MARIA PIA VELADIANO – un’amica di libro – AL TRENTINO BOOK FESTIVAL

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Giugno, 2016 @ 3:10 pm

Detto altrimenti: … introdotta da Luciana Grillo                                         (post 2408)

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Autrice e Introduttrice

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Introdotta da Luciana Grillo, altra amica. Luciana ha sottolineato aspetti, posto quesiti, letto brani dell’ultimo libro di Maria Pia Veladiano, “Una storia quasi perfetta”. Interventi, i suoi, che hanno stimolato la platea e sicuramente hanno contribuito, a fianco di quelli dell’Autrice, a fare concretamente nascere la voglia di leggere il romanzo.

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Maria Pia Veladiano. Una “cara amica scrittrice”, se mi è concesso. Amica per-ché e per-chi non solo legge i suoi libri (con quello di oggi sono quattro, tre per adulti ed uno per ragazzi, v. internet), ma anche e soprattutto per-chi e di-chi va ad ascoltarla di persona nelle varie presentazioni dei suoi lavori. Il suo primo libro, “La vita accanto”: la storia della giovane Rebecca in una città non nominata ma che è Vicenza. Vicenza, luogo; Vicenza non-luogo semplicemente geografico, ma molto di più: luogo fonte di sentimenti. Maria Teresa ed io ne siamo stati così catturati da andare in quella città – libro alla mano - a vivere e fotografare i luoghi di Rebecca, per farne poi un libricino donato a Maria Pia.

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Una sola sedia (momentaneamente) vuota: la mia …

Oggi, a Caldonazzo, nell’ambito del Trentino Book Festival, è stato il turno del suo ultimo lavoro. E se alle 13,45 la sala era ancora piena qualcosa avrà pur voluto dire. “Una storia quasi perfetta”, romanzo d’amore? Si. Di fiori? Si. Sulla sua città? Si. Tuttavia alla domanda se esso è (anche) autobiografico, la risposta “Si, per i fiori; si per la città” a mio sommesso avviso è stata un po’ evasiva. Infatti mi permetto di sottoporre all’attenzione delle mie lettrici e dei miei lettori – e soprattutto all’attenzione delle lettrici/dei lettori  del libro di Maria Pia – una ulteriore sottolineatura: nella vita della protagonista Bianca vediamo ribaditi alcuni principi morali. Morale? La morale? Ma allora sai che barba … potrà dire qualcuno. E invece no. Principi già codificati 2200 anni fa (non fare agli altri quello che … fai agli altri quello che …: Codice di Hammurabi); principi ripresi dal Cristianesimo ed oggi prevalenti nella “nostra parte di civiltà geografica”, ovvero l’occidente. Fra di essi la donna, anzi la Donna, il rispetto per la Donna, anzi per tutti. La non-strumentalizzazione di nessuno, Donna o uomo che sia. Ma cominciamo dalla Donna, tanto per recuperare il tempo perso …

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Ottima l’organizzazione dell’evento

Bianca, la giovane protagonista, “utilizzata” da un maturo professore, “si rialza” e vive la sua vita padrona di se’. Quello che le è capitato non le impedisce di gestire molto positivamente la sua vita. Anche se poi si innamora di un “lui” (nel romanzo: un moderno Innominato) sbagliato. O muzos deloi, la favola insegna … scriva Esopo, la favola ci insegna che … e qui, il romanzo ci insegna che si soccombe solo se si è soli; che ogni “strappo” nel tessuto della nostra vita può essere “riparato” se abbiamo avuto o abbiamo “affetti potenti, purchè non giudicanti” (sono parole dell’Autrice). E per essere “figli di tutti” dobbiamo a nostra volta essere innanzi tutti “genitori di tutti”. E qui ritorna il significato pedagogico e morale del messaggio di Maria Pia (a proposito, chissà come la prende vedersi chiamata per nome da un blogger che conosce di persona ma solo superficialmente).

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Maria Pia Veladiano

Bianca del libro è una donna viva, non è uno stereotipo. Il suo corpo, le sue idee, il suo essere se stessa, la sua identità. Bianca, quadro  dipinto dalla penna-pennello dell’Autrice, quadro lasciato a decantare, ripreso, ripennellato: Maria Pia non assume impegni a scadenza con gli editori. Scrive, pensa, riflette, riscrive. In questo mi ha ricordato la Iréne Nèmirovsky autrice di “Suite Francese”, della quale va letto il “quaderno degli appunti” sulla cui base è stato poi scritto il libro. Tant’è vero che il romanzo di Maria Pia è nato come altra cosa e poi si è trasformato: una vera e propria moderna “Metamorfosi”.

Che altro dire? Moltissime cose, troppe per un semplice post di un semplice blogger despecializzato al par mio. Ne aggiungo solo una: leggerò molto volentieri questo romanzo che interpreto come una testimonianza di una possibilissima vita reale; ovvero una “vita” – non solo una “storia” – quasi perfetta.

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PARIGI BRUCIA?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Giugno, 2016 @ 2:49 pm

Detto altrimenti: Parigi no, ma Palermo si …. (post 2407)

imagesQuesta volta l’hanno fatta veramente grossa. Le autorità competenti dopo attento esame stanno decretando che l’origine dei 500 (cinquecento) incendi scoppiati in contemporanea proprio in coincidenza dell’arrivo di una ondata di scirocco è di origine dolosa. Ecchè? Ci voleva un attento esame? Dice … ma non si può sempre pensar male. Si, ma a pensar male si fa peccato ma si indovina. Ed ora che fare? Anche se si riuscisse a individuare i responsabili, chi pagherà i danni enormi causati alla natura, all’immagine, all’economia di quella terra? Dice … ma intanto individuiamo i responsabili. Ed io … che ne dite? Posso provare a dare una mano agli inquirenti? Dai che ci provo.

1 – Primo responsabile, la mentalità “tanto alla fine c’è chi ci dovrà pagare”. D’altra parte se in Sicilia si accetta che le divise dei commessi dell’Ente Regione costino multipli di quelle dei colleghi del continente; che le guardie forestali siano in numero multiplo …; che basta una settimana di “servizio” nel governo regionale per percepire un ricco vitalizio, etc… allora, perché anche noi (noi, ovvero gli autori dei roghi) non ci creiamo analoghe condizioni di rendita?

La mentalità. Ero a capo di una finanziaria milanese specializzata nei rapporti commerciali e bancari con l’estero, di proprietà di una grande (big, non great) banca del sud, la quale mi aveva destinato un suo dirigente quale mio dipendente. Un giorno, di fronte ad alcune dure accuse contro la mafia lanciate dal Cardinale Pappalardo, quel dirigente mi disse: “Pappalardo si permette di parlare così perché è cardinale …”. Al che io lo guardai severo negli occhi e il tale si rabbuiò: aveva capito che – anche se inconsciamente – aveva concesso libero sfogo al suo subconscio. Mi disse: “Vuoi dire che io non dovrei parlare così …”. Io lo guardai ancor più severamente e non risposi. La cosa finì lì.

 2. Cui prodest? Cui bono? Direbbe Cicerone. Chi ci guadagnerà? Ecco la mia proposta: che tutti gli interventi di ripristino siano eseguiti da società assolutamente estranee al mondo della mafia e della collusione (dice: ma come fai ad essere sicuro che …. Dico: almeno proviamoci).

3 – Che fare? Quello che si fa di fronte ad una dichiarazione di guerra, ovvero di fronte a chi ha attaccato e sta distruggendo una parte del territorio nazionale. E’ come se la Sicilia fosse stata bombardata con bombe incendiarie.

Da chi? Da chi vuol farci capire “Chi comanda”. Una prova di forza, un braccio di ferro: “Mi impedisci di truffare l’UE con i fondi per la falsa agricoltura? Minacci di ridurre in numero dei miei forestali? Denunci i miei appalti abilmente truccati?  Applichi il carcere duro ai miei capi? Ed io ti faccio vedere cosa succede a mettersi contro di me”.

Una guerra. E se guerra è, che guerra sia. Una guerra dell’onestà contro la delinquenza, della normalità contro il privilegio, della regola contro l’abuso, del rispetto contro la sopraffazione, della legge contro il delitto, della civiltà contro la barbarie, della cultura contro l”ignoranza.

 

 

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MUSICA A RIVA DEL GARDA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Giugno, 2016 @ 6:47 am

Detto altrimenti: Bonporti & Busoni, Cristiano Rossi e Corrado Ruzza (post 2406)

“Omaggio a Ferruccio Busoni nel 150° della nascita”

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Ferruccio Busoni

Che faccio? E’ quasi estate, mi vesto leggero? Ma se poi nel cortile della Rocca arriva il venticello dalla montagna? Ho deciso: mi porto una giacca in più. Alle 20,30 mi avvio a piedi verso la Rocca di Riva del Garda, sede del concerto. Mi sento un po’ ridicolo con queste due giacche sotto braccio: il cielo è sereno, ovviamente c’è ancora molta luce, la gente cena nei tavolini all’aperto: Riva viva. Ma tant’è … noi velisti dell’Altogarda sappiamo che il lago è capriccioso e quelle nuvole su, alte. appena affacciate da dietro la montagna che sovrasta la città da nord ovest non mi convincono. Due giacche, vorrà dire che lo chiamerò Das zwei Jakke Konzert, il concerto delle due giacche. A dire il vero io ero a Trento, maccome (maccome) avrei potuto esimermi dallo “scendere” a Riva se a suonare sarebbe stato l’amico Corrado Ruzza, Direttore del locale Conservatorio? Corrado che solo il post precedente (cfr. ivi) era salito a Trento da Riva per accompagnare i (mìgliori) allievi del “suo” Conservatorio (Corrado è Direttore della sezione rivana del Bonporti) a suonare nella nostra Accademia delle Muse? (post precedente, cfr. ivi … ve l’ho già detto, insomma …!)

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Cristiano Rossi

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Detto fatto. Arrivo, prendo posto, accanto al M° Giogio Ulivieri (Camerata Musicale di Arco). Davanti a me una coppia di coniugi tedeschi. Il lui si volta e si rivolge a noi in tedesco: Parlate tedesco? Si, un poco. Mia moglie ha freddo … Ed io, pronto, sempre in tedesco … ecco signora, prenda questa giacca. Ah … Das zwei Jakke Konzert … che vi avevo detto? Presente n sala il M°Riccardo Giavina.

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Franco Ballardini

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I Musicisti. Presentati dal Prof. Franco Ballardini. Cristiano Rossi, violinista dall’età di cinque anni, da diciottenne ha inciso i primi dischi a Parigi … ma non è qui il caso di ripercorrere tutta la sua ricchissima carriera: basti dire che ha “fatto” tutto in tutto il mondo, che ha suonato alla casa Bianca, per il Papa, etc. etc.. Corrado Ruzza, pianista, di strada ne ha fatta solo un poco di meno soltanto perché è molto più giovane di Cristiano, ma tant’è è un bel giramondo anche lui: la differenza fra i due tuttavia è che Corrado, pianista, mica se lo può portare dietro il suo amato strumento! Ma veniamo ai brani eseguiti. Due opera di giovani musicisti: infatti sono stati scritti da ragazzi di 20 e 22 anni. Altri due da due “vecchietti”.  Ora vi dico.

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Corrado Ruzza con Cristiano Rossi, ancora nel cortile a cielo aperto

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Sonata in Do Magg. K. 296 di un certo ventiduenne W.A. Mozart, una sonata che il giovane musicista definiva “duetto” in quanto i due strumenti, pianoforte e violino, hanno pari rilevanza. Il brano giusto per riscaldare l’ambiente (Allegro Vivace. Andante Sostenuto. Rondò. Allegro). Ambiente che si stava rannuvolando … una … due gocce. Che fare? Dobbiamo traferirci al Conservatorio. Nel tragitto (600 metri): giù acqua! E come sono state utili le zwei jakke!

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Per chi non ci credesse …

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Bagnati ma contenti prendiamo posto nella sala del Conservatorio. Secondo brano, Sonata n. 2 in La magg. Op. 100. Altro personaggio, un 53enne, tale J. Brahms il quale, in vacanza sul lago svizzero di Thun (non si sa in quale albergo fosse alloggiato, lui che da giovane vi era stato in camping), aveva pensato bene di scrivere questa sonata, una composizione lieta, traspirante ed ispirante buon umore.

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Intervallo

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Il M° Corrado Ruzza

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E arriva il brano del secondo  “vecchietto” della serata, tale F. Busoni, ormai trentauenne (nato nel 1866 lo scrisse nel 1898): brano che contiene riferimento tardo romantici, che in alcuni passaggi è un “omaggio” a Bach, Brahms e a Beethoven. E’ il brano che a detta del suo stesso compositore segna l’inizio della carriera come “creatore” di musica.

Applausi. Esigiamo un bis, dopo tutto ce lo siamo guadagnato seguendo il concerto itinerante sotto la pioggia!

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Cristiano Rossi e Corrado Ruzza

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Ed arriva la seconda composizione giovanile, di quel tale Brahms già citato, lo Scherzo, scritto all’età di 20 anni, mentre era  in campeggio su quel tale lago svizzero già citato,  quando il giovane frequentava la casa di un tale Robert, pare che di cognome facesse Schumann … Anche in questo caso la scrittura rappresenta la presa di coscienza del giovane Brahms di essere un compositore.

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Applausi. Fine, ma non prima di avere scattato una foto alla coppia tedesca beneficiaria della seconda giacca.

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Riva viva, viva Riva, viva la Musica!

P.S.: qualità delle foto scadente: avevo dimenticato la macchina fotografica e i telefonini fanno quello che possono, si sa, soprattutto da distante e con poca luce. Mi scuso con i fotografati. Le brevi note musicologiche le ho “rubate” al Prof. Franco Ballardini.

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ACCADEMIA DELLE MUSE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Giugno, 2016 @ 9:04 am

 

Detto altrimenti: le arti come simbolo                            (post 2405)

Chi si fosse messo in ascolto solo adesso … be’ … non ha che da digitare “Accademia delle Muse” nell’apposito riquadro sotto il mio cv di questa pagina e vedrà quale sia stata la nostra attività. Ma veniamo alla serata di ieri, ultima  della stagione 2015-2016.

Come premessa mi permetto di sottoporre alle lettrici ed ai lettori una sottolineatura di fondo relativa al valore simbolico-positivo del Circolo Culturale privato Accademia delle Muse. Infatti, il simbolo è un quid che – attraverso il riferimento che ad esso fanno più persone – unisce chi vi si riconosce. Un catalizzatore di relazioni, quindi. E le relazioni sono la base per la conoscenza di se stessi (e così facciamo contento Socrate e il suo gnòzi autòn). Il simbolo- generatore-di-relazioni appartiene a tutti coloro i quali grazie ad esso fanno comunicazione, ovvero communis actio, ovvero azione comune. Ecco perché mi piace definire “nostra” l’Accademia che Cristina ha ideato e realizzato ben otto anni fa, iniziativa che ha avuto pieno successo e della quale la ringraziamo di cuore.

Una casa privata, un gruppo di amici-passa-parola, competenze e passioni diverse sempre su uno sfondo musicale: già … perchè la nostra Presidente Cristina è cantante lirica e pianista!

DSCN1405Ieri sera. Nonostante la pioggia e la partita europea (che unisce tutti i tifosi italiani, un altro simbolo quindi, tuttavia sconfitto dal nostro!) della nostra nazionale di calcio (abbiamo vinto contro il Belgio per due a zero!), la presenza degli Accademici alla serata conclusiva dell’Anno Accademico è stata nutrita. Eccovi l’ “ordine del giorno” della serata:

  1. Concerto degli allievi del Conservatorio Bonporti di Trento e di Riva del Garda, accompagnati dal responsabile della sede rivana del Bonporti, M° Professor Corrado Ruzza.
  2. La pre-presentazione del secondo libro di Nadia Ioriatti “Aria che allenta i nodi” che fa seguito al suo precedente “Io tinta di aria”.
  3. La presentazione dell’ intervista di Trentino Mese a Cristina.
  4. L’angolo delle anteprime.
  5. Il riepilogo dell’attività svolta nell’anno.
  6. I prossimi appuntamenti.

 1 – Il Concerto

I Musicisti:

Jonas Aumiller, pianoforte, 17 anni! (1)
Jacopo Bertoncello, clarinetto, 20 anni!
Carolina Talamo, violoncello, 17 anni!

(frequentano i rispettivi trienni presso la sede di Riva del Garda)

(1) notizia del 15 giugno 0re 19,00: Jonas ha vinto il primo premio al Concorso Piano Talents di Milano! E noi … quale anteprima ci siamo gustati!

I brani:

L.V. Beethoven, Trio op. 11
R. Schumann, Variazioni ABEGG op. 1 (piano solo)
M. Glinka, Trio Pathétique
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Bis: una riscrittura di un tango di Piazzolla

I ragazzi. Ua padronanza eccezionale degli strumenti e della Musica! I brani: Beethhoven, super onosciuto dai … che dire? Schumann, divenuto “Musicsta” da grande (era laureato in giurisprudenza), mescola tristezza (amorosa) ed entusiasmo: romantico o post romantico? Glinka, fondatore della musica russa come la conosciamo, fonde la musica classica europea con l’opera lirica italiana e la musica popolare della steppa.

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Corrado Ruzza, Cristina Endrizzi e il Trio dei giovani musicisti: Jacopo, Jonas, Carolina

Dal M° Prof. Corrado Ruzza: “ Il programma comprende tre brani. Il Trio op. 11 di Beethoven, improntato alla serenità ed alla piacevole brillantezza tipiche del primo periodo del compositore non ancora segnato dal dramma della malattia, reso con giovanile baldanza dai tre bravi interpreti.

Quindi un brano per pianoforte solo, le variazioni ABEGG di Schumann, prima opera data alle stampe dal grande romantico nel quale si coglie già il gusto del “ritratto musicale” dei personaggi (di fantasia o reali) che popolano l’immaginario del compositore; gli slanci emotivi, ora passionali ora malinconici, caratteristici del suo linguaggio musicale. Il diciassettenne pianista Jonas Aumiller, arrivato da Monaco a Riva del Garda per continuare gli studi musicali, ha reso (a memoria!) il difficile brano con maestria tecnica e raffinata sensibilità, suscitando l’entusiasmo dei presenti.

A completare il programma, il Trio Patetique di Glinka scritto dal compositore russo durante uno dei suoi viaggi volti a comprendere la grande tradizione musicale europea. I giovani interpreti ne hanno dato una lettura dinamica e dai toni drammatici. molto apprezzata dai presenti che hanno richiesto un bis, soddisfatto da una smagliante esecuzione di Primavera Portena, tango di Astor Piazzolla”. 

Applausi a non finire! E’ seguito il solito intervallo eno-gastronomico, mentre la nostra squadra nazionale di calcio sconfiggeva quella del Belgio e su Bolzano infuriava una bomba d’acqua.

2 – Il (secondo)  libro di Nadia Ioriatti (con prefazione di Marcello Farina!)

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Nadia, in lingua russa “speranza”. Una donna “che aspetta” in tedesco di dice “in hoffnung”, in speranza. La cicogna? Una casualità? No … non porta solo bimbi, ma anche amici veri!

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Maria Teresa: “Da qualche giorno è in libreria il nuovo libro di Nadia Ioriatti “ARIA CHE ALLENTA I NODI”, che fa seguito al primo “IO TINTA DI ARIA”. Entrambi sono raccolte di racconti, ma con qualche differenza. Il primo è una sorta di autobiografia, perché l’esperienza di vita (intensa dolorosa ma anche piena di voglia di combattere) è presentata quasi in ordine cronologico dei fatti. Per questo è opportuno che chi non lo avesse letto lo legga ora, prima di questo appena uscito: avrà così una conoscenza completa delle vicende vissute dall’autrice. “ARIA CHE ALLENTA I NODI” ne è la continuazione, sottolineata fin dal primo racconto. Anche qui c’è ancora molto del vissuto di Nadia, ma accanto si trovano argomenti diversi, tutti trattati con uno stile arguto ed accattivante. Il libro si conclude con una sorpresa bellissima.”

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3 – L’intervista a Cristina

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Giovanna: su “Trentino mese” n. 292 del giugno 2016, alle pagine 56-58, una lunga e bell’intervista a Cristina da parte di Renzo Francescotti, dal titolo “Il giardino musicale di Cristina”. Una sorta di rivisitazione della vita e della carriera di Cristina, dei suoi successi e delle sue iniziative, passate ed attuali, fra le quali spicca l’Accademia delle Muse. Foto di ieri e di oggi. Da non perdere!

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4 – Le anteprime 

a) Giovanna: Giovedì 16/6 alle ore 21 in Piazza Fiera in occasione dell’inaugurazione delle Feste Vigiliane, l’orchestra Aurona diretta dal M° Claudo Vadagnini eseguirà l’opera di Donizetti “Elisir d’amore”.  Martedì 21/6 al Castello del Buonconsiglio alle ore 18 e alle ore 21 esecuzione di brani estratti da “Così fan tutte” di Mozart, con le voci di alcuni neo-diplomati cantanti della classe del M° Nicolini.

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Ferruccio Busoni

b) Corrado Ruzza informa: “Il nome del musicista Busoni è largamente conosciuto nella nostra regione, legato da sessant’anni al concorso pianistico che si svolge a Bolzano d’estate. Ma Ferruccio Busoni è stato molto di più che un famoso interprete della tastiera. Nato ad Empoli, si trasferì ben presto in terra tedesca per la sua formazione prima e per la professione poi, stabilendosi quindi a Berlino. Esponente del neoclassicismo strumentale, teorizzò anche una nuova estetica musicale nei primi anni del Novecento. Figura intellettuale complessa ed importante per la storia della musica, sarà al centro di una Tavola rotonda e di un concerto che si terranno venerdì 17 giugno 2016 a Riva del Garda. Nel pomeriggio, ad ore 16.00, presso la sede rivana del conservatorio trentino, il ciclo Incontri di analisi e Composizione del Bonporti propone una tavola rotonda dal titolo “Ferruccio Busoni per il 150° della nascita (1866-1924)” alla quale partecipano diversi studiosi e musicologi come Franco Ballardini, Giuseppe Calliari, Francesco Milita, Massimo Priori, Cristiano Rossi e Nicola Straffelini, moderati dal sottoscritto”.

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Cristiano Rossi

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Alla sera, ad ore 21.00, presso il Cortile della Rocca di Riva (in caso di maltempo, presso l’auditorium del Conservatorio in Largo Marconi) viene proposto un concerto per il ciclo estivo che presenta anche un’opera di Busoni. Interpreti della serata sono il violinista Cristiano Rossi e il pianista Corrado Ruzza; in programma, accanto alla Sonata KV 296 di Mozart e alla Seconda Sonata per violino e pianoforte di Brahms, verrà eseguita la Sonata op.36 A di Ferruccio Busoni.

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downloadc) Luciana Grillo:  Sta per iniziare la VI edizione del Trentino Book Festival che, nato da un’idea di Pino Loperfido con l’Associazione di promozione sociale “Balene di montagna”, si è ormai conquistato uno spazio su tutto il territorio nazionale. Quest’anno, insieme ai privati che lo sostengono per il 70% , alla Regione T.A.A., alla P.A.T., al Comune di Caldonazzo, alla Comunità Alta Valsugana e Bernstol, alla Fondazione Caritro, alla Cassa Rurale di Caldonazzo ecc., ecc, si unisce il prestigioso patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Questa manifestazione, capace di attrarre migliaia di persone in riva al lago – che ha ancora una volta ricevuto la Bandiera blu europea – parla di libri e di cultura, di teatro e di musica, ospitando grandi nomi, rivolgendosi agli adulti e ai piccini e diventando, in tal modo, un grande momento di aggregazione per famiglie. Dal 17 al 19 giugno un popolo di scrittori, giornalisti, cantanti, attori, lettori e lettrici invaderà il centro lacustre e “occuperà” ogni luogo possibile, dalle piazze al teatro, dalla Casa della cultura al Palazzetto, da bar, giardini, biblioteca alla Sala Capricci e al Campo sportivo. Incontreremo scrittori “atipici” come Franco Causio e Roberto Vecchioni, giornalisti ben noti come Giulietto Chiesa e Magdi Cristiano Allam, filosofi come Vito Mancuso, volti noti della tv come Serena Dandini, e così via, fino all’omaggio che il TBF tributerà a Sveva Casati Modignani, scrittrice prolifica, tanto amata. Molto interessanti i momenti dedicati ai bambini dal TBFJunior, tra i quali il divertente “Giornalino di Gian Burrasca”. Intorno agli eventi si articoleranno alcune mostre che riguarderanno un doppio centenario: quello della grande guerra e quello della nascita delle Biblioteche Comunali dei paesi della Valsugana. Tutto, comunque, sarà collegato da un tema, il “Limite” inteso come confine, come frontiera, come postazione sulla quale meditare per guardare oltre, fino alle stelle… il TBF infatti si chiuderà con “Brilla”, piccola opera rock ideata da Pino Loperfido, che ci invita a superare il limite, ad andare verso l’immensità del creato nel quale la nostra Terra è solo un granello di sabbia. E poi si comincerà a pensare all’edizione numero VII  ! www.trentinobookfestival.it – N.B.: Luciana Grillo presenterà le scrittrici:

  • Sara Vattaro, venerdì 17 giugno ad ore 17,50, Casa della Cultura;
  • Maria Pia Veladiano, domenica 19 giugno ad ore 12,15, Casa della Cultura;
  • Sveva Casati Modigliani, domenica 19 giugno ad ore 16,00, Teatro San Sisto.

d) Alfonso Masi: segnala Tanz Bozen  www.bolzanodanza.it, dal 14 al 30 luglio, rassegna “PER-FOR-MAN-CES”, con la direzione artistica del figlio, Emanuele Masi, organizzato dalla Fondazione Haydn di Bolzano e Trento. Ben 16 occasioni di danza e cultura. Info 0039 0471313800.

5 – Il riepilogo dell’attività svolta nell’anno 

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Cristina: con non celata, comprensibile e meritata soddisfazione la nostra Presidente ci ha fatto una carrellata di tutto il lavoro svolto nell’anno, ringraziando tutte e tutti, Artefici ed Uditori delle manifestazioni. Da parte nostra si è elevato all’unisono un grido: “Grazie a te, Cristina!”

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 6 – I prossimi appuntamenti “istituzionali” 

  • Lunedì 25 luglio 2016: Festa di mezz’Estate
  • Lunedì 10 ottobre 2016. Prima serata del nuovo Anno Accademico 2016-2017

 

Insomma, avete capito quali Muse coltiviamo? La prima è la Musa Amicizia, lo stare insieme. La seconda è la Musa da Cosa nasce Cosa … poi, la Musa Musica, quella Letteratura e via dicendo: Scultura, Storia, Pittura, etc. etc..

Un saluto a tutte e a tutti dal vostro blogger-reporter Riccardo!

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ROSARNO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Giugno, 2016 @ 6:26 am

Detto altrimenti: i nuovi schiavi                                        (post 2404)

 

Anteprima

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Immigrati: tutti “casa” ….

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Una qualsiasi compagnia telefonica gestisce on line miliardi di dati. La centrale rischi dei sistemi bancari e assicurativi, idem. La gestione del fisco registra qualsiasi nostra (piccola) inadempienza (per le grandi inadempienze di stanno attrezzando. Evvabbè …). Un qualsiasi nostro telefonino è un computer più potente di quelli utilizzati per mandare il primo uomo sulla luna. Ciò significa che volendo, si può.

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Fine dell’anteprima. Ora possiamo incominciare.

E li chiamano “invisibili”! Ma se li vediamo da casa alla TV! Sono migliaia, sfruttati come schiavi, senza alcuna assistenza di qualsiasi genere, vivono in condizioni peggiori di quelle che i canili comunali riservano ai loro ospiti. Consideriamo la cosa sotto diversi aspetti:

  1. Aspetto civile, umanitario: siamo a livello della peggiore schiavitù d’ogni tempo.
  2. Aspetto dell’economia del Paese: l’Italia ha bisogno del loro apporto.
  3. Aspetto retributivo, fiscale, assistenziale, previdenziale: violiamo ogni legge.
  4. Aspetto penale: tolleriamo la violazione della nostra legge penale.
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… e lavoro! (A 25 “euri” al giorno!)

Ora non mi si dica che non si può intervenire. Il fatto è che ci conviene non intervenire! Dice: ma sono tanti! Tanti? Quanti, dico io, 10-20-30 mila? Centomila? E quanto sono i miliardi di dati che invece, nei settori che ci stanno a cuore, gestiamo ormai con la mano sinistra? Ma via … siamo seri! Ammettiamolo: siamo degli sfruttatori ipocriti. Dice: ma la colpa è dei caporali, non degli imprenditori agricoli … Ah si? E allora sapete come avrebbe risposto il mi’ babbo, toscanaccio doc?  Ve lo dico subito: “Ovvia … un mi’ venite a dire che Cristo gli è morto di sonno” (ovvero: non mi raccontate fandonie).

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MUSICA A RIVA DEL GARDA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Giugno, 2016 @ 6:56 pm

Detto altrimenti: è il turno dello “Spettro Armonico”   (post 2403)

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Giovani. Solo due post fa ne scrivevo … di giovani musicisti. Ed oggi nella Sala Concerti del Conservatorio Bonporti Sezione di Riva del Garda, altri giovani. Giovane il direttore fondatore dell’ Associazione Spettro Armonico, Simone Zuccatti, giovani i componenti dell’Orchestra da camera “Spettro Armonico”:

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Violini: Sergio La Vaccara, Stefano Roveda, Manuel Cardona Lopez; Marta Peroni, Mauro Marino Suarez, Rossana Caldini – Viole: Nicola Fadanelli, Chizuru Deguchi – Violoncelli: Desirée Calzavara, Matteo Rinaudo – Contrabbasso: Nicola Ziliani. Giovani che hanno studiato a Riva del Garda, si sono formati ed  esibiti nel mondo (domani 12 giugno alle 17,30 presso la sala Conferenze della Fondazione Caritro a Rovereto).

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WP_20160611_005Il programma casualmente tutto il Sol: una fuga di Bach; una sinfonia di un anonimo; la “Kleine Nachmusik” di Mozart; un andante lirico di Reger; Danze Popolari di Bela Bartok. L’anonimo … tenuto nascosto per vedere se nel pubblico qualcuno indovinava quel nome, poi rivelato: Federico II di Prussia, sovrano illuminato, flautista impegnato molto, molto preparato, fecondo compositore. Ogni brano preceduto da una breve ma significativa presentazione da parte del Direttore Zuccatti.

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Da musicofilo non musicologo, osservo come Mozart abbia trasformato una serenata in una quasi sinfonia, trasformazione che – mutatis mutandis -  Bela Bartok ha effettuato trasformando danze rumene-ungheresi  in musica per tutti, non solo per i contadini  rumeni-ungheresi.

La scelta dei brani, la freschezza dell’esecuzione, la simpatia dei musicisti, la preparazione e la comunicativa del Direttore hanno riscosso una quasi standing ovation dal pubblico numeroso presente in sala. Non escludiamo di ascoltarli ancora, magari ospiti dell’Associazione Amici della Musica di Riva del Garda.

Bravi, bravi, bravi!

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E-BIKE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Giugno, 2016 @ 3:19 pm

 

Detto altrimenti: bici a pedalata assistita                        (post 2402)

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Il mio amico, “Giovan Soncin pedalator selvaggio”

Tanto tuonò che piovve. Ebbe sì, me la sono presa. Non in sostituzione di -, ma a fianco delle sue sorelle da corsa e mtb. Già, perché le salitone ripide o anche solo lunghe, dice il mio doc è meglio evitarle. Roba dell’età: da fermo 58 battiti al minuto, ma non devo superare i 120-130 … e con quei “giri” mi sarebbero preclusi molti traguardi. L’ho presa, l’ho provata due volte, sempre con il mio amico Giovanni: 1) il “giro di Levico”, ovvero Trento, Vigolo Vattaro, Lago di Caldonazzo, Levico, Vecchia strada di Levico, Pergine, Lago di Canzolino, Civezzano, Trento: 47 km di cui 12 circa in salita, quattro ore senza forzare, soste comprese. 2) La seconda volta ieri, da Molina di Fiemme (950 m circa slm) a Canazei (1450), quindi 500 metri di dislivello oltre quelli delle risalite dopo le ridiscese del percorso, su 247 km.. Pendenza limitata, ok, ma 47 sono pur sempre 47! E poi, con il ritorno, diventano 90 (47 per due fa 90 perché abbiamo fatto alcuni tratti sulla statale, più diretta della pista ciclabile). Sempre le solite 4 ore. 47 (km); 4 (ore); 2 (amici): e se me li giocassi al lotto?

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Blogger a pedali

Blogger a pedali

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Il consumo elettrico: su cinque “tacche” ne sono rimaste due, quindi teoricamente ancora il 40%. Tuttavia il computer di bordo mi diceva che a regime eco ( il minor aiuto elettrico nella scala delle possibili erogazioni: eco, tour, sport, turbo) mi restavano solo altri 20 km di assistenza alla pedalata.

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10 GIU 2016 (4)

Sosta dopo pranzo con vista sul Gruppo del Sella

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Prossimi obiettivi: la Val di Non dal Passo Palade su e giù fino al Rio Novella; la Val di Sole da Mostizzolo al Passo del Tonale. In attesa di arrivare a 2000 km pedalati, oltre i quali potrò ricominciare a pedalare in salita anche sulle bici non E-bike.

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Good Bike a tutte e a tutti, elettriche o non che siano!

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MASCOULISSE QUARTET

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Giugno, 2016 @ 2:42 pm

Detto altrimenti: leggete il post Festival dell’economia 2 – Musica” del 4 giugno scorso, solo, qualche post fa ….. (post 2401)

 

WP_20160603_005Pedalo per strada: musica, mi fermo, ascolto, sono giovani. Giovani … ma quale età deve avere un uomo per non essere più “giovane”? Certo che per me classe ’44 le schiere dei giovani sono numerose e ricoprono un range molto ampio di età. Anyway, giovani ho scritto e giovani sia. Li ascolto suonare, scatto qualche foto, li cito nel mio post quotidiano (“dacci oggi il nostro – …”). Lascio loro un biglietto del blog perchè si possano leggere e chiedo se mi mandano un pezzo sulla loro genesi. Me lo hanno mandato. Eccolo, lo pubblico molto volentieri:

Inizia

WP_20160603_002Il Mascoulisse quartet nasce da una storia di amicizia e amore per la musica risalente al lontano 2006 quando tutti noi frequentavamo il conservatorio di Brescia. Dovevamo eseguire un brano a libera scelta  per un esame di musica da camera e visto che non ci andava di farlo con gente che non conoscevamo decidemmo di farlo tra noi amici di strumento e di vita: qui nacque l’idea di fondare un quartetto di tromboni, il Mascoulisse quartet. Probabilmente l’idea del quartetto ci venne un po’ per gioco, per sfida e per questo legame che avevamo per la musica che ci univa sempre più, ma col passare del tempo abbiamo visto che in realtà questa tipologia di formazione ci piaceva molto fino a farci pensare che forse avremmo potuto investirci del tempo, facendo diventare il tutto la nostra professione e il nostro sogno. Allora da quel segnale decidemmo di dedicare risorse, sudore, fatica e impegno nel quartetto con sempre le solite due costanti che sempre ci hanno unito e tuttora presenziano nel nostro modus operandi: passione e divertimento. Da li a pochi anni, dopo numerosissimi concerti, ideammo Masterbrass.

Masterbrass è un corso di perfezionamento per trombone aperto a professionisti e amatori che ormai da 6 anni si svolge nel territorio bresciano, invitando come docenti ospiti trombonisti di fama internazionale come Christian Lindberg, Stefan Schulz, Michel Becquet, Vincet Lepape, Matteo de Luca, David Ceste, Diego di Mario e Diego Gatti.

WP_20160603_003Con impegno e costanza nello studio e nell’organizzazione siamo riusciti a realizzare uno tra i tanti nostri sogni, come quello di esibirci in altri stati e continenti. Tra questi citiamo la Spagna, la Danimarca, la Cina e la più recente America, dove da meno di un mese siamo ritornati dopo una serie di concerti a New York. Prossimamente saremo impegnati in numerosi concerti in tutta Italia, non solo come quartetto, ma anche come quartetto solista e orchestra  e nel tempo libero che ci rimane siamo sempre alla ricerca di nuovi progetti musicali. Tra questi posso citarne alcuni come produzioni di video musicali sulla rete, una bellissima collaborazione con una delle cantanti liriche più in voga del momento e ovviamente siamo già all’opera nell’ organizzazione  per il nostro rientro negli States ma non solo… anche in altre nazioni!!!

Con l’entusiasmo, la passione, la costanza e l’impegno si possono raggiungere tutti gli obiettivi prefissati, basta crederci fino infondo. Noi ci stiamo provando! Mai Mollare.

Finisce

Il nome, Maascoulisse” richiama il genere (tutto maschile) dei quattro componenti. La seconda parte del termine, a me che sono genovese di nascita, ricorda la culissa, che poi altro non è che il termine dialettale ligure di “rotaia”. Rotaie sulle quali auguro ai Quattro che possa correre veloce il treno dei loro successi. Bravi raga! Alla via così, avanti tutta! Una domanda: com’è che siete venuti a suonare al Festival dell’Economia? Sono curioso …

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FIAB TRENTO A SABBIONETA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Giugno, 2016 @ 5:27 am

Detto altrimenti: cultura a pedali        (post 2400)

 

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FIAB – Federazione Italiana Amici della Bicicletta (gruppo di Trento, 220 associati). Fiab, non “pedali” bensì “cultura a pedali”. E innanzi tutto cultura delle relazioni interpersonali: stare insieme, ritrovarsi, accomunati da un “simbolo”: la bicicletta, ovvero da un quid che unisce, che accomuna, che identifica. Quindi cultura della scoperta, dei piccoli grandi tesori della natura e dell’arte del nostro Bel Paese ove il sì suona.

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Resoconto? No, questo mio, nostro per chi legge, è un rivivere la giornata di ieri: un successo pieno di sole fra giornate piovose (fortuna iuvat audaces); di ricchezza di percorsi (grazie alle nostre “guide” Fiab locali che ringraziamo veramente molto di tutto: Daniele Mattioli, Massimo Codurri e Gianfranco Bettoni); di paesaggi (la confluenza Oglio-Po); la scoperta della scultura di Italo Lanfredini; la simpatia del pranzo al lambrusco dell’ agriturismo El Merendero; la ricchezza di Sabbioneta illustrata magistralmente dalla guida Dr.ssa Marcella Luzzara. In totale 50 km casa-casa. Ma procediamo con ordine.

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In meno di due ore da Trento a quasi Curtatone (col pullman, ovviamente!). Indi le ciclabili e strade assai poco frequentate, prima a livello della campagna, poi sui poderosi argini dell’Oglio e del Po. La dolcezza di curve armoniose di un percorso dipinto dal verde dei campi e dall’azzurro di un cielo trapunto di bianche e innocue nuvole.

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Breve sosta a Commessaggio per ammirare l’imponente torre daziaria, nei pressi della confluenza Oglio-Po, subito dopo avere attraversato il ponte di barche.

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WP_20160605_025Indi, a circa 40 km dalla partenza: la villa-cascina-laboratorio dello scultarchitetto (uno scultore un po’ architetto. O viceversa?) Italo Lanfredini (info@italolanfredini.it – www.italolanfredini.it – 347 7974956). Scultarchitetto dei volumi improvvisi, del ferro e della creta, di formesculture inserite nella natura. Un grande laboratorio-officina nel quale egli realizza prima il modello in scala delle sue opere e quindi l’opera vera e propria, avvalendosi anche di mezzi meccanici per movimentare le masse di materia che modella e fa rinascere a nuova forma di vita. Scultarchitetto poeta. Poeta dal greco poieo, creo. Infatti egli crea opere insolite, assolutamente imprevedibili, estrae dalla materia una nuova natura, un diverso ruolo. Grazie Italo, della tua disponibiltà a riceverci!

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WP_20160605_036E siccome l’uomo e la donna non sono di legno e non vivono solo d’arte, pochi km prima di Sabbioneta eccoci al pranzo al lambrusco presso l’ Agriturismo El Merendero in località 46010 Commessaggio (Mn), SS 420 Viale della Libertà,  3395287045 – 329 3423305. Verdure, pastasciutta alle erbe o alla bolognese, lambrusco e caffè. Ah … dimenticavo: c’era anche l’acqua minerale (evvabbè …). E il nocino per digerire.

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Finalmente Sabbioneta! E qui siamo magistralmente guidati dalla Dr.ssa Marcella Luzzara, guida autorizzata per Mantova e provincia marcella.luzzara@alice.it – 0039 346 7937510 lingua: francse, così recita il suo biglietto da visita. Marcella letteralmente ci illumina della sua scienza, conoscenza e del suo modo accattivante, comunicativo e sorridente di trasferirci il suo sapere.

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Vita e opere di Vespasiano Gonzaga: la città fortezza fra il milanese e il veneziano, la galleria per le esposizioni delle opere d’arte, il palazzo ducale, il teatro, la sua carriera politica e nobiliare, i suoi tre matrimoni. E noi trentini un po’ rivani a ricordare che tale Alfonsina Gonzaga, in sposa all’ultimo dei Madruzzo, capitano delle armi a Riva del Garda, ha edificato in quella città la splendida chiesa dell’Inviolata. Per finire la visita alla splendida chiesa della Beata Vergine Incoronata (dall’esterno non lo diresti, ma all’interno è un trionfo di spazi che ti innalzano, di inaspettata e incredibile verticalità spirituale!) ed alla sinagoga. Il tutto arricchito dalle informazioni d’arte e di storia di Marcella, Grazie, Dottoressa!

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Concludo: Sabbioneta, fuori dalle rotte autostradali, pur “depredata” da Maria Teresa d’Austria, da Napoleone e dalla sua stessa Mantova (molte sue opere d’arte sono allocate nei musei del capoluogo), ha un fascino ed una ricchezza assai particolare ed invita a riflettere sul fatto che la nostra Italia sia il più ricco ed entusiasmante museo a cielo aperto del mondo!

Non mi resta altro da dire se non joint us, unitevi a noi, iscrivetevi alla FIAB !

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MARIA PIA VELADIANO E RICCARDO MAZZEO – FESTIVAL DELL’ECONOMIA 3

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Giugno, 2016 @ 4:57 pm

Detto altrimenti: “I luoghi della crescita” attraverso la comunicazione in tutti i luoghi, ovvero “Solo le relazioni ci salveranno!”   (post 2399)

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Tre ore fa: “Mi dispiace, la sala è già piena” “Ma io sono di Trentoblog … devo fare una relazione” “Allora si accomodi, un posto per lei lo troviamo”. Ecco, la forza della (quasi) stampa!

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th62NKVFQZCome si conciliano i luoghi della crescita con i luoghi delle relazioni? Innanzi tutto, di quale crescita stiamo parlando? Non di quella economica tout court: si tratta infatti di un obiettivo obsoleto, superato in quanto “inadatto” alla crescita del SU-Sistema Umanità. Lo hanno dimostrato, fallendo,  due ideologie: il comunismo ed il capitalismo. E’ di ieri la piece teatrale su Adriano Olivetti. Oggi, se così posso dire, per certi aspetti mi è parso di cogliere una prosecuzione di quel discorso. Relazione uomo-donna, capo-collaboratori, fra politici, fra etnie diverse, etc.. insomma, fra “diversi”. La diversità arricchisce se si dialoga sulla base del reciproco rispetto. Diventa guerra in caso contrario. Ma come superare stereotipi, aggressività, pregiudizi, supponenze, privilegi millenari di caste culturali (ove per cultura si deve intendere il complesso delle conoscenze e delle abitudini, buone o cattive che siano)? Riccardo Mazzeo ha incentrato il suo intervento sulla utopia (u-topos, non luogo, ovvero luogo non “ancora” raggiunto) della parità di genere, sull’origine primordiale e poi storica del “predominio maschile”, quasi una colonizazzione (termine mio) della donna da parte dell’uomo.

Rilevante e illuminante anche l’analisi di Mazzeo sui diversi ruoli paterno e materno e sulla necessità dell’autorevolezza paterna, la cui mancanza induce il figlio alla ricerca di altre “pseudo-autorità/autorevolezze non sempre positive.

DSCN1393Maria Pia Veladiano, autrice conosciuta (anche personalmente) innanzi tutto  per la sua splendida “La vita accanto”, libro che ha spinto mia moglie Maria Teresa e me a visitare i luoghi di Rebecca (protagonista del romanzo) nella città location dell’opera (Vicenza) e per i suoi ottimi titoli successivi (v. internet), ha incentrato il focus del suo intervento sui “luoghi” e sulle “parole” (le parole sono pietre, scriveva Don lorenzo Milani, n.d.r.). I luoghi come luoghi e non come u-topoi, non luoghi, utopie, luoghi quali la Scuola e la Piazza, e le parole, quali la Cura (l’essere accanto a-), il Ponte, il muro, la meritocrazia (le lettere Maiuscole e minuscole non sono utilizzate a caso. Lo stesso dicasi per il carattere  Grassetto).

Luoghi dove si fa azione comune, ovvero communis actio, ovvero comunicazione. Non luoghi nei quali non si comunica. Le parole … la Veladiano invita a usare quelle “giuste”, semplici, sintetiche, vere, significative, a rifuggere dal burocratese, dalle circonlocuzioni a tranello: in breve, per sconfiggere “la malattia delle relazioni” e il “sadismo dei rapporti”, Maria Pia suggerisce di mantenere alta la consapevolezza, di conoscere i meccanismi del linguaggio e della logica, e di “resistere” ovvero di avere la volontà, la capacità e la forza di remare contro-corrente.

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La moderatrice Francesca Gennai

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E’ difficile per me, semplice blogger in un semplice post, riassumere e commentare simili interventi. Mi aiuta tuttavia un riferimento, quello a Don Lorenzo Milani che oltre alle parole-pietre, nella sua aula di scuola, al fascista “Me ne frego” aveva contrapposto il suo  “I care” – io mi prendo cura di -. Don Milani che aveva stigmatizzato la meritocrazia come un criterio micidiale (ovvero  mortale) se usato così, brutalmente, a danno del figlio dell’operaio di fronte al ben più formato figlio del ricco borghese.

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E mi aiuta anche l’avere letto “Laicità, grazie a Dio” di Stefano Levi Della Torre (Giulio Einaudi Ed.): laicità nel senso di accettazione del pluralismo. Ma per accettare occorre conoscere e per conoscere occorre dialogare, avere relazioni “giuste”, non prevaricanti.

Per concludere: Festival dell’Economia, I luoghi della crescita, non solo o non più solo o principalmente crescita economica bensì umana, culturale, sociale. Attraverso le relazioni. Quelle giuste.

P.S.: continuo ad avere problemi con il mio PC: ne soffrono la qualità e le dimensioni delle foto. Me ne scuso con le lettrici e con i lettori e soprattutto con la relatrice, con il relatore e con la moderatrice. Provvederò al più presto. 

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