AUTUNNO “IN” TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Ottobre, 2016 @ 3:43 pm

Detto altrimenti: sì, in citta ….. (post 2488)

Passeggiavo lungo il Fersina, affluente di sinistra dell’Adige. Lo chiamano torrente, ma lui l’acqua ce l’ha sempre quindi io lo chiamo fiume, sia pure non grande. In tasca il telefonino, ovvero foto a portata di mano.

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Eccone una. Siamo in città. Non ci credete? Guardate la successiva!

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Che vi dicevo?

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Buon autunno a tutte e a tutti, compresi i germani reali, i Re del Fersina!

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POST 2487 – CASTAGNATA SOCIALE FIAB TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Ottobre, 2016 @ 7:18 pm
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Fiab Trento, cresciuta sulla base del lavoro 25ennale della Past President Manuela Demattè, azione oggi egregiamente proseguita dal Presidente Guglielmo Duman

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Detto altrimenti: a chiusura delle attività dell’anno? No, perché il 28, 29 e 30 ottobre siamo presenti a Trento con uno stand nella Fiera “Fai la Cosa giusta”    (post 2487)

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downloadMa intanto abbiamo organizzato la castagnata annuale. Una giornata di sole come soltanto il Trentino sa regalare, una di quelle “albo signando lapillo”, da contrassegnare con un lapillo bianco, ovvero rara visto che i lapilli in genere sono neri! Una splendida giornata incastonata fra una serie di perturbazioni che ci hanno voluto lasciare uno spazio di sole unico, una giornata di un moderato fronte freddo con un leggero vento da nord ed una luminosità accecante.

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img_7024E’ una nostra consuetidine. Negli anni ci siamo ritrovati successivamente in una baita ANA in Val dei Mocheni, al Bicigrill di Nomi, in una casetta nel bosco di Anterivo, nella Malga Malghet sul monte Bondone. Questa volta, accompagnati dalla guida Giulia Bianchini,  siamo stati nel Parco delle Biodiversità sul Doss del Rastel nei pressi di Pergine, sopra il Lago di Caldonazzo, un parco agricolo che si estende per 12 ettari,  è ricco di piante di numerose specie e orticoltura a scopi didattici. Dal parco si gode una splendida vista sul Lago.

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V. in internet: Parco del Rastel, Associazione Rastel APS.  La guida dell’Associazione, Giulia Bianchini,  ci ha accompagnato in una escursione lungo i sentieri, prati e boschi del parco, illustrandoci il lavoro svolto (tanto) e i risultati ottenuti in termini di aree allestite e visitatori accolti.

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wp_20161016_014Eravamo 65 fra associati e familiari. Ci ha accolto un ampio locale arredato con ogni tipo di antico attrezzo contadino, tavoli tutto intorno e al centro un carro in legno a fungere da tavolo per le portate self service. Il menù? Innanzi tutto la Gemütlichkeit, ovvero “la consuetudine di  stare bene insieme”. Ecco, ho voluto iniziare da qui, dalle “portate” più importanti: conoscersi, socializzare, parlarsi (a voce, non per sms!) condividere. Il resto viene dopo, compreso il pedalare, il vivere la città a pedali. Care lettrici e cari lettori, sapete … noi di Fiab Trento siamo ormai in 230 iscritti. Ovviamente non ci si conosce subito tutti di persona, ma dopo qualche occasione di incontro, a pedali e non, le persone si aprono reciprocamente e nasce un gruppo coeso.

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Un antisociale pericoloso  accaparratore di caldarroste colto con le mani nel sacco!

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Dietro tutto ciò c’è molto lavoro, ovviamente: la gestione dei soci, il bilancio, le gite, la politica per la ciclabilità urbana, le amicizie. Ma è un “lavoro” del quale noi volontari del Consiglio Direttivo ci facciamo carico ben volentieri, gratificati come siamo dal successo di giornate come quella di oggi. Solo, noi dirigenti “diversamente giovani” aspettiamo e auspichiamo che si facciano avanti forze più fresche, perché se è vero che noi siamo molto “giovanili”, è altrettanto vero che abbiamo bisogno dell’inserimento di “giovani”!

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img_2227Ma veniamo alla giornata. Menù ricco di affettati, formaggi, polenta, fasoi en bronzon, caldarroste e vini freddi e caldi. I dolci poi … sentite questa: è stata organizzata una gara fra i soci per scegliere le torte da loro stessi preparate che meglio  si ispirassero alla bicicletta. Una giuria composta da tre soci estratti a sorte, ha visionato e assaggiato le opere uniche dei concorrenti ed individuata la terna dei vincitori. Poi siccome tutti i salmi finiscono in gloria, quelle torte … ce le siamo mangiate. Alla fine, una speciale grappa istriana alla frutta offerta dal socio Tino.

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I vincitori: primo premio, una gita Fiab gratis, Franco Eccel, torta n. 1 – Secondo premio, iscrizione Fiab annuale, Adriana Cristofori, torta n. 4 – Terzo premio, due coppe Fiab, Elvira Gherardini, torta n. 7.

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La vincitrice del primo premio

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E’ seguito il ballo sociale, dal liscio al più scatenato …. come si chiama questo ballo moderno? Non lo so … sapete, quello tipo discoteca. E dulcis in fundo, la rappresentazione in costume dell’inizio del “Pedalando Furioso” ad opera di Maria Teresa, Giovanni e Riccardo. Costumi di Cristina (v. in appendice il testo).

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Let’s dance!

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Che altro dire? Ah già … le foto. Ora pubblico quelle che ho scattato io stesso o che ho già ricevuto da amici. Poi eventualmente cambio e integro via via con nuovi arrivi.

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Good Bike everybody e … joint us, unisciti a noi! Iscriviti alla Fiab (Presidente Guglielmo Duman)

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Appendice

Parla Maria Teresa

Amici, sapete … avremmo dovuto andare in gita a Ferrara, la città nella quale 500 anni fa fu rappresentato per la prima volta l’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto . La gita non è stata fatta per le poche adesioni, e allora lasciate che sia io a parlarvi un po’ di questo grande personaggio della storia e della letteratura del passato … (inizia a leggere l’Orlando Furioso vero)

Interviene impetuosamente Giovanni

img-20161016-wa0019… Alt! Fermi tutti! Quale grande personaggio dei miei stivali! Ora vi dico io la verità. Intanto mi presento: son Giovanni Soncin Pedalator selvaggio, sono modenese e spesso mi capita di andare a Reggio Emilia a cercare il miglior lambrusco della terra (ne mostra una bottiglia ormai vuota). Orbene, durate una pausa di queste mie spedizioni ho visitato la Biblioteca Comunale di Reggio Emilia, la città che ha dato i natali a quel tale Ludovico Ariosto. Indagando fra i documenti storici ivi conservati, ho fatto una clamorosa scoperta, cioè che l’Ariosto, autore de l’Orlando Furioso, in realtà ha plagiato un suo predecessore, tale Riccardico Arrosto, il quale aveva composto il “Pedalando Furioso”. Ho convinto quindi l’Arrosto a venire qui oggi per declamarci la sua opera.

Entra in scena l’Arrosto

Ebbene sì, amici, non lo nego, sono io! La cosa andò così: l’Ariosto voleva che io scrivessi un’opera da pubblicarsi poi a suo nome. Sdegnato, mi sono rifiutato e lui, per vendicarsi, mi ha plagiato! Ma oggi, grazie all’amico Soncin Pedalator Selvaggio, ho la mia rivincita. E voi cari pedal-cultori, avrete oggi il privilegio di udire l’opera mia in assoluta anteprima.

 img_7021PEDALANDO FURIOSO

Le donne, i cavallier, bici a pedali,

le cortesie, l’audaci imprese io canto,

che furo al tempo che passar a Mori

d’Adige ‘l fium e in Fraglia piacquer tanto,

seguendo ‘l proseguir e i forti ardori

di Guglielmo lor re, che si diè vanto

di superar salite a tutto spiano

come sa far l’elettrico montano.

In scena Soncini incorona Guglielmo che si avvicina al poeta

Piacciavi, generosa Erculea prole,

ornamento e splendor del secol nostro,

Guglielmo Sir, gradir questo che vuole

e darvi solo può l’iscritto vostro.

Guglielmo fa un gesto di benevole accondiscendenza

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I tre giudici: il responso ha tardato perché uno di loro era ingegnere: “L’assaggio va tagliato in senso verticale o orizzontale? Quanti grammi dobbiamo mangiare? Quanto tempo fra un assaggio e l’altro? Si può bere fra due assaggi? E se si, cosa?” etc. etc..

Dirò di Manuela già regina

che vostro gran reame de la Fiab-a

ha retto con saggezza per vent’anni

sperando che i novelli successori

non abbian nel fra-tempo a fare danni.

 

Se da Katia che in tal guisa l’ha fatto

a me sarà per ciò tempo concesso

che mi basti a finir quanto ho promesso,

dirò di Walter in uno stesso tratto

cosa non detta in prosa mai, né in rima:

che per amor pedala come un matto,

d’uom che sì saggio era stimato prima.

 

Voi sentirete fra i più degni eroi,

che nominar con laude m’apparecchio,

rimembrare Edoardo il Cavareno

gran foto ritrattor di Non sua Valle.

 

L’alto valore e i chiari gesti poi

vi farò udir, se voi mi date orecchio,

di Rina pari a qual mai se n’intese

poichè ne l’inseguir niun la riprese.

 

img-20161016-wa0005E poi di Fausto che sempr’è impegnato

a macinar non men che un’ottantina

per ogni dì bonora la mattina.

Dirò per cui a Mori ed a Borghetto

levatosi dal letto sanza lagna

giunge veloce superando i fossi.

Per cui la sera a casa ritornato,

una piattata di spaghetti rossi

di certo lui d’un fiato se la magna.

 

Vi narrerò Francesco scopa vostra

lo qual soffiando nel sonoro corno

alto suole levare il suo richiamo

se per malanno o per altro scorno

ognuno sia rimasto un po’ lontano.

Sìcchè coi loro buchi riparati

e la catena al posto ben rimessa

a proseguir si mettono allietati

tal che colonna umana non sia fessa.

 

img-20161016-wa0006E narrerò di Monika pulzella

colei ch’appronta vostra albergatura

che mai fece mancar la copertura

di mensa apparecchiata sotto tetto

mertando l’oprar suo non di meno

a organizzar piedate spedizioni

al Ligure gran mare del Tirreno.

 

Ancora citerò gesta di Franco

sicuro tesorier de’ vostri averi

che mai scudo veruno al vostro appello

mancò nel controllar i suoi mestieri.

 

Nè fallirò in questo la missione

a non citare Tino il Sangiorgese

che schiere vostre con forte baldanza

in quattro dì a pedali a più riprese

guidò a conquistar terra Croanza.

 

Da ultimo, a finir questo mio scritto

gran prece io rivolgo al popol tutto

che voi Guglielmo Re ben governate:

che alcun di loro senta in sé il dovere

di sopperir gravosa conduzione

de lo Fiabbin Reame ne’ lavori.

Giovin negli anni lor e ne la mente

chè a voi, o Sire mio, l’anni son tanti

per cui vi premiò Ciclo Concorso

de’ li più metri a pedalar raggiunti.

 

Sicchè che altro dir? Non restin muti

sudditi vostri a lo cotanto appello:

io sol m’ardisco a dir: che l’Ciel ci aiuti!

 

Ma or che lo programma è ben stilato

passo la voce a lo Soncin Selvaggio

a che l’opera intera a voi racconti

da omo gran lettor acuto e saggio.

Per la qual cosa state ben seduti

avendo da aspettar pochi minuti.

 

Il Poeta si ritira. Si avanza Soncin Selvaggio con una bisaccia a tracolla.

 

Incliti amici gran pedala-tori

null’altr’impegno voi vogliate avere

ch’esso sia grave oppur che sia piccino

acciò ch’io possa quivi a voi illustrare

le gran virtù d’ogn’iscritto Fiabbino.

 

wp_20161016_030Son cento e cento e poscia ancora trenta

e una vergata pagina a ciascuno

dedicat’è a che nessun si senta

Trascurato da lui come un nessuno.

Sol due minuti a pagina s’intende

sei cento son quaranta nel totale

per cui sol dieci ore narrazione

intratterrò mirabile concione.

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Sull’altro lato il cartello riporta “Applausi”

Vedo spavento sopra vostri visi?

Vabbè vabbè, se proprio lo volete

le pagine che qui nel sacco misi

spedite per la posta ricevete

con costo a vostro onere, compari

per cui mettete qui vostri denari.

 

FINE

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GARCIA LORCA BY ALFONSO MASI & C.

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Ottobre, 2016 @ 4:42 pm

Detto altrimenti: alle cinque della sera …   (post 2486)

Eh no, raga, alle 20,30 di ieri sera ad Arco, palazzo Panni, le due Associazioni La Palma e di Arco (Presidente Leonardo Bresciani) e Amici della Musica di Riva del Garda (Presidente Franco Ballardini), hanno acconto l’ensamble artistico di Alfonso Masi per la commemorazione deli 80 anni dalla morte (per fucilazione) del poeta spagnolo:

 “Incomincia il pianto della chitarra” … detto altrimenti “la chitarra fa piangere i sogni” Poesie, musiche , canzoni di Federico Garcia Lorca.

 img_4136Canto, Paola Fumana; chitarra, Fabrizia Dalpiaz; voci recitanti, Maria Buna Fait e Alfonso Masi; danzatrice, Adriana Grasselli. Regia, Alfonso Masi. A 80 anni dalla uccisione del poeta canto, testi, voci e musica “si fondono per delineare e far rivivere la sua figura, la cui voce poetica è una delle più libre e fantasiose della letteratura spagnola ed europea del novecento. Momento importante è il Lamento per Ignacio, in cui intervengono tutte le componenti. Si sottolinea inoltre il contributo anche musicale dell’autore, non solo grande poeta ma anche esperto di musica, nelle canzoni popolari da egli stesso armonizzate”.

 Il programma di sala

img_4128Romance de Don Boyso

Prologo

Las morillas de Jarn

Poesia è la vita

Sevillanas

La musica e il silenzio

Anda Jaleo

Il teatro della vita: Yerma

Nana de Sevilla

Romancero gitano

Zorongo

Viene la morte

Los mozos de Monleon

Epilogo: seppellitemi con la mia chitarra

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La sedia momentaneamente vuota è la mia …

 Serata tempestosa, pioggia a fiumi (tromba d’aria a Genova). Eppure 60 persone in sala, salite (a piedi!) all’ultimo piano del nobile Palazzo Panni in Arco. Vita, poesie, musica di un uomo. Trovate molto in internet (oggi si fa così …). Tuttavia, anche prima di oggi il suo nome l’avrete ben sentito tutti, anche chi non è particolarmente amante della letteratura, della poesia e della musica. E poi, quella frase “alle cinque della sera” è famosa, è un lessico universale. Solo … sapete cosa successe a quell’ora? Fu incornato e ucciso un suo intimo amico, il famosissimo torero  Ignacio Sànchez Mejias, ad opera dell’850° dal toro che stava affrontando (per inciso: io sto con i tori, n.d.r.).

Garcia Lorca. La sua poetica è struggente, come la sua musica e la sua morte: sul punto di essere fucilato dai franchisti perché “è stato più dannoso lui con la penna che 100 fucili”, lui che era “omosessuale, repubblicano e massone”, canta : “Seppellitemi con la mia chitarra”.

Poesia, testi, musica e … danza il flamenco, tipica dell’Andalusia. Abito scuro con la coda , ventaglio, nacchere, scialle: una danza triste coinvolgente, che ti fa pensare. Complimenti alla musica suonata e danzata!

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Alfonso Masi

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.Grande Alfonso, grandi tutte le quattro interpreti! Grazie del cammeo che ci avete donato!

Un’osservazione a contorno: quale membro del direttivo dell’Associazione Rivana, auspico che questa collaborazione dia ulteriori frutti: infatti viribus unitis si vince! Da ultimo segnalo i prossimi concerti dell’Associazione Amici della Musica di Riva dl Garda:

  • Sabato 12 novembre, ore 17,30, Auditorium del Conservatorio in Riva: Concerto eseguito dai migliori diplomati del Conservatorio.
  • Mercoledì 30 novembre, sala come sopra, ore 20,45, Archi dell’Orchestra regionale Haydn in Concerto.
  • Giovedì 8 dicembre , Chiesa Collegiata in Arco, ore 18,00 con la camerata Musicale Città di Arco, direttore Giorgio Ulivieri, Concerto per l’Immacolata.

Good Musik everybody!

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Per gli amanti dei gialli e/o della storia e/ della musica

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P.S.: sorpresa finale! L’amico Fulvio Zanoni ci regala copia del suo ultimo libro “Il delitto della Roggia Grande, ossia Wolfgang e Gotifredo” , un romanzo storico ambientato “storicamente” con il vero Mozart (a Rovereto) finora sconosciuto, attraverso fatti e documenti storici reali. Un giallo Aletti Editore,  disponibile anche in E-book, con il quale ci si diverte facendo cultura e viceversa. Bravo Fulvio e … grazie!

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POLLOI, POLIS, POLITICA … POLLI?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Ottobre, 2016 @ 7:02 am

 

Detto altrimenti: noi, debitori culturali e linguistici dell’antica Grecia …. (post 2485)

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Polloi, i molti. Polis, il luogo dei molti. Politica, l’azione dei molti/per i molti … Sta di fatto che oggi la gente tende ad allontanarsi dalla politica, perché la sente “cosa altrui, non bella”, di poche persone”.

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Il Cittadino, “cliente” della democrazia

E cominciamo dalla “politica cosa altrui”. Per comprendere, occorre rovesciare la piramide: la vecchia base (gli elettori) ne deve  diventrea il tetto e il vecchio vertice, che incide operativamente sulla realtà, il nuovo vertice che deve diventare la nuova base. Mi spiego. La politica deve essere espressione della gente, gente che deve stare al top della scala dei valori e che esprime la propria volontà. Su un livello più basso, la politica, la quale, ai sensi della nostra Costituzione, deve fare sintesi ed organizzare – rispettandone i contenuti – le molteplici istanze della gente. Infine, collocati in un “vertice che sta in basso” la politica esprime i governanti, gli esecutori della volontà popolare organizzata ed espressa dalla politica.

E invece no, questo spesso non accade. Infatti le “variazioni sul tema” delle regole (notate, non uso la parola “leggi”) che per (deplorevole) prassi consolidata governano una certa parte della politica, fanno sì che troppo spesso esista una “politica sommersa” fatta in luoghi non deputati, una trasversalità di interessi se non proprio illeciti almeno però in conflitto con la mission istituzionale, la quale spesso “governa” il tutto, compiendosi in tal modo una doppia violenza:

  1. a danno dei cittadini, perché la loro volontà espressa con il voto non è rispettata. Ciò accade, ad esempio, quando un sindaco nomina assessori esterni, ignorando i consiglieri che hanno ottenuto la più alta percentuale di voti degli elettori;
  2. a danno del sistema democratico, perchè a condurre la danza sono gli Amministratori, cioè gli organi esecutivi, i quali determinano la politica e ignorano la gente, che per loro è solo una “base inferiore da corteggiare solo in occasione delle elezioni”. Della serie: vieni qui che ti dico io di cosa hai bisogno. Un vero e proprio top down, piramide alla vecchia maniera.

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Insomma, una vera e propria “inversione termica della politica con le nuvole in basso: nebbia fitta per la gente!

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download-1E parliamo ora della “politica di pochi”. Percepita come cosa altrui (e non bella), la politica viene snobbata da molti e diventa cosa di pochi e la democrazia si trasforma di fatto in oligarchia: i soliti noti. Dicono che all’estero i partiti restano e cambiano i politici, mentre qui in Italia avviene il contrario: sono i partiti a cambiare veste e nome, ma i politici sono sempre gli stessi. E la gente si allontana dalla politica. Ben venga, dicono gli oligarchi per i quali vige l’imperativo categorico “Ghe pensi mi”. Infatti questi politici vogliono trasformare i “polloi” (molti) in “polli” (polli).

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 Altra immagine dei cittadini elettori assai gradita ai “politici top down” è stata dipinta dal Padre Dante, nel Purgatorio:  “Come le pecorelle escon del chiuso / a una, a due, a tre, e l’altre stanno / timidette atterrando l’occhio e ‘l muso; / e ciò che fa la prima, e l’altre fanno, /addossandosi a lei, s’ella s’arresta, /semplici e quete, e lo ’mperché non sanno …”  (pecorelle o polli, la sostanza non cambia!)

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Come reagire a questo (deplorevole) stato di cose? Avendone consapevolezza, interessandosi alla cosa pubblica, avendo il coraggio di prendere posizione per la gestione di una “cosa propria”: la vera democrazia. Al riguardo Piero Calamandrei raccontava agli studenti un aneddoto: il capitano avverte i passeggeri che la nave sta affondando. Uno di essi gli risponde. “O che m’importa, un è mica mia!” (quel “mica” con la “c” aspirata visto che Calamandrei gli era un toscanaccio da poco, gli era …!).

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VIEW POINTS

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Ottobre, 2016 @ 2:13 pm

Detto altrimenti: punti di vista, angolo visuale …. (post 2484)

Le parole sono pietre, scriveva Don Milani. Quindi parole diverse per descrivere situazioni identiche non vanno bene. Sarebbe come volere realizzare una lavagna scolastica (vecchio tipo) con lastre di granito anzichè di ardesia.

Cittadini e soldatini. Parole diverse, talvolta usate indifferentemente per descrivere le stesse persone. Mi spiego. Un importante leader politico (di quelli “ipse dixit” che nel ventennio fascista si traduceva “qui non si fa politica, si lavora” e oggi  “ghe pensi mi”, dall’alto della sua visuale considerato che  lui vola alto): “I miei seguaci? Persone consapevoli, riflessive, responsabili: cittadini. E gli altri? Oppure i miei se cambiano idea, cosa sono? Semplice: sono soldatini, strumenti obbedienti nelle mani del loro capo”.

Maggioranza. La maggioranza che segue quel leader Innominato? Maggioranza solida, democratica … che poi se invece si forma una maggioranza non sua … be’ … di quella  l’Innominato dice: “Usurpatori antidemocratici!”

Iniziative politiche. “Le mie? Espressioni di genio! Quelle degli altri? Follie!”. Chi lo ha detto? Ma l’Innominato, s’intende!  Ah … vabbè … allora …

Ribelli. Una minoranza che non si adegua al deliberato della maggioranza. “No, dice l’Innominato! Ribelle è una maggioranza che non si adegua alla mia minoranza!” Ah … vabbè … allora ….

View points, appunto …

P.S.: Cosa? Chi è quel leader? Volete che faccia nome e cognome, che pubblichi una sua foto? Eh no, cari miei, i miei sono solo discorsi teorici. Figuriamoci … potrà mica mai esistere un leader del genere! Ci mancherebbe altro!

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ACCADEMIA DELLE MUSE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Ottobre, 2016 @ 7:20 am

Detto altrimenti: avvio dell’anno accademico 2016-2017       (post 2483)

 

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Giovanni, Giovanna, Cristina, Letizia, Stefano

Circolo Culturale Privato “Accademia delle Muse” – Si riparte! Questo è il nono anno del nostro gruppo di amici. Nove anni che da ottobre a giugno, il primo lunedì di ogni mese (quasi sempre il primo), ci riuniamo per condividere l’arte di ognuno, ove per “arte” si intende tutto ciò che ognuno di noi può offrire agli altri; musica, poesia, pittura, storia, teatro, fotografia, viaggi, canto, navigazione a vela, cicloturismo, letture etc. etc,. etc..

Non esiste alcuna formalità di iscrizione ma solo essere amici di un aderente ed mettere a disposizione degli altri la propria “arte”. Nel mio elenco indirizzario e mail siamo in 100, di cui circa 45 mediamente presenti alle riunioni. Non male, direi! Ci ritroviamo in casa della Presidente Cristina.

Ieri sera … anzi, “ieri seratona” serata di inizio anno. Cristina al pianoforte, Giovanna e Letizia canto, Stefano voce, Giovanni alle slaids per accompagnare con proiezione di quadri famosi da lui scelti e commentati. L’esposizione vocale, canora e musicale: vedi sotto., Il tema? Vita e opere di una Donna (“Domina”) trentina: Elvira de Gresti di San Leonardo.

Introduzione di Giovanni Soncini (Accademico, ingegnere, fisico, docente universitario, pittore, ciclista) 

download“I brani musicali che stasera vi presentiamo vogliono essere un omaggio alla figura della musicista e compositrice trentina Elvira de Gresti di San Leonardo. Abbiamo ricavato le notizie che sentirete dal libro Elvira de Gresti di San Leonardo: la vita e le opere curato da Luisa Pàchera e pubblicato nel 2010 a Rovereto. Il libro, corredato da un CD che contiene brani per pianoforte solo e per voce e pianoforte, è reperibile presso la Biblioteca comunale di Trento.   Durante le esecuzioni musicali saranno proiettate immagini di dipinti di pittori coevi della compositrice. In particolare vedrete opere di pittori fin troppo famosi: Vincent van Gogh (quello che si è tagliato l’orecchio!); Claude Monet, probabilmente il più noto fra gli impressionisti francesi; Theodore Robinson, pittore impressionista americano formatosi in Francia alla scuola di Monet. Vedremo opere di pittori classici accademici, in particolare Lawrence Alma Tadema, famoso ai suoi tempi, tanto da essere nominato “Sir” dalla Regina Vittoria nel 1899 ed ora quasi completamente dimenticato, di pittori romantici quali Jean Fancoise Millet e Friedrich David Caspar, il più noto interprete del romanticismo tedesco. Riscopriremo Gaetano Previati, uno dei maggiori esponenti del “divisionismo italiano”, attualmente in esposizione presso il MART), e rivedremo alcuni dei dipinti più famosi di Giovanni Segantini. Infine presenteremo opere di pittori trentini attivi nel primo novecento, in particolare Eugenio Prati, Umberto Moggioli e Bartolomeo Bezzi, e chiuderemo sistematicamente le nostre proiezioni con un’opera di Fortunato Depero, il nostro “futurista” roveretano”.

 Ed ecco i testi che hanno intercalato l’esecuzione dei vari brani musicali

NATA IN AURE LIBERE: ELVIRA DE GRESTI DI SAN LEONARDO

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Barbara, Cristina

Elvira de Gresti di San Leonardo è stata una donna fuori dal comune: ha scritto testi, composto musica e suonato le sue opere al pianoforte, è vissuta in piena autonomia tra il Trentino e la Lombardia come poche donne nate a metà dell’Ottocento hanno potuto fare.

Il termine compositrice inteso in senso esclusivo è molto recente, risale a circa 120 anni fa. In precedenza non esistevano compositrici come le intendiamo modernamente, ma musiciste che consideravano la composizione come una naturale espressione della loro attività di interpreti.

La produzione di Elvira de Gresti è centrata quasi esclusivamente sul genere delle liriche da salotto, che adottano le forme brevi di matrice romantica, e sulle composizioni pianistiche. Si trovano riferimenti costanti al mondo pianistico d’oltralpe, come Mendelssohn, Schumann, ma anche Chopin. Questi richiami non sminuiscono il valore delle composizioni, confezionate con mano felice, in una sintesi tutt’altro che scontata.

Ora Cristina vi darà un saggio dei brani per pianoforte della de Gresti, eseguendo la Berceuse. Si tratta di un brano maturo e compiuto che riporta al clima tardo-romantico e decadente di fine secolo. Le sonorità si fanno via via più rarefatte, le armonie a tratti più vaghe, la scrittura, sempre lata, fa largo uso di pedali armonici e di blocchi sonori con funzione coloristica con inevitabile rimando ai timbri e alla scrittura della produzione pianistica francese di quegli anni.

Cristina: Berceuse 

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Cristina e Letizia

Elvira nasce ad Ala nel 1846 e lì rimane per tutta l’infanzia e buona parte della giovinezza; all’inizio degli anni Sessanta si trasferisce a San Leonardo, piccolo borgo antico nel comune di Avio vicino a Borghetto e in età adulta si reca a Milano per seguire le sue aspirazioni musicali.

Il padre di Elvira, Federico, laureato in legge, sarà per più di trent’anni podestà di Ala; la madre Carlotta Alpruni è figlia del dottor Giuseppe Alpruni di Borgo Valsugana e della contessa Anna Lutti di Trento.

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Le notizie biografiche in nostro possesso sono tratte da un manoscritto che Elvira redasse nel 1936 e che si intitola “Cenni biografici su Federico de Gresti Leonhardsberg (italianizzato poi in San Leonardo) e sul figlio di lui Oddone, scritti dalla figlia, rispettivamente sorella, Elvira de Gresti di San Leonardo”. Questo documento è conservato a San Leonardo nell’archivio della famiglia de Gresti-Guerrieri Gonzaga e consta di 5 fogli firmati da Elvira.

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Gloria Zeni e la sua opera: “Domus patrum revirescit”

I rapporti di Elvira con la sua famiglia sono buoni, in particolare con la cognata e coi sei nipoti, soprattutto con Gemma, l’unica femmina, la più piccola e sua figlioccia di battesimo. Nella sua memoria Elvira scrive che “Gemma, nata a San Leonardo nel 1873, divenne bella, viva e intelligente com’era, il gioiello di casa”. Gemma si sposa col marchese Tullo Guerrieri Gonzaga e Elvira dedica agli sposi una sua composizione Tinte azzurre, melodia per canto con accompagnamento di pianoforte, che ora Giovanna e Cristina vi eseguiranno.

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Giovanna e Cristina: Tinte azzurre

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Il dono di Giovanni Soncini alla Presidente Cristina

Elvira vive per quasi 50 anni a Milano, dove si dedica alla composizione e allo studio del pianoforte: durante questo lungo periodo lei frequenta i migliori circoli mondani nei quali era molto apprezzata per le sue doti oratorie, per la sua cultura e per la grande abilità di concertista. La casa editrice Ricordi pubblica vari lavori di Elvira e altre sue composizioni musicali su parole tedesche vengono pubblicate da case editrici in Germania.

Nei salotti di Milano Elvira ha modo di incontrare anche dei trentini che apprezzano la sua musica e riportano in patria la sua bravura di pianista e compositrice: probabilmente per questo nel 1914 l’Accademia degli Agiati di Rovereto la accoglie fra i suoi soci. Questa famosa istituzione viene fondata nel 1750 da alcuni intellettuali della scuola di Girolamo Tartarotti, viene riconosciuta dall’imperatrice Maria Teresa d’Austria e svolge una funzione culturale importante, annoverando fra i suoi soci numerosi letterati, artisti e scienziati di fama internazionale. Non sono molti i soci donna e questo ci fa capire che la designazione di Elvira può essere considerata un pieno riconoscimento delle sue doti artistiche.

Elvira invia in diverse occasioni le sue composizioni all’Accademia degli Agiati, che ne conserva quasi cento. Di queste, alcune sono pubblicate, la maggior parte sono manoscritte, tante sono versioni diverse di un unico brano, tutte sono depositate presso la Biblioteca civica di Rovereto, che conserva e gestisce il patrimonio dell’Accademia.

Fra le composizioni per voce e pianoforte inviate all’Accademia degli Agiati, ora Letizia e Cristina eseguiranno Sulla laguna di Venezia, brano nel quale riecheggia il clima armonico del Venetianisches Gondellied di Mendelssohn.

Letizia e Cristina: Sulla laguna di Venezia

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Stefano, “the voice”

Scoppia la prima guerra mondiale: già dopo il primo anno sono circa 25.000 i soldati austriaci di lingua italiana fatti prigionieri e dispersi in Russia e molte madri si rivolgono a Elvira, ma soprattutto alla nipote Gemma per essere aiutate ad avere notizie dei figli dispersi. Nel 1915 l’Italia entra in guerra contro l’Austria e il fronte si assesta poco più a nord di Ala. Elvira è a Milano e ci rimane fino alla fine della guerra. La nipote Gemma adopera le sue conoscenze per accelerare la ricostruzione dei centri abitati e il rifornimento degli ospedali di Rovereto, Riva del Garda e Borgo Valsugana. Gemma sarà determinante per realizzare il progetto di don Antonio Rossaro di costruire la Campana dei Caduti Maria Dolens a Rovereto.

Ora Giovanna e Cristina vi eseguiranno l’Ave Maria, brano nel quale il legame con la solida formazione musicale classica della compositrice si manifesta anche nel gusto contrappuntistico che affiora di tanto in tanto, rimandando all’omonimo brano di Gounod, che a sua volta richiama il Preludio n. 1 del Clavicembalo ben temperato di Johann Sebastian Bach.

 Giovanna e Cristina: Ave Maria

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Claudio Fuochi ci presenterà le “sue” ninfee (diap)

 Elvira è intrisa della cultura romantica, appresa anche nel diretto contatto con i testi letterari tedeschi, ma nelle sue composizioni si trovano comunque alcuni agganci alle opere dei musicisti italiani coevi, come Riccardo Zandonai. La dimensione affettiva della sua musica aderisce al generale clima estetico e culturale dell’epoca: il simbolismo pittorico e il naturalismo italiano di Giovanni Segantini, Gaetano Previati ed Eugenio Prati si esprimono nella de Gresti in sonorità liquide e impalpabili e in armonie di impatto timbrico e coloristico. Anche la scelta dei testi, nelle liriche, guarda ai contenuti cari a questi pittori, in cui l’iconografia dell’idillio si alterna ai temi della fede, il paesaggio partecipa all’espressione del sentimento e le atmosfere rarefatte sembrano velare le fattezze dei soggetti. La natura e la sua contemplazione, come nel brano Monte Rosa che ora ascolterete e che abbiamo scelto in onore delle nostre montagne, sono intesi come veicoli di elevazione spirituale e di contatto con il divino.

 Letizia e Cristina: Monte Rosa

 download-1Se i testi rispecchiano in gran parte l’attualità delle correnti culturali del tempo, i contenuti musicali della produzione per voce e pianoforte sono lontani dal gusto operistico dilagante in Italia e trovano semmai consonanza con il repertorio liederistico tedesco. Tutti trattati in forma durchkomponiert, cioè una musica relativamente continua e non ripetitiva, dove le parole sono messe a punto per la musica e ogni verso è diverso, questi lieder evidenziano come la parte pianistica dialoghi alla pari con quella vocale. Il pianoforte non è semplice accompagnamento, ma dà luci ed ombre alle parole, interpreta il significato del testo potenziandolo e spesso trasformandolo.

I richiami musicali alla letteratura liederistica sono talvolta palesi, come nel duetto La fanciulla delle Alpi che ripropone una raffinata parafrasi delle armonie schubertiane. Con questo brano il nostro lavoro si conclude: speriamo che vi sia piaciuto e che abbiate potuto apprezzare questa eccezionale figura di donna musicista originaria della nostra terra.

Letizia, Giovanna e Cristina: La fanciulla delle Alpi

Da: Elvira de Gresti di San Leonardo : la vita e le opere / a cura di Luisa Pachera. – Rovereto : Osiride, 2010

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Il flamengo prossimo venturo!

E’ seguito il consueto intermezzo enogastronomico (le nostre riunioni non sono u prima di né un dopo cena, bensì un “durante”. Un momento particoalre è stato rappresentato dalla presentazione dei nuovi Accademici: Loretta Grisenti (“Corsi di flamenco per adulti e bambini info Loretta 3470988532 granaina@hotmail.com   Associazione culturale ROCIO, www.rocio.it) , Omar Garcia, Gloria Zeni, Claudio Fuochi, Carla Roccabruna, Rosanna Pedrotti.

Sono state quindi presentate alcune iniziative diverse nel consueto “Angolo delle anteprime”: fra le altre, Riccardo ha preannunciato l’organizzazione di una gita sociale   in primavera (Monika provvederà a formulare alcune proposte) e la castagnata Fiab del 16 ottobre. Iscrizioni presso adbtrento@libero.it. – Inoltre, recital di poesie, prosa, musica, danza di Alfonso Masi & C., in occasione degli 80 anni dalla morte di F. Garcia Lorca: 14 ottobre 2016 ore 20,30 Palazzo Panni in Arco (entrata libera).

Nella seconda parte della serata Cristina ha illustrato il programma annuale, con una breve presentazione dei “pezzi” da parte degli “Autori”:

  •  7 novembre – Alfonso Masi,  Shakespeare – Loretta Grisenti e il flamenco.
  • 5 dicembre – Auguri dalla piccola Vienna (Gio/Let/Stef/Cris) – Umberto ne “Il nudo nell’arte” (dia).
  • 9 gennaio – C.M.Von Weber, Concerto per fagotto (Let/Cris) – Gloria Zeni, presentazione libro Domus patrum revirescit (dia).
  • 6 febbraio – Carnevale con Walt Dysney (Gio/Let/Stef/Cris) – Maria Teresa & Company, Commedia.
  • 6 marzo – Riccardante Lucattieri, La fraglina commedia – Paolo Consiglio, I tre Cristi (dia).
  • 3 aprile – Omaggio a Fabrizio De Andre’, Patrick e Co., Riccardo voce recitante – Claudio Fuochi e le sue ninfee (dia).
  • 8 maggio – Barbara e amiche in “Altri tempi” revival – Francesca Endrizzi, La figura di Albino Zenatti.
  • 5 giugno – Allievi del Conservatorio musicale di Riva del Garda, M° Ruzza – Marisa Decarli, Scorci di Trento.

Oltre a ciò, gita sociale in primavera e Festa di mezz’Estate. Buona Accademia a tutte e a tutti!

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LA CONOSCETE L’ULTIMA (PEDALATA ANNUALE DELLA FIAB)?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Ottobre, 2016 @ 5:47 am

Detto altrimenti: no? E allora ve la racconto io            (post 2482)

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ISOLA DELLA SCALA (VR). XII Secolo, gli Scaligeri ne rafforzano le difese (Mantova contro Verona) sul fiume Tartaro. Da qui il nome. Il fiume nasce da fonte risorgiva, scorre fra l’Adige e il Po e si getta in mare ormai trasformato (dall’uomo) in un canale: il Canal Bianco. “Isola”? Infatti tale era ed è , circondata dai tanti canali.

wp_20161008_046Fiab (Isola della Scala) aiuta Fiab (Trento). I Fiabbini locali fanno da guida ai Fiabbini in visita da altre località. Questo capita anche qui a Trento. Ma gli amici di Isola fanno ancora di più: in accordo con l’Ente Fiera fanno inseriscono la loro disponibilità di “guide indiane” per tutti “visi pallidi” in visita alla città e alle manifestazioni fieristiche. .

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Infatti noi Trentin-Bolzanini in arrivo dal “profondo nord” abbiamo trovato ad accoglierci un folto gruppo di ciclisti non (ancora) Fiabbini: persone dal Veneto, dalla Lombardia, dalla Romagna (Bertinoro) ed uno dall’Ungheria! Fiab Isola della Scala, molto attiva anche presso le scuole, infatti Fiab needs youth, la Fiab ha bisogno dei giovani (per continuare a crescere).

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This is Fiab too La Fiab è anche tutto questo!

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I nostri conductores? Fausto, Guerrino, … ed altri (chi mi ricorda i loro nomi? Grazie!). I km della giornata: pochi (35) ma lo scopo era un altro. Infatti abbiamo visitato i laghetti sorti nelle torbiere abbandonate (per legge, si può estrarre la torba solo se dopo ripristini il terreno, il che rende anti economica la cosa), torba che ora viene stratta dalle sponde del Lago Balaton; laghetti che sono diventati area di sosta e di nidificazione di specie avicole e luogo di pesca sportiva. Forse, presto, un parco naturale pubblico.

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Quindi una Corte rurale, illustrataci da due graziosissime giovani guide: Chiara Migliorini e Giorgia Ferrari. Riporto qui testualmente la loro esposizone, inviatami per estratto:

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wp_20161008_20_45_59_panoramaLa corte situata a Madonna di Erbé (VR) appartenne fino al 1425 all’abbazia di San Zeno Maggiore di Verona per poi passare, a causa di un divisione dei beni della mensa abbaziale, nelle mani di monaci tedeschi benedettini. Quando il 5 dicembre 1770 un decreto del Senato Veneto sopprime i monasteri, passa in proprietà a numerose famiglie come i Previdi, Malagnini e Dalla Mora.

wp_20161008_051La corte presenta le classiche caratteristiche di una corte rurale come la torre colombara (il cui uso era quello di torre di vedetta ma anche luogo dove tenere i piccioni viaggiatori), la casa padronale, le stalle e la casa dei lavorenti (dove al primo piano vi erano i dormitori e al pianterreno un portico all’aria aperta dove gli attrezzi venivano riposti) Nel 1700 si costruirà la barchessa a 4 luci, luogo dove gli attrezzi venivano riposti e dove la sera ci si riuniva per cantare. È dotata di un granaio soprastante dove il raccolto, dopo esser stato seccato sull’aia, veniva riposto. Interessanti sono anche i 4 volti sulla facciata, ognuno rappresentante una stagione. Contemporanea alla barchessa abbiamo l’oratorio barocco dedicato alla Madonna del Carmine e ai suoi miracoli compiuti nel paese di Erbé e quelli limitrofi. Viene difatti rappresentato in un ex-voto il miracolo avvenuto durante la costruzione della chiesa, dove due muratori, a causa della caduta del cornicione della facciata, precipitarono dall’ impalcatura ed uscendone illesi per mano della Madonna. Secondo una leggenda, ad una ragazza, durante il pascolo, apparve la Vergine che le suggerì dove sarebbe dovuta essere riprodotta la Sua immagine. Andò così da un dilettante locale che fece la volontà della Madonna.

wp_20161008_049Il luogo divenne ben presto meta di pellegrinaggio che consentì di costruire anche l’oratorio che tutt’ora ospita l’immagine della Vergine. Le corti rurali nel tempo si sono sviluppate passando da uno stile semplice ed umile fino ad arrivare ad essere luoghi decorati egregiamente con l’utilizzo dello stile barocco, diventando anche, per i proprietari, un luogo di villeggiatura. Da notare come nel tempo queste corti sono sempre state dei veri e propri centri autosufficienti.

Grazie Chiara, grazie Giorgia! E grazie, ovviamente, ai proprietari della Corte che ci hanno accolti!

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Dice … ma che bici ci vogliono per fare le vostre pedalate? Da corsa? Da montagna? Da super city? Eh no, scialla raga, calma ragazzi: non ci sono scuse! Una giovane pedalatrice di Castelfranco Veneto con papà, mamma , sorelle e fratello: guardate un po’ con che bici ci ha seguito! A lei un forte applauso! A lei e a tutta la sua bellissima famiglia: dai … associatevi alla vostra Fiab locale! Ve lo dice nonno Riccardo!

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Il simbolo della città

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Le risorgive, dicevo. Acqua abbondante e pulita. Da qui le risaie: circa 1700 ettari, poco meno di due volte e mezzo la superficie del Parco di Monza, pari all’estensione esistente al tempo del maggiore splendore della Repubblica marinara di Venezia. Riasie? Riso! Riso? Il Palariso e la 50° Fiera del Riso, ovvero “La Festa del Risotto Italiano, 14 settembre- 9 ottobre.

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wp_20161009_003Dice … e ci risiamo, tutti i salmi finiscono in gloria … gastronomica! E invece no, amici! Gastrronomia si, perché un paio di piatti di risotto a testa ce li siamo concessi, (eccheavrestevoluto?), ma questa fiera è anche … anzi, è soprattutto una fiera della cultura. Sì, cultura, non solo coltura. La cultura del territorio, delle tradizioni, della storia, dell’economia e dell’arte locale. La Storia. Già … ho prima accennato alla contrapposizione Scaligeri-Gonzaga. Ma che ne dite della ruota azionata ad acqua con la quale il padre di un certo Einstein fece il primo esperimento di illuminazione pubblica nella zona? E poi, le innumerevoli iniziative-gioielli culturali, artistici e musicali a contorno della manifestazione? A decine!

L’area espositiva, vastissima. Padiglioni molto ampi. La “sala da pranzo” che ospita fino a 2.000 commensali; la separata area ristorante … sapete quanti piatti di risotto sono stati serviti durante tutto l’parco della manifestazione? 500.000 (cinquecentomila): due sono i miei.

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Dopo pranzo, pedalata digestiva per visitare – purtroppo solo dall’esterno – la Villa Pindemonte in località Vo’. Da tempo abbandonata, ora passata in proprietà di un industriale della zona, è in fase di completa ristrutturazione per essere poi aperta alle visite del pubblico. Un prezioso recupero, come ne abbiamo visti altri in quest’ area geografica (vedi relativo post, cliccando “Montegrotto”: il castello Catajo a Battaglia Terme).

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Indi felicemente a Trento per le 19,00,  ottimamente condotti dall’ormai amico Piero, ottima persona ed eccezionale conduttore di lunghissimi bus con carrello bici, anche in lunghe e precise manovre di retromarcia!

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download-1FIAB. Non solo pedali, bensì cultura a pedali. Fiab infatti è socializzazione, rispetto dell’ambiente, conoscenza e rispetto degli altri: persone, luoghi, arte, natura. E poi Fiab è anche “salute”: quanta in più …infatti una pedalata al giorno leva il medico di torno!

Uei, raga … e poi: domenica prossima 16 ottobre, Castagnata trentina al Doss del Rastel, a suggello della stagione! Non mancate … è aperta agli associati, ai loro aprenti e perché no? Anche a chi sta per diventare socio! Iscrizioni entro venerdì 15 ottobre a adbtrento@libero.it o a Guglielmo 388-6584786.castagnata-16-ott

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Infine, dal 28 al 30 ottobre Fiab sarà presente con un suo stand alla Fiera Trentina Fa La Cosa Giusta, In questa occasione si apriranno le nuove iscrizioni per l’panno 2017.

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Joint us! Unisciti a noi! Iscriviti alla Fiab: ci trovi in internet (Fiab Trento)!

Appendice: tre ricette di risotti  “isolani”

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Buon Appetito e Good Byke Everybody!.

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EDUCAZIONE CICLABILE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Ottobre, 2016 @ 3:00 pm

Detto altrimenti: oggi la mia Buona Stella ha avuto molto da lavorare     (post 2481)

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Si sa, le disgrazie non vengino mai sole … per fortuna però in questo caso a non venir soli sono stati “solo” rischi, grazie alla mia BSP-Buona Stella a Pedali  alla fine evitati. Grazie, Stella! E scusa se oggi ti ho dato particolarmente da fare …. Infatti sentite un po’ cosa mi è successo questa mattina.

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  1. In strada, prima di innestarmi verso sud sulla pista ciclo-pedonale della val d’Adige, un furgone mi supera accelerando rabbiosamente per poi … inchiodare! Ho evitato il tamponamento per un soffio. Mi avrà voluto farmi  capire “chi è più uomo”?
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    Come si può guidare in furgone dentro questo tunnel ciclabile senza suonare il clacson?

    Sono sula pista. Ore 11,00. Procedo in bici da corsa verso sud, nel sottopasso ciclabile all’altezza di Mattarello nord. Improvvisamente, in una curva cieca, incrocio un furgone bianco di servizio che proviene da sud e affronta la curva invadendo le due corsie di marcia senza suonare. Me la sono cavata per un soffio, riuscendo ad infilarmi millimetricamente nello spazio fra il mezzo ed il pilastro del manufatto. Se fossi stato al centro della mia semi carreggiata o se avessi avuto una mountain bike (che ha un manubrio ben più largo) sarebbe stato un frontale! Qui sopra la foto con la visuale (nulla!) che aveva il furgone nell’affrontare il sottopasso citato: il mancato scontro è avvenuto all’uscita del tunnel, in fondo allo stesso.

  3. Sulla via del ritorno, alla risalita dopo il rettilineo che costeggia l’aeroporto di Mattarello, sono “sui pedali”. In cima alla salitella, appoggiata al parapetto, a cavalcioni della sua bicicletta, una ragazza, ferma, sta telefonando. Nell’istante in cui io la sorpasso, si mette in moto con quell’andatura incerta delle prime due pedalate, mi taglia la strada. Io riesco a malapena a passare a sinistra, sul bordo erboso, un attimo prima che io mi procuri un bel frontale con un ciclista “da corsa” che proveniva da nord.

Ed allora, ecco le conclusioni che ho tratto. Credo che i tempi siano maturi a che le forze dell’ordine siano inviate a controllare anche il traffico sulle piste ciclabili e ciclopedonali, come già fanno lodevolmente sulle piste da sci. Infatti questo tipo di traffico è in contino aumento, ma non altrettanto si può dire del rispetto delle norme di legge e di buon senso che dovrebbero essere rispettate anche in questo caso. Al riguardo, vi elenco le maggiori contravvenzioni o mancati interventi che riscontro di continuo nei miei 4000 km annui di percorrenza:

  1. Pedoni: procedono spesso sulla destra anziché sulla sinistra, spesso affiancati. Quando incrociano altri pedoni non si rendono conto che in quel momento ostruiscono l’intera pista. Alcuni poi procedono al centro della pista che non sai se, udendo il tuo scampanellare, si sposteranno a destra o a sinistra. Altri infine, pur in presenza di piste ciclabili e pedonali parallele ed affiancate (Riva del Garda; Trento ciclabile Parco Lungo Fersina sud), utilizzano la pista ciclabile.
  2. Ciclisti. Squadre sportive in allenamento: troppo veloci considerando che spesso non procedono in fila indiana. Comitive turistiche: spesso non procedono in fila indiana. In genere: non tutti hanno ed usano il campanello. Ciclisti singoli: talvolta da fermi si rimettono in moto senza prima guardare se altri ciclisti stanno sopravvenendo.
  3. Mezzi meccanici di servizio: vedi sopra.
  4. Segnalazioni dei percorsi extra urbani comunali e intercomunali: spesso carenti.
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    … inoltre, se la pavimentazione fosse dipinta di colore “rosso ciclabile” forse ciò aiuterebbe …

    Protezione dei ciclisti sulle ciclabili. Un caso per tutti: la ringhiera nella ciclabile a fianco del parco Lungo Fersina sud a protezione dei ciclisti dal salto sottostante (10 metri!) è troppo bassa. In caso di urto con un pedone o il suo cane (che dovrebbero invece utilizzare la vicina pista pedonale!), il ciclista sarebbe proiettato nel vuoto.

Il Comune di Trento ha lodevolmente pubblicato un depliant sulle principali norme del codice della strada circa il corretto utilizzo delle piste ciclabili. Esso potrebbe essere integrato con altre norme: quelle del buon senso, della civile convivenza e del rispetto reciproco. Bene verrebbe comunque un servizio di prevenzione e controllo da parte delle forze dell’ordine.

Firmato blogger Riccardo, Segretario FIAB Trento, Federazione Italiana Amici della Bicicletta e assolutamente anche dei pedoni e degli automobilisti!

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EUROPA, ITALIA, REFERENDUM GB E NOSTRANO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Ottobre, 2016 @ 6:28 am

Detto altrimenti: no … non dirò se votare si o no …   (post 2480)

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Sono stato europeista convinto già quarant’anni fa quando aderii al MFE- Movimento Federalista Europeo (Altiero Spinelli). In allora la motivazione fu soprattutto istintiva, quasi affettiva. Oggi è ragionata. Vediamo un po’ perché. Dice … UE no perchè lo Stato (Italia) deve tornare ad essere sovrano. Già, perché una cosa va detta: il luogo del consenso (Italia) è diverso dal luogo delle decisioni (Bruxelles) e questo alimenta la voglia di exit da una Bruxelles che ci impone l’eliminazione del deficit di bilancio e la conseguente diminuzione del debito.

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Chiariamo cose scontate, tuttavia chiariamole: lo Stato ha soprattutto un “bilancio” finanziario, ovvero si misura sul raffronto fra entrate ed uscite finanziarie, cosa che bilancio non è in quanto prescinde dalla verifica della consistenza del patrimonio e da un risultato economico. Un esempio: se io ha 100 in banca e acquisto un alloggio per 100, il mio patrimonio è immutato. Nel corso dell’anno il mercato rivaluta il mio immobile del doppio, io ho un utile ma non ho finanza. Chiedo ed ottengo in banca un fido di 30 per vivere, proprio perché “non ho finanza”. A fine anno l’immobile si è rivalutato ulteriormente, io ho un forte ulteriore utile economico che ha incrementato il mio patrimonio, ma continuo a non avere “cassa” (finanza). Se poi l’immobile si svaluta, diciamo da 300 a 150 ed io lo vendo, avrò una perdita economica, una perdita patrimoniale (di 150)  ma sarò “forte” come finanza.

imagesEd è il nostro debito pubblico, non l’UE, che ci ha sottratto sovranità, l’UE al contrario ci aiuta a cercare di recuperarla. Vediamo un po’ perché. Gli Stati fortemente indebitati rischiano il fallimento (default). E falliscono se e quando gli organismi finanziari internazionali non possono o non vogliono avere più fiducia nei suoi titoli di debito pubblico, alla scadenza dei quali questi organismi non ne sottoscrivono nuovi titoli. Ed è il fallimento di quello stato. Orbene, in questa situazione si è trovata anche l’Italia (2011). Cosa si è fatto? Si è modificato all’unanimità e senza tanto clamore l’art. 81 della Costituzione (il pareggio di bilancio è diventato un obbligo costituzionale) e ci siamo dati governi tecnici (Monti, Letta).

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Le strisce! mettiamole le strisce!

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Cosa significa “governo tecnico”? Facciamo un passo indietro. Un governo “politico” deve e può fare scelte politiche relative ai fini ultimi dello Stato. Ma quando non ci sono soldi, anzi, quando si rischia il fallimento per debiti, si possono e si devono fare solo piccoli interventi marginali di minima manutenzione e di contenimento dei costi. Ed ecco i tecnici. Solo che anche un governo “politico” può essere costretto ad operare come “tecnico” se la situazione finanziaria è quella sopra accennata. Ed ecco l’Europa. L’Europa, volenti o nolenti, ci costringe a non farci del male, ci costringe a non sforare più di tanto, pena la sfiducia dei nostri veri padroni: le citate istituzioni finanziarie internazionali.

Questa “necessità finanziaria”, questa imprescindibile necessità di scelte tecniche possono comportare una diminuzione  del livello della nostra democrazia nel senso di imporre atti di governo (tecnico) contrari alla sensibilità ed al voto popolare che spesso non è consapevole del vincolo finanziario internazionale.

Già questo “prosaico” motivo mi basta per continuare ad essere europeista convinto.

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Con il costo di acquisto e manutenzaione di un solo F35, a quanti esodati si può assicurare una pensione?

Ai vincoli da debito pubblico si sommano anche i vincoli da “somme impegnate a bilancio”. Fateci caso. Spesso si dice che chi governa può disporre solo di una minima parte delle risorse finanziarie, perché la maggior parte sono bloccate da prevedenti vincoli pluriennali di destinazione (tot all’anno per l’acquisto degli F35; tot all’anno per questo o quel progetto. Per tot anni). Che fare? Occorre rivisitare l’elenco delle priorità ed eventualmente svincolare (per legge) impegni finanziari assunti per legge nel passato, se non più attuali rispetto a nuove, più impellenti priorità. Burro o cannoni” scriveva l’economista Samuelson

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download-1E veniamo ai referendum. Quello GB, il Brexit. La GB se ne accorgerà nel mingere … (scusate l’espressione un po’ cruda, ma è quella che rende meglio). La sua autoreferenzialità le si ritorcerà contro. Ecco perché l’attuale premier sta facendo il commesso viaggiatore per cercare di non perdere i contratti con i vari “clienti”, della serie io esco dall’UE ma questo e quell’accordo lo manteniamo, vero? E questo suo modo di agire può rafforzare o indebolire l’UE. La rafforza se l’UE darà una riposta univoca; la indebolirà se ogni stato accetterà di stipulare singoli accordi bilaterali con la GB (cosa che io non mi auguro di certo).

Dice … ma del nostro imminente referendum, cosa ci dici? Innanzi tutto mi domando: quanti di noi si sono fatti carico di analizzarne i contenuti? E poi, la nostra scelta si deve basare sull’esame dei contenuti o sulle eventuali conseguenze politiche del suo esito? In questa sede io volutamente non mi pronuncio. Mi limito ad invitare tutte le mie lettrici e tutti i miei lettori a darsi una risposta in merito ai due aspetti, quello dei contenuti e quello politico. La sola cosa che mi permetto di raccomandare è di andare a votare. Infatti l’assenteismo dal voto ha una sua immediata conseguenza negativa: l’incremento della “quantità di oligarchia”, ovvero di una negatività già comunque presente in ogni Stato – e ancor più qui da noi – sebbene paludata da democrazia (cfr. i recenti post che precedono, in particolare quello sulla demoligarchia).

E per oggi può bastare che ne dite? Anca massa … (anche troppo, per i non Trentini).

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Protetto: NAVIGAZIONE INVERNALE (post in allestimento)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Ottobre, 2016 @ 7:30 pm

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