BIANCO, ROSSO, VERDE E BICI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Maggio, 2016 @ 10:50 am

Detto altrimenti: finalmente il sole!                                    (post 2388)

 

WP_20160520_003 - Copia - Copia

“Fuoristrada”

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Era ora! Fino a qualche giorno fa nevicava a 1.800 metri di quota. Poi, improvvisamente, la primavera! Le nostre biciclette impazienti: “Maggio, andiamo, è tempo  di pedali!”

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Friends, I’m waiting for a comment !

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Lungo la strada, due ciclisti svizzeri, fermatisi come me per ammirare il bianco dell’ultima neve laggiù, verso il Garda; il rosso di papaveri e il verde della campagna.

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IN MORTE DI MARCO PANNELLA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Maggio, 2016 @ 6:51 am

Detto altrimenti: de mortuis nihil nisi bonum                            (post 2387)

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thT6DEGPSKWilliam Shakespeare, nell’orazione in morte di Giulio Cesare, fa dire a Marcantonio: “Il male che gli uomini fanno vive dopo di loro. Il bene è spesso sotterrato con le loro ossa”. Per Marco Pannella sembra che ciò non sia valido: sia perché sarebbe da dimostrare che egli abbia compiuto del male, sia perché pare che a sopravvivere alla sua morte sia il bene che egli ha compiuto. Il bene, tanto, se giudichiamo dagli elogi postumi che sta ricevendo da parte di tutti. Al riguardo faccio mia una osservazione che fa mia moglie da molti anni: “Sarebbe bello che delle persone si parlasse bene già quando sono vive, non sempre e solo dopo la loro morte”.

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ATTENTATO FALLITO AL PRESIDENTE DEL PARCO DEI NEBRODI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Maggio, 2016 @ 5:58 am

Detto altrimenti: attentato fallito? No, avvertimento riuscito!                     (post 2386)

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Il Presidente Giuseppe Antoci sta recuperando per il Parco aree letteralmente “rubate” dalla mafia. Sta interrompendo il meccanismo perverso di truffa alla UE attraverso il quale la mafia otteneva illecitamente contributi per l’agricoltura su aree industriali pubbliche, di proprietà di altri che non del richiedente, comprese nel Parco, etc.. Ce n’è di tutti i tipi! (si veda la trasmissione della Gabanelli o di Jacona, uno dei due … non ricordo chi, ma questo è un dettaglio).

La mafia non gradisce e lo spara (“sparare a” al sud spesso diventa un verbo transitivo) mentre in auto rientra a casa. Lui ne esce indenne perché la sua auto è blindata e i colpi non lo raggiungono. Attentato fallito? Quando mai!!?? Ragioniamo un po’: infatti non è assolutamente credibile che la mafia

  • non fosse a conoscenza che l’auto fosse blindata;
  • non fosse in grado di fornire agli attentatori materiali armi “adeguate” allo scopo.

Dal che si deduce che quanto è successo non è un “attentato fallito” ma un “avvertimento riuscito”.

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Ma andiamo avanti, infatti la cosa più grave è un’altra, e cioè che il sistema della gestione pubblica (delle domande di contribuzione della UE, etc.) sia stato (o sia ancora?) tale da consentire per anni queste rapine dei fondi UE (e dei beni pubblici) alimentati dal denaro dello Stato Italia, alimentato dalle nostre imposte. Mi domando: possibile mai che non si trovi il responsabile di questo colabrodo? Dicono che lo Stato non è una SpA. Tuttavia, per certi aspetti, magari lo fosse! Infatti se tutto questo fosse accaduto in una SpA, si sarebbe individuato subito il responsabile e se ne sarebbero tratte le dovute conseguenze a suo carico.

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RAGIONAMENTI COME SCATOLE CINESI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Maggio, 2016 @ 7:26 am

Detto altrimenti: non lasciamoci “inscatolare” il cervello!                               (post 2385)

  • Una scatola che ne contiene – nascondendola – un’altra e così via.
  • Un ragionamento che ne contiene – nascondendolo – un altro, e così via.
  • Ma domandiamoci: quali sono i contenuti veri?

Nelle SpA il gioco della scatole cinesi ha avuto (purtroppo, n.d.r.) pieno successo: possiedo il 51% di una SpA scatola che possiede il 51% di una seconda Spa scatola e così via, fino a quando l’ultima SpA scatola possiede il 51% della SpA vera. In realtà con una percentuale minima, ad esempio del 5% del capitale della SpA vera, io ne ho la maggioranza decisionale.

Nei progetti di leggi che ci devono governare: si parla di “contributo di solidarietà” a carico delle pensioni “alte” (“ma pero” …. a che livello una pensione è alta?) e allo stesso tempo taluno afferma che i vitalizi dei parlamentari non sono equiparabili alle pensioni in quanto essi sono pagati a valere su fondi diversi etc. . Ecco la “scatola cinese mentale”: infatti, da dove arrivano quei “fondi diversi”? Dallo Stato? Ok. E allo Stato, da dove arrivano? Dalle tasse e dalle imposte. Ok. Ma chi paga le tasse e le imposte? Lavoratori e pensionati. Ok, ho capito …

Ma … si obietta, quei vitalizi sono un “valore assoluto”, intoccabili. Rispondo: assoluti loro e non altri? Allora si tratta di assoluti relativi.

Scatole cinesi dei ragionamenti? Si, o anche, se preferite,  “sistema dei vasi non comunicanti”.

Fine.

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I CLASSICI GRECI (E LATINI) A TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Maggio, 2016 @ 3:08 pm

Detto Altrimenti? Ci siamo ritrovati come di consueto a ripassare i classici (questa volta greci) presso la Biblioteca Comunale di Trento …                          (post 2384)

… con la Prof (“Prof” senza puntino) Maria Lia Guardini. Ultima giornata dell’ “anno scolastico”. Si riprende a ottobre. Oggi abbiamo iniziato con il ricevere i compiti per le vacanze.

Obbligatori

Leggere

  • thL094ADL6Dell’ Anonimo (pseudo) Omero (ovvero non si sa chi sia stato): “Batracomiomachia” la guerra fra i topi e le rane. Si tratta di tre canti per un totale di circa 75 sestine il che significa circa 450 versi (reperibile in internet. Traduzione di un giovane studentello: tale Giacomo Leopardi). L’autore – sconosciuto – conosce e “lavora” bene il prodotto letterario altrui e si diverte a rovesciare ironicamente il poema epico, con una tempestività insolita rispetto al prodotto originale.

Facoltativi

Rileggere

  • Uccelli, di Aristofane, in previsione di un lavoro che si svolgerà presso la Biblioteca: letture di passi di Utopia, con Paolo Ghezzi.
  • l’Edipo di Sofocle e quindi …

Leggere

  •  thEQV2HCJW“Il Dio Kurt” di Alberto Moravia (reperibile nella raccolta “Teatro”, 2 volumi Bompiani). Si tratta, quella di Moravia, di una ripresa di una tragedia antica, a dimostrazione della inadeguatezza del ‘900 – secolo ispirato a “valori” borghesi cioè molto relativi – a produrre il genere tragico. Lo stesso era accaduto nell’antica Grecia alla fine della (cosiddetta, n.d.r.) Repubblica Ateniese, quando la cultura “virò” verso la “civiltà” borghese dell’età ellenistica.
  • “La lunga notte di Medea” di Corrado Alvaro.
  • “Emma B vedova Giocasta” e “Alcesti di Samuele” di Alberto Savinio (riferiti al periodo delle leggi raziali).
  • La mia compagna di banco Emma suggerisce la lettura di “Danubio” di Claudio Magris e di “Verde acqua. La radura” di Marisa Madieri.

Vedere

Il film “Edipo re” di Pierpaolo Pasolini.

Adempiuto a questo doveroso passaggio, siamo entrati in corpore vivo …. Nel post del 3 maggio scorso (rileggetelo, dai …) avevo anticipato che oggi avremmo parlato di Tirteo, Archiloco e Saffo.

Dell’opera di Tirteo, autore di elegie parenetiche (inneggianti alla guerra) possediamo alcuni frammenti. In lui è presente la tradizione omerica ma sotto un diverso angolo visuale: non esistono “singoli eroi assoluti da sempre coraggiosi” ma schiere di combattenti che il coraggio devono farselo venire e devono conservarlo fino all’estremo. Cambia anche la tecnica della battaglia: non più duelli ma schiera contro schiera, scontro di “insiemi”, di militari (cittadini) organizzati. Da qui e dell’evolversi dell’economia nascono i germi della “polis”, ovvero della Città Stato (a me pare di potere fare un parallelo – e così si può dire – con il passaggio dalle signorie medievali all’Età dei Comuni e con le repubbliche marinare – io sono genovese di nascita – laddove ognuno contribuiva con denari o anche personalmente all’organizzazione militare della sua città).

Archiloco: l’amore viene dal cielo, è un regalo degli dei. Le sue elegie sono piene di formule omeriche. Dico “formule” intendendo “espressioni letterarie”: infatti i poemi omerici sono per questi autori una sorta di “formulario” al quale attingere, anche se con significati diversi.

Saffo: donna energica, consapevole, ribelle, emancipata: la cosa più bella? Non le schiere dei cavalieri o dei fanti, non una flotta ma “ciò che si ama”. Anche in lei si vede Omero, ma anche qui diversamente significativo: Elena, ad esempio, è vista solo come una donna pazza d’amore che abbandona marito e figlia. Anche per Saffo l’amore è un dono degli dei, non un qualcosa che matura dall’interno di ogni persona (come per Ettore e Andromaca). In lei troviamo i paesaggi, le contraddizioni dell’ odi et amo di Catullo (“Eros, dolceamaro“), di un Catullo che ritroviamo nel frammento 117 D “Come il giacinto che i pastori pestano per i monti, e a terra il fiore purpureo e sanguigno”, là dove Catullo canta “ … e non si volti più indietro a guardare il mio amore che giace a terra come un fiore sradicato dall’aratro al bordo del campo”. Vi è anche in lei il non omnis moriar di Orazio: il poeta sopravvive alla propria morte attraverso la sia poesia. Per il resto, una grande amatrice.

Ciao, ragazzi, per oggi mi pare che possa bastare, non credete?

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CHIUSO AL PUBBLICO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Maggio, 2016 @ 9:03 am

Detto altrimenti: chiusure per il corpo e per lo spirito 

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Trento Viale Trieste, “in cima” al viale,  in quella zona chiamata “la Busa” (da non confondersi con la Busa del Garda).

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Chiusure per il corpo

Post n. 1566 del 20.06.2014 – Post n. 1612 del 30 luglio 2014 (li trovate cliccando Viale Trieste): improvvisamente stalli auto bianchi diventano “Proprietà Privata”.

Chiusure per lo spirito

Post precedente a questo: improvvisamente una Chiesa pubblica pare che stia per diventare una Chiesa privata.

In entrambi i casi la cittadinanza non è stata avvisata, interpellata, ascoltata, avvertita. Cittadini o sudditi?

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COSA STA SUCCEDENDO ALLA CHIESA DI SAN BERNARDINO A TRENTO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Maggio, 2016 @ 7:19 am

Detto altrimenti: da piccoli grandi segnali … un allarme                           (post 2382)

Premessa

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Genova: anche ai “miei tempi” c’era già il colore! Tuttavia alle tante foto moderne ho preferito questa … 

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Nella mia città natale, Genova, la mia parrocchia era S. Francesco d’Albaro. Arrivando a Trento, tre decenni fa (non mi andava di scrivere “a Trento trent’anni fa”), fui lieto di vedere che la parrocchia che mi “competeva” era una Chiesa francescana.

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Quella di San Bernardino. Una bella, semplice Chiesa francescana, in alto. in cima alla Via Grazioli. Dodici anni fa ci si è sposata mia figlia: non è stato necessario arrivare alla chiesa con l’auto per percorrere i 200 metri che ci separano da essa, un tragitto per me meraviglioso: lungo il Fersina, in una bella giornata a cavallo fra l’estate e l’autunno (21 settembre): incrociamo una signora: “Che bella!” dice, ed io orgogliosissimo e commosso.

“

Fine della premessa

 

Ed ecco i fatti relativi a quella Chiesa  che oggi io credo di potere collegare

  • WP_20160516_002La Chiesa, molto frequentata la domenica, viene declassata e non è più parrocchia. Noi fedeli siamo trasferiti ad altra Chiesa. La frequentazione domenicale di riduce di molto.
  • In una parte del complesso Chiesa-Convento si insedia la Associazione “Nuovi Orizzonti” (emanazione dei Focolarini).
  • Prima della Messa domenicale, da qualche tempo vi si trovavano gruppetti di signore a chiaccherare, senza alcun ritegno, senza alcun riguardo per il luogo e per gli altri fedeli. Come se fossero al bar o in un salotto. Come se la Chiesa fosse (già, n.d.r.) “cosa loro”. Nessun frate protestava, nessuno di loro le riprendeva. Non capivo.
  • Ieri, domenica 15 maggio 2016, il frate celebrante annuncia che presto non si dirà più Messa.
  • Nella preghiera dei fedeli, una signora legge “… verso i nuovi orizzonti della storia …”
  • A fine Messa chiedo al frate celebrante cosa stia succedendo: mi risponde in modo evasivo, impreciso che fra poco la Chiesa non sarà più trentina ma dipenderà da Milano.
  • Milano è forse la sede centrale di Nuovi Orizzonti?
  • Parlo con una signora per far notare che non si deve fare salotto in Chiesa: “Ma no, è bello stare insieme, ritrovarsi .. una comunità felice che dialoga … viene anche lei?”No grazie.
  • Chiedo al altre donne, e mi confermano che la Chiesa non sarà più aperta al pubblico.

 

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Ad Associazione referenziata offresi Chiesa con vista Valle dell’Adige e Monte Bondone

Ne deduco che la Chiesa diverrà una sorta di grande cappella privata di Nuovi Orizzonti, chiusa al pubblico. Una religiosità privata, riservata ai consacrati dell’Associazione in questione, con vista sulla valle e sui monti: nuovi orizzonti? Si certo e molto belli da lassù! Sole, spazio, silenzio: insomma, una Associazione che si tratta bene, non c’è che dire. E noi fedeli? Noi siamo e restiamo trasferiti in altra Chiesa, praticamente migranti della religione (non della Fede che è un’altra cosa). Nuovi orizzonti? Si, nuovi in quanto limitati agli iscritti. Ma la nostra religione, non era “apertura a tutti”? E loro adesso “chiudono” una Chiesa? Non ho capito …

Fino a qui la pars destruens, la più facile. Ma veniamo alla pars construens, in genere la più difficile: che sulla porta della Chiesa sia apposto un cartello “Chiesa aperta al pubblico”, come già avviene per altri complessi religiosi che comprendono Chiesa, Oratorio, scuola, etc.. E’ chiedere troppo? E la ricchissima biblioteca dei frati, anche quella solo per pochi intimi?

Mi sto sbagliando? Sono un malpensante? Può darsi, ma a pensar male  si fa peccato ma si indovina …

P.S.: mi viene in mente una storiella: Texas, stato razzista. Una chiesetta in mezzo ad uno spiazzo assolato. Sulla porta un cartello: “Only white admitted”. Si avvicina un negretto. Il parroco lo blocca: “Dove credi di andare tu?” E lui: “Padre, io sono il ragazzo delle pulizie”. Il parroco: “Allora entra pure figliolo, ma guai a te se ti vedo pregare!”

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IL TRENTINO MINORE E’ INVECE QUELLO MAGGIORE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Maggio, 2016 @ 5:13 pm

Detto altrimenti: Una giornata ecologica a Lavis         (post 2381)

Premessa

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Lavis ecologica

“Il Trentino che vorrei” era il titolo del post che pubblicai quattro anni fa, ovvero 2380 post fa. Da quel giorno ne son passati di post sotto i ponti! Ed oggi posso dire che il Trentino che vorrei è quello nel quale ognuno contribuisse alla creazione di un futuro migliore, anzi, del Futuro Migliore in assoluto, inteso come Bene Comune (dicesi Bene Comune quel Bene alla cui realizzazione tutti hanno contribuito personalmente sin dall’inizio, firmato Don Lorenzo Guetti. Una piazza, una strada non sono Beni Comuni, ma solo beni pubblici, collettivi). Vorrei un Trentino entro il quale e per il quale ognuno si sentisse in diritto e in dovere di dare il proprio contributo alla comunicazione, intesa come communis actio, azione comune.

Fine della premessa.

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Oggi, invitato dalla mia nipotina lavisana Sara, ho partecipato alla giornata ecologica a Lavis. Strade interdette alle auto, qualche bancarella (poche ma significative) bimbi condotti a passeggio in groppa ad un cavallino “vero”, Consiglieri Comunali (Dr. Daniele Donati, Presidente dell’Associazione Culturale Lavisana) e lo stesso Sindaco Architetto  Andrea Brugnara impegnati – in una bella domenica pomeriggio di splendido sole – a fare da ciceroni su aspetti storico artistici della città. Oggi è stata la volta del campanile della parrocchia, la Chiesa dedicata a S. Udalrico. A me è capitato di far parte del gruppo guidato dal sindaco.

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Nell’attesa, alcuni bimbi si esercitano in una palestra di roccia molto, molto domestica, visto che lo scalatore abita in quella casa!

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L’architetto Brugnara ci indica, all’entrata, una testimonianza gotica

La chiesa. Edificata come primissima struttura nel 1100 (imperatori Ottoni), modificata e completata dal 1400 al 1604. La “cipolla” terminale è invece del 1700. Si contraddistingue per un particolare tipico dell’arte nordica, ovvero per l’ingresso attraverso il campanile, per di più rialzato rispetto al pano stradale. Essa è edificata sull’ultimo sperone della riva rocciosa del fiume Avisio, ed è sorta ben prima della città stessa di Lavis, città che come è noto fu anche il confine fra il Principato Vescovile di Trento e la Contea del Tirolo. Chiesa e campanile di confine, quindi. Il portale della chiesa è del 1740, opera dell’Architetto roveretano Sartori, progettista fra l’altro della Chiesa di Gries. A fianco dell’entrata del Campanile/chiesa ve ne era una seconda, oggi murata.

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Il meccanismo dell’orologio

Il campanile fu utilizzato anche come torre di avvistamento e sistema di chiamata a raccolta della cittadinanza per ogni evenienza (inondazioni, incendi, etc.). Testimoniano queste sue funzioni laiche le feritoie ricavate nelle sue mura. Mura in pietra arenaria della cave lavisane, indi, negli strati superiori, in pietre rosa. Un esame attento delle pietre rivela la firma del relativo scalpellino, a testimonianza del lavoro eseguito, anche ai fini della sua retribuzione. Il progetto sembra essere di Conrad von Neumarkt (Corrado di Egna).

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La visita (solo guidata!) al campanile va fatta fra una “suonata” e l’altra delle campane (noi siamo saliti fra le 15,00 e le 16,00), pena essere assordati dai rintocchi delle campane. La struttura interna è in legno, ovvero elastica, per evitare di causare danni alle mura in caso di terremoto. Si sale per ripide strette scalette (alpinismo quasi di 1° grado), si raggiunge un primo livello ove arrivano, sospesi dall’alto, i pesi che azionano l’orologio realizzato da Pietro Zanon  nel 1837; poi, salendo, si arriva al piano dell’orologio, a quello delle campane in corrispondenza della bifora gotica e infine alla sommità, sotto al “cipolla”.

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Visita adatta anche ai bambini, se controllati dagli adulti. Visita adattissima agli adulti, Lavisani e non, per l’arricchimento artistico, storico e di civile convivenza che se ne trae.

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VITALIZI DEI PARLAMENTARI – VARIE ED EVENTUALI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Maggio, 2016 @ 4:06 pm

Detto altrimenti. Detto altrimenti, cosa? Rispondo: provo a dire “altrimenti” le mie ragioni a chi difende l’intoccabilità di certi privilegi                        (post 2380)

thEZ7RX626Dall’alto di una scogliera, del mare avete la visione d’insieme e nessuna percezione sensoriale. Man mano che scendete verso il basso, la visione d’insieme diminuisce fino ad azzerarsi ed invece aumenta la percezione sensoriale, che raggiunge il massimo se vi immergete, nuotate e qualche goccia di acqua salata vi entra in bocca. Ecco, mi permetto di invitare tutti, difensori e contestatori di una situazione, ad avere una visione d’insieme del complesso delle situazioni esistenti e non la semplice percezione sensoriale della propria.

Ciò premesso, a chi insiste a difendere l’intangibilità dei livelli e degli “accessori” (privilegi medievali) dei vitalizi dei parlamentari, mi permetto di sottoporre alcune sottolineature:

thBFKUGMYJil vitalizio per i parlamentari fu stabilito dai Costituenti per garantire a tutti, anche ai non-ricchi, la possibilità di impegnarsi nella politica. Tuttavia, se il livello del vitalizio (e dei suoi privilegi medievali accessori) aumenta a dismisura, viene snaturata la sua funzione originaria. Per capirsi: se io, imprenditore, a Natale regalo un’agenda ad un funzionario pubblico, si tratta di un omaggio lecito. Se invece regalo un Rolex d’oro, si tratta di corruzione. Vedete bene che la “quantità” di ciò che si corrisponde può trasformare la “qualità” della corresponsione.

Nel Paese esistono alcune categorie diversificate di persone: i super retribuiti (alta dirigenza e super manager pubblici; politici super pagati; super pensionati); pensionati normali; pensionati al minimo; esodati; disoccupati; persone che nemmeno lo cercano più, un lavoro. Orbene, l’intervento per una più equa distribuzione delle risorse deve tenere conto contemporaneamente di tutte queste situazioni. Non è accettabile la difesa ad oltranza di una singola posizione di privilegio, né che non si provveda a chi si trova in stato di bisogno.

La difesa ad oltranza di una singola posizione di privilegio fatta sulla base di una pur esistente legge specifica, nella misura in cui ostacola una più equa distribuzione delle risorse, viola di fatto altre norme della Costituzione ed il suo spirito complessivo laddove essa vuole garantire lavoro, sanità, istruzione e futuro a tutti e a tutte le famiglie.

La difesa ad oltranza di singole posizioni sulla base di “leggi eccezioni” ha snaturato il principio generale del nostro ordinamento giuridico secondo il quale “La legge è uguale per tutti”. Infatti:

  • thSSLVX5JDsi va in pensione tutti a 70 anni, tranne ….;
  • il livello della pensione è proporzionale ai contributi versati, tranne …;
  • i contributi pensionistici sono versati a fronte di presenza effettiva nel servizio, tranne …;
  • i contributi pensionistici sono versato anche dal lavoratore, tranne …;
  • non si possono cumulare redditi, tranne ….;
  • si procede alla definizione delle priorità nazionali, tranne quelle “fuori elenco”;
  • si procede alla equa distribuzione delle risorse pubbliche, tranne quelle già impegnate per molti anni per progetti “intoccabili”, anche se nel frattempo le priorità sono cambiate;
  • l’Inps gestisce in modo uniforme le proprie risorse, tranne quelle delle gestioni separate;
  • etc. …

Ovvero: la forza della legge non deve diventare la legge della forza di certe categorie.

 

Inoltre, la difesa ad oltranza di quelle posizioni privilegiate non può basarsi

  • sulla giustificazione che in assenza di quei denari il parlamentare sarebbe portato a “fare favori a terzi” (sic) perché non è accettabile una “onestà a gettone”;
  • sulla giustificazione che “quelle regole non le ho fatte io, bensì prima di me i padri costituenti”, perché suonerebbe un po’ come “mi hanno pagato una parte dell’appartamento/mi hanno ristrutturato l’attico di 700 mq a mia insaputa”;
  • sul fatto che “prima” si dovrebbe incidere sui super stipendi dei manager pubblici, perchè invece occorre cominciare dall’alto delle posizioni, e cioè dal Parlamento.

E’ sotto gli occhi di tutti quello che accade nel mondo quale conseguenza di una squilibrata distribuzione delle risorse. Lo stesso può avvenire in ogni singolo Stato.

Quando un sistema operativo gestionale software non funziona, è ampiamente dimostrato che non conviene intervenire con una serie successiva di piccole correzioni: è infatti molto più pratico e efficace costruire in parallelo un nuovo sistema operativo e quando questo è pronto, sostituirlo al vecchio.

Con ciò non sto inneggiando a nessuna forma di rivoluzione violenta, ma ad una rivoluzione del metodo che deve essere quello USA dello Zero Base Budget, ovvero “Programmazione ripartendo da zero, su base zero”, ovvero quello di una programmazione che non si lasci influenzare dalle programmazioni precedenti ma “riparta da zero”. Per fare ciò, occorre avere la visione d’insieme del Mare Italia e non la semplice, limitativa percezione sensoriale del proprio piccolo porticciolo.

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UNA STRANA LUCE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Maggio, 2016 @ 5:06 am

Detto altrimenti? Una luce strana                      (post 2379)

WP_20160514_20_43_00_PanoramaDalla finestra di casa. Al tramonto. Ma … quella luce a sinistra … là siamo ad est … dovrebbe esserci il buio e la luce del tramonto intravedersi ad ovest … e poi … quella costruzione … così illuminata dal riflesso della “luminosità che viene da ovest” … Molto strano, singolare, in tanti anni mai visto un gioco di luci simile. Mi sono detto: uno scatto per un piccolo regalo alle mie lettrici ed ai miei lettori.

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