. è nato a Genova, ha lavorato a Genova, Torino, Roma, Milano, risiede e lavora in Trentino da circa 30 anni e solo in Trentino ha maturato questo tipo di riflessioni, solo in Trentino ha “autonomamente” maturato questo tipo di sensibilità sociale ben prima che politica. Vorrà pur dire qualcosa!

Ecco perché a me piace immaginare che nelle nostra “politiche” siano del tutto assenti i partiti nazionali, e che l’Autonomia si debba e possa non solo difendere ma rilanciare in  tre modi:

  1. governando in modo non semplicemente migliore di altri, ma nel modo migliore in assoluto;
  2. vivendo una Autonomia dinamica, sempre tesa all’ampliamento e al miglioramento di se stessa;
  3. mantenendo uno stretto collegamento con Bolzano e con l’Euregio.

Che altro dire se non ancora una volta Buon Anno e Buona Autonomia a tutte e a tutti! E a chi ci definisce “privilegiati” mi permetto di dire: il “livellamento” va fatto verso l’alto, non verso il basso.

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ANTROPOLOGIA DELLO SCIATORE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Gennaio, 2016 @ 4:55 pm

Detto altrimenti: guardiamo un po’ “dentro” gli  sciatori …. (post 2239)

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Il Brenta è senza neve, ma le piste sono ottimamente innevate!

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Inverno, andiamo, è tempo di sciare … sulle piste di neve “sparata” ma tant’è … e chi ci rinuncia? Dicono che se uno che abita a Trento non scia deve avere un difetto di fabbricazione (definizione di un mio collega di Siemens Monaco, di qualche anno fa). Ma io scio. Scio e studio il comportamento degli sciatori,  da aspirante  “sciatore antropologo” o da “studioso della antropologia degli sciatori”!

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I maestri di sci con un codazzo di allievi scendono lentamente ad ampie volute ma curvano due metri prima del limite laterale della pista: benissimo! Così lasciano lo spazio a chi come me, per evitare l’affollamento della pista, scende a serpentina lungo lo stretto bordo della pista.

Pista deserta. Nonostante lo spazio a mia disposizione, io scendo a serpentina, sulla sinistra, con una traiettoria che occupa una fascia non superiore ai due metri. Da destra mi taglia la strada, al traverso, uno sciatore, fermandosi proprio sull’ultimo metro di pista, esattamente due metri davanti alla mia traiettoria. Riesco a saltare sopra le code dei suoi sci evitando lo scontro: no buono, amico, con tutta la pista libera a tua disposizione!

Un dosso. Subito sotto un gruppo di sciatori fermi, in mezzo ala pista. Una curva stretta senza visibilità, idem. No buono.

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Old style

Uno stradello in leggera discesa. procediamo tutti secondo traiettorie rettilinee e  parallele per acquistare quel tanto di rincorsa che ci permetterà di superare il tratto successivo, pianeggiante. Improvvisamente uno sciatore fa un cristiania di arresto mettendosi di traverso a rischio di farsi investire. Perché? E’ un po’ come se, guidando l’auto in una strada a più corsie per lo stesso senso di marcia, improvvisamente chi si trova in una corsia centrale sterzasse a destra per fermarsi, senza curarsi delle altre auto che procedono parallelamente. No buono.

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Da Cima Paganella verso il Garda

Ma allora, quando mi conviene sciare? Dall’apertura degli impianti (08,30) alle 11,30 quando le piste sono ancora ben battute e la maggior parte degli sciatori è ancora a far colazione. o per strada a cercare il posteggio che abbiamo occupato noi ore prima! Siamo in diversi amici a pensarla così. Da anni ci troviamo a quell’ora – anzi prima! – davanti ai tornelli degli impianti, i cui addetti ci chiamano  “strazzapiste” ovvero quelli che segnano, per primi, le piste ancora immacolate e ben battute dai gatti delle nevi. Fra di noi esiste una gara tacita, un gioco: arrivare al tornello prima di ogni altro! Come i mateloti (ragazzini), alla nostra età … ma si può? Eh già, perché a forza di competere ormai siamo già alla mezz’ora prima dell’apertura degli impianti! Di questo passo, hai visto mai che si arrivi a dormire in loco!

 

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1, 2, 3 = SI!    /      4 = NO!

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Vi sono sciatori che non tengono conto dell’andamento generale del traffico sulla pista. Mi spiego: con piste sempre più tirate a biliardo (senza cunette) e sci sempre più facili da “guidare”  la maggior parte degli sciatori tende a scendere con traiettorie abbastanza vicine alla linea di massima pendenza, con serpentine più o meno ampie. Per converso altri sciatori (e ce ne sono!) pretendono di sciare con ampie evoluzioni che attraversano tutta la pista: con il che automaticamente tagliano la strada a molto loro colleghi, rischiando di investirli o di farsi investire. No buono.

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O mùzos delòi, la favola insegna che … l’assicurazione Responsabilità Civile dello sciatore dovrebbe essere obbligatoria venduta insieme al biglietto/abbonamento di risalita. Buono.

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