CIVILTA’ DEL PASSATO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Novembre, 2016 @ 11:17 am

Detto altrimenti: …. inciviltà del presente  e civiltà del domani           (post 2548)

(Fiume Fersina, Trento)

 

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Esci di casa per commissioni e ancora non sai ancora di cosa potrai scrivere nel blog, e poi … poi è la tua città che ti parla. Ti racconta di quanto, tanti anni fa, la gente era povera (ma molto più dignitosa d’ancoi!) e se la corrente trascinava a valle qualche tronco, faceva a gara per recuperarlo, portarlo a casa, farlo asciugare ben bene e farne legna da ardere. Civiltà del passato.

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Poi, poco più avanti, in  quello stesso fiume, vedi arenato un  bidoncino della spazzatura che qualche “mona” ha pensato bene di scaraventare nell’alveo. Dice … ma non lo sai, caro blogger, che la mamma dei mona è sempre incinta? Eh .. si, purtroppo lo so bene, caro, ! Ecco, una foto: inciviltà del presente.

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wp_20161123_003Vado avanti, e poco distante, per fortuna, vedo la civiltà del domani: un parcheggio per l’utilizzo delle biciclette a pedalata assistita poste dall’ente pubblico a disposizione dei cittadini. Bene, anzi, benissimo! Ma perché civiltà “del domani”? Perché nonostante il grandissimo sviluppo delle due ruote a pedali (elettriche e non) in tutta Europa, qui da noi in Italia non è ancora maturata del tutto la coscienza quanto meno della “parità dei generi”: e non mi riferisco ai due generi maschile e femminile, bensì ai tre pedone, automobilista, ciclista. Infatti il ciclista è ancora considerato aun intruso che cerca di intrufolarsi fra i due generi tradizionali: i pedoni e gli automobilisti. Ma ci arriveremo, gente, ci arriveremo a raggiungere la parità … non dubitate!

Firmato: un blogger ciclista, Segretario Fiab, Federazione Italiana Amici della Bicicletta, Trento

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UTOPIE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Novembre, 2016 @ 3:07 pm

Detto altrimenti: … ma mica tanto!                    (post 2547)

(Dicesi utopia un obiettivo  semplicemente non “ancora” raggiunto. Firmato io)

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Utopia, u-topos, non luogo, termine creato da tale Sir Thomas More, alias Tommaso Moro, alias San (since 1935, and still going strong!) Tommaso Moro nel 1500 con la sua “Utopia”: ventidue secoli di “utopie”, da quelle di Esiodo (Opere e giorni, vv. 106-201, Il mito dell’età, VII secolo a. C.) a quelle del “nostro” testè citato Santo (a fianco, nella traduzione di Maria Lia Guardini).

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Esiodo, si diceva … contadino poeta. Ecco, la sua è la prima “utopia” letteraria: egli ipotizza e descrive le età dell’uomo: oro, argento, bronzo, eroi e ferro. Un calando/crescendo di virtù/vizi, una esposizione piena di riferimenti etici (morali) in lui strettamente connessi alla religione. Per Esiodo la religione “è” anche morale (nota del redattore, cioè mia: a mio avviso, oggi la “mia” religione “ha” una morale ma “è” altro: è Creazione e Resurrezione. Ma questa è un’altra storia. Fine della n.d.r.). Il meglio in Esiodo è rappresentato dalla vita secondo natura nella natura, una sorta di paradiso terrestre. Il peggio, da un sistema in cui vige su tutto e su tutti il diritto della forza: ma no…?!

Dice … e dagli con la religione! Ok amici, ma sappiate che io sono un laico, il che vuol dire semplicemente che sono per il pluralismo, il rispetto delle idee (e delle religioni altrui purchè non neghino la mia). Scriveva Voltaire: “Io la penso in modo opposto al tuo ma mi batterò fino alla morte perché tu possa esprimere il tuo pensiero”. Sul pluralismo mi permetto di suggerire la lettura di un libricino molto intenso: “Laicità, grazie a Dio” di Stefano Levi Della Torre, Giulio Einaudi Ed. 2012. E’ illuminante.

Esiodo, figura storicamente ben definita, si ricollega (consapevolmente? Non lo sapremo mai!) a Omero (figura indefinita) là dove rappresenta un parallelo fra il mondo omerico (positivo) dei Feaci e quello (negativo) dei Ciclopi. La differenza è che – applicando una classificazione Leopardiana – i Ciclopi sono “primitivi” (selvaggi), ovvero non hanno ancora raggiunto il livello della civiltà. Gli uomini dell’età del ferro in Esiodo sono “barbari”, ovvero sono giunti a quello stadio regredendo dai livelli superiori che abitavano prima.

Secondo personaggio: Aristofane con la sua commedia “Uccelli”. Un mondo fantastico, ideale creato da due idealisti che però, giunti al potere, non sono più tali. Chi vuol capire, capisca!

Il terzo “utopista” di cui vi voglio brevemente parlare (anzi, scrivere!) è tale Diodoro Siculo (I° sec. A. C.), autore della corposa Bibliotheca Historica (II°, 55-60). Molto probabilmente l’ispiratore diretto di Tommaso Moro. Anche i suoi “eroi” viaggiano per mare, raggiungono l’isola-stato ideale, etc. ma dopo un po’ ne vengono cacciati perché incapaci di correggere i loro cattivi costumi della cultura d’origine. Tema ripreso fra gli altri da Italo Calvino nel suo Barone Rampante: dopo una vita (mal) vissuta politicamente, ben difficilmente si può cambiare …. Chi vuol capire … (v. sopra).

Quarto personaggio di questa breve rassegna: Dione di Prusa, ricco letterato. Anche qui un “ritorno alla natura”, stupore per la struttura della città.

E per finire, Luciano di Samosata, un persiano a cavallo … no, non a cavallo di un caval, ma vissuto a cavallo fra il II° e il III secolo d. C.. con la sua Vera Historia, 1-3 Proemio. Egli non crede nell’idea della polis, bensì nella ragione dell’individuo cui però fa riferimento in modo ironico: viaggio per mare, marinai e nave ingoiati dalla balena, etc.. Ci ritroviamo un po’ di Pinocchio e un po’ di Giulio Verne con le sue 20.000 leghe sotto i mari.

Conclusione? L’esigenza di un modello ideale, sempre avvertita. Il modello rappresentativo prescelto? La favola? L’invenzione, la finzione? Perchè mai non discorso politico diretto? Quello che maggiormente si avvicinò a tale modello, sia pure ancora sotto forma di “favola”, fu appunto Tommaso Moro, ma gli tagliarono la testa! (Ah … ho capito …)

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P.S.: Dice … ma che? E’ tutta farina del tuo sacco? Dico: quando mai! Sono appena tornato dalla “Lettura dei Classici” condotta dalla Prof (senza puntino!) per antonomasia, Maria Lia Guardini, nella Biblioteca Comunale di Trento. Prossima seduta: fra 14 gg, il 6 dicembre su “La peste” in Tucidide e Lucrezio.

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Buone utopie a tutte e a tutti!

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COLLEGAMENTI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Novembre, 2016 @ 9:07 am

Detto altrimenti: chi fa i collegamenti, ha vinto!                    (post 2546)

Me lo diceva sempre un mio vecchio vecchio capo, Bruno Kessler  … (Kessler, chi era costui? Non specifico chi sia stato perchè questo è “Trento” blog, non altro.

  • bruno_kesslerStampa: L’Adige del 7 novembre scorso, articolo a firma di Michele Andreaus … “… se Kessler si fosse comportato come alcuni dei nostri (attuali, n.d.r.) politici, questi non sarebbero cresciuti, sarebbero stati soppressi in culla”.
  • Due quotidiani locali del 21 c.m.. Un potenziale politico lancia ad entrambi un identico messaggio: “Io opero come assessore. La politica ha bisogno di rinnovamento reale”. Un quotidiano riporta solo la prima frase, con poco risalto. L’altro tutte e due con grande risalto e foto.

Dice … ma i collegamenti del titolo, dove sono? Be’ innanzi tutto nell’avere “collegato” la disponibilità a far crescere i propri successori politici con il fatto di informare o meno sulla possibile successione. Poi … poi ve ne sono ben altri collegamenti da fare ma non voglio privare le mie lettrici ed i miei lettori della suspence di scovarli loro stessi!

Buoni collegamenti a tutte e a tutti!

 

 

 

 

 

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MAMMA LI TURCHI!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Novembre, 2016 @ 3:51 pm

Detto altrimenti: no … non è uno scherzo, bensì una tragedia!     (post 2545)

E chi ne parla più, di quelle migliaia di imprigionati, torturati, uccisi, quando va bene “semplicemente” privati del lavoro e dei diritti politici. Ergogan già faceva quello che voleva, a cominciare dalla farsa del colpo di stato, ed ora … ora ancor più di prima. Sembrava che l’abbattimento di un cacciabombardiere russo da parte dei missili turchi avesse creato un vallo fra i due paesi. Sembrava … e invece, invece Erdogan fa la pace con Putin; ricatta l’Europa (“Se mi rompete i cabbasisi lascio passare decine di migliaia di profughi!”); ricatta la Nato (“Attenzione, vedete di chi sono amico?”). Ora poi che gli USA (di Donald) si alleano con Putin, il cerchio  si chiude: Erdogan diventa la più incisiva e pericolosa lancia puntata contro il fianco della incerta UE.

downloadAl punto che si appresta ad approvare una legge odiosa, incredibile: chi si unisce carnalmente con una minorenne, ove la ragazzina sia poi d’accordo, con un matrimonio riparatore estingue il reato. Con efficacia retroattiva, s’intende … ne ha di personaggi da salvare (pare circa 3000), dai quali ottenere la massima riconoscenza. Già me l’immagino quante ragazzine avranno poi il coraggio di dire che non erano consenzienti e/o di opporsi alle pressioni del sistema di costume, di leggi e intimidatorio del regime! Moltissime … o no? E noi, zitti, mi raccomando. Zitti, purchè not in my garden!

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LA MIA ISA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Novembre, 2016 @ 10:18 am

Detto altrimenti: ISA-Istituto Atesino di Sviluppo SpA, Trento   (post 2544)

 

bruno_kesslerISA, non una bella ragazza, bensì una bella SpA, una finanziaria mista ovvero semi operativa e di partecipazioni azionarie. Trent’anni fa ne ero il direttore sotto la Presidenza del Senatore Bruno Kessler. Lavorammo bene insieme con ottimi risultati. Ci occupammo dell’economia della Val di Sole e della razionalizzazione del gruppo di SpA partecipate. Se “cliccate” Isa, la mia Isa, Kessler, Tonale, Intraprendenza Tonale … qui sul blog potrete leggere di quel periodo.

Serbo un ottimo ricordo di quel periodo, per cui ogni volta la leggo volentieri. In particolare, il 18 novembre scorso, a pag. 14 de l’Adige, ho appreso che “Zaleski e ISA salgono nel salotto buono”, titolo accattivante e ben invogliante il giudizio di lettori addetti ai lavori finanziari quali quelli de Il Sole XXIV Ore. Su questo secondo quotidiano infatti sicuramente sarebbero stati maggiormente sviluppati alcuni aspetti tecnici, quale quello del livello dell’aumento di capitale nella Calisio SpA, sottoscritto dall’ISA per ripianamento perdite in misura ben superiore alla quota proporzionalmente ad essa spettante, il che ha ovviamente prodotto una crescita della percentuale di capitale sociale posseduto dall’ISA in quella società. A fronte di ciò è ben vero che si accenna a “programmi di sviluppo” ma gli unici dettagli che sono forniti dall’articolo sono svalutazioni effettuate (Ubi Banca) e impegni in iniziative immobiliari in crisi in capo a società partecipate a cascata che “hanno in corso o hanno chiesto un piano di ristrutturazione dei debiti”.

Tutto ciò, da azionista ISA per una quota infinitesimale (100 azioni che presto forse venderò), mi fa pensare come sia difficile per l’Azionista di minoranza riuscire a seguire l’iter delle operazioni societarie, quando esse siano articolate su di una serie così complessa e articolata di partecipazioni azionarie. Infatti la sensazione che ne traggo è che quella maggiore capitalizzazione serva poi a sottoscrivere a cascata ripianamenti perdite di una serie successiva di società partecipate. Tuttavia mi tranquillizzo, al pensiero che sicuramente l’Azionariato di maggioranza avrà una visione ed un controllo assolutamente completo di ogni situazione, come accadeva ai tempi della citata Presidenza Kessler.

P.S.: … e se mi sbaglio, mi corrigerete …

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CAPO PENSIERO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Novembre, 2016 @ 7:02 am

Detto altrimenti: conosci la geografia?               (post 2543).

 

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“Chi, io? Parli con me? Capo Pensiero? Dunque … vediamo un po’: Capo Sunio, Capo Teulada, Capo Nord, Capo Rizzuto, Capo Horn, Capo Verde, Capo Reamol (sul Garda, nella foto a lato,n.d.r.) … si. Ma Capo Pensiero … no, non so proprio dove sia. L’ho anche cercato in internet: niente da fare, mi arrendo.”

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Ciao raga, buona giornata. ‘Sta mattina mi sono chiesto … cosa racconterò mai alle mie lettrici ed ai miei lettori? Poco fa, l’illuminazione: Capo Pensiero! Dai … una figata! Sulle prime lascio che si scervellino per cercar di capire dove di trovi questo promontorio. Poi, dopo un po’ lo confesso: non è una espressione geografica, bensì il pensiero di un capo, anzi, “il” Pensiero “del” Capo.

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Ve ne sono di tipo diverso. C’è quello buono, stimolante, che sollecita il Pensiero altrui, fa crescere la mente dei suoi Colleghi-Collaboratori-Sostenitori (notate le maiuscole ed il lessico: non ho usato la parola “dipendenti”, tanto meno l’odiato termine “sottoposti” … Dio me ne scampi!), ne rispetta il parere, li motiva a “creare soluzioni”. Ecco, raga, la “motivazione”, il primo fattore della produzione in ogni settore dell’agire umano, nell’economia e nella politica, tanto per citare due ambiti.

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Nella politica … il Capo Pensiero può assumere purtroppo una connotazione opposta a quella testè accennata, una connotazione fortemente negativa, quella di essere totalizzante, escludente qualsiasi altra riflessione Altrui (e ci risiamo con le maiuscole …) che non sia l’annullamento del LPA-Libero Pensiero Altrui di fronte al capo pensiero (le lettere minuscole non sono utilizzate a caso).

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Come le pecorelle escon del chiuso / a una, a due, a tre, e l’altre stanno / timidette atterrando l’occhio e ‘l muso; / e ciò che fa la prima, e l’altre fanno, / addossandosi a lei, s’ella s’arresta, / semplici e quete, e lo ‘mperché non sanno … (Dante, Purg. III, vv 79-84)

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Ma tutti gli “Altrui” che fanno? Mica possono ammettere questo auto annullamento della propria capacità critica … eh no, raga, sarebbe fare karakiri, un suicidio, una capitis deminutio maxima: ne uscirebbero veramente male. E allora, che fare? Semplice, basta essere più realisti del re, basta dire “Lui è bravissimo, vola alto … ma io non sono da meno perché capisco e condivido. Infatti, se il capo pensiero vola alto, basta porsi in una rotta di volo ancora più in alto, dalla quale giudicare e approvare“. (Le possibilità di carriera e l’ambizione dei primi seguaci del capo pensiero? Diventare cani da pastore … con  il massimo rispetto per i Cani da Pastore Veri presenti sul blog, si intende!)

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                    Ispe dixit

E se taluno che invece sta percorrendo rotte più terra-terra, a contatto con i problemi della Gente (le maiuscole .,..),  chiedesse a costoro  la ragione del loro immedesimarsi nel capo pensiero, del loro annullamento mentale, della loro rinuncia al proprio spirito critico ed alla propria autonomia mentale? Nessuna paura, raga, scialla (“calma”), state sereni: vi risponderanno inarcando le sopracciglia, volgendo lo sguardo al cielo, traendo un sospiro compassionevole accompagnato da una pacca sulla vostra spalla “Forse un giorno capirai … oggi per te è ancora troppo, sei ancora immaturo, non sono cose per te, fidati, dacci fiducia, vieni con noi, poi – vedrai – che a poco a poco riuscirai ad intravedere la Verità del Verbo del Capo Pensiero con le iniziali maiuscole anche quando se ne parla. E ci ringrazierai, anche perché nel frattempo ti sarai riposato, nel senso che non avrai più dovuto pensare con la tua testa”.

Insomma, De profundis … con quel che segue!

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INVERSIONE TERMICA (anche nella politica, qui di seguito, la n. 5)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Novembre, 2016 @ 9:07 am

Detto altrimenti: inversione della … logica dei ragionamenti!             (post 2542)

 

 1. images-1Inversione termica a letto. 1965, Film ad episodi. Alberto Sordi nella parte di Silvio (anni ’60 … “Silvio”? Quale incredibile preveggenza!), marito adultero scoperto dalla moglie a letto con l’amante, ribalta la situazione e alla fine, uscendo per riaccompagnare l’amante, dice alla moglie: “No cara, non temere, ritorno a cena: io so perdonare”. L’episodio si trova facilmente in internet. Rivedetelo, ne vale la pena! Ecco, il mio post potrebbe finire qui, tanto è geniale quella trovata, tanto superba quella interpretazione. E invece no … sentite un po’ che vi dico.

 

 2. download-2Inversione termica dell’atmosfera. Si tratta di “nuvole al contrario”: quando fa più freddo al suolo che non negli strati più alti dell’atmosfera, le nuvole si formano in basso anzichè in alto, ed è la nebbia. La nebbia, quella dell’aria … ma esiste anche quella del cervello, come quella che l’Albertone nazionale spandeva a larghe argomentazioni davanti ad una moglie progressivamente furiosa, arrabbiata, esterrefatta, confusa, silenziosa, rassegnata.

 

 3. download-4Inversione termica nel Codice della Navigazione. Ieri sera ho assistito alla ricostruzione dell’ affondamento dell’Andrea Doria, speronata dallo Stockholm. Per me che alla Doria ci sono nato (quartiere delle alture della periferia genovese, nel quale i miei erano sfollati a causa dei bombardamenti degli “alleati” – alleati? Mi chiedevo da bambino? Ma se ci bombardano, che alleati sono mai?), per me che alla Doria ho inaugurato il fonte battesimale, per me che sono – ovviamente – “sandoriano”, ecco, raga, quel nome … il nome di quella nave … quella nave sta particolarmente a cuore.Dice … ma che c’azzecca tutto questo con l’inversione termica? C’azzecca. download-3C’azzecca.Ora ve lo spiego. Intanto quella notte c’era la nebbia (avete visto che c’azzecca?). Poi, gli Svedesi tanto sparlarono, accusarono, travisarono che l’opinione pubblica si convinse era stata colpa del nostro Comandante Calamai (negli anni poi io conobbi e divenni amico del figlio). Ecco un altro caso di “inversione termica”: nel senso che ci trovammo nella situazione di dovere “ribaltare le menzogne”. Ma come andò che la nave svedese speronò il nostro transatlantico? Ve lo dico subito. Nebbia, l’Andrea Doria aveva ridotto la velocità. Lo Stockholm no: seguendo le istruzioni del proprio armatore, non voleva perdere tempo e aumentare in tal modo i costi del viaggio (1). Se questo fatto fosse emerso, sarebbe emersa anche la responsabilità dell’armatore che avrebbe indotto la responsabilità piena della compagnia assicuratrice (i LLoyds di londra):ecco perché il capitano svedese disse sempre che “non vi era nebbia”,

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Onore al nostro Calamai

fatto smentito da tutte (tutte!) le altre navi presenti nella zona. Le due navi procedevano su rotte parallele in direzione opposta, distanziate fra di loro si un paio di miglia marine (circa 3,5 km). Il nostro comandante era nella plancia di comando. Quello dello Stockholm no. Il timoniere dello Stockholm, un giovanottino alle prime armi, non riusciva a tenere la rotta e “zigzagava”: nel far ciò faceva sì che un altro giovanottino, quello addetto al radar, vedesse sullo schermo la nostra nave ora alla sinistra ora alla destra della propria rotta. Inoltre quest’ultimo aveva distrattamente posizionato la scala del radar sulle 5 miglia, credendo che essa fosse ancora posizionata sulle 15 miglia, per cui “vedeva lontani” ostacoli che invece “erano maledettamente vicini”. Lo svedese vede la nostra nave sulla sua sinistra (e invece era sulla sua destra): vira a destra per allontanarsene (e invece le si avvicina) e va a speronarla con una prua, “rinforzata” per resistere ai ghiacci. E qui inizia l’inversione termica dei cervelli. Svedesi, biondi, alti, vincitori della guerra (finita solo da 10 anni); Italiani, piccoli, neri, sporchi, emigranti, ex fascisti.

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Avete capito. E poi, la Compagnia di Navigazione Italia … (Genova, Piazza De Ferrari) che sceglie il silenzio … mentre la sua controparte inonda il mondo di menzogne; la Compagnia Italia che non affida alcuna altra nave al capitano Calamai, mentre gli Svedesi affidano al loro la nuova ammiraglia! Si va in giudizio (a New York) ma poi le due compagnie trovano un accordo segreto (a Copenhagen), il processo si estingue per “morte naturale”. Morte? Ve ne sono purtroppo altre di morti: 5 sullo Stockholm, 45 sull’Andrea Doria, 45 fra i sub che andarono negli anni ad ispezionarne il relitto; una, quella della dignità del nostro Calamai.

 

images-14. Inversione termica nel mondo del lavoro. L’impiegato chiede un aumento di stipendio. Il capo gli chiede: “Sai qual è la risposta peggiore che io ti posso dare?”. L’altro risponde: “Che lei non mi concede l’aumento”. “No, replica il capo, che io ti dica: vedi caro, pensaci bene … se bene ci rifletti non avresti dovuto chiedere questo aumento. Sei sicuro di meritarlo? Sei sicuro che la società possa permettersi di dare questo (cattivo) esempio? Vedi, se ci rifletti bene … vedrai tu stesso che hai commesso un errore nell’avanzare questa richiesta. Ma non ti devi preoccupare: io so perdonare”.

5. Inversione termica nella politica. Sparla sparla, alla fine qualcosa resta addosso (all’altro). Sparla sparla, fai scrivere scrivere (da una stampa compiacente), alla fine potrai dire “Io so perdonare … dai … ammetti che avevi torto … vieni qui, facciamo la pace … lo sai che io so perdonare …”

THE END

(1) l’armatore noleggia la nave dal proprietario. Se la durata del viaggio aumenta, egli deve pagare al proprietario le cosiddette stallie e controstallie, ovvero dei diritti per il maggior tempo  per il quale ha goduto della disponibilità della nave. Ecco che l’armatore sollecita il comandante della nave a non rallentare, nemmeno in caso di nebbia.

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I DIALOGHI DI PLUTONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Novembre, 2016 @ 9:32 pm

Detto altrimenti: Plutone? No, non è un errore di battitura, non sono i dialoghi di Platone! Qui si tratta di una antichissima leggenda diabolica … di Plutone, appunto!  (post 2541) (si vedano i precedenti dialoghi della stessa serie)

(si tratta di un testo recuperato nel 2016 a una spedizione alpinistica  internazionale in Himalaya )

Personaggi ed interpreti

  • Princeps, citato, non prende parte alla rappresentazione ma il suo spirito la pervade
  • Conte Ribott: il più fedele vassallo del Princeps
  • Fra’ Vezzoso: monaco  confessore del Princeps e amico del Conte
  • Sempronio: il Diavolo Plutone, sotto mentite spoglie di un passante

Atto unico, scena unica

Prologo (si avanza un aedeo e si rivolge al pubblico)

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“Canta o diva, del pelato prence, l’ira funesta che infiniti addusse lutti ad altrui”

“Dovete sapere che tanti, tanti secoli fa, in un reame lontano lontano, oltre gli oceani,  in mezzo alle alte montagne Himalaiane,  sconosciuto ai più, c’era un Regno dorato. In questo Regno, viveva un tale che, dopo essere stato per anni ed anni a capo della città nella quale era situata la Reggia, era riuscito a farsi eleggere a capo dell’intero Regno,  valli comprese. Costui aveva gestito il proprio ruolo “uti princeps”, ovvero si era circondato di una ristretta cerchia di fedelissimi sudditi e aveva interpretato la democrazia non come “potere del popolo” bensì come s’usava tanti anni addietro: “potere sul popolo”. Se non che un (per lui) brutto giorno, dopo che aveva imperato per tanti anni, gli scadde il mandato e dal popolo fu eletto un altro al posto suo. Ora, alcuni suoi cittadini (di quelli che non avevano accettato di essere retrocessi a sudditi) iniziarono a chiedersi se quella non fosse l’occasione utile per riportare la democrazia al suo significato originario, e cioè “potere del popolo”, ben sapendo che per far ciò si sarebbero scontrati contro il volere di quella  cerchia di sudditi. Per far ciò, si organizzarono e vinsero una tornata elettorale, con l’intento di riportare quel Princeps ed i suoi fedelissimi al rispetto delle regole della democrazia”.

(Tavolini di un bar sulla piazza principale della città)

Conte Ribott (fra sé e sé): Che guaio, abbiamo perso le elezioni … e dire che sarebbero bastati pochi voti …  se trovo chi è stato … solo che ora dobbiamo pensare a come fare per recuperare la situazione …

(Il Conte Ribott si prende la testa fra le mani, corrucciato.  Si avanza  un monaco)

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Il monaco Fra’ Vezzoso, al “servizio” del Principe sin da piccolo …

Fra’ Vezzoso: Ciao Ribott, che hai che ti vedo così affranto? Dimmi, se posso essere utile …

Conte Ribott: Cosa potrai mai fare tu, amico mio, tu che vivi  laggiù in quella valle vicino al lago … non lo sai che il mio, il nostro Princeps rischia di perdere potere?

Fra’ Vezzoso: Ma no, dai, a tutto c’è rimedio. Dimmi di che si tratta … che vedo cosa posso fare …

Conte Ribott: C’è poco da fare, abbiamo perso tre congressi, siamo in minoranza, lui non sarà più lo stesso …

Fra’ Vezzoso: Ma … avete provato a parlare, a discutere, a cercare un accordo per ristabilire almeno in parte il suo ruolo, anche se lui  ha perso le elezioni?

Conte Ribott: Già … bravo … detto, fatto! La fai facile, tu! Eppure lo conosci anche tu com’è lui, orgoglioso al massimo grado: non è disposto a trattare con quelli che a suo giudizio non sono alla sua altezza. Vedi bene che ho tutte le ragioni di essere affranto …

Fra’ Vezzoso: Purtroppo hai ragione, sono affranto anch’io …

(I due si affrangono vistosamente. Si avanza un tale: in realtà è il diavolo Plutone che si nasconde sotto le mentite spoglie di Sempronio) 

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A tel digh mi, a tel digh …

Sempronio: Buongiorno signori … ma … voi non siete quei due con i quali ho più volte parlato in precedenti “dialoghi” in questo stesso blog?

Conte Ribott: Si, siamo noi … buongiorno a lei Sempronio … vuole sedersi al nostro tavolino? Anche se … anche se oggi siamo un po’ giù di morale e non le saremo certo di gran compagnia …

Sempronio: Posso chiedervi cosa vi assilla?

Fra’ Vezzoso: Ribott, dai … che male c’è a confidarsi … dopo tutto un parere di un terzo può sempre essere utile.

Conte Ribott: Ecco, vede le spiego …

Sempronio: Grazie ma sa, scuserete, ero seduto qui a fianco ed ho già sentito tutto …

Conte Ribott: Allora che ne dice? Che si può fare? A noi apre che non ci sia via d’uscita …

images-1Sempronio: Dai… che a tutto c’è rimedio. Sentite un po’ cosa mi viene in mente, una vera e propria diavoleria! Tra i nobili che stanno intorno al Princeps scegliete quello più malleabile perchè conscio di essere privo di una prospettiva politica individuale,  lo convincete a proporsi al popolo come il migliore difensore della loro vittoria elettorale di fronte al Princeps. Una volta che il popolo lo avrà nominato proprio capo, costui farà un voltafaccia e farà sì che la stampa locale presenti la minoranza del Princeps come una maggioranza. Gli altri protesteranno e il Princeps farà dire dai suoi banditori quelli sono mai contenti, gente con un permanente mal di pancia. Nel frattempo il Princeps rafforzerà la sua vecchia rete di potere, condizionerà il governo del Reame e soprattutto preparerà la  rielezione propria e quella del suo amico in qualche posizione ben retribuita.

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                          Il vero leader

Conte Ribott: Ma … tutto ciò è legittimo? E’ morale?Fra’ Vezzoso: Legittimo si, perché non viola espressamente nessuna regola, se non i principi generali della democrazia, ma quella la democrazia, si sa … dai amico, sappiamo come vanno le cose del mondo. Quanto alla Morale poi, è evidente che lui da vero leader agisce per il bene di tutti …

Conte Ribott: Ma … gli antichi Romani … un certo Seneca mi pare che dicesse   “quod non vetat lex, hoc vetat fieri pudor” …

Sempronio: Ma via, signore, gli antichi Romani … antichi, appunto! Vada un po’ a vedere come voteranno i senatori romani di oggi al referendum! Dicono tutti SI ma poi voteranno NO per non perdere la poltrona …

Conte Ribott: Mi avete convinto, parlerò al Princeps in tal senso

(Un colpo di vento gelido, una improvvisa tormenta di neve oscura il sole e fa  volare via dal tavolino il cappello di Sempronio che si alza e va rincorrerlo per la Piazza)

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Conte Ribotta: … ma, ehi, quell’uomo … accidenti che tormenta di neve, non si vede nulla … ma ecco che è passata … ma … dove è finito quel tale? E’ sparito! Avrei voluto ringraziarlo … certo che è un bel diavolo d’un uomo quello lì …

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(Musica: brano “La tempesta” dalla sinfonia “Alpensinfonie” di Richard Strauss – Sipario)

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THE END

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USA E NOI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Novembre, 2016 @ 1:34 pm

Detto altrimenti: se possiamo imparare qualcosa …  hai visto mai … (post 2540)

Anteprima

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    No … royalties non se ne vedono …

    Non sono mai stato né pro né un contro gli USA.

  • Riconosco che ci hanno salvato dal nazismo (ma si sono anche salvati loro stessi, evitando che la guerra arrivasse in casa loro, magari con il rischio di perderla).
  • Non ho mai ammirato la cosiddetta “conquista del West” come atto eroico, bensì l’ho condannata come strage dei nativi.
  • Ho sempre pensato che – soprattutto a noi Genovesi – gli USA dovrebbero pagare delle royalties per avere scoperto l’America (e dire che sarebbero sempre in tempo …).
  • Non condivido il “Dio salvi gli USA” detto da chi pratica la pena di morte, il respingimento degli “altri”, il divorzio-facile-rapido-plurimo.

Fine dell’anteprima. Ora posso cominciare.

I cannot help myself observing that …. Non posso fare a meno di osservare che:

  • un cittadino di una sperduta cittadina dell’Ohio vota per eleggere la persona più importante del mondo;
  • un cittadino di Canicattì vota per eleggere il Sindaco di Canicattì.
  • USA: Obama afferma che la differenza fra lui e Trump è abissale, ma che la democrazia USA andrà avanti.
  • I nostri affermano che l’avversario politico è un distruttore della democrazia. 
  • Gli USA hanno una storia brevissima (le cose più antiche che hanno sono le pantofole della nonna) ma oggi “fanno” la storia;
  • Noi abbiamo una delle storie più lunghe al mondo, ma oggi togliamo il latino dalle scuole. 
  • Se evadi le tasse in USA sei un criminale (and so let it be with Donald!);
  • In Italia sei un figo. 
  • USA e JET? Si, gli F35 a tutti gli alleati!
  • Noi? Li comperiamo! 
  • USA, il capo della CIA guadagna 1/3 del  capo della nostra polizia;
  • Noi? Il capo della nostra polizia si adegua: guadagna il triplo del capo della CIA.  

THE END

 

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IL POLITICO CHE “VOLA ALTO”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Novembre, 2016 @ 7:28 am

Detto altrimenti: e va bene … restiamo pure sulle immagini figurate …  (post 2539)

Dice … quel politico è uno che “vola alto”. A parte che mi vien da pensare – tanto per restare, come dichiarato in premessa, nell’ambito delle espressioni figurate – che in alto manca l’ossigeno, mi chiedo:

  • download

    Per rispetto delle norme della privacy abbiamo sbianchettato il volto del politico che “vola alto”

    cosa vuol dire “volare alto” se poi le sue azioni sono di “bassa lega”?

  • Volare alto significa forse manovrare a livello di “poteri di fatto” contro i “poteri legittimati da democratiche elezioni”?
  • Volare alto significa forse tessere con pazienza (1) una tela di simulazioni e dissimulazioni (2) che piano piano (con pazienza, appunto, v. nota precedente) annebbino la verità e quindi la mente di chi deve valutare una situazione?
  • Volare alto significa forse creare disorientamento, calunniare calunniare tanto alla fine qualcosa resterà attaccato?
  • Volare alto significa rifiutare il confronto democratico, abbandonando il momento della conta dei voti, per poi dire che quel confronto non lo si è perso perché “io non c’ero nemmeno”?
  • Volare alto significa non accettare di confrontare le proprie promesse con i risultati  raggiunti dalla controparte?
  • Volare alto significa posizionarsi molto sopra i propri sudditi anziché stare vicino ai propri concittadini?
  • Volare alto significa cercare in tutti i modi di assicurarsi la rielezione per motivi economici?

Ecco, io non sono un politico, ma se lo fossi preferirei “volare basso” se il volare alto è quello sopra descritto.

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 (1) Pazienza non è sopportare in silenzio, bensì organizzare passo passo, con gradualità e perseveranza le proprie azioni per difendersi e/o contrastare le azioni altrui e/o perseguire un obiettivo. La pazienza è sicuramente una dote positiva, che però – essendo uno strumento –  può anche essere messa al servizio di cause non nobili, come quella dello scassinatore che “pazientemente” studia ed attua il suo piano criminale.

(2) Simulare, far apparire vero ciò che invece è falso; dissimulare, far apparire falso ciò che invece è vero (Cicerone, 1° Orazione Catilinaria: “Catilina, simulator et dissimulator omnium rerum!”).

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